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Costituzione: non è solo insieme di regole scritte, vi è gran dubbio su cosa sia realmente e a tuttora vi è diatriba se l'Europa può averne una.
Secondo molti non esiste un "popolo europeo" perché non c'è un nucleo aggregante. L'Unione europea nasce per motivi strategici, essendo al centro tra USA e URSS. Il ruolo di terzo polo mondiale indipendente fallisce nei fatti per la veemente opposizione francese. La costituzione è lo scheletro dello stato, le leggi sulla cittadinanza hanno valore costituzionale (o formale). Le leggi elettorali non sono a rilevanza costituzionale (eccetto che in alcuni sistemi semipresidenziali), esse sono un elemento primario che influisce sui partiti, i quali hanno una grande importanza, specialmente in un sistema di tipo USA. Qui ci sono le elezioni primarie chiuse, dove si chiede all'elettore a quale partito appartenga, specialmente per questo fatto esse hanno rilevanza costituzionale.
In questa ottica, i regolamenti parlamentari sono a rilevanza costituzionale in quasi tutti i sistemi, eccezion fatta per la 4° Repubblica francese.
Globalizzazione: indipendenza e omologazione tra i diversi stati.
Distinzioni che intercorrono tra modifica leggi e modifica della costituzione. Lo stato di diritto è basato sulle costituzioni e per questo occorrono metodi che le tutelino, quindi non possono essere modificate tramite un iter normale e facilmente attuabile. Per Kaiser occorrono almeno i 2/3 che votino per cambiare. All'interno delle costituzioni vi sono norme programmatiche (esse non esistevano nell '800) e norme precettizie. Le costituzioni socialiste erano di bilancio, perché, secondo l'ideologia marxista, le norme sociali erano sovrastruttura subordinata alle conquiste.
Costituzioni brevi: erano quelle dell'antichità (es. la costituzione degli Stati Uniti era composta di solo sette articoli quando uscì dalla convention di Philadelphia)
Costituzioni lunghe: esse sono considerate moderne, la prima ad essere stimata per "contemporanea" fu quella che venne stesa in Francia dopo la rivoluzione, che influenzò in maniera profonda quella Americana che venne riredatta e ampliata. In quest'ultima i rapporti tra centro e periferia erano rozzi e scarni, questa situazione ha lasciato molto spazio all'interpretazione delle norme, che in epoche diverse sono state interpretate in maniere diverse.
Questo per quanto riguarda le costituzioni scritte, ma in alcuni paesi la costituzione non è scritta (es. Inghilterra) ed il sistema dello stato è basato esclusivamente sulla consuetudine, che si basa a sua volta sull'Opinio iuris e sui comportamenti ripetuti. La consuetudine si dirama in altre due direzioni:
a) consuetudine secundum legem, dove la legge viene assecondata ed interpretata in maniera positiva.
b) consuetudine contra legem, che si pone in netto contrasto rispetto alla legge modificandola.
Ad opporsi alla consuetudine vi è la desuetudine, che fa cessare l'applicazione delle norme.
Definizione di Stato: organizzazione giuridica di un Popolo sito all'interno di un territorio.
Forma di governo: dipende dalla forma di stato e dai rapporti che intercorrono tra gli elementi costitutivi dello stato medesimo.
Nei paesi socialisti vi è sempre stata una certa ritrosia nel dividere i poteri, nella forma di stato attuata dalla Francia, invece, si tende a fondere forma di stato e forma di governo.
Le prime forme di Stato a vedere la luce sono quella Prestatale seguita da quella Socialista e da quella Sociale.
Lo Stato è un soggetto politico (politicità è il fine di perseguire una finalità), eccezion fatta per quelli prestatali che non godevano di questo status, anche l'Europa, ai suoi albori, era priva di politicità.
L'idea di Stato nasce già dai tempi di Macchiavelli, in precedenza dominava il sistema medioevale, basato essenzialmente sul commercio. In quest'evoluzione che ci ha condotti allo stato moderno, lo Stato veniva identificato con il sovrano (Luigi 14° arrivò ad affermare "lo Stato sono io"). Quest'idea, però, sarà ben presto scalzata dalla consapevolezza che il sovrano non è super legem e quindi fa parte dello Stato.
Oggi lo Stato ha fini mutevoli e precisi, infatti, il primo fine che si pone e su cui si basa è il raggiungimento del benessere della collettività.
In questo panorama si possono collocare due forme di Stato antitetiche tra loro:
a)lo Stato Liberale, in cui il governo non interviene, se non per porre semplici freni, nell'economia, esso ha all'apparenza fini negativi poiché non essendoci limitazioni nei commerci e calmieri dei prezzi si favorisce sì la libera iniziativa, ma si vanno a penalizzare le fasce di popolazione più deboli.
b)lo Stato Totalitario, che ha come massimo scopo il raggiungimento del benessere diffuso, anche se per ottenerlo deve attuare politiche conservativiste e limitative, anche nell'ambito sociale.
Monarchia: deriva dal greco e significa "potere al singolo".
Repubblica: termine che assunse come primo significato quello di Stato, poiché derivante dal latino "res publicae" (cosa della collettività). Oggi è interpretato in maniera diametralmente opposta a monarchia, quindi potere alla massa. Essa si può distinguere in democratica, quando il potere è in mano al popolo e oligarchica, se il potere è retto da una ristretta elite.
All'attuale stato dei fatti i concetti di repubblica e Monarchia sono molto vicini tra di loro a tal punto da rendere labile il loro confine. Per tentare di separarli in maniera soddisfacente non rimane che l'analisi dei loro elementi costitutivi. A tal proposito si analizzi la figura del Monarca e quella del Capo dello Stato. Queste due figure si avvicinano notevolmente, ma se il primo non ha limiti temporali nel suo governo (affermazione parzialmente errata, in quanto esistono eccezioni dove il monarca è eletto per un periodo determinato), il secondo si ritrova in una situazione di governo ben scandita da una fine ben prefissata.
La monarchia è considerata un sistema di governo che ha fallito pressoché in tutto il mondo, anche se con delle eccezioni rappresentate da quelle società consenzienti, che per un insieme di motivi hanno deciso di mantenere, anche se in via del tutto formale, la monarchia all'interno del loro ordinamento. Per es. in Inghilterrra la famiglia reale rappresenta più un richiamo turistico che non una vera e propria forma di governo, in altri casi, come in Belgio, essa fu imposta dal Generale Franco alla fine della sua dittatura come traghetto verso la democrazia, ma non è mai riuscita ad attecchire, per contro in Belgio è la monarchia ad essere considerata vero e proprio centro d'attrazione contro le forze centripete, che tenderebbero a smembrare lo Stato.
La monarchia si divide in:
a) Monarchia assoluta: il capo dello stato è plenipotenziario.
b) Monarchia limitata: esiste un limite ai poteri del sovrano costituito dal parlamento
c) Monarchia costituzionale: dove entrambi i poteri hanno sfere diverse di applicazione. A sua volta essa si biseca in: 1) Monarchia costituzionale pura, dove il potere è in mano al capo dello stato, 2)Monarchia costituzionale parlamentare, qui il potere è del parlamento, questo sistema fu introdotto per la prima volta nel 1782.
Sovranità: essa fu definita come la "competenza delle competenze", questo concetto è d'uso strettamente politico e si presta a numerose interpretazioni.
Nelle Federazioni esistono principalmente due correnti di pensiero antitetiche, la prima legata a Locke afferma che gli stati federali non si discostano molto da quelli unitari, quindi i limiti federali non sono così marcati e forti, la seconda legata a Hobbes sostiene che gli stati sono sovrani e quindi i limiti federali siano molto rigidi e invalicabili. Entrambi i concetti si piegano a favore dell'interpretazione.
Le federazioni possono avere una genesi diversa, infatti:
Quando esse nascono da aggregazioni di Stati indipendenti, gli stati coinvolti in queste unioni limitano mettendo per iscritto le competenze statuali e tenendo per se stessi i poteri residuali,
Quando, invece, nascono da un evento contrario, ovvero dal disfacimento di uno Stato più grande (es. Belgio), l'iter si capovolge.
Particolare attenzione va posta su una differenza sostanziale, quella che interviene tra Stati federali e Confederazioni di Stati, infatti, nella prima si attua l'entità più decentrata che possa esistere, mentre la seconda si basa su un sistema di rapporti tra stati basati sulla loro autonomia reciproca.
Il trend attuale rivela un movimento da stato centrale a stato federale, attuando così il decentramento dello Stato, mentre negli stati federali si sta assistendo ad un movimento inverso, che sta portando all'accentramento del potere.
L'evoluzione del pensiero e della situazione politica hanno portato dal federalismo dualistico, dove si attua una convivenza tra sovranità centrale e periferica, al federalismo cooperativo, dove potere centrale e periferico hanno natura sussidiaria.
