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ALTRI DOCUMENTI
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L'ultimo venticinquennio (1945-70)
Germania "anno zero" (1945-49)
La fine della II GM e la disfatta tedesca segnano l'inizio di una nuova era per la storia della Germania, che viene divisa in due stati sotto regimi e influenze politiche, economiche e militari opposte, dove il simbolo più significativo della separazione tedesca diviene il Muro di Berlino eretto nel 1961.
La nascita di 2 stati divisi si ripercuote anche in letteratura, dove si originano 2 diverse produzioni, determinate da sistemi di governo contrapposti.
Nella BRD le I opere del dopoguerra appartengono alla "Kahlschlag Literatur" o alla "Trümmerliteratur", ispirate alla crisi morale e materiale per il tragico recente passato.
Il movimento denominato "Gruppo '47" prende invece posizione contro la politica della guerra fredda e si propone di combattere ogni forma di dispotismo.
Il benessere economico, seguito al rapido sviluppo industriale, genera una crisi di valori di cui gli autori si fanno portavoce, interpretando anche il movimento di protesta giovanile degli anni '60.
La produzione letteraria della DDR è invece fortemente condizionata dal sistema di alleanze sovietico, che impone il modello del realismo socialista.
Il crollo del Muro di Berlino (1989), determina in letteratura una riflessione sugli avvenimenti che hanno caratterizzato l'ultimo decennio, e porta alla riunificazione politica tedesca.
viene firmata la capitolazione della Germania.
La Germania si ritrova in un immenso campo di rovine, devastato dai combattimenti, invaso da milioni di rifugiati fuggiti di fronte all'avanzata delle truppe sovietiche e cacciati dalle loro patrie Pomerania, Slesia, Sudeti.
I primi 3 anni del dopoguerra vengono denominati "Stunde Null"[1] e con ciò si intende una fine e un nuovo inizio.
La situazione sociale ed economica è catastrofica. Città bombardate, mancano i bisogni primari. Il problema principale è la scarsità dei viveri.
Per decidere il destino di ciò che è stato il III Reich, i rappresentanti delle potenze alleate vincitrici[2] (Truman, Stalin e Churchill) si incontrano a Postdam. La Francia non partecipa alla conferenza.
Decisioni prese:
parte orientale della Prussia viene assegnata all'amministrazione sovietica
parte occidentale della Prussia e la Slesia fino alla striscia del fiume Oder-Neisse e la Pomerania vengono assegnate all'amministrazione polacca
il restante territorio del III Reich viene suddiviso in 4 zone d'occupazione dette "d'influenza", governate da un organo comune
Berlino, capitale del regno, isolta dentro la zona russa, viene ripartita in 4 settori e amministrata da un posto di comando degli alleati.
Gli alleati hanno come obiettivo principale la demilitarizzazione e la denazificazione in tutte le zone d'occupazione. Viene vietato il partito nazionalsocialista, condanne e pene per tutti i colpevoli del nazismo (processi di Norimberga: 12 condanne a morte e 7 pene detentive), provvedimenti presi dagli americani per una "Rieducazione alla democrazia".
La colpa collettiva, così come viene denominata dagli americani, genera un clima di sospetto e denunce.
Irrisolto resta il problema di definire i confini della Polonia.
Viene deciso lo spostamento di tutti i tedeschi che vivono nei territori dell'est milioni di persone sono costrette a spostarsi ad ovest e iniziare una nuova vita.
Tutti i partiti sciolti nel 1933 dal nazionalsocialismo iniziano a riorganizzarsi con grande difficoltà.
Nella zona d'occupazione sovietica i dirigenti del gruppo comunistico sono Walter Ulbricht e Wilhelm Pieck. Sotto la pressione dell'unione sovietica nel 1946 i due partiti KPD e SPD si fondono in un unico partito, SED (partito socialista unitario tedesco). Nella Germania occidentale vi sono elezioni più libere (il partito CDU, unione cristiano democratica capeggiata da Adenauer avrà sopravvento).
Le 4 potenze vincitrici hanno idee diverse sul futuro della Germania (Stalin vuole un governo centrale tedesco ma gli americani non si fidano dei russi).
Nel 1947 il presidente degli USA, Truman, spiega il suo piano di aiuti economico per lo sviluppo di un mercato libero, basato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione e una libera imprenditoria.
La zona americana e inglese si uniscono in un'unica zona con lo scopo di regolare al meglio la critica situazione economica (in un II momento si unirà anche la zona francese).
Nello stesso anno il ministro degli esteri americano Marshall annuncia il suo programma di aiuti (Marshall Plan) per ricostruire la Germania e i paesi dell'ovest.
Per risolvere il problema dell'inflazione le potenze occidentali attuano una riforma monetaria (1948), alla quale poco tempo dopo risponde l'URSS con un cambiamento di moneta nella propria zona.
I rapporti tra URSS e potenze occidentali diventano sempre più tesi e la Germania diviene il campo di battaglia di quel conflitto politico-ideologico tra URSS e gli USA, cioè tra l'Est e l'Ovest![3]
La guerra fredda che ne nasce ha il suo primo episodio nel 1948 con il blocco militare di Berlino ovest (i sovietici, per costringere gli alleati a rinunciare al progetto di riunificazione delle loro zone di occupazione e a cedere Berlino, chiudono con un blocco militare ogni accesso alla città, che non può nemmeno essere rifornita di viveri).
USA e GB rispondono allestendo un "ponte aereo" e rendendo in tal modo nullo il blocco economico; per 11 mesi aerei americani atterrano con viveri, medicine e materie prime per assicurare alla città la sopravvivenza. L'URSS nel '49 si vede costretta a togliere il blocco[4].
Il 23 maggio del '49 entra in vigore la nuova costituzione "legge fondamentale per la repubblica federale tedesca" (BRD)[5], che deve esser valida fino alla riunificazione della Germania e il 7 ottobre del '49 entra in vigore la prima costituzione per la repubblica democratica (DDR).
Provvisoriamente si sono formati due stati tedeschi!
Berlino viene suddivisa in 2 settori: uno, aggregato alla BRD, sotto il controllo americano, inglese e francese; l'altro, unito alla DDR.
BRD e DDR (1949-63)
Nella DDR il sistema a economia pianificata potenzia l'industria di base, la cui produzione è destinata soprattutto all'esportazione. Questa resta debole e per nulla competitiva rispetto a quella occidentale[6]. I notevoli sacrifici imposti alla popolazione e le pesanti limitazioni nelle libertà personali generano presto il malcontento fra la popolazione: la protesta attuata dagli operai nel giugno del '53, causata dalla fame, viene soffocata duramente nel sangue dall'intervento militare (carroarmati) sovietico . Oggi il 17 giugno è un giorno commemorativo!
Nella DDR non conta molto la costituzione (autorità dello stato che proviene dal popolo); la politica viene decisa dalla SED. Il partito è guidato da Walter Ulbricht, che ha pieni poteri, e l'ideologia dominante è quella del marxismo-leninismo[8].
Lo standard di vita è molto più basso rispetto a quello della BRD; alcuni alimenti sono razionati, spesso rari e di scarsa qualità, però, non c'è disoccupazione; lo stato affitta abitazioni a prezzi modici; la rete dei servizi sociali funziona bene (assicurazione per i pensionati, disoccupati e ammalati).
Anche gli stipendi sono molto bassi rispetto all'occidente.
Tra la Germania est e ovest (dove c'è benessere) esiste un divario enorme!!!
I tedeschi della DDR comprendono che devono pagare delle colpe ma non capiscono perché non le debbano pagare anche i tedeschi della BRD, i quali, invece, stanno benissimo e possono mandare loro beni e vestiario.
La repressione di qualsiasi manifestazione di libertà individuale, il terrore esercitato con lo spionaggio reciproco hanno come conseguenza un'alienazione!
Nonostante le condizioni di vita negli anni 1957-58 migliorano, migliaia di cittadini della DDR emigrano e fuggono nella BRD, nonostante la massiccia sorveglianza del confine (fuggono attraverso B 454d36e erlino, visto che tra i due settori non c'è controllo).
Nel '59 fuggono 142.000 uomini, nel '60 199.000, e nel '61 altri 30.000!
Questa fuga in massa, che per la DDR significa un enorme perdita di forza lavoro, mobilita i governi della DDR e dell'URSS a prendere provvedimenti.
Nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 viene costruito il Muro a Berlino![9] (all'interno della linea di confine tra Berlino est e Berlino ovest vengono messi filo spinato e pietre); in pochi giorni viene allestito un muro che per circa 30 anni sarà simbolo di infelicità e oppressione. In seguito anche tutto il confine tra entrambi gli stati viene allestito in modo tale che nessuno possa più scappare ("confine della morte": chi prova a scappare dalla DDR va incontro alla morte ).
La Germania, con la costruzione del muro, diviene terra di frontiera tra il mondo occidentale e capitalista e quello comunista. Per tutto il periodo della guerra fredda, il Muro di Berlino sarà il simbolo dell'oppressione, contro il libero movimento delle persone e delle idee.
La Germania occidentale, che adotta il modello democratico (procede rapidamente lungo la strada della democrazia) e il sistema economico basato sulla libera iniziativa, grazie agli aiuti americani e alla vocazione industriale diviene in breve tempo una potenza economica mondiale.
Dal 1949 al 1963 è alla guida del paese il cancelliere Konrad Adenauer[11], leader della Democrazia Cristiana Tedesca. In questi anni, grazie allo sviluppo industriale, la Germania diventa una potenza economica mondiale; il tenore di vita della popolazione si innalza per merito di una valida politica sociale e il marco diviene una delle valute più stabili e forti quotate sui mercati mondiali. Il nuovo Status Symbol diventa l'automobile.
Molti fattori contribuiscono al cosiddetto "miracolo economico" degli anni '50[12]: l'aiuto economico assicurato dal piano Marshall, la grande disponibiltà di forza lavoro (profughi e rifugiati politici compresi ); il grande bisogno di recuperare e ricostruire e e anche "l'economia di mercato sociale".
Alla fine degli anni '50 Adenauer inizia a perdere di prestigio. Molti critici intravedono nel suo rigido anticomunismo e politica un ostacolo alla riunificazione della Germania[14].
Infatti le elezioni del 1961 le vince il partito della SPD con Willy Brandt e Adenauer nel 1963 si ritira.
Le 4 letterature tedesche
Dal '49 ci sono due Germanie ma ben 4 letterature tedesche!
L'Austria, dopo il '45, ha uno sviluppo politico e culturale particolarissimo: politicamente perché viene abbandonata dalle truppe di occupazione e culturalmente perché continua a vivere della contemplazione del crollo del proprio passato.
La Svizzera offre alla Germania occidentale una concreta possibilità di riavvicinarsi all'Europa occidentale.
Queste 4 leterature non si possono scindere ma nemmeno fondere.
Iniziamo a trattare la letteratura della Germania occidentale (la parte più grande delle regioni di lingua tedesca), poi quella austriaca e svizzera e infine quella della Germania orientale, che è stata e lo è tuttora anche troppo staccata dall'occidentale.
La Germania del "punto zero"[15] che in Italia si è abituati a designare col titolo di un film di Rossellini (Germania, anno zero, 1947) dura al massimo 5 anni e non esiste affatto come realtà letteraria, poichè, quando gli scrittori si rendono coscienti della Germania del punto zero o si trovano nella condizione morale e materiale di parlarne, essa è già superata dai fatti. Produce ben poco di veramente valido.
La svalutazione del marco occidentale nel '48 inizia la ripresa economica; di lì a poco la BRD è in pieno miracolo economico. Si inizia in alcuni scrittori più responsabili anche la polemica contro il miracolo economico, che è solo economico e non spirituale, del miracolo operato con l'aiuto americano secondo le decisioni dell'industrialismo e del militarismo americano; questa polemica è rivolta anche contro la politica di Bonn, la cui industria risorta lavora in accordo col risorgente militarismo.
Ben pochi sono gli scrittori che rappresentano soltanto gli anni dell'immediato dopoguerra ed i primi anni della ricostruzione.
E' bene prima trattare gli scrittori che appartengono all'anno zero e alla corrente antimiracolista e poi tutti gli scrittori più giovani che appartengono soltanto alla corrente antimiracolista (che sono gli scrittori che formano una generazione a sé: la generazione dei nati dopo il 1925!).
Più importante è un altro anno-limite, quel punto che Peter Weiss in un suo romanzo "Fluchtpunkt"(1962), definisce il "punto di fuga",in genere gli anni dell'esodo in massa dei perseguitati politici immediatamente prima del '39. Enorme è il numero degli intellettuali specialmente ebrei che devono lasciare la Germania; molti di essi esercitano una notevole influenza sulla letteratura tedesco dopo il '45.
Le persecuzioni hanno anche ripercussioni sui tedeschi rimasti in patria, i quali non possono ignorare l'hitlerismo.
Poi nel '45, quando ha inizio la grande ondata dei reduci di guerra, dei profughi e degli espulsi dalle zone orientali, la fuga inverte la direzione e vi è un secondo "punto della fuga"!
Nel '53, improvvisamente, al tempo di fuga si sostituisce il tempo dilazionato (con l'austriaca Ingeborg Bachmann "Die gestundete Zeit", 1953). Unica certezza nell'età della minaccia atomica e del riarmo tedesco è che siamo ancora vivi, che la superbomba non è scoppiata. Il tempo dilazionato è il tempo della più disperata passività, un tempo immobile, il tempo della noia, in cui non si sa che fare, perché si sa solo che non vale la pena fare nulla.
Nel 1962, anni della Germania "sbadigliante", a riempire il mondo della noia interviene la sperimentazione stilistica, promossa dai nuovi ricchi benestanti creati dal miracolo economico, i quali possono e vogliono permettersi il lusso di opere d'arte raffinate, uno svago culturale che stordisce la disperazione.
Il terrore dell'avvenire genera il vagheggiamento del passato, di tutti i passati; ed ecco gli sperimentatori che imitano e spesso deformano tutti gli stili del passato.
La carica di protesta scoppia negli anni '60 con una nuova generazione di arrabbiati, con i "disturbatori" di Bonn. E' questa la II generazine del dopoguerra, quella che si può definire dei nati dopo il 1925! Tutti gli arrabbiati hanno meno di 20 anni nel '45.
Gli arrabbiati sono anche degli sperimentatori tenaci e spesso molto coscienziosi (Grass, gli svizzeri Frisch e Dürrenmatt).
La volontà di aggiornamento culturale
Il crollo di quell'apparato politico ideologico che ha dominato per circa 12 anni tutti gli ambiti della vita e della cultura col suo terrore, porta al disorientamento e a un vuoto spirituale e culturale!Ciò non toglie il fatto che si continui a discutere sulle cause e conseguenze del nazionalsocialismo; i dibattiti sulla colpa individuale o collettiva, sulla rimozione di quel passato e sul ruolo che la letteratura ha avuto durante il nazismo e quello che deve avere nel nuovo stato sono sempre accesi!
Appena hanno sopra il capo un tetto che li protegge almeno dalla pioggia, i tedeschi iniziano ad aggiornarsi, vogliono recuperare quanto hanno perso durante il dodicennio nero.
L'anno limite della nuova Germania non è l'anno zero della sconfitta, ma l'anno delle fughe, l'inizio delle feroci e metodiche persecuzioni , che rivela ad ogni tedesco onesto e capace di pensare con la propria testa che il suo mondo è crollato per sempre. Pochi si trovano, durante la guerra, nelle condizioni materiali e morali necessarie per esprimerlo sia pure solo in forma di diario.
Quando poi crolla il nazismo in molti domina una sola convinzione: che non esiste più nulla, non l'ordine prehitleriano, più o meno democratico, ma neppure il nazismo, il disordine, il terrorismo del male.
Il crollo morale della cultura tedesca si verifica prima del crollo militare.
I tedeschi ritornano ai loro grandi autori proibiti dal nazismo, ai classici del periodo prenazista. Irrecuperabile risulta T.Mann; Brecht, osservato con diffidenza e rappresentato con le necessarie cautele e correzioni nella DDR (dove i giovani ammirano in lui la sua capacità di smascherare ogni forma di oppressione e ipocrisia politica, anche l'oppressione e l'ipocrisia politica della DDR), per qualche tempo viene proibito e continua a essere somministrato a piccole dosi nella BRD.
Dopo il '45 gli autori, nella BRD, vogliono dare un seguito a quell'ingente patrimonio culturale che la guerra sembra aver spazzato via.
Il dopoguerra nella Germania ovest (BRD)
Nella Germania occidentale si preferisce capovolgere le cose, scrivendo pochissimo sui campi dei nazisti, e molto sui campi angloamericani per i prigionieri tedeschi.
