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LA CULTURA

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LA CULTURA


È un insieme di valori, definizioni della realtà e codici di comportamento condivisi da persone che hanno in comune uno specifico modo di vita.

Cultura deriva dal latino "colere" e veniva usato per riferirsi all'agricoltura fino al XVIII secolo quando venne applicato anche all'istruzione delle persone.

Il comportamento umano è esente dal controllo genetico, è un insieme di "riflessi" (risposte automatiche a determinati stimoli) e di "pulsioni" (bisogni biologici innati); poiché la capacità di apprendimento dell'uomo sono molto vaste, esisterà anche un'ampia gamma di reazioni e di comportamenti che, trasmessa da una generazione all'altra, formano, secondo Kluckhohn, la cultura; secondo questa definizione la cultura deve essere creata e insegnata e, poiché entra a far parte della personalità del bambino, è considerata una parte importante del processo di socializzazione.

La cultura esercita un ruolo importante in quanto governa la personalità umana che altrimenti sarebbe un insieme caotico di atti e di emozioni, e ne favorisce lo sviluppo: senza l'interazione con i propri simili i bambini non sviluppano la loro personalità.

Secondo FREUD la cultura tende a reprimere le pulsioni in maniera parziale, cioè delimita le condizioni in cui dovrebbero esternarsi; comunque la capacità della cultura di influenzare il comportamento umano sarebbe limitata da alcuni fattori: limitazioni biologiche, fattori ambientali, esigenza di un ordinamento sociale stabile; la cultura mette in evidenza solo alcuni aspetti del comportamento e dell'esperienza.



Le differenze tra le culture sono infinite poiché ogni tratto deriva dalla successione di eventi unici.

Kluckhohn e Murdock ritengono che la cultura debba soddisfare determinati bisogno fisici, sociali e psicologici, invece, secondo Clarke, è impossibile stabilire una corrispondenza tra bisogni essenziali e tratti specifici della cultura.

L'etnocentrismo è la tendenza a giudicare le altre culture nei termini della propria.

La xenofobia è la paura o l'odio nei confronti di cose o di usi estranei ad una determinata società.

La cultura dà il senso d'appartenenza ad un gruppo, ma genera anche conflitti all'interno del gruppo stesso e tra gruppi diversi: ad esempio il linguaggio comune mantiene la coesione tra appartenenti allo stesso gruppo, ma esclude chi non lo parla o chi lo parla in modo diverso.

Secondo Goodenough la cultura è composta da 4 elementi:

CONCETTI - costituiscono il 757g69h modo in cui le persone organizzano la propria esperienza.

RELAZIONI - mettono in collegamento le parti del mondo, divise dai concetti, nello spazio e nel tempo.

VALORI - sono opinioni comuni riguardo gli obiettivi a cui gli esseri umani dovrebbero tendere.

REGOLE - stabiliscono il modo in cui ognuno dovrebbe comportarsi per essere adeguato ai valori della propria cultura.

Punizioni e ricompense che incoraggiano o scoraggiano il rispetto dei valori vengono dette "sanzioni": le sanzioni negative scoraggiano determinati comportamenti con punizioni fisiche, detenzioni e umiliazioni, mentre le sanzioni positive sono ricompense (denaro, riconoscimenti, stima e rispetto).

Il "linguaggio" è un sistema di comunicazione che usa suoni o simboli con significati arbitrari ma strutturati. Il linguaggio è sociale, è il veicolo di trasmissione della cultura; richiede un rispetto delle regole grammaticali e quindi porta a significati comuni; crea legami di simpatia e quindi contribuisce a creare un'identità di gruppo.

L'ideologia aiuta a superare le tensioni sociali che si determinerebbero se gli uomini scoprissero il divario tra valori e realtà.

Marx, riferendosi alle ideologie di gruppo, le divide in due categorie:

CONSERVATRICI: che giustificano lo status quo.

PROGRESSISTE: che mettono in discussione lo status quo.

Secondo Bendix anche le ideologie riferite alle relazioni umane sono usate per incrementare la produzione e le ideologie conservatrici difendono solo gli interessi dei gruppi più potenti della società.

Possiamo individuare almeno 4 tipi di conflitto culturale: anomia, ritardo culturale, dominazione di classe, dominazione da parte di una potenza straniera.