In primavera si svolgono le Primarie
In estate si svolgono le Convenzioni Nazionali
In autunno si svolge la scelta dei grandi elettori
In inverno prendono luogo le elezioni del Presidente
Le Primarie e i Grandi elettori riguardano esclusivamente la vita politica del paese, mentre le Convenzioni nazionali e le elezioni del Presidente sono contenute e tutelate dalla costituzione.
Nelle Primarie i cittadini votano per la scelta delle persone che dovranno assumere le cariche, queste sono definite Primarie dirette. Esse tolgono potere ai partiti ma lo trasferiscono a chi ha più fondi da investire e riesce ad essere più presente sui mas media, da ciò si evince che il sistema statunitense focalizza principalmente la sua attenzione sull'immagine del candidato.
In alcuni stati, contrariamente al pensiero comune, vi è ancora un sistema particolare detto Cocus, sistema che si distacca dal sistema delle Primarie, poiché qui il candidato è eletto dalla delegazione di partito e quindi esso prevale sull'aspetto finanziario del singolo candidato. Il sistema del Cocus, però, ha appesantito ulteriormente l'elezione del presidente, perché grazie a questo sistema non si può attuare una sola ed unica primaria in tutto il Paese.
Le primarie sono regolate da leggi che variano da stato a stato, inoltre non esistono tesseramenti a partiti, in quanto ritenuto un sistema troppo "sovietico" di fare politica. Questa particolarità si conserva solo sulla carta, in quanto se un cittadino vota per un determinato partito è come se risultasse tesserato presso lo stesso, quindi da un apparenza in cui nessuno è tesserato si scopre che in realtà chiunque voti fa parte delle file del partito prescelto.
Nelle Primarie si scelgono esclusivamente i candidati che diventeranno i propri rappresentanti per il voto del Presidente.
Altra peculiarità americana consiste nelle strutture di voto, infatti, per esprimere la propria preferenza non ci si reca in strutture pubbliche, ma in strutture private messe a disposizione dalla cittadinanza, a rendere ancora più eccezionale questo fatto, va aggiunto che in taluni stati al votante non sia richiesto nemmeno il documento di identità.
-Primarie chiuse
Quando ci si reca ad iscriversi nelle liste è richiesto al sottoscrivente a quale partito intenda dare il voto e a quale partito abbia votato in precedenza, se i due partiti non dovessero coincidere, al cittadino potrebbe essere chiesto di effettuare un giuramento nel quale si affermi di non cambiare partito e votare il medesimo delle votazioni precedenti.
-Primarie aperte
In questo caso al cittadino non è chiesto nulla e gli viene consegnata una scheda sulla quale dovrà apporre il suo voto. Questo sistema, in ogni caso, rimane poco gradito alla classe politica di oltre oceano, poiché in questa maniera si potrebbero verificare spostamenti di voto da uno schieramento ad un altro.
Convenzione nazionale: rappresenta i congressi dei due partiti a maggior rilevanza nazionale e consistono in feste sulla falsa riga del carnevale o del "circo", che traducono in spettacolo la presenza del candidato. Da questi "carnival" esce un Ticket, in altre parole l'abbinata di un candidato alla vice-presidenza con uno alla presidenza. Inoltre viene presentato il programma di partito che dà il là al programma del candidato premier.
A questo proposito bisogna chiarire che i partiti statunitensi sono sì forti nella forma, ma deboli nei contenuti, si potrebbero quasi paragonare a galassie nelle quali i candidati hanno molte libertà, ma al tempo stesso moderati e influenzati dalle Lobbies. Esse sono gruppi di pressione diverse dai partiti, che difendono interessi comuni (dall'inglese lobby = corridoio). Questa smodata libertà porta sia i votanti sia i votati a non avere ideologie ferree, basando il sistema quasi interamente sui sondaggi.
Il presidente deve essere in possesso di determinate doti tra le quali: essere nato in America ed avere superato il 35° anno d'età, inoltre è richiesta un'esperienza politica, come per es. essere stato governatore di uno stato. La politica estera rimane materia per lo più oscura ai governatori, quindi di lei se ne occupano i senatori. Questi rimangono in carica per sei anni e spesse volte, grazie a questa loro dimestichezza con gli affari esteri, vengono preferiti ai governatori per ricoprire la carica di presidente.
Il presidente può rimanere in carica per due mandati della durata ciascuno di quattro anni, con un'unica eccezione: se il presidente in carica dovesse morire gli subentrerebbe il vice-presidente, che porterebbe a termine il normale corso della presidenza. Allo scadere di tale periodo egli potrebbe essere eletto per altre due volte, portando il totale a tre.
Già nel 1946 venne approvata una legge inerente alla limitazione delle lobbies, che prevedeva per le medesime anche un finanziamento.
I finanziamenti ai partiti derivano sia da matrice privata sia da matrice pubblica, si può accedere ai secondi solo se i primi sono troppo bassi.
Spoil System: sistema attuato in USA che sancisce che il partito che arriva al potere prende tutto ed attua il nepotismo.
Il presidente è scelto dai grandi elettori, in carica grazie al voto popolare, questo sistema elettorale avvantaggia i piccoli stati, in quanto è fondato sul sistema maggioritario, ovvero se in uno stato vince un partito di un solo voto, quello stato sarà considerato a tutti gli effetti di quel partito. Ciò si rispecchia nel sistema "the winner take all". Essendo qui presente questo sistema elettorale, anche chi perde può vincere, infatti, chi riceve più voti dal popolo non è detto che vinca.
Esempio: di 10 stati il candidato X ne conquista 6 con il 51% e il candidato Y ne prende 4 con il 90%. Nel primo caso sono piccoli stati, scarsamente abitati quindi, in via teorica, se ogni piccolo stato è abitato da 100 persone, lui prenderà 51 voti per 6, quindi: 306.
Il candidato Y, votato in stati più grandi, abitati da 1000 persone, prenderà in quei 4 stati 3600 voti.
Soffermandoci sulla somma dei voti, si noterà che X ne avrà ottenuti 706 e Y ne avrà ottenuti 3894. Ad una prima occhiata si potrebbe sostenere che Y ha battuto X.
Errore: il vincitore sarà X, in quanto avrà ottenuto 6 stati su 10.
Per il presidente si vota a Novembre, perché gli USA furono una nazione principalmente agricola ed il mese che comportava meno lavoro nei campi era proprio questo. Inoltre le votazioni si attuano il martedì, in quanto le distanze negli Stati Uniti sono tutt' oggi enormi e ancor più un tempo, quindi si doveva partire per esprimere il voto alcuni giorni prima e se essa si fosse tenuta la domenica o il lunedì in molti avrebbero perso la funzione religiosa.
I Grandi elettori non hanno mai provocato disastri, se ciò dovesse succedere sarebbero sicuramente sostituiti da un sistema più avanzato. Essi votano ognuno nel proprio stato, poiché questa legge elettorale fu approvata molto prima che le distanze si accorciassero grazie ai mezzi di trasporto moderni. Dopo il voto le schede vengono spedite a Washinghton, ciò crea un fatto curioso, in altre parole la popolazione conosce chi sarà eletto presidente in inverno ancora prima della formalizzazione.
Vicepresidente: un tempo si votava anche per questa figura, ma questa situazione portava a svolgimenti elettorali anomali.
Le commissioni parlamentari sono molto importanti come le lobbies, che in un sistema a partiti deboli risultano essere di strategica importanza. Nel Congresso solo la prima camera può modificare la finanziaria, anche se il trend attuale sta conducendo ad una divisione dei poteri, quindi sta divenendo lo strumento attraverso cui le leggi vengono strutturate. La seconda camera rielabora e rivede le leggi,focalizzando la sua attenzione sui problemi politici. Se le camere si accordano al Presidente arriva un Bill, un progetto, che solo in seguito si tramuterà in Law. La prassi stabilisce che sia che il Presidente avalli o non faccia niente il Bill diventa Law, altrimenti può applicare il veto, esso per essere superato il Senato deve ottenere la maggioranza dei 2/3, quindi i due partiti si devono alleare, situazione rarissima.
Pocket veto: ovvero il caso in cui il veto è totale ed intoccabile.
Il Presidente ha potere di veto su ogni cosa, ma le leggi sono fatte in modo da salvare capra e cavoli, infatti in esse sono inseriti punti favorevoli sia al Presidente che al congresso, in modo che il veto venga usato raramente.
Il veto nacque con Waschington, ma si afferma sotto Jefferson, che lo usò sette volte, solo Johnson, presidente sottoposto ad impichment, se ne servì ben quindici volte, ma in nove occasioni gli venne respinto. Roosvelt se ne servirà oltre 300 volte per tentare una riforma sociale.
L'uso del veto è sintomatico della debolezza di un Presidente nei confronti del Congresso.
-democrazia liberale (la più trattata)
-socialismo: si basa sulla tecnica dell'uguaglianza
-autoritario: il meno trattato, si rifiuta lo stato di diritto ed il subordinamento del potere politico a quello delle leggi, è la tecnica dell'autorità.