Nei primi anni del II dopoguerra, dopo la "letteratura dell'esilio" e la "letteratura dell'emigrazione interna"[16] ottiene consensi l'orientamento letterario indicato come Kahlschlag Literatur o Trümmerliteratur[17].
Emergono autori appartententi a quella giovane generazione (dopo considerata la generazione degli "abbandonati a se stessi"): Böll, Schnurre, Borchert etc. che hanno trascorso la loro giovinezza sotto il nazionalsocialismo e non conoscono nient'altro al di fuori di guerra e miseria[18].
Il motivo ispiratore è il disorientamento a cui fa seguito una crisi morale/psicologica e materiale per le tragiche esperienze della guerra (che ha bisogno di tempi lunghi per essere superata) e la scoperta delle atrocità perpetrate dal Nazismo nei campi di sterminio. La volontà di rinnovamento insita nella nuova letteratura trova espressione nell'opera degli autori più rappresentativi della Germania dell'Ovest.
Se durante gli anni del regime nazionalsocialista il panorama culturale tedesco è stato depauperato di quella sua ricchezza già precedentemente espressa, il risveglio della vita letteraria nella Germania uscita dall'orrore e dalla tragedia della II GM avviene su uno scenario desolato, disponibile ad accogliere nel proprio vuoto stimoli e modelli provenienti da letterature straniere (prima bloccati dal nazionalsocialismo). Forte è l'influenza di Hemingway, Sartre e Camus, dai quali, i giovani autori tedeschi, dopo un isolamento culturale durato più di un decennio, traggono ispirazione per sviluppare un tipo di narrativa sperimentale.
Dal punto di vista tematico gli autori si concentrano sulla vita sociale dell'individuo, per focalizzare la complessa realtà politica e sociale di quegli anni.
Gli scrittori del dopoguerra vengono tacciati di "Eskapismus"; la letteratura si presenta come una letteratura di consolazione, di una speranza che nasce, per assurdo, proprio dalla contemplazione delle rovine.
Più che dominare il loro passato con una analisi precisa delle cause e delle conseguenze della guerra, gli scrittori preferiscono gettarselo dietro le spalle. A volte si nota il senso di colpa ma l'eroe di questo tipo di letteratura è un traumatizzato psichico della guerra! E' il senza casa e non tanto quello dell'anno zero quanto quello dell'anno di fuga: il giovane intellettuale che, chiamato alle armi e spesso perseguitato o guardato con sospetto dai suoi superiori, deve combattere fuori della patria un nemico odiato, mentre le città della sua patria vengono distrutte dai bombardamenti!
Generi
Il radiodramma e la "short story"
Il radiodramma, che in Germania si inizia nel
La Germania del dopoguerra offre ben poco nel campo del cinema (almeno fino alla fine degli anni '60), ha, invece sperimentato e continua a sperimentare con risultati positivi il radiodramma (genere che negli altri paesi sta tramontando o è già quasi del tutto sparito, sopraffatto dal dramma televisivo).
La critica sostiene che nella DDR il radiodramma è un genere realistico, nella BRD vi è insito l'elemento irreale che opera solo con voci e suoni.
E' spiccata la predilezione della Germania del primo decennio del dopoguerra per tale forma letteraria.
Il primo grande successo del teatro tedesco del dopoguerra è "Draussen vor der Tür"(1947) di Wolfgang Borchert, realizzato come radiodramma. E' la storia, non visibile ma solo udibile, di un reduce di guerra, cosa che contribuisce a potenziare quel senso di desolazione spettrale che domina.
Il radiodramma fino al '52 rappresenta lo smarrimento, la disperazione e l'alienazione del reduce, del progioniero di guerra, del profugo ed in genere del traumatizzato dalle esperienze belliche!
Il più prolifico e versatile autore di radiodrammi è Günter Eich. La moglie, la viennese Ilse Aichinger, scrive anche una serie di radiodrammi.
Forte è nel radiodramma l'elemento realistico. Suoni concreti (squillo del telefono, lo squillare delle campane, improvvisi colpi alla porta e i colpi del bastone di un cieco che si avvicina e allontana, crolli di edifici ecc.) che sostituiscono ciò che il radioascoltatore non può vedere.
Certe misteriose parole si caricano di particolari e significati "profondi" e le voci si rafforzano e si alternano per dare l'impressione di diverse profondità di spazio; talora anche le singole voci sono disposte in spazi diversi.
Il palcoscenico ed il video ci presentano figure che si muovono e parlano, mentre la radio presenta soltanto voci senza corpo. Il teatro suppone la collettività degli spettatori che assistono uniti alla rappresentazione, mentre il radioascoltatore è idealmente solo o l'insieme dei radioascoltatori è una "massa di eremiti" seduti in poltrona davanti all'apparecchio in un angolo della stanza che può essere anche avvolta nel buio.
Il dramma teatrale è un ideale colloquio fra gli spettatori e gli attori ed avviene in piena luce; il radiodramma è un ideale colloquio fra un solo radioascoltatore e voci incorporate; l'ascoltatore non solo non vede i personaggi che parlano, ma non ha neppure bisogno di vedere, anzi non deve vedere nulla. I dialoghi trasmessi sono destinati a trasformarsi in un monologo, in un esame di coscienza del radioutente medesimo, che ascoltando le voci e dialogando idealmente con esse, dialoga con sé. Oggi il radiodramma sta tramontando anche nella Germania occidentale perché sopraffatto dal dramma televisivo.
La letteratura del dopoguerra eccelle soprattutto nella novella di tipo americano, nella "short story", mentre non produce nessun romanzo originale.
Molti narratori, Böll, Schnurre, Walser, che compongono romanzi debolmente costruiti, eccellono nel breve racconto abbozzato. La "short story" o "Kurzgeschichte" è spesso svolta nella forma del dialogo e del monologo interno. E' il nuovo genere letterario dell'immediato dopoguerra a appaga la necessità del "Kahlschlag" di avere brevità, concisione e realismo. Ha la forma aperta; al centro c'è un uomo medio alle prese con i problemi della sua esistenza. Gli autori Böll,
Borchert, Bender e Schnurre appartengono alla giovane generazione; nei loro testi descrivono le tragiche esperienze dei soldati, dei sopravvissuti, di coloro che tornano in patria e la vita difficile nelle città distrutte.
La "Kurzgeschichte", derivante dalla short story anglo-americana, si afferma in Germania solo dopo la II GM e si contraddistingue per una caratteristica importante: la brevità e la tematica legata alla guerra e al dopoguerra. E' il breve racconto di un ritaglio di vita che ha un inizio e una fine aperti. Nella parte centrale troviamo oggetti o avvenimenti che si rivelano fondamentali e decisivi per ciò che accade nel racconto. I protagonisti sono anonimi.
Lirica
La gravità del momento storico impone ai poeti del II dopoguerra una presa di coscienza dei terribili avvenimenti che hanno sconvolto l'Europa, al fine di dare vita a una produzione lirica consapevole e impegnata.
Accanto al filone "escapista", che pare voler dimenticare morte e devastazione cercando nella natura un sicuro rifugio, si fa strada una poesia dotata di una maggiore espressività, dove il carattere ermetico indica la presa di coscienza dell'incompatibile coesistenza di realtà e sentimentalismo.
Nella "Trümmerliteratur" si afferma la lirica della natura, contraddistinta dall'interiorità e da un ritiro in un mondo magico e naturale. Il poeta si chiude in sé stesso e crea delle poesie ermetiche, difficilmente interpretabili, perché scritte in un linguaggio metaforico improntato anche a uno scarno realismo per descrivere la misera realtà che è rimasta ancora in vita dopo il conflitto (es. G.Eich,che nelle sue poesie usa un linguaggio essenziale, ridotto; la Kaschnitz e la Bachmann).
Nelly Sachs e Paul Celan testimoniano attraverso le loro liriche le sofferenze patite dagli ebrei; per loro è molto importante testimoniare tale cosa.
Romanzo del dopoguerra
I romanzi apparsi nell'immediato dopoguerra sono quelli che gli autori hanno scritto tempo prima in esilio o quelli degli autori dell'emigrazione interna (T.Mann, Hesse, Kasack, E. Langgässers). Nei primi decenni del dopoguerra la prosa narrativa non conosce personalità letterarie di spicco, benchè la vita culturale stia ritornando a produrre fermenti e a rielaborare la memoria del proprio patrimonio.
