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BERTOLD BRECHT - 1898 - 1956

letteratura tedesca



BERTOLD BRECHT  1898 - 1956

E' autore di più di 2000 poesie, al centro delle quali non c'è la soggettività dell'IO lirico: si concentra su oggetti quotidiani, questioni politiche e satira.


1928 Dreigroschenoper. Prima opera importante di Brecht. Il protagonista è Mackie Messer, un ladruncolo londinese. L'ambientazione è inglese. La storia l'ha presa da un altro autore.

Il protagonista è il conflitto con Paechum, un boss che organizza e sfrutta i mendicanti di Londra. Paec 858c24i hum è il padre di Polly, di cui Mackie si innamora. Paechum non è d'accordo su questo rapporto perchè Mackie non si sottomette al suo potere. Lo fa arrestare. Mackie viene condannato a morte, ma viene salvato da un messo del re, che ne farà un nobile.

E' il primo importante Lehrstück di Brecht: dramma didattico in cui si illustra una situazione esemplare dello sfruttamento e della presa di coscienza proletaria.

Brecht si rifà ad all'ideologia comunista.

Il comunismo nasce nell'Ottocento e ha una radice tedesca. Marx ed Engels pubblicano nel 1948 "Il manifesto del partito comunista". Dicono che la storia umana è stata una successione di lotte di classe.



Nell'Ottocento si contrappongono la borghesia e il proletariato. Pronosticano un governo del proletariato.

Attraverso i Lehrstücke, Brecht vuole descrivere la situazione sociale del proprio paese.

Quest'opera ha avuto molto successo soprattutto per le musiche.

Brecht ha riconosciuto che la critica sociale di questo pezzo era troppo lieve, non ha raggiunto il risultato che avrebbe voluto raggiungere.


1933: era tra i primi oppositori di Hitler. Cerca esilio in Danimarca e in Finlandia.


1938 Mutter courage und ihre Kinder, opera teatrale ambientata nella guerra dei trent'anni. La protagonista è Anna Fierling. E' una commerciante che fa affari durante la guerra. I suoi figli muoiono durante la guerra. Contraddizione tra la sua condizione di madre e la sua dimensione capitalistica. Occasione per Brecht di esprimere una critica contro il militarismo.


Leben des Galilei

Galilei: fisico e astrologo italiano del '500 che deve difendere le proprie teorie dall'Inquisizione.

Ci sono diverse versioni dell'opera: 1938 - 1947 - 1957.

Il tema centrale è il rapporto tra il potere dello stato e la scienza. L'opera cambia soprattutto dalla prima alla seconda versione.

Brecht riconosce il potere distruttivo della scienza (bomba atomica). Nella versione del '38 Galilei rinnega le proprie teorie ma le pubblica. Nelle versioni successive non le pubblica più. Gli scienziati devono essere responsabili delle proprie scoperte.

Opera costituita da dialoghi continui tra Galilei e i suoi studenti.

Galilei contesta la concezione aristotelica del mondo e del teatro. Tratta la ricerca libera e il dogma.


Kleines Organon für das Theater: piccolo strumentario per il teatro (1949). Brecht chiede qual è il compito del teatro nell'era moderna. Lo spiega in 77 paragrafi.

Secondo lui il teatro deve divertire e insegnare. Secondo Aristotele lo spettatore deve identificarsi con l'eroe e raggiungere un processo di purificazione. Brecht vuole evitare questa cosa. Vuole che il teatro mostri un mondo modoficabile. Vuole inventare un teatro all'altezza dei suoi clienti. L'immedesimazione nell'eroe rendeva lo spettatore rinchiuso nella prospettiva dell'eroe e il mondo del teatro statico presa di distanza da parte dello spettatore.

Brecht chiede la riflessione, non vuole uno spettatore passivo, non deve essere rapoto nel mondo dell'arte.

La paura del proprio destino è sostituita dalla coscienza.

