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"Il REALISMO POETICO" (1835-70) - Realismo Campagnolo

letteratura tedesca



"Il REALISMO POETICO" (1835-70)


L'età del realismo si afferma nei decenni centrali dell'800 in Germania e qui la narrativa realistica ha spesso una vena ironico-satirica[1] (a differenza del realismo francese o russo dove si guarda alla realtà in maniera obiettiva).

Il realismo tedesco è definito "borghese" perché valuta positivamente le istituzioni borghesi e si discosta da quello francese in quanto esalta l'onestà e la fierezza di contadini e artigiani, veri depositari della tradizione tedesca. Il bisogno di evadere dalla società porta gli autori a rifugiarsi nella quiete della vita agreste, piccolo-borghese.


-Realismo Campagnolo-




Il realismo ottocentesco tedesco è definito "realismo poetico" ma in realtà non è né poetico né realistico.

Esso sente come non poetica la realtà e proprio per questo cerca di poetizzarla.

Otto Ludwig dice: "La realtà non è poetica in sé, nel suo insieme, ma è poetica o almeno poetizzabile nei suoi particolari, in cui vi sono o si possono cercare dei valori nascosti di bellezza".

Vi è una realtà piccola e bella dentro una realtà totale che è brutta se presa nel suo insieme; ciò spezza ogni possibilità d'interazione tra le parti e l'insieme, tra l'individuo singolo e l'insieme della vita sociale.

Questa impossibilità d'interazione tra l'individuo e la società fa sì che i protagonisti del realismo poetico siano degli isolati, che si consolano del loro isolamento assaporando quelle modeste e spesso illusorie gioie che solo dall'isolamento credono di poter ricavare.

Il massimo dell'isolamento è rappresentato dal tipo di innamorato che non si sposa e resta scapolo per il timore di dover affrontare i doveri di chi fonda la famiglia.

Il realismo poetico è esclusivamente campagnolo o provinciale: esalta la bellezza dell'esistenza della gente semplice, che vive in stretto contatto con la natura (esalta anche la bellezza della natura), ignorando la realtà politica e sociale.

In esso spicca la "Dorfgeschichte" la novella campagnola, contrapposta allo "Zeitroman", al romanzo sociale che tratta i problemi che appassionano soltanto gli intellettuali e gli abitanti della città (inquadra la realtà esclusivamente dal punto di vista borghese)[2].

Le ambientazioni di una "Dorfgeschichte"[3] sono le case modeste ed accoglienti circondate da orti e giardini vicini a un bosco.

C'è la ricerca di particolari belli e commoventi, graziosi, la descrizione minuziosa e affettuosa degli interni e la predilezione delle nature morte: ad es. un bel mazzo di fiori di campo, ma anche la stanzetta di cui esso costituisce l'ornamento principale.

Le figure principali sono: il curato, il maestro di campagna, il poeta della natura ma soprattutto il cacciatore e la guardia forestale, cioè colui che è costude del bosco (figure collegate con il culto del bosco).

Il realismo poetico è evasione dalla realtà sentita come impoetica

Sono forti i residui del Biedermeier, solo che questo è prevalentemente cittadino, mentre il realismo poetico campagnolo!

Dal Biedermeier derivano la rassegnazione politica accettata in maniera spontanea come dovere anche religioso, la fuga nella natura, materna guaritrice di tutte le ferite dell'anima (Stifter e Storm).

Diciamo che vi è una specie di Biedermeier post'48 rappresentato specialmente da Otto Ludwig e Fritz Reuter.


Ci sono due cultori del realismo campagnolo, svizzeri, che non sentono mai il bisogno di idealizzare la realtà nei suoi piccoli particolari perché sentono come bella non solo la vita della natura ma anche l'esistenza dell'uomo che viene concepito come essere sociale. Essi sono Gotthelf (un po' misantropo) e Keller (misantropo radicale)!

Questo realismo non costituisce una scuola e neppure un gruppo; non ha né un programma né una rivista.

I narratori campagnoli sono tutti dei tipici isolati, attaccati alla loro terra e al loro dialetto.

Non solo non è possibile parlare di una scuola letteraria di narratori agresti, ma neppure di una narrativa agreste omogenea nei suoi motivi, nelle sue forme, nel suo linguaggio.

I narratori agresti rappresentano la "dilacerazione della Germania"[4].

Il realismo poetico si interrompe bruscamente nei Gründerjahre (1870-1880), quando la città supera il villaggio o meglio quando l'industrialismo con le sue fabbriche e le sue case trasforma la periferia delle città, distruggendo gli ultimi angoli di na 959g64j tura.


Il realismo poetico si inizia come realismo antipoetico, con la falsificazione della vita dei contadini hanno successo le "Schwarzwälder Dorfgeschichten"[5](1843-53) di Auerbach , che lo portano al successo e che, con il loro titolo, creano il genere della "Dorfgeschichte", presentando diversi contadini da salotto, in villeggiatura che, per trovare riposante la campagna, la vogliono vedere bella in tutto, persino nell'odore della stalla.

Auerbach si dirige verso questo tipo di letteratura rustica quando si vede impedito a continuare la sua attività di scrittore molto impegnato in senso liberale.

Ciò conferma la tesi che che il realismo poetico è soprattutto un'evasione.

Auerbach è il primo autore tedesco di racconti campagnoli[7] che varca i confini della Germania e ha un successo europeo, mentre i veramente validi e grandi narratori della vita di campagna rimangono a lungo sconosciuti fuori dalla Germania e sono tuttora poco conosciuti o apprezzati.


Gli autori realisti si rivolgono all'ambito del privato, della famiglia, della patria difatti le loro opere hanno un carattere provinciale-regionale agreste.

Tutti i problemi e conflitti apportati dalla società precapitalistica (es. miseria proletariato nelle grandi città) restano esclusi dalle loro opere oppure trasfigurate, cosa che fa Fontane e ciò si contrappone ai grandi romanzi di quei grandi realisti europei come Dickens (painter of the english life) , Tolstoj, Flaubert.

Gli autori tedeschi sono più influenzati dal paesaggio, dal loro modo di scrivere; sono chiusi in una cerchia ben ristretta.

All'interno di questo realismo la soggettività è molto più importante dell'oggettività e ciò è un elemento che contraddistingue dal naturalismo.

Il problema principale di questo realismo è innanzitutto il "Gott Verlust" (la perdita di Dio), essi si rifanno all'insegnamento del filosofo tedesco Feuerbach che diceva Homo homini Deus, Dio non esiste, l'uomo è Dio degli altri uomini conflitto dell'io soggettivo con un mondo oggettivo che a lui è diventato ormai "fremd", estraneo e casuale.

Cosa intendono i realisti tedeschi per "popolo"? tutti coloro che hanno una tradizione in comune; per loro la parola "popolo" non designa più un termine politico.

Lo sviluppo della borghesia capitalistica lo percepiscono come un pericolo.


Si parla anche di "bürgerlicher Realismus" (realismo borghese) e con ciò ci si riferisce allo stato sociale dal quale discendono questi autori, tutti appartenenti al ceto medio e dal quale discendono anche la maggior parte delle figure che popolano le opere di questi autori.

L'oggetto della loro arte: vita dei cittadini, degli artigiani, dei commercianti, dei contadini in campagna. Viene rappresentata la prospettiva della vita del singolo con tutti quelli che sono i suoi conflitti psicologici-individuali.

Nella ricerca della realizzazione di un ordine morale del mondo, questi autori si riallacciano a Goethe perché pensano che egli sia stato il I realista con il suo romanzo "Wilhem Meister Wanderjahren".

Essi ricercano l'armonia ma sostengono che essa non può realizzarsi a causa di tutte le circostanze sociali, religiose che sono cambiate, si è nell'era dello sviluppo tecnico-industriale. L'impossibilità di realizzare la perduta armonia fa nascere il sentimento di una rassegnazione, accettazione che da molti scrittori viene rappresentata anche attraverso l'ironia (vena satirico-ironica), ma ciò non nasconde il loro pessismismo (qui si rivela l'influsso di Schopenhauer); questa vena ironica però non è così pungente e penetrante come l'ironia del romanticismo.

I personaggi delle loro opere sono rappresentati sempre in stretto contatto con la natura che è l'unico ambito che concede all'uomo la fiducia verso il mondo (ambito rurale, agreste) all'interno delle opere di Storm, Fontane e Keller vi sono rappresentazioni paesaggistiche; paesaggio, natura viene messa in stretto contatto con gli uomini che vi appartengono.

La lingua utilizzata da questi poeti è pura, reale, materiale; gli autori cercano di avvicinarsi alla lingua colloquiale (più chiara e comprensiva).

Come generi letterari: prosa (forma più adatta per rappresentare la realtà), il genere prediletto dagli autori è la novella, che dà loro la possibilità di rappresentare un pezzo di realtà chiusa, limitata. Al centro di questi racconti vi è l'uomo nel suo rapporto con la patria e con gli altri suoi simili. A fare da sfondo è il piccolo mondo borghese.

Spesso i racconti vengono narrati in forma di cronaca, c'è il racconto-cornice, ad es. vi sono i racconti di Keller "Züricher Novelle" oppure vi è il cosiddetto Erinnerungsnovelle (es. "Immensee" di Storm).

Come romanzi abbiamo il Bildungsroman che ha a che fare con lo sviluppo soggettivo dell'eroe, il romanzo storico (es. quello di Meyer), e il romanzo sociale, che è la forma più prediletta da tutti i più grandi autori del realismo di tutta Europa, forma di cui, però, i realisti tedeschi si occupano poco (un'eccezione è Fontane, con "Effi Brief").

Nella lirica i maggiori sforzi vengono fatti da Storm con la "Erlebnis Gedicht"; con Keller e Storm si ha anche la "Naturgedicht" e poi abbiamo la ballata di Meyer e Fontane.

Il dramma che rappresenta la migliore possibilità di mettere in scena questi conflitti non è molto sviluppato; non ci sono opere importanti tranne l'opera di F.Hebbels che è la più significativa.