Innanzitutto si vuol fare i conti con la realtà delle cose, con la vita materiale e sociale e con quella dell'individuo, con la volontà di ripresa in una situazione oggettivamente difficile di divisione nazionale e di nette contrapposizioni ideologiche (Koeppen, Nossack, Andersch, Arno Schmidt, Böll).
Nella produzione in prosa resta viva l'esperienza bellica, rievocata anche col desiderio di riprendersi dalla devastazione materiale e psichica. In Germania dopo il gruppo 47 si formano altri gruppi e movimenti letterari che elaborano manifesti poetologici ed estetici, però, è prevalentemente in Austria che la letteratura si sa rinnovare esplorando le possibilità del linguaggio e nuove forme di prosa e poesia, tentando la sperimentazione.
Teatro
(Riguardo al teatro vedere fogli con Frisch e Dürrenmatt)
Il più sconcertante diario di guerra è il "Tagebuch aus dem Kriege" di Felix
Hartlaub, pubblicato nel '50. L'autore è stato incaricato di redigere il diario di guerra del quartiere generale di Hitler nell'Ucraina; lui vede e sa per vari anni cose che pochi altri possono vedere e sapere.
Wolfgang Borchert: voce pacifista! Documenta l'angoscia di un'epoca e di una generazione!
Muore giovanissimo a 26 anni. Viene mandato al fronte ma si ammala; imprigionato diverse volte per resistenza al regime e per esprimere la sua protesta contro l'assurdità della guerra. Terminato il conflitto svolge attività di aiuto-regista e cantante presso diversi cabarets di Amburgo.
Scrive brevi racconti e poesie.
Fra le "Kurzgeschichten", brevi novelle caratterizzate da frasi rapide e semplici, che analizzano la tematica del reduce di guerra, degna di nota è "Das Brot".
La sua opera, palesemente antimilitarista, è permeata da una valida morale pacifista che genera nel lettore riflessione e reattiva partecipazione.
E' il primo e il più importante rappresentante della "Trümmerliteratur"(letteratura delle macerie).
La sua opera tratta della miseria, gente che muore di fame, reduci di guerra, senzatetto, vittime di guerra, dell'egoismo umano e dell'ingiustizia che regnano in un mondo dove anche il buon Dio sembra essere rimasto immobile e muto davanti a tanto orrore.
Nonostante ciò l'autore non perde mai la convinzione che nell'uomo c'è qualcosa di buono e che quindi si debba lottare per ottenere una società più umana.
La sua opera principale è il dramma "Draussen vor der Tür"(1947); il testo, che ottiene notevole successo in Germania, è la prima opera della letteratura tedesca pubblicata dopo la guerra che riscuote consensi anche all'estero (un successo grandissimo).
L'opera trasmessa come radiodramma nel 1947, contiene parecchi tratti espressionisti: l'autore rielabora il motivo del reduce di guerra, già affrontato dagli autori del primo dopoguerra, pur eccedendo nelle rappresentazioni grottesche.
Il testo è la tragica testimonianza dell'angoscia della "generazione ingannata": i giovani, al ritorno dalla guerra, trovano solo rovine, avvertono il senso di estraneità nei confronti della società civile e l'incertezza del futuro.
"Draussen vor der Tür" è un grido di protesta disperato dell'uomo che, dopo le conseguenze catastrofali della guerra, fa ritorno a casa e non trova pietà e aiuto da parte di nessuno!
Beckmann, reduce, fa ritorno in Germania da un campo di prigionia. Poiché accanto alla moglie trova un altro uomo, cerca di uccidersi, gettandosi nel fiume, ma il tentativo fallisce. Lo accoglie una donna, il cui marito torna dalla guerra con una gamba amputata. Egli deve così allontanarsi, ma non trova nessuno disposto ad aiutarlo. I suoi stessi genitori non ci sono più perché si sono uccisi. Neppure Dio né la morte gli possono venire incontro. Nel sogno vede Dio che non sa dare una risposta sicura alle sue domande, e la morte, alla quale chiede di lasciargli la porta aperta. Alla fine Beckmann deve rassegnarsi a sopravvivere nonostante nessuno lo ascolti e nessuno risponde alle sue tante domande.
Marie Luise Kaschnitz (1901-74): nata a Karlsruhe. Vissuta a Roma, sposata con un archeologo tedesco col quale intraprende molti viaggi, anche in Grecia dove si appassiona alla cultura classica che influenzerà tutta la sua opera.
Nelle raccolte di poesie pubblicate a partire dagli anni '50 cambia stile (non più lo stile tradizionale delle prime liriche: rime, struttura del sonetto etc. dove i temi sono il mondo distrutto dalla guerra e il presente); la lingua è semplice, concisa, i versi sono liberi. Tra i temi c'è quello della classicità con il suo ordine ed equilibrio che diventa simbolo per il superamento del caos e dell'insicurezza del suo tempo!
Nella I raccolta di poesie il tema è quello del dolore esistenziale causato dalla morte del marito, nelle raccolte successive questo dolore diventa universale. Temi: alienazione, estraniamento e disorientamento!
Scrive anche "Kurzgeschichten" temi della quotidianità con i suoi problemi.
Vera e autentica critica del suo tempo; pensa che il suo compito sia quello di lasciare il messaggio che capta dai suoi contemporanei!
Hans Erich NOSSAK (1901) uno dei più fortunati narratori del dopoguerra, caratterizzato da una intensa drammaticità. Parla degli argomenti più dolorosi. Nel '43 ad Amburgo perde tutti i suoi beni a causa dei bombardamenti.
Arno Schmidt (1914): "Leviathan" del '49 tema della fuga e solitudine; libro della ribellione della gioventù del mondo contro l'atrocità nazista.
La polemica sull'emigrazione interna. Il Gruppo 47 ed il "taglio del bosco" (Kahlschlag)
In Germania, durante il nazismo, non vi è un ermetismo come da noi sotto il fascismo. Certo la censura tedesca è di una ferrea severità; gli scrittori più in vista non disposti a vendersi al regime, continuano a coltivare la lirica della natura o si danno alla produzione di romanzi storici o utopistici.
Nel '45, quando la Germania intera viene posta davanti al problema della propria responsabilità, gli scrittori che hanno taciuto o non hanno detto nulla di nuovo durante il dodicennio, si pongono il problema della giustificazione del proprio silenzio. E' comodo per uno scrittore già ben affermatosi vivere in Germania tacendo o è più comodo emigrare e lanciare dall'estero frecciate a Hitler?
Molti all'estero pubblicano libelli antinazisti che non possono raggiungere i tedeschi oppressi, altri, invece, in patria si sono chiusi in un risoluto silenzio.
T.Mann l'8.05.'45, in una conversazione radiofonica tenuta in California, addossa all'intero popolo tedesco la responsabilità della guerra e dei crimini nazisti. Sostiene che tutti i libri usciti in Germania dal 1933 al '45 devono essere mandati al "macero" e che non fa ritorno nella sua terra perché non sa dove cercarla dal punto di vista geografico e anche perché per lui il nazismo non è ancora morto.
Viene creato un gruppo: Gruppo '47! Due scrittori giovani e decisi a partecipare alle discussioni sull'avvenire della Germania, Hans Werner Richter e Alfred Andersch sono i fondatori della rivista "Der Ruf" (il grido di richiamo) uscita a Monaco. La rivista si definisce organo della giovane generazione di reduci e dichiara di credere in un'Europa socialista unita sotto la guida delle "équipes" intellettuali sorte dopo la guerra in tutti i paesi!
I redattori della rivista mostrano molto coraggio dichiarandosi contrari alla divisione della Germania, che renderebbe impossibile la formazione di una nuova Europa, alla tesi della colpa collettiva, che li umilia ed ai falsi principi di rieducazione democratica del popolo tedesco.
La rivista,nel 1947, viene proibita dal governo militare americano (l'ultimo numero non viene pubblicato e in esso Richter constata amaramente il trionfo dell'opportunismo[21] in Occidente si è democratici per opportunismo e in Oriente socialisti per lo stesso motivo).
I giovani scrittori si vedono costretti, quindi, a ritirarsi in una nuova "emigrazione interna", passano dalla politica alla letteratura, sentita sempre come letteratura politica. Nessuno di essi ha intenzione di fondare un gruppo, che alla fine, sorge da sé con il nome Gruppo 47.
Richter ne diviene il capo senza che venga fatta una votazione; egli da tutti viene considerato tale; a lui si affianca Schnurre[22].