ANOMIA: secondo Durkheim è causata dalla mancanza di chiare norme sociali.

RITARDO CULTURALE: secondo Ogburn si verifica quando i cambiamenti materiali avvengono a tale velocità che la cultura non materiale non riesce a stargli dietro.

DOMINAZIONE DI CLASSE: secondo Bordieu la cultura è usata da determinate classi per mantenere il dominio sulle classi inferiori.

DOMINAZIONI DA PARTE DI POTENZE STRANIERE: le società dominate da nazioni straniere hanno un basso grado di integrazione a causa della presenza di elementi culturali contrastanti.

Prima del XX secolo in quasi tutte le società si trovava la distinzione tra cultura alta e cultura popolare, ma con l'avvento della cultura di massa questa divisione divenne meno netta.


LA STRUTTURA SOCIALE


Ogni persona nella società occupa diverse posizioni, e ciascuna di queste posizioni è chiamata "status"; lo status principale, di solito, è fornito dal lavoro di una persona; gli status sono divisi in due categorie:

STATUS ASCRITTI - sono legati all'etnia, al cognome e al luogo di nascita.

STATUS ACQUISITI - sono fondati sulle azioni di una persona.

Un ruolo è un insieme di comportamenti compatibili con le aspettative proprie di un certo status; viene definito da ciò che gli altri si aspettano da noi; le aspettative di dividono in:

Aspettative formali: le leggi.

Aspettative informali: hanno lo stesso effetto delle altre sul nostro comportamento.

Parsons classificò i ruoli in base a 5 caratteristiche:

Alcuni ruoli esigono un certo controllo in situazioni dove si riscontrano forti tensioni emotive (es. medico), ma in altri ruoli ci si aspetta la manifestazione dei sentimenti (es. amico).

Alcuni ruoli si basano su status ascritti (es. figlio) mentre altri vengono acquisiti (es. amministratore).

Alcuni ruoli sono definiti con precisione (es. il medico si limita alla salute del paziente) mentre altri prevedono un rapporto più esteso (es. il rapporto padre - figlio).

Alcuni ruoli implicano l'aspettativa che le persone vengano trattate secondo regole generali (es. bibliotecario), mentre altri implicano un trattamento particolare verso le persone con cui abbiamo una relazione.

Diversi ruoli richiedono motivazioni diverse.

Il comportamento è il risultato del modo in cui ognuno interpreta e usa le aspettative proprie del suo ruolo.

Poiché ciascuno ricopre diversi ruoli, si determinano dei conflitti che possono essere divisi in due categorie:

CONFLITTI DI RUOLO - si determinano quando un individuo è investito dalle aspettative relative a due o più ruoli in conflitto tra loro; si verifica soprattutto nelle società altamente organizzate.

TENSIONE DI RUOLO - si determina tra diversi aspetti di uno stesso ruolo.

Secondo Merton è la stessa società a proporre un rimedio a questi conflitti considerando, ad esempio, alcuni ruoli più importanti di altri; tendono ad essere privilegiati il lavoro e la famiglia, ma anche tra loro nascono conflitti che possono essere superati solo tenendo i due ruoli ben separati.

L'istituzione è l'insieme di più ruoli formali e ha lo scopo di soddisfare determinate esigenze sociali; ciò che spinge gli individui a formare un'istituzione è un bisogno sociale.

Secondo Spencer i bisogni che spingono alla formazione di un'istituzione sono: necessità di azioni offensive e difensive, necessità di sostentamento, necessità di scambi, necessità di coordinare tutte queste attività.

Per Lenski gli elementi necessari a garantire continuità alla società sono: comunicazione tra i membri, produzione di beni e servizi necessari alla sopravvivenza, distribuzione dei beni, protezione dei membri, controllo del comportamento dei membri; il soddisfacimento di questi bisogni necessità di un impegno collettivo che si concretizza nelle istituzioni. Le istituzioni devono utilizzare le risorse di cui la società dispone, quindi sono modelli di canalizzazione delle risorse umane e sociali.


La società

Secondo Marsh le condizioni necessarie per definire una società sono: un territorio definito, il reclutamento di nuovi membri, una cultura comune, un'indipendenza politica.

Altri sociologi (es. Parsons) usano l'autosufficienza economica per definire la società; ma una società non produce necessariamente tutti i beni di cui ha bisogno, però deve saper amministrare la propria risorsa economica e garantire la possibilità di pagare le importazioni.