Parola d'ordine di questi autori è accettare la realtà, ecco perché si sviluppa il realismo poetico (poetischer Realismus) così come è stato definito dallo scrittore Otto Ludwig fiorisce tra 1850-80 e arriva fino al 1890 con fioriture diverse. Autori tipici: Storm, Keller, Raabe, Reuter e Ludwig.


































GOTTHELF


E' forse il più grande contadino poeta di tutta la letteratura mondiale. Scrive in tedesco ma è svizzero.

Diventa sacerdote, vive come vicario a Berna.

Anche in lui il realismo poetico è una fuga dallo "Zeitgeist", ma questa fuga non è un'evasione dalla realtà politico-sociale, come nella maggioranza dei narratori campagnoli tedeschi. E' il ritrovamento della propria essenza che gli permette di continuare la lotta per i suoi ideali religiosi e sociali.

Il suo scopo non è la poesia ma l'azione religiosa, morale e sociale, alla quale le sue opere si devono rigorosamente adeguare.

Profondamente filantropo, dedica la sua vita al miglioramento delle condizioni dei suoi contadini inumanamente sfruttati e all'educazione del loro spirito immerso nella più ottusa ignoranza che li rende simili alle bestie!

Combatte per la riforma della scuola, fonda associazioni culturali e istituti di educazione, pubblica a proprie spese riviste pedagogiche, religiose e morali, composte nel dialetto contadino.

Lui istruisce e ammonisce dal pulpito (è un grande predicatore).

Inveisce contro i malvagi che dalle città sfruttano i contadini e anche contro gli stessi contadini che continuano a essere schiavi della loro concezione puramente materialistica della vita.

Il suo nemico principale è la malvagità che regna nella campagna e nella città.

Per lui la narrazione deve essere soltanto uno strumento pedagogico!

In lui c'è un contrasto tra il Gotthelf educatore,riformatore e narratore per vocazione.

Le sue opere sono quasi sempre spezzate d'improvviso da lunghe considerazioni morali e da vere e proprie prediche.

E' un autore valido, anche se il suo valore viene riconosciuto tardi, perché in pieno '800 riesce a far risuscitare un mondo arcaico già da tempo superato e riesce a rendercelo vivo.

Per riuscire comprensibile a tutti usa, spesso, un linguaggio misto. Il dialetto prevale nelle opere che trattano solo di contadini, il tedesco letterario nei racconti storici.

Nel romanzo "Wie Uli der Knecht glücklich wird"[8] (1841) mescola il dialetto alla lingua letteraria. Lo scrive con l'intenzione di mostrare come i padroni devono trattare i servi e come anche il più misero servo può fare fortuna.

L'autore scrive di getto, senza prendere appunti e non rivede mai le bozze per correggerle, ha una particolare capacità di improvvisatore!

Nel suo primo romanzo "Der Bauernspiegel oder Lebensgeschichte des Gotthelfs" (1837) si ha una rassegna completa dei vizi e dei difetti dei contadini: l'avidità dei contadini ricchi, che escludono i figli per tenerli sottomessi; le ingiustizie e violenze sofferte dai bambini orfani e senza famiglia, che il comune cede a chi meno chiede per mantenerli e poi sfrutta per lavoro.

Il romanzo è anche un segnale di allarme politico: la Svizzera è sull'orlo della rovina e l'autore vuole aiutare i suoi conterranei a risollevarsi.

Gotthelf ha un vivo senso anche per le calamità naturali, che possono essere o una malattia, sia che essa si manifesti nella forma di un'epidemia che distrugge un villaggio intero (come avviene in "Die schwarze Spinne"), sia che essa colpisca un individuo isolato.

Nella natura ma anche nell'anima dell'uomo vi è un male e quast' anima nel momento in cui è abbandonata a sè stessa cade nell'ignoranza.

Questa malvagità colpisce facilmente gli ignoranti che non sanno uscire da questo stato e si ostinano a vivere nella sporcizia, ma anche in un mondo fatto di superstizioni[9]. Alla sua fede in Dio, Gotthelf contrappone non solo la superstizione ma anche la completa mancanza di qualsiasi fede, cioè il dilagante ateismo della scienza moderna. Egli preferisce la superstizione all'ateismo perché, nonostante tutto, è pur sempre una fede nella natura mentre nessuna conciliazione è possibile fra il Cristianesimo e l'ateismo.

Condanna la scienza!

Il primo racconto storico "Die schwarze Spinne" [10](1842) è la sua opera migliore.

L'ignoranza e la malattia sono due temi molto importanti che ricorrono, spesso, nelle sue opere!

Nelle sue novelle riprende sempre il tema dei contadini con le loro particolari abitudini, sempre attaccati ai loro beni, la scelta di una sposa che rappresenti innanzitutto un vantaggio economico.


DROSTE-HŰLSHOFF


Poetessa lirica realistica della natura. Il suo realismo è caratterizzato da una precisione minuziosa, quasi scientifica. Racconta le cose con moltissima precisione e nel suo linguaggio c'è un duro e coerente realismo. In alcune sue novelle si nota una quasi anticipazione del naturalismo!


OTTO LUDWIG


Il teorico del realismo poetico.

Subito dopo la rivoluzione fallita si fa conoscere con una tragedia reazionaria "Der Erbförster[11]" (1850), in seguito ha successo con due romanzi realistici.

Vive e muore in condizioni disagiate, dedicando tutta la sua esistenza, da ipocondriaco[12] inguaribile, alla ricerca di una formula che gli permetta di diventare lo Shakespeare dell'800 tedesco.

Ha lavorato a molte tragegie storiche che non ha mai portato a fine.

Scrive un romanzo umoristico "Die Heiteretei"(1855)[13], una delle migliori realizzazioni del realismo poetico. La parte più riuscita del romanzo sono le meditazioni sul valore e sul significato del lavoro fatte dal protagonista, che comprende che non bisogna solo lavorare ma anche pensare al proprio lavoro mentra si lavora!

Il romanzo "Zwischen Himmel und Erde" [14](1856) è il suo II capolavoro (una tragedia in forma narrativa), anche se domina l'analisi introspettiva fatta dall'autore, cosa che fa perdere l'oggettività narrativa indispensabile al realismo.

La teoria del romanzo e della novella la deduce dalle opere di Dickens; ma mentre Dickens può rappresentare l'uomo che si afferma nella sua realtà, i tedeschi non hanno né una Londra, né flotte e colonie, né una grande vita politica, quindi ai grandi romanzi di Dickens la Germania può contrapporre soltanto racconti che si svolgono in campagna o nelle piccole città.

Ludwig sostiene che bisogna approfondire le particolarità dell'oggettivo per rispecchiare nell'opera d'arte fedelmente la realtà percepita questo è il programma del realismo poetico).


GOTTFRIED KELLER


Scrittore svizzero di lingua tedesca; è forse il maggiore esponente del realismo borghese/poetico.

La sua visione del mondo è quella di un democratico liberale che crede nella capacità di sviluppo dell'uomo che è in stretto rapporto con il suo ambiente. Per garantire la libertà dell'individuo è importante che la democrazia sia solida, cosa che vede realizzarsi nella sua patria ma non in Germania.

Nel periodo del Vormärz si entusiasma per le idee rivoluzionarie.

Spesso è paragonato a Göthe e addirittura è stato definito il Göthe dell'800, del realismo poetico.

Keller gode di tutte le cose belle dell'esistenza e ama la vita come soltanto Göthe  sapeva fare .

Il suo linguaggio è limpido, preciso, densissimo.

Il materialismo che caratterizza la sua opera nega la presenza attiva di Dio nella vita dell'uomo; solo chi non riesce a farsi sopraffare dagli eccessi della fantasia, e allo stesso tempo, prende atto che la realtà non corrisponde ai sogni, può dirsi idoneo alla vita. Questo atteggiamento tipicamente realista sta alla base di tutta la sua opera.

Per Keller Dio si nasconde dietro alla terra; e la sua suprema saggezza e bontà consiste nel comportarsi come se Dio non esistesse affatto.

L'autore utilizza una metafora : "Dio se ne sta mäuschenstill" (zitto come un topolino)[16].

Ama la sua terra, la natìa Zurigo, con lo splendido paesaggio circostante, il suo ordine politico stabile, la vita degli artigiani e piccolo borghesi (tutti elementi che permeano la sua opera); il solo ambiente in cui egli può svolgere un'efficace azione pedagogica, sociale e morale!

E' figlio del Biedermeier ma anche del moralismo pedagogico svizzero l'ispirazione che proviene dalle piccole cose quotidiane della vita provinciale e rurale del suo paese.

La sua attenzione per le cose concrete, tangibili, che fanno parte della vita di ogni giorno, rivela da un lato un forte attccamento alla terra d'origine, dall'altro avvicina la sua opera al Biedermeier, in quanto l'autore non ha un'ampia visione del mondo, che considera ristretto all'ambiente che lo circonda.

Keller è pedagogo e poeta dell'umana modestia, che ritrae come bella tanto la realtà del creato quanto l'anima che è capace di gustarne e scoprirne la bellezza.

Egli gode della bellezza con tutti i sensi; si innamora di una certa Luise solo sentendone la voce, senza vederla prima.

Ama il piccolo ed il grazioso, li trova rassicuranti; scopre il grazioso anche nel brutto e nel macabro. Manifesta la sua abilità narrativa attraverso queste ricercate descrizioni di piccoli particolari quotidiani.

Abbandona la casa materna per seguire la sua vocazione artistica e sentendosi colpevole dell'infelicità della madre che si priva di tutto per aiutarlo, non fonda una casa propria, ma per tutta la vita continua a sognare casa accoglienti con dolci casalinghe. E' innamorato della vita, delle donne, è un solitario che non va d'accordo con gli altri perché non va d'accordo con sé stesso in primis.

E' amareggiato dalla vita, ha una vita dura e triste da bambino, viene espulso ingiustamente dalla scuola pubblica[17] e deve farsi una cultura da autodidatta.

Cerca conforto nella solitudine della natura.

Oscilla fra pittura, teatro[18] e narrativa e vivie in miseria perché oberato dai debiti.

