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Concetto di imprenditore dal punto di vista economico:
l'imprenditore e l'attivo attore del sistema economico. Egli svolge una funzione intermediatrice fra quanti offrono sul mercato capitale o domandano lavoro e quanti domandano beni o servizi. Trasforma un combina i fattori della produzione, ossia il capitale che il lavoro in un prodotto idoneo a soddisfare bisogni del mercato del consumo. Perciò svolgere funzione di creazione della ricchezza. Inoltre l'imprenditoresi obbliga a corrispondere un compenso fisso di ai capitalisti dai lavoratori: su di lui incombe il rischio economico: rischio di non coprire il costo dei fattori produttivi impiegati. Questo rischio trova la propria remunerazione del profitto.
secondo Say: il capitalista è colui che è il proprietario del capitale
L'imprenditore (secondo Say) colui che procuratesi la disponibilità dei fattori produttivi, organizza e dirige la produzione.
la figura dell'imprenditore prende il posto che occupava nel diritto anteriore la figura del commerciante.
Il commerciante è secondo l'articolo 2082:
è imprenditore chi esercita professionalmente un'attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi.
L'antica figura del commerciante era un uomo d'affari; compiva per professione abituale operazioni speculative. Imprenditore di questo codice si presenta all'opposto come il produttore: è colui che professionalmente produce beni o servizi così Interpol nello scambio di beni ossia svolge attività creativa di ricchezza.
La conseguenza di questa mutata prospettiva legislativa appare nella figura dello speculatore di borsa, che era commerciante per il vecchio codice di commercio e che non è imprenditore per il vigente codice.
Uteriori requisiti:
Un'attività economica (organizzata in forma di impresa): esistono attività che pure consistono nella produzione di beni e servizi ma, quantunque esercitate professionalmente, non danno luogo d'un'impresa. Tali sono come si desume dall'articolo 2238: le attività dei professionisti intellettuali ed egli artisti. I professionisti intellettuali o l'artista diventerà imprenditore solo se svolga un'attività di impresa. Ad esempio il medico diventa imprenditore se gestisce una casa di cura.
Organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi: a volte il requisito "organizzazione" viene inteso come organizzazione intermediatrice. (Si utilizza la nozione economica di imprenditore) tuttavia ciò non può essere condiviso infatti, sono considerati come imprenditori anche i piccoli imprenditori:
(Articolo 2083) gli artigiani e coloro che svolgono un'attività professionale organizzata prevalentemente un lavoro proprio e dei componenti la propria famiglia. (tuttavia lavoro esclusivamente proprio viene inteso come prevalenza del proprio lavoro su ogni altro fattore della produzione, poiché può esistere un'azienda grande e completamente automatica). Ci si è rifiutati all'idea di considerar imprenditori quel lavoratori autonomi che esercitano un mestiere per il quale non sia necessaria la predisposizione di alcun apparato produttivo (costoro sono considerati lavoratori autonomi) è necessaria quindi un'organizzazione di impresa.
La qualifica di artigiano non è incompatibile con la mancanza di macchinari un collaboratore (ossia mancanza di un'organizzazione).
La legge del 8 agosto 1985 definisce come imprenditore artigiano:colui che esercita l'impresa svolgendo in misura prevalente il proprio lavoro, anche manuale, nel processo produttivo. L'impresa artigiana può essere svolta anche con prestazione d'opera di personale dipendente.
Il requisito dell'organizzazione quindi finisce per rivelarsi uno pseudo requisito non è necessario per ogni imprenditore: non vale per i piccoli imprenditori, serve semmai a distinguere l'imprenditore non piccolo.
Il concetto di: professionalmente esercitata (articolo 2082) significa stabilità e non occasionalità dell'attività esercitata. Ciò che conta è l'abitualità: il costante ripetersi dell'attività economica.
Anche l'imprenditore pubblico è un imprenditore. Anche impresa pubblica trova la propria definizione nell'articolo 2082.
E inoltre necessario l'assoggettamento di chi esercita l'attività economica alla disciplina giuridica dell'imprenditore. Ciò significa che l'imprenditore dovrebbe essere soltanto colui che interviene l'attività produttiva nella circolazione di beni allo scopo di ricavarne un lucro con profitto personale. Quindi non esercita attività economica chi fa erogazione gratuita di beni o di servizi prodotti. Tuttavia appare superfluo lo scopo di lucro: altrimenti non si spiega l'esistenza a messa dall'articolo 2511 di imprese che hanno scopo mutualistico. (Società cooperative)
è opinione largamente accolta che il concetto di attività economica non aggiunga alcunché alla nozione di imprenditore, già completamente identificata ad elementi forniti dall'articolo 2082. Si ritiene che attività economica significhi attività creativa di ricchezza. Tuttavia attività economica evoca qualcosa di più. Chi era una beni o servizi in via gratuita non soddisfa il requisito di "economicità" dell'attività produttiva. Infatti le leggi istituti le imprese pubbliche prescrivono che l'attività produttiva deve essere esercitata con criteri di economicità. E ciò significa produrre in condizioni di pareggio del bilancio. Perciò si può negare la qualità di imprenditore agenti pubblici cosiddetti di protezione sociale. Essi non sono imprenditori perché il capitale di gestione è insufficiente a coprire il costo di produzione. Non è necessario tuttavia accertare che dall'attività produttiva ci si proponga di ricavarne un profitto: basta che l'attività produttiva di beni o di servizi si presenti come di per sé idonea a rimborsare i fattori da produzione impiegati (obiettiva economicità).
Ulteriore requisito e che l'imprenditore produca il beni per il mercato (si nega l'impresa per conto proprio... cioè chi produce per sé). Quindi la destinazione per il mercato è indispensabile. Nelle cooperative infatti c'è un rapporto di scambio che consenta l'attività produttiva di assumere l'obiettivo carattere della economicità.
Invece nel caso del singolo che assumo operare per costruire la propria casa, non potrà mai ravvisarsi un'attività di impresa.
Distinzione tra imprenditore e commerciante:
imprenditore è oggi il produttore professionale, commerciante era l'uomo d'affari loro speculatore professionale. Svolgimento di un'attività produttiva poteva mancare nel commerciante. Il concetto di imprenditore si rivela quindi più esteso di quelli commerciante e si identifica ogni sorta di produttore professionale (anche gli artigiani) e quale che sia la destinazione dell'attività.
La natura dell'attività produttiva esercitata può essere si è un'attività industriale commerciale, sia un'attività agricola
in epoca anteriore la coltivazione fondo non era considerata attività di impresa. La circostanza che il coltivatore mirarsi quella vendita dei prodotti a conseguire un prodotto non era giudicato sufficiente ad attribuirgli la qualifica di commerciante poiché tra direttamente dal fondo i prodotti che pone in vendita. Non fa commercio perché non si interpone nella circolazione di beni. Ciò si spiega per il potere che godeva la classe agraria. L'agricoltura era materia sottratta codice di commercio e regolata esclusivamente da codice civile. Pertanto l'applicazione del codice civile era più vantaggioso alla classe agraria. Essere sottratti al codice di commercio erano condizioni favore poiché erano esentati alla tenuta di scritture e al fallimento.
Oggi l'agricoltura considerata attività di impresa come spiega l'articolo 2135: imprenditore agricolo chi esercita un'attività diretta alla coltivazione del fondo, alla Sip di cultura, all'allevamento del bestiame e attività connesse.
Ciò non significa che gli agricoltori siano qualificate tutti gli effetti cogli altri imprenditori infatti all'interno del concetto di imprenditore si è specificata una categoria dei gli imprenditori commerciali sottoposta essa sola ai più importanti oneri del diritto anteriore che venivano di collegati alla qualità di commerciante (obbligo da tenuta delle scritture contabili e soggezione al fallimento in caso di insolvenza).
Nell'ambito della nozione di imprenditore formulata dall'articolo 2082 il codice civile distingue due specie di imprenditore:
l'articolo 2135 definisce l'imprenditore agricolo
l'articolo 2195 definisce l'imprenditore commerciale
è disciplina dell'imprenditore agricolo è formato da poche norme che si limitano a rinviare agli usi perciò che attiene ai poteri di rappresentanza dei dirigenti ed i fattori di campagna.
Ben più vasta era disciplina di specie dell'imprenditore commerciale essa prevede:
1. Obbligo dell'iscrizione nel registro delle imprese
2. Tenuta delle scritture contabili
3. Soggezione al fallimento
4. altre procedure concorsuali in caso di insolvenza.
Per quel che riguarda gli enti pubblici è necessario per la loro qualificazioni quali imprenditori commerciali, che lesse Cisl attività commerciale costituisca l'oggetto esclusivo o comunque principale dell'ente. Secondo l'articolo 2201 infatti gli enti pubblici che hanno per oggetto esclusivo principale un'attività commerciale sono soggetti all'obbligo dell'iscrizione nel registro. Un'altra norma: dall'articolo 2093 sono legislativamente considerate come altrettante imprese, anche le attività commerciali svolte dagli enti pubblici in via non esclusiva nel principale. Ciò significa che gli enti pubblici il cui oggetto esclusivo consiste nell'esercizio di un'attività commerciale rivestono la qualifica di imprenditori commerciali, gli altri (scopo secondario) rivestono la qualifica di imprenditore ma non quella di imprenditore commerciale giacché essi sono espressamente esentati dall'obbligo di registrazione. Anche lo Stato e gli altri enti pubblici territoriali assumono quindi la qualità di imprenditore e sono sottratti alle norme legislativamente rivolte agli imprenditori commerciali.
Sono attività commerciali secondo l'articolo 2195:
1. Un'attività industriale, diretta alla produzione di beni o servizi (sec. codice civile: industriale = un tipo di attività commerciale. Utilizza beni acquistati sul mercato trasforma in prodotti finiti che destina vendita. Ma resterebbero fuori molte imprese come esempio quelle alberghiere, che prestano a, ma non possono essere definite come imprese di trasformazione... quindi il termine industriale è stato adoperato in significato più generico: allo scopo di escludere l'attività agricola: il termine industriale va riferito al termine diretta alla produzione di beni, con esclusione di quelle produttive di servizi, dal momento che non sono configurabili attività agricole produttive di servizi. ... perciò appare superflua la distinzione di attività di trasporto e di attività assicurativa, le quali si traducono in un attività produttiva di servizi)
2.Un'attività intermediaria nella circolazione di beni (intermediazione significa che alienazione sia preceduta dall'acquisto del bene. Si reputa connesse all'attività agricola attività di alienazione dei prodotti agricoli, mentre quando l'attività di alienazione non rientra in ciò che normalmente si pratica di agricoltura, l'imprenditore agricolo si trasforma in imprenditore commerciale. Ciò significa che è superfluo per diventare imprenditore commerciale l'estremo della intermediazione, è sufficiente esercizio di un attività definibile come diretta a fine della scambio di beni.... appare superflua la previsione al 4 di attività bancarie, poiché essa è un attività di intermediazione.
La prestazione di dare o consegnare non è giuridicamente un servizio: è un atto di scambio se la consegna è titolo oneroso e quindi non definibile con il numero 1. Pertanto l'attività di finanziamento si presenta con un attività diretta a fine della scambio di beni e se esercitata professionalmente attribuisce la qualità di imprenditore.
3. Un'unità di trasporto per terra, per acqua o per aria
4. Un'attività bancaria o assicurativa
5. Altre attività ausiliarie alle precedenti. (Sono le attività di mediatore e della gente di commercio, inoltre attività dell'agenzia di pubblicità e agenzie viaggi e tutte le attività che sono caratterizzate dal fatto di essere esercitate da un imprenditore vantaggio di altri imprenditori. Se si prenda la lettera si dovrebbe escludere qualità imprenditore commerciale di chi svolge un'attività ausiliarie dell'imprenditore agricolo ad esempio il mediatore di bestiame, poiché non è un attività ausiliarie alle precedenti. Quest'articolo non ha la funzione di aggiungere un ulteriore categoria di attività, ma a una funzione di precisare che il fatto di svolgere un'attività ausiliarie di un imprenditore non impedisce a chi svolge quest'attività ausiliarie di assumer egli stesso la qualità di imprenditore.
In conclusione sarebbero bastati primi due numeri poiché imprese trasporti, quel assicurative quelle ausiliarie sono imprese che provocò servizi e perciò rientrano nel 1; la banca svolge un'attività di intermediazione nasce colazione di denaro e quindi si colloca nel 2.
articolo 2135: imprenditore agricolo l'imprenditore che esercita un'attività diretta alla coltivazione del fondo, alla silvicoltura, all'allevamento del bestiame e... attività connesse.
Le attività agricole per connessione sono attività agricole solo quando siano esercitate da chi eserciti, al tempo stesso, una dell'attività essenzialmente agricole.
Si differiscono dall'attività industriali perché includono tra i fattori della produzione, quello specifico che è la terra.
Le attività di produzione artificiale dei prodotti da terra dal punto di vista economico-sociale non possono essere definite come attività agricole. Manca il duplice rischio della produzione agricola: rischio del mercato dei prodotti, e rischio relativo all'ambiente. Imprenditore agricolo gode di una condizione di privilegio perché utilizza un fattore produttivo (da terra) che impone particolari caratteristiche economiche all'attività produttiva.
Per quanto riguarda l'allevamento del bestiame ci si riferisce non all'allevamento di animali, ma a bestiame. Sono bestiame animali da carne, da latte e dall'anno e dal lavoro cioè animali tradizionalmente legati al fondo per la loro attitudine ad essere alimentati con i prodotti da terra. Perciò non è attività agricola allevamento di animali da pelliccia o cavalli da corsa che non costituiscono una forma di sfruttamento del fondo.
Di allevamenti di animali praticati in batteria non sono attività agricole ma attività industriali per la ragione vista precedentemente.
Attività agricole per connessione: occorrono connessione soggettiva: l'attività commerciale dei le perché la si possa qualificare come agricola per connessione, e se esercitata dal nei suoi imprenditore che esercitala coltivazione del fondo o silvicoltura o allevamento del bestiame. Inoltre necessita una connessione oggettiva: l'attività intrinsecamente non agricola si presenti come accessoria rispetto all'attività agricola. Il codice civile applica una presunzione: articolo 2135 comma 2 si reputa connesse le attività diretta da trasformazione o all'alienazione dei prodotti agricoli quando rientrano nell'esercizio normale dell'agricoltura. Si devel dare riguardo a ciò che normalmente gli agricoltori praticano in quella data epoca e in quella data regione.
Perché è importante distinguere fra imprenditore è piccolo imprenditore?
il piccolo imprenditore è sottoposto a, in quanto imprenditore, alla applicazione delle norme formulate per l'imprenditore in genere; e gli è, invece, sottratto (al pari dell'imprenditore agricolo) all'applicazione di quelle norme che riguardano imprenditore commerciale.
-non è soggetto a all'obbligo dell'iscrizione nel registro delle imprese.
-è esonerato dalla tenuta delle scritture contabili
-non è sottoposto a al fallimento e alle altre procedure concorsuali.
L'articolo 2083 distinguere il piccolo imprenditore dall'imprenditore non piccolo:
i coltivatori diretti, gli artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano una attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia.
Il giudizio di prevalenza significa: prevalenza del lavoro dell'imprenditore sugli altri fattori di produzione.
E' colui che i esercita un'impresa personalmente e svolga in misura prevalente proprio lavoro. Era messo nel corso a prestazione d'opera di personale dipendente ma in condizione che questo sia sempre personalmente diretto dall'imprenditore artigiano e che non superi i determinati limiti.
Anche una società può essere qualificata come artigiana a condizione che la maggioranza dei soci svolga è valenza lavoro personale ecc.. Il lavoro abbia funzioni preminente sul capitale La legge inoltre avevano un apposito albo delle imprese artigiane.
Il piccolo imprenditore è sottratto al fallimento. Articolo 2221 ribadisce che sono considerati piccoli imprenditori gli imprenditori e sono stati riconosciuti in serie di accertamento ai fini dell'imposta di ricchezza mobile, titolari di un reddito inferiore al minimo imponibile. All'imposta di ricchezza mobile è stata soppressa a te la norma deve considerarsi abrogata. Questa norma doveva operare come i integrazione per facilitare l'opera del giudice. Ciò tuttavia limitava ai poteri del giudice : perciò è stata provvidenziale a sua abrogazione. L'articolo 2083 specifica che in caso di mancanza dell'accertamento, sono considerati piccoli imprenditori se ne l'impresa risulta essere stato investito un capitale non superiore a L. 900.000. Ma anche questo d'articolo poiché è sussidiario al precedente deve considerarsi abrogato. La corte costituzionale ne ha dichiarato l'illegittimità.
Articolo 230 bis (legge 151 del 1975) a: impresa nel quale prestano continuativa attività di lavoro il coniuge dell'imprenditore è i suoi parenti entro il terzo grado o suoi affini entro il secondo. Prima della riforma del diritto di famiglia, l'attività di lavoro familiare non riceveva una produzione giuridica e dava luogo a forme di sfruttamento. Alcol riforma ieri valorizzati rapporto familiare.
Se un diverso rapporto (ad esempio rapporto di lavoro o società a) non è stato instaurato al familiare che lavoro aspetta una serie di diritti:
1. Diritto al mantenimento (anche per figli maggiorenni)
2. Diritto di partecipazione agli utili dell'impresa in proporzione alla quantità e alla qualità del lavoro prestato
3. Diritto nella proporzione sulla quota di beni acquistati con gli utili
4. Diritto sulla quota degli incrementi dell'azienda a (compreso il valore di avviamento)
impresa familiare non si trasforma in società, conserva il carattere di impresa individuale.
Ma solo il titolare dell'impresa risponde, con tutto il suo patrimonio nei confronti dei creditori, non solo fallisce in caso di insolvenza. A lui spetta il potere direttivo , mentre tutti familiari partecipano all'impresa e delibera non maggioranza : sull'impiego degli utili e degli incrementi, sulla gestione straordinaria e sui indirizzi produttivi dell'impresa, sulla cessazione dell'impresa. (Se sono solo due e sono in disaccordo decide giudice).
Questo complessivo diritto di partecipazione può essere liquidato in denaro in caso di cessazione della prestazione lavorativa e ceduto a con il consenso unanime ad altri componenti della famiglia.
E che differenza c'è tra l'impresa e l'azienda?
Impresa è giuridicamente una attività (attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi)
azienda è un complesso di beni: articolo 2555: il complesso dei beni organizzati dall'imprenditore per l'esercizio dell'impresa.
I beni non devono essere per forza dell'imprenditore, è sufficiente che siano organizzati dall'imprenditore. È sufficiente che i disponga su ciascun bene un titolo giuridico che gli permetta di utilizzarli.
L'azienda può essere ceduta, data in usufrutto o in affitto.
La titolarità dell'azienda non coincide necessariamente con la proprietà di beni aziendali e questa fonte di un possibile conflitto fra le ragioni della proprietà e le ragioni dell'impresa.
Perciò i contratti che hanno progetto il trasferimento della proprietà o il godimento dell'azienda devono essere provati per iscritto, salva l'osservanza delle forme stabilite dalla legge per il trasferimento dei singoli beni che compongono l'azienda.. I contratti devono essere denunziati per iscrizione nel registro delle imprese, nei termini di trenta giorni dalla conclusione.
E la forma scritta è richiesta solo per la prova del contratto e non per la sua validità . È chiesto solo al imprese soggetti a registrazione . L'azienda non ha una propria legge di circolazione, pertanto circola secondo le forme di circolazione proprio dei singoli beni che la compongono.
Non occorre in sede di trasferimento dell'azienda, la specificazione dei singoli beni che la compongono. Per la validità del contratto richiesto che l'oggetto sia determinato o determinabile. È necessario menzionare i beni che vengono esclusi. C'è un limite quantitativo minimo al disotto nel quale è semplicemente trasferimento di una pluralità di beni . I beni trasferiti devono essere idonei nel loro complesso ad esercizio di impresa.
Chi acquistata un'impresa già avviata, non continuerà la medesima impresa. Egli acquisterà la qualità di imprenditore a titolo originario, e non ha titolo derivativo.
La ditta deve essere trasferita separatamente dall'azienda per evitare l'inganno sulla provenienza dei beni non servizi offerti.
Il trasferimento dell'azienda comporta anche la cessione all'acquirente, dei contratti che assicuravano l'imprenditore il godimento di quei beni aziendali dei quali egli non era proprietario.
Se non è stabilito diversamente, l'acquirente subentra nei contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa che non abbiano carattere personale. (Articolo 2558)
articolo 2112: in caso di trasferimento, il rapporto di lavoro continuò con l'acquirente e il lavoratore conserva tutti diritti che derivano.
Contratti aziendali: quelli che hanno progetto il godimento di beni aziendali non propri.
Contratti di impresa : contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda che non hanno ad oggetto beni aziendali (contratti che avevano rapporti fra imprenditore fornitore a, assicurazioni, costruzioni, appalto ecc.)
c'è la possibilità di escludere una successione solo per i contratti di impresa e non anche per i contratti aziendali.
Allora si tratta di trasferimento di singoli beni leggendari che si dovrà escludere, l'esempio, per l'acquirente la possibilità di utilizzare la ditta dell'alienante.
Al principio generale della cessione del contratto (e cioè il trasferimento a patto l'altra parte di consenta), la disciplina legislativo dell'azienda con l'articolo 2558 deroga affermando che la successione nei contratti si attua indipendentemente da consenso del terzo contraente. Quest'ultimo potrà recedere contratto entro tre mesi dalla notizia solo se sussiste una giusta causa.
Le esigenze di difesa dell'autonomia individuale vengono sacrificate di fronte alle esigenze legislativomente giudicate come prevalenti: cioè alle ragioni dell'impresa. Cioè l'interesse dell'imprenditore.
Per quel che riguarda la locazione il locatore può porci alla cessione del gravi motivi entro trenta giorni dalla comunicazione. Nel caso di cessione , il locatore, se non ha liberato il cedente, può agire contro il medesimo qualora il cessionario non avevo via le obbligazioni assunte.
Articolo 2558 dispone che l'acquirente dell'azienda subentra nei contratti stipulati per esercizio dell'azienda stessa che non abbiano carattere personale.
Identificare questi contratti è difficile. Sono contratti nei quali l'identità o la qualità personali di uno dei contraenti sono determinanti del consenso dell'altro contraente. Sono L'identità o qualità personali del terzo contraente determinati del consenso dell'imprenditore alienante. Si riferisce contratti che abbiano per l'alienante carattere personale. Ciò tutela l'interesse dell'acquirente dell'azienda a non essere vincolato da contratti di carattere personali per l'alienante.
Il terzo contraente è protetto soltanto con il recesso per giusta causa: si attraverso la sostituzione del titolare dell'azienda si determina mutamento tali nelle condizioni obiettive dell'altra parte, per quel contratto non sarebbe stato stipulatolo sarebbe stato a condizioni diverse, ciò gli permetterà di recedere.
se il contratto è stato seguito a non si avrà la cessione di un contratto, ma cessione dei crediti relativi all'azienda ceduta. La cessione dei crediti relativi all'azienda ceduta secondo l'articolo 2559 ha effetto nei confronti dei terzi dal momento dell'iscrizione del trasferimento nel registro delle imprese. La cessione dei crediti automatica, si verifica solo per il fatto da cessione dell'azienda indipendentemente da una espressa pattuizione delle parti riguardo la sorte dei crediti. (Tale pattuizione è necessaria in caso di usufrutto)
L'accollo dei debiti è previsto che avviene in modo automatico, tuttavia solo per cui debiti che risultino dai libri contabili obbligatori. Perciò quale solo per chi obbligato dalla legge alla tenuta delle scritture contabili. Inoltre l'alienante non è liberato dai debiti , inerenti all'esercizio dell'azienda ceduta anteriori al trasferimento, se non risulta che creditori vi hanno consentito.
Articolo 2557: Chi aliena l'azienda vede astenersi per il periodo di cinque anni dal trasferimento, dall'iniziare una nuova impresa che per l'oggetto, l'ubicazione o altre circostanze sia idonea avviare la clientela dell'azienda ceduta.
Assicura all'acquirente il godimento dell'avviamento e in particolare l'avviamento soggettivo. L'avviamento e latitudine del complesso di andare produrlo un reddito. L'avviamento soggettivo è quello che dipende dalle doti personali dell'imprenditore. Rapporto di fiducia, conoscenza, capacità di attirare clientela ecc.
l'avviamento a economicamente un proprio valore che corrisponde alla capitalizzazione del profitto. L'avviamento e il plus valore dell'azienda avviata.
Ogni imprenditore che esercita un'attività commerciale vede richiedere, entro trenta giorni dall'inizio dell'impresa, la propria iscrizione nel registro delle imprese, indicando il cognome il nome, la ditta, l'oggetto di impresa, la serie, la generalità e gli eventuali institori e procuratori. Deve successivamente chiedere l'iscrizione delle modificazioni relative agli elementi sopra indicati e della cessazione dell'impresa.
L'articolo 2193 regola gli effetti dell'iscrizione:
1. Presunzione di ignoranza da parte dei terzi dei fatti non iscritti nel registro, vincibile solo con la prova che i terzi ne avevano comunque avuto conoscenza.
2. Presunzione di conoscenza dei terzi senza possibilità di prova contraria dei fatti iscritti nel registro.
Il registro è stato istituito a ed è entrato in funzione nel febbraio 1996. È tenuto dalla Camera di Commercio, sotto la vigilanza di un giudice delegato dal presidente del tribunale del capoluogo di provincia.
L'attività di documentazione vede svolgersi contemporaneamente ad attività di impresa con intervalli i più o meno ampi a seconda delle diverse scritture contabili. Alla funzione di strumento di controllo sull'attività degli imprenditori commerciali nell'interesse di quelli che entrano in rapporto con essi. L'interesse difeso è quello della massa dei creditori.
Le sanzioni sono seguenti: imprenditore dichiarato fallito che risulti non aver tenuto scritture contabili nei tre anni anteriori, o irregolari, è punito con il reato di bancarotta semplice. L'imprenditore fallito che ha distrutto falsificato, per procurare pregiudizio ai creditori, le scritture contabili, è punito per il reato di bancarotta fraudolenta. Inoltre l'imprenditore che non abbia tenuto una regolare contabilità non può essere ammesso alla procedura di concordato preventivo e di amministrazione controllata.
Tuttavia mancando ogni forma di controllo esterno (revisione contabili da parte di organi pubblici) la legge protegge in questa materia interesse dell'imprenditore al segreto. Interesse di mantenere occulto i ai concorrenti fatti che concernono suo impresa.
E scritture contabili sono:
il libro sociale e il libro degli inventari; deve tener inoltre altre scritture contabili che siano richieste dalla natura e dalle dimensioni dell'impresa; deve conservare per ciascuna fare gli originali delle lettere, dei telegrammi delle fatture ricevute, nonché di copie delle lettere dei telegrammi e delle fatture spedite. Le scritture gli originali e le copie devono essere conservati per dieci anni dalla data dell'ultima registrazione.
Deve contenere l'indicazione lì la valutazione dell'attività e delle passività relative all'impresa, nonché delle attività e delle passività dell'imprenditore estranee alla medesima (perché l'imprenditore risponde con tutto il suo patrimonio); deve essere redatto all'inizio dell'esercizio dell'impresa e, successivamente, ogni anno. L'inventario si deve chiudere con il bilancio e il conto dei profitti delle perdite, il quale deve dimostrare con evidenza e verità gli utili conseguiti e le perdite subite.
Per alcune imprese per alcune dimensioni impresa:
1. Libro mastro (nel quale le singole operazioni vengono registrate anziché in ordine cronologico, in relazione determinati nomi o conti)
2. Libro cassa (da quale risultano le entrate e le uscite in denaro)
3. Il libro magazzino (nel quale sono registrate le entrate e le uscite di merci)
Le scritture contabili devono essere tenute secondo determinate prescrizioni, dall'osservanza del quali dipende la loro regolarità.
Si suole distinguere fra:
1.regolarità estrinseca (imposte dall'articolo 2215, 2216, 2217 comma terzo: è stato eliminato l'obbligo della facoltà della vidimazione di libri e scritture contabili, tuttavia rimane l'obbligo di una rilegatura di libro giornale il libro degli inventari, mentre altre scritture contabili possono essere tenute anche in forma di registrazione su supporti di immagini; anche la forma scritta può essere ritenuta superflua e sostituibile con il linguaggio in codice)
2.regolarità intrinseca (quel imposte dall'articolo 2219: tutte le scritture devono essere tenute a secondo l'enorme di un'ordinata contabilità, senza spazi in bianco, senza interlinee e senza trasporti in margine. Tali norme sono regolate da una disciplina extra giuridica ossia le regole della ragioneria, che sono soggette a mutamenti nel tempo. )
No: almeno per quel che riguarda gli imprenditori individuali, di società di persone degli enti economici e l'imprenditore che non sia società . Tuttavia rimane l'obbligo per le società di capitali e per le società cooperative (articolo 2516).
I terzi acquistano un preciso diritto di conoscere i fatti interni all'impresa solo nel corso di un giudizio civile e solo quando le scritture contabili si presentano quali mezzi di prova. I libri e le scritture soggette a registrazione fanno prova contro l'imprenditore.
Per chi vanta un credito nei confronti dell'imprenditore, gli è sufficiente chiedere l'esibizione delle scritture contabili dell'imprenditore suo debitore. E l'imprenditore può fornire prova contraria di quanto risulta dalle sue scritture.
Tuttavia sono anche prova a favore dell'imprenditore solo nei rapporti fra imprenditori.
Nei confronti degli utenti o di debitori non posseggono nessuna efficacia probatoria, tuttavia permettono di ottenere un decreto ingiuntivo.
Imprenditori commerciali godono di un trattamento processuale privilegiato che facilita la realizzazione dei loro crediti. Dello stesso trattamento godono lo Stato, gli altri enti pubblici, i liberi professionisti intellettuali (questo caso la parcella).
Il mandato per il codice civile è un contratto con il quale una parte si obbliga compiere uno o più atti giuridici per conto dell'altra.
Chiunque può inoltre a conferire ad altri il potere di agire oltre i che per suo conto, anche in suo nome (conferirgli la rappresentanza: potere di compiere atti giuridici destinati a produrre direttamente effetto nei confronti del rappresentato)
Per il 4 libro infatti, il fatto che un soggetto tratti per incarico di un altro soggetto, gli affari di quest'ultimo non implica di per se solo, che egli ne abbia la rappresentanza. Non basta quindi un mandato, ne basta un contratto del lavoro: occorre un ulteriore specifica dichiarazione di volontà dell'interessato: occorre la procura (per agire per conto e in nome dell'interessato)
il terzo a dovrebbe verificare che la persona con cui tratta sia stata investita di poteri di rappresentanza . C'è il rischio di un falsus procurator un è tale rischio è sempre secondo i principi generali addossato al terzo contraente. I contratto infatti invalido e non vincola il rappresentato, quantunque il terzo contraente avesse confidato senza colpa nell'esistenza dei poteri rappresentativi .
il fenomeno è tuttavia regolato con norme speciali ed ero uno ai principi generali del quarto libro, quando si tratti di affari inerenti all'esercizio in impresa commerciale: il quale l'articolo 1400 (V libro ): una speciale sistema di rappresentanza dove l'interesse protetto e quello del terzo contraente. A determinati ausiliari dell'imprenditore è attribuito il potere di rappresentanza commisurato alle loro mansioni. E diverse figure distinte da codici civile sono seguenti:
1. Institore
2. Procuratore
3. Commesso
Chi agisce assumendo una di queste posizioni è necessariamente dotato dei potere rappresentativi.
Questi principi valgono solo per le riforme sopra elencate, degli altri valgono principi generali del quarto libro. Inoltre non valgono per le imprese agricole.
Colui che riporta dal titolare all'esercizio di impresa commerciale oppure all'esercizio di una sede secondaria o di un ramo particolare dell'impresa (institore = preporre a capo). E gli non è subordinato ad altri che non sia lo stesso imprenditore.
Può compiere tutti gli atti pertinenti all'esercizio dell'impresa a cui è rapporto, escluse solo l'alienazione dei beni immobili o la costituzione di ipoteche su di essi.
Il prepotente può limitare i poteri di rappresentanza nella procura: essa deve essere depositata presso il competente ufficio del registro delle imprese... in mancanza di deposito, la rappresentanza si reputa generale e non può essere opposta a terzi la limitazione dei poteri.
Gli ispettori possono essere più di uno e possono agire disgiuntamente salvo che sia stabilito diversamente nella procura.
Gli scrittori deve far conoscere al terzo che i tratta per il prepotente altrimenti egli è personalmente obbligato. (Requisito della spendita del nome), tuttavia il terzo può dire anche contro il preponente per atti compiuti da institore che siano pertinenti all'esercizio dell'impresa a cui è preposto (e quindi superflua la spendita del nome)
Coloro che in basta un rapporto continuativo, abbiano il potere di compiere per l'imprenditore gli atti pertinenti all'esercizio dell'impresa pur non essendo preposti ad essa. La norma si riferisce a quei dirigenti che sono investiti di autonomia decisionale.
Poteri limitabili con un'iscrizione nel registro delle imprese. Di norma non ha la rappresentanza processuale.
Dipendenti dell'imprenditore privi di funzioni direttive, i quali sono adibiti a mansioni che li pongono a contratto con l'ordinaria clientela dell'impresa.
Essi non possono esigere il prezzo delle merci delle quali non facciano la consegna, nel concedere illazioni oscuri chi rinunciò un ufo. Se l'imprenditore a disposto condizioni generali di contratto o clausole stampate su moduli dell'impresa, i commessi non possono derogarvi.
I commessi preposti alla vendita fuori dai locali dell'impresa non possono esigere il prezzo se non sono autorizzate.
Le limitazioni devono avere una specifica pubblicità (ad esempio affissi nei locali dell'impresa).
L'imprenditore è colui che rischia la propria ricchezza, pertanto, in sede giuridica, si domanda chi sia l'imprenditore allo scopo di stabilire, sopportare il rischio quella attività di impresa.
Imprenditore, infatti, può essere chiamato rispondere libri chi relativi all'impresa con tutti i suoi beni presenti che futuri. (Articolo 2740). Nei casi in cui il suo patrimonio sia insufficiente, gli chi è insolvente e il rischio di impresa si tradurrà nella conseguenza estrema della dichiarazione di fallimento dell'imprenditore.
In sede giuridica si identifica l'imprenditore nel soggetto nel nome del quale l'impresa è esercitata. (E non è detto che questo soggetto coincida con quello che dirige l'impresa e ne ho propri i guadagni: esempio prestanome).
È colui che ero gratuito il denaro necessario per l'esercizio dell'impresa, e impartisce le direttive, si fa consegnare gli utili da un prestanome. La ragione prevalente è quella di sottrarsi ai rischi dell'esercizio di impresa. Pertanto il rischio dell'impresa viene trasferito sui creditori.
Anche se i creditori offrono le prove che il loro debitore era un prestanome, il fallito rimane il prestanome. Infatti esiste un contratto con il quale un soggetto (prestanome) sì obbliga nei confronti di un altro (imprenditore occulto), ad esercitare per conto di quest'ultimo, ma in proprio nome, un'attività di impresa. 727i86h Si applicano le regole del mandato senza rappresentanza: il mandatario (prestanome) chi agisce in nome proprio acquista i diritti e assume gli obblighi derivanti dagli atti compiuti con i terzi, anche se questi hanno avuto conoscenza del mandato. I terzi non hanno alcun rapporto con il mandante. Fallirà perciò solo il prestanome, cioè il mandatario. Chi fa propri i lucri (mandante o imprenditore occulto) non è imprenditore necessariamente: occorre i l'ulteriore requisito della spendita del proprio nome.
Coloro che ci rimettono da questa situazione sono ovviamente i lavoratori e i fornitori piccoli. Non ci rimettono invece cui il creditori che possono esigere garanzie reali o personali (fornitori di capitale ed banche)
la legge è Icongrua, poiché prevede un caso analogo, l'assunzione opposta in materia di società (società a responsabilità illimitata)
La qualità di imprenditore si acquista in ragione del fatto di esercitare professionalmente un'attività di impresa, perciò i minori, trovandosi nell'impossibilità di esercitare quest'attività, non possono acquistare la qualità di imprenditore. (Non hanno la capacità di agire che si acquista a compimento del diciottesimo anno,) . In questo caso tuttavia i principi del diritto d'impresa interferiscono con quelli del diritto di famiglia: i infatti i genitori rappresentano i figli minori in tutti i gatti civili e amministrano i beni... pertanto possibile il fenomeno nel quale minore acquista la qualità di imprenditore in virtù di un'impresa svolta da gli esercenti la patria potestà.
È necessaria l'autorizzazione del tribunale su parere del giudice tutelare. Ma la norma ammette soltanto la continuazione di un'impresa commerciale, ma non permette ai genitori iniziare, con i beni del figlio, all'esercizio dell'impresa. (Solo successione e ereditaria o donazione ) . Il fenomeno che ne risulta è una dissociazione fa titolare età dell'impresa e esercizio della stessa. Il figlio subirà tutte le conseguenze che derivano dalla qualità di imprenditore. Inoltre ai genitori spetta l'usufrutto legale dei beni del figlio minore e quindi gli utili dell'impresa. Si verifica il fenomeno per il quale un soggetto dirige con rischio a lui e con profitto proprio un'attività di impresa. Il figlio assume i rischi negativi senza assumere i rischi positivi. Il figlio quindi potrà fallire. Tuttavia in questo caso all'imprenditore si applicheranno gli effetti patrimoniali del fallimento, mentre a capo dell'impresa si applicheranno gli effetti personali del fallimento.
Il minore sottoposto a tutela: È la stessa cosa tuttavia il tutore non ha usufrutto legale sui beni del minore egli utili dell'impresa appartengono al minore. Stessa situazione degli infermi di mente interdetti.
Il minore emancipata un (ex matrimonio) può ottenere dal tribunale l'autorizzazione ad esercitare un'impresa commerciale anche ex novo
li abilitato può essere autorizzato solo continuare un'impresa.
Il codice civile tace riguardo all'impresa agricola perciò si applicherà non enorme comuni sulla potestà o sulla tutela o sulla curatela. Impresa agricola vera esercitata in nome dell'incapace dal esercenti la potestà o dal tutore che dovrà per ogni atto che c'è dell'ordinaria amministrazione ottenere l'autorizzazione del giudice tutelare.
Basta anche il compimento di un solo atto di impresa, purché accompagnato due circostanze che non lascino dubbi sul fatto che esso sia il primo di una lunga serie di gatti destinati a formare una attività professionalmente esercitata.
È sufficiente ad esempio l'acquisto di merci da vendere.
È sufficiente solamente il fatto di aver predisposto un'organizzazione?
Dipende poiché che sono atti di organizzazioni insufficienti e atti dell'organizzazione idonei a quest'effetto.
Ad esempio non basterà l'affitto di un locale un acquisto di macchine industriali un'assunzione di personale, ma se questi atti si susseguono null'altro (le macchine sono installate nel locale presso in affitto e personale assunto ecc.) sarà sufficiente.
Al termine dell'impresa, la cessazione della fase Iva è seguita da un'attività di liquidazione. Questa liquidazione è un'attività di impresa?
L'imprenditore che per qualunque causa ha cessato l'esercizio dell'impresa, può essere dichiarato fallito entro un anno dalla cessazione dell'impresa, se l'insolvenza sia manifestata anteriormente alla medesima o nell'anno successivo.
L'impresa può dirsi cessata solo quando si è venuta una disgregazione del complesso aziendale, ossia quando l'imprenditore abbia venduto le giacenze, le attrezzature ecc.. Solo a questo punto può dirsi irrevocabile il fatto della cessazione. L'attività continua fino a questo momento egli imprenditore può essere dichiarato fallito fino a questo momento.
Proclamata dall'articolo 41 comma primo da costituzione. La costituzione riconosce ai privati di disporre delle risorse, materiali e umane. Libertà dei privati di organizzare l'attività produttiva e quindi la libertà di privati di decidere che cosa produrre quanto produrre come produrre dove produrre. Questa libertà presuppone anche il diritto di proprietà privata e libertà contrattuale. La libertà di incentiva economica non è semplicemente una somma di diritti e di libertà, è qualcosa di più che viene espresso dal concetto di intrapresa o di iniziativa economica che caratterizza l'imprenditore rispetto al proprietario di strumenti di produzione, come colui che combina i fattori della produzione per la creazione di nuova ricchezza.
Questa presente nella costituzione articolo 41. Allo Stato e il compito di assicurare il funzionamento lo sviluppo sistema economico e coordinare le esigenze dello sviluppo economico con quelle della giustizia sociale ed il pieno sviluppo della persona. Tre sono gli strumenti del governo pubblico dell'economia:
1. Imposizione di limiti alla iniziativa economica privata, atti ad impedirle di svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
2. I programmi e i controlli che da legge deve fissare per indirizzare e coordinare l'attività economica a fini sociali.
3. Le stesse attività economiche pubbliche, ossia quelle svolte dallo Stato o d'enti pubblici o da società in mano pubblica, in concorrenza collettività economiche private.
4. Le misure di autoritativa nazionalizzazione di imprese o di categorie di imprese, quando ciò si è imposto da fini di utilità generale e si tratti di servizi pubblici essenziali o di fonti di energia, o di situazioni di monopolio.
Tuttavia la libertà dei privati e garantita dalle limitazioni dei poteri imposte dalla costituzione:
1. Carattere eccezionale delle autoritative statizzazioni
2. Parità di condizioni dell'attività economica pubblica e quella privata
3. Riserva di legge (non basta un atto di governo, ma occorre una legge votata dal parlamento) quale garanzia contro l'arbitrio del potere esecutivo.
Principio che protegge l'uguale libertà di iniziativa economica di ciascuno e si propone di giovare alla prosperità collettiva. E garantita dalla costituzione nel riconoscimento della libertà di iniziativa economica privata.
Imprenditore che abbia assunto per primo una date iniziativa, non gode di un diritto alla sua utilizzazione esclusiva. (Ad esempio supermarket o self-service).
Il codice civile non considera le idee organizzative dell'imprenditore come beni immateriali, riconoscendo l'autore o l'inventore il diritto esclusivo, poiché tale diritto sarebbe in contrasto con il principio della libertà di concorrenza.
È una posizione di vantaggio rispetto le altre imprese che genera degli affetti si può: limitazione della produzione, alto livello dei prezzi, sotto occupazione delle risorse naturali e umane. Lo Stato può espropriare situazioni di monopolio che abbiano carattere di preminente interesse generale (articolo 43 da costituzione). Il principio di libera iniziativa economica viene quindi meno. (Tuttavia è una norma mai applicata e in questi contesti valgono le specifiche norme comunitarie e nazionali dirette a reprimere l'abuso delle posizioni monopolistiche).
Alla concorrenza, gli imprenditori possono in larga misura rinunciare. Il codici civile ammette la possibilità di limiti contrattuali alla concorrenza, tuttavia tale patto deve essere provato per iscritto ed è valido se circoscritto ad una determinata zona o ad una determinata attività, e non puoi cedere la durata di cinque anni.
Il possono essere limitazioni in cambio di contro prestazioni, oppure limiti alla reciproca concorrenza, oppure l'osservazione di determinate regole comuni (ad esempio i cartelli) impegnandosi a limitare la quantità o ad imporre determinati prezzi. Tuttavia le intese fra imprenditori sono vietate in molti paesi, fra i quali anche il nostro, e sono vietate nel trattato istitutivo della comunità economica europea, quando siano dirette a falsare il gioco della concorrenza.
Sono un'altra pratica restrittiva della concorrenza: sono definiti dall'articolo 2602 come i contratti mediante i quali più imprenditori istituiscono un'organizzazione comune per la disciplina o per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese. A differenza dei cartelli, essi danno vita ad una organizzazione comune, alla quale è affidato il compito di coordinare l'attività dei singoli imprenditori e per vigilare sull'adempimento di singoli imprenditori dei gli impegni assunti.
Le deliberazioni consortili sono presa maggioranza, ma per modificare il contratto di consorzio occorre l'unanimità. Quando non sia prevista, la durata del contratto vale per dieci anni.
Consorzi con attività esterna: Il contratto può prevedere anche lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese e prevedere l'istituzione di un ufficio destinato a svolgere un'attività con i terzi (ad esempio approvvigionamento di materie prime, una gestione di strutture di vendita) in tal caso il consorzio su me una configurazione analoga a quella di una società con propri organi di direzione e di rappresentanza, con un fondo consortile, su quali creditori del consorzio possono far valere i loro diritti, con un proprio bilancio.
