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FRIEDRICH DÜRRENMATT - 1921 - 1990

letteratura tedesca



FRIEDRICH DÜRRENMATT    1921 - 1990


Nasce nel 1921 a Konolfingen, in Svizzera.

E' figlio di un pastore; ha una sorella più giovane.

Ha iniziato da giovane come pittore doppio talento: pittura e scrittura (prime mostre anni '70/'80).

: si iscrive all'università, prima Zurigo poi Berna. Studia germanistica e filosofia. Abbandona gli studi nel '43 per dedicarsi alla scrittura.

In questo periodo scrive una serie di racconti, raccolti sotto il titolo "Die Stadt" e pubblicati nel 1952 (influenzati da Kafka).

Il racconto che dà il titolo alla raccolta è kafkiano al cento per cento. La città del racconto è governata da un'amministrazione impenetrabile potere a cui il singolo è completamente soggiogato. Ribellione contro l'amministrazione, ma i motivi non sono chiari mistero kafkiano.



Il protagonista, di cui non si sa il nome, partecipa alla sommossa. Viene poi invitato a lavorare per l'amministrazione come guardiano di una prigione sotterranea (mancanza di luce); ha lo stesso abbigliamento dei carcerati dubbio del protagonista di essere lui stesso un carcerato.

La mancanza di c 757e43h onoscenza del singolo è continuamente messa in luce da Dürrenmatt.

: si sposa, avrà due figli.

: "Romolus der Grosse", uno dei suoi primi successi. Romolo è un imperatore romano. 476 d.C. L'impero romano è in crisi. Giunge la notizia che Pavia è stata conquistata da Odoacre, il capo dei germani ma Romolo si occupa delle sue galline. Giunge al palazzo di Romolo anche Zenone, imperatore dell'impero romano d'Oriente.

Si presenta un industriale, Cesare Rupf, produttore di calzoni.

: "Das Versprechen", romanzo poliziesco.

: "Die Physiker", è una tragicommedia sull'impotenza della scienza rispetto ai meccanismi di potere.


PREMI:

Premio Schiller

Premio Georg Büchner

Premio austriaco per la letteratura europea


Si interessa di questioni sociali e di vita politica fa diversi discorsi: 1970 "America", 1973 "Ich stelle mich hinter Israel". Si schiera con Israele nelle guerra dei sei giorni. 1990 discorsi a favore di Havel e Gorbaciov.


: "Morte della Pizia"

: muore sua moglie, si risposa.

: "Minotauro - Una ballata"

: "Der Auftrag", ultimo romanzo giallo.

: muore.


Emblema dell'opera di Dürrenmatt è la figura del labirinto, legato al mito del Minotauro.

Poseidone dona a Minosse un toro, così bello che Minosse non se ne vuole privare per sacrificarlo a Poseidone, che si arrabbia e fa in modo che la moglie di Minosse si innamori di questo toro. La moglie chiede a Dedalo di costruirle una struttura nella quale possa accoppiarsi con il toro.

Dall'accoppiamento dei due nasce il Minotauro.

Minosse chiede a Dedalo di costruire un labirinto fatto di specchi dove nascondere il Minotauro, al quale ogni nove anni vengono dati 7 ragazzi e 7 ragazze ateniesi.

Teseo si introduce nel labirinto e camuffandosi trova e uccide il Minotauro. Esce grazie al filo di Arianna.


Dürrenmatt si riconosce in questo mito.

Nell'opera "Stoffe", Dürrenmatt tenta di tracciare una genealogia dei suoi temi letterari, di cui fa parte anche il mito del Minotauro, che gli era stato raccontato dal padre.

Usa questo mito per descrivere la propria permanenza a Berna: si sentiva come il Minotauro nel labirinto.

Lo usa anche in un'intervista nel 1977 nella rivista "Text und Kritik": nella sua opera ha descritto questo mito dalle diverse prospettive di tutti i personaggi che lo compongono.


PUNTI DI VISTA:

Minotauro: in "Minotauro - Una ballata". Tragicità dell'esperienza del Minotauro. Vede sempre la propria immagine, e non capisce subito di essere solo. Gioia nell'incontrare la prima ragazza uscita dalla solitudine. La uccide per sbaglio, non consapevole della propria forza dispiacere. Quando Teseo entra nel labirinto, il Minotauro è contento di aver incontrato un'altra creatura. Esigenza di rapportarsi a qualcuno. È forte fisicamente ma debole intellettualmente: simbolo dell'umanità che non riesce a raggiungere la verità.

Il labirinto è la conseguenza dell'insufficienza dell'intellettualità dell'uomo, che non riesce a dare un senso al mondo (Es: "Die Stadt", il protagonista non conosce esattamente la propria condizione: prigioniero o no? Rimane nel dubbio, non si viene a sapere se è un guardiano o un prigioniero). Il labirinto è il mondo vissuto nell'ignoranza.


