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MAX FRISCH - 1911 - 1991

letteratura tedesca



MAX FRISCH   1911 - 1991


Nasce nel 1911 a Zurigo. Il padre era architetto. Ha un fratello maggiore, ma con loro non ha un legame particolare.

A vent'anni inizia a scrivere per alcune riviste.

: Praga. Reporter ai campionati del mondo di hockey su ghiaccio.

Tornando da Praga fece un viaggio nei paesi dell'est, che trova riscontro nel suo primo romanzo, "Jurg Reinhard", del 1934. Rielabora il viaggio e le sue esperienze di giovinezza.

: viaggio in Germania dove osserva il fenomeno del nazismo realtà tragica, perché si innamora di una ragazza ebrea, in pericolo nella Germania nazista. Frisch le propone di sposarla per farle ottenere la nazionalità svizzera ( Hanna in "Homo Faber"). Si lasciano.



: si iscrive ad architettura a Zurigo.

: scrive un romanzo che lo delude molto decide di smettere di scrivere. Brucia tutte le carte che aveva.

: va sul fronte svizzero. Si prepara a respingere l'attacco della Germania. In questo periodo inizia a scrivere un diario, quindi viene meno al suo proposito di non scrivere più.

Pubblicherà il suo diario di una guerra mancata: "Blätter aus dem Brotsack".

: conclude gli studi di architettura.

: riceve l'incarico di disegnare il progetto per una piscina, che lo impegnerà per vari anni.

Nello stesso anno si sposa con Constanze Von Meyenburg, dalla quale avrà tre figli.

: "J'adore ce qui brule oder die Schwierigen".

Quello che brucia è la passione umana. Temi: amore e sentimenti.

: "Bin oder die Reise nach Peking". Bin è un personaggio, insieme a Ich. Quando sono lontani hanno un'esistenza insoddisfacente.

Ich si sposa e ha un bambino che sembra avere i tratti di Bin.

Solo quando sono insieme hanno un'esistenza gratificante.


"Santa Cruz" opera teatrale del 1914.

Mancano i riferimenti storici. L'attenzione è focalizzata sulla vita interna dei personaggi, che hanno una forte nostalgia verso qualcosa, verso un altrove, qualcosa di non definito. Questa nostalgia li spinge verso la fuga dalla loro esistenza.

Conflittualità tra vita borghese e desiderio di fuggire, di costruire un'altra esistenza.

Il matrimonio è una situazione standardizzata.

Fuga dalla realtà quotidiana.


: pubblica "Nun singen sie wieder".

Affronta il teme della responsabilità della guerra. Narra dell'esperienza di un soldato tedesco, che uccide 21 ostaggi mentre cantano una canzone.

Solleva due questioni: 131d33b

1 - l'impossibilità di dimenticare questi fatti

2 - l'obbedienza di questi soldati non li libera dalla loro responsabilità.


: "Andorra", opera teatrale.

Descrive la vita di Andri. Gioca con l'etimologia greca: andro = uomo.

"Andorra" è uno stato, ma non c'entra niente con la trama.

Andri è un trovatello e viene accusato di essere ebreo, ma non lo è. A causa di questo, subisce vari maltrattamenti dai suoi concittadini. Conduce un'esistenza infelice.

Andorra viene poi invasa da una popolazione definita "i neri": sono i tedeschi dalla divise nere Andri viene deportato.

Problema del pregiudizio. Alla fine Andri finisce per accettare l'identità fasulla fatto dovuto alla forza del pregiudizio.


: "Die chinesische Mauer", opera teatrale.

Problema della bomba atomica.


Frisch incontra Brecht, in questo periodo, e sarà un punto di riferimento per la sua riflessione sul teatro.


: "Als der Krieg zu Ende war", opera teatrale.

Ha come protagonista una donna tedesca, Agnes, che ospita e nasconde il marito soldato tedesco e un soldato russo storia d'amore, che nasce anche se i due non si capiscono. La storia finisce quando il russo si accorge della presenza del marito.


: pubblica un diario che ha scritto dal '46 al '49. Non è intimistico, ma è un resoconto dei viaggi che ha fatto nell'Europa distrutta dalla guerra mondo privato delle proprie certezze.

Controtendenza rispetto a quelli che negavano ciò che era successo.

Troviamo anche riflessioni sul teatro, sulla letteratura, descrizioni, ritratti di autori.


: abbandona il suo studio di architetto.