Società consortili: Il consorzio può anche assumere la forma di una società, ed allora sarà regolato dalle norme relative al tipo di società adottato.
In origine i consorzi erano, come cartelli, solo una pratica oligopolistica. Con il tempo il contratto si è rivelato per le imprese medie piccole, uno strumento capace di rafforzare la loro posizione e svolgere quindi una funzione anti monopolistiche. Perciò l'enorme il codici civile (caratterizzate da un atteggiamento restrittivo) sono state modificate con norme in favore dei consorzi.
L'articolo 41 dalla costituzione esige che l'iniziativa economica privata non si svolga in contrasto con l'utilità sociale.
Un primo ordine di limiti è ne la preclusione per i privati di svolgere determinate attività economiche che sono riservate per leggerlo Stato o a enti pubblici. La legge perciò può riservare o trasferire mediante espropriazione, salvo indennizzo allo Stato o ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese che si riferiscono servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o situazioni di monopolio e che abbiano carattere di preminente interesse generale. Rientrano le ferrovie (1905) l'industria elettrica (1962)... monopolio dei tabacchi. Lo stato inoltre una volta ottenuto per legge tali imprese, possono loro volta concederne l'esercizio a privati (articolo 2084)... ad esempio servizi automobilistici di linea.
In tutti questi casi si parla di monopolio legale. E in questi casi l'articolo 2597 stabilisce, tutela dei consumatori, che chi esercita un imprese in condizioni di monopolio legale all'obbligo di contrattare con chiunque richiedere prestazioni che formano l'oggetto d'impresa, osservando la parità di trattamento.
Un secondo ordine di limiti legali alla concorrenza: la legge determina la categorie di imprese il cui esercizio subordinato concessione o autorizzazioni amministrativa. articolo 2084. (Ad esempio le banche , autorizzato dalla Banca d'Italia... esercizi di vendita pubblico...)
un terzo ordine di limiti legali a concorrenza: riguarda le modalità dell'attività d'impresa: l'articolo 1339 prevede che clausole, e prezzi di beni servizi, possono esser imposti dalla legge e sono, in tal caso, di diritto inseriti nel contratto, anche in sostituzione delle clausole difformi apposta dalle parti. I poteri sono attribuiti CIP comitato interministeriale dei prezzi e ai comitati provinciali dei prezzi.
La nostra legge prende in considerazione la concorrenza sleale da un angolo di visuale particolare: essa non se ne occupa dal punto di vista di tutela dei consumatori, ma di tutela dei reciproci rapporti fra imprenditori.
Non vengono considerate quindi con le tecniche di persuasione dirette a creare o a diffondere il pubblico dei consumatori il bisogno di sempre nuovi prodotti industriali e che sono a causa di profondi squilibri sociali...
la legge si occupa di quei mezzi di persuasione che sono diretti ad orientare la domanda dei consumatori persi prodotti di un'impresa anziché verso quelli di un'altra. I mezzi leali sono vietate dall'articolo 2598 e se ne distinguono tre categorie:
1. Atti idonei a creare confusione con i prodotti e con l'attività di un concorrente. (Es. utilizza nomi o segni distintivi atti a produrre confusione con nomi o segni distintivi usati da altri o imita servilmente i prodotti di un concorrente)
2. Atti gli do ne a diffondere notizie o apprezzamenti sui prodotti sull'attività di un concorrente idonei a determinare il discredito (pubblicità comparativa e pubblicità negativa a esempio l'unico produttore di quel dato prodotto o produttore del solo prodotto genuino), oppure l'imprenditore che si appropria di pregi dei prodotti dell'impresa concorrente. (Reclama per riferimento: l'imprenditore tenta di trarre vantaggio dalla rinomanza dei prodotti altrui presentando il proprio prodotto come simile al più rinomato prodotto altrui)
3. Ogni altro mezzo non conforme ai principi della correttezza professionale e gli do ne ho danneggiare il altrui azienda. (Il giudice dovrà giudicare a seconda della correttezza media di imprenditori di quel ramo... di rientrano i casi lo spionaggio industriale, e dello stormo dei dipendenti... è discusso il tentativo di mettere i concorrenti fuori dal mercato)
i consumatori si trovano, in base codici civile ad essere privi di ogni protezione di fronte alla réclame ingannevole. La reclame menzognera è invece repressa da garante della concorrenza del mercato, che ha il potere di inibire, su istanza di consumatori, di concorrenti, di pubbliche amministrazioni, messaggi pubblicitari che inducono in errore o possono indurre in errore persone cui sono rivolti.
Alla protezione dei consumatori contro gli inganni da pubblicità provvede da alcuni decenni un codici di autodisciplina pubblicitaria creato dei mezzi stampa e dalle imprese di pubblicità. Questi si sono obbligati per contratto a non diffondere messaggi pubblicitari che violino le norme di tale codicee a far sottoscrivere dalle imprese utenti un'apposita clausola di accettazione del codice.
Patti di concorrenza sleale previsti dall'articolo 2598 sono fatti illeciti. Tuttavia, differenza dei fatti leciti in generale, non occorre perché l'atto possa essere qualificato come atto di concorrenza sleale, la prova del dolo e della colpa dell'imprenditore che lo commesso; non occorre nemmeno che l'atto abbia cagionato un danno. La sentenza che accerta atti di concorrenza sleale ne inibisce la continuazione ed da gli opportuni provvedimenti affinché vengono eliminati gli effetti.
Imprenditore gode di due azioni nei confronti del concorrente sleale:
1. L'azione di inibizione (tendente a impedire la continuazione)
2. L'azione di rimozione (tendente a la distruzione delle cose nelle quali la concorrenza sleale si è estrinsecata)
accertati gli atti di concorrenza, la colpa si presume. Sarà quindi il danneggiante a dover provare, per sottrarsi all'obbligazione di risarcimento del danno, di aver agito senza colpa.
Sono la ditta, l'insegna, in marchio
È il nome sotto il quale l'imprenditore esercita l'impresa. Essa può non corrispondere al nome civile dell'imprenditore. È però richiesto che ditta deve contenere almeno il cognome una sigla dell'imprenditore che originariamente ha formato la ditta.
L'imprenditore ha un diritto all'uso esclusivo della ditta da lui prescelta. La ditta uguale o simile che sia stato utilizzato da altri in epoca successiva, deve essere integrata modificata con indicazioni idonee a differenziarla. Ciò vale anche se usa il nome civile. Il diritto dell'imprenditore alla ditta presenta analogie con il diritto della persona al nome. La ditta tuttavia non è protetta come un attributo della persona dell'imprenditore, mai protetta come un bene immateriale.
Articolo 2565: la ditta non può essere trasferita separatamente all'azienda. Nel trasferimento dell'azienda per atto fra vivi la ditta non passa l'acquirente senza il consenso dell'alienante. In caso di morte trasferimento automatico della ditta salva diversa disposizione testamentaria.
A protezione dei consumatori ha stabilito che le ditta non può essere trasferita separatamente dall'azienda.
Le norme sulla ditta sia applicano sia il imprese individuali sia il imprese sociali.
Ragione e denominazione sociali non sono, come si suole ritenere, ditte sociali; essi sono la designazione della società in quanto ente collettivo e si pongono, perciò, suo stesso piano del nome civile dell'imprenditore individuale. La società può avere anche una ditta o più ditte se esercita più imprese. Mentre della ditta può disporre, della ragione sociale a società non può disporre.
È il segno distintivo dell'azienda o meglio dei locali dell'impresa. Perché l'imprenditore acquisti sull'insegna un diritto di utilizzazione esclusiva, occorre che essa possegga capacità d'istintiva. L'insegna può essere nominativa o emblematica oppure un'immagine. Se insegna può creare confusione con un'altra precedente deve essere integrata modificata con indicazioni adatte a differenziarla.
È opinione comune che è anche insegna possa essere trasferita solo con il trasferimento dell'azienda, ma si ritiene superfluo, in caso di trasferimento d'azienda, consenso dell'alienante.
È il segno distintivo che gli imprenditori possono apporre, sui prodotti che mettono in commercio.
Può essere apposto su prodotto dal fabbricante (marchio di fabbrica) oppure dal rivenditore (marchio di commercio) il quale non può sopprimere il marchio di fabbrica.
Può essere apposto anche come marchio collettivo. E può essere utilizzato per contraddistinguere beni oppure anche attività di imprese di trasporti e comunicazioni, pubblicità, costruzioni, assicurazioni e credito, spettacolo, radio, televisione, trattamento di materiali e simili (marchio di servizio).
Il marchio può essere emblematico o denominativo (espressione del linguaggio) e deve possedere una capacità d'istintiva (deve essere diverso dalla denominazione generica del linguaggio corrente ad esempio "acqua" altrimenti lederebbe la libertà di concorrenza)
deve possedere requisito della novità.
Imprenditore gode degli stessi diritti di cui gode con la ditta e l'insegna. Può quindi esercitare un'azione di inibitoria e un'azione di rimozione e l'azione di risarcimento dei danni.
Mediante la registrazione del marchio, che viene concesso a seguito di un accertamento dall'ufficio italiano brevetti marchi (marchio registrato)
oppure con l'uso del marchio (marchio registrato)
il marchio registrato gode di una minore protezione giuridica: se esso abbia raggiunto una notorietà estesa il suo uso potrà impedirne che altri registri un marchio corrispondente. Che ha fatto uso del marchio registrato potrà continuare ad usarlo, nonostante la registrazione da altri ottenuta nei limiti del preuso.
Dura per dieci anni dalla registrazione non può essere prorogato alla scadenza di decenni in decennio. Il brevetto di cade se non è stato utilizzato per cinque anni. Inoltre di cade se si sia verificata la polverizzazione del marchio (aspirina: acido acetilsalicilico)
Il codici civile aveva dettato:
Il marchio si trasferisce soltanto con l'azienda.
Il trasferimento del marchio dell'avvenire per l'uso di esso a titolo esclusivo. (Evitare che l'imprenditore conceda da altri di usare proprio marchio pur continuando ad utilizzarlo egli stesso)
nel trasferimento il marchio deve essere utilizzato per contraddistingue prodotti nello stesso uso di quelli originariamente contraddistinto.
La direttiva comunitaria del 1988, attuato in Italia nel '92 elimina l'antico vincolo al trasferimento del marchio e ammette che marchio può essere trasferito per la totalità o per una parte di prodotti o servizi per i quali stato registrato (così l'alienante può continuare a usarlo per altra parte di propri prodotti) purché dal trasferimento non derivi un inganno in quei caratteri di prodotti dei servizi che sono essenziali nell'apprezzamento del pubblico.
Adesso è ammessa anche la licenza di marchio: il marchio può esser oggetto di licenza anche non esclusiva per la totalità o per parte di prodotti dei servizi per i quali stato registrato e per la totalità o per parte del territorio stato. Tuttavia di licenziatario di obbligarsi ad usare il marchio per contraddistinguere i prodotti o servizi uguali a quelli del licenziante.
Un marchio che risulti essere una modificazione della denominazione generica del prodotto (automobilo) ma la sua protezione limitata. È protetto solo nella misura in cui differisce dalla denominazione generica del prodotto.
Le opere di carattere creativo che appartengono alle scienze, alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all'architettura, al teatro, al cinema ecc.. Comprende tutte le creazioni intellettuali dai film ai programmi alle composizioni musicali alla letteratura.
Il carattere che contraddistingue l'opera d'ingegno e la ricerca del nuovo. Tuttavia è necessario un grado, sia pur minimo, di creatività intellettuale. (Non sono opere di ingegno le opere dal carattere decorativo o la produzione dell'artigiano o opere ornamentali, nei quali la ricerca estetica del nuovo non è disinteressata, non è funzionale ma è diretta ad una immediata applicazione pratica)
Sono sempre delle opere d'ingegno. Sono :
1. Nuovi metodi di lavorazione, nuove macchine, nuovi strumenti della produzione
2. Nuovi prodotti industriali
3. Applicazioni tecniche di nuovi principi scientifici sempre che suscettibili di immediati risultati industriali.
Sono ritenute nuove, le invenzioni che non siano già comprese nello Stato della tecnica, ossia già rese accessibili al pubblico con la sola descrizione, anche orale o con ogni altro mezzo.
Sono giuridicamente ben i toni a formare un oggetto di diritto: sono beni immateriali.
Sul ben immateriale, di sono due diritti:
1.diritto morale di autore o di inventore.(diritto alla paternità) (Diritto della personalità alla stregua del diritto di vita o del diritto al nome... imprescrittibile irrinunciabile intrasferibile). Dopo la morte il diritto morale può essere fatto valere senza limiti di tempo, dal coniuge e dei figli o in mancanza dagli ascendenti o da altri discendenti diretti, indipendentemente dalla loro qualità di eredi. Il diritto morale non si trasferisce agli eredi: non può esser esercitato, a tutela del nome dell'autore defunto, dai suoi congiunti.
2. e per le opere dell'ingegno, anche il diritto dell'autore di non pubblicare l'opera e una volta pubblicata, su diritto di opporsi a modificazioni che possano recare pregiudizio la sua reputazione non che diritto di ritirare l'opera dal commercio per gravi ragioni morali, salvo l'indennizzo di chiavi acquistato il diritto alla utilizzazione commerciale dell'opera.
3. Diritto patrimoniale di autore o di inventore. Diritto esclusivo alla utilizzazione economica dell'opera o dell'invenzione. È concepito come un bere proprio diritto di proprietà. Questo diritto è trasferibile e può formare oggetto di contratti.
Comporta, salvo patto contrario, trasferimento dei diritti di utilizzazione dell'opera che l'editore s'impegna pubblicare.
È un contratto mediante il quale il titolare dell'invenzione costituisce sull'invenzione un diritto, re alle o personale, altrui , che ne consente a da altri l'uso esclusivo un uso non esclusivo.
Imprenditore compra il corpo meccanico dell'opera (es. una statua) e non compra la proprietà di un bene. All'autore spetta per legge e una percentuale sul prezzo della prima vendita pubblica dell'opera e sul maggior valore che l'opera abbia conseguito nelle successive vendite pubbliche.
Per l'autore solo buono all'atto stesso della creazione dell'opera
per l'inventore solo nel momento in cui egli ha conseguito il brevetto per l'invenzione.
Perciò fa più autori, acquista i diritti morale che patrimoniale, di inventore, quello che per primo ha fatto domanda di brevetto.
Il brevetto è concesso dall'ufficio italiano dei brevetti di marchi, tuttavia non è preceduto da un esame tecnico dell'invenzione e della sua novità. L'ufficio si limita a verificare la regolarità della domanda dell'industrialità dell'invenzione.
Non possono essere brevettato il i metodi per il trattamento chirurgico terapeutico del corpo umano animale, né si possono brevetto le invenzioni la cui attuazione sarebbe contraria a l'ordine pubblico e al buon costume.
in questi casi l'attività inventiva e di tutta come oggetto del contratto di lavoro. E il ricercatore aliena all'imprenditore, verso retribuzione le proprie energie intellettuali , perciò il risultato del suo lavoro appartiene all'imprenditore e il diritto morale rimane all'inventore.
Mentre il diritto morale perpetuo, il diritto d'autore dura fino a 70 anni dopo la morte dell'autore, dopodiché l'opera diventa di dominio pubblico.
Il diritto di brevetto per l'invenzione dura solo 20 anni ma si perde anche per mancato sfruttamento entro tre anni.
Come si attua la difesa del diritto?
Al titolare del brevetto spetta non l'azione di contraffazione, che mira ad ottenere l'inibizione e la rimozione o distruzione. E l'azione di risarcimento dei danni.
Opera comune:
Se un'opera viene realizzata con il contributo indistinguibile di più autori,
il diritto patrimoniale di autore appartiene a tutti gli autori in comunione, mentre il diritto morale spetta individualmente ciascuno di essi
l'opera non può essere pubblicata e modificata senza l'accordo di tutti gli autori
opera collettiva:
consiste nella scelta e nel coordinamento di opere di autori diversi eventi ciascuno il carattere di creazione autonoma (enciclopedie)
il diritto patrimoniale chi organizza e dirige la creazione dell'opera.
Un diritto particolare spetta all'autore di progetti di ingegneria: che non può impedire a da altri che realizzi il progetto senza il suo consenso, ma a il diritto ad un equo compenso.
Sono invenzioni minori, conferiscono a macchina strumenti inventati da altri inventori maggiore efficacia e maggiore comodità di impiego. Chi consegue questo brevetto a diritti, morale patrimoniale analoghi a quello dell'inventore, ma con la differenza che il diritto patrimoniale dura solo dieci anni e si perde per mancato sfruttamento dopo un anno dalla concessione del brevetto.
Anche i modelli o disegni ornamentali sono opere d'ingegno minori, applicata l'industria (ad esempio disegno di carrozzeria di vetture). Si distingue dall'artigianato artistico perché è applicato alla produzione in serie, e si distingue dalle opere d'ingegno bere proprio per il suo carattere di ricerca estetica applicata a l'industria.
La legge li equipara ai modelli di utilità. Brevetto dura quindici anni
È regolata nei titoli V e VI del quinto libro.
Articolo 2247: con il contratto di società duro più persone conferiscono ben io servizi per l'esercizio comune di un'attività economica allo scopo di divider negli utili. (Fatta salva la figura della società responsabilità limitata a unico socio )
Articolo 2249: le società che hanno progetto l'esercizio di un'attività commerciale devono costituirsi secondo uno dei tipi regolati nei capi III e seguenti di questo titolo. Le società che hanno progetto l'esercizio di un'attività diversa sono regolate dalle disposizioni sulla società semplice, a meno che i soci abbiano voluto costituire la società secondo uno degli altri tipi regolati nei capi III e seguenti di questo titolo.
Il sistema è chiuso poiché le parti possono scegliere fra i diversi tipi di società previsti dal codice civile ma non possono dare vita nuovi tipi di società.
L'articolo 2247 assolve la funzione di rendere applicabili alle società tutte quelle norme sui contratti in generale, formulate dal quarto libro che non siano derogate da specifiche norme contenute nel quinto libro del codice civile. La figura cui si fa riferimento nel quarto libro è quella di contratti plurilaterali, dove vi rientrano le società, le associazioni i consorzi.
La società anche se costituita da due sole parti è un contratto plurilaterali qui che il nome parti possono aggiungersi alle parti originarie senza stipulare un nuovo contratto.
A differenza della nozione legislativa di imprenditore, nella società non è richiesta la professionalità. È possibile che la società non dia luogo ad un'impresa, essendo ammissibili società occasionali.
Sono le prestazioni alle quali le parti del contratto di società si obbligano. Rispetto alle prestazioni proprie di contratti (prestazione di dare del venditore), qui le parti conferiscono ben o servizi per l'esercizio comune di un'attività. Le prestazioni eseguite dalle parti sono preordinate allo svolgimento di un'attività e gli interessi di ciascuna parte non è realizzato dalle prestazioni delle altre, ma si realizza per effetto dell'attività comune cui le prestazioni sono preordinate.
I conferimenti di servizi è una prestazione di fare: ci si impegna a svolgere un'attività lavorativa, mentre i conferimenti di beni hanno per oggetto prestazioni di dare. (Beni in natura, mobili o immobili, denaro, ogni entità economicamente valutabile)
di beni conferiti forma non fondo comune vincolato a quella specifica destinazione che è l'esercizio comune fra i soci dell'attività economica.
Chi conferisce beni non potrà più utilizzarli individualmente.
Al termine la società ciascun socio riavrà il bene conferito (se non si è concluso in perdita).
Oltre all'obbligo del conferimento, c'è un'obbligazione delle parti ulteriore: c'è l'impegno di esercitare collettivamente un'attività economica.
Ciò che significa dipende dai vari tipi di società, tuttavia in generale si può dire che: ciò che fa di una società economica un'attività esercitata in comune è il fatto che più persone assumono il rischio di una medesima attività economica e più persone concorrono nella direzione della medesima attività economica.
Nelle diverse imprese variano i tipi di rischi, in modi di partecipazione alla direzione dell'impresa.
È un requisito necessario per avere una società, è invece superfluo per avere un'impresa. Infatti l'articolo 2247 identifica solo una possibile forma di impresa collettiva: quella dell'impresa collettiva a scopo di lucro.
Non è una società, un'attività di impresa esercitata per realizzare scopi di natura ideale o non economici
non è una società un'impresa esercitata come strumento indiretto di realizzazione dello scopo ideale (ad esempio vengono realizzati utili ma non vengono distribuiti )
di lucro quindi è indispensabile ma non sufficiente, si richiede che le parti agiscano allo scopo di dividere fra loro negli utili conseguiti. (Lucro soggettivo)
La comunione dei diritti reali è regolata dal terzo libro e consiste nella situazione giuridica che sorge quando la proprietà o altro diritto reale spetta in comune più persone. Nasce dal fatto che più persone si trovino ad essere proprietari di un medesimo bene. In via incidentale (successione) o volontaria. I partecipanti vengono in considerazione come proprietari. E facoltà che esercitano ineriscono al comune diritto di proprietà.
La proprietà è il diritto di godere e di disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo. (Articolo 832). Nella comunione ciascun partecipante può fare della cosa comune lusso che crede, ma con una limitazione : che non in altre della destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo i loro diritto.
Della comunione di diritti reali si parla nel codice civile come comunione a scopo di godimento. Il codici civile precisa che la comunione di godimento è regolata dalle norme del titolo VII del libro III.
La differenza è fra i diversi modi di utilizzazione delle cose:
nella società di beni vengono utilizzati per l'esercizio comune di un'attività economica, lo scopo di dividerne gli utili
nella comunione manca lo specifico intento e c'è solo scopo di godimento.
Esempio pratico: un imprenditore commerciale muore e i suoi figli ne ereditano l'azienda.
Se l'azienda venisse date in affitto terzi, gli eredi si limiterà ebbero al solo godimento (rapporto di comunione)
se invece gestiscono l'impresa, gli eredi costituiscono una società.
Per concludere un contratto di società non occorre alcuno particolare forma: il contratto può essere anche tacito, ossia di assumersi dal comportamento delle parti.
I beni in comunione non hanno alcuna specifica destinazione: i comproprietari possono esercitare i loro diritti di proprietà entro i limiti imposti nel rispetto del altrui diritto.
Sui beni sociali e imposto un vincolo di destinazione che ne consente l'utilizzo solo per l'esercizio dell'attività di impresa.
Per la società semplice di socio non può servirsi senza il consenso degli altri soci dei beni sociali per fini estranei a quelli della società.
I beni della società sono sensibili solo alle pretese dei creditori sociali.
I beni in comunione sono sensibili anche alle pretese dei creditori particolari dei soci. (Possono essere pignorati i beni indivisi anche quando non tutti comproprietari sono obbligati verso il creditore) il creditore può vendere l'intera cosa per restituire la somma di denaro corrispondente agli altri soci.
Il bene conferito non viene restituito ne a lui ne ai suoi eredi. Viene resa soltanto una somma di denaro corrispondente alla sua quota.
L'articolo 2248 la esclude. La legge dice che non è ammissibile una società dove due più persone concludono un contratto di società in base al quale conferiscono beni ma non si obbligano ad esercitare un'attività di impresa.
La legge cerca di sventare un abuso molto diffuso: la società di comodo. Patrimonio sottratto alle pretese dei creditori dei singoli componenti. Ma questo articolo di solito è eluso poiché dichiarano di esercitare attività come ad esempio la compravendita immobiliare.
Società di persone identificano tre società: società semplice, società in nome collettivo, società in accomandita semplice.
Società di capitali identificano: società per azioni, società in accomandita per azioni, società a responsabilità limitata.
Società di persone significa:
1. Responsabilità illimitata e solidale dei soci per le obbligazioni sociali. (Con possibilità di patto contrario per alcuni di essi nella società semplice, di una categoria di soci nella accomandita semplice).
2. Il potere di amministrazione inibisce direttamente alla qualità di socio: ciascun socio è per il solo fatto di essere socio anche amministratore.
3. Intrasferibilità della qualità di socio senza il consenso degli altri soci. Anche in caso di eredità. Il contratto di società di persone è un contratto personale dove l'identità e la qualità personale è determinante. Richiede modificazione del contratto di società.
Società di capitali significa:
1. Responsabilità limitata. (Tranne i soci accomandatari della società in accomandita per azioni)
2. Il potere di amministrazione è dissociato dalla qualità di socio. L'organizzazione interna è formata da molti organi. I soci forma solo l'assemblea che delibera a maggioranza di capitale ed è competente per la nomina che la revoca degli amministratori, per l'azione di responsabilità nei loro confronti, per l'approvazione del bilancio annuale da essi redatto, per modificazioni dell'atto costitutivo. Il consiglio amministrativo può essere composto da non soci. Il collegio sindacale ha la funzione di controllare l'amministrazione da società.
La figura dell'imprenditore nella società di capitali si modifica: ad essa non corrispondono persone, ma corrisponde una impersonale organizzazione collettiva.
3. La qualità di socio è liberamente trasferibile: non richiede modificazione del contratto di società. È un colore di scambio destinato alla circolazione. Nella società per azioni e in accomandita per azioni, la sua circolazione facilitata dall'azione che ha la natura di titolo di credito e che è trasferibile secondo la legge di circolazione dei beni mobili.
Da società per azioni è una forma giuridica tipica del capitalismo moderno, fondato sulla prolusione industriale di massa e sulla distribuzione di massa; mentre società in nome collettivo (ex compagnia) è nata nel tardo medioevo agli albori del capitalismo.
è semplice da società che non presenta elementi di identificazione ulteriore rispetto quelli previsti dall'articolo 2247 per la società in genere.
Cioè quando non ha per oggetto l'esercizio dell'attività commerciale e quando le parti non abbiano adottato le forme di una società commerciale. Si presta ad una serie illimitata di utilizzazione nell'ambito dell'attività definibili ai sensi dell'articolo 2247 come attività economica (non commerciali).
Essa è il prototipo della intera categoria di società cosiddette di persone. Il codici le rivolge norme in linea di principio destinate regolari anche società in nome collettivo della società in accomandita semplice.
Il contratto di società semplice non è soggetto forme speciali: vale il concetto di libertà di forme. Salve quelle richieste dalla natura dei beni conferiti (viene richieste infatti la forma scritta, pena novità, per i contratti che trasferiscono proprietà di beni immobili e per il godimento di beni immobili per un tempo eccedente i 9 anni)
il contratto si può formare anche oralmente e tacitamente (società di fatto).
Diverso discorso era società occulta (il contratto viene stipulato per iscritto e l'esistenza del contratto viene nascosta. L'imprenditore individuale ha uno o più soci che restano occulti ai terzi) .
È società apparente invece e quando due più persone, fra loro non legate da un contratto di società, si comportano in modo da ingenerare l'opinione che agiscano come soci, e da indurre mi terzi a fare affidamento sull'esistenza della società. La nostra giurisprudenza nega al socio apparente la possibilità di eccepire al terzo l'inesistenza della società. Tuttavia se c'è il conferimento, l'articolo 2251, se il contratto non è scritto, impone la nullità. Tuttavia facendo ricorso al principio dell'articolo 1367: nel dubbio il contratto e le singole clausole devo interpretarsi nel senso in cui possono avere qualche effetto. Quindi il tacito conferimento in società di beni immobili non può essere inteso come conferimento in proprietà ne in godimento, poiché il contratto di società non produrrebbe alcun effetto. Quindi si dovrà concludere che siamo in presenza di un contratto di società di durata novennale (massima durata compatibile ) con mancanza di forma scritta.
articolo 2247: il conferimento è coessenziale al contratto di società.
In mancanza di determinazione contrattuale dei conferimenti, ciascun socio è obbligata versare quanto occorre per l'esercizio di quel dato tipo di attività economica, non è però necessario l'iniziale costituzione di un patrimonio sociale.
Se invece stato pattuito un conferimento iniziale, esso può essere un conferimento in proprietà o un conferimento in godimento.
Nel caso del godimento, non si è esposti a rischio economico, in caso di perimento, per causa non imputabili agli amministratori, egli ha diritto risarcimento del danno.
Tuttavia il rischio di cose conferiti in godimento resta carico del socio della conferite: il che significa che il socio perde, anche se il perimento delle cose non era lui imputabile, il diritto di restare in società e può essere escluso per volontà degli altri soci.
Si può conferire anche una azienda e anche di crediti. Si può conferire anche un'attività lavorativa (conferimento di servizi o di propria opera).
Al termine della società tuttavia il capitalista ha diritto all'integrale rimborso, mentre il socio lavoratore partecipa solo alla ripartizione dell'eventuale eccedenza attiva.
il contratto sociale può essere modificato soltanto con il consenso di tutti soci (articolo 2252) se non è convenuto diversamente.
È riconosciuta tuttavia una clausola con la quale sia convenuto diversamente: si potrà convenire che il contratto sociale sia modificato con deliberazione maggioranza. (Ma pur sempre la volontà dei soci).
Invece nelle società di capitali è per legge modificabili a maggioranza. Sulle esigenze di protezione dell'autonomia dei soci prevalgono altre esigenze di funzionalità dell'organismo produttivo.
Secondo l'articolo 2252 il socio non può servirsi, senza il consenso degli altri soci, delle cose appartenenti a patrimonio sociale per fini estranei a quelli da società. Quindi con il consenso si possono utilizzare i beni per fini estranei alla società. (Questa norma è concepibile solo nelle società di persone. E deriva dalle società medievali dove il socio potevo utilizzare il capitale per curarsi o per pagare il riscatto di un caso di arresto)
l'amministrazione è l'attività di esecuzione del contratto sociale.
Secondo l'articolo 2257: l'amministrazione della società spetta ciascun socio. Tale principio vale solo per i soci illimitatamente responsabili. Tale amministrazione spetta ciascun socio disgiuntamente dagli altri: può intraprendere operazioni senza chiedere l'approvazione degli altri soci. A ciascun socio tuttavia gli è concesso di opporsi prima che l'operazione sia compiuta. (A maggioranza dei soci decide sull'opposizione)
si può tuttavia pattuito una forma di amministrazione congiunta: consenso di tutti gli amministratori.
Oppure forma di amministrazione a maggioranza. (Secondo la parte attribuita ciascun socio negli utili)
oppure l'amministratore può essere nominato con il contratto sociale o può essere stabilita la designazione per una durata limitata nel tempo con deliberazione dei soci. (Amministratore nominato con atto separato). Se sono più di uno amministrano disgiuntamente.
Le deliberazioni che attengono all'organizzazione della società (nomina, revoca di amministratori, politica di bilancio, delibera annuale di approvazione rendiconto) si ottengono Con nell'unanimità di consensi, salvo che il contratto sociale non abbia espressamente adottato il principio di maggioranza.
L'articolo 2259 distingue tra revoca di facoltà di amministratore conferita con contratto sociale e revoca di facoltà di amministratore conferita con atto separato.
In caso di facoltà di amministratore conferita con atto separato: rinvia alle norme sul mandato: se mandato è stato conferito da più persone con un unico atto e per un affare d'interesse comune, la revoca non ha effetto qualora non sia fatta da tutti i mandatari salvo che ricorrono giusta causa.
(Nella società in accomandita semplice è necessario il consenso di tutti soci accomandatari e l'approvazione della maggioranza di tanti soci accomandanti che rappresentano a maggioranza di capitale)
nel caso di revoca d'amministratore nominato con il contratto sociale: non ha effetto se non ricorrono giusta causa (ed è necessario comunque il consenso unanime o di maggioranza si è stabilito diversamente da contratto). Infatti l'amministratore accetta carica perché considera la riserva di tale carica suo favore come condizione determinante della partecipazione alla società. Gli altri soci accettano di parteciparono società solo in quanto quel dato socio ne sia amministratore.
La violazione dei propri doveri e ogni evento che, anche non imputabili all'amministratore, rende impossibile l'assolvimento dei compiti che l'amministrazione comporta.
In ogni caso la revoca per giusta causa può essere chiesta di diesel mente da ciascun socio: se tutti soci non sono d'accordo nel deliberare la revoca, ciascuno di essi può chiedere al giudice di pronunciarla previo accertamento.
Ciascun socio ha un diritto di informazione: che può esercitare in qualsiasi momento (ottenere notizie sullo svolgimento di affari sociali e consultare documenti da società)
ciascun socio ha un diritto di rendiconto: che socio qui sta al termine di ogni anno.
L'attuazione rendiconto dev'essere approvato all'unanimità. Il socio che non approva il rendiconto deve motivare (documenti alla mano) altrimenti è legittimata lassù esclusione dalla società. Se ogni accordo si rivelasse impossibile occorre sciogliere la società
Nelle società di capitali è previsto il metodo assembleare: complesso procedimento che muove dalla convocazione dei soci in un medesimo luogo e per un determinato ordine del giorno si segue una discussione e al termine la votazione.
Nella società di persone, l'opposto, e assenti ogni traccia del metodo assembleare. Nel silenzio della legge, si è consolidato un orientamento secondo il quale è sufficiente raccogliere le singole volontà anche separatamente senza nessun tipo di procedimento. La volontà dei soci può infine essere dichiarata anche tacitamente.
Sono necessari due presupposti:
1. inadempimento degli obblighi imposti da legge o da contratto sociale (compreso il dovere di amministrare con diligenza)
2. il danno che la società abbia subito come conseguenza del loro inadempimento.
L'azione può esser esercitare in giudizio dai nuovi amministratori oppure da ciascun socio.
Essa è diretta ad ottenere la condanna di amministratori a risarcire il danno cagionato alla società e a restaurare il patrimonio sociale.
Salvo patto contrario, (articolo 2262) ciascun socio ha diritto di percepire la sua parte di utili dopo l'approvazione del rendiconto. Ha diritto a una integrale divisione degli utili. (Differenza del società di capitali nel quale l'assemblea delibera sulla distribuzione)
una politica di autofinanziamento è possibile solo con il consenso di tutti soci (o con maggioranza se previsto)
l'articolo 2263 stabilisce che le parti spettante soci nei guadagni nelle perdite si presumono proporzionali ai conferimenti (salvo diverso patto). Se il valore del conferimento non è determinato da contratto si presuppone uguali. se il contratto determina soltanto la parte di ciascun socio nei guadagni, nella stessa misura si presuppone e debba determinarsi da partecipazione alle perdite.
Le parti sono comunque libere di pattuire diversamente con il solo limite del patto Leonino: è nullo il patto con il quale uno più soci sono esclusi da ogni partecipazione agli utili o alle perdite.
Per quel che riguarda le perdite sotto il patrimonio sociale, i creditori sociali possono soddisfarsi da ogni singolo socio che in seguito avrà azione di regresso nei confronti degli altri soci in proporzione della partecipazione di ciascuno nelle perdite.
Nel caso del socio d'opera , la parte spettante , se non è determinato al contratto, è fissata dal giudice secondo equità. I giudice può escludere il socio dalle perdite.
A società assume obbligazioni e acquista diritti per mezzo dei soci che ne hanno rappresentanza.
In mancanza di diversa disposizione del contratto, la rappresentanza spetta ciascun socio amministratore.
La rappresentanza si estende a tutti piatti che rientrano nell'oggetto sociale e comprende a chi straordinaria amministrazione inclusa l'alienazione di immobili o la costituzione di ipoteca su di essi., e al tempo stesso rappresentanza negoziale e processuale. Ciascun socio amministratore può da solo agire in giudizio in nome della società. (Sempre che non viga il sistema di amministrazione congiunta).
È però ammesso che il contratto prego lì in modo diverso la rappresentanza: il contratto può dissociare il potere di rappresentanza dal potere di amministrazione riservando la rappresentanza ad uno o alcuni. Può stabilire che la rappresentanza spetti ai soci amministratori congiuntamente anziché disgiuntamente; può infine limitare poteri di rappresentanza del singolo socio amministratore.
Per quanto riguarda le modificazioni dei poteri di rappresentanza, vale la regola secondo la quale incombe sulla società l'onere di portarle a conoscenza dei terzi con mezzi idonei. Altrimenti non sono loro opponibili.
Per le limitazioni all'origine del contratto, spetta al terzo l'onere di accertare il potere di rappresentanza.
articolo 2267: i creditori da società possono far valere i loro diritti sul patrimonio sociale. Per i obbligazioni sociali rispondono personalmente e solidalmente i soci che hanno agito in nome e per conto della società e, salvo patto contrario, gli altri soci.
Salvo Patto contrario server ad escludere la responsabilità illimitata e solidale dei soci che non agiscono.
È responsabilità diretta: il creditore può direttamente agire nei confronti dei soci senza rivolgersi alla società e senza l'onere di dimostrare l'insufficienza di patrimonio sociale soddisfare le sue ragioni.
Il socio gode di un limitato beneficio di escussione preventiva di patrimonio sociale: il socio richiesto del pagamento può domandare, anche se la società è in liquidazione, la preventiva escussione del patrimonio sociale, indicando i beni sui quali il creditore possa agevolmente soddisfarsi (cioè di pronta e facile convertibilità in denaro).
Sono responsabili anche i nuovi soci: chi entrò sua parte di una società già costituita risponde per i obbligazioni sociali anteriori.
Sono responsabili anche i soci uscenti e i suoi eredi: nel caso in cui il rapporto sociale si scioglie limitatamente ad un socio; e il obbligazioni sociali fino al giorno in cui si verifica lo scioglimento.
E ammesso il patto sociale di limitazione della responsabilità o di esclusione dalla solidarietà: il patto sottoposto ad un particolare onere pubblicitario con mezzi idonei. La pubblicità vale solo per obbligazioni contrattuali, non quelle extra contrattuali, in relazione alle quali inconcepibile un affidamento del creditore sul patrimonio socio. Al creditore da fatto illecito il socio potrà opporre la propria qualità di socio responsabilità limitata indipendentemente da ogni pubblicità del patto di limitazione.
Il patto di limitazione non vale per i soci che hanno agito in nome e per conto della società.
(Tale patto di limitazione fa assumere alla società semplice e sembianze e la struttura di una società in accomandita semplice. Incongrua e la limitazione per i soci amministratori per il motivo della correlazione fra potere direzione e rischio d'impresa)
Articolo 2270 e 2271: il creditore particolare non può agire sul patrimonio sociale ma egli può:
1. Far valere sui diritti sugli utili spettante socio debitore
2. Compiere atti conservati, in particolare procede da sequestro conservativo, sulla quota spettante al socio debitore nella liquidazione.
3. Chiedere, se gli altri beni del debitore sono insufficiente soddisfare i suoi creditori, la liquidazione della quota, che la società dell'attuale entro tre mesi dalla domanda
(mentre nella società in nome collettivo e in quella in accomandita semplice registrate, dice l'opposta regola secondo la quale creditore particolare non può finché dura da società, chiede nella liquidazione)
il creditore nella liquidazione del socio, otterrà solamente una somma di denaro corrispondente al valore della quota del socio debitore. Inoltre egli all'onere di provare che gli altri beni del suo debitore sono insufficiente soddisfare sui crediti. (Anche se la realizzazione del credito non può attuarsi agevolmente)
tale socio è escluso di diritto dalla società.
Non è ammessa compensazione fra debito che un terzo ha verso la società e il credito che egli ha verso il socio.
È esclusa, anche se l'articolo 2271 non se ne occupa, l'ipotesi contraria. (Terzo creditore da società e debito del socio)
La morte del socio non determina di regola, lo scioglimento della società: essa determina solo lo scioglimento del rapporto sociale relativo socio defunto, mentre a società prosegue con i soci superstiti.
In caso di morte di uno dei soci gli altri devono liquidare la quota agli eredi. (Articolo 2284)
prevede però due eccezioni: ammette chi soci superstiti preferiscono sciogliere la società oppure continuarla con i eredi se questi vi acconsentano. (Col consenso di tutti soci).
Viene fatta salva la contraria disposizione del contratto sociale: che può prevedere ad esempio, la clausola di scioglimento del contratto dopo la morte di un socio. Oppure:
1. Clausola di continuazione facoltativa
2. Clausola di continuazione obbligatoria
3. Clausola di successione: in tal caso , l'accettazione dell'eredità, comporta l'assunzione automatica della qualità di socio senza alcuna esplicita adesione a contratto di società.
(La validità di 2. e 3. Sono dubbie perchè contrastanti con i principi dell'accettazione dell'eredità con beneficio di inventario).
L'articolo 2285 riconosce ciascun socio facoltà di recedere. Ma non in modo illimitato.
1. Solo se la società è contratta a tempo indeterminato o per tutta la vita di uno dei soci.
2. Oppure se contratta a tempo determinato, solo quando sussista una giusta causa o una causa prevista dal contratto sociale.
È soggetta a preavviso di almeno tre mesi, mentre quello per giusta causa s'esercita mediante domanda giudiziale e dalla data di domanda.
La giustificazione di questa facoltà alla propria giustificazione in una esigenza di tutela della libertà individuale: quella di evitare la perpetuità del vincolo contrattuale.
L'articolo 2286: solo per ricorrenza di determinate cause di esclusione. Poiché il contratto può essere sciolto solo per muto consenso e per cause previste da legge.
Cause previste dall'articolo 2286: eventi che comporterebbe una risoluzione del rapporto contrattuale per inadempimento. L'impossibilità sopravvenuta della prestazione.(Presenza di inadempimento del contraente che non sia di scarsa importanza.Presenza di eventi come la sopravvenuta impossibilità della sua prestazione.Sopravvenuta eccessiva onerosita della prestazione)
Sono cause di esclusione del socio:
1. Le grandi inadempienze delle obbligazioni che derivano dalla legge o dal contratto sociale (viene in considerazione, in particolare il cosiddetto obbligo di collaborazione del socio alla società. Viola l'obbligo di collaborazione di socio che con il proprio voto contrario immotivato, impediscano svolgimento dell'attività oppure di s'approvi per capriccio il rendiconto annuale un socio amministratore che pregiudizi la realizzazione degli scoppi da società. Oppure socio che senza consenso degli altri soci, eserciti per proprio conto o per altrui un'attività concorrente con quella società)
2. Interdizione, inabilitazione del socio una sua condanna d'una pena che importi interdizione, anche contemporanea, dai pubblici uffici.
3. La sopravvenuta in idoneità del socio a svolgere l'opera conferita o il perimento della cosa conferita in godimento non imputabile a gli amministratori, o perimento della cosa conferita in proprietà e non ancora acquistata da società.
L'esclusione è deliberata a norma dell'articolo 2287, dalla maggioranza dei soci calcolata per capi. La deliberazione di esclusione produce effetto decorsi trenta giorni.
Entro il termine di trenta giorni dalla comunicazione della deliberazione, il socio escluso può fare opposizione davanti al tribunale che può sospendere l'esecuzione. Si tratta di impressione dell'iniziativa del contraddittorio: l'accertamento giudiziale segue la risoluzione stessa. Tale inversione non ha luogo s'era società composta da due soci, in questo caso l'esclusione pronunciata dal tribunale.
Esclusione di diritto significa che lo scioglimento del rapporto sociale relativo d'un socio si determina in modo automatico (senza deliberazione dei soci senza possibilità di impedire lo scioglimento da parte dei soci) in alcuni casi:una di queste ipotesi è il fallimento del socio, un altro ipotesi era liquidazione dal quota su domanda di un creditore.
In tutti i casi nei quali rapporto sociale si scioglie limitatamente ad un socio, questi o i suoi eredi a diritto soltanto una somma di denaro che rappresenti valore da quota e che si determina in base la situazione patrimoniale della società nel giorno in cui si verificano scioglimento. Nella liquidazione si deve tener conto anche dell'avviamento e del maggiore valore della società. Il socio uscente o i suoi eredi, risponde delle obbligazioni sociali sorte fino a tal momento e per evitare anche quelle successive, dovrà portare a conoscenza dei terzi commenti opportuni, cessazione della qualità di socio, altrimenti non potrà esser opposta ai terzi.
A norma dell'articolo 2272 sono cause di scioglimento:
1. Il decorso termine: sempre che non cessione proroga espressa (esplicite dichiarazioni di volontà) oppure tacita (risultante dal comportamento concludente dei soci).
2. Il conseguimento dell'oggetto sociale ora sopravvenuta impossibilità di conseguirlo. (Eventi esterni, eventi interni: insanabile discordia fra i soci, morte di un socio ecc.)
3. La volontà di tutti soci. (O della maggioranza se previsto il sistema maggioritario delle modificazioni)
4. Il venire a mancare della pluralità dei soci, se nel termine di sei mesi questa non è ricostituita. Se il socio superstite trova un nuovo socio sembra la continuazione dell'antico rapporto sociale. Il nuovo socio risponderà di obbligazioni sociali sorte nella precedente fase della società. Non scioglimento opererà dopo sei mesi ex nunc (da quel momento)
5. Altre cause previste dal contratto sociale (ad esempio la clausola secondo la quale la società si scioglie per morte del singolo socio)
e cause di scioglimento della società operano di diritto e non occorre una deliberazione.
l'effetto di porre la società di liquidazione. I soci resteranno ancora legati fra loro, ma il vincolo contrattuale avrà come oggetto la liquidazione della società.
