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IL SISTEMA OPERATIVO (analisi teleologica)

economia



IL SISTEMA OPERATIVO (analisi teleologica)

Come abbiamo visto, il Sistema Operativo può essere analizzato dal punto di vista dei processi aziendali; più in particolare.

I processi produttivi e i processi informativi si dedicano alla diretta soddisfazione della clientela (e dei loro bisogni); questa si traduce in termini di qualità del prodotto ( cioè ci deve essere una adeguata relazione qualità-prezzo), di innovazione ( perché il consumatore, dopo un po', tende a stancarsi del prodotto, e quindi per la sua soddisfazione è fondamentale il rinnovamento del prodotto, l'innovazione) e di continuità delle relazioni ( perché il cliente, dopo che ha gradito un prodotto, si aspetta in futuro di trovarlo ancora sul mercato, e quindi se poi non lo ritrova, perché è mal distribuito o perché è fuori produzione, ha una certa delusione, dovuta ad una mancanza di continuità delle relazioni). I processi energetici si dedicano alla soddisfazione indiretta della clientela; essi riguardano alcuni vincoli che l'azienda deve rispettare per ottenere una certa continuità delle relazioni.




























N.B.:

q   Equilibrio economico può non essere verificato nel b/t;

q   Equilibrio finanziario (o finanziario corrente) deve risultare sempre!!!;

q   Equilibrio patrimoniale (o finanziario strutturale) deve essere mantenuto dall'azienda in modo stabile; tuttavia può essere temporaneamente alterato (N.B.: la condizione di solvibilità indicata nello schema é una condizione limite, che può prevedere la liquidazione dell'impresa se il valore della stessa (attivo) è appena sufficiente per coprire gli impegni finanziari

Ma come si forma la ricchezza aziendale?



"Formazione e distribuzione della ricchezza aziendale"

 



















È una rappresentazione del Conto Economico a "Valore Aggiunto" si analizzano i costi facendo riferimento non alle diverse aree di attività aziendale, bensì alla loro natura (in base al soggetto che apporta il fattore produttivo). Che cosa significano le varie voci?

Valore della Produzione è il valore creato dall'impresa in un certo periodo di tempo;

Valore Aggiunto Operativo è la ricchezza creata dall'impresa per remunerare i fattori produttivi e il valore del capitale;

Reddito Operativo è la ricchezza creata dall'impresa nello svolgimento dell'attività operativa tipica (ed è una "grandezza" utilizzata per costruire il ROI);

Reddito Lordo è la ricchezza creata dall'impresa capace di remunerare lo Stato attraverso le imposte;


Oltre al c/e a valore aggiunto, vedremo anche quello a "Margine di Contribuzione", che ci permette di definire il potenziale economico-strutturale di un determinato assetto operativo di un'impresa.

Ma come si riconosce la condizione di creazione del valore? Vediamo le CONDIZIONI DI EQUILIBRIO ECONOMICO:

L'Autofinanziamento rappresenta in termini assoluti una prima condizione di equilibrio economico (è dato dal reddito netto meno i dividendi distribuiti), e ci consente cioè di stimare la produzione di ricchezza del sistema operativo. N.B.: Si tratta di autofinanziamento da reddito, cioè un concetto di autofinanziamento inteso in termini prettamente economici (mentre in termini economico-finanziari riguarda anche costi non monetari, come ad es. gli ammortamenti, oppure accantonamenti per rischi o per TFR in misura maggiore al loro utilizzo).  L'Autofinanziamento si può avere anche in attuazione di certe politiche di bilancio, come ad esempio con la valutazione delle scorte al LIFO. Ma esistono anche dei valori relativi per verificare se un'azienda produce ricchezza? Si!


ROI è un indice economico che rappresenta la Redditività dell'Impresa; è dato dal rapporto tra:

q   Reddito Operativo (Ro) è il valore creato dall'impresa nella sua attività tipica; esso copre gli oneri finanziari (costo del capitale) e gli oneri fiscali, mentre non copre il TFR;

q   Capitale Investito Netto (Cin) non è il totale attivo del bilancio, ma è un valore che si avvicina il più possibile al capitale che è stato investito nell'azienda per ottenere il reddito operativo; esso è "depurato" da quei fondi che non hanno una remunerazione esplicita (cioè fondi rischi, fondi TFR, .). In altre parole, è dato da Capitale Netto + Debiti (finanziari si esclude TFR, .).