Lenski ha classificato diverse società in base ai mezzi di sussistenza:

Società di caccia e raccolta - sono società nomadi che raccolgono bacche e radici di cui si nutrono; usano arnesi rudimentali e la proprietà è molto limitata; la vita sociale è organizzata secondo il sistema di parentela e la struttura politica è inesistente (c'è solo un capotribù).

Società orticole - in quelle più semplici orti e giardini vengono coltivati con attrezzi rudimentali, in quelle più complesse vengono usati gli aratri; le società semplici hanno solo due livelli di autorità politica mentre quelle complesse ne hanno quattro e più; il legame di parentela è fondamentale, ma bisogna notare l'esistenza di vari clan i cui rapporti sono governati da relazioni complesse.

Società industriali - applicano la conoscenza scientifica al processo produttivo e la forza del vapore sostituisce quella umana e animale; il surplus è notevole e basta a mantenere una grande popolazione concentrata in grandi centri urbani; ha un sistema di governo molto sviluppato e la famiglia perde alcuni dei suoi ruoli che invece vengono affidati alle istituzioni.

Per differenziare società preindustriali e società moderne Tonnies usò i termini "Gemeinschaft" (villaggio agricolo) e "Gesellschaft" (società urbana industrializzata).

Le caratteristiche delle due società sono ovviamente diverse.

GEMEINSCHAFT:

Si basa su obblighi collettivi

Si basa su usi e tradizioni

Richiede una specializzazione limitata

Si fonda su valori religiosi

Le istituzioni dominanti sono la famiglia, il quartiere e la comunità

GESELLSCHAFT:

Si basa sul perseguimento di interessi personali

Si basa su leggi codificate

Richiede un'autonomia dei ruoli professionali

Si fonda su valori secolari

Prevalgono le forme associative e corporative.


LA SOCIALIZZAZIONE

(schema delle teorie)


MEAD: il processo di formazione della personalità si verifica in tre fasi distinte:

Imitazione - i bambini copiano gli adulti senza comprenderne le azioni.

Gioco libero - i bambini interpretano i comportamenti come ruoli e per gioco iniziano ad assumerli.

Gioco strutturato - il bambino si trova davanti alle aspettative di un gruppo e non di una singola persona.


FREUD: la personalità è formata da tre elementi: es (è la sorgente di energia tesa alla ricerca del piacere), io (controlla i rapporti tra personalità e mondo esterno ed è guidato dal "principio di realtà"), super - io (esercita funzione morale e giudicatrice).

La personalità si forma in quattro fasi, ciascuna collegata ad una zona erogena del corpo:

Fase orale - la zona erogena è la bocca e tutte le attività del bambino sono tese ad ottenere piacere attraverso la bocca.

Fase anale - la zona erogena è l'ano ed è importante il ritenere o l'eliminare le feci.

Fase fallica - la zona erogena sono i genitali; i bambini cominciano a prendere direzioni diverse in base al sesso: i maschi entrano nella fase edipica mentre le femmine entrano nella fase "dell'invidia del pene" in cui si sentono inferiori ai maschi.

Fase genitale - la fonte principale di piacere è il rapporto sessuale con esponenti di sesso opposto.


PIAGET: lo sviluppo della personalità avviene attraverso quattro fasi:

Fase senso - motoria: (dalla nascita ai 2 anni); i bambini sviluppano la capacità di costruire mentalmente le immagini degli oggetti.

Fase pre - operativa: (dai 2 ai 7 anni); i bambini imparano a distinguere i simboli e il loro significato e li utilizzano.

Fase delle operazioni concrete: (dai 7 agli 11 anni); il bambino impara ad eseguire mentalmente operazioni che prima eseguiva manualmente.

Fase delle operazioni formali: (dai 12 ai 15 anni); i ragazzi riflettono sui loro pensieri, considerano problemi logici e morali e ragionano realisticamente sul futuro.


KOHLBERG: lo sviluppo morale consta di sei fasi:

Guidata dal castigo.

Guidata dal premio.

Si diventa consapevoli dell'opinione degli altri e si agisce in modo da ottenerne l'approvazione.

Si diventa consapevoli della comunità e delle regole sociali.

Si diventa consapevoli dei conflitti che potrebbero nascere tra persone con regole morali diverse.