La commiserazione è sostituita dalla solidarietà.

Verfremdungs-Effekt: tecnica di Brecht di estraniamento dello spettatore. Vuole togliere la famigliarità dagli oggetti conosciuti per suscitare meraviglia e curiosità.

Gli eventi in scena non devono essere considerati scontati; si deve riflettere sui condizionamenti storici.

Brecht non vuole l'illusione nel teatro. L'attore stesso non deve identificarsi nel proprio personaggio: deve avere un atteggiamento critico rispetto a ciò che succede in scena.

Tecniche di estraniamento sono anche le canzoni e le proiezioni dei video che avevano il compito di stimolare la capacità critica dello spettatore.


1949: si trasferisce a Berlino Est.

1954: vince il premio Stalin per la pace.

1956: muore.


La rivoluzione di Brecht non è tutta farina del suo sacco! E' dubbia anche la scrittura dei suoi drammi teatrali.


ERWIN PISCATOR (1893 - 1966) era un collega di Brecht, era un regista teatrale tedesco.

Nel 1929 Piscator scrive "Il teatro politico" propagandistico ed educativo. Doveva risvegliare la coscienza politica dello spettatore.

Aderì ad un movimento dadaista.

Fu direttore di un teatro a Berlino e nel '27 fondò il palco di Piscator, del quale fece parte anche Brecht. Con l'architetto Walter Gropius progetta un teatro totale, con mezzi tecnologici avanzati.

Col nazismo Piscator trovò rifugio nell'URSS, a Parigi e a New York, dove si dedicò all'insegnamento. Nel 1951 torna a Berlino Ovest e mette in scena due opere: una di Peter Weiss "L'istruttoria" e l'altra di Rolf Hochut "Il vicario". Sono due opere molto politiche, si parla prevalentemente del nazismo. Piscator esprime la sua posizione politica.

Riflette sul naturalismo è stato il primo a portare in scena il proletariato

Contesta che il naturalismo ha evidenziato gli elementi più negativi dell'uomo. Il teatro naturalista dà solo motivi di disperazione. Questa situazione dell'uomo può essere migliorata. Il teatro naturalista spinge il proletariato a guardarsi tramite gli occhi del borghese, che lo compatisce COMPASSIONE.

Critica alla tradizione.

L'esperienza della prima guerra mondiale fa perdere valore all'individualità. Il personaggio è rappresentante di una società. Cambia anche l'idea della rivoluzione proletaria: c'è bisogno di una rivoluzione lenta, anche culturale.

Cambia l'idea della cultura, che ora è uno strumento di trasformazione e di lotta: cultura che sorge dal popolo in contrasto con quella tradizionale.

Il teatro deve essere strumento di una cultura alternativa.

Anche Piscator vorrebbe che lo spettatore non si identificasse con la scena sul palco.

Fiducia ingenua nella rivoluzione, che dover scoppiare da un momento all'altro. Si mettono in scena le grandi rivoluzioni del passato senza riflettere sul presente.

Il teatro totale diventa un'illusione totale, diventa un luogo di rifugio e non un teatro politico frutto di un marxismo primitivo, non elaborato.

Piscator non risolve il problema del recupero dello spettatore.

Scivola nell'emozionalismo storico.

Brecht è più consapevole della dialettica tra soggetto e realtà.


Il teatro di Brecht crea un bisogno, una tensione in cui non c'è una catarsi, ma una finalizzazione alla prassi. Modifica i comportamenti mentali dello spettatore e questo per un diverso atteggiamento nei confronti del reale creare uomini adatti al cambiamento e desiderosi di cambiamento.