N.B. ROI > i cioè il Roi deve essere maggiore del tasso di interesse ( si fa riferimento al costo del denaro). Nelle imprese non si fa riferimento ad i, bensì al Wace (Weight Average Cost of Capital costo medio ponderato del capitale).

ROI > Wacc   





Il Wacc rappresenta il costo medio ponderato del capitale, in quanto è dato dal rapporto fra il costo del Cin ( che si ottiene sommando il costo del capitale proprio (Ke C) con il costo del capitale di terzi, cioè dei debiti (r D)) e il Cin stesso. Ma come si calcola Ke (cioè il costo dei mezzi propri)? In pratica dobbiamo sommare alla remunerazione degli investimenti "free risk" (che sono gli investimenti non a rischio; ad es. i titoli di Stato) un plus ("s"), che rappresenta la remunerazione degli investimenti a rischio. Naturalmente "s" dipende dal grado di rischiosità dell'investimento (infatti lo si calcola mediante un indice di rischiosità b); cioè Ke = Free Risk + s




Quindi possiamo dire che un'impresa crea ricchezza se la sua redditività è maggiore del costo medio ponderato del capitale.

N.B.: Il ROI può essere espresso anche nel modo seguente:



Dove:











In altre parole, il ROI dipende da quanto rendono i ricavi di vendita e da quanto girano gli impieghi nell'azienda ( ROI = ROS Indice di Rotazione degli impieghi

Per aumentare il ROI, possiamo:
















ROE è un indice economico che rappresenta la Redditività del Capitale Netto; è dato dal rapporto tra:

q   Reddito Netto (Rn) è la ricchezza creata dall'impresa, al netto delle imposte;

q   Capitale Netto (Cn) è dato da capitale sociale + riserve + utile ( Patr. Netto).


N.B. ROE > Ke cioè il Roi deve essere maggiore del costo del capitale proprio.

Free Risk + s








Il ROI ed il ROE si basano su entrambi i tipi di grandezze, e questo crea dei problemi; devo considerare un flusso significativo in un certo arco di tempo.

N.B.: Come si può rappresentare il ROE in termini di ROI? Facendo riferimento al concetto di Leva Finanziaria:



Rn = Ro - i D    (cioè è dato dal risultato operativo meno gli oneri finanziari)






E quindi:











Se voglio aumentare la redditività del Capitale Netto ( il ROE), posso:

aumentare il ROI;

diminuire i (cioè i tassi delle banche);

aumentare la proporzione di debiti rispetto ai mezzi propri (cioè aumentare il rapporto di indebitamento).


N.B. è detto Leva Finanziaria perché ha un effetto leva sul ROE: cioè più alto è il livello di indebitamento e più alta è la redditività del capitale proprio ( il ROE).

Negli ultimi anni c'è stato un crollo del costo del denaro ( è diminuito i), e quindi sono è stato possibile aumentare l'indebitamento per accrescere il ROE.

Comunque, in generale, per aumentare un indice:

o aumento il valore che sta al numeratore

o diminuisco il valore che sta al denominatore


Potenziale Economico Strutturale dell'Impresa è un concetto legato al Punto di Pareggio:

















N.B.: Il Punto di Pareggio (o Punto di Indifferenza, o Break Event Point Bep) è dato dal volume produttivo in corrispondenza del quale costi e ricavi si uguagliano. In altre parole, è quel punto che mostra la cifra di affari critica, cioè la minima quantità di beni che si deve produrre e vendere per non subire alcuna perdita ( oltrepassando questo punto si entra nella zona del profitto). Per l'impresa è molto importante raggiungere il punto di pareggio il più presto possibile; naturalmente, il raggiungimento del Bep dipende anche dai > o < costi fissi (vedi l'impresa A e L'impresa B nello schema).













IL Potenziale Economico Strutturale di un'impresa è tanto maggiore quanto più ampia è l'area in cui essa inizia a guadagnare, cioè quanto prima raggiunge il Bep.