Si sviluppano principi e regole autonome, valide universalmente e coerenti; le persone che giungono a questa fase sono capaci di svincolarsi dalle preoccupazioni per il loro interesse.


ERIKSON: nello sviluppo umano si distinguono otto fasi:

Fiducia/sfiducia - attraverso l'allattamento e le coccole il bambino capisce fino a che punto i suoi desideri possono essere soddisfatti; viene superata quando nel bambino scompare l'ansia per l'allontanamento dell'adulto. (infanzia)

Autonomia/vergogna - il bambino impara a parlare, a camminare e acquisisce conoscenza del mondo; si sviluppano l'affermazione di sé e la sfida all'autorità. (1-2 anni)

Iniziativa/senso di colpa - il bambino si rende conto delle differenze sessuali e decide fino a che punto deve prendere l'iniziativa nell'affermare le capacità acquisite. (3-5 anni)

Attività/inferiorità - il bambino impara a svolgere esercizi individuali e di gruppo, stabilisce relazioni con altri bambini e con altri adulti; viene introdotto ai ruoli degli adulti e quindi deve acquisire fiducia e competenza. (primi anni di scuola)

Identità/dispersione di identità - fisicamente i ragazzi diventano adulti con pulsioni sessuali attive e socialmente ci si aspetta che trovino una collocazione. (adolescenza)

Intimità/isolamento - gli obiettivi principali sono il corteggiamento, il matrimonio e l'intimità. (inizio dell'età adulta)

Generatività/stagnazione - vengono affrontati i temi del lavoro e delle responsabilità verso i figli. (età adulta media)

Integrità/disperazione - la persona fa un bilancio della propria vita: se la persona è soddisfatta ne deriva un senso di integrità, altrimenti ne consegue la disperazione. (tarda età adulta)


L'INTERAZIONE SOCIALE


Nella società esistono due livelli: il livello microsociale è costituito da persone che interagiscono con altre e che si organizzano a volte in gruppi e a volte in coppie; il livello macrosociale invece è costituito dalle grandi strutture della società.

TEORIE SULL'INTERAZIONE SOCIALE

1: teoria sullo scambio di Homans - il comportamento di una persona viene influenzato dal modo in cui quel comportamento è stato compensato in passato e si basa su quattro principi:

Quanto più spesso un comportamento è ricompensato, tanto più è probabile che venga ripetuto.

Se in passato alcuni ambienti sono stati collegati ad un comportamento ricompensato, è probabile che venga ricercato quell'ambiente o uno analogo.

Quanto più è preziosa la ricompensa per un dato comportamento, tanto più è probabile che quel comportamento venga ripetuto.

Quanto più spesso vengono soddisfatti i desideri o le esigenze, tanto minor valore si dà alle ulteriori ricompense.

Una ricerca condotta da Zuckerman ha dimostrato che coloro che ricevevano un premio Nobel diventavano meno produttivi, e quindi avevano il comportamento opposto rispetto a quello previsto dalla teoria di Homans; secondo Zuckerman questo accade perché il premio Nobel assegna un nuovo status sociale e quindi chi lo riceve ha un'immagine diversa di sé. La teoria hi Homans non riesce a spiegare queste situazioni in cui si cambia status sociale.

2: interazionismo simbolico di Mead - tutte le azioni umane sono basate sulla comunicazione in quanto sono comportamenti sociali; l'uomo reagisce alle azioni e alle intenzioni degli altri. Gli atti sociali sono di due tipi: gesti non significativi (riflessi automatici) e gesti significativi (c'è un intervallo tra lo stimolo e la risposta durante il quale lo stimolo viene interpretato); questo processo viene imparato durante l'infanzia mentre si acquisisce la coscienza del Sé: il me è formato dalle interpretazioni degli atteggiamenti degli altri, mentre l'io reagisce ai significati attribuiti a questi atteggiamenti.

La scuola di pensiero denominata "interazionismo simbolico" si basa sulla teoria che l'interpretazione umana è un dialogo continuo in cui le persone interpretano e reagiscono alle intenzioni degli altri.

I simboli sono oggetti, azioni o eventi a cui attribuiamo un significato, quindi possiamo dire che tutto è un simbolo; il simbolo più importante è la parola perché con essa possiamo dare i significati ad oggetti che altrimenti non ne avrebbero. Il Sé e il senso degli altri vengono acquisiti attraverso l'interazione sociale e quindi le cose divengono significative solo perché siamo noi ad attribuirgli un significato.