Richter vuole ammettere nel gruppo tutti gli scrittori giovani che hanno qualcosa di nuovo da dire ed è affascinato dall'idea della completa mancanza di qualsiasi programma[23]. Gli scrittori del gruppo credono che i poeti possono cambiare il mondo e ammettono nel loro gruppo, senza distinzione di idee, tutti gli scrittori degni di nota.
Dall'essere capaci di cambiare il mondo all'impegnarsi di cambiarlo corre un gran passo.
Il programma del gruppo si riduce a delle riunioni[24]: si leggono e si giudicano in pubblico le opere di scrittori noti, specialmente brevi racconti e poesie liriche.
Le riunioni si tengono una volta l'anno e alla fine un autore viene premiato per la sua opera.
La "Gruppe
E' questo il programma di Weyrauch[25] che sostiene la necessità di liberare la letteratura tedesca dall'erbaccia, non ancora estirpata del linguaggio della propaganda nazista. Il linguaggio letterario del passato ormai non riesce chiaro alla generazione nuova, anzi non riesce neppure comprensibile. Benvenuti i modelli stranieri; la nuova letteratura tedesca può prendere molto, poiché offre già qualcosa: offre il "Kahlschlag", il taglio del bosco, la distruzione della sterpaglia venuta su tanto rigogliosa negli anni dell'anticultura nazista.
Per Weyrauch bisogna fare piazza pulita di tutto il passato. Non bisogna solo creare una lingua nuova e moderna ma bisogna imparare la propria lingua, che la nuova generazione, non ha potuto imparare durante il dodicennio e che quindi dopo il '45 non esiste più come linguaggio letterario operante nelle coscienze.
Come poesie tipica del "Kahlschlag" spesso si cita "Inventur" di G.Eich: poesia oggettiva, secca, in cui lo scrittore, prigioniero di guerra, enumera i pochi e miseri oggetti che gli sono rimasti e che sono indispensabili per vivere.
Quindi c'è una volontà di ricominciare la letteratura dal punto zero!
Gli scrittori del Gruppo 47 non sono diavoli scatenati[26], sono solo scrittori che, per conservare la loro posizione, aiutano a lanciare i più giovani. Ma quando arrivano quei giovani (Grass, Johnson, Walser, Enzensberger ecc.) la guerra divampa entro il gruppo medesimo; i giovani fanno il bilancio del quindicennio e risulta negativo, perché secondo i giovani la linea del gruppo non è abbastanza antigovernativa.
La ripresa religiosa
Forte è in tutta la Germania occidentale, come avviene sempre dopo grandi calamità naturali, la ripresa religiosa. Secondo un proverbio tedesco, la miseria insegna a pregare; insegna o persuade a pregare anche per il benessere.
Una delle più notevoli conseguenze della divisione della Germania è che nella Germania occidentale, nonostante l'afflusso di almeno 8 mio. di profughi orientali prevalentemente protestanti, il cattolicesimo conserva e rafforza la propria supremazia con il cattolicissimo cancelliere del miracolo economico e con la roccaforte cattolica di Colonia vicina alla capitale Bonn. I cattolici hanno preso il sopravvento nella politica.
Il cristianesimo è predicato ed imposto soprattutto come unico vero baluardo contro il temuto comunismo e contro il dilagarsi della corruzione morale del dopoguerra. In questo clima troviamo la Langgässer, semiebrea, convertitasi al cattolicesimo che, insieme a Böll, altro cattolico presentatosi alla ribalta letteraria nel '49, viene osservata con diffidenza.
Elisabeth Langgässer (1899-1950) studiosa di teologia protestante poi convertitasi al cristianesimo, inizia la sua attività letteraria proibita poi dal nazismo nel 1936 con la motivazione della sua origine semiebraica. Una delle sue figlie viene deportata ad Auschwitz; essa deve lavorare durante la guerra in una fabbrica, dove compone il suo romanzo "Das unauslöschliche Siegel"[27](1946).
Ha un successo grandissimo nell'immediato dopoguerra, considerata una delle più importanti poetesse tedesche; le sue liriche sono ammirate tanto.
Le sue opere sono di difficile accesso perché caratterizzate da una lingua simbolica; essa si rapporta sempre alla tradizione cristiana.
Note sono anche le sue "Kurzgeschichten" i cui temi sono la persecuzione ebraica, i pregiudizi, la fratellanza religiosa, la solidarietà e la dignità umana.
Heinrich Böll anticonformismo e impegno civile!
Tutta l'opera narrativa di Böll è incentrata sul tema della denuncia e della lotta contro un sistema solo in apparenza liberale e democratico (contro un sistema tedesco-occidentale che sotto la facciata liberale nasconde, secondo lui, una vocazione autoritaria); l'orrore del nazismo, della guerra e del periodo post-bellico sopravvive sotto mentite spoglie nella società dei consumi, attraverso l'ipocrisia delle istituzioni e la spersonalizzazione dell'individuo. La sua è una polemica, anche aspra e sarcastica, sull'assetto politico della Germania postnazista.
Nasce a Colonia da una famiglia cattolica. E' un pacifista, antimilitarista, radicalmente democratico.Chiamato alle armi e inviato al fronte durante la II GM, è costretto a interrompere gli studi. Dopo il ritorno da un campo di progionia verso il '45 continua a interessarsi di letteratura. Alla vera e propria professione di scrittore si dedica a partire dal 1951.
E' uno dei fondatori del gruppo 47.
Riceve molti riconoscimenti tra cui il premio Nobel[28] nel 1972.
Negli ultimi anni prende parte attivamente al movimento contro il riarmo e interviene nel dibattito politico.
Opere degli anni 1947-55: sembra quasi che abbia il compito di cronista delle varie fasi del dopoguerra tedesco.
Nel '45 scrive delle novelle; narra le vicende del '49 in un romanzo, quelle del '58 in un altro romanzo; quelle degli anni '56-'62 in un altro ancora.
Segue le vicende sociali e morali della Germania anno per anno, sempre con la penna in mano.
Le prime opere narrative trattano il tema della guerra e del difficile ritorno alla normalità dopo l'evento bellico; il disorientamento dell'individuo nel caotico periodo della ricostruzione. In un romanzo la guerra viene descritta come una macchina sterminatrice che semina morte e distruzione.
In realtà, più che cronista della sua età, ne vuole essere la coscienza. Moralista sempre perplesso nel giudicare, ma risoluto nella ricerca di una personale interpretazione. Egli accompagna il suo lettore per le varie tappe dell'ultimo ventennio, ammonendolo, confrontandolo e talora consigliandolo.
Egli è un traumatizzato dalla guerra, forse il più traumatizzato di tutti gli scrittori che giovani vi partrecipano. La ferita della sua anima (per non parlare delle 4 ferite riportate) è destinata a non rimarginarsi mai!
I suoi eroi che, possono sembrare e spesso sono degli abulici[29], sono in realtà sempre degli asociali (i "non inseriti"), per un eccesso di moralismo che li obbliga a rifiutare la società, nella quale non possono non ravvisare il male.
Sono uomini semplici che devono lottare per sopravvivere nella società del dopoguerra che li umilia e mortifica (sullo sfondo si vedono solo treni sovraffollati, lazaretti, fredde sale d'aspetto, caserme sporche, rovine di una città bombardata ecc.); questa gente non vuole uniformarsi ai nuovi tempi, il ricordo di ognuno di loro va al passato; essi hanno una ferita nell'anima.
Questa società è quella in sfacelo del '45, ma è anche la società del benessere troppo rapidamente e non sempre onestamente realizzato.
L'uomo del dopoguerra, infelice perché senza casa, e l'uomo del miracolo economico, che ha la sua bella casa, eppure non è meno infelice, perché attende invano un miracolo vero!
Böll è narratore realista, che vede le sue situazioni: soffre di vederle come le deve vedere, brutte spesso ed anche ripugnanti, ma appunto perciò mette un impegno morale nel rappresentarle come le vede!
Il vero ambito della sua narrativa non è costituito dagli orrori della guerra ma dalla miseria quotidiana che consuma le forze morali dei suoi eroi incapaci d'inserirsi nella società ed incapaci di inserire il loro profondo amore nella realtà dell'esistenza.
Opere posteriori al 1955: tenta nel suo romanzo "Billard um halb zehn"[31] (1959) la rappresentazione della Germania del miracolo economico dalla prospettiva dei giovani, ma anche dei vecchi, e di tracciare nello stesso tempo una storia del periodo che va dal 1906 al 1958. Qui l'autore analizza la complessità della società tedesca, contrapponendo l'ideologia borghese a quella nazista.