Scopre e legge avidamente Göthe da cui trae nutrimento per tutta la sua carriera

di scrittore e poeta.


Nasce a Zurigo nel 1819. La prematura scomparsa del padre non gli permette di seguire un percorso di studi regolare.

-1840-42 si trasferisce a Monaco per studiare pittura, vivendo nella più squallida miseria, spesso soffre la fame e quindi è costretto a rinunciarvi presto.

Quando ritornerà a Zurigo finirà il periodo di aspirante pittore e inizierà a dedicarsi alla letteratura.

- Fra il 1842-48 passa lentamente dalla pittura alla poesia (scrive poesie politiche sostenitore della libertà democratica e di pensiero).

-Tra 1848-50 vive a Berlino (1850-55 a Berlino si afferma come poeta e scrittore), poi a Zurigo dove lavora come scrittore e impiegato comunale (Staatsschreiber).

A Zurigo accetta questa carica perché convinto che una solida posizione borghese gli torni utile per la sua attività poetica: per ritrarre fedelmente la vita reale, bisogna prima conoscerla attraverso un'esperienza diretta.

Muore a Zurigo.


La critica ritiene che, forse, la sola vera infelicità di Keller è dovuta al suo brutto aspetto fisico.

Non osa sposarsi[19] perché sa che la vita non gli riserva un matrimonio felice con una bella donna, mentre nelle sue opere continua a scrivere storie di matrimoni felici (es. "Die Sieben Legenden").


Vedere la realtà bella non è per Keller cosa facile. Deve prima combattere contro i suoi 2 difetti principali : il "Lügen" (menzogna) e lo "Schmollen" (musoneria).

La prima è un residuo romantico, un eccesso di fantasia che si ostina a disconoscere la realtà, la seconda è un elemento realistico, effetto della sgradevole constatazione che purtroppo la realtà non corrisponde ai sogni. Chi supera la prova di non fantasticare a vuoto e di non tenere il broncio nei riguardi degli uomini e della vita in genere, diventa "tüchtig", cioè atto a vivere e ad affermarsi nella vita condizione necessaria per poter godere della vera bellezza della vita, la quale si manifesta solo a chi vive veramente la vita.

La spinta verso la "Ertüchtigung" è morale più che estetica "Aiutati che Dio ti aiuta!". Questa teologia rifiuta la fede nella provvidenza e con ciò ignora Dio, che dal canto suo se ne sta nascosto dietro al mondo. L'uomo, secondo Keller, deve prima aiutarsi prima di poter aiutare gli altri e gli altri per lui sono i suoi concittadini.

Lo schema ideale delle storie di "Ertüchtigung" è quello del viaggio all'estero intrapreso il più spesso per motivi imprecisi e del conseguente ritorno dell'eroe in patria, che si ripresenta come dominatore della vita, come uomo maturo che non può non insegnare agli altri quello che egli stesso ha duramente imparato a proprie spese.

Spesso i racconti kelleriani sono storie da raccontare in osteria (storie spassose e ben azzeccate); Keller riesce a creare delle efficaci opere padagogiche e sociali, con le quali vuole amministrare i suoi concittadini.

Inventando favole e commedie adatte per un teatro comico è per Keller un modo per fare della politica e inserirsi nella vita della sua città.


Keller cerca a lungo la sua vera via; si convince che né la pittura, né la poesia, né il teatro sono i veri ambiti della sua arte.

Il meglio della novellistica di Keller è racchiusa nella fioritura degli ultimi anni berlinesi.


-Le opere-


Nel 1844 pubblica la sua prima raccolta di poesie "Gesammelte Gedichte", vincendo una borsa di studio che gli permette di recarsi a Heidelberg, dove può assistere alle lezioni del filosofo Feuerbach, la cui dottrina materialistica ha ripercussioni sulla sua opera.

Il maggiore risultato Keller lo ottiene nell'ambito della prosa e soprattutto con le sue Novelle!


"Der grüne Heinrich"[20]

Romanzo di formazione (Bildungsroman[21]), in cui Keller traccia l'evoluzione interiore di un giovane artista, pittore fallito.

Prima redazione (1854-55) e redazione definitiva (1879-80).

Ha un grande successo in Germania e in Svizzera!

Presenta forti tratti autobiografici, il risultato di un severo esame di coscienza. Keller ripercorre il suo passato reale e ideale; di quello che ha vissuto e di quello che non gli è mai stato concesso di vivere!

In questo romanzo ci sono 2 tendenze fondamentali: il desiderio e la capacità di godere di ogni manifestazione bella della realtà e un severo e intransigente spirito moralistico! C'è uno spirito di mesta rassegnazione, spirito che domina nella storia culturale tedesca dopo il fallimento post '48![22]

Dalla rinuncia alla felicità personale nasce un impegno tipicamente svizzero dedicare la vita all'educazione del popolo; instillare in tutti i cittadini il culto della verità e libertà.


Enrico, come Keller, visto che vuole diventare pittore, si sposta da Zurigo a Monaco. Qui però vive in miseria, non ha denaro. E' incapace di distinguere la realtà dalla fantasia. A differenza del "Wilhelm Meister" di Goethe non riesce a conciliare la vita e l'arte. Il suo fallimento gli provoca un profondo senso di colpa

Visto alla superficie il romanzo può sembrare la storia di un fallimento, dell'eroe che non riesce a risolvere il problema dell'amore e del matrimonio e non riesce ad affermarsi con la sua arte nella vita. E' sospeso tra due donne, una ancora immatura che non conosce l'istinto e una molto matura che vive la vita reale e conosce bene l'istinto. Heinrich non riesce ad amare veramente né l'una né l'altra perché quando sta con una pensa sempre all'altra.

In realtà l'ostacolo al matrimonio è costituito dalla figura della madre. Egli si crede colpevole non solo della malattia ma anche della morte della madre e quindi si punisce. Nella I redazione torna a casa proprio il giorno del funerale della madre e di lì a poco muore, consumato dal rimorso.

Nella II redazione assiste all'agonìa della madre ma Keller lo fa sopravvivere. Qui Enrico realizza il suo compito vero di vita che è quello di funzionario statale al servizio della democrazia svizzera. La fine del romanzo presenta caratteri di rassegnazione, dato che Heinrich rinuncia all'amore.


Vi è un altro motivo che ostacola il matrimonio: l'immagine della madre si ripresenta al figlio puntualmente tutte le volte che egli sta per decidersi di sposarsi; così, mentre Heinrich da una parte deve staccarsi dalla madre, anzi deve causare la sua morte per affermarsi nella vita come artista, dall'altra non riesce a staccarsi dal ricordo di lei e quindi sposarsi ed essere felice.

Non riuscendo a spezzare i vincoli dell'infanzia, resta immaturo per l'amore!


Il romanzo dedica un capitolo a Feuerbach e al suo insegnamento.Troviamo l'aspetto del ripudio in Dio.

La realtà dell'universo è un ininterrotto processo di autoperfezionamento. Nulla esiste fuori di tale processo; Dio viene ridotto a una graziosa bestiolina e si rivela saggio nel non muoversi e nel contemplare lo spettacolo del mondo; Dio è saggio perché si comporta come se non esistesse affatto.

Anche Keller è artista quando se ne sta zitto come un topolino e contempla l'esistenza dell'universo.

L'artista è secondo Heinrich un "veggente", il cui compito è quello di stare a guardare e soffrire; egli è un "ruhig Leidender", un essere che soffre serenamente.

Keller è un risoluto e intransigente illuminista in quanto condanna ogni forma di religiosità che si vuole imporre nella vita sociale e politica.

Nel romanzo alla problematica dell'amore, dell'arte e della religione si sovrappone anche quella sociale.

L'artista, passivo contemplatore dell'armonia universale, deve dedicarsi al bene del suo popolo come consigliere ed anche educatore di quanti vivono insieme a lui. Heinrich rientrato nella sua città svizzera natìa mette tutte le sue energie al servizio dei suoi concittadini, con ciò si merita la loro stima e conquista una posizione sociale che gli fa onore.


Raccolta di novelle "Die Leute von Seldwyla"

Il I vol. nel 1856, il II vol. nel 1874.  (ogni volume contiene 5 novelle).

C'è la presenza del narratore onnisciente.

Qui il realismo di Keller raggiunge la sua più alta espressione.

Ricco di ironia e realistiche ricostruzioni dell'ambiente paesano, questo ciclo di 10 racconti presenta una serie di cronache di vita ambientate nell'immaginaria cittadina svizzera Seldwyla.

Ci presenta gli abitanti di questo luogo con i segni distintivi del popolo svizzero , il loro operato, le loro relazioni sociali attraverso descrizioni colme di sano realismo e bonario umorismo.

Nelle prime 5 novelle i personaggi sono sereni, occupati nella loro comunità; non hanno preoccupazioni per il denaro, si dedicano con piacere all'attività politica.

Fra le novelle più celebri si ricordano: "Romeo und Julia auf dem Dorfe" (Romeo e Giulietta nel villaggio), "Kleider machen Leute" (L'abito fa il monaco), "Spiegel das Kätzchen"[24] (Spiegel il gattino).

Le novelle del II vol. riprendono e approfondiscono la tematica della "Ertüchtigung", fondandola su una più precisa esigenza di distinguere la realtà dalla parvenza. Soltanto chi è sincero verso se stesso, solo chi vince in sé il desiderio di mostrarsi e di credersi diverso da quello che veramente è, può veramente e durevolmente affermarsi nella vita!

Keller vuole smascherare ogni forma di insincerità. Ad es. pur non condannando esplicitamente l'emancipazione della donna, da lui tanto temuta, in 4 novelle rappresenta il pericolo che la fidanzata o la moglie abbia una posizione economica o sociale superiore a quella del fidanzato o del marito.

In queste novelle del II vol. i personaggi hanno scoperto il gusto di fare denaro, i personaggi appartengono a un mondo capitalistico; sono diventati aridi, ridono meno, hanno perso la bontà d'animo e nella politica vedono solo un pericolo.