Poesie di Brecht


Fragen eines lesenden Arbeiters

(Svenborger Gedichte: raccolta del '32)


Wer baute das siebentorige Theben? 
In den Büchern stehen die Namen von Königen
Haben die Könige die Felsbrocken herbeigeschleppt
Und das mehrmals zerstörte Babylon,
Wer baute es so viele Male auf ? In welchen Häusern
Des goldstrahlenden Lima wohnten die Bauleute
Wohin gingen an dem Abend, wo die chinesische Mauer fertig war,
Die Maurer? Das große Rom
Ist voll von Triumphbögen. Über wen
Triumphierten die Cäsaren? Hatte das vielbesungene Byzanz
Nur Paläste für seine Bewohner? Selbst in dem sagenhaften Atlantis 
Brüllten doch in der Nacht, wo das Meer es verschlang
Die Ersaufenden nach ihren Sklaven
Der junge Alexander eroberte Indien. 
Er allein
Cäsar schlug die Gallier
Hatte er nicht wenigstens einen Koch bei sich? 
Philipp von Spanien weinte, als seine Flotte
Untergegangen war. Weinte sonst niemand? 
Friedrich der Zweite siegte im Siebenjährigen Krieg. Wer
Siegte außer ihm
Jede Seite ein Sieg. 
Wer kochte den Siegesschmaus
Alle zehn Jahre ein großer Mann. 
Wer bezahlte die Spesen?

So viele Berichte, 
So viele Fragen.


Poesia scritta nel '35 durante l'esilio danese e pubblicata nel '39. si può dividere in 4 sezioni.

La prima sezione parla della costruzione delle grandi città della storia (Tebe, Babilonia, Roma, muraglia cinese) e sono viste attraverso la lente di un lavoratore che sta leggendo un libro di storia, con l'ottica della propria classe sociale. Si chiede chi ha costruito materialmente queste città. Queste domande fanno apparire la storia come una storia di sottomissione e di anonimato.

Nella seconda sezione il tema cambia: si parla dei grandi conquistatori della storia. Alternanza di frasi affermative e interrogative.

La terza sezione rafforza la ripetitività degli eventi storici. Il popolo più povero non viene mai menzionato.

La quarta sezione (ultimi due versi) vede il lettore non soddisfatto delle informazioni che ha desunto dai libri incoscienza della storiografia classica.

I libri di storia sono un mezzo per guardare alle epoche passate, e questa lettura vuole contestare il modo di concepire la storia. Questo lavoratore cerca sé stesso nelle opere del passato e non si trova. Non c'è spazio per i vinti.

PRESENZA DEL DUBBIO.

Il pensiero di Brecht non è totalmente fossilizzato in unna ideologia, perché pone domande, non dà risposte.

Il proletario legge la storia in senso letterale umorismo.



Schlechte Zeit für Lyrik


Ich weiß doch: nur der Glückliche

Ist beliebt. Seine Stimme

Hört man gern. Sein Gesicht ist schön.


Der verkrüppelte Baum im Hof

Zeigt auf den schlechten Boden, aber

Die Vorübergehenden schimpfen ihn einen Krüppel

Doch mit Recht.


Die grünen Boote und die lustigen Segel des Sundes

Sehe ich nicht. Von allem


Sehe ich nur der Fischer rissiges Garnnetz.

Warum rede ich nur davon

Daß die vierzigjährige Häuslerin gekrümmt geht?

Die Brüste der Mädchen

Sind warm wie ehedem.


In meinem Lied ein Reim

Käme mir fast vor wie Übermut.


In mir streiten sich

Die Begeisterung über den blühenden Apfelbaum

Und das Entsetzen über die Reden des Anstreichers.

Aber nur das zweite

Drängt mich, zum Schreibtisch.



Brecht si interroga sul proprio fare poesia. Poesia in cui trapela la rassegnazione del poeta in esilio.

Riflette su quello che dovrebbe essere il bello della/nella poesia. Inizia con immagini di una bellezza tradizionale, poi parla di un albero brutto che mostra il terreno povero su cui nasce (contesto negativo).

Nella terza strofa il poeta vede solo la rete rotta dei pescatori. Rinuncia alle immagini e ai versi tradizionali della poesia.

