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La Francia dalla caduta di Napoleone alla seconda repubblica
Nonostante la sconfitta la Francia era al centro dei problemi internazionali per il numero dei suoi abitanti, per
la sua posizione geografica e per la forza di espansione di cui aveva dato prova. L'età della Restaurazione
(1815-1830) fu un periodo di ricostruzione. La Francia aveva infatti perso vasti mercati e ricche colonie,
inoltre la crisi agricola dopo i mancati raccolti del 1816-17 aggravò la situazione. In più la Francia doveva
pagare le indennità di guerra e la produzione di certe industrie decadde allorché cessarono le ordinazione
dell'esercito, e in ogni caso l'industria francese era ancora arretrata.
Nonostante ciò tra il 1815 e il 1848 ci fu un periodo di pace che permise un certo sviluppo industriale: la
produzione aumentò e il progresso, anche se lento, fu continuo. 737f55h
In campo agricolo, la base della società rurale francese dopo la Rivoluzione era il piccolo podere contadino
libero da ogni vincolo o canone feudale o ecclesiastico, non recintato e coltivato tradizionalmente. I caratteri
negativi di questo sistema consistevano nel fatto che i contadini erano ancora legati alle antiche pratiche
agricole (non disponevano dei capitali necessari alle innovazioni), c'era una grande estensione di terre
incolte e sterili a causa del sistema dei tre campi e il livello di meccanizzazione era basso (le prime
trebbiatrici comparvero solo dopo il 1830). Tuttavia la produzione agricola francese aumentò
considerevolmente per la forte domande relativa al consumo alimentare e quella relativa alle industrie tessili,
dello zucchero e del vino. Inoltre, durante i regni di Luigi XVIII e di Carlo X, la grande aristocrazia fondiaria
(che era la classe dominante) ottenne una politica protezionistica che imponeva alti dazi all'importazione di
prodotti alimentari esteri sostenendo la produzione interna. Nonostante ciò, la produzione agricola era
insufficiente a soddisfare la domanda interna, che dovette rivolgersi anche ai mercati esteri. In questo modo
gli agricoltori si arricchivano e iniziarono a sostenere la domanda di manufatti, favorendo l'espansione
industriale, tra cui importanti erano i settori siderurgico e tessile.
Tra il 1815 e il 1870 la Francia divenne il maggior produttore di ghisa del continente, anche se non poteva
competere con la Gran Bretagna perché si utilizzava minerale estratto da un gran numero di piccoli
giacimenti e veniva lavorato con i metodi di fusione all'aperto. Le nuove tecnologie non erano utilizzate a
causa degli alti costi, quindi l'aumento della produzione avveniva solo con i metodi tradizionali.
Per quanto riguarda l'industria tessile, nel 1870 la produzione domestica era una rarità. Lo sviluppo
dell'agricoltura e gli alti prezzi dei prodotti agricoli spinsero molti piccoli proprietari a dedicarsi a tempo pieno
alle coltivazioni abbandonando le parziali attività industriali alle quali prima si dedicavano.
L'industria cotoniera (Normandia, Alsazia, Dipartimento del Nord) ebbe un forte sviluppo grazie alla
meccanizzazione e alla politica protezionistica.
L'industria laniera era molto sparsa e diffusa in tutta la Francia. Anch'essa conobbe un inizio di
meccanizzazione nel ramo della filatura, ma gran parte del lavoro veniva svolto a mano su basi domestiche,
c'erano quindi pochi grandi stabilimenti.
L'industria serica (distretto di Lione) era la prima al mondo. Tra il 1815 e il 1830 la produzione aumentò
notevolmente ma sempre con tecniche tradizionali.
L'industria del lino si espanse ma rimase su piccola scala, a carattere domestico.
Queste tre industrie (lana, seta, lino) diedero un contributo sostanziale allo sviluppo economico francese
dopo il 1815.
Un fattore negativo per lo sviluppo dell'industria francese era l'elevato costo del carbone. La produzione era
insufficiente, le miniere erano distanti da molte regioni che avevano bisogno del combustibile e le riserve
erano ridotte. Tutto ciò fece diventare la Francia il maggior importatore europeo di carbone.
Oltre all'industria siderurgica e tessile, anche altri settori conobbero un certo sviluppo, come quello edile,
chimico, del cuoio, del vetro, dello zucchero. Tuttavia questo sviluppo non si accompagnò ad una ripresa nel
commercio estero, perché la Francia aveva perso Santo Domingo e gli antichi mercati del Levante e del Sud
America, senza contare gli effetti della politica protezionistica. Ma gli industriali francesi non se ne
preoccupavano perché per loro era sufficiente il mercato interno.