Lo stato autoritario si basa sulla titolarità del potere, infatti è la struttura istituzionale a determinarlo, quindi il potere è esercitato a prescindere dal consenso dei governanti.
Questa forma di stato ha finalità mutevoli, è una risposta alle democrazie liberali, poiché non prescindono dalla popolazione e mirano a promuovere il ruolo dell'esecutivo ponendo una linea di condotta finalizzata al massimo soddisfacimento del volere popolare.
Gli stati autoritari si dividono in:
Stati autoritari restauratori, che furono attuati principalmente nel 19° secolo, il più famoso rimane quello che seguì la Rivoluzione francese.
Stati autoritari conservatori, dove permangono inalterate le strutture interne dello stato.
Stati autoritari progressisti, in cui la concentrazione del potere serve per ammodernizzare lo stato stesso.
Stati autoritari teocratici, caratterizzati da una forte presenza religiosa all'interno dell'operativo.
Sono principalmente tre:
-Stato fascista attuatosi in Italia
-Stato nazional socialista attuatosi in Germania
-Stato franchista attuatosi in Spagna ed in Austria.
Stato fascista e nazional socialista sono realtà statuali diverse sotto molti punti di vista, si accomunano nell'idea unica di stato, nella mobilitazione totale della società per arrivare ad un contesto sociale totalmente nuovo e nell'istituzionalità della propaganda.
I punti in cui divergono sono nelle relazioni con la "chiesa", in altre parole le diverse forme di culto: lo stato fascista si allea con la religione, mentre la Germania si discosta dalla fede a causa della sua grande frammentazione religiosa interna. Inoltre nello stato nazional socialista vi era anche una componente "anticristiana", religione d'origine semita. Altra differenza va ricercata nell'intento di costruire un uomo nuovo, proprio del nazismo e quello di guida ed incanalamento delle persone.
Lo stato nazional socialista si affermò molto rapidamente, mentre il fascismo si affermò in maniera graduale, infatti, si accostò alla monarchia e conservò lo statuto Albertino. Nel nazional socialismo il leader assoluto è il Furher, mentre nel fascismo continua a mantenersi, anche se attenuato, uno stato di diritto, infatti, il partito unico è subordinato allo stato.
La divisione dei poteri è peculiare dello stato garantista, mentre lo stato autoritario rifiuta questa spartizione, infatti, Hitler aveva in mano tutti e tre i poteri, mentre Mussolini no.
446 d.C.: caduta dell'impero romano d'occidente a causa delle invasioni delle popolazioni del Nord-Est Europa. L'impero era una forza che manteneva coesi diversi paesi attraverso il commercio reciproco. Insieme con esso collassa anche il sistema stradale ed inizia una deurbanizzazione.
Questo processo è arrestato, anche se in parte, dalle invasioni islamiche, infatti, tramite la loro minaccia l'impero carolingio funse da polo attrattore per tenere unita l'Europa. Quest'unione risultò debole, perché non fu supportata da scambi di beni, inoltre ogni regione dell'impero decise di amministrarsi autonomamente, creando una forza centripeta sino alla definitiva rottura datata 877, da qui il sovrano non venne più considerato sacro, ma fu posto sullo stesso piano dei vassalli.
Ebbe luogo una grande frantumazione del potere, in special modo in Francia, caratterizzata da mancanza di economie di scambio e strutturata su un sistema concentrico dove il sovrano più forte difende quello più debole ricevendo in scambio favori, ciò dà vita ad una nuova pseudo-gerarchia ed ad un nuovo processo di riurbanizzazione.
Nel 1330 nascono le prime assemblee rappresentative, introdotte dalle popolazioni del Nord, come Vichinghi e Normanni.
Per capire se si è progressisti o conservatori si può regolarsi con questo schema:
A
Fiducia nel potere
B
Fiducia nella società
Se si tende verso il punto A, si risulterà di destra, se si tende verso B la natura del nostro pensiero sarà di sinistra.
STATO ASSOLUTO
Il potere pretende di perseguire il benessere collettivo e della persona, si punta all'ampliamento delle ricchezze. Il sovrano cerca di staccarsi dai vassalli con l'istituzione di un esercito autonomo che non dipenda da essi, ma che fosse regolamentato dalla burocrazia. Il sistema burocratico inizia ad instaurarsi, ciò costituisce un preambolo alla gestione privatistica antica. I funzionari amministrativi perdono la loro carica a vita, carica che non viene comperata, ma affidata dal sovrano.
Per regolamentare e regolamentarsi viene inserita la consuetudine, che diviene prassi e qui si fonda il nucleo centrale delle istituzioni future. Si dà corpo anche ad un apparato fiscale che consente al sovrano di non appoggiarsi più ai vassalli.
-In Francia il sovrano svuota la nobiltà di poteri, poteri tolti anche agli stati generali, che per 175 anni non si riuniranno più. Essi comprimevano la borghesia, vero asse portante dell'economia.
-In Inghilterra, invece, la borghesia e i nobili si dividono in due camere. Da qui nasce il bicameralismo e grazie ad una fiorente economia di commercio, la camera dei lords (nobiltà) si atrofizza dando lustro a quella dei comuni (borghesia).
(PRINGEPS LEGIBUS SOLUTUS: il sovrano è sciolto dalle leggi, questo fatto non occorre mai, giacché il reggente non è al di sopra delle leggi, ma ne è anch'egli sottoposto.)
Durante lo stato assoluto esso assume la sua personalità giuridica, fatto che esenta l'Inghilterra, dove le persone giuridiche rimangono tre. Purtroppo lo stato assoluto non è ancora stabile perché sottovaluta la borghesia ed il popolo, quindi nel momento in cui essi si ribellano cercando la propria "felicità", lo stato assoluto crolla. Questa ribellione fu portata dal rivalutarsi della figura umana e ciò corrode lo stato, che era abituato a considerare la borghesia ed il popolo incapaci di regolamentarsi in maniera autonoma.
Durante il 1600 in Inghilterra si prepara il futuro in maniera diversa, in quanto non avviene una rottura tra passato e presente, ma il passaggio risulta più graduale, poiché figure cancellate da altri stati continuano ad esistere. Ciò fu fonte di numerevoli critiche, prima tra tutte quella di Rosseau, che riteneva questo sistema pericoloso e controproducente. Il filosofo francese sostiene che l'uomo nasce libero. Libertà: autodeterminazione per la creazione dell'ordine sociale, l'individuo è in armonia e quindi libero quando anch'egli prende parte alla stesura delle leggi. Si partecipa con il criterio della maggioranza, la volontà popolare si esprime nella forza delle leggi, che devono essere generiche ed astratte. Se le persone non sono soddisfatte sono accettate la ribellione e la rivoluzione.
Durante il 1610 il giudice Hook affermò che vi erano dei limiti alle leggi del parlamento, poiché esistono leggi superiori ed i giudici hanno il potere di discutere ed adottare nel momento giusto. Questo non andava contro il parlamento, ma contro il re. Le idee espresse da Hook sbocceranno nella costituzione americana. Secondo il giudice inglese tutto si basa su leggi giusnaturalistiche, invece negli Stati uniti si pensa che i giudici siano la fonte del potere.
Alla fine del 1600 Locke scrive due trattati sulle fonti del diritto e dello stato, in cui lo stato è dominato dalla ragione (giusnaturalismo), egli attua uno studio di antropologia positiva.
Montesquiet afferma che chi ha il potere tende ad abusarne, quindi occore una barriera per limitarlo. Egli osserva l'Inghilterra, ma non si rende conto che già durante la pubblicazione de "Lo spirito delle leggi" è già nota la figura del primo ministro. Montesquiet fornisce una visione sociologizzata infatti accosta equilibrio interno ad equilibrio istituzionale, fornisce già la divisione dei poteri, ma a differenza di Locke aggiunge il potere giudiziario.
I giudici non danno interpretazioni delle leggi, ma sono semplicemente delle "bocche", sono meri esecutori, non hanno volontà propria, ma devono giudicare secundum legem e non interpretando le leggi.
Il potere esecutivo va conferito al re, che funge da blocco, può dare ordini e può bloccare gli altri poteri per creare equilibrio là dove venisse a mancare.
Ad attuare la divisione dei poteri ci pensano le prime costituzioni francesi dopo la rivoluzione francese, in precedenza già gli USA avevano applicato queste divisioni (1797) ed avevano voluto un presidente che si ponesse come figura antitetica al re. Questo sistema di divisione dei poteri è tutt'ora operante in America, poiché l'economia è forte e la società sostanzialmente rimane stabile, condizionata dalla paralisi dei poteri.
In alcuni paesi, però, la divisione dei poteri è respinta, essi sono gli stati socialisti e totalitari, ciò succede perché in loro il potere è mitizzato e le dialettiche paralizzanti sono accantonate.
Nel mondo moderno cade il mito della centralità della legge, auspicata da Rosseau, secondo il quale gli unici limiti della legge erano rappresentati da quelli naturali (es. "tramutar l'uomo in donna"). Non esistendo limiti attraverso le leggi si poteva fare ogni cosa, ciò comportava una supremazia schiacciante della maggioranza sulla minoranza, infatti, i primi schiacciavano i secondi legiferando a loro piacimento.