Böll è un intransigente e amaro moralista; sempre romanziere e poeta dell'alienazione: non solo dell'impossibile armonia fra l'uomo e la donna, ma anche della scissura dell'anima rimasta incorrotta in mezzo ad una società tutta corruzione.
Accanto ai tradizionali motivi caratterizzanti la letteratura post-bellica, l'autore ritrae in chiave satirica la moderna società del benessere, nata in seguito allo sviluppo industriale e ne denuncia l'ipocrisia[32].
Uno dei motivi più tipici: l'invadenza e la sopraffazione che i meccanismi collettivi e spersonalizzanti propri della società industriale totalitaristica esercitano ai danni dell'individuo, sempre più minacciato nella sfera della sua libertà e del quale Böll vuole invece salvaguardare la dignità, il dolore, le debolezze.
I suoi personaggi, che appartengono al ceto medio-basso e si portano dentro la dolorosa esperienza della guerra, si trovano a dover lottare per mantenere vivi i valori fondamentali che la nuova società dei consumi sta mettendo seriamente in crisi.
La vena satirica di Böll si trova nel romanzo "Ansichten eines Clowns"[33]dove il protagonista si scaglia apertamente contro le istituzioni e i nuovi mezzi di comunicazione di massa che alienano l'individuo. C'è una denuncia alla società moderna (quella egoistica, superficiale e opportunistica del miracolo economico), dominata dall'ambizione e dall'ipocrisia; dichiara apertamente la sua avversione alle istituzioni, le forme d'ordine e di potere, che ritiene reprimano la natura dell'individuo, privandolo delle libertà. E' questo il motivo che spinge il protagonista a diventare un clown, una persona eccentrica e anticonformista che affronta la vita con pungente sarcasmo. L'autore non condanna la scelta di vita del protagonista anzi la ritiene inevitabile dato che un credo religioso o un'ideologia politica hanno invaso la sua autonomia e il suo spazio di libertà.
"Gruppenbild mit Dame" (Foto di gruppo con signora, 1971) conflitto esistente tra il singolo e la società ipocrita e convenzionale. L'autore dà vita a un accurato affresco della Germania, dall'età guglielmina al secondo dopoguerra (1922-70).
Diciamo che le ultime opere dell'autore, animate da una profonda avversione per l'apparato statale e la politica nazionale, rivelano in realtà la sua adesione all'estremismo di sinistra!
La lingua impiegata dall'autore è essenziale, i costrutti semplici, la narrazione fluida[34].
Da testimone attento dei cambiamenti politici, sociali e culturali delle Germania e dell'Europa l'autore cerca di esprimere la sua opinione ogni qualvolta gli si presenti l'occasione.
Si è impegnato tutta la vita per la pace, per la protezione dei diritti umani, per il disarmo e per la protezione ambientale.
Wolfgang Koeppen
Drammaturgo e assistente regista
Narratore cupo e violento. I suoi 3 romanzi più noti sono una cronaca di 3 fasi successive della Germania occidentale.
"Tauben im Gras"[35] (1951) rappresenta l'anno zero di Monaco.
"Das Treibhaus"[36] (1953) che suscita uno scandalo politico perché sferra un attacco alla politica di Adenauer, eretto a personificazione del male, ed alla stessa capitale Bonn. Critica la borghesia che si allea con il potere. In questo romanzo critica soprattutto il riarmo della BRD.
"Der Tod in Rom" (1954) prevede la rinascita del nazismo. Qui l'autore rappresenta tutto il male del passato (militarismo e razzismo). Critica il clima che si è instaurato nella BRD negli anni '50.
A causa del suo atteggiamento di vita pessimistico viene etichettato come "intellettuale senza radici".
Hans Bender
Sa di appartenere alla generazione che ha conosciuto solo la guerra, le caserme, il fronte, la prigionìa. Narra le vicende della guerra senza trattare i problemi del dopoguerra. Egli rifiuta la possibilità di un'emigrazione interna e di un'ideale punto della fuga.
Le altre novelle trattano del cibo, di cui si ha bisogno per vivere e che è, in primo luogo, la carne, la quale poi trasforma gli uomini in lupi.
La sua produzione letteraria è caratterizzata da tematiche dell'amore umano e della fratellanza. Vuol diffondere una visione del mondo pacifica che rifiuta qualsiasi forma di violenza. Oltre al tema della guerra e dell'esperienza della prigionìa, nelle sue opere tratta anche la necessità di riscoprire i valori basilari degli uomini: amore e tenerezza, fratellanza e solidarietà. Ha scritto anche lui molte "Kurzgeschichten", usando un racconto oggettivo (cioè dalla prospettiva delle figure; avvenimenti e figure vengono descritte dall'esterno, in modo distaccato), lingua colloquiale, monologo interno.
Negli ultimi anni si è occupato di incoraggiare i giovani scrittori e della letteratura tedesca all'estero.
Günter Eich
Pubblica liriche e radiodrammi dal 1929-30. Considerato il poeta del "Kahlschlag".
I radiodrammi sono raccolti nei volumi "Träume" (1953) e "Stimmen" (1958).
E' anche autore di varie raccolte poetiche. Anch'egli partecipa al gruppo 47.
Quando inizia a scrivere uno scrittore ha la possibilità o di emigrare, o di partecipare o di essere perseguitato oppure di scansare le persecuzioni. Nonostante egli non è un membro del partito nazionalsocialista, dal 1933 al '39 lavora per la radio. Appartiene a quel gruppo di scrittori che scelgono l'emigrazione interna e continua a scrivere le sue opere proprio perché non tocca il tema politico.
Scrive liriche che hanno come tema la natura. Nei radiodrammi tratta temi che non vanno ad intaccare il nazionalsocialismo. Dal '55 la sua lirica si affianca di più ai problemi politici del tempo. L' "io" lirico deve uscire dal suo isolamento e deve trovare una nuova solidarietà nella società umana, superando il passato.
La sua teoria del linguaggio: la lingua è il mezzo del potere, il linguaggio della poesia deve essere inteso come controlinguaggio dei politici, del potere. Il linguaggio incorpora uno strumento di opposizione, rappresenta una posizione politica.
Nelle sue ultime opere scrive l'inutilità, la vanità e il fallimento dell'agire umano. L'unica strada che può ancora tentare l'uomo è la solidarietà.
Heinz Piontek (nato nel 1925), poeta ermetico e sperimentale simile a Krolow.
Nelly Sachs (1891-1970) poetessa del grande dolore ebraico causato dagli stermini della II GM. Nata a Berlino. Fuggita nel '40 dalla Germania (dalla deportazione), vive a Stoccolma e nel '66 ottiene il premio Nobel.
A eccezione della madre, ogni membro della sua famiglia trova la morte nei campi di sterminio nazisti e l'autrice, scampata grazie all'esilio, diviene portavoce della tragedia ebraica.
Attraverso un linguaggio pieno di metafore l'autrice racconta dei campi di concentramento, delle sofferenze, persecuzioni, esilio e morte degli ebrei.
I temi: olocausto, uccisione bambini strappando loro l'infanzia, fuga da una realtà insopportabile, disumanità umana e la perdita del senso del tempo!
Dice di scrivere per poter continuare a sopravvivere perché il suo maestro d'insegnamento è la morte.
Fra i suoi drammi del dopoguerra si cita "Eli"[37] (1950), trasmesso come radiodramma nella BRD.
Nelle altre opere il popolo ebraico diventa simbolo per tutti gli uomini che soffrono e subiscono (in Vietnam o in Hiroshima).
E' sincera e intima amica di Celan, con il quale intrattiene una assidua corrispondenza (entrambi vivono in terra straniera: in Svezia lei, in Francia lui; entrambi sfuggiti al nazismo ed entrambi sentono la loro salvezza come una colpa).
Cercano di farsi forza a vicenda, attraverso uno scambio epistolare amichevole e solidale, per sopravvivere e andare avanti.
Paul Celan (1920-70) il più grande poeta ermetico tedesco emerso dalla tragedia della II GM.
Nasce in Romania da genitori ebrei di lingua tedesca.
I suoi genitori e forse anche la donna da lui amata, muoiono in un campo di concentramento. Lui è costretto ai lavori forzati per ben due anni.
Tutta la sua lirica è incentrata sui 10 mio. di ebrei sterminati dai nazisti.