Nell'ultima strofa il poeta si dimostra scisso internamente: esaltazione per un albero in fiore VS orrore per i disastri di Hitler. Solo questo orrore lo spinge verso la scrittura cambiano i motivi per la poesia di Brecht.

L'albero: metafora per l'uomo oppresso, brutto e malvagio. E' il terreno che rende l'albero brutto, che quindi non è colpevole per la propria bruttezza. Il giudizio estetico non coincide col giudizio morale.

Brecht non vuole usare la rima: è una poesia volutamente brutta, che si allontana dai canoni tradizionali della bellezza lirica. E' la società che impone alla poesia di essere così. Il poeta vuole seguire un criterio morale e non estetico.

Kunst verneinende Kunst l'arte nega l'arte.

Vuole una poesia impegnata: l'IO lirico esprime la propria resistenza all'estetismo.

La poesia parla di ciò di cui non vuole parlare. Il problema di questa poesia è un problema etico.

Il poeta si vede costretto a rinunciare all'estetica a causa di Hitler, che Brecht chiama Anstreicher, imbianchino. Lo costringe a rinunciare ai temi soliti della poesia (amore, natura, .).

Secondo Brecht non ci si può rifugiare nella cultura, bisogna agire.


STIMMUNGSLYRIK: poesia concentrata anche sul soggetto emotivo e non solo sul tema sociale.


An die Nachgeborenen


Wirklich, ich lebe in finsteren Zeiten!
Das arglose Wort ist töricht. Eine glatte Stirn
Deutet auf Unempfindlichkeit hin. Der Lachende
Hat die furchtbare Nachricht
Nur noch nicht empfangen.

Was sind das für Zeiten, wo
Ein Gespräch über Bäume fast ein Verbrechen ist
Weil es ein Schweigen über so viele Untaten einschließt!
Der dort ruhig über die Straße geht
Ist wohl nicht mehr erreichbar für seine Freunde
Die in Not sind?

Es ist wahr: Ich verdiene nur noch meinen Unterhalt
Aber glaubt mir: das ist nur ein Zufall. Nichts
Von dem, was ich tue, berechtigt mich dazu, mich sattzuessen.
Zufällig bin ich verschont. (Wenn mein Glück aussetzt
bin ich verloren.

Man sagt mir: Iss und trink du! Sei froh, dass du hast!
Aber wie kann ich essen und trinken, wenn
Ich dem Hungernden entreiße, was ich esse, und
Mein Glas Wasser einem Verdursteten fehlt?
Und doch esse und trinke ich.

Ich wäre gerne auch weise.
In den alten Büchern steht, was weise ist:
Sich aus dem Streit der Welt halten und die kurze Zeit
Ohne Furcht verbringen
Auch ohne Gewalt auskommen
Böses mit Gutem vergelten
Seine Wünsche nicht erfüllen, sondern vergessen
Gilt für weise.
Alles das kann ich nicht
Wirklich, ich lebe in finsteren Zeiten!

In die Städte kam ich zur Zeit der Unordnung
Als da Hunger herrschte.
Unter die Menschen kam ich zu der Zeit des Aufruhrs
Und ich empörte mich mit ihnen.
So verging meine Zeit
Die auf Erden mir gegeben war.

Mein Essen ich zwischen den Schlachten
Schlafen legte ich mich unter die Mörder
Der Liebe pflegte ich achtlos
Und die Natur sah ich ohne Geduld.
So verging meine Zeit
Die auf Erden mir gegeben war.

Die Straßen führten in den Sumpf zu meiner Zeit.
Die Sprache verriet mich dem Schlächter.
Ich vermochte nur wenig. Aber die Herrschenden
Saßen ohne mich sicherer, das hoffte ich.
So verging meine Zeit
Die auf Erden mir gegeben war.