Per limitare ciò naque un nuovo limite: la corte costituzionale, che fu eletta garante delle leggi.
Nel nostro secolo nascono i partiti di massa e si fa più evidente la figura di uno stato astensionista, questo indusse ad un cambiamento, catalizzatosi nella normativizzazione della società. Ciò occorre anche ai giorni nostri e ci si sta movendo verso uno spostamento delle stesure verso il legislativo e l'esecutivo.
Entra in crisi la divisione dei poteri ed emerge la funzione d'indirizzo politico, quello che prima veniva considerato potere esecutivo (governo) diviene indirizzo, da qui il cambiamento dello stato astensionista in stato interventista, perché ora può intervenire anche sui diritti sociali, diritti considerati da molti non risiedenti sul piano legislativo, come in Francia dove essi figurano come preambolo alla costituzione.
La democrazia può essere:
-Diretta: lo erano la democrazia svizzera e greca arcaica, caduta quasi in disuso, oggi si sta riaffacciando sulla scena mondiale grazie alle nuove tecnologie che permettono la virtuale presenza ovunque. Essa non è necessariamente un bene, perché potrebbe portare all'"uomo forte", che catalizzando attorno a sé i voti potrebbe assurgersi a leader rendendo la democrazia plebiscitaria. Un retaggio della democrazia diretta è il referendum.
-Rappresentativa: forma più moderna ed agile, è caratterizzata dall'eleggibilità del parlamento, le figure dei giudici possono o meno essere elette dal popolo.
La democrazia è un sistema basato sul governo della maggioranza, nel rispetto dei diritti delle minoranze. Se una società è troppo omogenea o disomogenea si rischia di far saltare l'equilibrio che intercorre tra maggioranza ed opposizione. In questo secolo si è passati da un equilibrio sincronico ad uno diacronico, il primo è caratterizzato da un bilanciamento dei poteri, mentre nel secondo viene applicata la cosiddetta "oscillazione del pendolo" che alterna periodi di governo da una parte all'altra dello schieramento, mantenendo l'ordine.
In tempi moderni le norme costituzionali diventano armi per la conquista del potere, mentre nel 19° secolo garantivano il potere. Per arginare questo fenomeno occorsero nuovi strumenti per tutelare la stabilita, mezzi trovati nella rigidità costituzionale, ciò garantisce che le regole del gioco siano uguali per tutti e superiori alle singole volontà dei giocatori. Si è creato un sistema che rendesse più ostico la modifica della costituzione, sistema che prevede il coinvolgimento delle minoranze.
Governo ombra: nell'ottica della maggioranza si crea un'opposizione che si coalizza in un governo ombra, organo speculare al governo ufficiale, composto da una commissione in seno all'opposizione che osserva il governo ufficiale, questa forma di controllo non è attuata in Italia perché deficitari di bipolarismo.
Le classificazioni più antiche risultano oggi desuete perché non rappresentano più le odierne realtà. Le forme di governo erano considerate i sistemi di divisione, separazione e unione dei poteri, oggi ciò appare una classificazione anatomica dei sistemi. In questo secolo sì c'è focalizzati principalmente sull'indirizzo politico del potere esecutivo e legislativo, poteri che si stanno lentamente accorpando.
I sistemi si dividono in:
1) Presidenziali,
2) Parlamentari
3) Semipresidenziali
4) Direttoriali
5) Costituzionale puro
È un sistema monarchico con divisione dei poteri, che sono amministrati dal sovrano e dai suoi ministri, ma è il re ad avere in mano la sanzione e quindi il potere. Il Cancellierato si pone come via di mezzo, poiché la figura del cancelliere è eletta a tramite tra Re e ministri. I governi costituzionali puri sono sorti pressoché ovunque, infatti, si possono considerare come una forma di transizione verso i governi parlamentari.
Si attua quando il costituzionale puro è collocato in ambiente parlamentare, in esso vi è una netta divisione dei poteri, la figura del presidente ha carattere esecutivo ed è staccata nettamente dal parlamento con ambiti legislativi. Nessuno dei due può interferire con l'altro. Questa forma di governo nel 19° secolo veniva interpretata più in maniera congressuale, in altre parole il centro del potere risultava il parlamento al contrario di ciò che succede oggi. Questo sistema venne copiato in America latina, sommandovi elementi che portarono ad una degenerazione del sistema detto presidenzialismo. Anche in Europa si tentò il trapianto del sistema, ma naufragò miseramente, perché in Francia durante la II Repubblica, un nipote di Napoleone venne eletto presidente, ma con un colpo di stato si elesse Napoleone III, disgregando la fiducia in questo sistema.
Negli Stati Uniti i sette articoli della Costituzione federale del 1787 sono rispettivamente dedicati ai Poteri: Legislativo, Esecutivo e Giudiziario rappresentano il testo del più antico documento costituzionale ancora in vigore.
Inoltre, esso si presenta come una costituzione rigida, modificabile solo con appositi emendamenti, richiedenti un complesso procedimento di formazione in cui intervengono anche gli Stati- membri, mentre l'autorità giudiziaria può non applicare le leggi ordinarie con esso contrastanti (c.d. controllo giurisdizionale di costituzionalità delle leggi).
I poteri devono essere divisi e l'obiettivo è difendere i cittadini dal potere così come per gli Stati dalla Federazione; quest'ultima non deve essere troppo forte.
Secondo la visione illuministica, la Costituzione è espressione del contratto sociale, inoltre la Costituzione americana fu rettificata nel 1788-89.
Nella guerra di secessione, gli Stati del Nord vinsero contro quelli del Sud, tale fase si concluse definitivamente negli anni '50.
Nel 1789 scoppiò la Rivoluzione Francese.
La Costituzione americana prevedeva la possibilità di introdurre emendamenti al testo: i primi 10 emendamenti, votati nel 1791, consistettero in una specie di dichiarazione dei diritti individuali dei cittadini americani.
Alla corte suprema era attribuita una giurisdizione estesa a "tutti i casi, di diritto e d'equità".
La funzione legislativa è stata attribuita ad un congresso bicamerale formato da una Camera dei Rappresentanti e da un Senato di 100 membri; i deputati sono eletti per due anni in altrettanti collegi uninominali mentre i senatori sono eletti per sei anni dagli elettori dei singoli Stati membri.
Il senato si rinnova per un terzo ogni due anni.
Le leggi elettorali sono leggi statali cioè di competenza dello Stato.
La prima camera ha un ruolo dominante rispetto all'altra; anche se vi è un bicameralismo paritario nella progettazione delle leggi.
Il congresso ha i suoi organi che possono essere:
le commissioni parlamentari (22 per la camera e 16 al senato);
le commissioni di difesa.
Quando si pensa a questa forma di governo ci si riferisce immediatamente alla Svizzera, il nome direttorio venne prelevato dai governi che si susseguirono durante la Rivoluzione francese, i "direttori". Si tentò di farla attecchire anche in America meridionale per ben due volte: dal 1917 al 1933 e dal 1951 al 1966, ma il tentativo fallì anche perché si tentò di superare un'eccessiva personalizzazione del potere.
In Svizzera vi è un'assemblea bicamerale e un parlamento bicamerale, che in seduta comune eleggono sette membri, in carica per quattro anni, che a loro volta eleggono un leader che unisce in sé la figura di capo dello stato e capo di governo, e viene eletto a rotazione. Non esiste il voto di sfiducia e lo scioglimento anticipato, così in caso di crisi il presidente non si dimette, ma sposta le proprie idee per compiacere l'assemblea, questo può avvenire perché si è in un sistema omogeneo.
Questo è il nostro sistema, nel quale l'indirizzo politico è condeterminato da governo e parlamento, infatti, il governo è legato da una responsabilità politica verso il parlamento.
Esso nasce attraverso un succedersi di prassi e consuetudini dal sistema inglese del 1782, in Europa continentale attecchisce prima in Francia, poi in Belgio e nel 1848 anche in Italia.
In esso si attua un processo di razionalizzazione del sistema parlamentare, infatti, il governo parlamentare si costituzionalizza passando dalla prassi alle costituzioni. Si copia ciò che è prodotto dall'Inghilterra, ma essendo quest'ultima paese dinamico, ci si accorgerà che a seconda del periodo analizzato si riscontrano evoluzioni diverse.
Dopo la I guerra mondiale vi è un'ondata di nuove costituzioni che esprimevano due logiche contrapposte: da un lato vi era il contrasto tra presidente e parlamento, dall'altro il presidente rappresentava il parlamento, che era limitato dalla sua presenza, ciò fu elemento di base nella Repubblica di Weimar.