Keller, anche con un po' d'ironia amara, ci dipinge il cambiamento dei tempi, il passaggio all'era capitalistica.


Dopo il '48 Keller non crede più negli ideali democratici della Svizzera e a partire dagli anni '60 osserva con preoccupazione crescente i progressi dell'industrializzazione e il rapido e, secondo lui, fittizio[25] benessere dei "Gründerjahre" piano piano la sua fantasia diventa sterile.

Il Keller dell'ultimo fertilissimo decennio scrive un romanzo molto impegnativo che non riesce a finire.


"Sieben Legenden"(1872)

Ciclo di leggende parodistiche. In quest'opera domina il gusto dello "zierlich", del delicato.


"Züricher Novellen" (1876-77)

Il primo Decamerone di Keller. Racconta 5 novelle o storie d'amore.

Si vede nuovamente l'amore per la sua patria.


"Das Sinngedicht"[26]

Iniziato nel 1851 e terminato nel 1880. E' il II Decamerone di Keller.

E' un ciclo di sei novelle umoristiche, racchiuse in una cornice.

E' la storia d'amore tra un giovane scienziato sensista e una bella e coltissima giovane che resiste a lungo all'amore soltanto perché pretende per la donna diritti uguali a quelli dell'uomo. E' una sostenitrice della parità dei sessi.

Entrambi si raccontano delle novelle, nelle quali il tema principale è la scelta del coniuge, in tal modo ciascuno capisce e viene a conoscenza di quali sono le aspettative dell'altro.


"Martin Salander" (1886)

Compone solo la I parte nel 1886.

Rappresenta la situazione della nuova Svizzera[27] che si sta avviando verso il capitalismo e l'industrialismo e vuole insegnare anche la via della salvezza ma fallisce nel suo duplice intento. Salander crede nel trionfo definitivo dei buoni, Keller, invece, ormai è un inguaribile pessimista e critica quei borghesi che, arricchitisi, vedono nel profitto l'unica ragione di vita.



THEODOR STORM (1817-88)


Le sue novelle hanno un intenso tono lirico e il suo stile è molto musicale.

In Keller predomina l'elemento pittorico, in Storm quello musicale.

Keller è il più grande narratore ottocentesco della zona tedesca meridionale, Storm è quello della zona settentrionale.

Né l'uno né l'altro appartengono alla Germania vera e propria, ma alla periferia tedesca, alla democratica Zurigo e allo Holstein[28], che è attaccato alle proprie tradizioni, economicamente è poco sviluppato ma troppo rapidamente e violentemente prussianizzato.

Entrambi gli scrittori avvertono una profonda crisi (Keller la analizza con una lucidità consapevole, Storm la vive con dolorosa violenza).

Lo sforzo dei due narratori è quello di rappresentare il loro mondo come ancora valido!


La sua narrativa, chiaro esempio di Realismo poetico, è caratterizzata dall'evocazione nostalgica del passato e dalla tragica consapevolezza della condizione umana.

Unica forma di amore per lui concepibile è quello coniugale, che offre al marito e alla moglie non il piacere, ma un'educazione! Bisogna dedicare molta attenzione all'anima della persona amata! Storm dà tutto se stesso alla moglie e ai figli e pretende in cambio altrettanto affetto.

Non credendo nell'immortalità dell'anima deve almeno credere nell'immortalità del suo amore!

Il sentimento torturante della fugacità dell'esistenza può essere affrontato solo con la fede nell'amore.

Nelle lettere d'amore c'è un continuo riferimento alla morte "bisogna abituarsi al pensiero della morte della persona amata".

Mentre la vita individuale è condannata a dissolversi nel nulla, eterno deve essere almeno l'amore coniugale perché eterno è il principio del matrimonio, della casa.

La casa è sempre la casa dei genitori o degli avi, la casa della propria infanzia e la moglie destinata ad entrare in quella casa è spesso una donna conosciuta nell'infanzia o nella stretta cerchia familiare. Non a caso la prima moglie di Storm è una sua cugina e la seconda una sua parente.

Quasi in ogni racconto stormiano si ripete la stessa situazione: giocare con una bambina a 8 anni, incontrarla poi di nuovo a 16 anni e riconoscere subito in lei la propria fidanzata ideale.

Importante è il ricordo: bisogno di rievocare il proprio passato come realtà ancora viva. Utilizza spesso la novella a cornice, in cui nella storia di un uomo maturo si inserisce la storia vera della sua adolescenza. C'è sempre la partenza del giovane per l'università o per la guerra e dal suo ritorno alcuni anni più tardi.

C'è sempre la storia del giovane che non concepisce altra possibilità di vita se non quella conosciuta sin dagli anni dell'infanzia nella propria città e che durante gli anni di noviziato universitario o di pellegrinaggio per il mondo vive solo nella nostalgia della propria infanzia e nella speranza di rivedere e di sposare la compagna dei suoi giochi infantili!

E' un maestro nella creazione di atmosfere, nell'evocazione del passato[29].

C'è un forte attaccamento alla casa paterna e alla terra natìa perché Storm e i suoi eroi non riescono ad inserirsi nella vita della città vera e propria.

Storm disprezza il teatro; il suo campo è la lirica[30] e la narrativa.

La narrativa di Storm ha un provincialismo che sembra dolce e sognante ma che invece ha un aspetto negativo poiché è attaccamento dell'individuo alle proprie radici regionali e razziali. Il suolo e il sangue costituiscono una unità.

Per Storm le donne dai capelli e occhi neri rappresentano un pericolo, quello della mistione razziale uno dei motivi razziali della sua novellistica.

Se la casa è sempre accogliente, non lo è sempre la natura. La brughiera deserta, la monotona spiaggia diventano un paesaggio dell'orrore e dell'angoscia quando su di loro si scatenano aspri e selvaggi venti autunnali o nebbie fitte.

Sorgono storie di spettri "Spuckgeschichten" intessuti da un brivido d'orrore che creano il sentimento dell' "Unheimlich", un qualcosa che non può essere compreso razionalmente.

Storm vede un legame indivisibile tra la dolce quiete dello "Heim", della casa, che sarebbe il sentimento dello "Heimlich" e la minaccia dell' "Unheimlich", che può sconvolgere e distruggere la tranquillità domestica.

Per Storm il mistero deve restare mistero, però esso esiste realmente e deve essere riconosciuto come tale, perché si manifesta nella realtà concreta.


Studia legge e diventa avvocato, partecipa alla sollevazione antidanese del '48-'52 e deve abbandonare la sua patria quando lo Schleswig Holstein viene incorporato al regno di Danimarca, perché il suo forte senso di appartenenza alla comunità tedesca gli impedisce di riconoscere il nuovo governo.

Vive 12 anni da "emigrato" a Potsdam e a Heiligenstadt e solo nel 1864, in seguito alla guerra tedesco-danese, può far ritorno a casa (lo Holstein passa sotto il dominio prussiano). Muore nel 1888 nella sua città natale.


Tutta la sua opera è incentrata sul profondo amore che nutre per la sua patria.

La sua produzione, sia lirica che novellistica, è segnata da un realismo che assume tratti marcatamente pessimistici. Si tratta di un pessimismo malinconico, che sta alla base del suo ateismo e della sua negazione di una vita dopo la morte, della consapevolezza della caducità umana.

Da qui scaturisce in Storm il senso di fugacità di tutte le cose terrene e la solitudine. L'unico appiglio e sostegno l'autore lo vede nell'amore per la patria e per la famiglia.


La sua carriera letteraria inizia con la composizione  di liriche che risentono dell'influenza tardoromantica ("Gedichte", 1852), la sua lirica presenta tratti romantici e tratti realistici; il tema è il paesaggio natìo, descritto con malinconia ma ricorrendo a elementi realisti. Spesso la contemplazione del paesaggio naturale fa affiorare nella mente del poeta ricordi legati al passato.

Nelle sue liriche l'uomo non può raggiungere la felicità, perché è effimera, fuggevole. L'individuo, escluso dagli avvenimenti sociali, vive la quotidianità in terribile solitudine, abbandonato a se stesso. Ricorre spesso a elementi naturali, come il fosco Mare del Nord e le desolate lande della brughiera dello Schleswig Holstein.

Le prime liriche sono caratterizzate dalla profondità del sentimento, dalla musicalità della lingua; le seconde si rivelano negli oggetti rappresentati che sono sempre oggetti reali e non legati al mondo della fantasia, cui fa da sfondo sempre il paesaggio della Germania del Nord: gli aridi altopiani e anche le regioni basse e molto fertili lungo le coste del mare del Nord; l'isolamento della città grigia sul mare, le brughiere silenziose.

L'atmosfera della sua patria frisone si sente anche nelle opere dove non si parla esplicitamente della natura ma della famiglia, dell'amore e della vita coniugale.

La lirica dell'autore è imperniata di una particolare sensualità che anticipa l'impressionismo


Nel campo della prosa si dedica al genere della novella[31].

Anche qui un ruolo importante lo ha il paesaggio della patria e la consapevolezza della fugacità di tutte le cose terrene.


Ad una prima fase appartengono le "Erinnerungsnovelle" novelle del "ricordo", novelle liriche , ancora sentimentali, dove colui che racconta torna con la memoria al passato. Le tematiche sono i conflitti interpersonali e l'ambito privato della famiglia e della vita coniugale.

Non vi è alcun riferimento al contesto storico-sociale della situazione presente.

La più famosa di queste prime novelle è "Immensee"[32](1849): Un anziano signore rievoca il suo mancato amore di gioventù; la ragazza che era stata la sua fidanzata durante gli anni universitari, ha sposato su consiglio della madre un amico ricco di questo signore. Dopo molti anni i due si incontrano e capiscono che il tempo non ha cancellato il loro amore ma nonostante ciò si separano per sempre perché oramai è troppo tardi.

Sono i ricordi dell'anziano protagonista a costituire la cornice del racconto. Gli avvenimenti passati vengono narrati attraverso il filtro della memoria, si rievocano nel ricordo le passioni e le sofferenze giovanile.