: divorzia dalla moglie.

Si dedica completamente alla letteratura, decisione dovuta al successo del romanzo "Stiller", del '54.

Stiller è un nome. Il romanzo inizia così: "Io non sono Stiller".

Questa frase è pronunciata da Jim Larkin White (americano) alla dogana svizzera, dove viene fermato e interrogato. Viene sospettato di essere Anatol Ludwig Stiller, uno svizzero scomparso qualche anno prima. Per dimostrare la propria identità, viene incarcerato e invitato a scrivere le proprie memorie.

Alla fine,accetta l'identità di Stiller problema del pregiudizio, come in Andorra.

Stiller è sposato con Julika, ma hanno una rapporto conflittuale.

Vorrebbe diventare scultore, ma fallisce in questo tentativo.

Partecipa alla guerra civile in Spagna nel '36.

Va in America. Ritorna in Svizzera (episodio dogana). Torna con la moglie, che muore di polmonite, così continuerà a vivere solo.

Problema dell'identità imposto dall'esterno. Non riesce a farsi accettare per quello che è. Finisce per volersi imporre ciò che non è accetta i ruoli che gli vengono imposti dall'esterno. Vive una vita che non è la sua.

Anche l'amicizia per Stiller è un peso.

Questa sua debolezza è legata ad una questione linguistica., non riesce ad esprimere la propria identità, la propria individualità: "Non ho un linguaggio per la mia realtà" (Stiller).



Di cosa deve occuparsi la letteratura? Della sfera privata, ciò che la sociologia e la biologia non colgono. Dell'individuo (ciò che è contenuto nella statistica ma che in essa non si esprime). Delle esperienze dell'uomo, del lato soggettivo dell'esperienza. Max Frisch non parla di se stesso, ma di un IO qualsiasi.


Frisch fa un'intervista ad HORST BIENEK.

Forte presenza di diari nella letteratura di Frisch; il diario è per lui una forma artistica che si fonda con il romanzo.

Presenza dell'IO come voce narrant: romanzi narrati in prima persona. Quando parliamo di noi stessi, raccontiamo una storia: IO-NOME-LUOGO-DATA. Noi assumiamo il ruolo del protagonista.

"Ogni uomo inventa una storia che è la propria vita, oppure una serie di storie con dei dati di cui non si può dubitare. Ogni storia è un'invenzione, e, dunque, interscambiabile".

Quindi per Frisch la persona è una macchia bianca, non è qualcosa di definito, ma una possibilità di inventarsi diverse storie e diversi modi di vivere.

Perché noi inventiamo le storie? Per esprimere le nostre esperienze. Lo stesso evento viene vissuto in maniera diversa a seconda delle persone.


"Mein Name sei Gantenbein", 1964, romanzo.

L'IO narrante vuole sondare le diverse possibilità del proprio IO: "Io provo storie come abiti".

In questo romanzo si scinde in tre personaggi diversi:

1 - Gantenbein

2 - Enderlin

3 - Svoboda

"Un uomo ha avuto un'esperienza, ora cerca la storia di questa sua esperienza".

I personaggi sono legati da una figura femminile, Lila, sposata con Gantenbein, che tradisce con gli altri due.


Enderlin è un intellettuale; desidera essere chiamato ad Harvard, ma quando viene chiamato rifiuta, non si vuole fossilizzare.


Gantenbein si finge cieco permette agli altri di muoversi liberamente, di non sentire il peso del proprio del sguardo e quindi del proprio giudizio: non hanno bisogno di mascherarsi, si presentano così come sono. Frequenta amichevolmente una prostituta.

Finge di non vedere i tradimenti della moglie (è una strategia per continuare il matrimonio).


Ogni personaggio è vissuto in prima e terza persona.


"Aut-aut", opera filosofica di Kierkegaard (1843)

Kierkegaard definisce tre modalità esistenziali dell'uomo, tre stadi (sono citati solo i primi due):


1 - L'uomo cerca i propri piaceri, vive all'istante, vive la propria sessualità. CARPE DIEM. Coglie i piaceri della vita. Al piacere sono subordinati tutti gli altri valori.

Emblema: Don Giovanni, seduttore.

Problemi di questo stadio: NOIA e DISPERAZIONE.

Dimensione della mancanza della scelta.

Questo stadio corrisponde al romanzo di Gantenbein.


2 - L'uomo vive conformemente a ideali morali e cerca di assumersi delle responsabilità.