Un altro modello delle costituzioni fu quello Austriaco, che esprimeva la filosofia di Kelsen, dove la politica era vista come un sistema per creare un compromesso tra società opposte. Ciò è basato sul modello monista, un sistema che è il più avanzato e maturo. Kelsen proponeva di privilegiare il luogo del compromesso, nel nostro caso il parlamento, in seguito queste idee furono riprese in Italia durante il compromesso storico.
Nel II dopoguerra si ci stacca dalle idee inglesi, si cerca di rendere il governo più stabile ed il parlamento più efficiente, questo periodo fu nominato epoca dell'ingegneria politica o costituzionale. Questo fu anche il periodo in cui naque la maggioranza distruttiva, essa derivava dalla conciliazione delle ali, ovvero destra e sinistra si coalizzano per distruggere qualche cosa, ma questa situazione ha in sé il germe del fallimento, infatti i due schieramenti opposti tenteranno di aggiudicarsi il potere a discapito dell' altro.
I sistemi parlamentari si possono dividere in:
bipartitici
multipartitici moderati
multipartitici estremi
-Nei bipartitici ricopre grande importanza il capo del governo, mentre il capo dello stato gode di pochi vantaggi, infatti il potere del capo dello stato è inversamente proporzionale alla chiarezza politica.
-Nei multipartitici moderati (o temperati) i partiti non sono molti e quindi si possono raggiungere accordi seri di coalizione che verranno rispettati.
-Nei multipartitici estremi i partiti sono molti e gli accordi risultano essere fragili. A questa divisione esistono altri due sottoinsiemi: multipartitici estremi a frammentazione, come la Repubblica di Weimar ed i multipartitici estremi a partito dominante, nei quali vita politica e partito si affiancano.
In Italia il sistema adottato è quello di multipartitismo estremo a partiti dominanti, ciò crea instabilità dei governi, anche se solo in apparenza, perché in buona sostanza le crisi si risolvono con scambi di poltrone, lasciando la crisi solamente di facciata. Da ciò si può evincere che la stabilità politica è inversamente proporzionale alla stabilità del governo.
Sistema molto attuato nell'attuale Germania è la sfiducia costruttiva, che è il meccanismo attraverso il quale al fine di far cadere un governo, non basta solo la sfiducia, ma bisogna anche eleggere un nuovo cancelliere ottenuto a maggioranza.
La Francia risulta essere un buon laboratorio di analisi, in quanto ha cambiato numerose volte il suo assetto partitico. Si intervenne sugli equilibri costituzionali nel 1951, si sono inseriti diversi ritocchi al proporzionale per spingerlo verso il maggioritario, si è cercato di dare più spessore alla figura del Primo ministro. Inoltre si cercò di percorrere la via della sfiducia costruttiva, sino ad arrivare alla V repubblica guidata da De Gaulle, il quale sosteneva che al parlamento andasse opposta la figura del Capo dello stato, questo portò alla nascita del sistema semipresidenziale.
In questo sistema il parlamento ed il capo dello stato sono eletti direttamente dal popolo, il potere è mobile, infatti, in ogni paese il potere conferito al capo dello stato è mutevole e può essere più o meno forte. Questo sistema si fonda generalmente su base proporzionale, quindi si ha la costituzionalizzazione della proporzionale, si sta cercando di irrigidirla soprattutto negli ultimi periodi.
In USA queste due figure sono legate ed inscindibili dal voto di sfiducia.
In Francia presidente e parlamento sono legati da voto fiduciario, si assiste alla mitizzazione del capo dello stato attuata per contrastare una troppo elevata frammentazione dei partiti. Questo sistema non funziona già sotto De Gaulle, fu egli a proporlo sicuro nella sua supremazia, ma ricevette una doccia scozzese quando, seppur vincendo le elezioni, dovette andare al ballottaggio riuscendo a spuntarla grazie solo ad una coalizione di partiti, ciò portò ad un bipolarismo, anche se solo per convenienza. L'investimento da parte del popolo del Presidente della Repubblica rafforzò il bipolarismo, ma questo nuovo sistema portò nuovi guai, infatti, una nuova instabilità si ripresenta alla prima occasione: la disaffezione dei cittadini alla vita politica causata dalla sfiducia nelle istituzioni.
In Europa il sistema presidenziale si è largamente diffuso, eccezion fatta per tre paesi: -l'Italia, segnata dalla dittatura fascista,
-la Germania, segnata nel profondo dal nazional socialismo
-la Grecia, che fu malamente amministrata dal governo dei colonnelli
Tutti questi paesi vissero l'esperienza infelice dell'"uomo forte", possibile degenerazione del semipresidenzialismo.
Anche nell'Est Europa questa forma di governo ha attecchito sorprendentemente bene, forse perché molti leader si sono esposti personalmente rendendosi uomini forti.
Il capo dello Stato nei nuovi sistemi è più una figura di garanzia. I prodotti istituzionali odierni sono il risultato della storia.
Il governo parlamentare classico è d'origine britannica e regolato puramente da norme consuetudinarie e di correttezza costituzionale.
IX secolo giungono i Sassoni dalla Germania e s'insediano sul territorio inglese, instaurando l'embrione del Parlamento costituito da un'assemblea degli ordinari che aveva il compito di interpretare e applicare la legge del territorio; in quest'ottica il Re aveva poteri molto limitati.
Nel 1066 fu un periodo di svolta: epoca di conquista Normanna da parte di Guglielmo il conquistatore verso l'Inghilterra, dove creò una piccola feudalità che si contrappose ai grandi feudi sassoni; da qui inizia la storia che diversificherà l'Inghilterra.
In ogni epoca è presente in Gran Bretagna uno stato cuscinetto, pronto ad assorbire i mutamenti della società ed a farsi promotore di cambiamenti che condurranno allo sviluppo.
Attorno al Re si crea il concilio che è costituito dalla grande nobiltà, il sovrano intuendo l'importanza della middle class e delle piccola nobiltà si fa promotore di un'espansione del consiglio che inglobando queste due nuove classi viene ribattezzato maximum concilium, embrione del parlamento.
Il Re si affianca consiglieri fidati estratti dalla nobiltà e li racchiude nel concilium regis, considerato l'embrione del governo.
La fine del XII secolo è turbolenta, a causa della lontananza del sovrano Giovanni Cuor di leone sostituito dal meno abile Giovanni Senza Terra il quale si scontra con numerosi problemi, in primis la guerra con la Francia (Beauville) nel 1214 ed i Normanni.
Non potendosi impegnare su due fronte contemporaneamente, decise nel 1215 di firmare la Magna Carta è un patto che deve essere rispettato dove si affermava che i diritti dei nobili così come quelli dei vassalli sono garantiti, e senza il voto del parlamento si possono inasprire le tasse.
Negli Stati Uniti ancor oggi i processi civili sono giudicati dalla giuria, oltre ai processi penali.
Essa ulteriormente sanciva il diritto di " no taxation without rappresentation". La validità della carta va scovato nel fatto che essa sia un patto e vada rispettato.
Il parlamento cresce e conquista il potere di contrastare gli Sceriffi, di ascoltare i cittadini e tende a configurarsi in qualcosa di rappresentativo.
Il parlamento inglese (nasce nel 1682) poteva impiegare il voto di sfiducia, mentre il governo avrebbe potuto proporre al sovrano lo scioglimento anticipato della Camera elettiva.
Esso si uniforma in due camere:
-Lord (era l'organo giudiziario),
-comuni (aveva iniziativa in campo finanziario).
Quest'ultima diverrà importante grazie alla crescita di importanza della middle class portata dal dissanguamento dei nobili nella Guerra delle due Rose (fine 1300).
La camera più importante si rivela quella dei Comuni, infatti essa può legiferare,avendo acquistato potere legislativo.
Il Parlamento, che era sovrano rispetto al re, condizionò nel 1628 ogni votazione d'ulteriori sussidi all'accettazione da parte del re di un documento denominato petizione di diritto che dichiarava illegali le tasse imposte senza il consenso dello stesso parlamento.
I Tudor sono protagonisti dello scisma inglese.
Enrico VIII inserì nella società anche l'attrito della religione, che portò ad una insanabile frattura che condurrà allo scisma dalla chiesa di Roma.
Salì al trono Elisabetta la grande, figlia illegittima di Anna di Bolena ed Enrico VIII, era maestra nell'arte della dissimulazione e del calcolo politico, purtroppo non concesse la sua mano a nessuno ed il suo successore fu Giacomo I Stuart.
Gli insuccessi in campo economico e militare favoriscono gli attacchi del Parlamento inglese contro Giacomo I ed il suo successore Carlo I che decide lo scioglimento dell'assemblea rappresentativa.
Nel 1629 vi è la prima costituzione repubblicana scritta, la figura del re è di colui che regna non che governa, non può sbagliare quindi deve essere affiancato da qualcuno che controfirmi gli atti (impichment).
Lo smantellamento delle strutture assolutistiche, la condanna dei ministri del re ed il problema del controllo delle forze armate determinano la reazione di Carlo I scatenando la guerra civile tra le forze parlamentari (teste rotonde) ed il partito realista (cavalieri): Sconfitte le truppe regie di Cromwell emergono nel Parlamento e nell'esercito notevoli divergenze religiose e politiche; intanto Carlo viene processato e condannato a morte.