Die Kräfte waren gering. Das Ziel
Lag in großer Ferne
Es war deutlich sichtbar, wenn auch für mich
Kaum zu erreichen.
So verging meine Zeit
Die auf Erden mir gegeben war.

Ihr, die ihr auftauchen werdet aus der Flut
In der wir untergegangen sind
Gedenkt
Wenn ihr von unseren Schwächen sprecht
Auch der finsteren Zeit
Der ihr entronnen seid.

Gingen wir doch, öfter als die Schuhe die Länder wechselnd
Durch die Kriege der Klassen, verzweifelt
Wenn da nur Unrecht war und keine Empörung.

Dabei wissen wir doch
Auch der Hass gegen die Niedrigkeit
Verzerrt die Züge.
Auch der Zorn über das Unrecht
Macht die Stimme heiser. Ach, wir
Die wir den Boden bereiten wollten für Freundlichkeit
Konnten selber nicht freundlich sein.

Ihr aber, wenn es soweit sein wird
Dass der Mensch dem Menschen ein Helfer ist
Gedenkt unsrer
Mit Nachsicht.


Davvero, vivo in tempi bui!
La parola innocente è stolta. Una fronte distesa
vuol dire insensibilità. Chi ride,
la notizia atroce
non l'ha saputa ancora.

Quali tempi sono questi, quando
discorrere d'alberi è quasi un delitto,
perchè su troppe stragi comporta silenzio!
E l'uomo che ora traversa tranquillo la via
mai più potranno raggiungerlo dunque gli amici
che sono nell'affanno?

È vero: ancora mi guadagno da vivere.
Ma, credetemi, è appena un caso. Nulla
di quel che fo m'autorizza a sfamarmi.
Per caso mi risparmiano. (Basta che il vento giri,
e sono perduto).

"Mangia e bevi!", mi dicono: "E sii contento di averne".
Ma come posso io mangiare e bere, quando
quel che mangio, a chi ha fame lo strappo, e
manca a chi ha sete il mio bicchiere d'acqua?
Eppure mangio e bevo.

Vorrei anche essere un saggio.
Nei libri antichi è scritta la saggezza:
lasciar le contese del mondo e il tempo breve
senza tema trascorrere.
Spogliarsi di violenza,
render bene per male,
non soddisfare i desideri, anzi
dimenticarli, dicono, è saggezza.
Tutto questo io non posso:
davvero, vivo in tempi bui!

Nelle città venni al tempo del disordine,
quando la fame regnava.
Tra gli uomini venni al tempo delle rivolte,
e mi ribellai insieme a loro.
Così il tempo passò
che sulla terra m'era stato dato.

Il mio pane, lo mangiai tra le battaglie.
Per dormire mi stesi in mezzo agli assassini.
Feci all'amore senza badarci
e la natura la guardai con impazienza.
Così il tempo passò
che sulla terra m'era stato dato.

Al mio tempo le strade si perdevano nella palude.
La parola mi tradiva al carnefice.
Poco era in mio potere. Ma i potenti
posavano più sicuri senza di me; o lo speravo.
Così il tempo passò
che sulla terra m'era stato dato.

Le forze erano misere. La meta
era molto remota.
La si poteva scorgere chiaramente, seppure anche per me
quasi inattingibile.
Così il tempo passò
che sulla terra m'era stato dato.

Voi che sarete emersi dai gorghi
dove fummo travolti
pensate
quando parlate delle nostre debolezze
anche ai tempi bui
cui voi siete scampati.

Andammo noi, più spesso cambiando paese che scarpe,
attraverso le guerre di classe, disperati
quando solo ingiustizia c'era, e nessuna rivolta.

Eppure lo sappiamo:
anche l'odio contro la bassezza
stravolge il viso.
Anche l'ira per l'ingiustizia
fa roca la voce. Oh, noi
che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza,
noi non si potè essere gentili.

Ma voi, quando sarà venuta l'ora
che all'uomo un aiuto sia l'uomo,
pensate a noi
con indulgenza.