Lo scioglimento della società limita i poteri di amministratori limitatamente a gli affari urgenti fino a che non siano presi provvedimenti necessari per la liquidazione.
Gli amministratori non possono più utilizzare il capitale al fine dell'esercizio di impresa.
I soci hanno il diritto di rimborso del conferimento e alla ripartizione dei residuati attivo.
Il codice civile regola di articoli 2275-83 un procedimento legale di liquidazione (con norme derogabili) e si applica solo nel caso in cui il contratto sociale non prevede un modo di liquidare il patrimonio e i soci non sono d'accordo nel determinarlo.
I soci dominano, all'unanimità, uno o più liquidatori. O in caso di disaccordo provvede il presidente del tribunale. Ad essi, gli amministratori dovranno consegnare i beni sociali e i documenti della società e presentare il conto della gestione relativo al periodo successivo dell'ultimo rendiconto. Amministratori liquidatori devono insieme redigere alimentare da società (da quale risulta lo stato attivo passivo del patrimonio).
Il potere dei liquidatori è limitato agli atti necessari per la liquidazione. Ad essi inoltre spetta la rappresentanza della società anche in giudizio (che non spetta più a gli amministratori)
ai liquidatori è vietato intraprendere nuove operazioni e se lo fanno, lo fanno proprio rischio e ne rispondono personalmente e solidalmente.
Del loro operato di liquidatori rispondono nei confronti della società: i soci possono revocarli in ogni tempo di ciascun socio può richiedere al tribunale la revoca per giusta causa. Ciascun socio o i nuovi liquidatori potranno esercitare nei loro confronti azione di risarcimento dei danni ragionatela società .
I liquidatori possono ripartire i beni sociali solo dopo aver accantonato le somme necessari per pagar i creditori da società. Se il denaro e le vendite non sono sufficienti chiederanno i soci di versamenti ancora dovuti sulle rispettive quote. Chiederanno infine ai soci di limitatamente responsabili, in proporzione da parte di ciascuno nelle perdite, le somme ancora necessarie per estinguere passività.
Solo quando tutti creditori sociali saranno soddisfatti la società potrà dirsi estinta.
Verrà meno l'autonomia del patrimonio sociale rispetto ai patrimoni dei singoli soci: i soci potranno se vorranno, restare comproprietari dei beni che formavano il patrimonio sociale oppure ripartirli fra loro in natura. Altrimenti, l'attivo residuo, dovrà essere destinato al rimborso dei conferimenti, e l'eventuale eccedenza sarà quindi ripartita tra i soci in proporzione alla parte spettante ciascuno nei guadagni.
Non di rado succede che i soci, tra il periodo di tempo che va dallo scioglimento alla cessazione, decidano di riattivare la società rievocando lo stato di liquidazione.
Ma questa sarà una nuova società o sarà semplicemente una continuazione?
Poiché l'articolo 2273 ammette una proroga tacita della società, a maggior ragione sarà ammissibile dopo la scadenza del termine una proroga espressa. Inoltre poiché il verificarsi una causa di scioglimento non determina l'estinzione rapporto sociale, se questo è ancora in vita, i soci potranno ancora modificarlo.
Tuttavia la revoca dello Stato di liquidazione è possibile sola condizione che ciascun socio rinuncia diritto, acquistato all'atto scioglimento, alla quota di liquidazione e che la deliberazione sia presa dai soci all'unanimità.
I vantaggi di una revoca della liquidazione potrebbero essere:
1. Utilizzare la struttura di una società per intraprendere nuove iniziative economiche una devozione della stessa e i evitare (prima della riforma tributaria) di effetti fiscali della costituzione di una nuova società (tassazione del duplice trasferimento di ricchezza: dalla società ai soci, e dei soci alla società) lo riga
2. Altro vantaggio è che chi acquista i beni sociali (ad esempio stabilimento), può trovare più vantaggioso l'acquisto di quote della stessa società (sempre dal punto di vista fiscale).
Il fisco ha vinto la propria battaglia: sono assimilabili (agli effetti fiscali) agli atti di costituzione di società, le proroghe deliberate dopo la scadenza.
Rimane il caso del società quotate in borsa, poiché si procurano la quotazione senza doverlo ottenere ex novo.
(Articolo 2249) Sono società commerciali quei tipi di società fra i quali le parti possono scegliere quando intendono esercitare in comune una attività commerciale, ossia una delle attività definibili come attività commerciali sulla base dell'articolo 2195.
Sono tutti tipi di società, se di persone si è di capitali, fatta eccezione per la sola società semplice, la quale destinato esclusivamente l'esercizio di attività non commerciali.
Tuttavia possibile fare ricorso ai tipi del società commerciali anche per l'esercizio attività economiche diverse dall'attività commerciali: in particolare esercizio di attività agricole. Si avrà allora una società che commerciale solo per la forma : si applicheranno le norme previste per il tipo di attività commerciale adottato e non le norme che presuppongono l'esercizio di un'impresa commerciale: non ci sarà fallimento in caso di insolvenza , non si applicheranno le norme sulla rappresentanza nelle imprese commerciali... tuttavia valgono l'obbligo di tenuta delle scritture contabili e iscrizione nel registro delle imprese poiché l'enorme non distinguono tra attività commerciale e non. Per rilievo la distinzione fra imprenditore ordinario piccolo imprenditore. Per queste riguarda il fallimento dei piccoli imprenditori la norma prevede che non sono considerati piccoli imprenditori e società commerciali (perciò il piccolo imprenditore può operare solo nel campo delle imprese individuali).
Le imprese artigiane possono essere società commerciali (impresa costituita in forma di società) se il lavoro prevale sul capitale.
La società in nome collettivo occupa un'opposizione di tipo generico di società commerciale: quando due o più persone esercitano in comune una attività commerciale scopo di dividerne gli utili e non abbiano adottato un'altra forma.
Per aversi una società in nome collettivo è sufficiente che siano presenti gli estremi generali del contratto di società (articolo 2247) e l'identificazione di s.n.c. Data la natura commerciale.
Tutti soci rispondono solidalmente e di limitatamente per obbligazioni sociali.
Nella s.n.c il patto di limitazione della responsabilità non ha effetto nei confronti dei terzi. (Per ottenere una limitazione infatti è necessario che le parti costituiscono il rapporto sociale in accomandita semplice.)
Per le altre norme in parte, si rinvia alle norme sulla società semplice. (Responsabilità limitata, divieto di concorrenza)
Altre norme sono diverse a seconda che la s.n.c sia regolare o meno.
sono due varianti di uno stesso tipo di società: s.n.c
la società è regolare se è iscritta al registro delle imprese, altrimenti è irregolare, ma il contratto sociale è valido lo stesso. E società irregolari sono superiori a quelle regolari. (Società di fatto, società occulte).
Viene riconosciuto a ciascun socio il diritto alla regolamentazione del società: si può rivolger giudice per ottenere una sentenza che tenga luogo ai fini dell'iscrizione dell'atto costitutivo.
1. I rapporti fra una società ai terzi sono regolati dalle disposizioni relative alla società semplice. (Esclusa da limitazione della responsabilità di solidarietà)
2. Si presume che ciascun socio abbia la rappresentanza sociale anche in giudizio, i patti che limitano ad alcuni o limitano i poteri non sono opponibili ai terzi a meno che non si dimostri che ne erano a conoscenza. (Inopponibili ai terzi in buona fede) (norma che aiuta la s.n.c nella conclusione dell'affare)
1. Rispetto a società semplice, il creditore particolare del socio, finché dura la società, non può chiedere la liquidazione della quota del socio debitore.
2. I creditori sociali, anche se la società è in liquidazione, non possono pretendere il pagamento dei singoli soci, se non dopo l'escussione del patrimonio sociale. (Creditore di reagire prima nei confronti del società e poi nei confronti dei singoli soci) anche qui c'è l'inversione dell'onere da prova rispetto alla società semplice.
3. L'amministratore che ha la rappresentanza del società, può compiere tutti i gatti che rientrano nell'oggetto sociale, salve le limitazioni che risultano dall'atto costitutivo o dalla procura. Le limitazioni non sono opponibili ai terzi, se non sono iscritte nel registro e le imprese o se non si prova che i terzi ne hanno avuto conoscenza.
L'articolo 2296: l'atto costitutivo dell'essere redatto per scrittura privata autenticata o per atto pubblico. Il documento scritto è richiesto come titolo per l'iscrizione nel registro delle imprese.
All'atto costitutivo deve contenere (2295):
1. Alla generalità dei soci
2. La ragione sociale (nome di almeno socio, indicazione di s.n.c, oppure "e compagni" oppure "e C.")
Si conservare il nome del socio receduto o defunto se questo cui suoi eredi ne abbiano acconsentito.
3. I soci che hanno l'amministrazione e la rappresentanza della società.
4. La sede della società e le eventuali sedi secondarie. (Per sede della società deve intendersi quella in cui all'uomo l'amministrazione della società e che può essere diversa da luogo in cui è situata l'azienda sociale. Il sedi secondarie sono le filiali o succursali nelle quali esiste una rappresentanza stabile, se vi sono sedi secondarie, un estratto dell'atto costitutivo deve essere depositato presso l'ufficio del registro delle imprese nel luogo della sede secondaria)
5. L'oggetto sociale
6. I conferimenti di ciascun socio, il valore ad essi attribuiti il modo di valutazione (eventuale poiché non è indispensabile la costituzione di un iniziale patrimonio sociale)
7. Le prestazioni a cui sono obbligati soci d'opera seggi sono
8. Le norme secondo le quale gli utili devono essere ripartiti e la quota di ciascun socio negli utili e nelle perdite (non necessaria... altrimenti verranno divisi tutti gli utili)
9. La durata. (Poiché possibile prorogarla in seguito anche tacitamente, non si dovrebbe negarle il tempo indeterminato nell'atto costitutivo)
nel registro inoltre devono essere iscritte e successive modificazioni degli altri fatti relativi a società (morte, recesso, esclusione pena la donna opponibilità)
Il capitale sociale è il valore in denaro di conferimenti di beni seguiti compromessi dei soci, quale risulta dalle valutazioni compiute nell'atto costitutivo
il patrimonio sociale è formato da beni e dai rapporti giuridici attivi (es. crediti) facenti capo alla società.
All'inizio il capitale coincide con valore del patrimonio sociale. In seguito il capitale rimane inalterato (fino modifica dell'atto costitutivo).
Articolo 2303 vietata ripartizione di somme tra soci se non per utili realmente conseguiti. A meno di una riduzione di capitale. (Solo dopo tre mesi del giorno dell'iscrizione, purché nessun creditore ne abbia fatto opposizione)
Se il patrimonio della società scende al di sotto il capitale sociale non si può ripartire gli utili fino a che il capitale non sia stato reintegrato. (A meno di una riduzione).
Regolato dalle norme sulla società semplice e integrate con alcune disposizioni specifiche.
Fra le cause aggiunge la dichiarazione di fallimento della società. (Che determinano scioglimento, ma non l'estinzione... procedura fallimentare e quindi estinzione)
la proroga può essere opposte in giudizio dal creditore particolare del socio entro tre mesi dall'iscrizione del ad e liberazione di proroga. Se questo approvato, e l'opposizione accolta, la società deve entro tre mesi liquidare la quota del socio.
regolata dalle norme sulla società semplice integrate dalla norma che richiede l'iscrizione nel registro delle imprese della nomina dei liquidatori. Conclusa la liquidazione i liquidatori redigono il bilancio finale di liquidazione. E il piano di riparto. E debbono chiedere la cancellazione della società del registro delle imprese.
una volta approvato dai soci bilancio finale di liquidazione, e ottenuta la cancellazione della società la società si estingue. Nel caso di sopravvivenza passive, dalla cancellazione della società ai creditori sociali che non sono stati soddisfatti possono far valere i loro crediti nei confronti dei soci e (se per loro colpa) anche dai liquidatori. Tuttavia si è affermato che la cancellazione crea soltanto una presunzione di estinzione, suscettibile a prova contraria: i creditori sociali hanno il diritto di agire nei confronti di questa e per i suoi liquidatori. I liquidatori hanno l'obbligo di ricostituire il patrimonio sociale distribuito ai soci e al fine di permettere la dichiarazione di fallimento della società e dei soci. Pertanto la società non potrà dirsi estinta fino a che l'ultimo creditore sociale non sia stato soddisfatto.
In questo caso di ragioni economiche (che capitali ritorni no nella libera disponibilità dei soci per essere destinati a nuove iniziative) sono bloccate dalla visione individualistica del giusto dell'ingiusto dei giudici. (Diritto romano: dare a Cesare ciò che è di Cesare).
Si distingue dalla s.n.c per la presenza, accanto a d'uno o più soci (accomandatari), di 1 o più accomandanti
1. Non partecipano all'amministrazione della società
2. Godono del beneficio della responsabilità limitata
3. Sono necessariamente soci capitalisti e possono essere anche persone giuridiche e in particolare società di capitali.
La differenza con la società in accomandita per azione, e che essa è una società di persone in particolare una variante della s.n.c. Mentre la s.a.p.a. è una variante della S.p.A.
la s.a.s. deriva da un antico per azione di credito del commercio marittimo denominata commenda o accomanda. È un contratto fra capitalista mercante.
La quota di partecipazione del socio accomandanti è trasmissibile per causa di morte.
La cessione per atto fra vivi invece è subordinata al consenso della maggioranza di capitale dei soci. E non importa la modifica del contratto.
Se rimangono solo soci accomandanti o solo soci accomandatari la società si scioglie. (Devono essere sostituiti in sei mesi)
nella ragione sociale si deve indicare almeno un socio a responsabilità illimitata (accomandatari). L'accomandante che consente che il suo nome sia compreso nella ragione sociale risponde illimitatamente e solidalmente.
L'atto costitutivo può concedere ai soci accomandanti di dare autorizzazioni pareri per determinate operazioni e compiere atti di ispezione sorveglianza. L'ingerenza dell'amministrazione ed vietata al di accomandanti: non possono compiere atti di amministrazione, né trattare o concludere affari in nome da società, pena responsabilità limitata. (L'interesse protetto è quello di un responsabile esercizio del potere economico).
L'accomandante ricade del beneficio della responsabilità limitata anche se compie un solo atto di amministrazione. Tuttavia non comporta la conversione della sua posizione contrattuale di socio accomandatario. Se però la sua ingerenza di affari appare come un vere proprio dominio suo società, allora si porrà anche il problema di qualificazione del rapporto contrattuale. Il accomandanti potrà essere qualificato dal giudice come socio accomandatari e se è l'unico socio accomandante, la società verrà trasformata in SNC.
L'articolo 2320 ammette chi soci accomandanti possono prestare la loro opera sotto direzione di amministratori. (Lavoratore subordinato anche con mansioni direttive)
all'accomandante è vietato agire di fronte ai terzi come procuratore generale o come institori (articolo 2203). Il permesso di agire solo in forza di procura speciale per singoli affari.
In ogni caso di soci accomandanti possono avere comunicazione annuale del bilancio dei conti dei profitti perdite e controllarne l'esattezza consultando libri e altri documenti da società.
I soci accomandanti non sono tenuti a restituzione degli utili riscossi in buona fede secondo il bilancio regolarmente approvato.
Gli accomandanti partecipano alla deliberazione (articolo 2322) sulla cessione della quota del socio accomandante e per maggioranza di capitale.
Per la nomina di amministratori con atto separato o per la revoca (articolo 2319) Si richiede il consenso di tutti i accomandatari e l'approvazione di tanti accomandanti che rappresentino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto
Anche se non iscritta nel registro delle imprese, assume la condizione giuridica di sas regolare. Per le obbligazioni sociali i soci accomandanti rispondo limitatamente a loro quota salvo che abbiano partecipato alle operazioni sociali.
Dal contratto di sas si deve tener distinto questo contratto: si tratta di uno scambio che con esso un imprenditore associando in, riceve da un altro soggetto associato un determinato apporto di denaro o beni li attribuisce in cambio di una partecipazione agli utili su gli affari. L'apporto entra nel patrimonio del associante che che dovrà restituirlo insieme la percentuale di utili pattuiti, alla scadenza prevista o alla conclusione dell'affare. L'associato a diritto rendiconto salvo ulteriori diritti di controllo stabiliti dal contratto. L'associato è un finanziatore. E risponde della perdita limitatamente suo apporto.
Cap. 11: le società per azioni: caratteri generali.
La società per azioni è per l'articolo 2325: un tipo di società contraddistinto da due caratteri:
1. L'imitazione della responsabilità dei soci alla somma o al bene conferito
2. Le quote di partecipazione dei soci sono rappresentate da azioni.
Nei paesi neo latini come l'Italia: la ragione sociale non può contenere l'indicazione del nome di alcun socio (anonima).
Responsabilità limitata significa che delle obbligazioni sociali risponde solo la società con il suo patrimonio.
Il patrimonio della società subisce variazioni. Mentre il capitale sociale (entità numerica che esprime in termini monetari il valore complessivo dei conferimenti promessi o eseguiti dei soci) e un entità rigida e occorre per modificarlo una deliberazione assembleare che riforme l'atto costitutivo.
Per costituire validamente una società per azioni è sufficiente che siano stati versati tre decimi dei conferimenti in denaro. Una volta costituita , gli amministratori dovrà effettuare richiamo dei decimi mancanti. Se socio non a adempie le sue azioni verranno vendute o in mancanza di compratori di azioni dovranno essere estinte e il socio verrà dichiarato decaduto con conseguenza riduzione del capitale.
Il valore del patrimonio sociale non deve discendere oltre a un terzo del capitale sociale. Se accade, l'assemblea dovrà modificare l'atto costitutivo del liberando una riduzione del capitale sociale.
La partecipazione di socio la società è una partecipazione per quote di capitale. Il numero delle quote sottoscritte o acquistate dalla misura della partecipazione di ciascun socio società (nel voto assembleare e nella partecipazione agli utili). Le quote sono rappresentate da azioni.
La società per azioni di riva dalla grande impresa. Prime fra tutti la compagnia delle Indie del XVII secolo. Fenomeno eccezionale a causa della limitazione di responsabilità. Fatta per concessione sovrana dal sovrano per accrescere la potenza politica e economica dello Stato.
Rappresenta le quote. È un bene mobile e può formare oggetto di diritti e si può disporre come di qualsiasi altro bene mobile. Si può vendere, per mutare, donare, costituire in pegno o in usufrutto. È un bene di secondo grado. L'azione un valore nominale rappresentato dal capitale sociale ma assume anche nel corso della vita della società, un valore reale (maggior o minore del valore nominale).
E un correttivo della responsabilità limitata. Posto garanzia dei creditori da cui misura stabilita per legge. E destinata lo scioglimento se, nel corso della sua attività, il capitale sociale si riduce al di sotto del minimo di legge. Per la società per azioni è di duecento milioni (prima un milione nel 42) e per la società responsabilità limitata di venti milioni (prima 50.000 nel 42). Una cifra imposta dalla legislazione nel 42 è inferiore di molto a quella tedesca poiché il nostro paese fondato più sulle medie che sulle grandi imprese. In seguito a seconda guerra mondiale la svalutazione monetaria riduce a valori insignificanti il capitale minimo e favorisce riprodursi di molte piccole società per azioni. Si sceglie la società per azioni anziché la S.r.l. un 1 per approfittare del meno oneroso trattamento fiscale concesso come incentivo l'investimento azionario o per trarre vantaggio dalle maggiori possibilità di manovra offerte dalla divisione del capitale ed alla possibilità di eludere l'imposta (fino a poco tempo fa) di successione. Un 1111 a direttiva comunitaria nel 76 ha richiesto i stati membri la prescrizione legislativa di un capitale minimo non inferiore a 21.000.000 Lit. in Italia invece un il valore minimo fissato un milione nel 42 a causa della svalutazione ha un valore reale di cinquemila lire di quel tempo.
Nonostante il provvedimento legislativo di rivalutazione monetaria del 77 (che ha portato il capitale a cento milioni CD) se avesse rispettato i valore monetari del 42 avrebbe dovuto essere di almeno un miliardo per la società per azioni e almeno cinquanta milioni per la S.r.l.
in questo fenomeno c'è la proliferazione delle piccole medie imprese, ma soprattutto vi è il favore della legislazione per la formazione dei gruppi di società. Secondo una spiccata propensione del grande del medio capitale industriale commerciale a frazionata le proprie iniziative economiche in miriadi di società per azioni, Una per ogni ramo di impresa. Il gruppo di società opera sotto il controllo di una società madre e le azioni delle piccole società appartengono in tutto un maggioranza alla società stessa. (Scatole cinesi).
La frammentazione dell'impresa in una pluralità di società raggiunse gli estremi limiti quando si separarono fra loro la direzione (in alcune società) e l'attività di produzione e di scambio in altre società. Tale fenomeno si definisce come holding pura.
Artt. 2368-2369: i soci di liberano riuniti assemblea, a maggioranza di voti,
articolo 2377 e le deliberazioni presa dalla maggioranza vincono tutti soci, ancorché non intervenuti o dissenzienti.
È una maggioranza di capitale: non di numero di soci: forma maggioranze soci che detengono una maggior frazione di capitale. È un principio plutocratico: il controllo da società spetta i soci che posseggono a maggioranza di capitale: regola base del sistema capitalistico.
solo per deliberazioni di particolare gravità richiesto tassativamente il voto favorevole di tanti soci che rappresentano più la metà del capitale. (cambiamento dell'oggetto sociale, trasformazione lo scioglimento anticipato da società, trasferimento della sede all'estero, emissioni di azioni privilegiate, esclusione del diritto azione)
mentre per deliberazioni in assemblea ordinaria basta, in seconda convocazione, a maggioranza del capitale presente in assemblea.
Per le deliberazioni in assemblea straordinaria basta il voto favorevole di tanti soci che rappresentano più del terzo del capitale sociale.
Articolo 2372: i soci possono farsi rappresentare nell'assemblea. Prima della riforma questa era uno strumento di concentrazione del potere economico. Il risparmiatore che ha acquistato azioni e le ha depositati presso la banca in amministrazione può dare l'incarico a banca di esercitare per suo conto di diritti ad essa inerenti.
La riforma del 74 abitato la rappresentanza generale in assemblea senza limiti di tempo di oggetto che rappresenti tutte le riunioni assembleare. La rappresentanza può essere conferita soltanto per singole assemblea. È vietata la procura in bianco (il rappresentante po' farsi sostituire solo da chi è espressamente indicato dalla delega). La stessa persona non può rappresentare in assemblea
Non più di 10 soci per una società normale
Non più di 50 soci se si tratta società con azioni quotate in borsa
Non più di 100 soci Se la stessa società ha più di dieci miliardi di capitale
Non più di 200 soci se lo società ha più di cinquanta miliardi di capitale .
La maggioranza preesiste alla convocazione dell'assemblea: non si forma in assemblea. (Anche se sono possibili rovesciamento della maggioranza)
l'articolo 2367 regola la convocazione dell'assemblea su richiesta della minoranza.
Gli estremisti di maggioranza posseggono il capitale di comando o di controllo
gli alti azionisti posseggono capitale di risparmio.
d'articolo 2351 consente il emissioni di azioni privilegiate nella ripartizione degli utili ammette che esse siano voto limitato, si attribuisco diritto di voto soltanto nell'assemblea straordinaria. Tagli azioni possono raggiungere la metà del capitale sociale.
Limitatamente alle società quotate in borsa si può emettere inoltre (per un ammontare che non superi, in concorso con le azioni voto limitato la metà del capitale sociale) le azioni di risparmio, prive del diritto di voto e privilegiate nella ripartizione degli utili e nel rimborso del capitale.
Un ulteriore ceto imprenditoriale, diverso dai tradizionali ceti industriali e commerciali, s'indica col nome di capitale finanziario. E lo strumento mediante il quale questo certo opera sono le cosiddette società di investimento. Essi hanno progetto esclusivamente l'acquisto della gestione di partecipazioni in altre società per azioni. Sono analoghe alle società finanziarie o holding.
E società di investimento differiscono dal società finanziaria per il fatto che esse non intendono dirigere una società alle quali partecipano: le loro partecipazioni non sono di controllo: esse acquistano solo per scopo di investimento. La massa della varietà delle partecipazioni riducono il rischio dell'avverso andamento del singole imprese.
È la società per azioni della quale lo Stato, o altri enti pubblici, detengono la totalità una maggioranza delle azioni o un numero sufficienti di azioni ad assicurare il controllo.
Nel nostro paese questo fenomeno ha raggiunto proporzioni imponenti.
La costituzione (articolo 41) riconosce la libertà di iniziativa economica privata ma non le attribuisce il primato sull'iniziativa economica pubblica: essa colloca l'una e l'altra iniziativa sul piano di parità.
L'articolo 43 può nei limiti alle possibilità d'intervento pubblico nell'economia solo nelle due ipotesi previste (in forma autoritativa uniforma protettiva salvo indennizzo e per determinate categorie di imprese)
oggi prevale nella prassi una politica di tendenza alla riduzione di interventi pubblici sia nel caso di concorrenza con privati, quanto nel caso di esclusione di privati.
Il codice civile, all'azionariato pubblico, dedica poche norme, ciò per assoggettare imprese mano pubblica alla medesima disciplina di quella privata.
Non vale la esenzione del fallimento in caso di insolvenza che concessa (articolo 2221) ha gli enti pubblici economici.
Le norme 2458-61 sono le uniche deroghe:
articolo 2458: se lo Stato o gli enti pubblici hanno partecipazioni in una società per azioni, l'atto costitutivo può ad essi conferire la facoltà di nominare uno più amministratori sindaci. Nuova riga di amministratori sindaci così nominati possono essere revocati soltanto dall'ente che li ha nominati. Essi hanno i diritti gli obblighi dei membri nominati dall'assemblea: anch'essi durano in carica non più di tre anni e vengono assoggettati alle medesime responsabilità civile penali ecc..
La riforma del 1992 ha previsto possibilità che il enti di gestione delle partecipazioni statali degli altri enti pubblici economici e le aziende autonomi statali possano essere trasformati in società per azioni. È prevista la possibilità della vendita delle partecipazioni azionarie nel capitale di queste società presso il pubblico di privati e investitori. Di partecipazioni maggioranza restano lo Stato di cui rappresentanti delle società saranno nominati dal presidente del consiglio dei ministri. Nuova riga la legge del 8 agosto 1992 ha immediatamente disposto a trasformazione in società per azioni di quattro tra i maggiori enti pubblici: Iri, Eni, Ina, Enel. Stabilendo che tutte le attività e i diritti ad essi riservati vengono attribuiti a titolo di concessione per un periodo non inferiore vent'anni alle società che derivano dalla loro trasformazioni. Il capitale sociale può essere collocato in tutto in parte presso investitori.
Procedure di dismissione delle partecipazioni del ministero del Tesoro regolato dal decreto-legge 31 maggio 1994:
1. sottrae le dismissioni alle regole sulla contabilità generale dello Stato per consentire rapidità e flessibilità.
2. E partecipazioni devono essere offerte pubblico con un'offerta pubblica di vendita.
È ammesso la cessione mediante trattative dirette quel potenziali acquirenti che possono formare un nucleo stabile. Nuova riga e società che operano in settori di particolare importanza devono introdurre clausole dello statuto che impediscano la cessazione dell'attività aziendale e subordina l'acquisto di partecipazioni rilevanti al gradimento del ministero del Tesoro.
Tali società possono introdurre clausole che pongono limite massimo le partecipazioni di un singolo socio (credito italiano).
Sono introdotte inoltre vero che era disciplina del codice civile (in tema di quorum assembleare, di diritto di opzione, i termini per la fusione scissione li) per facilitare la procedura di dismissione. Nuova riga è prevista la possibilità del voto per corrispondenza.
Se entro due anni dalla privatizzazione attraverso l'accordo o sindacato di voto, disponibile anche ai comportamenti, si forma un nucleo di maggioranza di controllo, eventualmente composto anche da azionisti che hanno acquistato tutte o parti del loro azioni successivamente alla privatizzazione, allora tale gruppo deve lanciare un'offerta pubblica di acquisto. Tali offerta si deve riferire a tante azioni quante sono quelle del gruppo di controllo. Il prezzo dell'offerta è stabilito dalla Consob. In questa maniera che acquisisce controllo viene pagare a posteriori una sorta di premio di maggioranza, che fa vantaggio non del venditore ma dei soci di minoranza.
Differenziazione introdotto in Italia con legge 7 giugno 1974 numero 216:
attribuisce alla Consob il potere di disporre d'ufficio l'ammissione alla quotazione di una o più borse dei titoli che siano abitualmente largamente negoziati. Su questi titoli la Consob esercita alcune funzioni.
Requisiti per l'ammissione mercato ristretto sono:
che la società abbia titoli emessi fra pubblico non inferiore al 20 per cento.
L'ammissione può essere revocata quando sul titolo non siano state concluse contrattazioni per sei mesi.
Alla base dello statuto speciale del società con azioni quotate in borsa c'è la dichiarata l'esigenza di protezione dell'investimento in azioni: interessi protetti sono quelli di:
1. L'interesse dei risparmiatori
2. L'interesse dei grandi imprese ad attingere direttamente da risparmio una più alta quota di mezzi finanziari necessaria le loro attività economiche.
3. L'interesse generale per l'accumulazione.
Vi è una maggiore informazione di gli azionisti e del pubblico intorno i fatti economici giuridici delle società con azioni quotate in borsa.
Una maggiore garanzia di veridicità del bilancio, offerto ha gli azionisti e al pubblico dei risparmiatori con la certificazione del bilancio da parte di una società specializzata e sottoposti alla vigilanza della Consob quali le società di revisione.
Prevista possibilità di mettere le già menzionate azioni di risparmio.
La società per azioni si costituisce per contratto.
Il contratto è necessario ma non sufficiente: occorre l'iscrizione nel registro delle imprese.
Nell'atto costitutivo viene manifestata la volontà delle parti di dare vita un rapporto sociale.
Lo statuto deve contenere le norme di funzionamento della società.
Le disposizioni dell'atto costitutivo e dello statuto formano un unitario contratto di società.
1. La generalità dei soci, i loro domicilio e la loro cittadinanza, il numero delle azioni sottoscritte da ciascuno di essi.
2. La denominazione, la sede della società e le eventuali sedi secondarie. (Non deve necessariamente contenere l'indicazione del nome di uno dei soci, ma indispensabile l'indicazione di società per azioni.)
3. L'oggetto sociale. (Server per limitare la sfera dei poteri di gli organi sociali e quelli della maggioranza assembleare. Una deroga all'oggetto sociale di liberata per un singolo caso non è ammissibile e la sua deliberazione sarà da considerarsi annullabile.
4. L'ammontare del capitale sottoscritto e versato. Per costituire validamente una S.p.A. occorre che sia stato sottoscritto per intero il capitale sociale e che ne siano stati versati almeno 3 decimi. Fino a quando il conferimento non è stato il seguito per intero, le azioni non sono interamente liberate. Una loro vendita è consentita, ma l'alienante è obbligato solidalmente con l'acquirente per l'ammontare dei versamenti ancora dovuti per il periodo di tre anni dal trasferimento.
5. Il valore nominale e il numero delle azioni e se queste sono nominativi o al portatore. (A tutela dell'integrità del capitale sociale, le azioni non possono essere messe per sommi inferiori al loro valore nominale)
6. Il valore dei crediti e dei beni eventualmente conferiti in natura. La loro stima deve essere giurata di un esperto disegnato dal presidente del tribunale. L'atto costitutivo può prevedere i che i soci eseguano delle prestazioni accessorie. Devi esserne determinato il contenuto la durata e la modalità e il compenso con clausole non modificabili senza il consenso di tutti soci. L'obbligazione di prestazioni accessorie non ha carattere personale, ma è inerenti alle azioni quali è connessa: tali azioni devono essere necessariamente nominativi e non sono trasferibili senza il consenso di amministratori.
7. Le norme secondo le quali gli utili debbono essere ripartiti (altrimenti farà il principio secondo il quale l'assemblea che approva il bilancio è arbitro di deliberare se e quanto distribuire ai soci)
8. La partecipazioni agli utili eventualmente accordata ai promotori o ai soci fondatori. (Non può essere superiore complessivamente ad un decimo degli utili netti risultanti dal bilancio e non può eccedere il periodo massimo di cinque anni).
9. Il numero delle amministratori e i loro poteri. (L'atto costitutivo del inoltre prevedere la nomina dei primi amministratori la cui revoca non comporta modificazione dell'atto costitutivo)
10. Il numero dei componenti il collegio sindacale .
11. La durata della società (con proroga a tempo determinato)
12. L'importo totale delle spese per la costituzione poste a carico della società.
La sede sociale è molto importante perché stabilisce l'ufficio del registro delle imprese presso il quale provvedere all'iscrizione della società.
Indispensabile inoltre per determinare il tribunale competente per la dichiarazione di fallimento, e per determinare gli usi applicabili nell'interpretazione dei contratti.
Per sede della società si deve intendere quella in cui ha luogo all'amministrazione della società (sede amministrativa) che può essere una sede diversa da luogo in cui è situata l'azienda sociale. I soci non sono arbitri nell'indicare tale sede diversa dalla sede effettiva. In caso di divergenza fra sede dichiarate sede effettiva, la sede effettiva dovrà essere considerata prevalente su quella dichiarata e registrata.
Le sedi secondarie sono quelle nelle quali esista una rappresentanza stabile, e qualcuno è stato posto all'esercizio della sede composizione corrispondente a quella di institore posto a capo di una sede dell'impresa.
Simultanea: cioè senza alcun intervallo cronologico fra le dichiarazioni di volontà dei singoli contraenti.
Continuata: con intervallo.(caso raro nella pratica)
È assunta dai cosiddetti promotori : costoro firmano e annunciano al pubblico il programma della costituenda società. Tale progetto deve contenere l'oggetto e il capitale, le principali disposizioni dell'atto costitutivo, l'eventuale partecipazione che promotori si servono agli utili e il termine entro il quale deve essere stipulato l'atto costitutivo. Il contratto di società si forma progressivamente mediante le successive sottoscrizioni di azioni che debbono risultare d'atto pubblico da scrittura privata autenticata. I promotori hanno una posizione corrispondente a quella del mediatore. Quando intero capitale sociale stato sottoscritto, il contratti società potrà dirsi formato e i promotori chiederanno ai sottoscrittori il versamento dei decimi mancanti e convocheranno l'assemblea dei sottoscrittori.
Essa è validamente costituita con la presenza della metà dei sottoscrittori e di libera maggioranza di numero, non di quote, dei presenti. Nel caso in cui contenuto del contratto di società fosse stato integralmente predeterminato e quindi accettato dai contraenti all'atto della sottoscrizione, l'assemblea si limiterà ad accertare l'esistenza delle condizioni richieste per la costituzione di società. Nel caso in cui programma si limita ad enunciare soltanto alcuni degli elementi del contratto, è rimesso all'assemblea dei sottoscrittori di deliberare sul rimanente. I contraenti possono deferire ad un terzo la successiva determinazione di elementi mancanti, oppure ad una delle parti (maggioranza dei contraenti deliberanti in assemblea dei sottoscrittori).
La società per azioni deve costituirsi per atto pubblico e la forma solenne e qui richiesta appena di nullità. La mancata stipulazione dell'atto costitutivo nella forma di atto pubblico è inclusa fra le cause di nullità della società.
Nel caso di costituzione continuata, l'accordo delle parti si è già formato progressivamente mediante le adesioni; in assemblea si forma la ripetizione in forma solenne (ossia la forma dell'atto pubblico richiesta in un accordo già intervenuto)
una volta formato l'atto costitutivo, il notaio che ha ricevuto l'atto o gli amministratori devono depositarlo presso l'ufficio del registro delle imprese allegando i documenti che comprovano l'avvenuto versamento dei decimi in denaro.
Una volta formato l'atto costitutivo e depositato presso l'ufficio di registro delle imprese, ha luogo il giudizio di omologazione: spetta il tribunale verificare l'adempimento delle condizioni stabilite dalla legge per la costituzione della società. (È un controllo di legittimità e non di merito; ma è anche un controllo sostanziale) il tribunale non si limita a verificare la regolarità formale e la completezza dell'atto costitutivo, ma estende il proprio controllo anche sulla validità di ciascuna clausola dell'atto costitutivo.
Il decreto del tribunale ordina tale iscrizione. Con l'iscrizione si conclude il procedimento costitutivo della società per azioni. S'entro un anno dal versamento dei decimi non è avvenuta all'iscrizione, le somme versate devono essere restituite ai sottoscrittori.
La mancata iscrizione nel registro delle imprese non impedisce che una società in nome collettivo accomandita semplice venga ad esistenza, nelle società per azioni, l'iscrizione nel registro a efficacia costitutivo della società: la società per azioni esiste solo se iscritta. Infatti per le operazioni compiute in nome della società prima dell'iscrizione sono illimitatamente i solidalmente responsabili verso i testi coloro che hanno agito e l'emissione della vendita delle azioni prima dell'iscrizione sono nulle.
oggi, ha seguito del decreto del 69, l'atto costitutivo e lo statuto devono essere pubblicati nel bollettino ufficiale delle società per azioni e a responsabilità limitata. La pubblicazione rende il contenuto dell'atto opponibili ai terzi. La mancanza lo rende in opponibile.
Da stipulazione dell'atto costitutivo e spesso accompagnata nella formazione di separati accorti che intercorrono tra tutti i stipulati e che sono destinati a regolare i loro successivo comportamento di soci nella società. I soci dispongono e separato contratto, dei diritti che derivano loro dall'atto costitutivo, impegnandosi reciprocamente a esercitarli in modo predeterminato. I soci all'esempio s'impegna a deliberare aumenti di capitale a scadenze prestabilite. Oppure s'impegna non ripartire il utili con criteri diversi dalla rigida proporzionalità, oppure s'impegna non riconfermare la carica dell'amministratore allo scadere di ogni triennio. Ma l'ipotesi più importanti sono quelle che vanno sotto il nome di sindacati azionari.
Il sindacato di blocco è il patto mediante il quale tutti socio parti di essi si obbligano a non vendere le proprie azioni.(valido solo se contenuto entro un conveniente periodo di tempo)
Il sindacato di voto a per oggetto di essi esercizio del voto in assemblea. Se ne conoscono tre ipotesi:
1. I soci si obbligano a concordare fra loro prima di ogni assemblea il voto.
2. S'impegnano a votare in modo conforme a quanto avrà deciso la maggioranza di essi prima dell'assemblea.
3. Si obbligano a rilasciare procura irrevocabile ad uno di essi o un terzo e ad astenersi dal partecipare alle assemblee.
Tali patti hanno efficacia solo fra le parti: essi vincolano soltanto i soci che gli sottoscrivono. La sola sanzione giuridica e l'obbligazione di risarcimento del danno a carico di coloro che hanno violato tali patti.
È stato dichiarato invalido l'impegno di votare in modo conforme alle decisioni della maggioranza perché porterebbe a maggioranze fittizie. È invalido eil patto con il quale più soci si rimettono alle decisioni di uno di essi.
Con l'iscrizione nel registro di imprese la società acquista la personalità giuridica.
E società di persone non hanno personalità giuridica.
Personalità giuridica significa che la società costituisce un autonomo soggetto di diritto, distinto dalle persone dei soci e titolare di propri diritti e propri doveri e di proprie responsabilità. La società cessa di essere un rapporto contrattuale fra più persone e diventa una persona. Tuttavia questo tipo di interpretazione molto criticato e un'altra interpretazione descrive la qualità di personalità giuridica come un riassunto dell'intera disciplina della società per azioni. La società per azioni non esiste senza personalità giuridica.
Articolo 2332 pone norme particolari che deroga non ai principi generali sui contratti per ipotesi di nullità dell'atto costitutivo in epoca successiva all'iscrizione della società nel registro delle imprese: il primo comma riduce ad otto casi tassativamente elencati la possibilità di pronunciare la nullità della società. Gli altri commi deroga non ai principi comuni: trasformano le cause di nullità dell'atto costitutivo in cause di scioglimento della società.
Articolo 2332 Comma secondo: Una volta ottenuta l'iscrizione della società nel registro di imprese, la dichiarazione di nullità dell'atto costitutivo non pregiudica l'efficacia degli atti compiuti in nome della società (mentre per i principi generali da dichiarazione di nullità del contratto travolge diritti acquistati ai terzi anche se di buona fede).
Comma terzo: I soci non sono liberati dall'obbligo dei conferimenti fino a quando non sono soddisfatti tutti creditori sociali (mentre per i principi generali essi sarebbero sciolti da ogni obbligazione e avrebbero diritto di ripetere conferimenti già eseguiti).
Comma quarto: La sentenza che dichiara la nullità nomina i liquidatori e da luogo ad una procedura di liquidazione simile all'ipotesi di scioglimento della società.
Comma V: La nullità non può essere dichiarata quando la causa di essa è stata eliminata per effetto di una modificazione dell'atto costitutivo (mentre per i principi generali il contratto nullo non può essere convalidato).
La norma in realtà non tutte le creditori sociali in quanto tali. La protezione di costoro è solo il tramite intermedio che a per tutela di interesse della società a compiere la maggiore quantità di possibili affari.
Le cause di nullità tassativamente elencati dall'articolo 2332 comma primo sono:
1. Mancanza dell'atto costitutivo.
2. Mancata stipulazione dell'atto costitutivo nella forma di auto pubblico
3. Inosservanza delle disposizioni dell'articolo 2330 relative al controllo preventivo
4. Illiceità o contrarietà all'ordine pubblico dell'oggetto sociale.
5. Mancanza dell'atto costitutivo nello statuto di ogni indicazione riguardante la denominazione della società, o i conferimenti, o l'ammontare del capitale sottoscritto o l'oggetto sociale.
6. S'inosservanza della disposizione di cui articolo 2329 n. 2
7. Incapacità di tutti soci fondatori
8. Mancanza della pluralità dei fondatori
solo in questi casi opera oggi il principio della conversione delle cause di nullità dell'atto costitutivo in cause di scioglimento della società: ogni altra possibile anomalia dell'atto costitutivo, anche se consistente nella violazione di norme interattive di legge, e definitivamente sa nata con iscrizione della società nel registro delle imprese.
Anche se alcuni ipotesi (mancanza dell'atto costitutivo) potrebbero sembrare casi di scuola, si ammette che manca l'atto costitutivo una pluralità dei soci fondatori anche quando l'atto costitutivo, pur essendo materialmente formato, non risulta voluto da coloro che vi figurano quali fondatori o risulta voluto da uno solo di essi.
Questi principi hanno un'esigenza di assicurare la certezza giuridica nei rapporti fra società e terzi.
Si ha modificazione dell'atto costitutivo ogni qualvolta i patti intercorsi tra i soci al momento della costituzione della società e consacrati nell'atto costitutivo nello statuto vengono sostituiti con altre partizioni, di contenuto diverso, nel corso dell'attività sociale.
Le modificazione dell'atto costitutivo richiedono una deliberazione in assemblea straordinaria e sono sottoposte al medesimo procedimento di omologazione e al medesimo sistema di pubblicità cui è sottoposto l'atto costitutivo.
L'atto costitutivo è nella società per azioni modificabili con deliberazione maggioranza (in assemblea straordinaria)
Non sono ammissibili modificazioni di fatto dell'atto costitutivo (ossia risultanti per implicito dal comportamento degli organi sociali). Non sono ammissibili nemmeno deroghe eccezionali dell'atto costitutivo (l'assemblea non può derogare per singoli casi lasciare operante la clausola originaria per ogni altro caso futuro. Ciò sarebbe una violazione e non una modificazione dell'atto costitutivo.).
La modificazione della persona del socio non richiede alcuna modificazione del contratto di società essi attua esclusivamente per volontà del cedente e del cessionario (salvo le eventuali clausole di gradimento): la partecipazione sociale concepita come valore di scambio, destinato ad una rapida circolazione.
A tutela delle minoranze sia attua oggi solo con il riconoscimento gli azionisti dissenzienti del diritto di recesso dalla società. Riconosciuto loro solo di fronte ha modificazione dell'atto costitutivo che rivestono una particolare gravità. Articolo 2437: i soci dissenzienti da tali deliberazione hanno diritto di recedere dalla società e di ottenere rimborso delle propri azioni, secondo il prezzo medio dell'ultimo semestre, se queste sono quotate in borsa, o, in caso contrario, in proporzione del patrimonio sociale risultante dal bilancio dell'ultimo esercizio (e conseguente riduzione del capitale sociale). L'articolo 2437 rende nullo ogni patto che esclude diritto di recesso une rende più gravoso l'esercizio.