La nascita del Commonwealth è contrassegnata da un accentramento dei poteri nelle mani del Lord protettore e dei grandi dell'esercito, dalla repressione del movimento dei livellatori, dal massacro dei ribelli cattolici irlandesi.
Dopo la restaurazione, nel 1679 Carlo II concesse "abeas corpus", in altre parole non si possono più effettuare arresti illegali.
Giacomo II, però, abrogò questa norma, portando ad una situazione instabile e pericolosa, infatti i cattolici tentarono di infiltrarsi nell'esercito, destando forti reazioni da parte del parlamento.
La Francia appoggiò il Re, che sciolse il Parlamento, ma i Lord proclamarono un nuovo Re: Guglielmo D'Orange.
Giacomo II fuggì in Francia e la camera lo considera abdicatario, così inizia la monarchia elettiva, dove la sovranità del Re era in funzione degli altri organi dello stato. La camera diviene elemento unificante, poiché i poteri si stanno separando ed il parlamento s'irrobustisce.
Nel 1701 entra in vigore il " Act of Settlement", in cui si sancisce che il sovrano non può essere cattolico, il parlamento, con questo atto, mise mano anche sulla successione al trono.
In questo atto viene sancito che i giudici possono essere rimossi solo attraverso l'impichment e solo dopo lunghe ed articolate procedure, si afferma l'incompatibilità tra cariche regie e parlamentari, onde evitare la corruzione (punto rimosso nel 1705).
In questo periodo storico si assiste al passaggio alla Monarchia costituzionale, in cui si assiste ad un gioco di equilibri tra Parlamento e casa Reale. Si effettua una divisione dei poteri nella gerarchia, al cui gradino più alto viene posto il Parlamento.
In Inghilterra il Governo è l'erede del Concilium Regis, che era il consiglio privato del Re. Sotto Carlo II nacque la figura Primo Lord del tesoro, figura d'importanza strategica, essa diverrà con il tempo la figura del primo Ministro.
Giorgio I Hannover fu il primo reggente non inglese, infatti era tedesco, egli è eletto Re perché la stirpe reggente protestante si esaurisce, sotto il suo comando la figura del lord del tesoro aumenta di importanza.
Giorgio II si rende conto di questa crescita e vuole mandare via questa figura, ma Lord Walpole assume il potere per 10 anni, creando una sorta di dittatura.
Il sistema parlamentare nacque poiché i ministri acquisirono una grande responsabilità, che se tradita veniva punita con l'impichment e la conseguente decapitazione. Ciò portò i membri delle camere a non approvare qualsiasi cosa venisse proposta dal Re, perché lui non sarebbe stato punito, ma i parlamentari sì.
L'impichment in seguito venne usato esclusivamente come spauracchio per fare modificare le posizioni ai parlamentari.
Giorgio III, Re debole e malato, si oppose pesantemente al Parlamento, egli fa allontanare il primo ministro, che trascina con sé tutto il Governo. Messo alle strette il Re dovette nominare Primo ministro Pit il Giovane, con cui nacque la forma di governo parlamentare.
Nel 1682 votava solo il 4% della popolazione inglese, conferendo così ai partiti carattere elitario e conferendo alla maggioranza un carattere non netto, causando uno sfaldamento molto veloce, Giorgio III fu abile, in un primo momento, a mantenere coesa la maggioranza. Nel 1832 il voto venne riformato attraverso il Riform Act
Giungiamo alla conclusione che l'origine del sistema parlamentare risale all'uso distorto dell'impichment.
Tutto il 1800 è caratterizzato da partiti parlamentari, con la presenza di uno Stato interventista; nel 1918 si attua la svolta: il suffragio universale maschile e successivamente, nel 1928, fu esteso anche al sesso femminile.
Nel 1900 vi è la nascita del partito laburista (nato dalla fusione di tre sindacati e altre associazioni).
Nel 1929 si hanno due governi di patto:
Liberali,
Laburisti
Vi fu un periodo di tripartitismo che durò 20 anni.
Negli anni '30 la crisi economica mise a dura prova i governi e soprattutto con l'instaurazione del sistema elettorale maggioritario, dove i liberali proposero di sostituirlo con quello proporzionale che eliminerebbe il bipartitismo.
Il maggioritario è un sistema di destra tranne per l'Inghilterra che è difeso dalla sinistra; secondo Lascki, i sistemi proporzionali sono perniciosi.
Tale idea si è trascinata fino a che non è comparso in politica Tony Blair.
Il partito conservatore inglese ha abbandonato l'idea di liberismo e capitalismo mentre il partito laburista quelle di socialismo.
Il sistema uninominale, dove il vincitore è colui che ha ottenuto la maggioranza assoluta ed il numero di collegi elettorali è pari a quello dei seggi da coprire, è favorevole ai partiti grandi mentre danneggia i piccoli partiti d'opinione o intermedi quindi i liberali.
LEGGE DEL CUBO: nel passato si affermava che il rapporto rappresentativo tra i due grandi partiti in lizza finiva normalmente per corrispondere espresso in seggi, al rapporto tra i voti rispettivamente conseguiti elevati al cubo.
Il periodo tatcheriano portò grande prosperità all'Inghilterra, ciò però venne ottenuto a discapito delle fasce più deboli che si ritrovarono alla mercè del nuovo welfare. Durante questo periodo il partito Laburista rimase in disparte nella scena politica, questo fatto va imputato alla profonda riorganizzazione che attraversò questo schieramento prima della sua successiva ricomparsa sulle scene. Per ovviare a quest'assenza venne creato un governo ombra, in pratica il partito di opposizione crea in seno a se stesso un governo parallelo che marca stretto il governo ufficiale, ciò in Inghilterra non solo risulta legale, ma il leader del partito riceve regolare stipendio per quest'attività. Quando il partito al governo cade, il governo ombra assume il ruolo di governo ufficiale.
Nella terra d'Albione il pensiero comune attribuisce il mandato al collettivo del partito e non ad una sola persona.
L'Inghilterra contemporanea è in rapido mutamento, infatti, la corona risulta avere un'importanza solo simbolica, mentre la camera dei Lord è poco più che un retaggio del passato.
I laburisti negli anni '60 tentarono di intaccare ulteriormente la monarchia sottraendole i simboli del potere, come ad es. trasformare Buchingam Palace in un museo, perché troppo esoso da mantenere.
In quegli stessi anni forze centrifughe iniziarono a manifestarsi in Galles e Scozia, che chiesero con grande veemenza l'indipendenza, per tamponare questo problema si propose la devolution, ma il piano non decollò. In risposta a questi gruppi nazionalistici organizzati iniziarono a rafforzarsi, ponendosi come aghi della bilancia del potere.
Negli anni '70 vi fu un governo di coalizione, che venne susseguito da uno Laburista, che porterà alla ribalta Tony Blair, vero riformatore che si discosterà pesantemente dal passato, riuscendo nel 1998 a fare approvare la devolution, che verrà messa in pratica nel 2000.
In quest'ottica la Scozia dispone di un suo parlamento con competenze residue, anche se molto poche, il parlamento scozzese viene eletto come in Italia.
STATO SOCIALISTA
Si fondava sulla dottrina Marxista, era basato sul principio di unità del potere statale. In questa particolare forma di stato si affermava che la dottrina di Montesquiet era stata elaborata con un intento garantista, ciò risultava superfluo per lo stato socialista, perché al suo interno non vi erano divisioni di classi, infatti si ha una società omogenea. Il principio di unità statale risultava comodo all'URSS, perché dovendo trascinare un popolo eterogeneo e disperso su un grande territorio, la separazione dei poteri risultava dannosa. Questa teoria rimase tale, in quanto i tre poteri anche se in maniera sfumata rimanevano separati.
In quest'ottica nacquero i Soviet, persone elette dai cittadini che rappresentavano. Ognuno di essi eleggeva al suo livello organi Giurisdizionali ed organi esecutivi che rendevano conto direttamente ai Soviet, gli unici a distaccarsi da questa dipendenza erano i Procuratori.
Nel 1897 l'Unione Sovietica era divisa in cinque livelli:
1°il villaggio, piccola borgata, città.
2° distretti
3° regioni
4° repubbliche federate ed autonome
5° unione sovietica.
PRESIDIUM
eleggono
SOVIET SUPREMO CONSIGLIO DEI MINISTRI
eleggono URSS
Soviet Soviet
unione 750 nazionalità
Lo stato socialista poteva avere solo una costituzione-bilancio, perché esso è in viaggio verso il comunismo e quindi la costituzione è solo un passo verso il vero comunismo. Ogni volta che veniva pubblicata essa era già obsoleta a causa di questo continuo movimento, per questo il Presidium varava dei decreti che la violavano apertamente ed entravano in vigore a tutti gli effetti.