Questa poesia nasce in Danimarca (1° tappa) dove Brecht era sfuggito ai nazisti dai quali era stato espulso nel 1939 (seconda guerra mondiale). Brecht si rifugia in Svezia (2° tappa) e nel 1941 passa per la Russia e arriva negli Stati Uniti. Ma è una contraddizione e ci si chiede perchè non si sia fermato in Russia.

Le poesie composte durante l'esilio danese sono rappresentano uno dei momenti più alti della lirica di Brecht, ma sono espressione di una testimonianza diretta dell'esperienza collettiva di una generazione.

Qui si fa portavoce di una condizione da condividere con altri intellettuali e non. Generazione che ha partecipato alle lotte politiche dopo la prima guerra mondiale e che si è schierata completamente contro il nazismo.

Dal 30 gennaio 1933 c'è una condizione molto difficile perchè Hitler prende il potere e quindi la generazione è costretta all'esilio prima ondata di esilii.


1935: seconda ondata di esilii dopo le leggi razziali di Norimberga.

Un'altra ondata dopo la notte dei cristalli nel 1938.


Varie ondate di esilio forzato costringono molti autori ad abbandonare la Germania e affrontare un'esistenza poco sicura. Prime mete: Parigi, Praga, Vienna, Mosca.


Brecht trova rifugio in Danimarca da dove osserva attentamente gli eventi in Germania e dove reagisce alla nuova situazione politica e culturale.


Inizia la battaglia per le parole (Kampf um die Wörter), tentativo di Brecht di svincolare le parole dall'uso strumentale che la politica ne aveva fatto.

E' un leitmotiv (tema ricorrente) della letteratura dell'esilio e di Brecht in particolare il tentativo di sottrarre il linguaggio all'uso che ne stavano facendo i nazisti.

Nel 3° Reich le parole servivano come potere per modellare un'ideologia. Parole ridotte a slogan.

Forma un linguaggio della ripetizione che impone un'incapacità di giudizio e ragionamento.

Guebbles, ministro della propaganda nazista per lui l'essenza è che le persone abbraccino un'idea così sicuramente e fortemente che alla fine soccombano a essa e non possano più scappare.

La chiarezza espressiva è tale da rendere superfluo qualsiasi commento. Proprio questa semplicità è frutto di una scelta artistica molto precisa. Il tema della poesia è la condizione umana durante l'esilio. Quotidianità e sensi di colpa.

Confessione dell'autore, libero da convenzioni, dimostrato dell'assenza di rima e di qualsiasi schema metrico.

Brecht definisce queste  poesie delle LIRICHE SENZA RIMA, caratterizzate dalla figura retorica e dall'enjembement, c'è una rottura dell'unita metrico-sintattica.

Interferenze tra frase e verso non lasciano spazio alla musicalità della poesia. Vuole essere più chiaro e comunicativo mettendo in evidenza il significato e non il significante.

L'IO lirico espone l'esperienza del suo tempo non come lo farebbe uno studioso, ma sulla base delle proprie esperienze.

Nella 2° sezione parla della vita da nomadi che è costretto a condurre, è un'epoca che lo costringe a fare ciò che non vorrebbe.

C'è una contraddizione: l'IO lirico lotta per un'esistenza migliore ma questa vita migliore sarà solo per quelli che verranno, non è concessa a lui da questa lotta trarranno vantaggio solo le generazioni future.


Nella 3° sezione domina il futuro, sguardo non alienato e senza paura verso il futuro, fa comprendere quanto sia confusa l'epoca in cui lui sta vivendo.

L'IO lirico si interroga nel proprio presente e non cerca di mistificare la propria realtà, ma di penetrarla come un evento storico.



Brecht evita l'uso di immagini e di temi apocalittici.

L'IO si confronta con una situazione mettendo in gioco sé stesso. Elemento della confessione.