Il diritto di recesso aspetta i dissenzienti in caso di cambiamento dell'oggetto sociale e non in ogni caso di modificazione dell'oggetto stesso.
Occorre per esercitare recesso che a maggioranza ha deliberato di sostituire l'oggetto sociale originario ma oggetto del tutto diverso, tale da modificare radicalmente le condizioni di rischio in presenza dei quali l'azionista aveva aderito la società.
Diritto di recesso è riconosciuto nell'ipotesi di trasformazione del tipo di società. E nell'ipotesi di trasferimento della sede sociale all'estero.
Il recesso è una dichiarazione unilaterale del socio che non richiede alcuna accettazione da parte della società: deve essere comunicato entro tre giorni dalla chiusura dell'assemblea se è intervenuto in assemblea. Entro quindici giorni dalla data dell'iscrizione della deliberazione nel registro delle imprese se non è intervenuto in assemblea.
L'aumento del capitale può essere gratuito o a pagamento.
L'aumento gratuito determina l'effetto di immobilizzati fondi e a uno scopo di accrescere il prestigio e il credito della società. Può attuarsi attraverso un'emissione di nuove azioni da assegnare gratuitamente gli azionisti in proporzione, oppure all'aumento del valore nominale delle azioni in circolazione.
L'aumento a pagamento è strumento finanziario della società. Non sia attua mediante che emissione di nuove azioni ordinarie o (se l'atto costitutivo lo consente) privilegiate. Non si possono emettere nuove azioni fino a che quelle emesse non siano interamente liberate.
Si. Tuttavia esso non deve necessariamente essere deliberato dall'assemblea. Può, se previsto dall'atto costitutivo, essere deliberato dal consiglio di amministrazione ma con precisi limiti: gli amministratori possono aumentare il capitale sociale in una o più volte fino ad un ammontare determinato e per un periodo massimo di cinque anni dalla iscrizione della società nel registro delle imprese o dalla data di deliberazione modificativa.
Ai nuovi conferimenti si applica una disciplina analoga a quella prevista per i conferimenti originari: i sottoscrittori devono versare almeno tre decimi del valore nominale delle azioni sottoscritte.
Se le azioni di noi emissione non sono integralmente sottoscritte nel termine previsto dalla deliberazione di aumento del capitale, il capitale è aumentato in un importo pari a le sottoscrizioni raccolte. (Sempre se l'assemblea consideri l'aumento di capitale come scindibile, altrimenti si dovrà rinunciare alla rinuncia dell'aumento del capitale e restituzione ai sottoscrittori delle somme versate).
In caso di aumento di capitale appagamento spetta ai vecchi azionisti, e in proporzione numero di azioni da essi possedute, il diritto di opzione: le azioni di nuova emissione debbono essere offerte in opzione ai soci. Gli strani potranno sottoscriverle solo dopo che si è inutilmente trascorso il termine (non inferiore trenta giorni) indicato nell'offerta di opzione.
Il diritto di opzione può esser escluso o limitato.
Nasce dal diritto di opzione: coloro che esercitano il diritto di opzione sono preferiti (purche ne facciano contestuale richiesta) nell'acquisto delle azioni che siano rimaste non optate.
La deliberazione di aumento del capitale deve come ogni deliberazione modificativa dell'atto costitutivo, essere omologato a iscritta nel registro del imprese anche se si tratta di deliberazione presa dal consiglio di amministrazione. Inoltre, entro trenta giorni dall'avvenuta sottoscrizione delle azioni di nuova emissione, gli amministratori devono depositare per iscrizione nel registro delle imprese, un'attestazione che l'aumento del capitale sociale è stato eseguito.
È obbligatoria nel caso particolare del recesso dell'azionista e nell'ipotesi che il capitale sociale si è diminuito di oltre un terzo per conseguenza di perdite. In quest'ultimo caso gli amministratori devono senza indugio convocare l'assemblea per gli opportuni provvedimenti. Essi entro l'esercito successivo la perdita non risulta diminuita a meno di un terzo, l'assemblea che approva il bilancio deve ridurre il capitale in proporzione perdite accettate. Altrimenti la riduzione disposta con decreto del tribunale, su istanza degli amministratori e dei sindaci.
Nei casi in cui il capitale si riduce al disotto del limite legale (duecento milioni) di amministratori devono senza indugio convocare l'assemblea per deliberare la riduzione capitale e il contemporaneo aumento del medesimo ad una cifra non inferiore al minimo di legge oppure la trasformazione del tipo di società culo scioglimento della società.
Il codice civile prevede anche l'ipotesi di riduzione facoltativa: nel caso in quel capitale risulta esuberante per il conseguimento dell'oggetto sociale. Sia attua mediante liberazione dei soci dall'obbligo dei versamenti ancora dovuti o mediante rimborso di conferimenti già eseguiti in proporzione alle azioni oppure mediante sorteggio. La riduzione non può essere eseguita se un creditore della società ne abbia fatto opposizione.
Il verificarsi di una causa di scioglimento non determina la cessazione del rapporto sociale: essa dà luogo invece ad un'ulteriore fase di esecuzione del contratto di società (diretta alla liquidazione del patrimonio sociale) sola termine della quale da società potrà dirsi estinta.
Sono previste dall'articolo 2448 e sono:
1. Il decorso del termine. (La proroga dell'essere anteriore alla scadenza del termine... tuttavia è ammessa anche la proroga in fase di liquidazione)
2. Il conseguimento dell'oggetto sociale una sopravvenuta impossibilità di conseguirlo.
3. L'impossibilità di funzionamento una continuata in attività dell'assemblea.
4. La riduzione del capitale disotto del minimo legale (salvo dell'assemblea non ne abbia provveduto).
5. La deliberazione dell'assemblea di scioglimento anticipato.
6. Altre cause previste dall'atto costitutivo.
Inoltre determinano scioglimento della società la dichiarazione di fallimento e il provvedimento di liquidazione coatta amministrativa. Non è causa di scioglimento invece, il venir meno della pluralità dei soci (rende l'unico azionista illimitatamente responsabile)
altra causa di scioglimento: se le azioni a voto limitato e le azioni di risparmio superano il limite da metà del capitale sociale e il rapporto non è ristabilito entro due anni.
Le cause di scioglimento operano di diritto (non occorre una deliberazione assembleare che ponga la società liquidazione).
Dopo lo scioglimento da società deve essere espressamente indicato negli atti e nella corrispondenza che la società e in liquidazione.
Gli amministratori devono astenersi dall'intraprendere nuove operazioni. (Se se lo fanno, lo fanno proprio rischio).
Di amministratori possono compiere solo agli atti necessari alla conservazione dei beni sociali in attesa di farne consegna ai liquidatori.
Gli amministratori devono convocare entro trenta giorni l'assemblea per le deliberazioni relative alla liquidazione e per la nomina dei liquidatori che possono essere le stesse persone degli amministratori.
Devono depositare per l'iscrizione nel registro delle imprese, e fa pubblicare nel bollettino ufficiale delle S.p.A. e S.r.l. una deliberazione del consiglio di amministrazione che accerti il verificarsi di una causa di scioglimento, (salvo che lo scioglimento non si è determinato da impossibilità di funzionamento o da continuata in attività dell'assemblea o da deliberazione assembleare di scioglimento anticipato o da dichiarazioni di fallimento o provvedimento di liquidazione coatta amministrativa)
Se l'assemblea non provvede alla nomina dei liquidatori, Questa è fatta con decreto del presidente del tribunale, su istanza dei soci, di amministratori o dei sindaci.
I liquidatori sono revocabili con deliberazione di assemblea straordinaria o , se sussiste giusta causa, con provvedimento del tribunale su istanza di ciascun socio o del collegio sindacale o del pubblico ministero.
La nomina è la revoca e la sostituzione dei liquidatori sono soggetti alla consueta forme di pubblicità.
I liquidatori, conclusa la liquidazione, redigono di bilancio finale di liquidazione, nel quale è indicata la parte spettante ciascun azione nella divisione dell'attivo. Il bilancio è tacitamente approvato dai soci se entro tre mesi dal suo deposito presso registro delle imprese, nessun socio abbia preposto reclami davanti al tribunale. E i liquidatori sono liberati di fronte ai soci.
I liquidatori inoltre devono richiedere la cancellazione della società da registro delle imprese e la pubblicazione del provvedimento di cancellazione nel bollettino ufficiale delle S.p.A. e S.r.l.
in caso di sopravvivenza passive dopo la cancellazione, i creditori possono far valere i loro crediti nei confronti dei soci, fino alla concorrenza delle somme da questi riscosse in base al bilancio finale di liquidazione, e nei confronti dei liquidatori, se il mancato pagamento è dipeso da colpa di questi. Infatti il codice civile ha introdotto il principio secondo il quale la cancellazione da registro delle imprese determina solo una presunzione di estinzione della società, suscettibile di prova contraria.
È possibile sia una trasformazione società commerciali di persone in società di capitali, quando l'ipotesi inversa. È possibile anche una trasformazione del tipo da una società di persone all'altra o da una società di capitali all'altra. Mentre per la società cooperativa, è espressamente vietata la trasformazione in società lucrativa e si dubita sull'ipotesi inversa.
Tra le molteplici forme di trasformazione consentite, quella più rilevante è la trasformazione di una società di persone in una società per azioni.
La trasformazione sia attua mediante una deliberazione modificativa dell'atto costitutivo e deve essere iscritta nel registro delle imprese con le forme prescritte per l'atto costitutivo della società per azioni, accompagnato da una relazione di stima del patrimonio sociale. I soci a responsabilità illimitata non sono liberati dalla responsabilità per le obbligazioni sociali anteriori alla trasformazione, salvo che i creditori sociali abbiano dato i loro consenso alla trasformazione, anche tacitamente, ossia astenersi da rispondere entro trenta giorni alla comunicazione della deliberazione trasformazione. A ciascun socio di assegnato un numero di azioni proporzionali al valore della sua quota.
Nell'ipotesi di trasformazione della società per azioni in un altro tipo di società, i soci dissenzienti hanno il diritto di recesso.
È un fenomeno per il quale da due o più società prende vita una sola società.
L'articolo 2501 ne prevede due forme:
Fusione mediante costituzione di una nuova società.
Fusione mediante incorporazione di una società.
La fusione sia attua (decreto legge n. 22 del 1991) attraverso tre fasi:
1. Gli amministratori delle società devono redigere un progetto di fusione da quale risulti l'atto costitutivo della società risultante dalla fusione o di quella incorpora ante e il rapporto di cambio delle azioni o quote. Debbono inoltre redigere la situazione patrimoniale della loro società, una relazione che illustri e giustifichi il progetto di fusione, accompagnata da una relazione di esperti sulla congruità dei rapporti di cambio. Il tutto deve essere depositato presso la sede della società, e i soci hanno diritto di prendere visione e di estrarne copia.
2. Il progetto di fusione deve essere approvato da ciascuna delle società che vi partecipano. Le relative deliberazioni debbono essere omologati e iscritte nel registro delle imprese, al fine di permetterà ai creditori di opporsi alla fusione. Tuttavia tribunale può nonostante l'opposizione, autorizzare la fusione previa prestazione da parte della società di idonee garanzie.
3. Gli amministratori redigono l'atto di fusione, per il quale è richiesta la forma dell'atto pubblico oltre che l'iscrizione nel registro imprese. E seguita l'iscrizione, l'invalidità dell'atto di fusione non può essere pronunciata, e i soci e i terzi danneggiati dalla fusione possono agire solo per il risarcimento del denaro.
La società assume i diritti obblighi delle società estinte.
Può attuarsi in due forme:
1. Mediante il trasferimento di tutto o parte del patrimonio di una società a una o più società preesistenti
2. O mediante il suo trasferimento nuove società
Con contemporanea assegnazione delle relative partecipazioni ai soci della società che si scinde.
Si, purché non si è iniziata la distribuzione dell'attivo.
In passato i terzi potevano prendere da registro imprese di identità dei soci fondatori ma non l'identità di chi fosse successivamente diventato socio.
Ora in applicazione della legge n. 310 del 1993: entro trenta giorni dall'approvazione del bilancio e società non quotate in mercato regolamentato sono tenute a depositare per l'iscrizione nel registro delle imprese l'elenco dei soci riferito alla data di approvazione del bilancio, con l'indicazione del numero di azioni possedute, non che vi soggetti diversi dei soci che sono titolari diritti o beneficiari di vincoli su azioni medesime.
Chiunque può consultare registro delle imprese accertare che siano i soci una società.
Questa regola non vale per le società quotate: solo la Consob può imporre di renderlo pubblico.
L'azione è un documento (o titolo di credito) che incorpora la qualità di socio, ossia la posizione di parte nel contratto di società.
La divisione del capitale sociale in azioni è l'elemento caratterizzante del tipo della società per azioni; non è però altrettanto essenziale la distribuzione soci dei titoli delle azioni.
È riconosciuta la facoltà di deliberare, in assemblea straordinaria, che non si attribuiscono ai soci i titoli delle azioni e in per caso, da qualità di socio è provata dall'iscrizione nel libro dei soci.
L'azione corrisponde alla frazione minima di capitale sociale che occorre sottoscrivere per acquistare la qualità di socio: è pertanto indivisibile.
Più persone possono essere comproprietare di un medesimo titolo. Esse debbono esercitare i diritti mediante rappresentante comune mentre sono solidamente responsabili di obbligazioni derivanti da esso.
Articolo 2354: l'azione deve contenere:
1. La denominazione, la sede e la durata della società.
2. La data dell'atto costitutivo e della sua iscrizione, e l'ufficio del registro imprese dove la società è iscritta.
3. Il suo valore nominale e l'ammontare del capitale sociale
4. L'ammontare dei versamenti parziali e seguiti (se si tratta di azioni non interamente liberata)
5. Vi diritti obblighi particolari ad esse inerenti (es. azione privilegiata oppure prestazione accessori)
deve contener inoltre la sottoscrizione di uno di amministratori anche mediante riproduzione meccanica della firma se l'originale depositato presso l'ufficio del registro imprese.
Le azioni dovrebbero essere nominative o al portatore, a scelta dell'azionista. (Salvo che nell'atto costitutivo non ne sia la nominatività o che questo si è imposto dalle circostanze) Tuttavia ragioni di ordine fiscale hanno suggerito il principio della nominatività obbligatoria. Tale regola non vige però per una nuova categoria di azioni che sono le azioni di risparmio, prive del diritto di voto, che la società può emettere sia come azioni nominative sia, come azioni al portatore.
(Le azioni di risparmio sono usate dai gruppi di comando della società, ai quali viene offerto il vantaggio di sottrarre all'imposizione fiscale quella parte di ricchezza azionaria che eccede le esigenze del controllo. È un vantaggio definibile come sgravio fiscale.)
Per le azioni al portatore basta il possesso puro e semplice del titolo.
Per i azioni nominative occorre la duplice menzione del nome del possessore sul titolo e nel libro dei soci.
Si attuano per volontà dell'alienante e dell'acquirente in difformità dei principi generali che regolano il contratto. Non vi è il necessario consenso della società.
Tuttavia l'annotazione del trasferimento nel libro dei soci richiesta per la legittimazione dell'acquirente delle azioni all'esercizio dei diritti sociali, è un atto dovuto da parte della società.
A questi principi, l'atto costitutivo può derogare: può sottoporre particolari condizioni l'alienazione delle azioni nominative. (Divieto di alienazione è ammissibile solo per le quote di S.r.l.).
I particolari condizioni possono consistere in una previsione di determinate condizioni personali per l'appartenenza alla società (cittadinanza, residenza, confessione religiosa, categoria professionale).
La clausola di gradimento, invece, molto diffusa in passato, alla funzione di evitare possibili scalate comando di singoli uomini d'affari, e la sua validità è stata vivacemente contestata con la riforma del 1985: sono inefficaci le clausole degli atti costitutivi di società per azioni, le quali subordina gli effetti del trasferimento delle azioni al mero gradimento di organi sociali.
Altra clausola prevista è la clausola di prelazione: l'atto costitutivo impone al socio che voglia vendere le proprie azioni di offrirle prima in vendita agli altri soci alle condizioni di vendita del terzo disposto ad acquistarle.
Si distinguono in:
diritti patrimoniali : utili, liquidazione, opzione, recesso.
diritti amministrativi : intervento in assemblea, voto, impugnazione delle deliberazioni in valide, diritto di denuncia al collegio sindacale di fatti censurabili, diritto di prendere visione del progetto di bilancio, diritto di consultare libro dei soci e i libro delle adunanze e delle deliberazioni in assemblea.
Altri diritti amministrativi, riconosciuti all'azionista solo in quanto rappresenti da solo o con altri azionisti una data% capitale sono: diritto di chiedere la convocazione dell'assemblea, diritto di ottenere il collegio sindacale in balli su fatti denunciati, diritto di denuncia al tribunale delle gravi irregolarità commesse dai di amministratori e dai sindaci.
Inoltre ci Sono diritti inerenti alla facoltà di disporre dell'azione stessa: diritto di alienare l'azione, darle in pegno o in usufrutto.
Il diritto di voto spetta (salvo convenzione contraria) al creditore pignoratizio o all'usufruttuario. Il diritto di opzione spetta invece a socio. Il diritto agli utili spetta al creditore pignoratizio e all'usufruttuario.
Unico obbligo è l'eventuale previsione statuaria di prestazione accessore e quello di seguire il conferimento.
Inoltre di socio in morra nei versamenti non può esercitare il diritto di voto. (Non è interdetto nell'esercizio degli diritti).
L'articolo 2348 permette che si possono creare categorie di azioni fornite di diritti diversi.
Ai possessori delle azioni privilegiate è riconosciuta una prelevata partecipazioni agli utili annuali e alla ripartizione del patrimonio netto risultante dalla liquidazione.
Di azioni privilegiate possono (ma non necessariamente) essere azioni a voto limitato.
L'atto costitutivo può stabilire che le azioni privilegiate abbiano diritto di voto soltanto nelle deliberazioni di assemblea straordinaria.
I loro possessori hanno comunque diritto di impugnare anche le deliberazioni di assemblea ordinaria.
Le azioni a voto limitato e le azioni a risparmio non possono superare complessivamente la metà del capitale.
Sono privilegiate nella ripartizione degli utili e ne rimborso del capitale, ma prive del diritto di voto e del diritto di intervenire in assemblea e di chiederne la convocazione.
Il privilegio delle azioni a risparmio è regolato da specifiche disposizioni di legge:
1. In sedi ripartizione degli ultimi è assicurato un dividendo annuo minimo pari almeno 5% del valore nominale dell'azione, elevabile con disposizione dell'atto costitutivo.
2. In sede di liquidazione da società è riconosciuto il diritto di prelazione su rimborso del valore nominale dell'azione: l'attivo potrà essere ripartito fra gli altri soci solo dopo che siano stati integralmente rimborsati di azionisti di risparmio.
Le azioni a voto limitato e le azioni a risparmio non possono superare complessivamente la metà del capitale.
In caso di assegnazione straordinaria di utili ai prestatori di lavoro dipendente della società, possono essere emesse, per un ammontare corrispondente agli stessi utili, speciali categorie di azioni da assegnare individualmente ai prestatori di lavoro, con norme particolari riguarda la forma, al modo di trasferimento e ai diritti spettanti agli azionisti.
La norma e diretta a favorire il cosiddetto azionariato operaio. È una forma di risparmio forzato imposto ai prestatori stessi.
Gli utili sono assegnati i loro solo figurativamente: essi vengono imputati a capitale, mentre ai prestatori di lavoro vengono assegnati titoli azionari diversi da Le azioni ordinarie sia per i diritti spettanti agli azionisti sia per la forma e per il modo di trasferimento.
È permessa alla maggioranza, in caso di aumento di capitale, escludere il diritto di opzione dei vecchi azionisti, si azioni di nuova emissione sono offerte in sottoscrizione ai dipendenti della società.In tal caso se i dipendenti sottoscrivono le azioni, diventano portatori di azioni ordinarie.
Esse possono essere attribuite ai possessori di azioni rimborsate in caso di riduzione per esuberanza del capitale sociale e non hanno diritto di voto nell'assemblea. Concorrono solo nella ripartizione degli utili che residuano dopo il pagamento delle azioni non rimborsate di un dividendo pari all'interesse legale e, in caso di liquidazione, nella ripartizione del patrimonio sociale residuo dopo rimborso delle altre azioni al loro valore nominale.
Si esistono categorie speciali di azioni, è necessaria una modificazione della organizzazione interna della società.: se esistono diverse categorie di azioni, le deliberazioni dell'assemblea che pregiudicano i diritti di una di esse, devono essere approvate anche dall'assemblea speciale dei soci della categoria interessata.
Tali assemblee speciali devono essere convocate ogniqualvolta una deliberazione dell'assemblea abbia recato pregiudizio ai diritti della categoria. (Formano una categoria di azioni anche le azioni ordinarie).
In mancanza di approvazione da deliberazione dell'assemblea è invalida.
L'acquisto delle proprie azioni è sottoposto ad un limite pari alla decima parte del capitale sociale, tenendo conto a tal fine anche di azioni possedute da società controllate.
È subordinato ad una triplice condizione:
1. Che esso si autorizzato dall'assemblea
2. Che sia fatto con somme prelevate da utili distribuibili o da riserve disponibili risultanti dall'ultimo bilancio approvato.
3. Che si tratti di azioni interamente liberate.
Se si violano tali condizioni devono essere alienante entro un anno altrimenti saranno annullate.
Il diritto di voto è sospeso finché esse restano di proprietà della società.
È permesso. Questo tramite sia attuano i gruppi di società.
L'acquista vietato solo in due ipotesi + un limite quantitativo
1. Quando fra due società si sta ora un rapporto di partecipazione reciproca (con effetti simili ad acquisto di proprie azioni).: l'acquisto delle azioni da parte della società controllata della società controllante è soggetto alle stesse norme dell'acquisto di proprie azioni (autorizzazioni, somme, azioni liberate). Inoltre l'acquisto non può eccedere la decima parte del capitale della società controllante. Inoltre la società controllata non può esercitare il diritto di voto nelle assemblee della controllante.
L'articolo 2360 vieta alle società di costituire o di aumentare capitale mediante sottoscrizione reciproca di azioni.
Il fenomeno dell'acquisto reciproco potrebbe avvenire quando due società effettuano direttamente o tramite un'altra società partecipazioni azionarie reciproche. Se le società che effettuano la partecipazione in misura superiore ad un limite devono darne comunicazione scritta all'altra società e alla Consob entro trenta giorni. (E anche le successive modificazioni) la società che non esegue la comunicazione non può esercitare il diritto di voto.
Nel caso di partecipazioni reciproche eccedenti i limiti percentuali, chi esegue la comunicazione dopo aver ricevuto quella dell'altra società non può esercitare il diritto di voto e deve alienarle entro 12 mesi. Se la comunicazione contemporanea la sospensione del diritto di voto dell'obbligo della alienazione si applica ad entrambi.
2. L'assunzione di partecipazione in altre imprese non è consentita se per la misura e per l'oggetto sociale della partecipazione ne risulta sostanzialmente modificato l'oggetto sociale determinato dall'atto costitutivo.
3. Limite quantitativo: divieto alle società di possedere azioni di altre società per un valore superiore a quello del proprio capitale.
Per articolo 2359 si intende società controllata:
1. La società in cui un'altra società dispone della maggioranza dei voti esercitati nell'assemblea ordinaria.
2. La società in cui un'altra società dispone di voti sufficienti per esercitare un'influenza dominante nell'assemblea ordinaria.
3. E società che sono sotto l'influenza dominante di un'altra società in disturbi particolari vincoli contrattuali con essa.
La pluralità dei soci è necessaria appena nullità per la costituzione da società. Può successivamente venire meno senza che ciò comporti proscioglimento della società l'unica conseguenza e a decadenza dell'unico azionista dal beneficio della responsabilità limitata. Tale responsabilità i limitata vien in considerazione solo se la società è insolvente. Inoltre è limitata temporaneamente. L'azionista risponde con il proprio patrimonio solo delle obbligazioni sorte nel periodo in cui risulta essere stato l'unico azionista.
Tra le limitazioni e stata infranta con decreto legislativo 88/1993: che ha introdotto la S.r.l. con unico socio.
Inoltre in Italia agiscono delle proprie imprese individuali a responsabilità limitata estere: l'Anstalt opera nel nostro paese come persona giuridica straniera, ma il suo fondatore e italiano (ma ciò non si può sapere perché l'ufficio del pubblico registro di Vaduz è secondo la legge del Liechtestein vincolato da segreto.
Sono titoli nominativi (come le azioni) o titoli al portatore. Sono titoli emessi in serie identici fra loro destinate grande pubblico degli investitori. Non rappresentano quote di partecipazione alla società e non attribuiscono i loro possessori la qualità di socio. Gli obbligazionisti sono semplici creditori della società e l'obbligazione rappresenta un titolo di credito. Il rapporto sottostante a tale titolo è il mutuo che l'obbligazioni sta fa alla società all'atto della sottoscrizione del titolo. Il diritto è quello della periodica percezione di interessi e restituzione del capitale alla scadenza. L'obbligazionisti a non essendo socio, ha sempre diritto alla percezione di interessi e rimborso del titolo a suo valore nominale (salvo fallimento dell'azienda). È un tasso di interessi normalmente molto superiore al tasso di base di remunerazione del capitale azionario. A volte la società emittente può creare ulteriori allettamenti come la distribuzione di premi e la previsione di una partecipazione agli utili della società.
La società delibera contemporaneamente l'emissione di obbligazioni e l'aumento del capitale sociale per un ammontare corrispondente: capitale che sarà sottoscritto se e nella misura in cui gli obbligazionisti vorranno esercitare la facoltà di conversione attribuita loro dall'obbligazione.
È un privilegio riservato alle S.p.A. e S.a.p.a.: è l'estinzione a queste ultime di un privilegio riservato allo Stato nell'emissione di titoli del debito pubblico.
1. Le obbligazioni non possono essere emesse per somma eccedenti il capitale versato i esistente secondo l'ultimo bilancio approvato. Il capitale sociale non può successivamente l'emissione di obbligazioni, essere ridotto se non in proporzione delle obbligazioni già rimborsate. Tale limite può essere superato se le obbligazioni sono garantite da ipoteca o quando l'eccedenza dell'importo delle obbligazioni rispetto al capitale è garantita da titoli nominativi emessi o garantiti dallo Stato.
2. L'emissione deve essere deliberata dall'assemblea straordinaria. (Salvo che nell'atto costitutivo non si è stato delegato a gli amministratori per un periodo massimo di cinque anni) Deposito entro trenta giorni nell'ufficio di registro d'imprese e omologazione da parte del tribunale e iscrizione nel registro d'imprese.
1. Denominazione, l'oggetto la sede della società, ufficio del registro.
2. Capitale sociale versato e esistente al momento dell'emissione.
3. Data della deliberazione dell'assemblea e ed dell'iscrizione a registro
4. Ammontare complessivo delle obbligazioni emesse, il valore nominale di ciascuna, il saggio di interessi e il modo di pagamento e di rimborso.
5. Le garanzie da cui sono assistite.
L'obbligazionista è un membro di un gruppo organizzato la cui disciplina è determinata dal codice civile. È l'assemblea degli obbligazionisti, che a sua volta nomina, di triennio in triennio, un rappresentante comune anche non obbligazionista.
All'assemblea spetta di deliberare sulle modificazioni delle condizioni del prestito.
L'obbligazionista non può individualmente opporsi alle modificazioni delle condizioni contrattuali. Può dare in assemblea il voto contrario. Può agire individualmente nei confronti della società a tutela dei propri diritti ma gli sono consentite solo quelle azioni che siano compatibili con le deliberazioni prese dall'assemblea.
L'assemblea e regolata con rinvio alle norme sull'assemblea straordinaria della S.p.A.. Ma se si tratta di modificare condizioni del prestito è necessaria anche in seconda convocazione il voto favorevole dei gli obbligazionisti che rappresentino la metà delle obbligazioni.
Non è consentito agli amministratori di votare per le obbligazioni eventualmente possedute dalla società.
Al rappresentante comune spetta di dare esecuzione alle deliberazioni dell'assemblea, di tutelare interessi comuni, di rappresentare gli obbligazionisti nelle procedure concorsuali della società. È abilitato a trattare per conto degli obbligazionisti.
quali sono gli organi della società per azioni?
L'organizzazione interna della società per azioni sia articola in una pluralità di organi sociali, ciascuno dei quali investito di una propria competenza.
1. Assemblea (formata da tutti soci)
2. Organo amministrativo (individuare o collegiale)
3. Il collegio sindacale.
l'assemblea è ordinaria o straordinaria a seconda del carattere ordinario o straordinario dei gli oggetti posti in deliberazione.
Il verbale dell'assemblea straordinaria deve essere redatto da un notaio poiché le deliberazioni sono destinate ad iscrizione nel registro d'imprese e richiedono un titolo dell'iscrizione qualificato.
La competenza dell'assemblea è competenza speciale: non si può deliberare su oggetti che non siano ad essa attribuiti. Mentre quella dell'amministrazione è generale.
L'assemblea non può impartire direttive generali ne dare ordini a gli amministratori circa il compimento degli atti d'impresa (teoria istituzionalistica / corporate Philosophy). Ne può sostituirsi ad essi per deliberare. (In passato non era così) . L'esercizio d'impresa sociale di essere quanto più possibile, sottratto il soci, e che il soci sono dominati da intenti linguistici di guadagno, e questi intenti possono compromettere l'efficacia dell'impresa. Le direttive realtà vengono ma avvengono solo confidenziale mente dalla maggioranza. Ciò ho avuto l'effetto di estromettere le minoranze dalla gestione. (Tuttavia una certa autonomia c'è l'anno poiché ricevono sollecitazioni da moltissime parti sociali e i loro compito è quello di mediare tra il capitale di comando e i gruppi subordinati... inoltre i loro successo è dovuto alla capacità di realizzare il successo dell'impresa.)
1. A prova il bilancio
2. Nomina gli amministratori, i sindaci, e il presidente del collegio sindacale.
3. Determina il compenso dei gli amministratori e dei sindaci, se non è stabilito nell'atto costitutivo.
4. Delibera su gli altri oggetti attinenti alla gestione della società riservati alla sua competenza dall'atto costitutivo o sottoposte su esame dagli amministratori; non che sulla responsabilità dei gli amministratori e dei sindaci.
5. Revoca gli amministratori
6. Determina l'utile di bilancio da dividere fra i soci
7. Autorizza all'acquisto di proprie azioni.
Quali sono le competenze dell'assemblea straordinaria?
1. Delibera sulle modificazioni dell'atto costitutivo
2. Sull'emissione di obbligazioni
3. Sulla nomina e sui poteri dei liquidatori.
Per convocazione spetta:
1. di regola a gli amministratori
2. eccezionalmente al collegio sindacale (in caso di emissione da parte degli amministratori; quando non ci sono amministratori; quando al collegio siano stati denunciati da soci fatti censurabili)
3. Al presidente del tribunale (in caso di omissione sia di amministratori sia dei sindaci)
4. Al tribunale (in caso di accertate gravi irregolarità di amministratori o dei sindaci)
5. Ai soci di minoranza (occorre la richiesta che provenga da tanti soci che rappresentino almeno un quinto del capitale sociale di chi mille richiesta siano indicati gli argomenti da trattare)
1. almeno una volta all'anno,
2. Entro quattro mesi dalla chiusura dell'esercizio sociale (o termini maggiore previsto dall'atto costitutivo massimo sei mesi)
3. Quando sia venuta mancare la maggioranza dei gli amministratori
4. Quando debba essere integrato il collegio sindacale
5. Quando il capitale sociale diminuito di oltre un terzo
6. Quando si è verificato un fatto che determinano scioglimento della società
7. Apprezzamento discrezionale dei gli amministratori
La mancata convocazione nei casi in cui era opportuna e fonte di possibile responsabilità dei gli amministratori o gravi irregolarità.
Mediante avviso pubblicato nella gazzetta ufficiale della Repubblica con almeno quindici giorni di anticipo, contenente l'indicazione del giorno, dell'ora e del luogo dell'adunanza, non che l'elenco delle materie da trattare.
Si può fare a meno di queste formalità nel caso di assemblea totalitaria (quando in assemblea e rappresentato l'intero capitale e sono intervenuti tutti gli amministratori e i sindaci).
È consentito a ciascuno di intervenuti di opporsi alla discussione dei gli argomenti sui quali non si ritenga sufficientemente informato.
Anche se l'assemblea è stata regolarmente convocata, i soci che riuniscono un terzo del capitale rappresentato in assemblea possono dichiarare di non essere sufficientemente informati e chiedere rinvio.
La seconda convocazione è per l'ipotesi in cui la prima sia andata deserta. È consentito che nell'avviso di prima convocazione sia indicato il giorno della seconda. La conseguenza di questo è che la prima convocazione resta deserta e gli azionisti si presentano solamente alla seconda (normalmente il giorno successivo). La riforma ha messo anche la possibilità di un'assemblea in terza convocazione.
Possono far intervenire di rappresentanti a cui abbiano rilasciato procura scritta.
La rappresentanza non può essere conferita ne agli amministratori, ai sindaci e ai dipendenti della società, ne alle società da essa controllate e a gli amministratori, sindaci dipendenti di queste.
Oltre la maggioranza ordinaria, lo statuto può richiedere maggioranze più elevate, ma non può rendere sufficienti maggioranze meno elevate. È escluso il voto unanime dei soci o maggioranze talmente elevate da equivalere all'unanimità.
Le deliberazioni devono costare del verbale che deve essere sottoscritta dal presidente e dal segretario, e che se si tratta di assemblea straordinaria, deve essere redatto da un notaio.
L'invalidità delle deliberazioni sono di due specie: novità e annullabilità.
Tuttavia esiste questa inversione: secondi principi comuni: l'azione di nullità generale, (basata sul fatto che il contratto o l'atto unilaterale è contrario a norme imperative) Mentre è speciale l'azione di annullamento, (esperibile solo nei casi espressamente stabiliti dalla legge). Qui invece è generale l'azione di annullamento ed è speciale quella di nullità.
La deliberazione è nulla solo se ha oggetto impossibile o illecito; è annullabile in ogni altro caso in cui risulti presa non in conformità della legge o dell'atto costitutivo.
In caso di nullità l'azione spetta a chiunque ne abbia interesse e può essere rilevata d'ufficio dal giudice.
In caso di annullabilità l'azione spetta a: amministratori, sindaci, soci assenti o dissenzienti, a rappresentante comune di azionisti di risparmio. È sottoposto a breve termine di decadenza trascorsi tre mesi (dalla data di deliberazione o di iscrizione (se ne è soggetta) nel registro delle imprese) essa è definitivamente sanata. L'annullamento della deliberazione non pregiudica i diritti acquistati dai terzi in una buona fede.
L'azione di annullamento o impugnazione delle deliberazioni assembleari si propone davanti al tribunale del luogo dove la società ha sede. Se l'azione è esercitata da un socio, questi deve dare prova della qualità di socio e depositare in cancelleria almeno un'azione.
Quando vi sono dei conflitti di interesse: se il socio non si astiene, la deliberazione, qualora possa recare danno alla società, è in pugnabile se, senza il voto del socio, non si sarebbe raggiunta la maggioranza necessaria.
La deliberazione è quindi annullabile. Non è necessario il danno, ma è sufficiente il pericolo del danno.
In generale, del diritto di voto non si può a bussare: non lo si può esercitare per realizzare interessi particolari, e strani alla società. Esempi: si suole considerare invalida la deliberazione di approvazione del bilancio che Comprima l'utile allo scopo di provocare un ribasso di borsa e quindi far acquistare le azioni a basso costo dalla maggioranza. L'invalido e una deliberazione di aumento di capitale allo scopo di ridurre la quota di partecipazione di un socio di minoranza.
In questi casi il giudice non esercita sulla deliberazione alcun sindacato di merito. Il giudice si limita a constatare che il diritto di voto è stato esercitato dalla maggioranza per realizzare interessi particolari di questa estranei dal contratto di società. È quindi un sindacato di legittimità.
Articolo 2441:
l'azionista può essere privato del diritto di opzione per deliberazione dell'assemblea.
Il diritto può essere escluso quando le nuove azioni devono contenere conferimenti in natura. (Aumento di capitale preordinato allo scopo di procurare alla società quel determinato bene).
Con deliberazione straordinaria (limitatamente a un quarto d'elezioni nuova emissione) se queste sono offerte in sottoscrizione ai dipendenti della società.
In generale il diritto di opzione Può essere escluso quando l'interesse della società lo esige: può essere sempre escluso o limitato dall'assemblea, ma l'esclusione è invalida se ispirata a una manovra speculativa, cioè da interessi extra sociali della maggioranza(di ridurre la partecipazione della minoranza).
Si assiste a inversione dell'onere della prova: la maggioranza deve dimostrare, all'atto stesso della deliberazione, che l'esclusione un'imitazione del diritto di opzione è giustificata da specifiche esigenze della società: deve motivare la deliberazione, indicando qual interesse sociale intende perseguire.
i amministratori costituiscono il potere esecutivo della società per azioni. La competenza è competenza generale. Il loro potere si estende ad ogni sorta di atti diretti a conseguire l'oggetto sociale, che non siano rimessi alla competenza dell'assemblea. Inoltre hanno poteri di iniziativa dell'attività di assemblea: spetta dessi convocare l'assemblea e fissar nell'ordine del giorno. Spetta dessi redigere il bilancio annuale da presentare per l'approvazione all'assemblea. Hanno poteri esecutivi veri e propri e ad essi spetta di dare esecuzione alle deliberazioni dell'assemblea.
L'organo amministrativo può essere formato da una o più persone che possono essere soci o non soci, ma debbono necessariamente essere persone fisiche.
L'assemblea nomina e revoca di amministratori (per un periodo non superiore a tre anni). L'assemblea può sempre revocarli senza motivazioni. Si tuttavia avviene senza giusta causa l'amministratore ha diritto a risarcimento del danno.
L'amministratore può in qualsiasi momento rinunciare all'ufficio dandone comunicazione scritta con sia di amministrazione e al presidente del collegio: la rinuncia ha effetto immediato solo se rimane in carica maggioranza di amministratori, altrimenti produce l'effetto dal momento in cui la maggioranza si è ricostituita.
Nei casi in cui nell'esercizio vengano mancare un o più amministratori, senza che venga meno la maggioranza del consiglio d'amministrazione, si dà luogo alla cooptazione: gli amministratori rimasti provvedono con propria deliberazione a sostituire mancanti, che restano però in carica fino alla prossima assemblea.
Se viene meno la maggioranza, quelli rimasti devono convocare l'assemblea che provvede alla sostituzione.
Se vengono mancare tutti spetta il collegio sindacale convocare l'assemblea e compiere nel frattempo gli atti di ordinaria amministrazione.
Se non è stabilito dall'atto costitutivo, e determinato dall'assemblea. Può essere riconosciuta anche una partecipazione agli utili (con atto costitutivo o deliberazione assembleare).
Delibera a maggioranza assoluta dei presenti.
L'amministratore non può convocare l'assemblea da solo.
Ciascun amministratore deve esercitare un'attività di vigilanza e in ogni caso di amministratori sono solidalmente responsabili se non hanno vigilato su generale andamento della gestione o se, non hanno fatto quanto potevano per impedirne il compimento o eliminarne o attenuarne le conseguenze dannose.
Il singolo amministratore non potrà prendere i dovuti provvedimenti da solo, ma dovrà riferirlo al consiglio di amministrazione (chiedendo al presidente di disporne la convocazione).
La delibera del consiglio d'amministrazione può essere annullata solo in un'ipotesi: in quella delle deliberazioni presse con il voto determinante dell'amministratore in conflitto di interessi con la società. Tale amministratore doveva darne notizia ha i amministratori e astenersi dal voto. Le altre delibere sono inimpugnabili, al massimo possono causare la revoca per giusta causa, la responsabilità di amministratori per danni.
(Il terzo è reso sicuro della conclusione l'affare anche se in malafede).
Nelle società per azioni grandi o medio-grandi, il consigli amministrazione esprime dal proprio seno un più ristretto comitato esecutivo, oppure conferisce ad un o più amministratori da qualità di consiglieri delegati. Ed delega all'uno o agli altri e propri attribuzioni, conservando a sé una frazione di generale sovrintendenza sull'amministrazione.
Occorre che la possibilità di delega sia prevista dall'atto costitutivo o che sia autorizzata un'imposta dall'assemblea ordinaria. La nomina dei componenti è fatta dallo stesso consiglio di amministrazione che provvede a determinare anche l'ambito della delega. È una delega globale tranne le attribuzioni che sono in delegati: la redazione del bilancio, l'aumento di capitale, la riduzione del capitale per perdite o al disotto del limite legale. Il consiglio di amministrazione può impartire istruzioni all'organo delegato e può in qualsiasi momento revocarne gli atti o sostituirsi ad esso nel compimento diretto delle operazioni sociali.
Articolo 2396: sono semplici dipendenti della società, investiti di mansioni gestorie: sono giuridicamente institori della società, soggetti all'enorme sulla proposizione institoria. Non fanno parte dell'organo amministrativo e è dubbio se da qualità di direttore generale sia cumulabile con quella di consigliere di amministrazione.
Se i direttori generali sono nominati dall'assemblea o sono nominati dal consiglio di amministrazione, ad essi si applicano le norme che regolano la responsabilità di gli amministratori in relazione ai compiti loro affidati.
Spetta istituzionalmente a gli amministratori e in particolare a quelli fra essi cui l'atto costitutivo la conferisce. Spetta in genere al presidente del consiglio di amministrazione e al consigliere delegato o ai consiglieri delegati.
Articolo 2384: gli amministratori che hanno la rappresentanza della società possono compiere tutti gli atti che rientrano nell'oggetto sociale, salvo le limitazioni che risultano dalla legge o dall'atto costitutivo. Tuttavia le limitazioni al potere di rappresentanza che risultano dall'atto costitutivo o dello statuto, non sono opponibili ai terzi, salvo che si provi che questi abbiano intenzionalmente agito ad danno della società. (Malafede). A parte la possibilità di oppure al terzo contraente di avere concordato con l'amministrazione un inganno ad danno della società, per il resto i poteri di rappresentanza degli amministratori non sono opponibili ai terzi. La violazione quindi vale solo a rendere gli amministratori responsabili nei confronti della società per il risarcimento dei danni.
Il potere di rappresentanza è dissociato dal potere di amministrazione. Quest'ultimo spetta al consiglio di amministrazione quale organo collegiale. Il primo compete al presidente del consiglio di amministrazione e a uno o più consiglieri delegati.
1. L'atto compiuto dal rappresentante in esecuzione di una deliberazioni invalida dell'assemblea o del consiglio è invalido.
2. L'invalidità e l'atto compiuto dal rappresentante non è opponibile ai terzi di buona fede. A ha
I poteri di rappresentanza degli amministratori si estendono tutti gli atti che rientrano nell'oggetto sociale: cioè gli atti che appaiono collegati da un rapporto di mezzo a fine con l'oggetto sociale denunciato dall'atto costitutivo.
Ma per evitare che nel terzo contraente si determini una situazione di grande incertezza ad danno della società, si impone che: l'estraneità all'oggetto sociale degli atti compiuti dagli amministratori in nome della società non può essere opposta ai terzi di buona fede. Può essere opposto solo quando il terzo contraente sapeva che l'atto che cedeva i limiti dell'oggetto sociale. Questo è un onere probatorio particolarmente grave da provare per l'amministrazione.
I amministratori sono responsabili:
1. nei confronti della società (responsabilità contrattuale)
2. Nei confronti dei creditori sociali (responsabilità da fatto illecito)
3. Nei confronti di singoli terzi.
Di amministratori devono adempiere i doveri ad essi imposti dalla legge e dall'atto costitutivo con la diligenza del mandatario. (Quella del buon padre di famiglia).
La responsabilità investe ciascun amministratore perché ha partecipato all'atto che ha causato danno, oppure non ha fatto quanto poteva per impedirlo. (Responsabilità per violazione del dovere di vigilanza)
per liberarsi dalla personale responsabilità, il singolo amministratore dovrà far annotare il suo dissenso nel libro delle adunanze e delle deliberazioni del consiglio, dandone immediata notizia scritta al presidente del collegio sindacale.
La responsabilità è solidale.