Dimensione della famiglia, del lavoro. Si affrontano serenamente i sacrifici necessari per restare fedeli a tali compiti. Emblema: il Marito nonostante l'impegno etico, si accorge dell'imperfezione della vita umana. Trova la perfezione nello stadio religioso.


Quasi tutti i personaggi di Frisch rispecchiano uno di questi due stadi. Hanno sempre la tendenza di fuggire dal matrimonio ( Homo Faber).


"Biedermann und die Brandstifter" 1958

Biedermann: uomo dalle vedute ristrette, borghese conformista.

Brandstifter: incendiari.

Il protagonista è Jakob Biedermann ( il cognome è diventato un sostantivo). In paese c'è il pericolo di questi incendiari. Uno di loro è Josef Schmitz, che va a casa di Jakob. Inizia una conversazione con lui: Schmitz è seduttore, e fa entrare in casa di Biedermann anche gli altri incendiari, con lo scopo di dare fuoco alla casa.

Da questo si capisce il sottotitolo dell'opera: Ein Lehrstück ohne Lehre: un pezzo didattico senza insegnamento (è un paradosso) nonostante Biedermann fosse stato avvisato del pericolo, ha fatto entrare gli incendiari in casa.

Riferimento a Brecht. Frisch non crede di poter educare la possibilità (≠ Brecht). Il Lehrstück è un concetto di Brecht.

Critica alla borghesia: sotto la volontà di ordine si nasconde una volontà di autodistruzione, aggressività.


"Don Giovanni o l'amore per la geometria" 1961, opera teatrale.

Motivo del Don Giovanni, usato in maniera inusuale: don Giovanni è una figura che rappresenta il seduttore, ma in Frisch è riflessivo, strategico, usa la testa e non il corpo.


Dagli anni '60 in poi, Frisch riflette sulla propria scrittura, sul modo di intendere la letteratura e il teatro.

Saggio: "Ich schreibe für Leser", 1964. Si interroga su Gantenbein. Introduce un elemento importante: il CASO. Lo utilizza per spiegare il nome Gantenbein: la scelta di questo nome è casuale. Questo nome è semplicemente una macchia bianca, perché l'IO narrante è di volta in volta una persona diversa: il Gantenbein è una somma di possibilità.

L'intrattenimento del lettore non è il fine della sua scrittura, ma l'esca.


1965: discorso per il conferimento del premio Schiller. Nel suo discorso cita l'opera "Wilhelm Tell", di fine '700. Dice che con quest'opera Schiller ha creato un malinteso nell'ideologia svizzera: ha esaltato una figura che non andrebbe esaltata.

Fa una distinzione tra due tipi di drammaturgia:

Drammaturgia della peripezia: è il teatro classico: le azioni sembrano avere un carattere definitivo, immodificabile. Invece secondo Frisch nella vita si ha la sensazione che gli eventi permettano delle varianti, che le cose possano capitare per caso.

Drammaturgia del caso, della permutazione: la permutazione è l'operazione in cui si scambia l'ordine di alcuni elementi di un insieme. Con la permutazione vuole mostrare che la realtà permette delle varianti. Un teatro che contempli anche il possibile.


"Biographie ein Spiel" 1968. Mette in pratica la drammaturgia del caso.

I protagonisti sono Kürmann e Antoniette, la sua seconda moglie. Il terzo protagonista è un registratore. Kürmann vuole riscrivere la propria biografia escludendo Antoniette: vuole offrire delle varianti alla propria biografia.


"Neigner Sache", saggio (Nelle proprie cose).

Parla di se stesso, del proprio teatro. Ripete la sua critica al teatro classico e dice che ciò che gli piace del teatro sono solo le prove, quando l'azione non si è ancora fossilizzata. "Il teatro permette ciò che la realtà non permette: provare, ripetere, modificare".


"Wilhelm Tell für di Schule"

Il vero eroe è colui che è stato ucciso da Wilhelm Tell, cioè Konrad Von Tillendorf: rappresentante degli Asburgo che occupa la Svizzera.

Frisch critica fortemente questo delitto, eseguito solo per compiacere ai paesani di Wilhelm Tell. Tillendorf non conosceva neppure i motivi della propria morte.

Frisch colpisce gli svizzeri nel loro orgoglio. Sottolinea la caratteristica fondamentale degli svizzeri: il PRAGMATISMO, non l'idealismo. Li invita a riflettere.