In questa e altre novelle il realismo di Storm si manifesta attraverso la rappresentazione indiretta delle emozioni e dei turbamenti dei protagonisti; l'autore non descrive gli stati d'animo ma indugia su un particolare del corpo, su un oggetto. Nella novella sopra l'uomo capisce che la donna è ancora innamorata di lui osservandole la mano, che rivela il dolore sofferto dalla donna.


"Späte Rosen" (1859) è un Immensee alla rovescia l'improvviso ridestarsi della passione erotica dopo 15 anni di matrimonio in 2 coniugi che hanno vissuto felici e tranquilli, ignorando la vera realtà dei sensi.


Negli anni successivi il suo lirismo assume una connotazione sempre più realistica e nelle novelle si avvale della forma racconto-cornice[33]. Il motivo dominante nelle
opere in prosa è la struggente nostalgia che invade i protagonisti nel momento in cui volgono il loro sguardo al passato (rimpianto) es. "Immensee".

Nelle novelle è anche forte il valore della famiglia

Il suo credo realista gli impedisce di concepire l'immortalità dell'anima; smaschera illuministicamente le superstizioni; trasferisce la sua fede più profonda nel culto della tradizione (famiglia e poi matrimonio), es. in "Viola Tricolor" (1873) e "Pole Poppenspäler" (1874).


I tre racconti uniti col titolo "Geschichten aus der Tonne"[34] (1864) segnano il passaggio dalla fiaba alla narrazione realistica perché assorbono l'elemento fiabesco in una visione concreta e precisa della realtà. I 3 racconti vengono criticati per molto tempo perché, se si pensa al culto che tutto il primo '800 ha per la fiaba romantica e popolare, si capisce come mai tali racconti vengono ritenuti non corrispondenti al genere della fiaba tradizionale.

Il più bello dei 3 racconti è "Die Regentrude"[35] il solo racconto oggettivo in cui non vi sono né sentimenti né problemi dell'autore. Non c'è nessuna traccia di lirismo, bensì una osservazione attenta della realtà del villaggio e della natura.

I personaggi parlano e agiscono così come essi sono. E' uno dei racconti più realistici e rappresenta una vera pietra miliare nell'evoluzione del realismo '800


Accanto al tema dell'irresolutezza amorosa si afferma quello dei matrimoni felici e infelici; delle scelte amorose errate, del matrimonio con una donna che non appartiene all'ambito o alla stirpe del marito. Conseguenza di ciò è l'infelicità e la rovina del figlio (questa è la conclusione di e "Pole Poppenspäler". Lo stesso tema è ripetuto e variato nelle novelle successive.

Di solito l'eroe di Storm, sempre irresoluto, decide di sposarsi quando è già vecchio e scglie una donna troppo giovane, oppure sposa una donna di una regione o nazionalità diversa (cosa anomala per gli eroi settentrionali di Storm).

Le novelle del II periodo "Viola Tricolor" (1873) e "Pole Poppenspäler"[36] (1874) sono più realistiche, più vicine alla realtà e trattano anche questioni sociali.

La problematica del tempo e i conflitti e i sentimenti umani appaiono come attenuati, smorzati.


Dopo il 1870 inizia, con la novella storica in forma di cronaca, l'ultima fase di produzione di Storm (novelle storiche dell'età matura): qui il poeta si rifà ad elementi e forme arcaiche; la storia fa da sfondo ad una costante e inutile lotta degli uomini contro il proprio destino. Storm si limita ad evocare da cronista le ombre tragiche del passato.

Negato alla rappresentazione della vita cittadina, Storm resta chiuso nei limti di un provincialismo. Frutto delle sue meditazioni sul passato sono le sei novelle storiche scritte nello stile un po' arcaico delle cronache secentesche.

Lo Schleswig è annesso alla Prussia. Storm prende posizione già nella novella "Im Schloss" (1866) contro la tirannica aristocrazia feudale della sua età, che disprezza gli intellettuali e impedisce i matrimoni tra borghesi e aristocratici, però la durezza e le ingiustizie del governo prussiano lo costringono a rivedere dopo il 1866 le sue convinzioni politiche. Se i danesi lo hanno condannato a vivere in esilio, i prussiani lo condannano a vivere quasi da straniero nelle sua terra natìa, per cui Storm non osa attaccare la Prussia del suo tempo e attacca il feudalesimo e oscurantismo del passato (è molto abile nel creare le atmosfere suggestive del passato, descrive gli antichi castelli dello Schleswig, ma sono stati nidi di ogni male).


In Storm vi sono delle anticipazioni al naturalismo. Dedica tre novelle al problema dell'ereditarietà, dell'ingiustizia sociale e delle tiranniche convenzioni.

Il tema dell'ereditarietà ricorre anche nelle novelle trattanti i conflitti tra padri e figli, la tragedia del figlio condannato alla rovina perché vittima di un'ereditarietà materna moralmente pericolosa.

Nella altre due novelle tratta l'ereditarietà come puro fenomeno patologico.[37]


La novella "Ein Doppelgänger"[38] (1886) tema delle convenzioni sociali.

Chi è stato colpito da una condanna penale non può riabilitarsi; deve temere ed odiare tutti, deve odiare in primo luogo la propria amata e renderla infelice; deve diventare violento, ingiusto, malvagio.

Storm rappresenta una delle piaghe più gravi dell'ordinamento sociale: la triste condizione del nuovo proletariato anche se denuncia il male tentando, però, di giustificare moralmente i veri responsabili del male.

Storm dice che i lavoratori devono, per forza, diventare maneschi perché si fidano troppo di ciò che sanno fare con le loro mani (mentre l'agricoltore lavora solo per far agire la natura); i lavoratori pensano solo all'oggi e al domani, senza lasciarsi ammaestrare dal passato (mentre l'agricoltore ubbidisce alle leggi eterne della natura, compiendo in ogni stagione il lavoro richiesto dalla stagione).


Il capolavoro dell'autore è la sua ultima novella, racconto-cornice "Der Schimmelreiter"[39] (1888), nella quale si rifà al mito e alla leggenda.

Al centro di questo racconto al rovescio c'è la figura di un sovraintendente, il quale grazie al suo talento tecnico-matematico costruisce un nuovo tipo di diga contro la mareggiata. Egli non deve lottare soltanto contro la violenza della natura ma anche contro ogni pregiudizio e superstizione della sua comunità rurale. Alla fine, con la rottura della diga, muore insieme alla moglie e al figlio (l'eroe lotta contro la società e le forze naturali, rimanendone travolto).

Qui Storm crea la figura di un eroe che sa agire realisticamente.

Tutta l'esistenza del protagonista è dedicata a un solo grande compito, di cui sin da bambino ne comprende la necessità e la realizzabilità: costruire una nuova e più sicura diga che preservi la sua regione dalle periodiche inondazioni. Egli si sente eletto perché conosce il grande compito della sua vita e sa anche di possedere la forza di volontà necessaria per imporre ai suoi conterranei la costruzione della diga. Essi accettano solo dopo molta riluttanza di contribuire a questo lavoro faticoso, di cui non vedono la necessità. Lo odiano in fondo ma lo temono per il fascino potente della sua personalità[40].

Tema "Il Destino dell'uomo chiamato ad agire per il bene collettivo è quello di non essere compreso, ma ostacolato proprio da quelli nel cui interesse egli agisce!"

"Chi ha il senso di una vocazione superiore, sacrifica alla sua vocazione se stesso e le proprie forze ma deve saper sacrificare anche gli altri e tutte le loro forze, poiché opera per il bene di tutti gli altri".



FRITZ REUTER


Prova la durezza della reazione più degli altri scrittori della sua età (arrestato nel 1833 per aver partecipato a una rivoluzione studentesca per la libertà e l'unità della Germania, poi condannato a morte e a 30 anni di fortezza,finchè viene graziato insieme agli altri liberali da Federico Guglielmo IV).

Destinato a diventare il più grande umorista non solo del realismo poetico, ma di tutta la letteratura ottocentesca in genere.

Tutte le sue opere sono scritte in dialetto, nel linguaggio del suo natìo Mecklenburg.

Ha un rapido e vasto successo in tutta la Germania.

Il suo umorismo nasce come reazione alle sofferenze della prigione, anche se c'è da dire che egli è il rappresentante più compiuto della rassegnazione politica

E' chiaro che sorride per non piangere!.

Ama la ricerca dei piccoli particolari poetizzabili ed è un autore genuino perché è in grado di usare un linguaggio genuino.

A causa della prigionìa non riesce a dedicarsi a un lavoro stabile e alla fine diventa scrittore senza volerlo.

I 4 romanzi raccolti nei 9 volumi di "Olle Kammellen"[41] (1859-68) narrano storie di un passato lontano, che si ferma però, non a caso, all'anno 1848.

Un'opera autobiografica è "Vicende degli anni che passai in fortezza" (1862). Descrive in tutti i particolari i 7 anni passati in fortezza. La prigionìa gli insegna la pazienza e la tolleranza.



THEODOR FONTANE


Si estranea dalla realtà politico-sociale del suo tempo, condannando apertamente il militarismo perseguito dal governo prussiano e l'avidità della nuova borghesia industriale. Nelle sue poesie e nei suoi romanzi offre al lettore un ritratto ironico e preciso della Germania di fine secolo, attraverso l'utilizzo di dialoghi ed accurate descrizioni dell'ambiente cittadino e dei personaggi.


E' l'unico realista tedesco che scrive romanzi sociali significativi.

Ha una vita lunga e vive tutti gli avvenimenti di un intero secolo, di cui è cronista accorto e distaccato, critico ironico.

Nasce nei pressi di Berlino da una famiglia di origine ugonotta[42].

Diviene farmacista come il padre e per qualche tempo esercita la professione ma poi inizia a dedicarsi all'attività giornalistica a Berlino e alla fine degli anni '50 si afferma come giornalista: varie relazioni e reportage di viaggi testimoniano soggiorni in Inghilterra[43], Danimarca e Boemia, durante i quali lavora come corrispondente di testate governative.