La deliberazione dell'azione di responsabilità da parte dell'assemblea non importa automaticamente la revoca degli amministratori: essa importa la loro revoca solo se la deliberazione è presa con il voto favorevole di almeno un quinto del capitale sociale: nel qual caso l'assemblea stessa provvede alla loro sostituzione.
L'azione di responsabilità è esercitata anche se la società è stata dichiarata fallita o sottoposta liquidazione CO atta amministrativa.
Gli amministratori sono responsabili anche nei confronti dei creditori sociali. Per l'inosservanza di gli obblighi inerenti alla conservazione dell'integrità del patrimonio sociale.(responsabilità da fatto illecito). L'azione è proponibile solo quando il capitale sociale è insufficiente al soddisfacimento di loro crediti.
I amministratori sono responsabili verso soci o terzi. L'azione è riconosciuta quando il singolo socio è danneggiato da i amministratori direttamente (ad esempio perché egli è stato illegittimamente escluso dalla divisione degli utili). Non spetta invece a socio filamenti un danno riflesso. L'azione è riconosciuta ad ogni terzo per ogni possibile danno che, nell'esercizio delle loro funzioni, gli amministratori di abbiano cagionato.
È l'organo di controllo della società per azioni. È composto da membri nominati dall'assemblea, al quale è attribuita la funzione di controllare l'amministrazione della società di vigilare sull'osservanza della legge e dell'atto costitutivo.
Si compone di tre o cinque membri effettivi, soci o non soci, e di due membri supplenti, scelti fra gli iscritti nel registro dei revisori contabili tenuto dal ministero di Grazia e Giustizia. Funziona di regola collegialmente. Delibera a maggioranza assoluta. La carica è stabile. Restano in carica per tre anni e non possono essere revocati dall'assemblea se non esiste una giusta causa. La deliberazione di revoca inoltre devi essere approvata con decreto dal tribunale, sentito l'interessato.
Essi rispondono per l'inadempimento di loro doveri tanto verso la società, quanto verso i creditori sociali, in solido cogli amministratori.
Il collegio sindacale oltre alla vigilanza, controlla l'amministrazione della società, ossia l'operato dell'organo amministrativo:
il collegio deve accertare la regolare tenuta della contabilità sociale, la corrispondenza del bilancio alle risultanze di libri e delle scritture contabili, e l'osservanza delle norme stabilite dall'articolo 2426 per la valutazione del patrimonio sociale. Gli è inoltre imposto il dovere di accertare almeno ogni trimestre la consistenza di cassa e l'esistenza dei valori e dei titoli di proprietà sociale o ricevuti dalla società impegno, cauzione o custodia.
Essi debbono assistere alle adunanze del consiglio di amministrazione e alle assemblee. Possono assistere alle riunioni del comitato esecutivo. Hanno inoltre diritto ricevere dagli amministratori, il bilancio accompagnato con la loro relazione, almeno trenta giorni prima del giorno fissato per l'assemblea.
I singoli sindaci hanno il potere di procedere individualmente ad atti di ispezione e di controllo.
Il collegio sindacale ha la facoltà di chiedere agli amministratori notizie sull'andamento delle operazioni sociali o su determinati affari.
Possono impugnare le deliberazioni assembleari contrari alla legge o all'atto costitutivo. Possono impugnare le deliberazioni del consiglio di amministrazione che risultino presi con il voto determinante di un amministratore in conflitto d'interessi con la società. Hanno il compito di riferire sui risultati dell'esercito sociale e fare osservazioni sulla sua approvazione, nell'assemblea annuale convocata per l'approvazione del bilancio.
Funzione preminente è quella della consulenza tecnico-contabile che viene esercitata sul bilancio predisposto da gli amministratori. Fornisce all'assemblea valutazioni tecniche necessarie alla discussione.
(La legge tutela il segreto aziendale, impedendo al socio ogni diritto di informazione e di controllo e vincolano i sindaci al segreto. ) I sindaci sono responsabili verso la società della veridicità delle loro attestazioni.
Ai sindaci e richiesta la diligenza del mandatario. Quindi sono responsabili dell'adempimento di loro doveri sia verso la società, sia verso i creditori sociali. Le azioni di responsabilità sono regolate dalle stesse norme che regolano le corrispondenti azioni contro gli amministratori. Sono esercitate dal curatore dopo il fallimento della società.
1. I sindaci rispondono in solido con gli amministratori dei danni costoro cagionati alla società, ai creditori sociali, ai singoli soci o terzi.
2. Rispondono quando sia configurabile al loro carico, la violazione di un obbligo inerente alla loro carica all'obbligo di vigilare sull'amministrazione.
3. Del danno essi rispondono solo se c'è rapporto di causalità fra violazione dei loro doveri di vigilanza e danno.
4. Rispondono in solido fra loro ma la loro responsabilità (in presenza delle condizioni 2 e 3) è solidale con quella di amministratori.
Ciascun socio può sollecitare l'attività di controllo del collegio sindacale su specifici fatti di quali egli è a conoscenza e che ritiene censurabili.
Se la denuncia proviene da un ventesimo del capitale, il collegio dovrà indagare senza ritardo sui fatti e presentare le sue conclusioni all'assemblea, convocandola immediatamente se la denuncia è fondata.
Tribunale
Consob
Se vi è sospetto di gravi irregolarità, nell'adempimento dei doveri di amministratori e di sindaci, i soci che rappresentano il decimo del capitale possono denunziare i fatti al tribunale. È sufficiente che si documenti non l'esistenza di elementi di fondato sospetto di gravi irregolarità (non è necessario l'onere della prova). Il tribunale può respingere il ricorso se di elementi non giustificano alcune fondato sospetto o che mancano gli estremi di gravità. Altrimenti, sentiti in camera di consiglio gli amministratori e i sindaci, disporrà l'ispezione dell'amministrazione a spese dei soci richiedenti. Se le irregolarità sussistono il tribunale può:
1. Disporre di opportuni provvedimenti cautelari e convocare l'assemblea fissando nell'ordine del giorno per le conseguenti deliberazioni.
2. Nei casi più grandi revocare i amministratori e i sindaci e nominare un amministratore giudiziario, determinandone i poteri e la durata. L'amministratore giudiziario non può compiere atti eccedenti l'ordinaria amministrazione senza l'autorizzazione del presidente del tribunale. È in ogni tempo revocabili da parte del tribunale. Ha la rappresentanza processuale della società e può proporre l'azione di responsabilità contro gli amministratori e i sindaci.
Questi provvedimenti possono essere presi anche su richiesta del pubblico ministero (in questo caso le spese saranno a carico della società).
Consob è formata da un presidente e quattro membri nominati con decreto del presidente della Repubblica, previa deliberazione del consiglio dei ministri.
Ai poteri della Consob sono sottoposti:
1. Le società con azioni quotate in borsa.
2. Gli enti aventi oggetto esclusivo o principale l'esercizio di attività commerciali, i cui titoli sono quotati in borsa (enti pubblici economici che abbiano emesso obbligazioni quotate in borsa)
3. Le società e gli enti anche se non abbiano emesso titoli quotati in borsa esse sono:
a) società o enti finanziari iscritti nell'apposito albo speciale tenuto dal servizio di vigilanza sulle aziende di credito. Che abbiano per oggetto esclusivo l'assunzione di partecipazione in altre società; lo svolgano altre attività; posseggono titoli non inferiore a 60% del complessivo valore dei cespiti iscritti al bilancio.
b) società o enti che svolgano di fatto come attività esclusiva o principale quelle sotto 3.a
c) società di gestione di fondi comuni di investimenti.
4. Società con titoli non quotati in borsa ma ammessi al mercato ristretto
5. Società o enti con titoli abitualmente o largamente negoziati
6. Di amministratori, i sindaci e i direttori generali di società con azioni quotate in borsa
7. Chiunque intende procedere ad offerte pubbliche di acquisto di vendita di azioni o di obbligazioni quotate o non quotate.
8. Le società di revisione
9. Le aziende di istituti di credito e enti di gestione delle partecipazioni statali.
Funzioni finali: procurar informazione pubblico
funzioni strumentali o istruttorie: acquisire informazioni
l'acquisizione di informazione e attuata:
1. Con la previsione degli obblighi di comunicazione imposti al società o a gli enti (le società devono comunicare il progetto di bilancio, le relazioni d'egli amministratori, venti giorni prima dell'assemblea; le proposte che importano modificazioni dell'atto costitutivo, emissione di obbligazioni fusione con altre società, 45 giorni prima; deliberazioni adottate e bilancio approvato entro trenta giorni dalla deliberazione; relazione semestrale e deliberazioni di distribuzione di acconti sui dividenti entro quattro mesi dalla fine del primo trimestre.)
2. Potere di richiedere alle società comunicazione periodica di dati notizie e trasmissione di atti di documenti.
3. Potere di eseguire ispezione presso le società o gli enti e di assumere notizie e chiarimenti da gli amministratori, dai sindaci, dai revisori, dai direttori generali, al fine di accertare l'esattezza e la completezza di dati comunicati o pubblicati.
Le informazioni acquisite dalla Consob sono coperti da segreto di ufficio, anche nei riguardi delle pubbliche amministrazioni, tranne per il ministero del Tesoro.
1. Può prescrivere alle società la redazione di bilanci consolidati di gruppo anche per settori omogenei. (Tale prescrizione è ora generalizzata dalle nuove norme sul bilancio)
2. Dispone, sentiti gli amministratori, che da parte delle società o enti siano resi pubblici, dati e notizie necessari per informazione del pubblico, in aggiunta a quelli risultanti dal bilancio e dalle relazioni, con esclusione di quegli da cui divulgazione possa essere di pregiudizio alla società.
La deliberazione della Consob a efficacia nel decimo giorno della sua comunicazione, entro questo termine gli amministratori possono, un reclamo motivato, oppure la Consob di pregiudizio per la società con effetto di sospendere l'efficacia della deliberazione. La Consob , sentiti di nuovo gli amministratori, decide sul reclamo.
La legge del 23 febbraio 1977 attribuisce la Consob la facoltà di autorizzare lo svolgimento, nei locali della borsa, del cosiddetto mercato ristretto e di ammettere alla negoziazione in esso dei titoli non quotati. Su queste società la Consob esercita alcune funzioni attribuite sulle società con azioni quotate. Requisito per ammissione al mercato è ristretto e che le società abbiano emesso titoli diffusi fra il pubblico in misura non inferiore al 20% dell'ammontare complessivo della categoria di appartenenza. La missione può essere revocata quando sul titolo non si siano concluse contrattazioni per sei mesi.
La materia è stato profondamente rinnovata con decreto 9 aprile 1991, n. 127 di attuazione delle direttive comunitarie in materia che hanno profondamente modificato le norme del codice civile.
Ora il bilancio di esercizio comprende (articolo 2423) 3 documenti (due dei quali sono contabili):
1. Lo Stato patrimoniale
2. Il conto economico
3. La nota integrativa (carattere esplicativo dei primi 2)
Ha la funzione di dimostrare il valore del patrimonio sociale e disporre gli utili distribuibili al termine dell'esercizio stesso. (Il patrimonio sociale e , nella società per azioni, la sola garanzia offerta ai creditori.).
L'interesse di azionisti e quello dei creditori sono opposti: di azionisti mirano ad ottenere più alti dividendi e quindi desiderano una più alta valutazione delle poste attive nel bilancio rispetto a quello che desiderano i creditori.
Il codice civile impone che la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato d'esercizio risultino dal bilancio con chiarezza e in modo veritiero è corretto.
Tuttavia vi sono delle eccezioni: articolo 2426 pone limite massimo alla valutazione degli elementi dell'attivo (deroga al principio di verità del bilancio):
Gli immobili, gli impianti, il macchinario, diritti di brevetto, di utilizzazione delle opere dell'ingegno, i marchi, non possono essere iscritti per un valore superiore al prezzo di costo o di produzione (valore storico). Se il valore attuale risulta inferiore al valore storico deve essere iscritto per il valore attuale.
I titoli, le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni non possono essere iscritte per un valore superiore al minor prezzo a quello di acquisto (o di produzione) e quello di assunto dall'andamento del mercato.
L'avviamento dell'azienda può essere iscritto soltanto quando è stata pagata una somma a tale titolo nell'acquisto dell'azienda, e per un importo non superiore al prezzo pagato.
La verità legale non coincidere in alcuni casi con quella reale.
Si permette perciò una eccezione alla eccezione (cioè un ritorno alla verità) nei casi in cui la deroga possa tradursi in un pregiudizio per la società. La deroga alla deroga dei nei essere motivata sulla nota integrativa con l'indicazione della sua influenza sulla situazione patrimoniale e finanziaria e sul risultato economico. Gli eventuali utili di questa deroga devono essere iscritti al passivo in una riserva non distribuibile.
articolo 2423 bis:
1. Principio di prudenza (valutazione più bassa per le porte dell'attivo, più alta per le poste del passivo)
2. Principio della competenza: bilancio deve rappresentare la situazione patrimoniale e finanziaria della società e risultato economico quali emergono alla data di chiusura dell'esercizio annuale, che il periodo di competenza del bilancio, e cioè quandodunque il bilancio venga redatto in epoca successiva, quando le poste di bilancio possono avere subito variazioni. ( conta inoltre la data di accadimenti, non quella della loro conoscenza.)... vengono coordinati i dati e riscontri attivi e passivi. A
3. Gli elementi eterogenei, appartenenti alle singole voci, debbono essere valutati separatamente.
4. I criteri di valutazione non possono essere modificati da un esercizio all'altro (deroga in casi eccezionali)
Permettono di attuare veri e propri accantonamenti di utili: viene assecondata l'aspirazione dei capitali di comando all'autofinanziamento. Un autofinanziamento tacito.
Sono delle forme illecite: riserve occulte. Sono il risultato di iscrizione in bilancio di fittizie poste passive o omissione di poste attive. I amministratori in tal caso commettono reato. Altre volte sono il risultato di sotto valutazione degli elementi attivi nel bilancio o sopra valutazione degli elementi passivi. Perché la riserva occulta debba considerarsi illecita occorre però che la sotto valutazione una sopra valutazione superi i limiti di ogni ragionevolezza: che essa non possa in alcun modo apparire giustificata da principi di prudenza.
È la rappresentazione da situazione economica e finanziaria della società, quali risulta al termine dell'esercizio annuale. Deve essere redatto in conformità dello schema legislativamente predisposto e riportato per esteso. Ma viene ammesso che possono essere giunte altre voci.
Il conto economico e il prospetto contabile dei ricavi conseguiti e dei costi sostenuti nel corso dell'esercizio, con l'indicazione delle relative cause generateci. E ha la funzione di dimostrare il risultato d'esercizio, ossia l'utile realizzato una perdita subita. Deve essere redatto secondo lo schema legislativamente predisposto.
Le società possono redigere bilancio in forma abbreviata quando nell'esercizio o successivamente per due esercizi consecutivi non abbiano superato i seguenti limiti:
1. Totale dell'attivo del Stato patrimoniale: 4700 milioni di lire
2. Ricavi delle vendite e delle prestazioni:9500 milioni
3. Dipendenti occupati in media durante l'esercizio: cinquanta unità
Offre le chiavi di lettura dei documenti contabili che formano il bilancio di esercizio, illustrando i criteri applicati nelle valutazioni delle voci di bilancio. Fornisce inoltre informazioni ulteriori rispetto a quelle disponibili dallo Stato patrimoniale e da conto economico.
HA una funzione di resoconto sull'andamento della gestione. Devono illustrare analiticamente l'andamento della gestione nei settori della società, anche attraverso altre società da essa controllate, con particolare riguardo agli investimenti ai costi e ai ricavi. Dalla relazione deve risultare l'evoluzione prevedibile della gestione. E:
1. Le attività di ricerche sviluppo
2. I rapporti con imprese controllate, collegate, controllanti, sottoposte.
3. Numero di azioni e valore possedute.
4. Numero e valore delle azioni proprie acquistate dalla società o alienate.
Il bilancio è redatto da i amministratori. Tuttavia questo è solo un progetto di bilancio. Perché il bilancio acquisti giuridica efficacia, occorre la sua approvazione da parte dell'assemblea..
Almeno trenta giorni prima di quello fissato per l'assemblea, il bilancio deve essere comunicato al collegio sindacale, con la relazione e documenti giustificativi, al fine di permettere al collegio sindacale di riferire all'assemblea.
Durante i quindici giorni che precedono l'assemblea, il bilancio deve restare depositato in copia nella sede della società per farne prendere visione ai soci interessati.
Il bilancio può essere falso (omissione o inserimento di poste non esistenti), irregolare (violazione di principi di formazione del bilancio e di valutazione). Nel caso di bilancio falso di amministratori in corrono in responsabilità penale(indipendentemente che il bilancio si approvato o meno). Inoltre è nulla la deliberazione che approvi un bilancio falso. Mentre è annullabile l'approvazione di un bilancio irregolare.
Entro trenta giorni dall'approvazione debbono essere depositati presso l'ufficio del registro delle imprese: una copia del bilancio, relazioni di amministratori e dei sindaci, e verbale di approvazione dell'assemblea.
L'assemblea approva L'utile distribuibile. L'utile distribuibile diventa dividendo solo, e nella misura in cui, la maggioranza assembleare decida di ripartirlo fra i soci. (Eccezione per le azioni di risparmio).
È possibile, per i amministratori, distribuire ai soci acconti sui futuri dividenti solo in queste condizioni:
1. Deve trattarsi di società il cui bilancio è assoggettato per legge certificazione
2. Distribuzione degli acconti deve essere consentita dall'atto costitutivo
3. Il bilancio dell'esercizio precedente dei nei essere già certificato e approvato
4. Da esso non debbono risultare perdite relative all'esercizio o agli esercizi precedenti
5. I amministratori debbono redigere un prospetto contabile e una relazione nel quale si dimostri che si possono distribuire gli acconti.
L'ammontare complessivo di acconti non può superare la minor somma fra l'importo utile conseguito nell'esercizio precedente e quello delle riserve disponibili.
La società per azioni deve tenere i libri e le altre scritture contabili prescritti dall'articolo 2214 per ogni imprenditore commerciale (escluse società per azioni che abbiano per oggetto l'esercizio di impresa agricola).
La società per azioni in quanto tale, deve tenere norma dell'articolo 2421:
1. Il libro dei soci (a cura degli amministratori)
2. Il libro delle obbligazioni (a cura degli amministratori)
3. Il libro delle adunanze e delle deliberazioni delle assemblee (a cura degli amministratori)
4. Il libro delle adunanze e delle deliberazioni del consiglio di amministrazione (salvo amministratore unico) (a cura degli amministratori)
5. Il libro delle adunanze e delle deliberazioni del collegio sindacale (a cura del collegio sindacale)
6. Il libro delle adunanze e delle deliberazioni del comitato esecutivo (se esiste) (a cura del collegio esecutivo)
7. Il libro delle adunanze e delle deliberazioni delle assemblee degli obbligazionisti (a cura del rappresentante comune degli obbligazionisti)
ha gli azionisti è riconosciuto un limitato diritto di ispezione dei libri sociali: essi possono esaminare solo vi libri dei soci e il libro delle adunanze e delle deliberazioni delle assemblee.
Agli obbligazionisti è permesso solo l'esame del libro delle obbligazioni e il libro delle adunanze delle deliberazioni delle loro assemblee.
La società di capitale, e società cooperative, gli enti pubblici economici, che abbiano il controllo di impresa, sono tenuti a redigere anche bilancio consolidato, sempre che le azioni o quote della controllata siano possedute dalla controllante per l'esercizio (indiretto) dell'impresa cioè iscritte in bilancio di esercizio quali immobilizzazioni finanziarie (e non allo scopo della successiva alienazione).
La nozione di controllo include:
1. Ipotesi in cui la controllante abbia il diritto di esercitare sulla controllata un'influenza dominante (per contratto o per clausola statutaria)
2. Ipotesi in cui la controllante disponga della maggioranza dei diritti di voto nella controllata in base ad accordi con altri soci (il caso del sindacato di voto)
la funzione del bilancio consolidato e di rappresentare la situazione patrimoniale finanziaria di risultato economico del complesso delle imprese costituito dalla controllante e dalle controllate.
Sono esonerati: i gruppi di piccole dimensioni che non abbiano superato per due esercizi consecutivi due dei seguenti limiti:
1. Un attivo complessivo non superiore a 19.000.000.000
2. Un fatturato non superiore a 38.000.000.000
3. Un numero medio di dipendenti non superiore a 250 unità
sono esso ne rate se non hanno rimesso titoli quotati in borsa le sub-holding (controllanti controllate)
il bilancio consolidato è redatto secondi principi corrispondenti a quelli del bilancio di esercizio: gli stessi criteri di valutazione utilizzati per il bilancio di esercizio della società che redige il bilancio consolidato.
Il bilancio consolidato è redatto da i amministratori della controllante e costa dello Stato patrimoniale, del conto economico e della nota integrativa. È corredato da una relazione sulla situazione complessiva del gruppo.
In virtù del d.p.r. 31 marzo 1975 n. 136, nelle società con azioni quotate in borsa, il controllo della regolare tenuta della contabilità sociale, della corrispondenza dello Stato patrimoniale e del conto economico alle risultanze delle scritture contabili e dell'osservanza delle norme sulla valutazione del patrimonio sociale è seguito, oltre che dei sindaci, da una società di revisione, scelta fra quelli iscritte in un apposito albo tenuto dalla Consob.
La certificazione e l'attestazione da parte di una società di divisione che:
1. Il bilancio corrisponde alle risultanze e le scritture contabili e di gli accertamenti e seguiti
2. Lo stesso è conforme alle norme sulla redazione e sul contenuto del bilancio
3. I fatti di gestione sono esattamente rilevati dalle scritture contabili, secondo corretti principi di contabilità.
La relazione di certificazione e sottoscritta da i amministratori o dei soci che hanno la rappresentanza della società di revisione, e resta depositata presso la sede della società, durante i quindici giorni precedenti l'assemblea e fino a quando il bilancio non sia approvato.
Se la società di revisione, non intende rilasciare la certificazione, deve esporre analiticamente i motivi di informarne immediatamente la Consob.
La certificazione e, giuridicamente, una dichiarazione di scienza, destinata svolgere diverse funzioni, a favore di gli azionisti e del pubblico, più in generale, dei risparmiatori, di terzi in genere che sono entrati o che si accingono ad entrare il rapporto di affari con la società di della stessa società sottoposta a revisione. Offre la garanzia di un alto grado di attendibilità della comunicazione sociale.
Tuttavia vi è anche la certificazione volontaria.
Se la società di revisione ritiene di non rilasciare la certificazione, il bilancio potrà essere ugualmente sottoposto all'assemblea e approvato, ma le deliberazioni sarà impugnabili secondi principi comuni.
La certezza giuridica prodotta dalla certificazione e solo relativa: la deliberazioni di approvazione del bilancio restano suscettibile di riesame giudiziario. Una volta decorso il termine (sei mesi) la certezza giuridica prodotta dalla certificazione diventa assoluta e la validità della deliberazione non può più essere messo in discussione.
È una società per azioni modificata dalla presenza di uno o più soci accomandatari (illimitatamente e solidalmente responsabili per le obbligazioni sociali)
ad essa si applicano le norme sulla S.p.A.
la denominazione sociale deve essere costituita dal nome di almeno uno dei soci accomandatari, con l'indicazione di s.a.p.a.
i soci accomandatari sono amministratori permanenti, cui incombe una responsabilità illimitata. (Mentre nella s.a.s. possono esistere accomandatari non amministratori)
L'atto costitutivo deve indicare le persone dei soci accomandatari, i quali assumono di diritto la carica di amministratori, fino a quando l'assemblea non li abbia evocati, con deliberazioni di assemblea straordinaria, o non abbiano rinunciato alla carica, oppure abbiano cessato di appartenere alla società.
I nuovi amministratori sono nominati dall'assemblea straordinaria con l'approvazione individuale di amministratori rimasti in carica. I nuovi amministratori assumono dal momento dell'accettazione da nomina, la qualità di soci accomandatari.
A ciascun accomandatario è riconosciuto un diritto di veto alle modificazioni dell'atto costitutivo, che debbono essere approvate da tutti i soci accomandatari.
La società si scioglie in caso di cessazione di tutti i amministratori, se nel termine di sei mesi non si è provveduto alla loro sostituzione. Per questo periodo la società è amministrata da un amministratore provvisorio, nominato dal collegio sindacale, che non assume la qualità di socio accomandatario ed i cui poteri sono limitati all'ordinaria amministrazione.
Di società in accomandita per azioni nel nostro paese ne esistono poche. (Pirelli e C. Che è una società finanziaria della Pirelli S.p.A.).
Il beneficio della limitazione di responsabilità e stesso al settore del medio o del a medio piccola impresa.
Ha in comune con la S.p.A. il beneficio del responsabilità limitata.
L'unico socio di cade dal beneficio del responsabilità limitata per le obbligazioni sorte il periodo in cui è stato unico socio.
Per questo tipo di società è richiesto un capitale minimo di venti milioni.
Principali elementi di differenziazione quella S.p.A.:
1.le quote partecipative dei soci non possono essere rappresentate da azioni. Non può fare quindi ricorso al mercato del risparmio.
2.l'assemblea è convocata per lettera raccomandata.
3.Ciascun socio dispone di un voto per ogni mille lire di valore della sua quota.
4.La maggioranza richiesta è più elevata.
5.Non esiste la distinzione fra maggioranze di prima e seconda convocazione.
6.L'assemblea ordinaria delibera con voto favorevole dei soci che rappresentino la maggioranza del capitale sociale.
7.Assemblea straordinaria delibera con il voto favorevole dei soci che rappresentino due terzi del capitale sociale.
Gli amministratori sono di regola soci. Ma atto costitutivo può consentire che l'amministrazione sia affidata a non soci.
La presenza del collegio sindacale obbligatoria solo se l'atto costitutivo richieda o se la società abbia un capitale superiore o pari a duecento milioni.(o se per due esercizi consecutivi: l'attivo abbia superato due miliardi; o il fatturato abbia superato quattro miliardi; o i dipendenti abbiano superato 50 unità). Quando manca il collegio sindacale, il controllo sull'amministrazione è esercitato direttamente dai soci (ciascun socio a diritto di avere da gli amministratori notizia dello svolgimento di affari sociali e di consultare i libri sociale) mentre i soci che rappresentano almeno un terzo del capitale sociale hanno il diritto di far eseguire annualmente, a proprie spese, la revisione della gestione.
Il potere dei soci è però inferiore a quello del collegio sindacale: il simbolo socio non può prendere visione delle scritture contabili della società, non può accertare la consistenza di cassa (solo a scadenze annuali).
La quota è la posizione di parte nel contratto di società, nella sua considerazione quantitativa data dal valore della frazione di capitale sottoscritta dal socio.
Le quote possono avere diverso ammontare.
Ciascun socio è titolare di una sua quota. E la sua potenza e data dall'ammontare della quota da lui sottoscritta.
È previsto un ammontare minimo delle quote, che non possono essere messo in caso inferiore a mille lire. E le quote superiori devono corrispondere ad un multiplo di mille lire. Le quote possono formare oggetto di comproprietà ma sono i visibili in caso di alienazione o di successione a causa morte.
Le quote sono trasferibili, ma atto costitutivo può vietarne il trasferimento, anche per causa morte. Perché il trasferimento acquisti efficacia, occorre l'iscrizione del trasferimento nel libro dei soci. L'atto di trasferimento degli essere redatto per iscritto con firme autenticata dal notaio. Il notaio deve provvedere entro trenta giorni all'iscrizione dell'atto nel registro delle imprese. Per iscrizione nel libro dei soci, l'acquirente deve esibire il titolo dai cui risulta il trasferimento dell'avvenuto deposito del titolo nel registro delle imprese.
La forma scritta è richiesta solo a titolo per l'iscrizione nel registro delle imprese.
I creditori particolari del socio possono espropriare la quota (questa viene sottoposta a vendita forzata o viene assegnata creditore)
le regole di trasparenza per le S.p.A. valgono anche per le essere alle: insieme al bilancio annuale, degli essere depositato presso i registro delle imprese anche l'elenco dei soci e degli altri titolari di diritti sulle quote sociali.
Il decreto legislativo 3 marzo 1993 n. 88, in attuazione della direttiva comunitaria, ha introdotto, modificando il codice civile, la figura del S.r.l. con unico socio.
1. La società o essere costituita con atto unilaterale, e può avere fin dalla sua costituzione un unico socio.
2. L'unico socio può fruire del beneficio della limitazione della responsabilità, se si tratta di persona fisica, e purché non sia socio unico di altra società di capitali. (Può quindi essere costituita anche da un'altra società come socio unico, tuttavia non potrà beneficiare della limitazione di responsabilità).
La responsabilità limitata è subordinata a specifiche condizioni:
1. Le generalità dell'unico socio devono essere rese pubbliche mediante l'iscrizione nel registro delle imprese.
2. I conferimenti in denaro dell'unico socio devono essere interamente versati in sede di costituzione della società in sede di aumento di capitale.
3. il socio unico non può vantare, per crediti che abbia verso società, cause legittime di prelazione.
4. Egli è sempre creditore chirografario della società, nonostante eventuali pinne, ipoteche o privilegi che assistono i suoi crediti.
I tipi di società considerati finora, sono società lucrative. La loro caratteristica ero scopo di lucro o profitto.
Dalle società lucrative, il codice civile distingue quelle con scopo mutualistico (articolo 2511).
Che cosa sia il scopo mutualistico il codice civile non dice in termini positivi. Ma in senso negativo: l'atto costitutivo della società cooperativa deve indicare la percentuale massima degli utili ripartibili. (Da cui emerge che non c'è scopo mutualistico, dove i soci sono mossi da un intento di illimitato profitto).
La Repubblica riconosce (articolo 45 della costruzione) la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. (Il carattere di mutualità comporta una radicale esclusione del scopo di lucro).
Il fenomeno sottostante alla società cooperativa e quello per il quale un gruppo di utenti o un gruppo di lavoratori di un determinato settore imprenditoriale si organizza in società per esercitare l'attività di impresa di quel determinato settore. (Esempio le cooperative di consumo o cooperative edilizie). Alla gestione capitalistica è sostituita l'autogestione.
Il gruppo organizzato mira a fornire ben io servizi o occasioni di lavoro direttamente ai membri dell'organizzazione a condizioni più vantaggiose di quelle che otterrebbe lo dal mercato. Il fine non è il profitto, ma l'immediato vantaggio dei soci in quanto utenti o in quanto lavoratori.
Il movimento operativo sorge in Inghilterra come espressione del proletariato industriale, a fianco al sindacato, come organizzazione della classe operaia contro lo sfruttamento della classe capitalistica.
Il codice civile detta una disciplina generale (titolo VI del quinto libro).
Questa disciplina contiene molti elementi di contaminazione (ad esempio lo scopo prevalentemente in un esclusivo di mutualità e che le cooperative sono società).
Alle cooperative, concepite come società cooperative, il codice civile estende molte delle norme dettate per le società educative e in particolare per la S.p.A.: Alle società cooperative si applicano le disposizioni riguardanti i conferimenti e le prestazioni accessorie, le assemblee, gli amministratori, i sindaci, i libri sociali, il bilancio e la liquidazione della S.p.A., in quanto compatibili con le disposizioni seguenti e con quelle delle leggi speciali. Quindi a cooperativa si presenta come una società di capitali modificata da alcuni elementi che mirano ad adattarne la struttura a perseguimento del scopo mutualistico.
Gli elementi di differenziazione sono:
1. Limite massimo alla partecipazione in ciascun socio a capitale della società. (Massimo 80 milioni. Cento venti milioni per le cooperative di trasformazione di alienazione di prodotti agricoli e per le cooperative di produzione e lavoro; non si applica nei confronti delle persone giuridiche socie (cooperative di secondo grado o complesse)).
2. Limite minimo: occorre che i soci siano almeno nove, e se scende dovrà essere reintegrato entro un anno, Pina lo scioglimento.
3. La variabilità del capitale sociale: il capitale della società non è determinato in un ammontare prestabilito, il suo mento o diminuzione (per entrata o uscita di soci) non importa modificazione dell'atto costitutivo. Principio della porta aperta. L'atto costitutivo deve indicare le condizioni per la missione dei soci, essa è fatta con deliberazione degli amministratori su domanda dell'interessato.
4. Principio una testa un voto. L'atto costitutivo può attribuire più voti alle persone giuridiche, ma non oltre 5.
C'è il rifiuto del principio plutocratico per il quale il potere economico dipende dalla proprietà della ricchezza ed è proporzionale ad essa.
Una molteplicità di rapporti di scambio che si sta augurano fra la cooperativa e i singoli soci, a seconda dell'oggetto della cooperativa, in rapporti di compravendita o di lavoro o di credito o di assicurazione.
La fruizione di queste agevolazioni, richiede creazione di nuovi rapporti contrattuali ulteriori rispetto a contratto di società (ulteriore esborso oppure prestazioni di lavoro ulteriori). A questa regola fanno eccezione le mutue assicuratrici.
Il codice civile l'invenzione a parte. L'essenza sta nel fatto che non si può acquistare la qualità di socio, se non assicurandosi presso società, e si perderà qualità di socio con l'estinguersi dell'assicurazione.
Le cooperative possono attribuire ai soci un vantaggio mutualistico in due modi:
1. direttamente (praticare prezzi inferiori, o salari maggiori)
2 indirettamente (praticare prezzi correnti o salari correnti, per poi versare loro a scadenze periodiche somme di denaro) sono i ristorni. Corrispondenti alla differenza fra prezzi praticati e costi o fra ricavi e salari pagati.
Secondo il codice civile le società cooperative sono caratterizzate da uno scopo prevalentemente, ma non esclusivamente, mutualistico: mutualità spuria. Compromesso fra principi mutualistici e capitalistici. È ammessa una (sia pure limitata) distribuzione di utili ai soci.
Limiti della ripartizione degli utili:
1. Deve essere indicata la percentuale massima degli utili ripartibili
2. Deve essere riservata almeno la quinta parte degli utili netti annuali a riserva legale.
3. (Riforma 1992) devono essere destinati il 3% degli utili netti annuali a fondi mutua di Ici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione.
4. La remunerazione del capitale sociale non può superare la remunerazione dei prestiti sociali (circa 18%)
5. Gli utili di bilancio non distribuiti è soci debbono essere destinati a fini mutualistici. (E devoluzione del patrimonio residuo in caso di scioglimento)
Nelle cooperative (tipo coop) dove vengono prestati servizi anche a terzi, il maggior valore dei beni venduti a terzi, viene distribuito ai soci a titolo di dividendo.
Le imprese che hanno scopo mutualistico possono (articolo 2511) costituirsi come società cooperative responsabilità illimitata o limitata.
In quelle responsabilità limitata per obbligazioni sociali risponda società con tutto suo patrimonio.
In quelle a Responsabilità illimitata: i soci o sono essere chiamati a rispondere dei debiti sociali oltre il conferimento solo in caso di fallimento o di liquidazione coatta amministrativa della società.
In caso di fallimento di questo società, il giudice delegato può autorizzare il curatore a chi deve ai soci il versamento delle somme necessarie per l'estinzione della passività. Si attua solo a seguito di un discrezionale provvedimento dell'organo giudiziario o amministrativo, al quale è dato decidere se autorizzare o no l'esecuzione dei singoli soci.
Per le società a responsabilità illimitata è ammesso che nell'atto costitutivo può essere stabilito che in caso di liquidazione coatta amministrativa o di fallimento della società ciascun socio risponda sussidiariamente e solidalmente per una somma multipla della propria quota.
Solo mille cupe attivi a responsabilità limitata, le quote dei soci possono essere rappresentate da azioni con disciplina analoga a quelli delle S.p.A. con esclusione della possibilità di emettere particolari categorie di azioni. Il valore di ciascuna azione non può essere inferiore a 50.000 lire ne superiore a un milione.
Le quote e le azioni non possono essere cedute con effetto per sua società, se le cessione non è autorizzata andrà gli amministratori. E la clausola di gradimento imposta dell'esigenza di accertare i requisiti di appartenenza alla cooperativa del nuovo socio. L'atto costitutivo inoltre vietare la cessione ( salvo il diritto del socio di recedere dalla società.).
Sono sottoposte ad un complesso sistema di controlli esterni più estesi delle società di capitali. Sono controlli non giudiziari, bensì governativi spettanti al ministero del Lavoro.
(La costituzione articolo 45)La legge ne assicura con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità.
2 sono i tipi di controlli:
1. Controlli che concernono il fenomeno cooperativo nel suo insieme e si concretano nella tenuta di registri prefettizio, presso i quali debbono iscriversi tutte le cooperative, e di uno schedario generale della cooperazione, tenuto dal ministero del Lavoro.
2. Controlli che concernono le singole cooperative e che si avvalgono dello strumento dell'ispezione, la quale deve aver luogo nella forma della ispezione ordinaria, almeno una volta ogni due anni e che può assumere, ogniqualvolta si ne presenti l'opportunità, la forma dell'ispezione straordinaria.
L'ispezione di accertare principalmente l'esatta osservanza di norme legislative, regolamenti e mutualistiche, la sussistenza di requisiti richiesti dalla legge per le agevolazioni tributarie, il regolare funzionamento contabile e amministrativo della società, l'esatta impostazione tecnica, il regolare svolgimento dell'attività, la consistenza patrimoniale, lo Stato dell'attività e delle passività.
Le ispezioni ordinarie sono esercitate di regola dalle associazioni nazionali di rappresentanza, assistenza e tutela del movimento cooperativo. Tali associazioni sono loro volta sottoposte alla vigilanza del ministero del Tesoro .
Le ispezioni straordinarie spettano al ministero del Tesoro.
I provvedimenti derivanti dal controllo spettano al ministero del Tesoro che, in caso di gravi irregolarità , può decretare, in alcuni casi, la cancellazione delle società del registro prefettizio, con conseguente perdita di benefici fiscali. Può revocare gli amministratori e i sindaci e affidare la gestione della società ad un commissario governativo; può disporre la liquidazione coatta amministrativa; può decretarne lo scioglimento.
Sono le stesse della S.p.A., con la sola sostituzione della causa di scioglimento a causa della riduzione del capitale sociale al di sotto del minimo legale.
Dopo la liquidazione, devono devolvere il patrimonio netto risultante dalla liquidazione.
Le cooperative non si possono trasformare in altre società.
È ammesso solo nei casi espressamente previsti dalla legge o dall'atto costitutivo:
1. morte del socio salvo che l'atto costitutivo non disponga la continuazione della società con gli eredi a patto che essi posseggano i requisiti.
Un socio può essere escluso dalla società?
Al luogo di diritto solo in caso di fallimento del socio.
È deliberata dall'assemblea (o se l'atto costitutivo lo consente da di amministratori) nei confronti del socio moroso o in presenza di cause di esclusione previste per le società di persone e altre cause contemplate nell'atto costitutivo e venir meno delle condizioni di ammissione.
Al socio con agli eredi, spetta la liquidazione della quota o il rimborso delle azioni, sulla base del bilancio dell'esercizio in corso. Ma, mille società che praticano la devoluzione disinteressata, le quote dovranno essere rimborsate al valore nominale (aggiunti i dividenti calcolati con interesse legale)... in alcuni casi nello statuto è presente una clausola che nega ogni rimborso.
Per raggiungere le dimensioni agenda gli ottimali, il rapporto le dimensioni delle imprese concorrenti, per l'ammodernamento tecnologico di impianti, per la pubblicità ecc..
La riforma del 1992 ha introdotto la figura dei soci sovventori:
le cupe attivi che prevedano La costituzione di fondi per sviluppo tecnologico o per la ristrutturazione o potenziamento aziendale possono emettere azioni nominative che chiunque o sottoscrivere (anche privo di requisiti di (purché la maggioranza del capitale appartenga a soci che posseggano i requisiti. Questi azioni possono essere anche valori di scambio. Hanno la funzione di incentivare l'investimento in azioni di società cooperativa.
Tali soci hanno diritto di voto in assemblea e possono essere nominati amministratori. I volti spettanti loro non possono superare un terzo dei volti spettanti a tutti soci. Non possono formare la maggioranza nel consiglio di amministrazione.
Introdotte dalla riforma del 1992.
Simili alle azioni di risparmio delle società per azioni, prive del diritto di voto, ma privilegiate nella ripartizione degli utili e ne rimborso del capitale. A società puoi metterle a fronte di programmi poliennali finalizzati allo sviluppo e ammodernamento aziendale. Le deliberazioni della cooperativa che pregiudicano i diritti di queste azioni, debbono essere approvate dall'assemblea speciale composta dagli azionisti di partecipazione cooperativa. Possono essere offerte in opzioni ai soci e ai dipendenti della società.
1. Soci sovventori
2. Azioni a partecipazione cooperativa
3. Possibilità di rivalutazione monetaria della quota di partecipazione dei singoli soci, cooperatori e sovventori. La rivalutazione si attua mediante aumento gratuito del capitale sociale (può esserci quindi l'aumento della quota oltre gli ottanta o 120 milioni)
Sono cresciuti inoltre i poteri di controllo dei soci che:
1. Ai soci che rappresentino un terzo della totalità dei soci è riconosciuto il diritto di esaminare il libro delle adunanze e delle deliberazioni del consiglio di amministrazione e del comitato esecutivo.
2. La relazione di amministratori al bilancio deve specificare i criteri seguiti nella gestione sociale, in conformità con il carattere cooperativo della società.
3. Il bilancio della società che abbia fatturato più di ottanta miliardi o che abbia un patrimonio superiore a tre miliardi di essere certificato da una società di revisione.
4. La promozione e lo sviluppo della cooperazione sono incentivati con la previsione di fondi mutualistici cui le singole società cooperative devono destinare il 3% degli utili annui.
La circostanza che in un contratto uno dei due parti se un imprenditore, non ha nel sistema di gente la stessa importanza che aveva il diritto anteriore. Oggi la qualità di imprenditore di uno dei contraenti e prese in considerazione da poche disposizioni, formulate dal quarto libro del codice civile.
In passato le deroghe di una delle parti erano maggiori e formavano un autonomo sistema di norme contenuto nel codice del commercio attualmente abrogato.
Nel codice del commercio vi era un proprio diritto delle obbligazioni e dei contratti, concorrente con il diritto delle obbligazioni e dei contratti del codice civile. Il diritto commerciale era il diritto del capitalismo. Il codice civile era il codice delle classi fondiarie. Il centro del sistema normativo del codice di commercio si spostava dalla proprietà ai contratti. La loro funzione era di soddisfare l'aspettativa di profitti del commerciante. Nel conflitto fra i due codici prevaleva quello del commercio. Il contratto veniva regolato da codici di commercio se il rapporto aveva un'intrinseca natura commerciale, oppure che almeno una delle due parti fosse un commerciante.
Nel vigente codice civile, l'imprenditore non gode di una speciale condizioni di vantaggio. Non ne ha più bisogno a seguito dell'unificazione dei due codici che è stata realizzata in via di commercializzazione del diritto delle obbligazioni e dei contratti. Il nuovo codice civile, non si ispira ai principi del vecchio codice civile, ma si ispira a quelli del codice di commercio.
Un esempio e le condizioni generali di contratto
Le condizioni generali di contratto avvantaggiano gli imprenditori. (È un classico esempio di commercializzazione del diritto privato). Queste condizioni predisposte da uno dei contraenti, sono efficaci nei confronti dell'altro, se questi avrebbe potuto conoscerle usando l'ordinaria diligenza. Serve per sostituire al contratto isolato, il contratto in serie.
La norma è invocabile da chiunque, tuttavia in concreto è utilizzabile solo da parte dell'imprenditore nei confronti degli utenti della sua impresa.
Tuttavia devono essere specificatamente approvate per iscritto, le clausole vessatorie (condizioni che stabiliscono, a favore di colui che le ha predisposte, limitazioni di responsabilità, facoltà di recedere al contratto, sospendere l'esecuzione, limitazioni in genere).
Si interpretano secondo ciò che si pratica generalmente nel luogo in cui contratto è stato concluso. Ma nell'ipotesi che una delle due parti sia un imprenditore, le clausole ambigue si interpretano secondo ciò che si pratica generalmente nel luogo in cui è la sede dell'impresa. Assicura all'imprenditore una uniformità di interpretazione.
Se entrambe le parti sono imprenditori, si interpretano secondo ciò che si pratica generalmente nel luogo in cui il contratto è stato concluso.
Ogni contratto regolato dal codice civile e un contratto di impresa.
Tutto il diritto delle obbligazioni, è oggi diritto delle obbligazioni commerciali.