Nel 1977 vi fu una costituzione che fece eccezione, fu elaborata da Cruschev quasi due decenni prima, negli anni '60, in essa erano elaborati i diritti dei cittadini, questa costituzione venne varata da Breschev.
Al di sotto della costituzione vi erano le leggi ordinarie, le norme venivano demandate al Presidium (composto da 39 membri), le norme entravano in vigore il giorno dopo l'emanazione e venivano ratificate quando si riuniva il Soviet supremo.
Questo organo eleggeva anche il consiglio dei Ministri, i ministeri erano a capo di vari settori della vita economica del paese.
Il consiglio dei Ministri aveva al suo interno i ministri federali che avevano il potere in tutta l'unione sovietica.
In quest' ottica il sistema federale ricalcava quello degli attuali USA ed era sancito nella costituzione, però non esisteva un organoi predisposto a giudicare se una norma fosse o meno costituzionale.
Un altro principio su cui si fondava lo stato socialista era quello della doppia dipendenza: da un lato vi erano le elezioni dirette dal basso verso l'alto di alcuni organi, dall'altro lato tutti gli organismi (i Soviet) erano direttamente responsabili verso gli elettori.
Le decisioni prese dal soviet supremo annullavano quelle dei soviet inferiori, rendendo di fatto l'autonomia inesistente.
I ministri si suddividono in:
-ministri federali,
-ministri federati repubblicani.
Nella costituzione del 1977 all' ARTICOLO 6 era sancito il ruolo guida del partito comunista, esso era l'unica guida ideologica del paese e quindi era vietata la creazione di altri partiti che divergessero dall'idea del partito.
ARTICOLO 7: i vari apparati o associazioni divengono a far parte dello Stato, elemento assente nella concezione Staliniana.
ARTICOLO 70: enuncia come il federalismo è l'unico modo per giungere al comunismo.
ARTICOLO 71: elenca le 15 Repubbliche
ARTICOLO 73 COMMA 3:in cui si afferma che anche al Soviet Supremo sono affidate le competenze residue.
ARTICOLO 76: elenca le competenze residue da attribuirsi alle regioni ed alle federazioni.
ARTICOLO 107: afferma che il deputato dei Soviet supremo risponde del proprio operato ai suoi elettori.
ARTICOLO 131: tratta delle competenze proprie del Consiglio dei ministri che emana decreti e ordinanze su tutto il territorio.
COMITATO
CENTRALE
POLITBYURO
CONGRESSO SEGRETARIATO
PCUS
(ogni 5 anni)
L'URSS è una federazione con un potere decentrato, pur mantenendo un saldo potere centrale, il decentramento è dovuto alla negazione dell'autonomia che segna un contraccolpo opposto nei confronti del suddetto potere centrale.
Una caratteristica del sistema sovietico è l'esigenza dell'unità,portata da una presenza elettorale sparsa su milioni di chilometri quadrati e d'eterogenea origine.
Le parti III e IV sono inerenti agli organi amministrativi, quest'ultima nel merito tratta i soviet popolari e la loro elezione.
I Soviet sopravvivranno al crollo dell'unione sovietica, instaurandosi anche nella neonata società comunista.
1° CAPITOLO: tratta l'attività dei Soviet, i quali hanno tutte le funzioni pubbliche; durano in carica 5 anni eccezione fatta per quelli popolari che durano 2 anni e 6 mesi.
Per l'elezione dei Soviet, il voto è segreto, per votare il candidato scelto bastava barrare il nome del soggetto cui il voto non doveva giungere, il partito proponeva un solo candidato.
3° CAPITOLO: tratta dello status dei deputati dei Soviet supremi, essi potevano continuare nelle loro attività lavorative anche dopo l'elezione perché il soviet si riuniva saltuariamente.
-Soviet supremo dell'URSS;
-presidium del Soviet supremo dell'URSS;
-consiglio dei ministri.
Il principio dell'unità del potere si basa sul fondamento dello Stato di diritto, dove le classi sociali sono distinte in base ai loro livelli economici.
L'organo centrale del potere statale è il Soviet Supremo che si compone di due camere formate da 250 deputati cadauna, nominati in base proporzionale al territorio.
Le camere sono convocate dal Presidium del Soviet Supremo dell'URSS, le quali emanano leggi di loro competenza esclusiva e si limitano a promulgare le leggi già approvate dal Presidium ed entrate in vigore precedentemente.
Raramente il Soviet supremo dell'Urss raggiunge i 15 giorni di sedute ogni anno, mentre il Presidium si riunisce per il rimanente periodo dell'anno, s'intensificano i lavori delle commissioni permanenti che saranno approvate dal Soviet.
Le riunioni del soviet supremo sono precedute da quelle del partito comunista, il Presidium del soviet supremo è composto di 39 membri più il Presidente, la sua presenza coincide con quella del comitato centrale del partito.
Il consiglio dei ministri è eletto dal Soviet Supremo dell'Urss, egli deve operare secondo il principio della propria dipendenza perché i suoi atti potevano essere abrogati da un organo superiore.La gerarchia aveva forma presidenziale, all'interno del partito vi erano le cellule, che disposte strateggicamente all'interno di ogni cosa (dalle industri ai dopolavoro) fungevano come strumento di controllo da parte del governo centrale.
L'unica eccezione era rappresentata dalla repubblica federativa sovietica, dove gli eletti entravano direttamente a fare parte del congresso e del comitato centrale.
Politbyuro: era l'organo politico del partito. Le sue scelte passavano al segretariato, composto da 21 membri. Il controllo capillare era garantito dalle nomenclature, essa era la lista delle funzioni più importanti approvate dal partito, secondo cui nessuno poteva essere allontanato senza l'assenso del partito.
Il PCUS era fondato sul principio del centralismo democratico, che era regolamentato da due norme: 1° il principio democratico, ovvero le elezioni erano dal basso verso l'alto, che deve rendere conto agli elettori.
2° il divieto di frazionismo, ovvero l'opposizione non poteva contrastare la maggioranza né tantomeno organizzarsi contro essa.
Dopo il 1985 la classe dirigente è costretta ad abbandonare il potere per raggiunti limiti di età, percui giungono al potere uomini nuovi, tra cui Gorbaciov.
Egli iniziò una radicale riforma del partito, con il 27° Congresso si stesero le linee guida per lo sviluppo dell' URSS, esse furono principalmente:
Perestroyka: si modificò l'aspetto economico, rendendolo più simile a quello europeo
Glasnost: ovvero completa trasparenza ed apertura verso l'estero del paese.
Da ciò prende campo una maggiore democratizzazione del sistema, nasce un organo intermedio che ricrea il parallelismo tra struttura dello stato e del partito.
Al sistema, prima esplicato, viene aggiunto il congresso dei deputati popolari dell'URSS.
Nacque la figura del capo dello stato monocratico (presidente dell'unione sovietica) che avrebbe dovuto avere elezione popolare. Venne fondato anche un organo di legittimità costituzionale.
Nel 28° congresso, l'ultimo del PCUS, venne sancita l'eliminazione dell'ART.6 dalla costituzione.
SEMIPRESIDENZIALISMO
È una forma di governo dualistica: Parlamento e Capo dello stato, tra questi due soggetti esiste un rapporto fiduciario. Il Capo dello stato è eletto dal popolo e quindi legittimato alla pari con il Parlamento.
Le forme di governo semipresidenziali funzionano sostanzialmente come forme parlamentari, poiché il presidente si è sempre mantenuto super partes, questa però risulta essere l'eccezione.
Il funzionamento della forma Semipresidenziale si può prevedere attraverso:
i poteri che la costituzione dà al Capo dello Stato come poteri simbolici o procedurali, poteri di garanzia, che sono atti a garantire il normale funzionamento dell'apparato sancito dalla costituzione, i poteri d'indirizzo politico, raramente conferiti, che concernono in un'assegnazione solo settoriale o in casi eccezionali, come accadde nella V Repubblica francese all'articolo 16 e nella costituzione di Weimar all'articolo 48.
origine politica in cui una maggioranza compatta e solida supporta il Presidente anziché il 1° Ministro e quindi il primo otterrà i poteri e sarà, di fatto, il leader, come nella V Repubblica francese.
In quest ottica De Grulle usò spesse volte il referendum come un voto di fiducia per il Presidente, ciò modificò profondamente l'aspetto dei partiti s portò verso il bipolarismo.
ELEZIONI DEL CAPO DELLO STATO
Possono avere funzione bipolarizzante e in questo senso furono usate in: Francia, Finlandia, Portogallo e Austria, il presidente è eletto se ottiene la maggioranza assoluta, se ciò non osta si va al II turno dove vengono votati i due che hanno conseguito maggiore successo nel I turno.