Nel 1845 diventa membro della società letteraria "Tunnel über der Spree", che lo induce a redigere diverse ballate prussiane. In questa associazione vi sono rappresentate le classi sociali dei nobili, dei Junker[44]e della borghesia illuminata, che più tardi descriverà incarnandole nelle figure dei suoi personaggi.

Negli anni '50 trascorre molto tempo in Inghilterra, prima come corrispondente e poi come agente stampa del governo prussiano.

Qui viene affascinato dal suggestivo paesaggio inglese e scozzese e influenzato dalla ballata inglese.

All'età di quasi 60 anni inizia a cimentarsi nella stesura di romanzi, dando vita al cosiddetto "romanzo sociale".

Le sue opere ricevono premi e onorificenze. Muore a Berlino.


Inizia la sua carriera letteraria scrivendo componimenti in versi, tra cui spicca la ballata, di chiara ispirazione scozzese.

L'amore per le tradizioni pittoresche della Scozia lo induce a interessarsi alla storia della regione natale, la Marca del Brandeburgo, che fa da sfondo a molte sue opere.

I temi delle sue ballate, scritte con un linguaggio realistico, sono anche legate alla patria oppure hanno un tema storico.


A Berlino diventa redattore del "Nuovo giornale prussiano".

Nei suoi "Wanderungen durch die Mark Brandeburg" esprime la sua ammirazione e il suo amore per la sua patria. Esalta la marca di Brandeburgo esaltandone i castelli e studiando in loco il passato di quella terra. Si costruisce lentamente una sua Prussia ideale, quella creata da Federico II, dove tutti possono convivere pacificamente ed anche una Berlino ideale, in cui i due mali moderni, la nuova borghesia dell'industrialismo capitalistico ed il proletariato, cercano e talora trovano un labile equilibrio.

E' estraneo a ogni ristrettezza provinciale, è uno dei primi poeti e l'unico realista tedesco che non solo accetta la vita delle grandi città ma la apprezza e la rappresenta nelle sue opere.

Simpatizza con la rivoluzione del '48, ma dopo il suo fallimento assume un atteggiamento di rassegnazione.

Nonostante sia un liberale e veda con occhio critico l'esistenza della nobiltà e della realtà capitalistica che sempre più è in crescita nelle città, ha timore di prendere una netta posizione nelle sue opere, cosa che più tardi gli viene rimproverata dalla critica marxista. Diciamo che oscilla da un lato verso il conservatorismo (destra) e dall'altro verso la critica sociale (sinistra).

Durante il conflitto franco-prussiano (1870-71) viene fatto prigioniero dai francesi in quanto considerato spione; in realtà è critico teatrale a Berlino e corrispondente inviato.


Le sue opere in prosa le comincia all'età di 60 anni. Inizia con un romanzo storico "Vor dem Sturm" (1878)[46] ambientato al tempo delle guerre napoleoniche e dell'occupazione francese. Narra gli inizi della sollevazione prussiana contro Napoleone III. Il romanzo contiene descrizioni della vita che si svolge dentro i castelli dei nobili prussiani e polacchi. Secondo Fontane i prussiani hanno fatto bene a sollevarsi contro i francesi senza il permesso del re perché hanno difeso la loro terra.

Anche "Schach von Wuthenow"[47] (1882) è un romanzo storico in cui la resa del contesto storico è collegata ad un'accurata analisi psicologica delle figure e alla critica della nobiltà prussiana. Evidenzia tutti i difetti del militarismo prussiano.

Presenta la Prussia immediatamente prima del crollo del 1806 che è attribuito alle convenzioni tiranniche e all'ipocrisia che dominano nell'esercito e nella corte.

I 2 romanzi condannano i nuovi ricchi, il nuovo militarismo ed anche la nuova pseudodemocrazia prussiana (implicitamente è condannato anche il socialismo).

Come unica forza sana della Prussia bismarckiana e guglielmina resta il contadino (vedi ultimo romanzo).

Nei 20 anni successivi seguono altre opere in prosa e di alto valore[48] attraverso le quali l'autore introduce il genere del romanzo sociale (Gesellschaftsroman), (intessuto di dialoghi da salotto) che si impone contro quello storico, romantico, eroico, come rispecchiamento della vita reale, della vita vera.

L'autore trova il genere che gli è più consono, il romanzo sociale, soltanto nella  vecchiaia quando il romanzo europeo stava già passando dal realismo al naturalismo. C'è questo passaggio dal romanzo storico sul modello di Scott al romanzo sociale tipo quello di Dickens e Thackeray.

Ideato sul modello di Dickens, che si ispira alla realtà drammatica di Londra, il romanzo sociale di Fontane pone in primo piano la città di Berlino e i suoi abitanti.

Il motivo principale che sta alla base del romanzo sociale è la consapevolezza rassegnata dell'impossibilità di sottrarsi alle istituzioni borghesi, che costituiscono le fondamenta della famiglia e dello stato.

Il suo tema è anche la domanda di ciò che è e di ciò che non è la società e di come è possibile vivere umanamente in essa.

Fontane critica severamente l'ipocrisia delle convenzioni cui ogni individuo è costretto a sottostare. Ciò appare evidente in molte sue opere: "L'Adultera" (1880); "Irrungen, Wirrungen"[49] (1887); "Unwiederbringlich" (1891); "Frau Jenny Treibel" (1892).

Sono i personaggi, non le azioni, i veri protagonisti dei romanzi di Fontane; le descrizioni della città e degli abitanti forniscono un vero e proprio spaccato della vita berlinese di fine '800.

L'autore presenta i suoi protagonisti così come sono, intenti a conversare, come durante un ricevimento o una scampagnata; il dialogo diviene uno strumento mediante il quale lo scrittore delinea vizi, virtù e temperamento dei personaggi.

In tutti i suoi romanzi è contenuta una critica alla società.

Le sue figure sono figure quotidiane, prussiane che vivono una vita abbastanza modesta e il cui agire è deciso dalla società.

Rappresenta in prevalenza dei conflitti personali, interni facendo un'analisi psicologica del personaggio.

Il suo stile è realistico e distaccato, mai sentimentale.

Lo scrittore racconta da fuori (osserva tutta la vita sociale come se stesse a teatro); si nota sempre la sua sottile ironia e il suo senso dell'umorismo un po' attenuato, attraverso i quali evidenzia quanto sia brutta e misera la vita.

Nella convinzione che l'arte non deve occuparsi di ciò che è brutto, Fontane, come gli altri realisti, si differenzia dai naturalisti.


Tutta l'azione si sviluppa in Fontane attraverso i dialoghi, i discorsi ( la conversazione vivace, arguta e molto precisa). Nel dialogo, che contraddistingue psicologicamente le persone, si mescolano l'oggettivo col soggettivo; attraverso esso conosciamo i singoli individui e apprendiamo anche molte cose sull'epoca.

In Fontane esiste una particolare estetica e psicologia del linguaggio ed è proprio nel linguaggio che si rivela un individuo con i suoi sentimenti e la sua cultura. E' proprio nei linguaggi che si riflette con la massima fedeltà la dinamica della vita sociale. I suoi personaggi sono finissimi conversatori.


Lo stile narrativo dell'autore è contraddistinto anche dall'uso dei simboli, che servono all'approfondimento della caratterizzazione psicologica delle figure.

Ad es. in "Effi Briest" l'altalena simboleggia la propensione della ragazza verso la leggerezza, il desiderio di liberarsi dalle difficoltà e pesantezze.


Anche la rassegnazione è un altro elemento fondamentale nella vita e nelle opere dell'autore. Non è una sconfitta ma semplicemente un atteggiamento.


Molti romanzi sono ambientati a Berlino[52]ma il suo capolavoro è "Effi Briest" ), uno degli ultimi romanzi dell'autore. Il tema dell'adulterio caratterizza la commovente vicenda della giovane Effi, la cui storia è chiaro esempio di come le convenzioni soffocano l'individuo.

Alla base del romanzo c'è questo scandalo sociale.

Fontane descrive dettagliatamente il piccolo porto baltico dove è ambientata la vicenda; allo stesso modo, delinea la personalità: tanto Effi è aperta, istintiva e impetuosa tanto Von Instetten è freddo, cinico e calcolatore.

L'uomo, infatti, non ama veramente la moglie e uccide il suo amante solo per rispettare il rigoroso codice d'onore dell'aristocrazia prussiana.

Fontane predilige le donne come protagoniste principali dei suoi romanzi, le quali grazie alla loro spontaneità e naturalezza sono meno ancorati alla società rispetto agli uomini.


L'ultimo romanzo è "Der Stechlin" Al centro vi è la tensione tra l'antico e il nuovo, tra il passato e il presente. L'autore cerca di creare un'uguaglianza tra i due tempi.

Qui Fontane ritorna alle origini della Prussia, alla classe della gente povera di Berlino, al ceto dei piccoli commercianti, degli artigiani, e in particolare ai servi e ai portinai, che vivono modestamente e tranquillamente, in intimo accordo con la vecchia aristocrazia la quale,sebbene decaduta, assicura loro un'esistenza economicamente e moralmente sopportabile.

Fontane si chiede come sia possibile la convivenza sociale là dove l'accordo del passato, tra aristocratici e loro dipendenti, è minacciato e sopraffatto dallo spietato industrialismo dei ricchi.

In alcuni romanzi, accanto al ceto aristocratico, si afferma quello dei poveri ed anche dei miseri della capitale, in particolare dei servi, dei portinai, delle affittacamere, che vivono modestamente, in maniera rassegnata e saggia e sono proprio loro a insegnare ai borghesi e ai nobili che nulla può essere cambiato nelle differenze fra un ceto e l'altro e quindi bisogna rassegnarsi a vivere come si deve vivere.


Il significato complessivo della sua opera: la decadenza della Prussia fridericiana e bismarckiana!

E' convinto che Bismarck non crea una nuova Prussia dopo il crollo della Prussia federiciana nelle guerre napoleoniche, ma crea un regno potente su basi sbagliate, perché antiliberali e antiumane.

Fontane è liberale, odia la nuova e incolta borghesia della "Gründerzeit".