Teseo: "Der Winterkrieg in Tibet". Qui si narra la storia di un soldato, che coi suoi compagni combatte una guerra dentro a una montagna. Combattono un nemico che non conoscono, non conoscono lo scopo della loro guerra, la guerra è stata un'invenzione, perché non essendo capaci di dare un senso alla vita, si sono inventati un nemico ignoranza, non conoscenza. Teseo è lui steso un prigioniero del labirinto, non ne conosce la natura. Il Minotauro è un pretesto per dare un senso alla sua azione. Questi esempi nascono dalla filosofia di Dürrenmatt. Il primo filosofo che cita è Kant: rappresentante della filosofia del fallimento. Dürrenmatt: "Kant ha murato l'uscita del labirinto" Kant dice che l'uomo non può conoscere la cosa in sé, ma solo i fenomeni; la verità sfugge all'uomo, perché le sue capacità sono limitate.


HALS VAIHINGER ("Die Philosophie des als ob").


SIR ARTHUR STANLEY EDINGTON: "La filosofia della scienza fisica": la scienza nom ci offre un episteme (sapere definitivo), ma solo doxa (opinione), su interpretazione della realtà.


POPPER: la scienza è fatta di convenzioni e presenta delle finzioni utili. La scienza è solo un modo di concepire il mondo, non è la verità del mondo.


Secondo Dürrenmatt la tecnologia del mondo moderno vuole un mondo sempre più complesso. Mondo di specialisti.

Questa visione è importante per capire i gialli di Dürrenmatt. Rinuncia della visione del mondo come un mondo ordinato. Il suo mondo è dominato dal caos, disordinato, in cui a farla dal padrone è il caos, elemento imprescindibile.

Nei gialli non c'è distinzione netta tra il bene e il male: il disordine riguarda anche la sfera morale.

"Requiem del romanzo giallo" (sottotitolo): morte del classico romanzo giallo.



"La morte della Pizia"

Rilettura dei miti indovini come la Pizia e Tiresia. Il rapporto tra Dio e il mondo non è cambiato: il concetto del labirinto non è cambiato.

Storia di una contrapposizione tra la Pizia e Tiresia: il tema di confronto è il mito di Edipo.

La Pizia ha incontrato Edipo e gli ha profetizzato che avrebbe ucciso il padre e sposato la madre. Ma lei l'aveva detto per scherzo! Ma poi questa profezia si è avverata.

Tiresia ha profetizzato su Edipo ma per motivi di interesse, era stata pagata da qualcuno.

Visione capitalistica proiettata nell'antichità

Alla fine del racconto si incontrano tutti i protagonisti, e ognuno ha la propria versione da raccontare.

Dialogo tra la Pizia e Tiresia.

Disfatta tra i due veggenti.

Tiresia afferma il proprio fallimento come veggente, non raggiunge ciò che si era proposta, come Möbius nei fisici filosofia del fallimento: l'uomo ha limiti gnoseologici.


Tiresia fa una distinzione tra la propria situazione e quella della Pizia contrapposizione tra Dürrenmatt (il mondo è caos) e Brecht (vede il mondo nell'ottica dell'ideologia marxista: il mondo è ordine).


Ottimismo di Brecht di cambiare il mondo VS  pessimismo di Dürrenmatt, secondo cui il mondo non è modificabile, l'uomo può solo accettarlo.

(chi ha un'ideologia marxista è un'utopista).

Per D. anche l'ideologia di Brecht è solo doxa, è solo un modo di interpretare il mondo.

Noi non possediamo la verità ultima.


MONDO = LABIRINTO

L'uomo cerca la sicurezza e la trova nella fede, delegando a Dio la verità. La fede non è che un tentativo di uscire dal labirinto, ma per entrare in una nuova prigione. La fede è una nuova cella del labirinto.

La domanda circa il significato dell'essere è insensata; e questo ha rafforzato il suo ateismo.

La vita non necessita di un senso, deve essere accettata per quello che è e affrontata con umorismo.

D. è contro qualsiasi dogma che tenti di risolvere l'enigma del mondo.

Il suo atteggiamento è improntato al DUBBIO.

D. stesso non ha una risposta, si sente all'interno del labirinto. Non dà indicazioni agli altri, non pretende di insegnare.


Dedalo: è Dürrenamatt stesso. Ha creato un antimondo con le sue opere, un nuovo labirinto nel quale è rimasto imprigionato come Dedalo.

"Questioni di teatro", saggio del 1954.

Fa riflessioni sul teatro e sul mondo contemporaneo.

EROE TRAGICO (protagonista della tragedia, nell'antichità era di rango sociale superiore) VS EROE COMICO (protagonista della commedia, rappresenta le classi basse).


Quale eroe si attaglia al mondo moderno?

La tragedia non è adatta a rappresentare il mondo moderno. Il potere nel mondo moderno non è visibile e lo stato è imperscrutabile, anonimo e burocratico.

Il nostro è il mondo delle multinazionali.

La tragedia presuppone un mondo già plasmato.

La commedia presuppone un mondo informe, in movimento: la commedia può rappresentare il mondo contemporaneo.


La tragedia presuppone colpa, angoscia. Nel mondo oggi c'è menefreghismo.


Il tragico entra nella commedia.


Il protagonista di D. è l'uomo coraggioso, che cerca di dare un senso a un mondo che non ne ha. Non dobbiamo giudicarli nel loro fallimento, ma nel loro coraggio di affrontare questo mondo.