La lirica "Todesfuge"[38](1945), è uno dei più tremendi atti di accusa che siano mai stati scritti contro gli sterminatori degli ebrei e nello stesso tempo è una delle poesie più ermetiche di Celan. Evoca gli orrori dello sterminio degli ebrei. Cerca di "dar una voce a coloro che sono stati uccisi!"
Dà vita a delle poesie espressive che raccontano la sofferenza dei perseguitati, il dolore personale del poeta e della sua famiglia e la drammatica condizione del popolo ebraico, nonché la tragedia dei sopravvissuti, condannati a non poter dimenticare.
Alla fine si stabilisce a Parigi dove lavora come insegnante e traduttore. L'esperienza dei campi di sterminio e il dramma dell'esistenza (è ossessionato dal ricordo dei campi di sterminio e dalla tragedia dei sopravvissuti) lo travolgono a tal punto che si uccide gettandosi nella Senna.
La sua poesia subisce il fascino dell'espressionismo e del surrealismo, poi pian piano si accosta all'ermetismo: poiché la parola non è più adatta a esprimere l'indicibile tragedia del popolo ebraico, il silenzio diviene l'elemento portante della sua produzione lirica. Il linguaggio assume una connotazione evocativa e metaforica; ricorre a parole "essenziali" (questo per esprimere una sofferenza indicibile a parole) che concentrano in sé un universo di significati in apparenza celati. Riduce all'essenziale la lingua, facendo del silenzio il perno del suo linguaggio. Sta al lettore capire da questo silenzio, da questo poco uso della lingua.
Esprime un dolore esistenziale insanabile e l'incapacità di scorgere una via di salvezza.
Walter Höllerer (1922) le sue più belle poesie sono dettate dall'esperienza della guerra. Scritte nel linguaggio del "Kahlschlag", sono quasi short stories.
Svizzera precorritrice (Frisch e Dürrenmatt vedi foglio)
La letteratura austriaca
E' in Austria che la letteratura sa rinnovarsi esplorando le possibilità del linguaggio e nuove forme di prosa e poesia, tentando la sperimentazione.
La letteratura austriaca continua a vivere, anche e specialmente dopo il '45, del suo grande passato politico-culturale ed anche religioso e, nei più giovani, anche della contemplazione dello sfacelo del suo passato. A parte ciò essa esercita una funzione mediatrice tra le due opposte Germanie.
Al termine del conflitto la letteratura austriaca si trova in una situazione non troppo dissimile da quella tedesca. I grandi narratori dei primi decenni del '900 sono stati costretti ad abbandonare la madrepatria; si verifica un complessivo indebolimento della vita letteraria. E' per merito degli scrittori più giovani se si riescono ad evitare queste cadute perché esplorano le varie possibilità del linguaggio tentando nuove forme di prosa e poesia.
Mentre 4 narratori austriaci Musil, Broch, Doderer, Saiko sono interpreti del loro passato nazionale, 2 poetesse austriache, nate entrambe nel 1915, sanno rappresentare la crisi della loro età: la poetessa contadina Lavant rappresenta la crisi religiosa che è anche crisi della poesia della natura e la Busta rappresenta la crisi politica, la minaccia russa che incombe, e la minaccia atomica.
C'è una terza poetessa Ingeborg Bachmann, che 19enne nel '45, può essere considerata appartenente alla generazione degli "arrabbiati", anzi iniziatrice della loro feroce poesia protestataria.
La poetessa contempla lo sfacelo dello spazio culturale viennese che sfocia nella condanna della nuova Germania remilitarizzata e nella previsione della guerra termonucleare. Tutta la realtà culturale tedesca, per l'autrice, è solo oggetto di scherno sarcastico.
Queste tre poetesse austriache ci portano dalla dolorosa constatazione del crollo del passato austriaco alla constatazione terrificante della non validità della nuova realtà della Germania.
Il suo I vol. di poesie "Die gestundete Zeit"(1953, "Il tempo dilazionato" il tempo che ci è ancora concesso a revoca in un mondo che, dopo 7 anni di pace apparente, si sta riarmando e preannunzia giorni duri. Polemizza contro la società del II dopoguerra). Per quest'opera riceve il premio letterario dal gruppo 47; si tratta di poesie che hanno come tematiche il risveglio e la fuga, l'amore e la morte, la natura, il tempo e il sogno ecc.
Le poesie amorose che ha scritto sono quelle più appassionate della lirica tedesca di oggi.
In alcune opere tratta anche il problema della comunicazione e dell'isolamento, solitudine; dell'insufficienza della parola e dell'inesprimibilità del reale, del disagio dell'esistenza e dell'indicibilità dell'oggi.
Ha composto anche radiodrammi e prose.
Tra le scrittrici austriache abbiamo anche Ilse Aichinger. Nasce a Vienna nel 1921 da una dottoressa ebrea e da un maestro non ebreo; ha una sorella gemella. Dopo l'annessione dell'Austria alla Germania nazionalsocialista la sorella emigra in Inghilterra mentre Ilse resta con la madre a Vienna (la madre non viene deportata perché madri ebree di figli non ancora 21enni, ebrei solo per metà, non possono essere deportate). Appena compie 21 anni nasconde la madre, dopo la maturità le viene imposto il divieto di studio.
In questi anni inizia a scrivere i suoi romanzi che presentano tratti autobiografici.
Diviene membro del gruppo 47 dove conosce G.Eich che poi sposa.
Nelle opere, spesso, rappresenta la tematica dell'insensatezza dell'esistenza umana e il problema della comunicazione fra gli uomini.
Nello stile va alla ricerca della precisione e della chiarezza.
Nella lirica fa un brevissimo uso della parola; riduce al minimo la sintassi.
Ha ottenuto diversi premi per la letteratura e ha vissuto a Francoforte sul Meno.
Nullpunkt (punto zero). Nonostante ciò in letteratura sussiste una continuità grazie alla produzione degli autori dell'esilio (i fratelli Mann, Brecht, Döblin, A. Seghers, E.M.Remarque) e di quelli rimasti in patria e perseguitati dal nazismo (detti "dell'emigrazione interna").
All'inizio credono di poter assumere in I persona il governo di quella nazione distrutta, senza fare appello a un'autorità centrale tedesca; in seguito si rendono conto dell'impossibilità di tale impresa.
La
Gli Usa basano la loro politica sulla convinzione della loro superiorità assoluta dovuta al possesso della bomba atomica, di cui ritiene di potersi servire almeno come arma di riscatto; le cose cambiano nel '49, quando la Russia fa scoppiare la sua I bomba atomica, con la quale ristabilisce l'equilibrio.
Successivamente la guerra fredda si sposta in Corea (1950-53) dove diviene guerra caldissima e questo "braccio di ferro" russo-americano accelera il riarmo delle 2 Germanie.
Nel '49 le zone occupate dagli alleati occidentali si unificano e nasce la BRD con capitale Bonn; nella parte orientale, occupata dai russi, nasce la DDR, con capitale Berlino,subordinata in campo politico, militare ed economico alla Russia e quindi a un regime dittatoriale. Il cancelliere Adenauer dichiara che la BRD è l'unica organizzazione statale legittima del popolo tedesco e non riconosce la DDR.
Negli anni '50 le condizioni economiche della DDR sono pessime a causa dello smontaggio dei macchinari delle fabbriche a titolo di riparazioni di guerra che la Germania deve all'URSS. Inoltre la scarsità di risorse rende la nazione dipendente dagli importi esteri. L'industria viene uniformata, tutte le aziende agricole vengono statalizzate e trasformate in cooperative di produzione!Ciò determina la fuga di molti contadini all'ovest. Attratti dalla prosperità e dal benessere, molti berlinesi dell'est fuggono all'Ovest. Proprio per impedire ciò, le autorità comuniste fanno erigere, nel 1961, il Muro di Berlino.
Risultati notevoli vengono raggiunti nell'ambito dell'industria pesante a scapito di quella dei beni di consumo.
Rivolta scatenata a causa dell'abbassamento dei salari e quindi del malcontento della popolazione. Scoppia a Berlino est e in poco tempo si diffonde in molti altri luoghi della DDR.
Si capisce che anche la Russia attua una politica di sfruttamento coloniale come l'Inghilterra ed è ancora più grave che la faccia proprio nel cuore dell'Europa anziché nel continente afroasiatico, in cui l'Inghilterra, ha almeno concesso l'indipendenza politica, se non quella economica.
La politica economica imposta dalla Russia a tutti i paesi satelliti, e in particolare alla DDR, significa uno sfruttamento degli operai e dei contadini a tutto vantaggio della politica centralizzatrice di Mosca.