Leva Operativa è un indice che misura l'incidenza di una variazione unitaria del fatturato su una variazione unitaria del reddito operativo.









Analizziamo adesso l'impresa da un punto di vista patrimoniale; possiamo fare alcune osservazioni

Come risulta dallo schema seguente, lo stato patrimoniale si divide in attivo e passivo; il criterio di distinzione utilizzato per le attività ( per distinguere tra capitale circolante e capitale fisso) è di tipo finanziario, cioè si fa riferimento al tempo impiegato per il ritorno in forma liquida. Quindi:

Capitale Circolante: Cassa, Crediti con scadenza entro i 12 mesi, Scorte (perché danno la loro utilità per un solo processo produttivo);

Capitale Fisso: Crediti con scadenza oltre i 12 mesi, Beni Strumentali (perché danno la loro utilità per più processi produttivi).

Per le passività, invece, il criterio è quello della scadenza: quindi possiamo distinguere tra debiti a b/t, a m-l/t e a l/t.


 








Quali sono le CONDIZIONI DI EQUILIBRIO FINANZIARIO STRUTTURALE (O PATRIMONIALE)? Esse sono:

Un adeguato livello dell'Indice di Autonomia Finanziaria tale indice serve a sintetizzare la solvibilità di un'impresa; in pratica esso misura la quota percentuale del valore dell'attivo che non è soggetta ad obbligo di rimborso. Gli analisti finanziari dicono che è accettabile da 0,33 (33%) in su, mentre per valori inferiori considerano l'azienda in condizioni di pericolo ( Sottocapitalizzazione); comunque in genere non esiste un limite di valore per tale indice, ma dipende dalla specifica azienda e dal contesto in cui essa opera.

Un adeguato livello di Capitale Circolante Netto ( Capitale Circolante - Debiti a b/t) rispetto al fabbisogno di investimenti in stock strutturali di risorse, che rappresentano la quota di c. c. compreso tra gli investimenti duraturi ( Working Capital Fisiologico). Talvolta si utilizza come indicatore di questa condizione il Rapporto Corrente (capitale circolante/passivo a b/t), o l'Indice di Copertura del Magazzino (???Vedi formula nel lucido???).

N.B.: In altre parole, il Capitale Circolante Netto, che esprime quella parte del cap. circ. lordo che è finanziata a m-l/t, deve essere rispetto al fabbisogno di investimenti in stock strutturale di capitale circolante ( cioè al Working Capital Fisiologico

Ma che tipi di investimenti può fare un'impresa? Analizziamoli in funzione del tempo (t), e in base al diverso fabbisogno finanziario (F.F.):



Investimenti di lunga durata











Investimenti di breve durata







Investimenti in stock strutturale di capitale circolante










Attenzione: Il Capitale Circolante Netto è un valore algebrico, in quanto è dato da Cap. Circ. Lordo - Debiti a b/t ( bancari, commerciali, .), mentre il Working Capital Fisiologico no!


Analizziamo adesso i cicli della gestione operativa corrente





























Possiamo distinguere 3 diversi cicli:

Ciclo Produttivo è il periodo di tempo che intercorre fra l'immissione dei fattori produttivi (Input) nella fase di trasformazione e l'ottenimento dei prodotti finiti (Output);

Ciclo Economico è il periodo di tempo che intercorre fra il sostenimento dei Costi, relativi all'acquisizione dei fattori produttivi, e il conseguimento dei Ricavi, derivanti dalla vendita dei prodotti finiti (realizzati con l'impiego dei fattori produttivi sopraindicati). Tale ciclo è sempre più lungo di quello produttivo; ma può accadere che questi due cicli (produttivo & economico) inizino insieme (cioè che l'intervallo i1 sia nullo)? Certo, è una decisione di tipo tattico circa le modalità di utilizzo delle risorse. L'intervallo i1 tra i due cicli può scomparire se decidiamo di trasferire il rischio dell'alimentazione del processo di trasformazione a terzi (ai fornitori); si tratta del meccanismo del Just in Time, con cui il fornitore si impegna a fornire le materie prime al momento della trasformazione (e le scorte di fattori produttivi sono nulle). Può invece accadere questi due cicli (produttivo & economico) finiscano insieme (cioè che l'intervallo i2 sia nullo)? Certo, l'intervallo i2 tra i due cicli può essere nullo in 3 casi:

nel caso dell'azienda di servizi, in cui tale intervallo non esiste perché il servizio viene erogato subito;

nel caso della produzione su commessa, cioè l'azienda consegna subito la merce prodotta, perché questa è stata ordinata dall'acquirente;

nel caso di accordi tra ditte specializzate, cioè l'azienda che si specializza nella produzione si accorda con aziende specializzate nella distribuzione, e quindi si assicura lo sbocco per tutti i prodotti (e le scorte di prodotti finiti sono nulle).

Ciclo Finanziario è il periodo di tempo che intercorre fra l'Uscita monetaria per l'acquisto dei fattori produttivi e l'Entrata monetaria per la vendita dei prodotti finiti (realizzati con l'impiego dei fattori produttivi sopraindicati). Tale ciclo presenta uno sfasamento rispetto al ciclo economico, dovuto alle dilazioni di pagamento accordate dai fornitori e a quelle concesse ai clienti; ma vi può essere anche uno sfasamento contrario, cioè quando vi sono acconti o anticipi dati ai fornitori o ricevuti dai clienti.






Tutto questo può essere riassunto dal seguente schema









Come possono essere risolti i problemi di gestione del ciclo finanziario relativo alla gestione operativa corrente?


 





















Allora questo ci permette di capire che il capitale circolante netto deve coprire gli investimenti in stock strutturale di risorse; naturalmente, non esistono dei determinati livelli di equilibrio, ma dipende dall'impresa e dal contesto in cui essa opera.

Ad esempio  Rapporto corrente = 1,5-1,6

Indice cop. Magaz. = 60-70%

Vediamo adesso le principali relazioni tra grandezze economiche e grandezze patrimoniali

le principali relazioni tra grandezze economiche e grandezze patrimoniali"

 















Riassumendo, abbiamo visto le condizioni di equilibrio economico e quelle di equilibrio finanziario strutturale (o patrimoniale); vediamo adesso quali sono le CONDIZIONI DI EQUILIBRIO FINANZIARIO CORRENTE.














Possiamo innanzitutto fare delle considerazioni su questo schema.

La Redditività di un'impresa influisce direttamente sul suo sviluppo, e quindi anche sulla sua solvibilità e sulle sue risorse liquide. La solvibilità e le risorse liquide influiscono sulla liquidità, la quale, insieme allo sviluppo, alla redditività e alla solvibilità, influiscono sull'evoluzione dell'assetto economico-finanziario. Tuttavia, tale evoluzione, comporta un aumento della fiducia di banche e fornitori; questo, a sua volta, comporta un aumento delle riserve di credito, le quali influiscono sulla liquidità (che influisce anche sulla redditività). N.B. Si tratta di un circolo vizioso.


Per dare una chiave di lettura dell'equilibrio finanziario in termini di processi, partiamo da un'analisi economica; Consideriamo un C/E a valore aggiunto, che si ferma al Risultato Operativo. In pratica, si parte dal Valore della Produzione, e da questo si tolgono i costi relativi al consumo di mat. Prime e alle prestazioni di servizi, e si ottiene il Valore Aggiunto. Da questo si tolgono i costi del personale, e si ottiene il Mol (Margine Operativo Lordo; se poi dal Mol si sottraggono gli ammortamenti, si ottiene il Risultato Operativo Lordo). N.B.: Quindi il Mol è una grandezza economica! Ma quali sono le condizioni in cui esso può rappresentare anche una grandezza finanziaria ( risorse finanziarie generate dalla gestione operativa)? Sono sostanzialmente tre:

tutti i ricavi devono essere monetari direttamente pagati dai clienti; non ci devono essere variazioni nei crediti dell'impresa);

tutti i costi  devono essere monetari non ci devono essere variazioni nei debiti (v/fornitori) dell'impresa; si fa riferimento naturalmente ai costi a monte del Mol ad es. i costi per il personale perciò si immaginano monetari anche gli acc.ti per TFR);

non ci devono essere variazioni del magazzino dell'impresa

Queste condizioni fanno sì che il Mol rappresenti in termini finanziari ciò che viene prodotto dalla gestione operativa.