Solo la commedia può rappresentare il mondo contemporaneo, che è un mondo informe, anonimo, menefreghista, senza responsabilità.

EROE MODERNO E TRAGICOMICO protagonista dei fisici e della promessa. L'uomo coraggioso è colui che non si dispera di fronte a questo mondo. E' comunque destinato al fallimento, ma riesce a ricomporre l'integrità al proprio interno. Riesce a dare una certa forma a questo mondo, una certa moralità.


PREMIO SCHILLER. Fa un discorso, parla del mondo moderno:

esplosione demografica

tecnologia: rende il mondo incomprensibile

capitalismo sfrenato.

L'individuo si ritrova impotente, con l'impressione di essere tagliato fuori. PESSIMISMO.


Contraddizione: - nega al singolo di agire nel reale

+ spinge il singolo alla partecipazione nel mondo.


Dogma rivoluzionario si riferisce a Brecht.

In questo discorso fa riferimento a Schiller, secondo cui la rivoluzione non aveva senso: "Egli non tentò di cambiare l'uomo le condizioni di vita per liberare l'uomo, ma sperava di cambiare l'uomo educandolo alla libertà" non c'è la volontà di agire sul reale, ma agire sul singolo in modo più leggero.


La natura umana non è cambiata rapporto IO - MONDO. L'eroe è destinato al fallimento.

Il dubbio è l'atteggiamento più giusto. A qualsiasi dottrina o morale D. oppone il dubbio.


Il caso è l'impossibilità dell'uomo di progettare e pianificare il proprio agire.

Non è solo un elemento negativo, ma anche individualità e singolarità: se riuscissimo a prevedere tutto quello che succede, non ci sarebbe più spazio per la singolarità?

D. rifiuta l'idea di Brecht, secondo cui non c'è spazio per la singolarità dell'accadere.

Quindi il caso è anche la libertà del singolo.


"I fisici"

Quest'opera non nasce a caso, ma da una recensione del libro "Heller als Sonnen. Das Schicksal der Atmoforschen" di Robert Jungk, del 1956. Jungk dimostra come nel 1939 12 uomini avrebbero potuto evitare la costruzione della bomba atomica, che è andata nelle mani dell'esercito.


Sia Jungk che Dürrenmatt dicono che il sapere dell'energia atomica è un bene dell'umanità e non può essere gestito da pochi ( posizione di partenza dei fisici).

Per sottrarre queste conoscenze alle potenze del mondo, il fisico Möbius entra in manicomio e come gli alri due fisici si finge pazzo.

I tre incarnano tre posizioni diverse sulla responsabilità della scienza:

Newton scienza pura; il progresso della scienza è giusto, in modo incondizionato.

Einstein la validità delle ricerche dipende da colui che ne gode: visione parziale, più ristretta.

Möbius vincola la scienza al benessere dell'umanità. L'intenzione di Möbius non ha avuto l'esito che avrebbe voluto (bomba atomica): si rinchiude in manicomio per preservare le proprie conoscenze, ma accade il contrario ( direttrice del manicomio).


MÖBIUS classico eroe di Dürrenmatt: sacrifica la propria esistenza per il bene dell'umanità e riesce anche a convincere gli altri due fisici a partecipare al proprio progetto, che è l'unico modo per salvare l'umanità dalle sue conoscenze. Ma..


..Möbius pensa di poter risolvere da solo quello che riguarda tutti: errore di Möbius.

Non può prevedere che chiudendosi in manicomio verrà fregato dalla direttrice: il caso irrompe nei tentativi di Möbius 1° paradosso.


2° paradosso: quelli che dovrebbero essere sani sono pazzi, e viceversa.

Grottesco: unione tra elementi contrastanti, connubio tra riso e terrore.


Möbius aveva bruciato i propri manoscritti, per privare l'umanità delle sue scoperte.

Gli eroi non sono mai perfetti (es: come Möbius tratta la sua famiglia); anche questo fa parte del mondo grottesco e imperfetto di Dürrenmatt.

Möbius afferma che l'umanità non è all'altezza della loro scienza. Alla fine restano in manicomio, ma il loro sacrificio non servirà a niente, perché la direttrice userà i manoscritti di Möbius.


Vedi punti alla fine del libro.


"La promessa"

Dürrenamatt scrive questo libro dopo che gli era stato commissionato un soggetto cinematografico sulla violenza sui bambini.

È una storia a lieto fine.

È un giallo, che alla fine viene risolto dall'investigatore.

Poetica del grottesco, del labirinto.

Tema del CASO.

Fa dialogare uno scrittore di romanzi gialli con il Dottor H.

critica del dottor H. verso gli investigatori nei gialli

troppi luoghi comuni nei gialli

critica al modello del giallo in generale

i gialli sono costruiti con logica (≠ labirinto, mondo moderno)

ignoranza dell'uomo.


Il progetto di trovare l'assassino viene infranto dal CASO: vuole imporsi a una realtà che non si lascia plasmare.

Il suo errore è quello di imporre una visione razionale sulle cose.





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