"Tagebuch" 1966 - 1971. Diario.

Parla dei suoi viaggi, dei suoi colleghi, di Brecht, di questioni di poetica. E' meno noto del primo.


Dal 1960 al 1965 ha vissuto a Roma.

'58 - '62: relazione con Ingeborg Bachmann.

1981: festeggia i suoi 70 anni con autori molto conosciuti.


"Dienst Büchlein"

E' una rielaborazione dei suoi diari durante la seconda guerra mondiale. Permanenza nell'esercito svizzero. Minaccia dell'invasione nazista.

Critica la politica svizzera: ha offerto asilo ai fascisti e non agli ebrei.

Critica l'esercito svizzero: che senso ha avere l'esercito in un paese neutrale e pacifista? Sentono di doversi difendere.


"Montauk"

Ha un carattere autobiografico. Fa un bilancio della propria vita. Si propone di raccontare con estrema sincerità ci sono parti in inglese.

Montauk è un luogo vicino a New York, dove ha scritto questo romanzo.

Si costringe a raccontarsi, come fa con i suoi personaggi.

E' un libro sulla difficoltà e sull'impossibilità di descriversi.


Muore il 7 aprile 1991


PREMI:

1958 Georg Büchner

1965 Premio Schiller

1982 Laurea a Honoris Causa Università di New York



TRATTI DAI DIARI:

"Effettivamente non siamo noi che scriviamo, veniamo scritti. Scrivere vuol dire leggere se stessi."

Oggettivando il nostro essere ci si può accorgere che siamo diversi da quello che crediamo.


Rapporto con la scrittura: Frisch descrive l'impossibilità di arrivare all'essenziale, possiamo solo girare intorno, accerchiare ciò che vogliamo dire. La vita, l'essenziale, rimane indicibile.


Brecht: punto di riferimento per Frisch. Anche Frisch aveva un impegno sociale, un impegno civile.


Le due amanti: la donna che riverbera, che riflette il nostro IO. Tradimento: tentativo di uscire dallo specchio, dal nostro volto riflesso.


In viaggio: amore per l'allegria del popolo italiano.


Superamento del pregiudizio, anche in amore: non ci si fa un'immagine della persona amata.


La vera tematica di Frisch è l'individualità, che è legata al linguaggio.


L'uomo ha la tendenza di gettare su di sé dei preconcetti, dei pregiudizi. L'immagine falsa può essere proiettata dall'esterno, dalla società (come nel caso di Andorra).

Ma il personaggio stesso può avere un'immagine sbagliata di sé.

L'immagine che l'uomo ha di sé non è una cosa che si ha una volta per tutte, ma richiede una ricerca costante e un'apertura nei confronti degli altri.

Uno degli esempi è il don Giovanni riflessivo, perché riconoscendo i rischi legati all'apertura del mondo, preferisce dedicarsi alla geometria, un piano razionale dove tutto è prevedibile.

Non accetta il rischio che l'apertura impone nei confronti degli altri.

Situazione simile a quella di Homo Faber: col suo sapere sottomette il mondo e la natura. Hanna è più superstiziosa, crede all'irrazionale.

Gli eventi che Faber narra lo spingono a rivedere la sua immagine e lo inducono verso un'apertura all'irrazionale, al mondo.

In "Andorra" gli abitanti non solo lanciano un pregiudizio sbagliato, ma hanno anche un'immagine sbagliata di sé stessi non si sentiranno colpevoli della deportazione di Andri.


La poetica di Frisch prevede proprio la liberazione dall'immagine.

Kürmann non accetta che l'immagine di sé sia definitiva, introduce delle varianti.


Anche Frisch riscrive un'immagine: quella di Guglielmo Tell, andando contro gli svizzeri.

Tentativo di far convergere l'esperienza vissuta dall'interno con l'immagine esterna.

Non è uno stato che perdura, ma va riconquistato sempre di nuovo.



"Homo Faber" 1957

Opera che ha avuto un grandissimo successo.

Abbiamo nel titolo il nome di un protagonista: in questo caso più che un nome è un soprannome, che Hanna dà a Walter Faber.

Homo Faber visione dell'uomo come un tecnico, come un fabbro nell'antichità, uomo che nella mitologia antica aveva dei poteri particolari.

Sottotitolo: Ein Bericht (un resoconto). Il resoconto è la scrittura più congeniale al tecnico Faber, che si basa sulla puntualità nella ricostruzione dei fatti, sulla verosimiglianza, sulla tendenza all'oggettività (date, indicazioni di luogo precise).