Secondo un'analisi finanziaria, il Mol si chiama Cash Flow Operativo.














N.B.: Il Cash Flow Operativo rappresenta il flusso monetario potenziale della gestione; come si fa allora a determinare il flusso monetario effettivo? Per tradurre il Cash Flow Operativo nel Flusso monetario della Gestione Caratteristica, dobbiamo individuare quali sono le variazioni del C.c.n. Operativo
























Se ad esempio un'impresa vende a credito e paga a pronti in questo caso vedrà crescere i propri crediti commerciali, e il flusso monetario della gestione operativa sarà minore del Cash Flow Operativo, in quanto l'aumento dei crediti assorbe il flusso potenziale di cassa. In altre parole, se aumentano i crediti, diminuiscono le risorse monetarie. Lo stesso vale per il magazzino; per i debiti commerciali vale lo stesso, ma col segno opposto - debiti = + flusso monetario rispetto al Cash Flow Operativo; e viceversa.  Infine, se aumenta il Fondo Tfr, aumenta anche il flusso monetario; e viceversa.

Dal Flusso Monetario della Gestione Caratteristica si può arrivare a determinare il Flusso Monetario D'esercizio, il quale risente della politica fiscale, della gestione straordinaria, della politica degli investimenti (naturalmente non considero gli investimenti in circolante, perché li ho già considerati nella "Politica del Capitale Circolante Operativo"), e della politica finanziaria ( questa contribuisce a coprire il fabbisogno finanziario dell'impresa, mediante nuovi indebitamenti ( capitale di credito) o mediante aumenti di capitale sociale ( capitale di rischio)).


 


























 


















Vi sono due forme di copertura del fabbisogno finanziario:

a) per vie interne cioè l'autofinanziamento ( l'utile trattenuto nell'azienda; in questo caso è dato dall'utile non distribuito + gli ammortamenti);

b)    per vie esterne aumento di capitale sociale (non sotto forma di autofinanziamento; ad es. ingresso di nuovi soci si tratta di via esterna perché esiste la necessità per l'impresa di ricevere il consenso dai soci per ottenere nuovi mezzi per l'azienda).

N.B.: Il Fabbisogno Finanziario Lordo è costituito da diversi investimenti:

aumento di investimenti in capitale fisso (ad es. per aumentare la capacità produttiva);

aumento di investimenti in capitale circolante netto (operativo crediti, magazzino, - debiti comm.);

rimborso dei debiti (finanziari si tratta di una situazione strutturale di riduzione dell'indebitamento).

Come posso coprire il Fabbisogno Finanziario Lordo? Il primo contributo è dato dall'Autofinanziamento; la differenza tra Autofinanziamento e Fabbisogno Finanziario Lordo è data dal Fabbisogno Finanziario, che rappresenta i mezzi di cui l'azienda necessita, e che deve ottenere o mediante gli aumenti di capitale sociale o mediante l'indebitamento. La differenza fra il Fabbisogno Finanziario Lordo e il Fabbisogno Finanziario mi dà il Fabbisogno Finanziario in senso stretto ( che rappresenta il necessario incremento dei debiti finanziari dell'azienda).


 











È una classificazione del C/E a Margine di Contribuzione


N.B.: Il Fabbisogno Finanziario in senso stretto mi condiziona la crescita dei debiti finanziari, che mi consentono la fattibilità di un piano; naturalmente, D debiti finanziari mi condiziona anche dal punto di vista economico ( perché comporta un aumento di oneri finanziari, che incidono sull'utile).


 















N.B.: Con il piano economico si fanno soprattutto dei rapporti costi - ricavi:

stima delle vendite, che sono funzione di quantità venduta e prezzo di vendita;

stima dei costi variabili ( c. v. = prezzi costo x fattori produttivi utilizzati);

(ottengo il) Margine di Contribuzione;

stima dei costi fissi;

(ottengo il) Risultato Operativo;

Interessi passivi (debiti x tasso d'interesse);

Risultato Netto.





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