I contratti di impresa si possono classificare in due grandi categorie:
1. Contratti mediante i quali l'imprenditore si procura la disponibilità dei fattori, umani o materiali, della produzione.
2. Contratti mediante i quali egli offre sul mercato i beni o servizi prodotti.
Il contratto di vendita sfugge, per la sua universale diffusione, alla classificazione. Non è contratto di impresa.
Il mercato della domanda e dell'offerta di lavoro, si svolge attraverso l'intermediazione obbligatoria di un ufficio statale, la sezione circoscrizionale per l'impiego. Chi domanda lavoro si scrive nelle liste di collocamento tenute appresso questo ufficio. Oggi, febbraio 1995 sulla base di un decreto ancora non convertito, il datore di lavoro può assumere il lavoratore senza richiedere preventivamente il nulla osta, comunicando entro breve tempo l'avvenuta assunzione all'ufficio. I datori di lavoro sono costretti ad assumere lavoratori inclusi in categorie protette.
Articolo 2094: è quello mediante il quale il lavoratore si obbliga, mediante retribuzione, a collaborare nell'impresa, prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione dell'imprenditore.
I lavoratori intellettuali si distinguono in dirigenti amministrativi o tecnici, quadri e impiegati.
I lavoratori manuali sono gli operai.
Il potere di attivo si esercita sulle modalità di esecuzione della prestazione. Il lavoratore mette disposizione le proprie energie secondo le mansioni per le quali è stato assunto, l'imprenditore decide come utilizzarle e per quale risultato.
Gli strumenti di lavoro e le materie prime sono di regola forniti dall'imprenditore, tuttavia il lavoro a domicilio fa eccezione. Resta a tutti gli effetti un lavoratore subordinato anche se utilizza propri strumenti di lavoro e proprie materie prime.
Il corrispettivo della prestazione è la retribuzione:
salario per gli operai e stipendio per i dirigenti e impiegati.
Consiste in una somma di denaro fissa, determinata a tempo (tanto al mese o a l'ora) corrisposta periodicamente.
In alcuni casi è prevista, in altri è obbligatorio, la retribuzione a cottimo.
Essa è proporzionale un alla quantità di lavoro svolto.
È obbligatorio se il lavoro è vincolato a ritmi produttivi (come la catena di montaggio) o a tempi di lavorazione (lavoro controllato dal cronometrista).
Il cottimo puro nella pratica non esiste. L'operaio riceve una retribuzione minima assicurata.
Viene aggiunto alla retribuzione periodica, alla cessazione del rapporto di lavoro. È proporzionato agli anni di servizio.
Appartiene all'imprenditore. I lavoratori sono considerati non produttori, bensì strumenti . Il contratto di lavoro subordinato è una vendita della forza lavoro. Conseguenza dell'alienazione della forza lavoro, è che il risultato del lavoro appartiene all'imprenditore. Mentre gli lavoratore riceve la remunerazione fissa.
Gli interessi dell'imprenditore e dei lavoratori sono interessi antagonisti. Imprenditori e lavoratori sono collettivamente organizzati nei contrapposti sindacati dei datori di lavoro e dei lavoratori. Il conflitto è affrontato in sede collettiva, attraverso la stipulazione di contratti di lavoro collettivi. E si regolano, con disposizioni generali, le condizioni retributive minime e altre condizioni di lavoro e sono vincolanti in serie di formazione dei contratti individuali per tutti gli aderenti ai sindacati.
Questo contratto è vincolante e viene giustificato dalle norme sul mandato con rappresentanza.
L'articolo 39 della costituzione tuttavia, ha previsto che i contratti collettivi sono efficaci per tutti gli appartenenti alle categorie professionali, anche se non iscritti al sindacato stipulate. Tale meccanismo non è stato attuato perché si è reso superfluo per il forte processo di sindacalizzazione dei lavoratori nel nostro paese.
Intercorrono fra il singolo imprenditore e il sindacato dei lavoratori dell'impresa. Possono contenere disposizioni retributive di maggior favore per i lavoratori e una più analitica regolazione delle condizioni di lavoro.
È riconosciuto a tutti i lavoratori dall'articolo 40 della costituzione. È il diritto di astenersi collettivamente dalla prestazione di lavoro senza che ciò comporti inadempimento del contratto di lavoro. Alcuni limiti sono circoscritti solo ad alcuni settori pubblici.
Lo sciopero è proclamato dal sindacato (talvolta da comitati spontanei) e è strumento di pressione dei lavoratori nei confronti dei datori di lavoro e per ottenere mutamenti nella politica economica del governo o per conseguire riforme legislative.
Fino a poco tempo fa, l'imprenditore godeva nei locali dell'impresa, di un potere assoluto e illimitato. Il suo potere è stato limitato a favore dei lavoratori dalla legge nota come statuto dei lavoratori. È garantito l'esercizio sul posto del lavoro, di una serie di libertà:
libertà individuali come la libertà di manifestazione del pensiero per i singoli
libertà collettive come la libera assemblea e la libertà di organizzazione sindacale.
Se l'imprenditore lo viola (condotta anti sindacale) il pretore gli ordina la cessazione della violazione.
Sono dei diritti dei lavoratori nei confronti dell'imprenditore.
Sono diritto a l'informazione e alla contrattazione dei programmi di sviluppo dell'impresa.
Informazione sulle politiche di andare in concernenti l'occupazione, gli investimenti, la localizzazione di stabilimenti generali, la mobilità dei lavoratori.
Il contratto di lavoro può essere tempo determinato o a tempo indeterminato. Nel primo caso può sciogliersi prima del tempo per recesso dell'una o dell'altra parte solo se esiste una giusta causa (notevole inadempimento) .
Nel secondo caso (contratto a tempo indeterminato) il lavoratore può sempre recedere, mentre il datore può licenziarlo solo se esiste una giusta causa (notevole inadempimento) o giustificato motivo (obiettiva necessità dell'impresa).
1. La vendita (al dettaglio o al minuto)
2. Il contratto e estimatorio
3. Il contratto di somministrazione
4. Il contratto di commissione
5. Il contratto di spedizione.
imprenditore può vendere direttamente al dettaglio o al minuto. Ma queste ipotesi era meno frequente, di solito rinuncia ad organizzare la complessa organizzazione di vendita necessaria. Utilizza intermediatori nella circolazione dei beni.
Per la distribuzione si utilizza il contratto di vendita e il rischio della distribuzione incombe su rivenditore. l'invenduto è suo.
consiste nell'addossare a produttore, esonerandone il rivenditore, il rischio dell'invenduto. Nella pratica si parla di conto deposito: contratto fra editore e librario o giornalaio, fra produttore di articoli di moda o di oggetti di oreficeria e rivenditori. Una parte consegna l'altra una o più cose mobili, l'altra entro il termine pattuito, o paga o restituisce. Chi consegna la cosa non mi resta proprietario, ma non può disporre della cosa.
il produttore si obbliga a rifornire continuamente il rivenditore di propri prodotti. Spesso viene posto il patto di esclusiva a favore del produttore, talvolta anche a favore del rivenditore. Si parla nella pratica di:
1.Concessione di vendita: quando al contratto di somministrazione, con esclusiva a favore del produttore, si aggiunge l'obbligo del rivenditore di effettuare un minimo di ordinazione. A tale contratto sono collegate clausole che impongono a rivenditore interne regole di organizzazione o modalità della vendita o stabiliscono il prezzo di vendita.
2. Concessione di vendita in esclusiva: a favore del rivenditore. Obbliga il produttore a non vendere direttamente o indirettamente nella zona assegnata a rivenditore.
figura del commissionario per la vendita (commissionari delle case automobilistiche) o per l'acquisto. Il contratto di commissione un alla struttura del mandato ma da questo si differenzia in due aspetti:
1. Gli atti giuridici, che il mandatario si obbliga a compiere sono contratti di vendita
2. Il mandato e senza rappresentanza (il commissionario acquista o vende per conto altrui, ma a nome proprio.): è lui il compratore è lui il venditore quindi è personalmente obbligato.
Il commissionario non ha il rischio dell'invenduto. Ma partecipa a rischio della distribuzione: è retribuito con provvigione. Al fatto che agisce in nome proprio, sul lui incombe ad esempio la responsabilità per vizi della cosa venduta, salvo il suo diritto ad essere risarcito dal committente. Di solito non risponde del rischio che il terzo compratore non paghi prezzo. Ma può essere pattuito lo star del credere in forza del quale garantisce di persona l'adempimento a fronte di maggiore provvigione.
Una figura particolare e l'agente di cambio che è un committente ma per specifiche commissioni.
la spedizione si distingue dalla commissione: è sempre un mandato (per conto altrui, ma in nome proprio) a concludere un contratto di trasporto e a compiere operazioni accessorie. Dispensa dall'incomodo di ricercare il vettore disponibile per il trasporto.
Mirano a promuovere o procace aree da conclusione di affari. Alla conclusione dei quali, provvederanno gli interessati. Sono:
1. contratto di mediazione
2. contratto di agenzia
il mediatore è una figura antica: è colui che mette in relazione dure o più parti per la conclusione di un affare, senza essere legato ad alcuna di essere da rapporti di collaborazione, dipendenza o di rappresentanza. È retribuito con provvigione, dovutagli da ciascuna delle parti solo se l'affare è concluso, altrimenti gli spetta un rimborso delle spese. (La provvigione può essere diversa per le parti: per le vendite immobiliari 3% a carico del venditore, 1% a carico del compratore).
Carattere essenziale di questa figura e la indipendenza e imparzialità rispetto alle parti dell'affare. Nemmeno l'incarico che l'aspirante contro l'ente gli conferisce, obbliga il mediatore ad adoperarsi per la conclusione dell'affare. Il mediatore conserva piena libertà d'azione.
È discusso se esiste il contratto di mediazione: manca infatti l'obbligazione del mediatore ad eseguire l'incarico. Prevale la tesi contrattuale: la mediazione è contratto che si forma con il conferimento dell'incarico al mediatore, ed è contratto unilaterale, con obbligazioni di un solo contraente.
Sul mediatore, tuttavia, gravano alcune responsabilità:
1. deve comunicare alle parti le circostanze a lui note relative alla valutazione e alla sicurezza dell'affare.
2. Risponde dell'autenticità della sottoscrizione delle scritture.
3. Deve tenere un apposito libro nel quale a notare i contratti stipulati con il suo intervento, e rilasciare alle parti una copia delle sue annotazioni, con sua sottoscrizione.
4. Deve iscriversi in un apposito ruolo dei mediatori, altrimenti non ha diritto alla provvigione.
l'agente di commercio differisce dal mediatore:
1. per la mancanza e la disposizione di indipendenza e imparzialità
2. Per il carattere stabile del suo incarico
con il contratto di agenzia, la gente assume stabilmente l'incarico di promuovere, per conto di un determinato imprenditore, da conclusione di contratti in una zona determinata.
Al contratto inibisce il diritto di esclusiva di entrambe parti: l'imprenditore non può valersi di più agenti nella stessa zona e per lo stesso ramo, l'agente non può trattare nella stessa zona o per lo stesso ramo di attività per conto di più imprese.
L'agente procura e trasmette le ordinazioni dei clienti. Sarà poi imprenditore a concludere i affari. (Salvo che non vi siano stati attribuiti poteri di rappresentanza).
L'agente può essere retribuito mediante provvigione. Egli non ha diritto a rimborso delle spese di agenzia. La provvigione spetta solo per affari che hanno avuto regolare esecuzione.
Gli agenti di commercio formano una categoria sindacale mente organizzata.
Analogamente al lavoratore subordinato, l'agente di commercio ha diritto ad una indennità, all'atto dello scioglimento del contratto, proporzionale all'ammontare delle provvigioni. L'iscrizione in un apposito ruolo pubblico è imposto loro dalla legge.
È il contratto mediante il quale l'appaltatore si obbliga, dietro corrispettivo, a compiere un'opera o servizio, con la propria organizzazione e con la gestione a proprio rischio. (Anche con i propri materiali)
si assume i seguenti rischi:
1. Rischio di non coprire i costi di costruzione dell'opera o di esecuzione del servizio. (Rischio mitigato dall'articolo 1664: se i costi sono aumentati dopo la conclusione del contratto, oltre 10 per cento, l'appaltatore può chiedere una revisione del corrispettivo... e nell'ipotesi inversa, può richiederla anche il committente).
2. Il rischio di non ricevere dal committente alcun corrispettivo se non riesce realizzare l'opera (salvo che la sua esecuzione sia diventata impossibile per causa ad esso non imputabile), ossia non la realizzata secondo il progetto convenuto o a regola d'arte, o se l'opera perisce prima della consegna.
L'obbligazione assunta dall'appaltatore è un'obbligazione non di mezzi, ma di risultato. Solo qualora l'impossibilità della prestazione non sia imputabile a nessuna dei due parti, la appaltatore ha diritto ad un compenso dell'opera già compiuto ma nella misura in cui è utile al committente.
L'appaltatore e inadempiente anche quando l'opera sia difforme dal progetto o presenti vizi. Il committente a 60 giorni dalla scoperta per denunciare difformità e vizi e può imboccare la garanzia dell'appaltatore: può chiedere che le unico le altre siano eliminate a spese dell'appaltatore o che sia proporzionalmente ridotto il corrispettivo. La garanzia non è dovuta dall'appaltatore se il committente aveva accettato l'opera e le difformità o vizi erano da lui conosciuti (o riconoscibili con l'ordinaria diligenza).
Oltre alla ordinaria responsabilità dell'appaltatore, si aggiunge, per la durata di dieci anni dal compimento dell'opera, ulteriore responsabilità per rovina o pericolo di rovina o per gravi difetti. L'azione di danni spetta al committente e ai suoi parenti causa. (Coloro che hanno comprato l'immobile). Il rilevante è l'avvenuta accettazione dell'opera.
Anche se è già iniziata l'esecuzione, può recedere al contratto, ma deve rimborsare le spese sostenute e risarcirlo del mancato guadagno.
Il corrispettivo può essere determinato:
1. A corpo (per l'opera nel suo insieme)
2. a misura (es. tanto per ogni chilometro)
salvi gli eventuali acconti, e solo quando l'opera è stata verificata e accettata. Ma se l'opera è da eseguire per partite (es. più edifici) l'appaltatore può domandare il collaudo e il pagamento delle singole partite.
Ha la medesima struttura dell'appalto: il prestatore d'opera, si obbliga verso il committente a compiere dietro corrispettivo, 1 opera o un servizio. Tuttavia l'opera o il servizio è fatta con il lavoro prevalentemente proprio. È il contratto del piccolo imprenditore e in particolare, dell'artigiano. Il lavoro e il lavoro autonomo. Non vi deve essere vincolo di subordinazione nei confronti del committente. Il corrispettivo si determina, non in ragione del lavoro svolto, bensì in relazione a risultato ottenuto e al lavoro normalmente necessario per ottenerlo. È addossato al prestatore d'opera, il cosiddetto rischio del lavoro (alla stregua dell'appaltatore). Se per causa a lui non imputabile, l'esecuzione dell'opera diventa impossibile, il prestatore d'opera avrà lavorato invano: e gli ha diritto ad un compenso per il lavoro prestato in relazione all'utilità della parte dell'opera compiuta.
Simile al contratto d'opera, ma ha come oggetto una prestazione d'opera intellettuale. È svolta da esercenti le professioni liberali (avvocati, medici, ragionieri, commercialisti ecc.) tenuti alla iscrizione negli relativi albi pena la mancanza del diritto a compenso per l'opera svolta. Nel contratto d'opera intellettuale, il rischio è a carico del cliente. L'obbligazione è sempre un'obbligazione di mezzi e non di risultato come nel caso del contratto d'opera manuale e dell'appalto. A per oggetto un comportamento di gente. Risponde di danni solo in caso di dolo o di colpa grave.
Il servizio sta nel trasferire persone con cose da un luogo all'altro. Il committente e il viaggiatore nel trasporto di persone, e mittente nel trasporto di cose. Chi si obbliga al trasporto è il vettore.
L'obbligazione del vettore è un'obbligazione di risultato. Il vettore e inadempiente e responsabile del danno:
1. Per la mancata esecuzione del trasporto, salvo che non provi che la mancata esecuzione sia a causa non a lui imputabile.
2. Per il sinistro che abbia portato a perdite un'avaria delle cose oggetto del trasporto. La prova liberatoria è diversa nei casi in cui si tratti di persone con i cose:
Nel trasporto di cose : il vettore è responsabile della perdita o dell'avaria dal momento in cui le riceve al momento in cui consegna a meno che non provi il caso fortuito oppure i vizi della cosa trasportata o per colpa del mittente. Per liberarsi deve fornire la prova positiva perciò sono a suo rischio di cause ignote.
Per i trasporti di merce su strada, salvo patto contrario, il vettore non risponde le somme superiori al 12.000 lire per chilogrammo.
Nel trasporto di persone: il vettore e liberato solo se prova di avere adottato tutte le misure idonee per evitare il danno. Quindi può essere chiamato a rispondere anche di fronte ad eventi fortuiti. Inoltre non sono ammesse clausole di imitazione di responsabilità del vettore.
Diverso è nel caso di trasporto ferroviario. Ma il libro non specifica.
Il vettore può essere chiamato a rispondere del sinistro anche ad altro titolo: responsabilità extracontrattuale: ove il trasporto sia venuto con veicolo senza guida di rotaia, comporta una responsabilità analoga a quella prevista a titolo di responsabilità contrattuale. La prescrizione in questo caso e di cinque anni dal fatto anziché un anno.
Questa disposizione si applica anche al trasporto gratuito, tuttavia da questo si distingue il trasporto di cortesia o trasporto amichevole (non c'è alcuna obbligazione) si risponde solo a titolo di responsabilità extra contrattuale.
Nei trasporti di linea, di persone con cose il vettore all'obbligo di accettare la richiesta di trasporto. Quindi si è una limitazione dell'autonomia contrattuale.
Nel trasporto di cose il vettore (su richiesta) rilascia la lettera di vettura, che indica le condizioni con venute per il trasporto e un duplicato della lettera di vettura (che ha natura il titolo di credito rappresentativo della merce trasportata).
Lo specifico servizio consiste nella custodia di una cosa mobile. L'obbligo del depositario è di restituirla in natura a richiesta del depositate. Il depositante ha l'obbligo di riprenderla al termine o a richiesta (se non c'è termine).
Il deposito, a differenza del trasporto, è un contratto reale. Si perfeziona con la conseguenza della cosa. È un contratto che si presume gratuito, salvo che il depositario non svolga professionalmente l'attività. Ma anche quando il deposito è oneroso, non c'è rapporto di corrispettività fra obbligazioni di deposito e obbligazione compenso (il depositario non può se il depositario che non paga, avvalersi dell'eccezione di inadempimento e lasciare incustodita la cosa).
Il deposito ha di regola ad oggetto corsi infungibili delle quali il depositario non può servirsi e che deve restituire in natura. Ma è ammesso il deposito irregolare avente per oggetto denaro o altre cose fungibili. Di queste cose il depositario diventa proprietario.
Il depositario deve custodire la cosa con la media diligenza; egli non assume, come assume il vettore, il rischio dell'elemento o della sottrazione o del deterioramento della cosa, il depositario è liberato dall'obbligazione di restituirla cosa se la detenzione di accolta in conseguenza di un fatto a lui non imputabile. (Ma con obbligo di farne immediata denuncia depositate).
E inadempiente se non prova che il fatto è lui non imputabile. Il criterio considerato è quello della media diligenza .
Nel caso di deposito gratuito la responsabilità per colpa è valutata con minor rigore.
L'albergatore risponde della sottrazione, della perdita o del deterioramento delle cose portate dai clienti nell'albergo e a lui non consegnate, fino ad un limite massimo pari a 100 volte il prezzo dell'alloggio giornaliero in albergo.
La responsabilità è invece illimitata:
1. Quando le cose sono state consegnate in custodia (1 e ha illegittimamente rifiutate)
2. Quando sia colpa sua o dei suoi ausiliari.
Stessa cosa vale per imprenditori di case di cura, stabilimenti di pubblici spettacoli, trattorie ecc.
la responsabilità non deriva dal contratto di deposito, ma dall'inadempimento di un'obbligazione accessoria rispetto all'obbligazione tipica dell'albergatore.
dell' inadempimento quindi, non sempre risponde con tutto il suo patrimonio. Ne risponde illimitatamente solo nei due casi a penalisti . Il rischio è quindi ripartito fra l'imprenditore e il cliente. (Per una politica di incentivazione dell'attività alberghiera).
Sono imprese di custodia merci, previa mentre autorizzate dal ministro dell'industria, che operano in centri di maggior traffico e sono attrezzate con appositi locali e impianti per la custodia. La loro responsabilità e simile a responsabilità del vettore di cose. E quindi come il vettore, possono rilasciare titoli di credito rappresentativi delle merci depositate.
Affitto di fondi rustici
mezzadria
colonia parziaria
soccita
L'imprenditore può esercitare la coltivazione sul fondo altrui. L'imprenditore può farne propri i frutti. L'affitto può comprendere anche le scorte del fondo (macchine, attrezzi, foraggi, bestiame).
Nel caso di affitto a coltivatore diretto, l'affittuario è il piccolo imprenditore agricolo che coltiva fondo con il lavoro manuale prevalentemente proprio e dei componenti della propria famiglia. Quindici anni da durata minima dell'affitto a coltivatore diretto: l'affittuario può sempre recedere mentre il locatore solo nel caso di inadempimento può chiedere al giudice la risoluzione.
Nella mezza di via il proprietario del fondo ne conferisce il godimento; gli motivi vengono divisi fra le parti. La direzione dell'impresa (prima spettava al proprietario) è ora comune alle parti: è consentito al mezzo ladro di modificare la composizione della famiglia colonica, purché non ne ne risulti compromessa alla normale conduzione del fondo. Il mezza ladro al 58% degli utili.
Nella colonia parziaria il coltivatore si obbliga solo per se stesso, e non ha anche per la famiglia colonica.
Nella soccida: ha ad oggetto l'allevamento del bestiame.
Dal 1964 è vietata la stipulazione di nuovi contratti di mezzadria e di colonia parziaria perché considerati come contratti non rispondenti alle esigenze di sviluppo vicolo del paese, oltre che socialmente iniqui.
Il contratto stipulato in queste condizioni e nullo (sempre che le parti eccepisca questa nullità... quindi vi sono spesso questo tipo di contratti).
La pratica conosce da qualche tempo altri contratti non previsti dalla legge. Sono validi in forza dell'articolo 1322 comma secondo. Tre importanti figure sono:
1. Leasing
2. Frachising
3. Factoring
Per capirmi senza un bisogna far capo ad una impresa: l'impresa di leasing.
Questa si interpone fra due serie di imprenditori: da un lato gli imprenditori produttori di impianti industriali, macchinari, apparecchiature ecc.; dall'altra gli imprenditori utilizzatori. L'impresa si interpone fra produttore e utilizzatore: compera o fa costruire il bene sull'indicazione dell'utilizzatore, e quindi, restandone proprietaria, lo concede in godimento a l'utilizzatore, che ne assume tutti rischi.
Il contratto di leasing, detto anche locazione finanziaria, è il contratto in forza del quale:
1. Il concedente si obbliga a consentire all'utilizzatore il godimento per un tempo determinato, salva facoltà di proroga oppure opzione di acquisto della proprietà.
2. L'utilizzatore assume tutti rischi inerenti alla cosa essi obbliga a corrispondere un canone periodico, il cui ammontare tende ad ungli aree il valore capitale del bene, con i relativi interessi e le quote di rischio e di profitto dell'impresa.
Si inserisce entro il sistema distributivo e rappresenta uno sviluppo della concessione di vendita. Il nome inglese corrisponde al concetto di privilegio.
Il produttore è il franchisor
il rivenditore è il franchisee
il franchisor elabora il piano di mercato dei propri prodotti studiando tutti particolari, anche esse motivi. Il franchisee si presenta come esecutore del piano predisposto dal franchisor. Si presenta mediante la stessa immagine imprenditoriale del produttore, fino ad ingenerare nei consumatori il convincimento che il produttore stesso agisca come distributore dei prodotti.
Ora è regolato dalla legge del febbraio 1991 che ha istituito l'apposito albo delle società che esercitano attività di cessione dei crediti d'impresa, assoggettandoli alla vigilanza della Banca d'Italia.
Il factor si interpone tra il fornitore dei beni e i suoi clienti, stipulare dopo con il primo un contratto (il factoring) in forza del quale:
1. Il fornitore si obbliga a sottoporre al factor i contratti conclusi o da concludere con i clienti, e il factor si serva di approvare, valutata la solvibilità dei clienti, i crediti nascenti da tali contratti.
2. Il fornitore essi obbliga a cedere al factor i propri crediti da questi approvati, e il factor si obbliga a versare al fornitore alla scadenza dei crediti, il pattuito corrispettivo della cessione, oltre che a svolgere, per conto del fornitore, i servizi di contabilizzazione dei rapporti oggetto del contratto.
Non si tratta di un'operazione di finanziamento, perché il factor non anticipa l'importo dei crediti, ma corrisponde alla loro scadenza.
La cessione dei crediti è di regola pro solvendo: il cedente garantisce la solvenza del debitore, salvo che il factor rinunci in tutto o in parte alla garanzia.
Se il factor rinuncia, allora l'operazione somiglia ad un'assicurazione: solleva il fornitore dal rischio di insolvenza. Rimane però la sua facoltà di approvare o non approvare i contratti di fornitura. In questo caso il factor compra il credito e poi non riscuote come debito proprio.
Può accadere che il factor si renda cessionario dei debiti futuri, determinati o determinabili al momento della stipulazione del contratto. (Limite non superiore a 24 mesi e per un determinato debitore).
Non di rado capita che lo stesso creditore fornisce gli stessi crediti a più factor. Provocando l'incertezza nel debitore ceduto che non sa a quale factor pagare. Ma è sufficiente una comunicazione non qualificata. Il factor che ha pagato il corrispettivo della cessione può opporre la cessione, se il pagamento a data certa, agli altri aventi causa del cedente, il cui titolo di acquisto non sia stato reso efficace verso i terzi anteriormente alla data del pagamento, oltre che al fallimento del cedente, dichiarato in data successiva.
È prassi delle imprese di factoring chiedere al debitore ceduto conferma dell'esistenza del credito. Nel caso di mancata conferma il Factor paga a suo rischio e pericolo, trovandosi esposto all'eccezione di inesistenza del credito.
1. Factoring pro solvendo con anticipazioni da parte del factor. Comune operazione di finanziamento.
2. Factoring pro soluto con anticipazioni da parte del factor: se il terzo non paga il fornitore sarà tenuto al pagamento del debito.
Il vero problema sta nel software: si nega che questo sia brevetto abile come invenzione industriale, anche quando si tratta di programmi che comandano veri e propri processi industriali, automatizzandone la produzione.
Del software si deve distinguere fra bene immateriale (la creazione del programma) e bene materiale (il supporto).
La creazione del programma è opera di ingegno. E appartiene all'autore.
A questo punto bisogna distinguere tra programmi standard e programmi individualizzati.
I programmi individualizzati, sono riprodotti in un unico esemplare. C'è un bene immateriale ma in questo caso si tratta di un servizio che il programmatore rende all'utilizzatore, in adempimento di un contratto di appalto o di opera intellettuale. Non c'è vendita di un bene materiale. Il supporto materiale è solo il tramite.
1. Vendita: l'utilizzatore compra un computer. Mentre software non si può acquistare, normalmente si riceve in locazione (licenza d'uso)
2. Locazione: il fornitore resta proprietaria dell'hardware, mentre programmi vengono presi in locazione (licenza d'uso)
3. Leasing: che può avere ad oggetto solo la hardware.
Secondo la giurisprudenza, il rapporto con le prestazioni accessorie, deve essere considerato come unitario: solo il montaggio, le revisioni e la tempestiva di riparazione dei guasti possono consentire l'utilizzazione del computer. Tuttavia si tratta di contratti separati.
Si tratta invece, di contratti fra loro collegati, obbligazioni relative al montaggio, manutenzione e assistenza e consegna di programmi. L'obbligazione di manutenzione si estende anche al software. (Come non succede alla Microsoft).
Il concetto di titolo di credito comprende una grande varietà di documenti o di carte valori (dalla cambiale all'assegno, dalle azioni alle obbligazioni, ai titoli di debito pubblico, ai titoli rappresentativi di merce).
Il referente economico di questo concetto giuridico e la circolazione della ricchezza mobiliare. Questa ricchezza può circolare in modo indiretto attraverso la circolazione di titoli di credito che la rappresentano.
Alle origini era la lettera di cambio (archetipo del moderno assegno) con funzione di evitare al mercante di trasportare il denaro.
Il titolo di credito è un bene mobile. Poiché è un pezzo di carta. Tuttavia gli invenzione che da la vita al titolo di credito e il diritto menzionato sul documento e incorporato nel documento quale bene mobile. Il titolo di credito è quindi vicolo del diritto in esso menzionato. Circola secondo le regole di circolazione che governano la circolazione di beni mobili.
Fra le molteplici figure del titolo di credito, rimangono quelle nelle quali il documento menzionano il diritto al pagamento della somma di denaro in esso indicata. (Cambiale, assegno, obbligazioni, ecc.) ma esistono anche titoli (azioni) che rappresentano una più complessa situazione giuridica. Altri titoli (es. titoli rappresentativi di merci) rappresentano un diritto alla consegna. L'essenza però in comune e che il titolo circola come un bene mobile anziché secondo le più complesse e in sicure regole della cessione di crediti o cessione dei contratti.
(Infatti nella cessione dei crediti, l'efficacia è subordinata alla notificazione della cessione. E inoltre la cessione trasmette il credito a titolo derivativo perciò il cessionario è esposto alle stesse eccezione che il debitore ceduto avrebbe potuto porre al cedente: se è creditore del cedente, potrà opporre al cessionario l'eccezione di compensazione. Ciò rende insicura la cessione).
La titolarità si acquista acquistando la proprietà del documento. E la proprietà dei beni mobili si può acquistare, oltre chi è titolo derivativo, anche titolo originario in forza del possesso in buona fede: Colui al quale sono statialienati beni mobili da parte di chi non ne proprietario mi acquista la proprietà mediante il possesso, purché sia in buona fede e sussista un titolo idoneo all'acquisto della proprietà. Per i titoli di credito questa regola è ribadita. C'è però questa specificazione: occorre aver acquistato il possesso del documento in conformità delle norme che ne disciplinano la circolazione.
Vale questa sequenza:
1. Il conseguimento del possesso del titolo di produce l'acquisto della proprietà a titolo originario e indipendente dal fatto che ne fosse proprietario il precedente possessore.
2. L'acquisto della proprietà del titolo comporta all'acquisto della titolarità del diritto in esso menzionato, e mi comporta l'acquisto a titolo originario, superando così in radice i principi della cessione dei crediti.
Il carattere del titolo di credito è l'autonomia della posizione di ogni successivo possessore del titolo: il diritto nel titolo sorge in capo a ciascuno di essi, come diritto autonomo rispetto a quello dei precedenti possessori. Il debitore non può opporre al possessore del titolo eccezione fondate sui rapporti personali con i precedenti possessori. (Non può opporre ad esempio l'eccezione di compensazione, mi cause di nullità o annullabilità che si collocano a monte dell'acquisto. Non può eccepire nemmeno di chi dia venduto il titolo lo aveva rubato.)
1. Le eccezioni personali a debitore: che non ha eseguito da controprestazione, che è possessore di malafede, eccezione di compensazione verso di lui.
2. Le eccezioni reali: eccezioni di forma, quelli che escludono la provenienza del titolo dal debitore (firma falsa) o una valida provenienza (difetto di capacità o di rappresentanza al momento dell'emissione del titolo).
3. Le eccezioni personali degli precedenti possessori del titolo solo se l'ultimo possessore ha agito intenzionalmente ad anno del debitore. (Per evitare una eccezione di compensazione di un precedente possessore). (Per le cambiali , la legge cambiaria, non usa il termine "intenzionalmente", bensì "scientemente").
Titolarità del diritto è attribuita da la proprietà del titolo.
Tuttavia, la proprietà del titolo si presume, fino a prova contraria, in chi se ne dimostri possessore. La presunzione di proprietà del titolo si definisce come il legittimazione.
Regole di base della legittimazione :
1. Il possessore di un titolo di credito a diritto alla prestazione in esso indicato verso presentazione del titolo, purché sia legittimato nelle forme prescritte dalla legge.
2. Le forme di legittimazione sono le norme sulla circolazione dei titoli di credito e sono diverse asseconda che si tratti di titoli al portatore, all'ordine, o nominativi.
3. Il debitore che, senza dolo o colpa grave, adempie la prestazione nei confronti del possessore, è liberato anche se questi non è titolare del diritto. (Cioè possessore in malafede). In questa norma sono incluse altre regole:
a) Spetta al debitore l'onere di provare che il possessore del diritto non è titolare del diritto.
b) il debitore deve rifiutare la prestazione al possessore del titolo, se sa che questi e in malafede.
c) il debitore deve usare un minimo di diligenza nel controllare la condizione di buona fede del possessore.
Legittimazione attiva e quella del possessore ad esigere la prestazione.
Legittimazione passiva è quella del debitore a conseguire la liberazione.
Per i titoli al portatore si consegue acquistando il possesso del titolo.
Per i titoli all'ordine e nominativi occorre un possesso qualificato da ulteriori caratteri:
il possessore del titolo all'ordine è legittimato in base a una serie continua di girate
il possessore del titolo nominativo è legittimato per effetto dell'intestazione a suo favore contenuta nel titolo e nel registro dell'emittente.
Sono quelli che si trasmettono con la loro pura e semplice consegna. (Hanno la clausura al portatore) Sono tali
i titoli emessi in serie: titoli del debito pubblico, azioni, obbligazioni di società ecc.
come per tutti titoli di credito vale il principio della libera emissione: se ne possono creare nuovi tipi, non previsti dalla legge, ma l'emissione di titoli recanti l'obbligazione di pagare una somma di denaro è ammesso solo nei casi previsti.
Sono caratterizzati dal fatto che la loro circolazione deve essere documentata sul titolo mediante girata dal precedente a successivo possessore; il possessore è legittimato da una serie non interrotta di girate. Sono:
la cambiali, l'assegno, e in genere tutti titoli con essi ad operazioni di credito individuali non di serie.
La girata nell'ordine rivolto dal trasmittente (gigante) al debitore, di eseguire la prestazione nelle mani del nuovo prenditore del titolo (giratario). La girata può essere:
in pieno: per me pagati al signor...
in bianco: solo la firma senza indicazione del nome del giratario.
La girate in bianco può dare luogo ad una successiva circolazione del titolo non documentata, analoga a quella dei titoli al portatore.
Il titolo può essere girato con la clausura "per incasso".
Altra clausura apponibile è quella "in pegno" chi attribuisce al giratario non la proprietà, ma il diritto di pegno sul titolo.
Mi titoli nominativi la documentazione della circolazione del titolo e più complessa.
Si tratta di titoli di serie (titoli del debito pubblico, azioni e obbligazioni di società) per questi titoli possesso di nei essere ulteriormente qualificato dalla menzione del nome del possessore sul titolo medesimo e ne registro dell'emittente.
La circolazione si può attuare in tre modi:
1. Mediante annotazione da parte dell'emittente del nome dell'acquirente del titolo sul titolo stesso e ne registro.
2. Mediante rilascio di un nuovo titolo intestato all'acquirente e successiva annotazione del rilascio nel registro.
3. (Più utilizzato) il titoli e trasferito mediante girata (in pieno) autenticata da un notaio o da una gente di cambio; i giratario ha poi il diritto di ottenere l'annotazione del trasferimento ne registro dell'emittente.
La girata non vale, di per sé sola, ad attribuire la legittimazione. Tuttavia ha diritto al pagamento degli utili e all'intervento in assemblea, quando il titolo azionario sia stato trasferito per girata. Tuttavia vale solo per il primo atto di esercizio dei diritti. Infatti prima di restituire il titoli azionari esibiti per la riscossione o per l'intervento in assemblea, la società emittente deve rilevare dai titoli le generalità dei giratario e aggiornare il libro dei soci.
Per evitare un abuso, L'azionista, ancorche iscritto nel libro dei soci, non può esigere gli utili senza esibire i titoli. E non può intervenire in assemblea se non li abbia depositati almeno cinque giorni prima.
Per i titoli a circolazione documentata (all'ordine o nominativi) vi è una procedura che conduce alla sostituzione della legittimazione basata sul possesso qualificato del titolo, una legittimazione fondata su un provvedimento giudiziario. Il presidente del tribunale, a seguito di denuncia, emette un decreto di ammortamento che viene notificato al debitore e pubblicato nella gazzetta ufficiale. Se entro trenta giorni nessuno ne fa opposizione, il titolo perde ogni efficacia della legittimazione attiva spetta solo a chi ha ottenuto il decreto di ammortamento.
Nel caso di titoli al portatore, non si applica l'ammortamento: se ne fa denuncia all'emittente. L'emittente non è liberato se segue la prestazione a favore del portatore del titolo pur sapendo che si tratta di titolo sottratto o smarrito. Occorre attendere la scadenza del termine di prescrizione del titolo: se a quella data nessuno ha richiesto l'adempimento, il denunciante è legittimato a pretendere lo anche se privo del titolo. In caso di distruzione del titolo, l'emittente rilascia un duplicato.
È bene distinguerli dai titoli di credito.
I documenti di legittimazione non sono destinati alla circolazione, servono solo ad identificare l'avente diritto alla prestazione (marche, contromarche, biglietti, scontrini). Non svolgono una funzione giuridicamente rilevante a favore del loro possessore, la svolgono solo vantaggio del debitore che è liberato se, senza dolo o colpa grave, e segue la prestazione a favore del possessore del documento. Fra i documenti di legittimazione rientranti il libretto di risparmio rilasciato dalla banca a fronte di un deposito bancario. (Il libretto al portatore e quello nominativo portatore sono considerati titoli di credito perché destinati alla circolazione)
I titoli impropri sono destinati alla circolazione. La loro funzione è di consentire il trasferimento del credito senza l'osservanza delle forme proprie della cessione. La polizza di assicurazione può essere messa all'ordine o al portatore, e allora il credito verso l'assicuratore si trasferisce nelle forme di trasferimento dei titoli di credito ma con gli effetti della cessione, con tutte le conseguenze che ne derivano in ordine alla opponibilità delle eccezioni. Il titoli impropri valgono anche come documenti di legittimazione.
Principio fondamentale del nostro sistema, è quello secondo il quale nessun diritto può, per volontà delle parti, validamente passare da un soggetto all'altro se manca una causa, ossia una funzione economico-sociale dell'atto di volontà. Perciò sono inammissibili i negozi giuridici astratti, ossia diretti a produrre effetti solo per volontà delle parti, indipendentemente dalla esistenza di una causa.
Sotto questo aspetto la promessa di pagamento e il riconoscimento del debito sono dichiarazioni astratte. Perciò la dichiarazione non vale a costituire un rapporto obbligatorio: ha solo efficacia processuale, dispensa colui a favore del quale è fatta, dall'onere di provare il rapporto fondamentale, cioè la causa in forza della quale si è promesso il pagamento o riconosciuto il debito. A questo riguardo si suole parlare di astrazione solo processuale della causa: anziché essere il creditore a dover provare il titolo costitutivo del credito, sarà il debitore, per sottrarsi al pagamento, a doverne provare la inesistenza.
Tuttavia questi principi trovano eccezioni nelle norme che regolano la circolazione dei titoli di credito astratti (come la cambiale e l'assegno) questa è una vera e propria astrazione materiale della causa, che non ammette la prova contraria. Esempio: un debitore e mette il titolo a fronte di una compravendita, ma il contratto di compravendita e nullo (per mancanza di forma scritta). Al portatore del titolo che lo abbia ricevuto, il debitore non può opporre la nullità della vendita.
(Cambiale e assegno).
Aspetto esteriore del documento: non reca alcuna menzione della causa che ha dato luogo alla sua emissione.
Il titolo incorpora il diritto di credito cartolare che un diritto ulteriore di spetta quello che assorto dal rapporto causale sottostante all'emissione del titolo. Sia una duplicazione del rapporto.
Finché può esser esercitato il diritto cartolare (titolo ancora in circolazione) resta sospeso l'esercizio del diritto sottostante. Il soddisfacimento del diritto cartolare estingue il diritto sottostante.
Sono titoli che fanno menzione del rapporto causale che ha dato luogo alla loro emissione.
(Titoli del debito pubblico, obbligazioni di società, azioni di società, titoli rappresentativi di merce)
qui non c'è un diritto cartolare ulteriore rispetto a quello causale: il titolo incorpora lo stesso diritto causale e il debitore può opporre la mancanza di rapporto sottostante all'emissione del titolo a tutti i successivi possessori.
Attribuiscono possessore del titolo, il possesso delle merci menzionate in esso e lo legittimano alla richiesta di consegna. Abilita no il possessore del titolo a trasferire il possesso delle merci mediante trasferimento del titolo. Se ne conoscono due tipi:
1. I titoli di deposito (la fede di deposito e la nota di pegno) vengono rilasciati su richiesta del depositante, dai magazzini generali che sono destinati a circolare per girata. (La fede di pegno e la nota di deposito sono due documenti che possono essere ceduti insieme o separatamente: non si cede anche la nota di pegno se non si è stati pagati)
2. I titoli di trasporto come la polizia di carico il duplicato della lettera di vettura che sono destinati a circolare all'ordine.
La cambiale e l'assegno compongono i cosiddetti titoli cambiari. Sono dotati di caratteri comuni:
sono titoli all'ordine e titoli astratti.
La cambiale può essere e mi sa come pagabile a vista e a termine e vale essenzialmente come strumento di credito.
L'assegno è sempre pagarli a vista e vale come semplice mezzo di pagamento.
La cambiale rende possibile la circolazione di ricchezza futura. Perciò è uno strumento che moltiplica la possibilità di sviluppo economico. E si sono due tipi di cambiari: la cambiale tratta e il pagherò cambiario.
A struttura della delegazione di pagamento: una persona (traente) da ad un'altra (trattario) l'ordine di pagare una somma ad un terzo (prenditore); il trattario sarà obbligato a pagare solo quando avrà accettato.
A struttura di una promessa di pagamento:
una persona (emittente) promette di pagare una somma ad un'altra (prenditore)
Senza questi requisiti il titolo non vale come cambiale. (Potrà però essere una promessa di pagamento).
1. La denominazione di cambiale
2. L'ordine una promessa, la summa in lettera e in cifre
3. Il nome del trattario e del prenditore
4. La data e il luogo di emissione.
5. I luogo del pagamento
6. La sottoscrizione
7. La scadenza, anche se questa può non essere indicata, comunque deve rientrare, pena nullità entro queste forme:
a) a vista: può presentarla quando vuole, entro un anno dalla data di emissione, salvo diversa clausola.
b) a certo tempo vista: pagabile tot giorni e tot mesi dopo l'accettazione. (È possibile di introdurre l'interesse)
c) a certo tempo data
d) a giorno fisso
La cambiale scritta su un comune pezzo di carta o non in regola con il bollo non vale come titolo esecutivo. Non consente a possessore di promuovere contro il debitore l'espropriazione forzata senza previa mentre ottenere una sentenza di condanna.
Se mancano i requisiti formali per la cambiale (cambiale in bianco), possono essere aggiunti (riempimento della cambiale in bianco) in conformità di separati accordi intervenuti con il debitore (patto di riempimento) ma la cambiale dei essere e messa con la sottoscrizione.
Mancano i requisiti essenziali (ad esempio l'importo) per semplice errore. Per la giurisprudenza la cambiale incompleta in nulla. Tuttavia la dottrina prevalente, equipara il titolo in completo a titoli in bianco e accogliere tesi della validità: ritiene che i sottoscrittori del titolo in completo, poi arbitrariamente riempito dal prenditore, non possa eccepire al terzo portatore di buona fede il difetto di autorizzazioni a riempire il titolo.
La tratta e in messa sulla base di due distinti rapporti sottostante titolo:
il rapporto di provvista (intercorrente tra il traente e il trattario: il primo è creditore del II)
i rapporto di valuta (tra il traente e il prenditore: il primo è debitore del II).
L'ordine non comporta ovviamente l'obbligo di pagare, occorre l'accettazione.
È la cambiale accettata senza sottostante obbligazioni del trattatario verso il traente.
È sottoposta alle norme ordinarie di titoli all'ordine ma ha un importante eccezione: ogni gigante diventa, verso tutti i successivi giratario, obbligato di regresso, ossia è responsabile nei loro confronti per la mancata accettazione del trattatario o per il mancato pagamento.