Alla borghesia contrappone l'aristocrazia e distingue bene la vera aristocrazia, quella dei Junker, di cui conosce troppo bene i difetti e le debolezze.

Condanna la borghesia anche se ne comprende la sua rassegnazione dopo il '48; dice che, spesso, i borghesi sono ridicoli perché cercano di imitare i nobili e di comportarsi come loro; la sua visione sociale è dominata dal rapporto tra i nobili e il popolo (i loro servi).

L'aristocrazia impoverita che fa molti sforzi per mantenere alto il suo decoro è il tema di vari romanzi.

Per Fontane le 2 principali colpe della Prussia sono: il duro governo degli Junker che opprimono i servi della gleba e il rigido moralismo che s'incarna nell'esercito prussiano.

Mentre Fontane uomo non trova una via d'uscita, Fontane artista si sforza di immaginare una pacifica e armoniosa convivenza fra ceti sociali e culturali diversi.

Fontane ha il senso della misura e della modestia. Tutti i suoi personaggi sono di piccola statura, uomini insignificanti ma consapevoli e contenti di essere tali. Gli eroi di Fontane non sanno e non vogliono agire; in questi romanzi succede ben poco perché i protagonisti si limitano a conversare; le sue eroine assetate di amore non conoscono forti passioni travolgenti e nell'uomo cercano solo protezione, comprensione (Fontane odia l'attivismo spregiudicato di Bismarck). I suoi eroi sono sempre indulgenti con tutti perché sanno di aver bisogno dell'indulgenza di tutti. Nessuno odia gli altri, nessuno vuol fare del male; passata la burrasca tutti si affrettano a perdonare il colpevole.

Fontane evita di narrare gli sconvolgimenti storici del suo secolo e si limita a uno studio attento delle condizioni sociali e morali.

Quello che veramente succede è l'adulterio ("L'Adultera" e "Effi Briest")che non è narrato direttamente ma è spiegato in maniera inadeguata.

Si ha il Fontane puro, quello perfetto conversatore che ci offre solo una serie di esemplari conversazioni fra le persone educate dell'alta società quando egli riesce a liberarsi del romanzo storico e della tematica dell'adulterio e riesce a comporre dei romanzi in cui non succede nulla, che sono i romanzi delle invalicabili differenze sociali ed in particolare della condanna dei matrimoni misti.

Il centro del salotto dei conversatori di Fontane è sempre una donna giovane pura, sensibile, educata anche se di solito è semicolta; la sua cultura difettosa serve a renderla più affascinante e bisognosa di affetto e protezione.

Le giovani mogli, sempre immature, di Fontane si sentono colpevoli di fronte ai loro troppo maturi mariti e spesso vecchi mariti, che hanno sposato solo perché nel mondo elegante tutte le giovani fanciulle bisognose di protezione sposano secondo il desiderio dei genitori un uomo maturo ed esperto della vita che promette loro la tranquilla felicità di una casa ricca e ben ordinata; colpevole è il maturo marito che, sostituitosi d'improvviso ai genitori, crede di dover continuare la loro opera di educazione e sottopone talora la moglie a pericolosi esperimenti pedagogici e anche a delle tentazioni suggerite dalla gelosia; la moglie ha allora uno scatto di ribellione che può condurre alla rottura e , a volte, anche alla tragedia. Di fronte ai mariti incapaci di tutelare la delicatezza della moglie vi sono i vecchi e saggi ammiratori delle eterne bambine. Solo con i vecchi, esperti della vita e non più attaccati ad essa, è possibile la conversazione elegante fra uomo e donna, che è la vera aspirazione delle eroine di Fontane.

Fontane gode lasciando parlare i suoi personaggi e allo stesso modo gode il lettore ascoltandoli! Si è letteralmente presi dal flusso ininterrotto della conversazione che quasi ci si dimentica dell'argomento.

A lettura terminata dobbiamo quasi rivolgere un grazie all'autore per il divertimento che ci ha fatto provare ma anche per l'insegnamento che ci ha impartito che, di solito, è amaro perché implica una nascosta condanna di tutta l'età bismarckiana e anche guglielmina.

Fontane, pur affascinato dal moderno problema dell'adulterio, non sa mai rappresentare eroine veramente passionali.


L'ultimo romanzo "Die Poggenpuhls"[55] rappresenta in modo sarcastico la decadenza degli Junker. Si soffre la fame nella decorosa casa berlinese di una vedova, il cui marito è morto da eroe e le 3 figlie sono rimaste zitelle.


Contesto culturale: nuove correnti


Tra 1890 e 1915, il comune atteggiamento di disagio nei confronti della situazione politica e sociale, che sta modificando profondamente la Germania, porta alla nascita di diverse correnti letterarie. In un I tempo, il Naturalismo convive con queste nuove tendenze artistiche ma se da una parte le dottrine naturalistiche pongono l'accento sulla missione sociale della letteratura, dall'altra le nuove correnti artistiche si caratterizzano per il desiderio di evasione da una realtà divenuta troppo opprimente.

I rapidi mutamenti legati al progresso e alla crescente industrializzazione modificano radicalmente l'aspetto socio-economico della nazione:gli artisti, non potendo più trovare realizzazione in un mondo, ove i vecchi ideali vanno scomparendo, ripiegano in se stessi; l'arte, venuto meno il suo scopo sociale, trova più compiuta espressione in ambito estetico.

L'attenzione si sposta sull'individuo; il mondo dello spirito e la sua analisi diventa materia di studio, grazie all'avvento di nuove dottrine filosofiche e scientifiche: Sigmund Freud studia la psiche umana e si concentra sullo studio dell'inconscio, di cui evidenzia il valore per la comprensione della personalità.

Infine tre sono le riviste letterarie che nell'ultimo decennio del XIX sec segnano in Germania il passaggio al nuovo gusto estetico e decorativo destinato a influenzare sia la letteratura, sia le arti figurative: la prima è PAN, pubblicata nel 1895, espressione del nuovo culto del bello, generato dal vitalismo imperialistico.

La II è la rivista monacense JUGEND, che , come la III SIMPLIZISSIMUS, appare nel 1896: quest'ultima si schiera apertamente contro la politica guglielmina, criticandone l'operato e l'immoralità.



Impressionismo e simbolismo


Sviluppo industriale II metà '800 accelera da un lato il miglioramento delle condizioni di vita ma causa, dall'altro, una grandissima crisi di produzione e di vendita, che induce gli stati europei alla ricerca di materie prime a basso costo, per ridurre i costi di produzione, e di nuovi mercati in grado di sostenere le economie continentali. Ciò spiega la corsa alle conquiste coloniali sul continente africano che vede impegnata anche la Germania. Conseguenza diretta di tale politica imperialistica è il riaccendersi di nuovi e vecchi attriti tra le potenze; lo stato di tensione e di aggressività che ne deriva sfocia ben presto in un incontrollato nazionalismo.

A un'esaltata concezione di grandezza della patria fa seguito la convinzione dell'esistenza di "razze" umane superiori, delegate al comando, e "razze" umane inferiori, destinate a essere assoggettate. Ne consegue un senso patriottico intollerante, che nega i valori e i diritti di popoli diversi dal proprio. In Germania e in Austria prende campo l'antisemitismo e contemporaneamente, si diffonde il movimento pangermanico che, se in un I momento ha come obiettivo l'unificazione in un solo stato di tutti i popoli tedeschi, si trasforma presto nell'esaltazione della "razza germanica", considerata superiore, destinata a dominare e a sottomettere tutte le altre. Gli ultimi decenni del sec sono caratterizzati dalla diffusione di una nuova visione della realtà, che si riflette nelle arti e nella letteratura. Dopo il Naturalismo, i nuovi artisti vanno alla ricerca dei significati che si celano dietro alla realtà apparente, attraverso dei simboli: la ricerca letteraria ha dunque un orientamento metafisico, e si affida al sogno, all'immaginazione, all'allucinazione, per cogliere e trasmettere nuovi messaggi.









La narrativa realistica tedesca, spesso, la troviamo nella satira sui costumi e sulle convensioni sociali.

Proprio ai borghesi queste novelle appaiono chiuse in un mondo estraneo e prive di istanze di rinnovamento!

È una delle forme letterarie che caratterizzano la produzione narrativa del realismo tedesco. Ha per temi la vita agreste e i sani principi contadini che vengono contrapposti all'ambiente urbano industrializzato.

Ludwig è turingio; Kurz svevo; Storm e Reuter sono della Germania nordoccid., Stifter è un austriaco.

"Storie dei villaggi della foresta nera"

Originario di una famiglia ebraica di commercianti; lotta per l'emancipazione degli ebrei!

Nei suoi racconti vi è sia la semplicità realistica dei contadini, sia una dichiarata tendenza moralistica di migliorare il mondo!

Uli, ragazzo lavoratore, ma scapestrato e bevitore, sta per rovinarsi. Il duro lavoro, che poco gli rende, non lo soddisfa e lui sta per contrarre una pericolosa relazione con una malfamata. Il suo umilissimo padrone lo fa ritornare all'ordine con rimproveri e consigli e gli dà prova della sua fiducia affidandogli il governo di una fattoria, dove tutto va a rotoli. Uli riesce a metterla in ordine e alla fine con la sua rettitudine si merita la mano di una bella e brava contadinella.

Si fanno curare da medici ciarlatani.

"Il ragno nero" :è una delle novelle più potenti di tutta la letteratura mondiale. Si narra la tragica vicenda di una contadina che si sacrifica per un intero villaggio. In Svizzera i terribili cavalieri teutonici impongono ai contadini di un villaggio di costruire una grande fortezza sulla collina e poi, in brevissimo tempo, un lungo viale verso il castello circondato da annosi faggi. I contadini sono disperati, non sanno come fare e temono di essere sterminati, quando si presenta loro un cacciatore in abito verde e con una penna rossa al cappello e promette di compiere subito da solo l'opera, chiedendo in compenso soltanto un neonato ancora non battezzato. Una contadina un po' spregiudicata induce i contadini ad accettare il patto e si reca essa stessa nel bosco a concludere il patto. Il cacciatore però si accontenta solo di un bacio e così bacia la fanciulla la quale sente un improvviso bruciore attraversarle anima e corpo.