L'IO lirico è testimone di una collettività.

Epoca del nazismo e dell'esilio. E' in gioco l'esperienza storica la sua comunicatività. Brecht cerca di trovare un linguaggio che trasmetta la realtà storica.

Il problema che si pone nell'esilio è la comunicatività stessa dell'esperienza in un'epoca che rende impossibile criticare i crimini commessi.

I nazisti distruggevano anche la memoria delle persone, e la poesia si oppone a questo.

Brecht prende atto del rischio che stava correndo la lingua tedesca in quel periodo, riflette sulla funzione sociale e formale della lirica.

A questi elementi formali Brecht impone il parallelismo e il contrasto, la ripetizione e l'allitterazione.

Attenzione alla ricezione della poesia, alle difficoltà del lettore. Pone la lirica in una dimensione sociale. Tutti i suoi sforzi artistici sono volti ad evidenziare i rapporti sociali, tutto succede in relazione agli altri.

Saggio: "Sulla poesia non rimata", pubblicato nello stesso anno degli Svenborger Gedichte, costituisce un commento a queste poesie. Brecht consiglia al poeta di comporre come se stesse recitando e avesse di fronte un lettore fisicamente presente.

Raccomanda uno stile laconico e sobrio.

Consiglia chiarezza che metta a fuoco i conflitti sociali e lo stile dovrebbe imporre al lettore un atteggiamento critico piuttosto che abbandonarsi e forti emozioni.

Ricorda il Verfremdungeffekt del teatro.

La lirica diventa didattica e sentenziosa, non cerca immedesimazione, ma una critica e una riflessione su ciò che accade.

Brecht dà importanza alla capacità di intonare una lingua fa appello all'oralità della poesia, opposta all'artificialità della lirica tradizionale. Vuole un recupero degli elementi dell'oralità. Predilezione per forme narrative, che rendono oggettiva e storica la narrazione degli eventi.

Vuole evitare che questa rappresentazione si riduca ad una espressione di emotività.


"An die Nachgeborenen"

GEDENKEN: commemorare; è una parola che viene ripetuta due volte nella poesia, e sempre nella seconda sezione. Si riferisce ai soppressi e agli sconfitti. C'è una realtà ufficiale e cronologica, fa pensare alle catastrofi del presente. Brecht si sente uno dei vinti.


LEITMOTIV: contemporaneità non omogenea, non è un'utopia. Il presente che Brecht descrive è una lotta, ed è questa che scandisce la contemporaneità. Lascia entrare la contemporaneità e il tempo nel proprio linguaggio. E' un tempo di lotta e combattimento. Il suo motto è: avvicinarsi il più possibile al nemico. Contemporaneità non determinata dal poeta, ma dallo scontro con il nazismo.



FREUNDLICHKEIT: gentilezza; questa parole è presente negli ultimi versi della terza sezione. Brecht dice che manca la gentilezza, che potrebbe essa essere un modo per evitare il trauma del presente. Per i posteri c'è speranza. Freundlichkeit è un'utopia positiva che Brecht proietta per coloro che verranno. Interruzione del tempo storico, la minaccia è un'accelerazione del tempo. La poesia vuole dire come ci si deve comportare nei tempi oscuri senza rinunciare al ricordo dei vinti. L'azione politica di Brecht è sempre per i perdenti, è una POLITICA DEL RICORDO.







CONTESTO STORICO


: fine della seconda guerra mondiale.

: trattato di Versailles, grave smacco economico e morale per la Germania, che perde le proprie colonie, l'Alsazia e la Lorena. Anche l'Austria e l'Ungheria vengono mutilate.

Si creano nuovi stati, come la Jugoslavia e la Cecoslovacchia.

Cattivi rapporti tra Francia e Germania.

: eletto Hindenburg, eroe della prima guerra mondiale.

: crollo della borsa, aumento dei disoccupati, periodo di grande crisi.





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