Quindi più la cambiale circola, più cresce il numero di coloro obbligati a pagare la cambiale, in caso di inadempimento dell'obbligato principale.
È una firma di garanzia: la si può a porre sul retro: la avvallante risponde allo stesso modo dell'avallato. Tuttavia a differenza della fideiussione: l'avvallo è valido anche se è invalida l'obbligazione del avvallato. Ha un carattere di autonomia.
Il portatore del titolo dovrà innanzitutto rivolgersi all'obbligato principale. Dovrà presentare la cambiale all'indirizzo indicato i messa. Se il debitore principale non paga, il portatore potrà rivolgersi agli obbligati in via di regresso. E a sua volta l'obbligato di regresso che pare al, puoi far sì entro sei mesi su quelli che lo precedono chiedendo la somma e sborsato gli interessi e le spese.
Alla scadenza il possessore del titolo può concedere all'obbligato principale una dilazione di pagamento, procedendo al rinnovo della cambiale. Si emette un nuovo titolo con scadenza modificata.
Il pagamento può essere fatto da un terzo ma: il portatore del titolo può rifiutare il pagamento del terzo, ma se lo rifiuta non può esigere il pagamento dell'obbligato cambiario.
È la constatazione solenne, effettuata da notaio o da un ufficiale giudiziario, che l'obbligato principale non ha pagato, o che il trattario non ha accettato la cambiale.
Il protesto è necessario per agire nei confronti degli obbligati di regresso. Tuttavia non è necessario se sulla cambiale e apposta la clausola senza spese o senza protesto.
Il protesto si può elevare solo entro questi termini: sono il secondo giorno feriali dopo la scadenza, o se la cambiale è a vista, un anno dopo l'emissione; per la mancata accettazione, il giorno fissato nel titolo.
Il possessore del titolo non pagato alla scadenza, può agire giudizi al mentre ogni confronti dell'obbligato principale (entro tre anni dalla scadenza: azione cambiaria diretta) o nei confronti degli obbligati di regresso (entro un anno dal protesto o se la cambiale e senza spese, un anno dalla scadenza).
Per esercitare l'azione cambiaria sono possibili tre vie processuali:
1. Procedimento di cognizione (diretto ad accertare l'esistenza del debito cambiario)
2. Procedimento incentivo (ottenere un decreto di ingiunzione, ma se il convenuto fa opposizione, si instaura un processo cognizione)
3. Procedimento esecutivo (se la cambiale ha il bollo consente di agire immediatamente sul patrimonio)
Se il portatore non vuole (o non può) esercitare le azioni cambiaria, può esercitare l'azione causale: cioè quella fondata sul rapporto sottostante alle missioni del titolo o alla girata. Questa non si estingue per effetto dell'emissione o della trasmissione del titolo. Per esercitarla è necessario avere rilevato protesto e occorre offrire al debitore la restituzione della cambiale.
Il portatore se ha perduto la possibilità di esercitare le azioni cambiaria e non abbia azione causale, può agire contro il obbligati con azioni di arricchimento e mira a indennizzare il portatore del titolo nei limiti in cui il traente con la città ante cui gigante si siano arricchiti ingiustamente a sua danno.
È un titolo rimesso in serie da società o venti o imprese. Con scadenza non inferiore a tre mesi e non più di 12. La Sua immissione è considerata a gli effetti di legge, un mezzo per la raccolta del risparmio. Il rapporto sottostante alla sua immissione è un mutuo a breve termine del risparmiatore all'emittente.
Dell'assegno ne esistono due versioni:
assegno bancario (stessa struttura della cambiale tratta)
assegno circolare (analogo al pagherò)
ciò che lo contraddistingue dalla cambiale è che il trattatario (nell'assegno bancario) o l'emittente (nell'assegno circolare) è sempre la banca.
Differisce dalla cambiale inoltre per la sua funzione di mezzo di pagamento, anziché di strumento di credito. (Anche se L'assegno bancario può essere utilizzato come strumento di credito attraverso l'emissione di assegni postdatati o con date in bianco.)
È sempre pagabile a vista. È soggetto ad una modestissima imposta di bollo.
Senza data o senza firma l'assegno e invalidamente emesso. L'assegno e messo con importo e il nome del beneficiario in bianco è valido.
È l'ordine incondizionato che una persona (traente) da alla banca (trattatario) di pagare una somma ad un terzo o allo stesso traente. L'assegno può essere presentato per il pagamento entro otto giorni dall'emissione se pagabile nello stesso comune; entro 15 se pagabile in un comune diverso; entro venti se pagabile in uno stato diverso; entro sessanta se pagabile in continente diverso. La mancata presentazione entro i termini fa perdere al portatore del diritto l'azione di regresso verso il traente.
Si puoi mettere ad una duplice condizione: che l'emittente abbia fondi disponibili e che l'emittente abbia il diritto di disporre di tali fondi mediante immissione di assegni bancari. Questo rapporto si definisce come rapporto di provvista. Mentre il rapporto che ha dato luogo all'emissione fra traente e prenditore si chiama rapporto di valuta.
Perché l'azione penale possa essere esercitata è necessario che siano decorsi sessanta giorni dalla data di scadenza del termini di presentazione del titolo senza che l'emittente abbia effettuato il pagamento maggiorato di interessi e di una penale del 10 per cento e delle spese. (Stessa penale per assegno non autorizzato dalla banca). Se non paga si incorre in un reato penale. (Può essere utilizzato per ripristinare il carcere per debiti; tuttavia si può essere condannati per concorso di emissione in assegno vuoto).
A differenza della cambiale tratta, l'assegno bancario non può essere accettato da trattatario (la banca). Ciò comporta che la banca non è obbligata a pagare al terzo presentatore del titolo. Il possessore non può agire nei confronti della banca ma se i rifiuto risulta ingiustificato la banca potrà essere chiamata a rispondere per inadempimento dell'intero rapporto contrattuale esistente con il correntista.
Il visto della banca sul titolo a solo l'effetto di accertare l'esistenza di fondi e impedirne il ritiro da parte del traente prima della scadenza del termine di presentazione.
Gli assegni a copertura garantita hanno stesso meccanismo.
L'assegno bancario è regolato quanto alla girata e all'avvallo da norme corrispondenti a quelli della cambiale. In caso di mancato pagamento da parte della banca, si può agire di regresso contro il traente o contro i giganti o i loro avvallante. Il protesto (constatazione solenne del rifiuto di pagamento della banca) è superfluo per agire in regresso ma è necessario per rivolgersi ai giganti e i loro avvallanti.
La banca all'atto di pagare l'assegno, deve procedere all'identificazione del presentatore; deve essere inoltre di gente nel controllare l'autenticità della firma del traente. Tuttavia le condizioni generali di contratto che fa sottoscrivere la banca al correntista recano la clausola di esonero i responsabilità della banca per colpa lieve.
La circolazione del titolo può essere limitata con una serie di clausole:
1. Assegno sbarrato: due sbarre paralleli hanno la conseguenza che la banca pagherà solo se l'assegno li verrà presentato da un banchiere o da un proprio cliente.
2. Assegno con clausola non trasferibile: il titolo non può essere girato se non ad un banchiere e solo per l'incasso.
3. Assegno con clausola da accreditare: non è pagabile in contanti, ma per accredito sul conto del presentatore del titolo.
4. Assegno cui il traente appone la clausola assegno turistico: l'assegno non sarà pagato se il prenditore non lo sottoscrive due volte, quando lo riceve e quando lo riscuote, al fine di consentire alla banca il controllo della conformità delle due firme.
È la promessa incondizionata della banca di pagare a vista una somma determinata. Può essere rimesso solo da una banca a ciò autorizzata, la quale a sua volta dell'avere presso la Banca d'Italia un deposito cauzionale a garanzia di tutti gli assegni che emette.
La banca, avendo sottoscritto il titolo è obbligata a pagamento mie mani del possessore (salve le ordinarie eccezioni che il debitore può porre al possessore di qualsiasi titolo di credito astratto). Il possessore di ripresentare l'assegno per il pagamento entro trenta giorni dall'emissione, pena la decadenza dell'azione di regresso; l'azione diretta contro la banca emittente si prescrive invece nel più lungo termine di tre anni dall'emissione.
La banca esercita attività di intermediazione nella circolazione del denaro: si interpone fra chi domanda e chi offre denaro. Da qui due funzioni della banca: funzione passivo di raccolta del risparmio; funzione attiva di esercizio del credito.
Oggi la banca non è più un concessionario di un pubblico servizio, è puramente un'impresa, da cui forma giuridica e quella della S.p.A. o della società cooperativa per azioni responsabilità limitata.
L'esercizio dell'attività bancaria è subordinata alla preventiva autorizzazione della Banca d'Italia e è sottoposta a penetranti poteri di vigilanza del sistema bancario e di controllo delle singole banche. I poteri di vigilanza spettano al comitato interministeriale per il credito e i risparmio.
Contratto di deposito bancario: attraverso il quale a tu alla raccolta del risparmio.
Ordinario contratto di mutuo: esercizio del credito
contratti di apertura di credito: esercizio del credito
contratti di anticipazione bancaria: esercizio del credito
contratti di sconto bancario.: esercizio del credito
i contratti bancari sono messi in serie e conclusi mediante sottoscrizione delle condizioni generali del contratto adeguate alle norme bancari uniformi e elaborate insieme dalle banche.
Da legge del 1992 sulla trasparenza delle operazioni bancarie impone che, pena nullità, i contratti bancari devono avere la forma scritta. Un esemplare deve essere consegnato al cliente; il contratto dell'indicare il tasso d'interesse ed ogni altro prezzo e condizione praticati e gli eventuali oneri di mora.
Il cliente consegnano somma di denaro alla banca, che ne acquistano proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria. È perciò un deposito irregolare, avendo ad oggetto cose fungibili. Perciò banca a la funzione di custodia rafforzata dalla particolare affidabilità della banca (poiché sottoposta a particolari controlli) e una funzione di credito analoga al mutuo.
Deposito libero: il cliente può chiedere in qualsiasi momento la restituzione totale o parziale.
Deposito vincolato: in questo caso il deposito bancario svolge una vera e propria funzione di credito corrispondente a quella di mutuo.
Il deposito bancario è un contratto in conto corrente: la banca apre un conto al nome del cliente, che l'apertura di questo conto attribuisce al contratto bancario il carattere di contratto a esecuzione continuata, nel corso del quale possono essere effettuati successivi versamenti e prelevamenti che vengono annotati nel conto.
Il deposito bancario può essere documentato su di un apposito libretto di deposito risparmio (detto libretto di conto corrente). Gli annotamenti in esso fanno piena prova nei rapporti fra banca e depositante.
Nota nella pratica come fido o castelletto: è il principale fra contratti bancari attivi: con essa la banca si obbliga a tenere a disposizione del cliente una determinata somma di denaro per un tempo determinato o indeterminato.
La banca si fa debitrice del cliente per la somma accreditategli, e i cliente acquista verso la banca il diritto di utilizzare il credito concessogli in tutto o in parte in una o più soluzioni. Se il cliente la utilizza, sorge a suo carico l'obbligazione di restituire le somme.
L'apertura del credito è normalmente in conto corrente. Può utilizzare più volte il credito concessogli e può ripristinare la disponibilità.
La morte del cliente rende il contratto intrasmissibile agli eredi.
Se è a tempo determinatosi può sciogliere anticipatamente per giusta causa da parte della banca: però deve dare quindici giorni per restituire i soldi.
Se a tempo indeterminato può essere sciolto con un anticipo di 15 giorni (tuttavia le norme uniformi fissano ad un giorno)
l'apertura di credito può essere allo scoperto (senza garanzia) o garantita (da ipoteca pegno fideiussione).
E una sottospecie dell'apertura di credito garantita. La garanzia offerta alla banca è costituita da pegno di titoli o di merci. La banca provvede alla loro custodia con addebito anticipato delle relative spese; restituirà le merci quando sarà stata rimborsate all'anticipazione. Si può tenere restituzione parziale a fronte di una restituzione parziale di somma.
Si può effettuare anche su crediti : la banca riscuoterà alla scadenza ai crediti ricevuti in pegno e tratterà la sua parte e verserà il residuo al cliente.
È una figura molto ricorrente (regolata espressamente come contratto bancario). Differisce dall'anticipazione su crediti per il fatto che il crediti del cliente, anziché essere dati in pegno, sono ceduti alla banca.
Il cliente cede a la banca, salvo buon fine (garantendo l'esistenza del credito e la solvenza) i crediti verso i terzi della banca di anticipa l'importo del credito previo lo scontro (o deduzione dell'interesse e delle spese)
lo sconto può avere ad oggetto crediti risultanti da cambiali o da assegni bancari. Il cliente di trasmettere alla banca mediante girata.
Sono le modalità comuni a diversi contratti bancari. (Non è contratto di conto corrente).
E il contratto che ha per oggetto l'esecuzione da parte della banca e dietro corrispettivo di incarichi affidatile dal cliente come: l'incasso di crediti, la riscossione di cambiali o di assegni, il pagamento di debiti, il pagamento delle bollette, l'acquisto della vendita dei titoli ecc.
un altro specifico incarico è quello relativo al rilascio dalla banca del libretto di assegni: il cliente traendo i assegni, dall'ordine di effettuare pagamenti a terzi presentatori del titolo.
La banca può essere anche incaricata di seguire o di esigere pagamenti contro documenti. Può essere convenuto fra le parti che il pagamento del relativo prezzo debba essere effettuato a mezzo di una banca: in tasca a sola banca effettuerà il pagamento per conto del compratore, proprio cliente, contro consegna dei documenti da parte del venditore. La banca agisce come mandatario del proprio cliente. E come sua finanziatrice.
Cassette di sicurezza. La banca in questo caso ignora addirittura che cosa vi sia riposto. Quindi non si tratta di un contratto di deposito, bensì di una locazione.: la banca non si obbliga nei confronti del cliente a custodire gli oggetti riposti.
Il deposito di titoli in amministrazione: azioni, obbligazioni, titoli del debito pubblico possono esser affidati a custode della banca che assume l'incarico di provvedere all'esercizio dei titoli.
È il mercato dei capitali rappresentati dai titoli di credito: il mercato delle azioni dell'obbligazione di società, di titoli di Stato ecc.. Nel linguaggio corrente si suol intendere per borsa, il luogo dove il mercato si svolge. Ma per borsa s'intende anche la complessa organizzazione preposta al mercato dei titoli.
Il mercato di borsa è sottoposto al controllo della Consob. La Consob stabilisce ogni anno il calendario di borsa, indica l'orario delle contrattazioni, i giorni di chiusura, determina i tipi di contratti di borsa ammessi, le modalità di formazione del listino di borsa, contro alle regolare funzionamento delle borse.
I titoli privati sono ammessi su richiesta della società emittente, dalla Camera di Commercio; mentre la Consob può disporre la quotazione d'ufficio di titoli largamente negoziati.
Gli intermediari tra i risparmiatori o speculatori che intendono comprare o vendere, erano degenti di cambio. Ora sono le società di intermediazione mobiliare (Sim). La loro intermediazione è obbligatoria: solo intermediari abilitati possono accedere a recinto delle grida.
Le Sim partecipano alla negoziazione come commissionari dei loro rispettivi clienti: per conto altrui, ma in nome proprio. Cioè mandato senza rappresentanza: essi restano obbligati è il prezzo, salvo il regresso verso il cliente.
Le stime possono negoziare solo quando il cliente lo abbia ordinato o autorizzato per iscritto. (Prima non era così). L'ordine deve riguardare la singola operazione.
So no qui contratti che si sono storicamente formati attraverso la pratica delle borse. Oggi sono regolamentati dalla legge anche se integrata dagli usi. Si dividono in contratti a contanti e contratti a termine. I primi vanno eseguiti entro tre giorni dalla stipulazione; gli altri (più diffusi) prevedono una esecuzione differita.
Il venditore si impegna a trasferire a compratore titoli di una data specie e quantità alla fine del mese corrente o a quella del mese successivo; il compratore s'impegna a pagare, alla stessa scadenza, il prezzo corrente alla data del contratto. Se il prezzo sarà aumentato, guadagnerà il compratore. Altrimenti guadagnerà il venditore. (Tuttavia questa vendita è utilizzata a mo' di scommessa: infatti verranno scambiati a fine la differenza di denaro e basta).
I contratti a termine possono essere conclusi con copertura oro scoperto.
Con copertura il contraente effetto il deposito dei titoli o della relativa copertura in denaro, dimostrando di essere in grado di far fronte alle obbligazioni nascenti da contratto.
Allo scoperto: non esiste alcuna garanzia e il contraente può essere un vero proprio giocatore.
La Consob le ha prima vietate poi ripristinate e ora vietate.
I contratti a termine possono essere conclusi a premio esse riconoscono di due tipi:
il contratto dont: il compratore si riserva la facoltà di recedere dal contratto corrispondente il premio pattuito, mentre se lo esegue pagherà sia il prezzo sia il premio.
Il contratto stellage: uno dei contraenti si riserva la facoltà di assumere alla scadenza la veste di compratore o di venditore, mettendosi nella duplice condizione di poter speculare sia al rialzo sia sul ribasso. Se alla scadenza la quotazione dei titoli è aumentata rispetto prezzo pattuito, gli converrà vendere; nel caso opposto preferirà comprare. Il prezzo viene contrattato prima e può essere fisso o minimo e massimo.
È anch'essa un contratto di borsa. È diverso da diporto bancario.
È un contratto di vendita del tempo stesso di più compera dei titoli: un soggetto trasferisce la proprietà di titoli ad un altro soggetto, per un determinato prezzo e quest'ultimo si obbliga a sua volta a trasferire al primo alla scadenza altrettanti titoli della medesima specie, verso il rimborso del prezzo.
Da una parte si mira ad ottenere denaro per un breve periodo di tempo. E disposto a pagarli di più al termine.
Dall'altra si mira ad avere la disponibilità dei titoli ad esempio per partecipare in assemblea. E disposto a restituirli ad un prezzo inferiore.
Non richiedono nessuna forma particolare tuttavia sono menzionati su un documento chiamato fisso bollato il richiesto a fini fiscali. Vale come prova del contratto e costituisce condizione di procedibilità di azione diretta ad ottenere l'esecuzione del contratto.
Contro la parte inadempiente è ammessa la liquidazione coatta di borsa. La parte adempimenti si rivolge a comitato direttivo di agenti di cambio entro quattro giorni dalla scadenza del contratto esibendo il fisso bollato. Il comitato procede alla liquidazione e seguendo in sostituzione dell'inadempiente le operazioni e rilasciano un certificato di credito dal quale risulta la differenza fra i prezzi del contratto inadempiuto e quelli della vendita o dell'acquisto coattivo. Il certificato vale come titolo esecutivo nei confronti della parte inadempiente.
Agli organi predetti è sostituito il consiglio di borsa.
Il concetto base e il rischio cui sono esposti i beni una vita dei singoli.
Il contratto di assicurazione alla funzione trasferire il rischio dal singolo all'impresa assicuratrice.
L'assicuratore si obbliga, verso pagamento di un corrispettivo (premio), a rivalere l'assicurato del danno prodotto dal verificarsi di un evento avverso (sinistro) che colpisca i beni o il patrimonio dell'assicurato; oppure si obbliga a pagare una somma di denaro o una tantum o in forma di prestazioni periodiche al verificarsi di un evento attinente alla vita umana (assicurazione sulla vita).
Ripartì scegli rischio dei singoli entro la massa degli assicurati. Forma con i premi pagati dal insieme dei clienti un fondo premi. Sono come le banche detentrici di capitale finanziario. Quindi sono sottoposte a uno speciale ordinamento disposto dal codice civile e da testo unico sull'esercizio delle assicurazioni private. Debbono essere esercitate da enti pubblici o da imprese private che assumono forma della S.p.A. o della cooperativa. Devono avere un capitale minimo di mezzo miliardo per assicurazioni sulla vita; o 250 milioni se assicurazione contro i danni. E ottenere la preventiva autorizzazioni del ministero dell'industria.
I premi vengono determinati su base statistica e sono soggetti a preventiva autorizzazioni del ministero dell'industria.
Se il rischio non è mai esistito, o è cessato di esistere prima della conclusione del contratto, il contratto è nullo per mancanza originaria della causa e i premi eventualmente pagati dovranno essere restituiti. Se invece il rischio cessa di esistere dopo la conclusione del contratto, questo si scioglie per mancanza sopravvenuta della causa e i premi sono dovuti fino al momento in cui la cessazione del rischio sia comunicata all'assicuratore. Il rischio può diminuire (ad esempio: l'assicurato istituisce un servizio di vigilanza) o può aggravarsi (servizio di vigilanza sospeso) in questi casi si determina una alterazione dell'equilibrio causale fra le prestazioni e l'assicuratore ha la facoltà di sciogliere il contratto di assicurazione salvo che non preferisca ridurre o aumentare l'entità del premio.
Se l'entità del rischio è falsata dall'assicurato per errore o per dolo:
se per dolo o con colpa grave: l'assicuratore può, entro tre mesi dalla scoperta, chiedere l'annullamento del contratto
se per errore, l'assicuratore può, entro lo stesso termine, recedere dal contratto, e per il sinistro eventualmente verificatosi prima della scoperta, è dovuto un indennizzo inferiore a quello contrattualmente previsto e adeguato al vero Stato delle cose.
Non sono indennizzati i sinistri che dipendono da dolo e, salvo patto contrario, da colpa grave.
Il contratto appartiene alla categoria dei contratti di adesione: è predisposto su moduli uniformi dall'impresa di assicurazione. I moduli contengono una serie di domande per calcolare il rischio.
Sebbene i moduli siano predisposti dall'assicurazione, l'assicurato occupa la posizione di preponente e la sua proposta rimane ferma per 15 o trenta giorni onde consentire all'assicuratore di seguire gli accertamenti sulla consistenza del rischio.
Il contratto è consensuale, e comincia a decorrere dalla mezzanotte del giorno della sua conclusione. Ma resta sospeso fino a che il contraente non paga il premio o la prima rata.
La durata dell'esercizio è fissata dal contratto e, se supera dieci anni, ciascuna delle parti può, dopo dieci anni, recedere al contratto. Il contraente a quindici giorni dalla scadenza di ciascuna rata, per pagare i premi. Se non paga l'assicurazione resta sospeso, e l'assicuratore a sei mesi per decidere se agire per la riscossione dei premi o considerare il contratto risolto. Questa disposizione non si applica all'assicurazione sulla vita per la quale è previsto un meccanismo di maggiore favore dell'assicurato.
Il contratto deve essere provato per iscritto. Il documento è la polizza di assicurazione ed assume la natura di titolo di credito improprio.
Copre il rischio cui sono esposti i beni o i diritti patrimoniali dell'assicurato. È dominata dal cosiddetto principio idennitario: il diritto dell'assicurato verso l'assicuratore è il diritto di risarcimento del danno subito. Il principio idennitario si articolata nei seguenti ordini di regole:
1. Interesse all'assicurazione: può validamente assicurarsi solo chi è esposto al danno e ha quindi interesse a risarcimento. Altrimenti il contratto è nullo.
2. Limite del risarcimento: il risarcimento non può superare le entità del danno. (A meno che il valore del bene sia stato accertato per iscritto da una polizza stimata). Può essere inferiore. Il danno risarcibile è solo il danno emergente (diminuzione patrimoniale) e non anche di lucro cessante (profitto sperato o mancato guadagno) (ma può essere pattuita)
3. Surrogazione dell'assicurato: l'assicuratore, una volta pagata la indennità, si sostituisce nell'assicurato, fino alla concorrenza di questa, nell'esercizio dell'azione di danni verso gli eventuali terzi responsabili. L'assicurato deve dare avviso entro brevissimo termine e deve fare il possibile per evitare un diminuire il danno, ma le spese relative sono carico dell'assicuratore.
Il contratto di assicurazione e tendenzialmente destinato circolare con la cosa assicurata. Tuttavia l'identità e le qualità personali possono essere rilevanti, specie sotto l'aspetto della solvibilità. Perciò entrambe parti possono recedere dal contratto entro dieci giorni. La regola è invece inderogabile quando sia stata emessa una polizia all'ordine o al portatore.
L'assicuratore si obbliga a rimborsare l'assicurato, di quanto questi debba pagare a terzi in dipendenza della responsabilità di dotta nel contratto di assicurazione, e che può essere responsabilità per fatti illeciti, o responsabilità per inadempimento contrattuale, esclusa solo la responsabilità dovuta fatti dolosi. L'assicuratore o pagare direttamente al terzo danneggiato.
Alcune leggi speciali che con riferimento l'attività particolarmente pericolose rendono obbligatoria l'assicurazione della responsabilità civile. La legge ha imposto l'obbligo agli esercenti impianti nucleari, circolazione dei vicoli motore e natanti.
Può assumere due forme: assicurazione per il caso di morte e assicurazione per il caso di sopravvivenza (l'assicuratore si obbliga a pagare una somma una rendita ad un'epoca fissa, nel caso l'assicuratosi ancora in vita.) Spesso all'assicurazione e mista.
L'assicurazione sulla vita ha carattere previdenziale. E sendo sottratta al principio idennitario, l'assicurazione sulla vita può essere contratto per qualsiasi somma. Qui anche il cambiamento di professione può comportare un aggravamento del rischio. Il suicidio, intervenuto entro breve tempo, legittima l'assicurazione a non pagare.
Il mancato pagamento dei premi non produce, nell'assicurazione sulla vita, conseguenze così fatali come nell'assicurazione contro i danni. Per il primo anno l'assicuratore ha ancora sei mesi per decidere se agire per la riscossione dei premi o considerare risolto il contratto. Per gli anni successivi si affiancano altre due figure alla risoluzione del contratto: il riscatto dell'assicurazione e la riduzione dell'assumo assicurata. Il riscatto consente l'assicurato di riavere una quota dei premi pagati; la riduzione gli permette di mantenere in vigore contratto, pur restando esonerato dal pagamento di ulteriori premi, per una somma ridotta. La legge esige che siano regolate da contratto.
Le imprese di assicurazione possono a loro volta assicurarsi presso altre imprese. Si tratta di assicurazione della responsabilità civile. Alcune specializzate sono i Lloyd
Cosa sono i fondi di investimento?
I caratteri che ricorrono a fenomeno dei fondi di investimento sono:
1. Il fondo concentra i risparmi di più investitori, che si affidano perché vengano utilizzati secondo criteri di massima diversificazione dei gli investimenti, a fine di ridurre rischio di assicurare un reddito stabile e costante.
2. Il fondo costituisce un patrimonio separato dal patrimonio del gestore.
Gli investitori depositano presso la banca somme destinate all'investimento e conferisce un duplice mandato: verso la banca di seguire operazioni di acquisto sulle somme depositate, di alienazione e amministrazioni in titoli che verranno disposte dal gestore; al gestore, danno il mandato di disporre le suddette operazioni.
L'iniziativa è assunta dal gestore con un'offerta rivolta pubblico contenente l'indicazione della banca.
In Italia il fenomeno è stato regolato con la legge. Le figure soggettive appaiono così identificate:
1. La società di gestione che deve presentare alcuni requisiti come quello di essere S.p.A. con capitale di due miliardi, essere autorizzata dal ministero del Tesoro, professionalità della maggioranza dei gli amministratori eccetera.
2. I partecipanti (gli investitori)
3. La banca depositaria che la banca incaricata del regolamento di operazioni disposte dalla società che gestisce il fondo.
La banca può essere una banca italiana o di un altro paese dell'Unione Europea avente succursale in Italia.
1. I partecipanti concludono con la banca un contratto di deposito e di conto corrente di corrispondenza (1 mandato alla banca per l'esecuzione dell'operazione)
2. I singoli conferiscono la società un mandato a 20 ad oggetto la gestione delle operazioni di investimento mobiliare, disposte dalla società ed eseguite dalla banca.
La società a pieni poteri di gestione e occupa rispetta partecipanti la posizione di un mandatario senza rappresentanza: dispone l'acquisto la vendita per conto dei partecipanti, ma in nome proprio, obbligandosi personalmente.
Questo è un mandato anomalo: con i fondi comuni si attua la più completa dissociazione fra proprietà e controllo della ricchezza.
1. Alla banca spetta di controllare la conformità delle operazioni; gli amministratori e sindaci devono riferire senza ritardo alla banca sulle irregolarità riscontrate dell'amministrazione della società e nella gestione del fondo comune.
2. La Banca d'Italia chiede un opposto albo delle società di gestione, esercita su d.s. una vigilanza e provvede a determinare le modalità di investimento delle società, ne approva il regolamento del fondo comune, e rivaluta la compatibilità.
3. La Consob
4. Una società di revisione, fa revisione della contabilità di gestione del fondo e certifica il bilancio.
Il fondo comune e formato dalle somme depositate dei partecipanti, dei titoli acquistati con queste somme, dai ricavi delle alienazione, dai dividendi discorsi ed ogni altro proventi. La società di gestione ha il diritto di detrarre le spese e le provvigioni. Ogni fondo e distinto al patrimonio della società di gestione e dagli altri fondi.
L'istituzione del fondo è deliberata dall'assemblea ordinaria da società che ne approva il regolamento.
Le quote sono tutte di uguale valore. Sono rappresentate dal certificato di partecipazione che può essere nominativo o al portatore. I diritti inerenti le quote sono:
1. Diritto di esaminare il rendiconto annuale per gestione e il prospetto mensile della composizione e del valore del fondo comune e i prospetti giornalieri indicante il valore delle quote e il valore complessivo netto del fondo.
2. Il diritto ai proventi
3. Il diritto a rimborso delle quote.
Anche i fondi di altri organismi situati in paesi dell'Unione Europea possono essere offerti in Italia previa autorizzazione del ministero del Tesoro.
Differiscono da quegli ordinari perché:
1. Il fondo è di ammontare determinato che deve essere raccolto mediante un'unica emissione di quote di uguale valore
2. La durata non è inferiore cinque anni e non superiore dieci
3. Ogni singola sottoscrizione a un ammontare minimo non inferiore a cento milioni
4. Le quote di partecipazione possono essere sottoscritte in un termine non superiore ad un anno ala istituzione del fondo.
I fondi comuni di investimento immobiliare chiusi hanno come fondo immobili e partecipazioni in società immobiliari. Per un singolo immobile non può essere investito più terzo del patrimonio.
che cos'è il mercato dei valori mobiliari?
Il mercato finanziario è il mercato dei valori mobiliari. È il mercato delle azioni e dell'obbligazione dei titoli, dei certificati di partecipazione fondi comuni e, più in generale, ogni documento o certificato rappresentativo di un credito o di un interesse negoziale e non, dei diritti relativi ai beni materiali o proprietà immobiliari.
E ogni pubblico annuncio di emissione, ogni offerta pubblico di acquisto di vendita o di sottoscrizione o di scambio, ogni forma di collocamento porta porta o mediante comunicazioni di massa di valori mobiliari.
Il pubblico a cui si fa riferimento, è il pubblico dei risparmiatori. La sollecitazione è l'invito rivolto risparmiatori ad investire i propri risparmi in valori mobiliari.
La materia è regolata dall'articolo 18 della legge 2116 del 1974: chiunque intenda sollecitare il pubblico risparmio deve darne preventiva comunicazione alla Consob e deve accompagnare la sollecitazione con un prospetto informativo che indichi la situazione economica e finanziaria del sollecitante, redatto secondo un modo predisposto da stessa Consob. La Consob può esigere che il sollecitando il fornisca informazioni ulteriori.
era società di investimento a capitale variabile: a per oggetto esclusivo l'investimento collettivo in valori mobiliari del patrimonio raccolto mediante l'offerta pubblico in via continuativa di proprie azioni. Differisce dai fondi comuni per il fatto che ha il investitori non sono offerti certificati di partecipazione, ma azioni. Gli investitori perciò mi diventano soci. Per poter offrire loro azioni, la Sicav effettua con continuità operazioni di aumento del capitale sociale. Dalle comuni società per azioni si distingue perché è una società a capitale variabile: l'aumento del capitale è sempre pari al patrimonio netto e non implica modificazione dell'atto costitutivo e non richiede una deliberazione dell'assemblea straordinaria. La sua costituzione devi essere autorizzata dal ministero del Tesoro e occorre un capitale iniziale di almeno dieci miliardi interamente versati. In ogni caso gestisce fondi.
che cos'è il valore di mercato delle azioni?
E diverso dal valore mobiliare; corrisponde alla somma di denaro di potenziali compratori sono disposti ad offrire per procurarsi la disponibilità delle azioni. Dipende da molti fattori.
Le azioni di una stessa società non sono tutte di uguale valore. Le azioni che comprendo il pacchetto di comando hanno un valore di mercato superiore. L'azionista di maggioranza consegue un prezzo più alto di quello che realizza il piccolo azionista che venda azioni corrispondenti ad una frazione irrisoria del capitale sociale. Questo surplus è il premio da maggioranza.
Tuttavia in epoca recente, e maturati convincimento che il fondamentale principio dell'uguale diritto di tutti gli azionisti si imponga anche in sede di negoziazione dei titoli azionari e comporti questa regola: il maggior prezzo deve andare vantaggio di tutti gli azionisti mediante l'offerta pubblica di acquisto (Opa) obbligatoria
È obbligatoria in quattro ipotesi:
1. Opa preventiva: Chi voglia rendersi acquirente di un ammontare di azioni che consente controllo di una società con azioni quotate in borsa devi indicare il prezzo di acquisto.
2. Opa successiva: Chi, nel corso dell'anno, ha acquistato fuori dalla borsa un ammontare di azioni che gli hanno attribuito il controllo della società deve, entro trenta giorni, promuovere un'offerta pubblica per un ammontare di azioni non inferiore a quell'acquistato fuori borsa per un prezzo non inferiore alla media ponderata dei prezzi corrispondenti.
3.Opa residuale: se l'acquisizione di un pacchetto azionario comporta la conseguenza che il flottante (corrispondente alla frazione del capitale sociale suddivisa in una moltitudine di piccoli azionisti) scende al di sotto della quota del 10% del capitale sociale, chi effettua l'acquisto delle promuovere un'offerta di acquisto della totalità delle azioni in circolazione.
4.Opa incrementale: chi detiene una quota di capitale pari alla metà di quella necessaria per il controllo e vuole incrementare la sua partecipazione di un quinto, deve promuovere un'offerta pubblica di acquisto.
La violazione comporta la sospensione del diritto di voto.
E la negoziazione di valori mobiliari da parte di chi versa nella condizione del insider, ossia possiede informazioni riservate sull'emittente dei valori mobiliari negoziati o sul mercato di questi valori.
La legge del 17 maggio 1991 n. 157 introduce un divieto penalmente sanzionato: chi si trova nella condizione di insider non può acquistare o vendere o comprare altre operazioni su valori mobiliari o sui relativi diritti di opzione.
La Consob da deve compiere gli atti necessaria la verifica di tali violazioni, mentre spetta a suo presidente di trasmettere al pubblico ministero la documentazione raccolta.
Si vuole garantire che il mercato dei valori mobiliari dipende dalla fiducia chi esso ispira a gli investitori; questa fiducia si basa sul fatto che a gli investitori si garantisce la parità delle condizioni.
Per determinare gli insider occorre determinare:
1. Il concetto di informazione riservata. È tale una informazione specifica di contenuto determinato, che non sia stata resa pubblica, concernente uno o più emittenti di valori mobiliari o uno o più valori mobiliari, e che, se resa pubblica, sarebbe idonea a influenzarne sensibilmente il prezzo.
2. Il concetto di insider: è insider chi possiede informazioni riservate ottenute in virtù della partecipazione al capitale di una società oppure in ragione all'esercizio di una funzione, anche pubblica, professione o ufficio. (Possono trovarsi in questa condizione il sindaco, il dipendente della società, l'amministratore, il professionista come l'esempio l'avvocato o il tecnico, la società di consulenza ecc. ma anche l'uomo politico o il pubblico funzionario che a conoscenza di provvedimenti che influenzano il corso dei valori mobiliari)
Non utilizza l'informazione riservata, ma la ribalta su altri (tipper) che se ne avvale . Perciò vi è il divieto di negoziare per tutti coloro che abbiano indirettamente ottenuto informazioni, consapevoli del carattere riservata delle stesse, da soggetti che tali informazioni posseggono.
La legge introduce a carico di determinati soggetti la presunzione di insider. Sono ipotesi relative a processi decisionali in corso di svolgimento, ai quali determinati soggetti partecipano o sui quali sono in grado di influire o dei quali possono avere notizia privilegiata:
1. Viene convocato il consiglio di amministrazione di una società per deliberare su operazioni di donne a influenzare sensibilmente il prezzo di un valore mobiliare. A questa data, e fino al momento in cui la deliberazione sia stata resa pubblica, ha imposto il divieto di compiere operazioni a gli amministratori, ai liquidatori, ai direttori, ai dirigenti, ai sindaci, ai revisori dei conti.
2. Viene convocato il consiglio dei ministri o un comitato interministeriale per l'adozione di provvedimenti idonei a influenzare sensibilmente i corsi dei valori mobiliari. Dalla data di convocazione fino al momento in cui provvedimento non sia stato reso pubblico, è fatto divieto ai ministri e ai sottosegretari.
Sono un'altra pratica restrittiva della concorrenza: sono definiti dall'articolo 2602 come i contratti mediante i quali più imprenditori istituiscono un'organizzazione comune per la disciplina o per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese. A differenza dei cartelli, essi danno vita ad una organizzazione comune, alla quale è affidato il compito di coordinare l'attività dei singoli imprenditori e per vigilare sull'adempimento di singoli imprenditori dei gli impegni assunti.
Le deliberazioni consortili sono presa maggioranza, ma per modificare il contratto di consorzio occorre l'unanimità. Quando non sia prevista, la durata del contratto vale per dieci anni.
Consorzi con attività esterna: Il contratto può prevedere anche lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese e prevedere l'istituzione di un ufficio destinato a svolgere un'attività con i terzi (ad esempio approvvigionamento di materie prime, una gestione di strutture di vendita) in tal caso il consorzio assume una configurazione analoga a quella di una società con propri organi di direzione e di rappresentanza, con un fondo consortile, sul quale i creditori del consorzio possono far valere i loro diritti, con un proprio bilancio.
Società consortili: Il consorzio può anche assumere la forma di una società, ed allora sarà regolato dalle norme relative al tipo di società adottato.
In origine i consorzi erano, come cartelli, solo una pratica oligopolistica. Con il tempo il contratto si è rivelato per le imprese medie piccole, uno strumento capace di rafforzare la loro posizione e svolgere quindi una funzione anti monopolistiche. Perciò l'enorme il codici civile (caratterizzate da un atteggiamento restrittivo) sono state modificate con norme in favore dei consorzi.
Istituzione dei consorzi fra imprese è uno dei profondi mutamenti che hanno subito le più profonde modifiche rispetto alla disciplina del 1942, sia nelle finalità, e sia nella stessa struttura.
L'articolo 2602 codici civile (modificato nel 76) definisce i consorzi: contratti con i quali più imprenditori istituiscono un'organizzazione comune per la disciplina o per lo svolgimento i determinate fasi delle rispettive imprese. Questa definizione ha consentito di superare tutte le incertezze del precedente testo dell'articolo 2602 nel quale i consorzi venivano definiti come contratti fra più imprenditori, esercenti una medesima attività economica o attività economiche commesse, i quali hanno per oggetto la disciplina dell'attività stesse, mediante un'organizzazione comune. La dottrina infatti secondo il vecchio articolo 2602 (nella parte di: disciplina dell'attività economiche commesse) era arrivata a ritenere che si riferisse soltanto agli accordi fra imprese per la restrizione della reciproca concorrenza e che tutte le altre forme di collaborazione dovessero ricadere nella nozione residuale delle associazioni non riconosciute. L'attuale testo ha eliminato ogni riferimento all'identità.
È stato ufficialmente accolto l'orientamento che anche lo scopo di rendere particolari servizi a singoli consorziati rientrava fra quelli tipici del consorzio. Soprattutto ha avuto formale riconoscimento la prassi e l'uso dell'istituto da parte degli imprenditori, per i consorzi fra imprese artigiane.
1. Centri di studi comuni, addestramento, elaborazione dati, statistiche
2. Pubblicità in comune, partecipazione in comune a fiere e mostre
3. Unificazione dei sistemi per la ricerca e l'approvvigionamento
4. Acquisto vendita distribuzione in comune
5. Trasporti comune
6. Studio e applicazione uniforme di misure dirette a migliorare il processo di produzione.
7. Sfruttamento di sottoprodotti delle imprese partecipanti
8. Installazione di laboratori, magazzini o uffici
9. Ricerca di ritrovarti e sfruttamento in comune di brevetti
10. Acquisizione di know how
11. L'esportazione o promozione
12. Tutela e controllo della qualità
13. Partecipazione ad appalti
14. Sub fornitura
15. Garanzie fidi
16. Uso in comune di computers
17. Contabilità in comune
18. Amministrazione in comune
19. Raggiungimento di condizioni per avvalersi o di certi servizi pubblici o di esenzioni fiscali o di finanziamenti e contributi.
Rientrano perciò, nella disciplina dell'articolo 2602 e seguenti, tutti gli accordi fra imprese miranti a creare i cosiddetti organismi di cooperazione Interaziendale, sia quelli che creano gli organismi anticoncorrenziali, sia i consorzi fra imprese artigiane, sia i consorzi fra società cooperative per il coordinamento della produzione e degli scambi.
Gli articoli che trattano del consorzio sono:
Articolo 2602: dove la normativa è contenuta essenzialmente.
Articolo 2603 a 2611: disposizioni generali
articolo 2612 a 2615 ter: consorzi con attività esterna
articolo 2616 e 2617: consorzi obbligatori
articolo 2618 a 2620: controlli dell'autorità governativa.
Le norme da 2616 a 2620 possono essere considerate pubblicistiche, dato che prevedono una diretta ingerenza dello Stato, non sono però ancora suscettibili di applicazioni immediata poichè in forza dell'articolo 111 e le disposizioni di attuazione del c.c. , le norme per l'attuazione di tali articoli, saranno emanate con decreto reale, e fino all'entrata di tale decreto, i consorzi volontari continuano ad essere regolati dalle leggi anteriori.
Quindi vi è un espresso richiamo alle leggi precedenti sui consorzi obbligatori, su quelli recanti le norme circa i consorzi volontari di produzione o vendita sono talmente privi di alcun significato, dato che la dottrina ne esclude l'applicabilità in conseguenza dell'abrogazione dell'ordinamento corporativo che tali leggi presuppone uno e per la loro sopravvenuta incompatibilità con i principi costituzionali.
Perciò si può concludere con una triste constatazione della carenza del nostro ordinamento di una disciplina pubblicistica in materia consortile.
Tale mancanza tuttavia appare meno grave sotto certi aspetti dopo l'entrata in vigore della legge del 10 ottobre 1990 n. 287, sulla tutela della concorrenza e del mercato (la cosiddetta legge antitrust).
In Italia le imprese non hanno più la forza di farsi concorrenza spietata, e per resistere a gli attacchi dei colossi multinazionali e superare e difficoltà economiche, passano ad un sistema aperto verso la cooperazione. La CO operazione è indubbiamente incoraggiata anche al livello comunitario dove è previsto il riconoscimento a tutela delle cosiddette intese buone .
Anche la modificazione dell'articolo 2602, che potrebbe sembrare ad un primo esame espressione di una tendenza protezionistica, è espressione di un orientamento sempre più diffuso mirante a favorire l'associazione fra imprese, se è indirizzata allo sviluppo della produzione e della distribuzione e alla promozione del progresso tecnico ed economico.
Il codici civile attribuisce notevole importanza al modo di operare concreto del consorzio.
L'organizzazione comune può avere funzione puramente interna (limitata alla regolamentazione dei rapporti fra consorziati, accertamento de gli obblighi assunti, disfunzioni degli eventuali conflitti) ma può avere anche una funzione esterna e inserirsi come intermediaria fra rapporti tra consorziati e terzi.
Sulla base di queste funzioni il codice distingue tra consorzi con attività esterna e consorzi con attività meramente interno. L'articolo 2612 afferma che: se si tratta di consorzi con attività esterna: il contratto prevede l'istituzione di un ufficio destinato a svolgere un'attività con terzi.
Tale distinzione acquista significato considerandola la particolare disciplina dei codici civile dei consorzi con attività esterna rispetto a quelli con attività interna.
Infatti nei consorzi con attività interna il contratto implica soltanto delle obbligazioni a carico dei contraenti.