Alle elezioni il suo partito ottiene la maggioranza ma questo successo non è da attribuire alla politica del cancelliere bensì alla politica economica di Ludwig Erhard, il quale riesce a fare di un territorio desolato e distrutto uno dei più grandi stati industriali della terra.
La Germania occidentale supera, sotto Adenauer, "il punto zero"; ricostruisce le città distrutte, assorbe gli 8 milioni di profughi orientali. La "denazificazione" (tutti i tedeschi sono costretti a rispondere a un lungo questionario per poter vedere il grado della loro aventuale colpevolezza politica), in complesso, è un fallimento anche perché di lì a poco le stesse potenze remilitarizzano la Germania occidentale. Il problema della responsabilità, individuale o collettiva, dei tedeschi viene dibattuta a lungo senza però che i tedeschi riescano a chiarire il loro passato!
E' il principale colpevole della divisione della Germania perché opta per l'integrazione della BRD nei patti politici ed anche militari dell'occidente a tutto danno di qualsiasi possibile riunificazione. Egli preferisce ad una Germania unita la BRD senza la DDR; per lui lo stato tedesco ideale è la Germania di Bonn.
"D am Nullpunkt" indica sia una fine che un inizio. Nell'immediato dopoguerra c'è nell'aria un clima di partenza che si concentra principalmente sulla ricostruzione economica. In campo culturale e spirituale domina la consapevolezza che tutti i valori sono crollati e sono andati perduti!
La continuità nella lingua e nella letteratura si mantiene viva attraverso le opere degli autori dell'esilio (fratelli Mann, Brecht, A.Seghers, A. Döblin ecc.) e quelli dell'emigrazione interna (E.Jünger, G.Benn, W.Bergengruen), scritte durante gli anni del nazismo e apparse dopo la guerra. In queste opere ci sono diverse reazioni al Nazionalsocialismo: - diretta rappresentazione delle atrocità, es. nel romanzo della Seghers "Das siebte Kreuz", fuga in un mondo utopico ("Das Glasperlenspiel" di Hesse. Nei primi anni dopo la capitolazione appaiono opere di autori che hanno dovuto pagare la loro protesta conto il nazionalsocialismo in prigione o nei campi di concentramento o di coloro che sono stati internati o perseguitati perché ebrei (Celan e Nelly Sachs). Questi ultimi cercano di portare alla luce le atrocità e gli orrori di quegli anni attraverso un linguaggio ermetico e cifrato (lirica ermetica).
"Letteratura del taglio del bosco" o "Letteratura delle rovine, macerie". "Kahlschlag"= significa "disboscamento" ed è scelto in riferimento al processo di bonifica di vaste aree forestali avviato dagli Alleati nel contesto della domanda di risarcimento per danni di guerra. Il termine, riferito alla letteratura e imposto da Weyrauch, indica l'esigenza della nuova generazione di scrittori impegnati di ripulire il linguaggio contaminato del periodo nazista, in modo da poter far germogliare sul terreno ripulito nuove colture. Non si deve puntare a una lingua bella ma ad un linguaggio che faccia emergere la verità. I cosiddetti "Kahlschläger" polemizzano contro gli autori dell'emigrazione interna, ai quali rinfacciano la "Schönschreiberei"!
Ovviamente il "disboscamento" viene fatto a piccoli passi perché un taglio netto a livello linguistico è impossibile da attuare così come è impossibile rompere totalmente col passato storico.
Trümmerliteratur Böll conia questo termine; una nuova letteratura che nasce dalle rovine e ha il compito di superare il passato in modo critico e mantener vivo il ricordo della guerra e delle sue tragiche conseguenze!
Nelle loro "Kurzgeschichten" mettono in pratica il programma del "Kahlschlag": in un linguaggio breve, sobrio, conciso e asciutto raccontano le esperienze della guerra e del dopoguerra.
Nelle prime opere di Richter domina il problema della colpa collettiva, egli si confessa e fa da confessore alla Germania intera. Nel romanzo "Die Geschlagenen" (gli scofitti) del '49, la guerra ed il dopoguerra appaiono orrendi soprattutto perché privi di senso. Tutta la sua produzione narrativa è incentrata sui problemi della guerra e del dopoguerra, del nazismo e della Germania Occidentale.
Andersch: Rompe tutti i ponti col militarismo e col nazismo. Riesce a scrivere il I romanzo tedesco ben costruito del dopoguerra. E' la storia di resistenti tedeschi, che compiono in mezzo ad ogni difficoltà il loro dovere di combattere il nazismo. Trascorre alcuni mesi in un campo di concentramento.
Schnurre: Nelle sue opere le sue impressioni sono concretissime e rapide, rese in un linguaggio secco. In "Das Brot" conclusione desolata e agghiacciante di una coppia di profughi orientali, cui durante il calvario del ritorno, muore il bimbo di pochi mesi.
Nelle sue opere spicca la protesta contro l'introduzione del servizio militare della Germania occidentale. E' un antimilitarista! Temi: oppressione nazista, dopoguerra e miracolo economico!E' il più vigoroso novelliere-cronista dell'età che va dal crollo dell'hitlerismo all'erezione del muro!
La rinuncia a un programma letterario ben definito pone in evidenza il carattere ideologico ed etico del gruppo, i cui componenti sono uniti da una profonda avversione nei confronti dell'ideologia fascista a favore di un socialismo umanitario e democratico. Per circa 20 anni il gruppo costituisce il centro d'rradiazione della cultura tedesca; crescendo, tuttavia, la fama dei singoli autori, il gruppo perde poco a poco forza e coesione e si scioglie definitivamente nel 1977.
Il gruppo si riunisce nei pressi di Monaco e si oppone alla politica della guerra fredda, con lo scopo di fondare una nuova rivista.
Weyrauch è uno degli scrittori più importanti del dopoguerra perché impone la sua teoria del "taglio del bosco"! Anch'egli , come Schnurre, cerca situazioni estreme per la loro inumanità e assurdità o incomprensibilità. Dice che bisogna resistere a tutto il male, anche a quello estremo, (al Leviatano dei sistemi totalitari e alla bomba atomica); per quanto sia grande la paura nel mondo moderno, è sempre possibile e necessario opporvi una resistenza!!! Egli vuole inculcare nel lettore la sua convinzione che la resistenza morale non è inutile, anche se le sue conseguenze sembrano minime o addirittura inesistenti.
Si occupa di trasmissioni radiofoniche, è il più radicale dei radiodrammaturghi tedeschi (radiodrammi ricchi di effetto di straniamento). Il suo impegno può essere paragonato solo a quello di Brecht.
Fra le personalità operanti all'interno del gruppo : Böll, G.Grass, G.Eich,Peter Weiss e Martin Walser, Bachmann, Handke ecc. Autori che si prefiggono lo scopo di creare una "poesia impegnata" attraverso la quale poter combattere ogni forma di dispotismo e si sforzano inoltre di creare un nuovo realismo nella lingua, che, spesso, si concretizza attraverso esperimenti linguistici. Essi vogliono combattere quella letteratura "ristagnata" dell'esilio e dell'emigrazione interna e sentono la necessità di creare un nuovo modo di scrivere: i nuovi autori, nelle loro opere, devono essere realisti e oggettivi ma senza mai perdere di vista la componente irrazionale umana! Questo realismo deve essere un "realismo magico"! Essi criticano sia la tesi americana della colpa collettiva, sia il marxismo del governo militare russo!
Il premio Nobel viene conferito dal 1901 ogni anno in 6 campi: fisica, chimica, medicina, letteratura, pace, economia. Tutto risale al fisico Alfred Nobel che nel suo testamento ha reso possibile la Nobel foundation che da allora conferisce questi prestigiosi premi.
L'asocialità dei suoi eroei conduce all'incomunicabilità e questa si ripercuote con conseguenze gravissime specie sulla vita amorosa.
L'ipocrisia di coloro che vanno avanti, le convenzioni di una nuova società borghese restaurata, le istituzioni che impediscono agli uomini di provare dei sentimenti. Per l'autore solo coloro che vivono ai margini della società -gli emarginati- incarnano i veri valori umani.
Scrive molte "Kurzgeschichten", influenzato da Bender e Borchert temi: la gustizia sociale, guerra e dopoguerra, le contraddizioni della nuova società dei consumi nata dal miracolo economico. Si riferiscono alla realtà del tempo. Il modo di raccontare è sobrio, semplice e scorrevole
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