Una svolta importante per l'economia francese fu la rivolta parigina del luglio 1830 che decretò la fine della
dinastia borbonica con la caduta di Carlo X e l'ascesa al trono di Luigi Filippo nella cosiddetta "monarchia di
luglio" o "borghese". I primi atti del nuovo re si rivolsero ai problemi interni per risolvere la crisi che era
iniziata nel 1827, quindi egli si adoperò per stimolare lo sviluppo economico e migliorare le comunicazioni.
La monarchia di luglio sancì la vittoria della borghesia finanziaria sui capitali agricoli: per i seguenti 18 anni
l'oligarchia finanziaria regnò incontrastata in Francia; gli unici ad opporsi furono gli industriali tessili.
Il governo di Luigi Filippo finanziò un programma di costruzione di strade e canali in cui capitali, conoscenze
tecniche e ingegneri inglesi ebbero un ruolo di grande importanza per promuovere lo sviluppo della
navigazione a vapore nelle vie d'acqua interne. Anche la marina mercantile ebbe un buon sviluppo.
Particolarmente importante fu il primo boom ferroviario francese tra il 1840 e il 1847. Le ferrovie premisero
che le regioni rurali dell'interno potessero partecipare agli scambi nazionali e internazionali, mettendo sulle
stesso piano gli agricoltori delle regioni interne e quelli vicini alle città. Inoltre le ferrovie stimolarono le
industrie siderurgiche e meccaniche e consentirono ai fabbricanti francesi di poter contare su un mercato più
vasto. Con le ferrovie crollava l'isolamento rurale; persone, notizie, idee potevano percorrere in poco tempo
distanze enormi.
La crescita industriale e la costruzione delle ferrovie furono facilitate dallo sviluppo delle facilitazioni
bancarie. Le piccole e grandi banche private della capitale e delle province ebbero un ruolo di grande
importanza per l'espansione economica francese. I grandi investimenti necessari alle costruzioni ferroviarie
trasformarono il mercato finanziario: i capitalisti si abituarono a sottoscrivere azioni emesse dalle compagnie
ferroviarie e ciò coincise con lo sviluppo delle operazioni di banca e del sistema bancario. Le banche grazie
alla rete di collegamenti in campo internazionale fecero entrare in Francia forti capitali stranieri. Il ruolo che
le banche ebbero nell'espansione fu importante ma fu sostanzialmente limitato ad operazioni di sconto.
Per quanto riguarda lo sviluppo industriale, il tratto più significativo fu senza dubbio l'accresciuto impiego
delle macchine azionate dall'energia idraulica e dal vapore, soprattutto nell'industria cotoniera. Inoltre
aumentò anche la richiesta di ferro e acciaio per le rotaie delle ferrovie e per i laminati per le costruzioni,
tuttavia lo sviluppo dell'industria metallurgica fu ancora per la maggior parte legato ai metodi tradizionali.
Anche l'industria dello zucchero ebbe un grosso sviluppo, come quella manifatturiera (soprattutto nel bacino
di Parigi, nel nord-est e nelle province orientali).
La Francia del sud-ovest, che aveva avuto industrie fiorenti all'epoca dell'ancien régime, non partecipò alla
ripresa industriale: i porti di Bordeaux e Marsiglia si ripresero gradualmente ma le economie e le industrie
dell'entroterra non si risollevarono.
Tra il 1830 e il 1848 il malcontento dei lavoratori divenne un grave problema per il Paese. Gli artigiani si
battevano contro l'introduzione delle macchine, gli operai contro la disciplina delle fabbriche, entrambi contro
lo sfruttamento delle donne e bambini, gli orari di lavoro pesanti, i salari miseri e le paurose condizioni di
vita. Tutto ciò portò ad una serie di scioperi promossi da varie organizzazioni di lavoratori (le Società di
Mutuo Soccorso) che facevano le veci dei sindacati che erano proibiti. Si fondarono giornali e associazioni,
inoltre molti uomini in vista come Saint Simon, Perreira, Thierry, de Lesseps, Comte, proposero il controllo
dello Stato sulla produzione in modo che ognuno potesse ricevere merci e servizi pari al lavoro svolto.
Furono proposte anche altre soluzioni, come quella di Fourier, che avanzava la creazione di società
comuniste, e quella di Blanc, che nella sua opera "Organisation du Travail" propose che la produzione
dovesse essere messa in mano ad associazioni cooperative di industriali (Ateliérs Sociaux). Se i lavoratori
avessero potuto possedere i fattori della produzione industriale, la distinzione tra lavoratori senza proprietà e
capitalisti sarebbe cessata come lo sfruttamento.
Ma tutte queste idee rimasero sostanzialmente inapplicate, facendo crescere malcontento sociale,
disoccupazione e aumento del costo della vita, fino all'esplosione della rivoluzione del 1848 che provocò la
fine della monarchia di luglio e l'inizio della seconda breve repubblica.
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