Nei consorzi con attività esterna sia la costituzione di autonomi centri di imputazione nei confronti dei terzi per i quali si può porre anche il problema se possa o meno parlarsi di personalità giuridica. Comunque implica la loro qualificazione quali imprese commerciali e quindi da loro soggezione alle procedure concorsuali.
È il gruppo europeo di interesse economico, istituito un regolamento CEE; è una figura associativa volta a favorire il miglioramento accrescimento dei risultati delle attività economiche di singoli partecipanti.
Questa figura però si distingue da consorzio per i seguenti motivi:
1. Non è prevista alcuna forma scritta
2. La partecipazione non è limitata solo all'imprenditori, ma anche a persone fisiche liberi professionisti o prestatori di servizi all'interno della comunità.
3. Per le obbligazioni assunte dal gruppo è prevista la responsabilità illimitata e solidale di tutti coloro che ne fanno parte.
4. I soggetti devono essere necessariamente collocati in diversi stati membri e sono uniti nello scopo comune di agevolare o di sviluppare le loro attività economiche e di incrementare i risultati.
Nei consorzi invece, gli imprenditori non devono necessariamente appartenere a diversi paesi della comunità ma possono avere serve anche soltanto in Italia.
Volendone dare un inquadramento sistematico, i consorzi si possono definire come rapporti associativi (non societari) e far rientrare nella categoria delle mutue (caratterizzate dall'attribuzione agli associati di vantaggi realizzati direttamente nelle loro economie individuali) tramite l'uso dell'organizzazione comune.
È divenuta più evidente dopo le modifiche legislative, la differenza fra i consorzi e tutti quei patti fra due o più imprenditori diretti unicamente a disciplinare le rispettive attività economiche per limitare la reciproca concorrenza. (I cosiddetti cartelli). Tale differenza riguarda ora direttamente lo scopo e quindi la sostanza dell'istituto che è ora profondamente mutata.
Si è molto discusso se lo scopo consortile sia compatibile o meno con lo scopo di lucro. Ma dopo l'entrata in vigore della legge n. 72 del 1983 il problema sembra risolto. In questa legge la remunerazione del capitale sociale dei consorzi non può in alcun modo essere superiore alla remunerazione dei prestiti sociali. (Indicato per parallelismo con le cooperative). Il testo non pecca certo di perfezione visto che nei consorzi il capitale non c'è; esiste invece il fondo consortile che non necessariamente è formato nello stesso modo del capitale sociale.
Mentre si parla di remunerazione, non si dice assolutamente come ciò possa venire nei consorzi.
Non si dice Se debbano essere distribuiti tenendo conto soltanto dell'ammontare di singoli contributi oppure che si debba tener conto anche dei rapporti avuti da ognuno da consorzio con una forma di ristoro; se vi sia un diritto alla remunerazione, e se si, se si debba distribuire ogni lucro realizzato oppure possa essere destinata una parte riserva e in qual modo tutto ciò possa essere deliberato.
Non viene detto nemmeno se un utile possa essere realizzato con la prestazione di servizi consortili a terzi. L'articolo 2614 del codice civile inoltre, vieta la divisione del fondo consortile (con attività esterna) per tutta la durata del consorzio.
Mancano molte norme sulla conservazione del fondo consortile, sul sistema di pubblicità della situazione patrimoniale, nemmeno è menzionato il divieto di restituire ai consorziati i contributi versati.
In sintesi non si può non escludere una compatibilità di uno scopo di lucro con quello consortile.
I consorzi si possono distinguere dalle società per il fatto che normalmente le società perseguono fini di lucro. Mentre nei consorzi di vantaggi degli associati sono direttamente e prevalentemente realizzati nelle loro economie individuali tramite l'uso dell'organizzazione comune.
In pratica però le strutture adottate possono anche sostanzialmente coincidere negli scopi: considerando che le S.p.A. tendono ormai a piegarsi a finalità che non necessariamente si identificano con uno scopo di lucro tecnicamente inteso. Dopo la riforma del 1976 infatti, la funzione tipica dei consorzi (soprattutto quelli con attività esterna) si è avvicinata a quella delle società per l'indubbia natura imprenditoriale dell'attività di gestione di una o più fasi delle imprese consorziate. Questa tendenza ha avuto espresso riconoscimento legislativo nell'articolo 2615 ter che prevede che le società previste possono assumere come oggetto sociale di scopi indicati nell'articolo 2602. Questo articolo a ammesso il proseguimento dello scopo consortile da parte delle società commerciali o comunque ha ammesso l'utilizzazione delle società commerciali per il perseguimento di scopi consortili.
In questo caso tuttavia sia un fenomeno di sovrapposizione della sostanza (del consorzio) alla forma (della società).
L'articolo 2615 ter (comma 2) prevede inoltre la possibilità di stabilire nello statuto delle società consortili l'obbligo dei soci di versare contributi in denaro. Questa norma deroga quindi ad un principio fondamentale in tema di società per azioni perché ritiene applicabili alle società consortili le norme in tema di società.
In tema di consorzi, l'applicazione delle norme delle S.p.A. non deve essere considerata eccessivamente traumatica date le affinità strutturali esistenti:
1. Nei consorzi in forma non societaria i terzi possono rivalersi soltanto sopra il fondo comune.
2. Regole del bilancio
3. Eliminazione della durata massima decennale
più problematica appare l'ipotesi di utilizzare a scopo consortile i tipi societari con responsabilità illimitata: ipotesi di scuola poiché è improbabile una simile scelta di responsabilità illimitata da parte dei consorziati. Tuttavia non è escluso dalla legge. (Tranne società semplice).
La legge del 21 maggio 1981 n. 240 in tema di provvidenze a favore dei consorzi fra piccole e medie imprese, prevede che sono ammesse a godere dei benefici anche società consortili costituite in forma di cooperativa.
Tuttavia, probabilmente, resta legge volevo solamente eliminare ogni dubbio circa la cumulabilità dei benefici previsti a favore delle strutture consortili e quelli a favore delle cooperative.
In realtà l'articolo 2615, facendo riferimento solo a tipi di società lucrativa, sembra che le abbia escluse. In effetti c'è una certa riluttanza all'utilizzo di forma e del nome di società cooperative da parte di organismi che non potessero considerarsi tali a pieno titolo.
L'assoluzione è diventata più difficile dopo la legge del 1976: è ormai estremamente difficile una distinzione fra mutualità consortile e mutualità cooperativa.
A parere di Paolucci il riconoscimento da parte della legge n. 240 è qualcosa di più di un implicito riconoscimento, fatto ha limitato scopo di evitare la cumulabilità di benefici, deve essere considerato un riconoscimento espresso, diretto colmare una lacuna legislativa.
Tuttavia, se le cooperative vorranno godere delle provvidenze previste, i soci dovranno essere necessariamente imprenditori ed avere i requisiti previsti dalla suddetta legge 240. Tali limiti non sono in contrasto con i requisiti soggettivi per i soci delle cooperative. Le cooperative non escludono esplicitamente qualche tipo di categoria.
La leggemi prevede tre tipi: (legge del 1909 n. 422)
1. I consorzi di cooperative ammissibili ai pubblici appalti
2. I consorzi di cooperative costituiti per facilitare agli associati il conseguimento degli scopi mutualistici
3. I consorzi di cooperative per il coordinamento della produzione e degli scambi.
negli ultimi decenni i vari sodalizi di cooperative sono sorti in gran numero in Italia poiché pieni di iniziative e desiderosi di eseguire dei lavori per conto dello Stato. Ma trovarono degli ostacoli insormontabili nella mancanza di capitali e nela legislazione statale statale a causa delle gravosi cauzione di imposte alle imprese che eseguivano lavori per conto di enti pubblici. Inoltre i sento procedimento dell'emissione dei mandati rendeva estremamente lenta l'amministrazione nel pagamento dei corrispettivi per le opere compiute. Le cooperative, non possedendo fondi, non potevano pagare i lavoratori.
Per risolvere questa situazione fu fatto dal ministro Luttazzi che nel 1896 ottenne l'approvamento di una legge dove si consentì di concedere a licitazione privata alle cooperative di produzione e lavoro opere pubbliche fino all'ammontare di centomila lire. Da quel momento di provvedimenti si sul seguirono.
Facilitazione dell'emissione dei mandati, limite a 200.000, cauzioni rateali... ma queste agevolazioni erano insufficienti.
Frequenti furono perciò i casi di cooperative che si unirono al fine di raccogliere le loro forze ma, a causa dei controlli previsti dall'enorme che concedevano le agevolazioni, queste forme rimasero inadatte.
La legge del 1909, crea questa questa figura di consorzi di cooperative ammissibili ai pubblici appalti. Non è sottoposta ai limiti posti dal codice per le società cooperative e sottratta a qualsiasi controllo di autorità tutoria.
Il legislatore inoltre afferma che ai consorzi può essere affidata l'esecuzione di opere pubbliche purché l'importo base d'appalto non superi il doppio dell'ammontare totale degli appalti che potrebbero essere affidati alle singole cooperative, costituenti consorzio, e l'appalto di ogni opera non superi certi ammontari. Questi organismi sono completamente diversi dai consorzi previsti dall'articolo 2602 sia per le norme per la formazione del patrimonio consortile (versamento di due decimi ecc.) sia quelle che riguardano il fondo di riserva della sua formazione, sia quelle che riguardano la ripartizione degli utili, gli organi del consorzio cui libri contabili. Anzi, sono simili alle società commerciali e alle cooperative come erano disciplinate dal codice del 1882.
Il legislatore infatti, nella legge del 1909, vuole creare una nuova entità, fornita di proprio capitale e di un'azienda propria, che potesse compiere quelle opere che erano preclusa alle singole cooperative associate. Agisce direttamente assumendo in proprio gli appalti. L'ammissione stessa alle gare e subordinata al giudizio dell'amministrazione.
Si staccano dalla struttura di quelli disciplinati dall'articolo 2602. Si avvicinano notevolmente alle cooperative, tanto da poter essere considerati dei re propri cooperativa di secondo grado.
Per procedere alla loro costituzione deve esserci un numero di società cooperative non inferiore a 5
è necessaria la sottoscrizione di un capitale sociale di almeno un milione di lire.
le quote di partecipazione possono essere rappresentate da azioni.
Il fine di questi consorzi è quello di facilitare la realizzazione del scopo mutualistico delle associate. Perciò, in quanto cooperative di secondo grado, è applicabile la disciplina pubblicistica delle cooperative: iscrizione nel registro prefettizio e nello schedario generale della cooperazione.
Sono considerati veri e propri consorzi.
Si tratta di contratti tra più società cooperative, esercenti una medesima attività o attività economiche connesse, i quali hanno per oggetto la disciplina di attività stesse, mediante una infezione comune.
Per questi consorzi non è prevista iscrizione nel registro prefettizio e nello schedario generale, ma sono regolati dall'articolo 2602 e seguenti.
Se il contratto comporta l'istituzione di un ufficio, destinato ad operare con i terzi, un estratto del contratto deve essere depositato presso il registro prefettizio.
Sono esclusi dalle agevolazioni a favore delle cooperative e godono solo delle particolari agevolazioni in materia di imposto di bollo e di registro.
Appare evidente la contraddittorietà del mantenimento di due categorie praticamente identiche quali sono I consorzi di cooperative costituiti per facilitare agli associati il conseguimento degli scopi mutualistici e I consorzi di cooperative per il coordinamento della produzione e degli scambi.
Sono identici data l'assoluta identità dei membri. Per tale motivo, si potrà scegliere indifferentemente fra la creazione di una cooperativa di secondo grado oppure un consorzio.
I consorzi possono essere definiti come contratti associativi (non societari) che rientrano nella categoria delle mutue. Possono inoltre essere classificati fra i cosiddetti contratti con comunione di scopo e possono essere considerati con prestazioni corrispettivi, dato che è la partecipazione è data socio in cambio dell'assunzione di certi vincoli e obblighi.
Modificata la nozione del consorzio (articolo 2602) col riconoscimento di una più vasta finalizzazione rispetto alla disciplina della concorrenza, e implicito il necessario superamento del problema della qualifica del consorzio come contratto normativo. Il contratto può ora essere inquadrato fra quelli che la dottrina definisce di organizzazione. Ha anche carattere strumentale e accessorio, in quanto non può stare a se, ma presuppone altre organizzazioni imprenditoriali. Può essere inoltre inquadrato fra i contratti di durata. (L'articolo 2604 dice espressamente che, in mancanza di determinazione della durata, questo è valido per dieci anni).
Requisito essenziale è che i soggetti contraenti devono essere imprenditori.
La legge non specifica se commerciali o meno (anche quegli agricoli).
Vi sono inoltre alcuni limiti alla partecipazione:
1. Legge 374, ammette a godere delle agevolazioni unicamente di consorzi e le società consortili, costituiti fra piccole medie imprese.
2. Divieto di esercitare attività in contrasto con le finalità del consorzio.
3. La legge invita alle parti a determinare i limiti, vincoli e le cause di esclusione .
Il legislatore ha lasciato i consorziati il compito di determinare in concreto, nei singoli contratti, sia la struttura dell'organizzazione, sia la regolamentazione del tipo di collaborazione fra imprese e soprattutto la scelta del tipo e degli scopi di questa collaborazione. Il codice, non ne da nemmeno una elencazione meramente esemplificativa al fine di non preclude alcuna delle forme possibili.
L'unico limite potrebbe essere rappresentato dal fatto che svolgimento in comune debba essere limitato solamente a determinate fasi. Tuttavia probabilmente, questa norma ha solo lo scopo di ribadire che le consorziate debbono essere anche economicamente autonome e non solo giuridicamente. Attualmente si ritiene che il termine "fase" si può riferire allo svolgimento dell'intero ciclo produttivo. Addirittura si ritiene che può a rientrarne l'assunzione di un complesso contratto di appalto in svolgimento dell'attività successive.
Paolucci: Tuttavia è indubbio perché la disciplina del società è improntata a ben più rigorosi meccanismi di controllo di tutela.
Articolo 2603: il contratto deve essere fatto per iscritto pena nullità. È richiesta la forma ad substantiam e non soltanto ad probationem. Fondato nella garanzia di evitare l'incertezza sul contenuto di un contratto di singolare importanza, e di rendere più agevole la vigilanza governativa.
Nell'articolo 2603, vi è anche una lunga e elencazione degli elementi che il contratto deve indicare. Tuttavia soltanto la presenza di alcuni di essi è effettivamente necessaria per la validità del contratto. Quegli essenziali sono:
1. Che nel contratto vendono determinati l'oggetto del consorzio
2. Gli obblighi dei consorziati
3. Quote dei singoli consorziati (se è consorzio di contingentamento)
4. Che si è indicato almeno un organo con la precisazione delle sue attribuzioni e dei suoi poteri.
5. (Consorzi con attività esterne) persone in cui vengono attribuite la presidenza, la direzione della rappresentanza e i rispettivi poteri, modo di formazione del patrimonio e norme relative alla liquidazione.
Come ogni altro rapporto soggettivo, i consorzi presentano un aspetto negoziale ed un organizzativo.
Le recenti innovazioni hanno notevolmente potenziato l'aspetto organizzativo.
Grande rilievo il codice attribuisce a concreto modo di operare del consorzio: l'organizzazione comune può infatti avere una funzione puramente interna, ma può avere anche una funzione esterna e cioè inserirsi, com'intermediaria, nei rapporti fra i consorziati e i terzi. La distinzione fra consorzi con attività interna e consorzi con attività esterna, non crea due categorie, poiché lo scopo è identico, ma acquista un significato soltanto per la particolare disciplina alla quale sono sottoposti i consorzi con attività esterne in funzione del loro particolare modo di operare e del fatto che si presentano come autonomi centri di interessi.
Occorre osservare che il legislatore ha voluto adottare una struttura che riproducesse, semplificandola, quella del società, ma il tentativo non avuto successo e la semplificazione si è risolta in un vuoto normativo.
Di organizzazione dei consorzi si può parlare soltanto con riferimento a gli organi consortili, cioè a coloro che sono predisposti a consorzio per l'attuazione dei suoi scopi, ma possono essere comprese anche le strutture meramente esecutive, e anche quelle deliberative.
Il riferimento alle strutture deliberative, la legge si limita a distinguere fra le deliberazioni relative all'attuazione del consorzio (per le quali è sufficiente il voto favorevole della maggioranza dei consorziati) e quelle riguardanti le modificazioni del contratto del consorzio (per le quali è necessaria all'unanimità, se non convenuto diversamente da contratto).
La strana contraddizione è che ricadono sotto la disciplina delle deliberazioni relative all'attuazione del consorzio, anche quelli che hanno per oggetto lo scioglimento anticipato per giusta causa, che pur implicano una modifica del contratto
Prevede inoltre che tutte le delibere, prese maggioranza, in attuazione dell'oggetto del consorzio possono essere impegnate davanti all'autorità giudiziaria entro trenta giorni, dalla data della delibera, per i presenti (, e da quella della sua comunicazione o del suo deposito presso il registro imprese, per gli assenti.).
Emerge il tentativo di riprodurre la struttura del società, tuttavia non si dice nulla se le deliberazioni debbono essere prese in una vera e propria assemblea (collegio perfetto) e se alla deliberazione si debba pervenire in adunanza e previa discussione su un ordine del giorno previamente comunicato.
La dottrina su questo punto di vista. Ma forse è preferibile il collegio perfetto tenendo la contrapposizione fra gli assenti i votanti poiché è più coerente con le intenzioni del legislatore e e più adatta alla nuova struttura del consorzio quale strumento di collaborazione fra imprese.
Per coprire i buchi della disciplina, occorrerà fare ricorso ai principi generali in tema di collegi perfetti.
Altre lacune riguardano il voto che non viene specificato se debba essere fatto per teste o per quote.
Si parla di impugnazione, ma non se ne parla del procedimento.
Non si dice nulla delle delibere nulle.
Non è chiara la linea di demarcazione fra i compiti che gli organi deliberativi e quelli degli organi esecutivi.
È importantissima perciò, viste le lacune, la volontà di contraenti. Inoltre, dato il carattere chiaramente dispositivo degli articoli, si può giungere ad escludere la stessa collegialità, purché sia garantito a tutti consorziati di manifestare la propria opinione in altro modo.
Tuttavia alcuni punti fermi ci sono:
1. è da condividere l'affermazione che il termine di trenta giorni (prescritto dall'articolo 2606) per le impugnazione, in contrasto con la legge o con il contratto, o per i non solo nel caso in quel consorziate o lamenti che la deliberazioni siedi scortata dalle finalità del consorzio, ma anche nell'ipotesi in cui sia in sorta una situazione di conflitto tra il gruppo il singolo, essendo state assunte deliberazioni che avrebbero le sull'interesse individuale.
2. È da condividere l'affermazione che le deliberazioni possono essere impegnate soltanto dagli assenti o dai dissenzienti.
3. Si deve ritenere che, in caso di impugnazione, non sia ammissibile distanza diretta ad ottenere la sospensione. Non si può dare rilevanza alla maggiore autonomia negoziale delle parti, dato che in presenza di un atto collegiale non si può dare rilevanza alla maggiore autonomia negoziale delle parti.
4. L'unico provvedimento ottenibile è un provvedimento di urgenza.
il codice prevede che siano indicati nel contratto gli organi consortili. Dipenderà quindi da scelte dei contraenti se le funzioni del consorzio debbono essere centrato in un unico organo con ripartite fra più organi.
Il codici poi si limita precisare che la loro responsabilità verso i consorziati è regolata dalle norme sul mandato e che il mandato conferito cessa nei confronti del consorziate receduto o escluso. A
Le cause possono riguardare si è singolo consorziate o, sia tutti rapporto.
Nel caso riguardi singolo consorziato, la legge menzione espressamente il recesso con l'esclusione (alle quali si devono aggiungere l'annullamento e la risoluzione per inadempimento o per impossibilità sopravvenuta).
Il codice si limita al rinvio ai singoli contratti, ad eccezione dell'ipotesi di cessione di azienda.
L'articolo 2610, prevede che in caso di trasferimento di azienda, l'acquirente subentra nel contratto di consorzio può essere escluso dagli altri consorziati entro un mese dalla notizia se sussiste una giusta causa.
È dubbio se a consorziato uscente spetti una quota del fondo consortile. Questa soluzione non è più proponibile, quantomeno in applicazione del principio della tutela dei terzi che possono ora a far valere i loro diritti esclusivamente sul fondo consortile.
Si può avere lo scioglimento di tutti rapporto, sia per le cause previste dall'articolo 2611, sia per il venire meno della pluralità dei consorziati e, nel caso di consorzi con attività esterna, per il fallimento.
Verificatesi la causa di scioglimento farà seguito una fase di liquidazione. Per quel che riguarda la ripartizione degli utili, si applicheranno le norme comuni sulla divisione.
È prevista la sottoposizione a un sistema di pubblicità legale, che sia attua mediante il deposito e la iscrizione nel registro del imprese, di un estratto del contratto di consorzio che deve contenere la sua denominazione e l'oggetto, il cognome e il nome dei consorziati, la durata, il presidente, la direzione della rappresentanza e i rispettivi poteri, il modo di formazione del fondo consortile e le norme relative alla liquidazione.
Il deposito deve essere fatto a cura degli amministratori entro trenta giorni dalla stipulazione. La violazione è penalmente sanzionata.
La legge attribuisce alle persone che hanno la presidenza una direzione, la rappresentanza giudiziale passiva .
Sono previste particolari norme in materia di responsabilità per obbligazioni del consorzio.
Il fondo consortile è formato (articolo 2614) dai contributi dei consorziati e dai beni con questi acquistati. Per tutta la durata del consorzio, non si possono chiedere divisioni dei fondi e i creditori particolari non possono far valere i loro diritti sul fondo.
L'articolo 2615 prevede l'obbligo di redigere annualmente l'esitazione patrimoniale e osservanza delle norme concernenti il bilancio del S.p.A. e mettere ai documenti disposizioni del pubblico depositandoli presso il registro delle imprese. Tuttavia non prevede alcuna disciplina della perdita parziale o totale del fondo consortile. Inoltre il divieto di restituire i contributi ai consorziati non è sanzionato penalmente. Non si può inoltre affermare che la situazione patrimoniale e qui valga a un vero propri bilancio.
I creditori quindi non hanno sufficiente tutela e ciò ostacola molto latino utilizzazione del consorzio.
Per il obbligazioni assunte dagli organi del consorzio per conto dei singoli consorziati, rispondono i singoli interessati solidamente col fondo consortile.
In caso di insolvenza nei rapporti fra i consorziati il debito dell'insolvente si impartisce fra tutti in proporzione alle quote.
Capitolo 1: l'imprenditore(1)
Distinzione tra capitalista e imprenditore (1)
Il concetto di imprenditore nel codice civile (1)
Chi sono i piccoli imprenditori (1)
Il concetto di "professionalmente esercitata (1)
Cap. 2: imprenditore commerciale e imprenditore agricolo(1)
Chi è l'imprenditore agricolo (1)
Quali specie di imprenditore, rientrano nel concetto generale di imprenditore (1)
Enti pubblici sono imprenditori commerciali (1)
Quali sono le attività commerciali (1)
Quali sono le attività agricole(2)
Cap. 3: il piccolo imprenditore. L'impresa familiare(2)
Definizione di artigiano(2)
Come si determina il piccolo imprenditore in tribunale(2)
Cos'è l'impresa familiare(2)
Cap. 4: l'azienda(2)
Che cos'è l'azienda(2)
Come si trasferisce l'azienda(2)
Come si trasferisce la ditta(2)
Come si regolano i rapporti relativi all'azienda ceduta(2)
Che differenza c'è tra contratti di impresa e contratti aziendali(2)
Che succede il se il trasferimento e non può essere considerato come trasferimento di azienda(2)
Che cosa succede al terzo contraente(2)
I contratti personali passano all'acquirente dell'azienda(2)
Cessione di crediti(2)
Accollo dei debiti(3)
Astensione di concorrenza(3)
Cap. 5: lo statuto dell'imprenditore commerciale(3)
Che funzioni ha l'iscrizione nel registro delle imprese(3)
A che cosa servono le scritture contabili(3)
Quali sono e scritture contabili(3)
Che cos'è il libro degli inventari(3)
Quali sono le altre scritture obbligatorie che possono rivelarsi obbligatorio per la natura dell'impresa(3)
Le scritture contabili sono soggetti ad un sistema di pubblicità(3)
In che cosa il principio sulla rappresentanza commerciale differiscono dai principi generali sulla rappresentanza(3)
Chi è l'institore(3)
Chi è il procuratore(3)
Chi sono i commessi(3)
Capitolo 6: l'imputazione dell'attività di impresa (3)
Cosa significa rischio di impresa(3)
Che cosa è un imprenditore occulto(4)
un minore di 18 anni può essere titolare di una impresa(4)
Negli altri casi i incapacità si può essere titolare di impresa(4)
A partire da quale momento può dirsi iniziato l'esercizio di una impresa(4)
Quale il momento in cui un'impresa può dirsi cessata(4)
Cap. 7 imprenditore e il sistema economico(4)
Che cos'è la libertà di iniziativa economica(4)
In che cosa consiste il governo pubblico dell'economia(4)
Che cos'è la libertà di concorrenza(4)
Che cos'è un monopolio(4)
Sono validi, ed entro quali limiti, i patti di concorrenza(4)
Che cosa sono i consorzi(4)
Quali sono i limiti legali alla concorrenza(4)
Che cos'è la concorrenza sleale(5)
Quali sono i segni distintivi dell'imprenditore(5)
Che cos'è la ditta(5)
Come si trasferisce la ditta(5)
Che cos'è l'insegna(5)
Come si trasferisce l'insegna(5)
Che cos'è il marchio(5)
Come si acquisisce il diritto all'utilizzo del marchio(5)
Quanto dura il diritto esclusivo del marchio(5)
Come si trasferisce il marchio(5)
Che cos'è il marchio debole(5)
Che cosa sono le opere di ingegno(5)
Che cosa sono gli invenzioni industriali(5)
Come sono protette le opere di ingegno e le invenzioni industriali(5)
Che cos'è il contratto di edizione(5)
Che cos'è la licenza di brevetto(6)
Che cosa succede per le opere d'arte(6)
Come si acquisiscono in diritti sulle opere d'ingegno e sul invenzioni industriali? (6)
Che succede se l'innovazione tecnologica è prodotta da dipendenti(6)
Quanto dura il diritto patrimoniale? (6)
Come si attua la difesa del diritto? (6)
Che differenza c'è fra opera comune e opera collettiva? (6)
Che diritto spetta all'autore di progetti di ingegneria(6)
Cosa sono i modelli di utilità? (6)
Cos'è il design ? (6)
Titolo 8: società ed impresa collettiva(6)
Come definisce la società il codice civile(6)
Che cosa sono i conferimenti(6)
Quale obbligazione oltre conferimenti incombe sui soci(6)
Qual è lo scopo della divisione degli utili(6)
Che differenza c'è fra società in comunione di godimento(6)
Qual è la forma del contratto(6)
Che differenza c'è tra beni sociali e beni in comunione(6)
Che succede se uno dei soci cessa di far parte della società(6)
È ammissibile la società di solo godimento(6)
Che differenza c'è fra società di persone e società di capitali(6)
Cap. 9: la società semplice (7)
Quali forme occorrono per costituire una società semplice (7)
Che cos'era società occulta (7)
Che cos'è la società apparente (7)
Conferimento dei soci (7)
Modifica del contratto sociale (7)
L'amministrazione della società (7)
Come si prendono le deliberazioni che attengono l'organizzazione della società (7)
Come si revoca l'amministratore (7)
Che cos'è la giusta causa (7)
Come si forma il consenso (7)
Cos'è la responsabilità dell'amministratore (7)
Divisione degli utili e delle perdite (7)
A chi spetta la rappresentanza nella società (8)
Chi risponde dei debiti della società(8)
Come agisce creditore particolare del socio di fronte a società(8)
Quali sono i casi di scioglimento del rapporto sociale limitatamente ad un socio(8)
Quali sono le cause di scioglimento della società(8)
Quali effetti produce il verificarsi di una causa di scioglimento(8)
Come si attua il procedimento legale di liquidazione(8)
Quando una società può dirsi estinta (9)
Come si riattiva la società(9)
Cap. 10: le società commerciali di persone (9)
(Articolo 2249) (9)
Quali sono le attività commerciali(9)
Cos'è la società in nome collettivo(9)
Quali sono le differenze tra società semplice e s.n.c(9)
Che differenza c'è tra s.n.c regolare e irregolare(9)
Disciplina delle società s.n.c irregolari(9)
Disciplina delle società s.n.c regolari(9)
Come fatto l'atto costitutivo nella società in nome collettivo regolare(9)
Che differenza c'è fra capitale e patrimonio della società(9)
Come si scioglie la società in nome collettivo(9)
Liquidazione(9)
Estinzione(9)
Che cos'è la società in accomandita semplice(9)
Quale la posizione dei soci accomandanti(9)
Che cos'è l'accomandita irregolare(10)
Che cos'è il contratto di associazione in partecipazione(10)
Cap. 11: le società per azioni: caratteri generali
La società per azioni è per l'articolo 2325: un tipo di società contraddistinto da due caratteri(10)
Che cos'è l'azione(10)
Che cos'è il capitale minimo(10)
Perché un capitale così basso in Italia(10)
Cos'è il principio maggioritario(10)
Quali sono le regole che governano il calcolo della maggioranza(10)
Il socio po' farsi rappresentare in assemblea(10)
Che cosa s'intende per capitale di risparmio e capitale di comando(10)
Che cosa sono le azioni privilegiate e le azioni di risparmio(10)
Cosa sono le società di investimento(10)
Cos'è la società per azioni in mano pubblica (11)
A quale statuto sono sottoposte società con azioni quotate in borsa(11)
Cap. 12: il contratto di società per azioni e le sue vicende. S.p.A. (11)
Come si costituisce una società(11)
Che cos'è l'atto costitutivo e lo statuto(11)
Qual è il contenuto essenziale del contratto di società(11)
Che cos'è e a cosa serve la sede della società(11)
Che differenza c'è fra costituzione simultanea e costituzione continuata della società per azioni(11)
Chi assume l'iniziativa della costituzione continuata(11)
Che cos'è l'assemblea dei sottoscrittori(11)
Qual è la forma per la costituzione della società per azioni(11)
Che cos'è il giudizio di omologazione (12)
Chi ordina l'iscrizione della società nel registro delle imprese(12)
Che cos'è il Busarl (bollettino ufficiale) (12)
Che cos'è il contratto parasociale(12)
Cosa sono i sindacati azionari(12)
Che cos'è la personalità giuridica(12)
In quali casi può essere pronunciata da nullità della società per azioni(12)
Da chi devono essere deliberate le modificazione dell'atto costitutivo(12)
Quali sono le modifiche dell'atto costitutivo ammissibili(12)
In quali casi spetta al socio il diritto di recesso(12)
Quali sono i tipi di aumento di capitale(12)
L'aumento del capitale sociale implica modificazione dell'atto costitutivo(12)
Che cos'è il diritto di opzione(12)
Che cos'è il diritto di prelazione(13)
A quale pubblicità deve essere sottoposto l'aumento del capitale sociale(13)
Quando può essere deliberata la riduzione facoltativa del capitale sociale(13)
Che differenza c'è tra estinzione e scioglimento della società(13)
Quali sono le cause di scioglimento(13)
Che cosa accade dopo lo scioglimento(13)
È possibile una trasformazione della società(13)
Che cos'è la fusione tra società(13)
Che cos'è la scissione della società(13)
Possono esistere le fusioni e le scissioni quando la società è in liquidazione(13)
Che cos'è la trasparenza della base sociale(13)
Cap. 13: le azioni e le obbligazioni (13)
Cosa sono le azioni(13)
Che differenza c'è tra azioni nominative e al portatore(13)
Come si trasferiscono le azioni(14)
Quali sono i diritti inerenti all'azione
A chi spettano i diritti sociali inerenti alle azioni vincolate da pegno o da usufrutto(14)
Quali sono gli obblighi inerenti all'azione(14)
Cosa sono le azioni privilegiate(14)
Cosa sono le azioni al risparmio(14)
Cosa sono le azioni a favore dei prestatori di lavoro(14)
Cosa sono le azioni di godimento(14)
Cosa sono le assemblee speciali(14)
La società o acquistare le proprie azioni(14)
La società può acquistare azioni di altre società(14)
Che cos'è la società controllata(14)
Che cosa succede se tutte le azioni si riuniscono nelle mani di un'unica azionista(14)
Che cosa sono le obbligazioni(14)
Cosa sono le obbligazioni convertibili(14)
Chi può emettere obbligazioni(15)
Quali sono le garanzie sull'emissione delle obbligazioni imposte a protezione degli investitori(15)
Cosa devono indicare le obbligazioni(15)
Che cos'è l'assemblea degli obbligazionisti(15)
Cap. 14: gli organi della società per azioni (15)
quali sono gli organi della società per azioni(15)
L'assemblea(15)
Quali sono le competenze dell'assemblea ordinaria(15)
Come si convoca l'assemblea(15)
Quando gli amministratori devono convocare l'assemblea(15)
Come si convoca l'assemblea(15)
Che cos'è l'assemblea di prima e seconda convocazione(15)
I soci possono essere rappresentati in assemblea(15)
Qual è il quorum deliberativo dell'assemblea(15)
Che cosa il verbale(15)
Quando le deliberazioni sono invalide(15)
Quando il socio si deve astenere dal voto(15)
Quando è possibile escludere il diritto di opzione(15)
Gli amministratori(16)
Che cos'è la cooptazione
Quali sono Gli altri casi in cui vengono a mancare di amministratori(16)
Come si calcola il compenso i amministratori(16)
Come agisce il consiglio d'amministrazione(16)
Che cos'è il comitato esecutivo e i consiglieri delegati(16)
Cosa sono i direttori generali(16)
A chi spetta la rappresentanza della società(16)
Come è regolata l'estensione dei poteri di rappresentanza degli amministratori(16)
Come è regolato il potere di rappresentanza(16)
Quali sono gli atti estranei all'oggetto sociale(16)
Come sono responsabili gli amministratori(16)
Che cos'è il collegio sindacale(16)
Quali sono gli strumenti di indagine del collegio sindacale(16)
Qual è la responsabilità di sindaci(17)
Chi può denunciare fatti censurabili al collegio sindacale(17)
Quali sono i controlli esterni sull'amministrazione(17)
Tribunale(17)
Consob(17)
Quali sono le funzioni della Consob(17)
Come la Consob può informare il pubblico(17)
Che cos'è il mercato ristretto(17)
Capitolo 15: Il Bilancio(17)
Che cos'è il bilancio(17)
È che cosa serve il bilancio(17)
Quali sono i criteri di valutazione del bilancio(17)
Quali sono gli altri principi generali che debbono presiedere alla redazione del bilancio(17)
A che cosa servono i limiti massimi alla valutazione(17)
Quali sono le altre forme di autofinanziamento tacito(17)
Come formato lo Stato patrimoniale(18)
Che cos'è il conto economico(18)
Che cos'è il bilancio forma abbreviata(18)
Che cos'è la nota integrativa(18)
Che cos'è la relazione degli di amministratori(18)
Come si approva il bilancio(18)
Quali sono i libri sociali obbligatorio(18)
Che cos'è il bilancio consolidato di gruppo(18)
Che cos'è la certificazione del bilancio(18)
Cap. 16: le altre società di capitali(18)
Che cos'è la società in accomandita per azioni(18)
Che cos'è la S.r.l. (18)
Quali sono i principali elementi di differenziazione con la S.p.A. (18)
Gli amministratori possono essere non soci(19)
È necessario il collegio sindacale(19)
Come funzionano le quote(19)
Può esistere una S.r.l. unipersonale(19)
Cap. 17: le società cooperative(19)
Che cos'è lo scopo mutualistico(19)
Che cosa sono i rapporti di scambio fra società cooperativa e soci(19)
Cosa sono le mutue assicuratrici(19)
Cosa sono i ristorni(19)
Possono esistere cooperative non mutualisticamente pure(19)
Che differenza c'è fra cooperativa a responsabilità limitata e cooperativa a responsabilità limitata(19)
A quali condizioni può essere ceduta alla quota del socio(19)
Quali sono i controlli esterni delle cooperative(19)
Quali sono le cause di scioglimento della cooperativa(20)
Un socio può recedere(20)
Che cosa spetta al socio receduto o escluso(20)
Perché è stata attuata la riforma nel 1992(20)
Che cosa sono i soci sovventori(20)
Cosa sono le azioni a partecipazione cooperativa(20)
Quali sono le altre innovazioni della riforma del 1992(20)
Cap. 18: I contratti di impresa(20)
Che cosa si intende per commercializzazione del diritto privato(20)
Cosa sono le condizioni generali di contratto(20)
Come si interpretano le clausole ambigue(20)
Che cosa si intende per contratti di impresa(20)
Secondo quali regole avviene l'avviamento al lavoro(20)
Che cos'è il contratto di lavoro subordinato(20)
I lavoratori a domicilio sono lavoratori subordinati(20)
In che cosa consiste la retribuzione del lavoratore(20)
Che cos'è il cottimo(20)
Che cos'è il trattamento di fine rapporto(20)
A chi spetta il risultato del lavoro(20)
Che cos'è il contratto collettivo di lavoro(21)
Cosa sono i contratti collettivi aziendali(21)
Che cos'è il diritto di sciopero(21)
Che cos'è lo statuto dei lavoratori(21)
Cosa sono i diritti sindacali di informazione(21)
Come si estingue il rapporto di lavoro(21)
Quali sono i contratti utilizzati dall'imprenditore per la distribuzione dei prodotti(21)
Il contratto di vendita(21)
Il contratto e estimatorio(21)
Il contratto di somministrazione(21)
Il contratto di commissione(21)
Il contratto di spedizione(21)
Quali sono i contratti per la promozione di affari(21)
Contratto di mediazione(21)
Il contratto di agenzia(21)
Quali sono i contratti per la produzione di beni o esecuzione di servizi(21)
Che cos'è il contratto di appalto(21)
Che cosa succede in caso di rovina di edifici(21)
Il committente può recedere dal contratto (22)
Come si calcola il corrispettivo(22)
Che cos'è il contratto d'opera(22)
Che cos'è il contratto d'opera intellettuale(22)
Che cos'è il contratto di trasporto(22)
Che succede nei trasporti di linea(22)
Quali sono i titoli di trasporto(22)
Che cos'è il contratto di deposito(22)
Che cos'è il deposito irregolare(22)
Qual è la responsabilità del depositario(22)
Quale responsabilità incombe sull'albergatore(22)
Che cosa sono i magazzini generali(22)
Quali sono i contratti dell'imprenditore agricolo(22)
Che cos'è l'affitto di fondi rustici(22)
Che cos'è la mezzadria, la colonia parziaria, e la soccida(22)
Quali sono i contratti atipici(22)
Quali sono le varianti del contratto di factoring (23)
Quali sono i contratti di utilizzazione del software(23)
Quali sono i contratti di utilizzazione dei computer(23)
Cap. 19: i titoli di credito(23)
Che cos'è un titolo di credito(23)
Come circola il titolo di credito(23)
Quali sono i casi in cui il debitore può opporre al possesso del titolo(23)
Che differenza c'è fra titolarità e legittimazione(23)
Che differenza c'è fra legittimazione attiva e passiva(23)
Quali sono le forme di legittimazione(23)
Quali sono i titoli al portatore(23)
Quali sono i titoli all'ordine(23)
Quali sono i titoli nominativi(23)
Che succede in caso di smarrimento, sottrazione o distruzione di un titolo di credito(23)
Cosa sono i documenti di legittimazione e i titoli impropri(24)
Che cos'è l'astrazione processuale della causa(24)
Cosa sono i titoli astratti(24)
Cosa sono in titoli causali(24)
Cosa sono in titoli rappresentativi di merce(24)
Cosa sono in titoli cambiari(24)
Che cos'è la cambiale(24)
Che cos'è la cambiale tratta(24)
Che cos'è il pagherò cambiario(24)
Quali sono i requisiti della cambiale(24)
È necessario il bollo(24)
Che cos'è la cambiale in bianco(24)
Che cos'è la cambiale incompleta(24)
Che cos'è rapporto di provvista e il rapporto di valuta(24)
Che cos'è la cambiale di favore(24)
Che cos'è la girata(24)
Che cos'è l'avvallo(24)
Come si effetto il pagamento(24)
Che cos'è il protesto(24)
Cosa sono le azioni cambiarie(24)
Che cos'è l'azione causale(24)
Che cos'è l'azione di arricchimento(25)
Che cos'è la cambiale finanziaria(25)
Che cos'è l'assegno(25)
Che cos'è l'assegno bancario(25)
Che cosa succede a chi emette un assegno vuoto(25)
Che cos'è l'assegno circolare(25)
Capitolo 20: la banca, la borsa, le assicurazioni, il mercato finanziario(25)
Quali sono le funzioni della banca(25)
Quali sono i contratti bancari(25)
Che cos'è il deposito bancario(25)
Che cos'è l'apertura del credito(25)
Che cos'è l'anticipazione bancaria(25)
Che cos'è lo sconto bancario(25)
Quali sono le operazioni bancarie in conto corrente(25)
Quali sono le operazioni bancarie accessorie(25)
Che cos'è la borsa(26)
Quali sono i contratti di borsa(26)
Che cos'è la vendita a termine(26)
E differenza c'è fra contratti con copertura di allo scoperto(26)
Cosa sono in contratti a premio(26)
Che cos'è il riporto(26)
Che forma richiede il contratto di borsa(26)
Che cos'è la liquidazione coatta(26)
Le assicurazioni(26)
Quale il concetto base del contratto di assicurazione(26)
Qual'è la funzione dell'impresa assicuratrice(26)
Che cosa sono i premi(26)
Cos'è il rischio(26)
Come si forma e quanto dura contratto(26)
Che cos'è l'assicurazione contro i danni(26)
Si può alienare la cosa assicurata(26)
Cos'è l'assicurazione della responsabilità civile(26)
Cos'è l'assicurazione obbligatoria(26)
Cos'è l'assicurazione sulla vita(26)
Quando vi è inadempimento dell'assicurato(27)
Cosa sono le riassicurazioni(27)
I fondi comuni di investimento(27)
Come avvengono, nei fondi comuni di investimento, i rapporti(27)
Quali sono i controlli della società di gestione(27)
Come è formata la struttura giuridica del fondo comune(27)
Cosa sono i fondi di investimento mobiliare chiusi(27)
La sollecitazione al pubblico risparmio(27)
Che cos'è la sollecitazione al pubblico risparmio(27)
Che cos'è la Sicav(27)
L'obbligo di offerta pubblica di acquisto(27)
Che cos'è il premio di maggioranza(27)
Che cos'è l'offerta pubblica di acquisto obbligatoria(27)
Che cos'è insider training(27)
Che cos'è il insider tipper(27)
Che cosa sono i consorzi
Paolucci: i consorzi per il coordinamento della produzione e degli scambi: (28)
Capitolo 1: la disciplina generale dei consorzi. Le fonti:
Quali sono i caratteri tipici dei consorzi: (28)
La prassi italiana ha individuato i seguenti esempi di consorzio: (28)
Perché vi è carenza di una disciplina pubblicistica: (28)
Che cos'è la disciplina anti monopolistiche: (28)
Funzione interna e esterna dei consorzi: (28)
Cos'è il G.E.I.E. : (28)
Capitolo 2: il consorzio come contratto. La costituzione :
Lo scopo consortile è compatibile con lo scopo di lucro: (28)
Che differenza c'è tra consorzio di S.p.A. : (28)
Per i consorzi si possono utilizzare forme di società a responsabilità illimitata(29)
Possono esistere consorzi costituiti in forma di cooperativa(29)
Possono esistere consorzi di cooperative(29)
I consorzi di cooperative ammissibili ai pubblici appalti(29)
I consorzi di cooperative costituiti per facilitare agli associati il conseguimento di scopi mutualistici, o più semplicemente semplicemente consorzi di cooperative. (29)
Consorzi tra società cooperative per il coordinamento della produzione e degli scambi(29)
Quali sono i caratteri tipici del contratto di consorzio(29)
Chi sono i soggetti(29)
Qual è l'oggetto del contratto di consorzio(29)
Come si costituisce un consorzio(29)
Capitolo III: l'organizzazione consortile. I consorzi con attività esterne (29)
Quali sono le disposizioni generali sulla organizzazione dei consorzi(30)
Cosa sono le deliberazioni(30)
Gli organi consortili(30)
Quali sono le cause di scioglimento del rapporto consortile(30)
Qual'è la disciplina particolare di consorzi con attività esterna(30)
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