3: etnometodologia di Garfinkel - l'etnometodologia è lo studio delle regole di base che disciplinano i rapporti quotidiani tra le persone; le norme e le interazioni costituiscono un tessuto sociale fragile, quindi l'interpretazione dei comportamenti dipende dall'insieme delle strutture sociali.

4: controllo delle impressioni di Goffman - le persone plasmano le situazioni per trasmettere significati simbolici che per loro sono favorevoli; questa tecnica è stata definita "modello drammaturgico" perché le persone sono attori che usano degli scenari per creare determinate impressioni.

L'imbarazzo è una pubblica ammissione di errore e la richiesta di un'altra possibilità per dare l'impressione giusta. Alcune persone non riescono a manipolare le situazioni a loro vantaggio e vengono definite come portatori di stigma, vengono isolate e considerate diverse e indesiderabili; queste persone sviluppano alcune strategie:

Possono tentare di nascondere lo stigma.

Possono dividere il mondo in due gruppi, uno più ampio di cui non si fidano e uno più ristretto di cui si fidano.

Possono fuggire.

Possono affrontare apertamente gli atteggiamenti negativi della società.


5: le teorie freudiane - durante la socializzazione l'uomo acquisisce valori e aspettative; il comportamento interpersonale dell'adulto deriva da comportamenti sviluppatisi nell'infanzia.


Secondo Merton un gruppo è un insieme di persone che interagiscono seguendo determinati modelli, che provano sentimenti di appartenenza al gruppo, che vengono considerati parte del gruppo dagli altri componenti.

La prima caratteristica del gruppo è l'interazione basata su modelli che si manifesta tra i componenti: i membri sono sempre insieme, programmano le loro attività, si proteggono a vicenda; da ciascun membro ci si aspetta solidarietà verso gli altri membri e odio verso i componenti di altre bande.

La seconda caratteristica è il senso di appartenenza che spesso si manifesta simbolicamente con un segno esterno. Gli appartenenti vengono visti come tali anche dagli altri e quindi il gruppo acquisisce un'identità anche agli occhi degli altri.

I gruppi si distinguono in primari e secondari: i gruppi primari sono di piccole dimensioni e le persone instaurano tra loro rapporti che coinvolgono numerosi aspetti della loro personalità; i gruppi secondari sono costituiti da persone non legate emotivamente ma accomunate da un obiettivo comune e quindi le persone vengono considerate importanti per le funzioni che svolgono; se i legami tra gli appartenenti ad un gruppo secondario si rafforzano e coinvolgono la sfera emotiva, questi appartenenti danno origine ad un gruppo primario.

I gruppi strumentali si formano per compiere un lavoro che sarebbe difficile o impossibile per una persona sola.

I gruppi espressivi hanno come obiettivo la soddisfazione del bisogno di stima e di accettazione dei suoi componenti.

Le persone si riuniscono in gruppi anche per trovare sollievo a sensazioni negative o sgradevoli.

Una diade è un gruppo formato da due individui, è molto fragile perché morirebbe con l'allontanamento di uno dei membri, fornisce più gratificazione emotiva di qualsiasi altro gruppo.

Una triade è formata da tre persone, è molto instabile perché due persone tenderanno a formare un legame più stretto escludendo il terzo che (secondo Simmel) può svolgere tre ruoli: mediatore neutrale, opportunista o tattico (che divide e conquista).

I gruppi più numerosi sono più produttivi delle diadi e delle triadi; hanno maggiore esigenza di organizzazione; riescono ad esercitare una pressione maggiore sul singolo; poiché alle discussioni non partecipano tutti in modo uguale, i membri sono insoddisfatti; i gruppi con cinque membri sono soddisfatti ed è improbabile che le discussioni arrivino ad un punto morto; nei gruppi molto numerosi i membri tendono a parlare più col leader che tra loro, e il leader si rivolge al gruppo come unità piuttosto che ai singoli membri e tende a parlare molto più degli altri.

Le probabilità che un soggetto, la cui opinione è contraria a quella del gruppo, mantenga salda la propria opinione aumentano se quella stessa opinione è condivisa da altre persone.   




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