La fanciulla viene venerata dall'intero villaggio come una santa ma non racconta mai quello che le è accaduto. Il giorno stesso in cui viene costruito il viale, nasce nel villaggio un bimbo che viene immediatamente battezzato e nello stesso istante il volto della fanciulla assume le sembianze di un ragno; tutti la evitano con terrore; alla fine alla fanciulla le si ingrandisce il ragno sulla guancia che la inghiotte e lei stessa diventa un gigantesco ragno nero è la figura della morte nera!

Infiniti ragni invadono il paese, colpiscono il bestiame e i contadini; appestano ed uccidono anche i cavalieri teutonici. Alla fine un'altra donna decide di sacrificarsi uccidendo il ragno nel foro della porta; la donna muore avvelenata ma siccome il suo sacrificio è puro, la sua anima viene accolta da Dio.

"Il guardaboschi per diritto ereditario"

Effetto da ipocondrìa: convinzione di essere malato inguaribile

"L'allegra pazzerella"; è improntato al genere della "Dorfgeschichte"!

Il titolo del romanzo è realistico perché indica il lavoro che fa lo stagnaio sui tetti. Per il protagonista la realtà diventa falsa e non più poetizzabile. Il romanzo condanna chi vive gioiosamente e spensieratamente da esteta, sia pure rustico, e condanna anche il moralista che, con la sua eccessiva scrupolosità, distrugge non solo la propria felicità ma anche quella degli altri, distrugge il senso della gioia della vita, sia pure soltanto la gioia della misera vita di campagna.

E' un SENSISTA : per lui la sensazione rappresenta la condizione necessaria di ogni conoscenza!

Questa concezione atea non è da intendersi come un non credere a nulla: i personaggi di Keller hanno una religiosità che si manifesta nel loro legame alla natura. La natura influenza i sentimenti e il destino degli uomini. Tutti i personaggi sono legati al proprio suolo, alla propria terra e quasi tutte le scene si svolgono all'aperto in stretto contatto con la natura.

Viene ritenuto organizzatore principale di una piccola sommossa di protesta degli studenti.

Nel 1849 scrive un dramma psicologico e realistico "Theresa". Il teatro lo affascina sin dall'infanzia.

Solo a 46 anni si fidanza per la prima volta con una ragazza di 26 anni che, dopo pochi mesi per motivi non chiariti, si suicida.

"Enrico il verde"

Bildungsroman: designa quel particolare tipo di romanzo psicologico che descrive lo sviluppo del carattere e della personalità del protagonista attraverso vicende esteriori o intime oppure attraverso un itinerario culturale (Bildung significa sia "formazione", sia "cultura")

L'opera si svolge su 2 livelli: nella I parte l'IO narrante è un'osservatore esterno, che presenta la vita di Enrico come quella di un giovane dilettante non in grado di contrastare l'immutabile ordine sociale.La voce narrante espone in III persona l'incapacità di Enrico a realizzare le proprie speranze. Nel momento in cui il protagonista, raggiunta la maturità, acquista consapevolezza di sé e prende atto dei meccanismi che regolano la società, decidendo di sottostare ad essi, la prospettiva cambia e la voce di Enrico diventa quella narrante (ICH FORM).

Rappresenta il capolavoro novellistico di Keller (considerata un capolavoro tragico del realismo tedesco); la sua sola novella tragica, costruita con un perfetto crescendo drammatico.

I protagonisti alla fine si suicidano. Sono figli di due contadini ostinati e malvagi che vivono solo per odiarsi e farsi del male. Il loro amore romantico non può trovare realizzazione in una società avida e gretta, ove l'ispirazione principale è il possesso dei beni materiali. Gli amanti, entrambi legati al tipo di società in cui sono nati e cresciuti, non riescono nemmeno a rinnegare i valori e le istituzioni borghesi e scartano la possibilità di vivere il loro amore al di fuori della comunità, quindi vanno insieme incontro alla morte in quanto l'odio che divide i rispettivi padri è di ostacolo al loro amore.

Keller psicologo e moralista si pone una domanda:Come può nascere e imporsi con tanta forza l'idea del suicidio d'amore in un contadinello e una contadinella, in due anime semplici e schiette? Perché decidono di morire piuttosto che vivere nel bosco anche senza essere sposati?

Entrambi non sono spaventati quanto sono commossi dalla brevità della felicità amorosa che possono concedersi prima di suicidarsi (questo è il particolare più poetico del racconto). I giovani dopo la loro prima e ultima notte d'amore si lasciano scivolare nell'acqua abbracciati.

Si svolge nel medioevo è un duro rimprovero contro il più oscuro fanatismo religioso che inventa stregoni per cacciare le streghe.

Falso, ingannevole

"L'epigramma"

Il rapido cambiamento che sta avvenendo nella sua patria durante i "Gründerjahre", cioè negli anni immediatamente seguenti l'unificazione tedesca (1870-1880), che la stanno trasformando in una terra capitalistica e degenerata nella quale non c'è più posto per il moralismo borghese.

Figlio della terra frisone, i cui abitanti parlano solo quando non possono farne a meno e quando parlano si limitano all'indispensabile, sia perché la loro aspra terra li ha abituati ad agire e a non parlare, sia perché essi, essendo vissuti isolati nella loro terra, non sanno rendersi ben conto di ciò che si agita nella loro anima.

Vedi le novelle in forma di cronaca che si rifanno al passato storico.

Rimpianto della propria casa o terra. La casa è sempre la stessa casa in riva al Baltico o la casa dei nonni attorniata da alberi e da un giardino

Prima di comporre novelle, compone fiabe per bambini.

Die Novelle è un racconto drammatico che si sviluppa in Germania solo a partire dal '700 e raggiunge il suo sviluppo durante il realismo. A differenza del romanzo, la novella rappresenta soltanto una vicenda; il racconto ha una forma chiusa e breve. E' importante il "Wendepunkt", cioè il momento di svolta che all'improvviso proietta lo svolgimento della vicenda in un'altra direzione.

"Il lago delle api"

Nel racconto-cornice gli ascoltatori immaginari diventano a loro volta narratori, arricchendo la storia iniziale di nuovi episodi e creando nel lettore l'impressione di maggiore oggettività.

"Racconti della botte"

La fata della pioggia

"Paolo burattinaio"

In una novella il personaggio si chiede se è giusto sposarsi senza rivelare all'amata di essere affetto da un male ereditario pericoloso. La risposta è SI se lo si fa per amore; nell'altra il protagonista si chiede se è lecita l'eutanasìa, cioè se è lecito uccidere la donna amata affetta da una malattia inguaribile. La risposta è NO per amore bisogna sempre strappare alla morte chi si ama.

"Un sosia". La tragica storia di un operaio che che diventa malvagio perché tutti sono malvagi con lui.

"L'uomo dal cavallo grigio"

Si dice che Storm abbia tratto ispirazione dalla potente e affascinante personalità di Bismarck!

Vecchie storie

Nonostante la sua lontana origine francese è un tedesco, anzi, in realtà, è un berlinese!

Il soggiorno inglese rafforza il suo liberalismo!

Signorotto da campagna

"Peregrinazioni attraverso la marca brandenburghese". Sono pagine di un diario di viaggio in cui vi si rappresenta quanto c'è di bello nella terra prussiana.

"Prima della tempesta". Romanzo politico sorretto anche, come è tipico di Fontane, da una storia d'amore.

È il nome di un personaggio.

Mentre prima ha scritto soltanto ballate, relazioni di viaggio, articoli politico-sociali e di critica letteraria in cui la sua personalità artistica non è riuscita a manifestarsi.

"Errori e confusioni".   

"Senza ritorno" oppure (felicità coniugale) irrecuperabilmente (perduta). E' un romanzo storico perché presenta la decadenza della corte danese prima della sconfitta del 1864, che ancora continua a vivere nello spirito frivolo e spregiudicato  delle corti '700. Tipo romanzo fontaniano imperniato su una storia d'amore e sui problemi dell'adulterio. La rappresentazione dell'età viene fatta attraverso una storia d'amore.

Ritratto della nascente borghesia dell'età guglielmina. Qui il progetto di matrimonio è dettato non dall'amore ma dall'interesse. Gli elementi sentimentali dei primi 2 romanzi sociali mancano del tutto nei romanzi successivi: la rappresentazione delle condizioni sociali è quindi è molto diretta e realistica. Anche il dialogo è più realistico. E' una satira della società dei nuovi borghesi arricchitisi dopo il 1871. Alla loro anticultura Fontane contrappone la cultura del passato.

"L'Adultera"; "Irrungen, Wirrungen": la storia di due amanti che a causa delle diversità di ceto sono costretti a separarsi; "Frau Jenny Treibel": una satira umoristica sulla nuova e arricchita borghesia berlinese.

La giovane 17enne Effi è spinta dalla madre a sposare il barone Von Instetten, di 20 anni più giovane di lei. Dal matrimonio nasce una figlia. Spinta dalla solitudine e dalla mancanza di attenzioni Effi intraprende una relazione con un ex ufficiale, amico fidato del marito. Il trasferimento di Von Instetten a Berlino pone fine alla storia fra i 2 giovani. Anni dopo, von Instetten trova le lettere che i due giovani si scambiavano; in tal modo viene a conoscenza del tradimento e ne parla con un amico; poi, per lavare l'onore con il sangue decide di sfidare a duello l'amante della moglie e lo uccide, poi ripudia la moglie e le vieta di vedere figlia e genitori.

Alla fine del romanzo Effi, ammalata, viene riaccolta in famiglia. Von Instetten, le cui azioni erano state dettate dalle spietate regole sociali più che dal desiderio di vendetta, vivrà nel rimpianto del passato trascorso con Eli.

È un fiume della marca brandenburghese. L'opera è uno dei più importanti documenti politico-sociali dell'ultimo '800 ma è anche il romanzo più complesso dell'autore.

Cognome di una famiglia tedesca.




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