Ma non si tratta di un resoconto

per il modo in cui ci vengono narrati gli eventi, che non ci vengono presentati con un ordine cronologico, ma attraverso continue retrospettive e proiezioni. Non c'è un andamento regolare.

Per la forma soggettiva: un uomo racconta gli eventi che l'hanno toccato profondamente. E' una "confessione" di Faber. Si avvicina molto alla forma diaristica.

Per l'inaffidabilità del narratore, che per ben 38 volte nel romanzo dice: "Non so".



STRUTTURA E FORMA DEL ROMANZO

Gerarde Ganette: grande strutturalista, "Figure III"

Ha la capacità di osservare le strutture interne delle narrazioni, la loro forma e la loro struttura.


VOCE:

romanzo eterodiegetico: il narratore non è presente

romanzo omodiegetico: narratore presente nella storia che narra

romanzo autodiegetico: il narratore è presente ed è anche protagonista nelle storie che narra (Homo Faber).


Questo è un Tagebuchroman. Quello che interessa è l'esperienza dell'individuo Faber.


STILE

Forma di scrittura personale, che non mira a una pubblicità (stile diaristico, sintetico).

ELISSI: soppressione di una parola in una frase o di una lettera in una parola.

Stile che imita l'oralità.

Faber disprezza la cultura letteraria riscontro nel suo modo/stile, cioè tecnico-scientifico e non letterario.

Utilizza il congiuntivo il modo sbagliato, luoghi comuni e modi di dire. Dice sempre: "Wie üblich" e "Beziemungsweise".

Per "piangere" dice " heuten", che è la forma popolare di "weinen".

Molte parole pescate dai vocabolari di lingue straniere, anglicismi: tickett, passenger, love-affair, job esprime di essere un uomo di mondo.

Linguaggio tecnico: precisione nel descrivere le macchine, le loro marche e i loro modelli.

Cita anche opere sulla statistica e sulla matematica. Preciso persino quando ordina da bere. Linguaggio specifico.


Uso di metafore per parlare della tecnica e della quotidianità; diventano sempre più fantasiose (es: il paesaggio gli appare come una lametta da barba, il sole come un'ovatta.).

Usa i puntini di sospensione in passi molto importanti, dove a Faber vengono a mancare le parole.


Spesso Faber ci aiuta dicendoci quando fa e scrive gli appunti e il resoconto.

TEMPO NARRATO: dalla partenza da New York al 4 giugno (morte di Sabeth). Dall'8 giugno al 17 giugno. La prima parte racconta anche episodi molto lontani. Nella seconda parte troviamo episodi più vicini; penna del narratore è la penna del protagonista, alla fine c'è la fusione. All'inizio c'era dicotomia.

TEMPO DELLA NARRAZIONE: prima parte: dal 21 giugno all'8 luglio; seconda parte: dal 19 luglio al 25 luglio (in ospedale ad Atene).


FABULA: Story. Gli eventi sono in ordine cronologico.

INTRECCIO: Plot. Gli eventi sono come noi li incontriamo nel romanzo e nella lettura.


16 Flashbacks nel romanzo.

6 Flashfoward: proiezioni.


Al lettore non viene presentato un ordine lineare degli eventi.


Continuità cronologica e simbolica.

Elemento simbolico ricorrente è la morte suicidio, malattia.

Dimensione mitologica.

Atena dea dell'artigianato (corrispettivo di Faber costruttore).

Edipo: uccide il padre e sposa la madre, però poi si acceca.


Esperienza del tempo vissuto.

Riconosce l'importanza del caso lui e sua figlia si incontrano.

Elogio alla macchina.

Visione tecnica delle cose.


NARRATORE FABER    VS PROTAGONISTA FABER

Hanno una prospettiva diversa.


Sensi di colpa trova delle giustificazioni.

"Mi emozionava": per la prima volta Faber lascia spazio alle sue emozioni, riferendosi all'eclissi di luna; dopo poco però riaffiora il suo lato tecnico.

Metafore fantasiose e poetiche per descrivere il paesaggio.



TEMPO VISSUTO  VS TEMPO CODIFICATO

Mancanza di mondo nel tecnico (Hanna).

"Noi tecnici cerchiamo di vivere senza la morte".

In prossimità della morte finalmente Faber esperisce la vita.





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