In altri paesi i sistemi erano congeniati in modo da favorire il bipolarismo, come nella repubblica di Weimar, in cui se nessuno otteneva la maggioranza assoluta nel I turno si passava ad un II turno con maggioranza relativa in cui tutti i candidati presentatisi al I turno potevano ripresentarsi oppure farsi sostituire da altri. Questo sistema venne usato nel 1915 e nel 1922, durante queste votazioni i candidati deboli si ritirarono facendo confluire i voti verso i candidati di destra sinistra e comunisti. Questo ebbe un risultato distruttivo, infatti, la separazione tra sinistra e comunisti portò alla vittoria della destra ed all'elezione di Indemburg, che diede il la a Hitler.
ISLANDA, FINLANDIA (sino al '91) E IRLANDA
a) in Islanda vi è un maggioritario a turno unico senza soglia, ovvero chi ha la % più alta di voti vince, ciò non favorisce la bipolarizzazione.
b) In Finlandia le elezioni sono indirette, poiché i cittadini eleggono dei "grandi elettori" che nominano a loro volta il Presidente, a differenza degli USA qui il sistema è proporzionale.
c) In Irlanda si attua il voto singolo trasferibile, in cui occorre la maggioranza per essere eletti e nel II turno la maggioranza viene già stabilita in base all'ordine di preferenza dei candidati. Se nel I turno ottiene la maggioranza si va al II dove vengono conteggiati i voti di seconda e terza scelta, già segnati dagli elettori nel primo turno, sino ad arrivare ad un candidato con la maggioranza assoluta, in questo sistema il Presidente ha pochi poteri.
SISTEMA ELETTORALE PER IL PARLAMENTO
Anche in Francia vi sono due turni, se non si passa il I si va al II, caratterizzato dalla sua apertura a chiunque tra i candidati raggiunga il 12,5% degli elettori iscritti, ovvero su tutti quelli che avrebbero diritto al voto. Ciò porta più realisticamente questa percentuale oltre quella indicata, sfiorando il 15-20% dei votanti, ovvero delle persone che si sono materialmente recate al voto.
Il più proporzionale dei sistemi elettivi fu quello della Repubblica di Weimar, contraddistinto da un calcolo predeterminato della % elettorale, per es. ogni 60.000 voti un seggio, per rastrellare tutti i voti erano previste delle circoscrizioni più grandi che inglobavano quelle piccole in cui affluivano i voti rimasti fuori dell'assegnazione.
In Portogallo si usa il metodo di Hondt, esso sancisce che il risultato di una circoscrizione debba essere diviso un numero N di volte, i seggi andranno ai partiti tra quelli più votati.
Vi sono da assegnare sei seggi, essi vanno a chi ha i risultati più alti:
ad A andrà 1 seggio (1000 diviso 1),
a B andranno 2 seggi (1500 diviso 1, 1500 diviso 2),
a C andranno 3 seggi (2000 diviso 1, 2000 diviso 2, 2000 diviso 3)
REFERENDUM
In Francia è di iniziativa presidenziale ed è sia propositivo che abrogativo.
In Finlandia il referendum entrò nella costituzione nel 1987, prima si applicò attraverso leggi del parlamento.
Nella Repubblica di Weimar il presidente poteva indire un referendum anche per risolvere problemi sull' approvazione delle leggi.
DEMOCRATIZZAZIONE DELL'EST EUROPA
Una data molto importante è il 1989, la democratizzazione è graduale ed è anche l'unica scelta che possono fare.
Tale processo non è rapido e occorre 10 anni di preparazione sotterranea.
Il processo si dissemina nei seguenti paesi:
Polonia,
Ungheria,
Cecoslovacchia,
Romania,
Bulgaria,
non ha preso la Germania orientale.
Iniziato in Polonia con il movimento Solidarnosh, si è stabilizzato in 10 mesi a differenza dell'Ungheria che ha richiesto poche settimane.
Le manifestazioni a Bucarest e tutte le televisioni del mondo l'hanno rappresentato come un evento drammatico.
Questo processo ha durato diverse: per la Cecoslovacchia 10 settimane, per la Romania e Bulgaria ha lo sbocco con la rivoluzione (10 ore) e non hanno avuto un'esperienza democratica.
La Rivoluzione di velluto si è realizzata nei paesi civilizzati.
Vi sono alcune realtà come la Bulgaria che era sotto un regime totalitario a differenza d'altri paesi più liberi, sotto regime autoritari come la Polonia che aveva uno spazio di libertà civica maggiore rispetto alla Bulgaria.
La differenza tra la Polonia e l'Ungheria è che la prima è stata organizzata con personalità politiche forti come Solidarnosh e Valesa, mentre per l'Ungheria vi fu una rivoluzione tecnocratica.
La situazione della Germania Orientale è diversa in quanto vi è contemporaneamente un processo d'unione; senza un certo dialogo si giungerà alla democratizzazione di un paese.
Nel 1968 vi è stato il primo evento di democratizzazione: la primavera di Praga dopo di ciò si è creato un sistema di controllo forte, come in Cecoslovacchia, il sistema schiacciò l'opinione di modo tale che nessuno si volesse pronunciare.
Esistono delle tradizioni storiche diverse come la Cecoslovacchia prima della II guerra mondiale, Praga era l'ombelico culturale non indifferente.
Dopo la II guerra mondiale, vi fu la scissione tra la Repubblica Ceca e quella Slovacchia, dove quest'ultima i comunisti salirono al potere grazie alle elezioni e addirittura chiesero di essere inglobati nella Russia come XVI nazione.
Le strutture preesistenti, anche se largamente distrutte, diedero un impulso allo sviluppo mentre le regioni del Sud ebbero maggiori problemi.
Esiste difficoltà nella Slovacchia nella stabilizzazione della democrazia a differenza degli altri paesi che l'hanno già raggiunta.
Dopo il patto di Varsavia, la Repubblica di Slovacchia in particolare Vesa, il leader del partito di maggioranza provò ad istituire una dittatura; il comunismo non ha carattere tendogini in queste società imposti dall'esterno quindi hanno sempre cercato di eliminarli.
Due anni dopo la caduta di Berlino ha inizio il processo nelle Repubbliche Baltiche.
I paesi Baltici hanno tutt'ora le condizioni migliori anche se prima facevano parte dell'URSS; essi hanno cultura e lingua simile a quella scandinava.
La Polonia ha avuto nel periodo del potere polacco-littuano un momento di potenza ed ebbe un canale privilegiato con i paesi del Nord.
Comunque con l'apertura verso Occidente anche la produzione industriale crebbe passando da una produzione componentistica ad una produzione completa.
La dittatura di Stanlin fu particolarmente dura e repressiva.
Transizione del Sud della Russia (Georgia) è avvenuta con strascichi dolorosissimi.
In particolare modo la situazione è complessa anche la Bielorussia dove si è passati da una dittatura comunista ad una personale e Ucraina, dove vi sono stati dei conflitti sanguinosi con la Polonia.
Le condizioni di partenza sono accessibili in particolare modo per la Slovenia è stato facile perché aveva una cultura già democratizzata a differenza delle altre zone della exJugoslavia.
Si hanno tre fasi del processo:
-1 preparatoria, la più lunga è stato quella della Polonia (10 anni 1988-98) Ungheria (10 mesi dall'estate 1988 alla primavera 1989).
Altri paesi del Sud non hanno avuto una fase preparatoria avendo così un passaggio brusco.Vi sono quattro paesi che hanno tutte le caratteristiche di società consolidate aspettando sul marciapiede l'autobus europeo.
-2 trasformazione passaggio alla democrazia,
-3 consolidamento dell'istituzioni.
La transizione polacca è data anche dal partito: ala riformista (che vinse nel 1988 che è all'opposizione) ed ala conservatrice.
Il sistema delle tavole rotonde è tipico dei paesi democratizzati ed è la forma tipica di mediazione.
NASCITA DEGLI USA
Dal 1756-63 vi è la guerra franco-indiana, vicenda nord-americana della guerra dei sette anni.
Il rapido sviluppo demografico ed economico delle 13 colonie contribuisce a dare ai loro abitanti una nuova coscienza di sé come popolo distinto.
La pretesa degli inglesi di volgere la produzione e i commerci coloniali a proprio esclusivo vantaggio, attraverso una politica fiscale d'espansione, i poteri di veto e d'intervento attribuiti ai governatori (al re ed al primo ministro) e gli ostacoli frapposti all'espansione verso ovest provocano un crescente malcontento.
La guerra dei sette anni, eliminando la presenza francese nel Canada e nella Louisiana, solleva le 13 colonie da una minaccia che rendeva necessaria la protezione della madrepatria. Il governo inglese intende d'altra parte costringere le colonie a contribuire alle spese della difesa imperiale.
Gli americani si rifiutarono di farlo, in base alle tesi che per essere legittima la tassazione deve essere votata dai rappresentanti dei sudditi.
1773 Boston tea party un gruppo di patrioti travestiti da indiani salì a bordo di una nave in attesa di scaricare la sua merce nel porto di Boston e gettò in acqua tutto il carico di the da essa trasportato, con ciò ha inizio la fase delle ostilità aperte tra le 13 colonie e la madrepatria.
Il 4 luglio 1776 fu approvata la dichiarazione d'indipendenza da parte delle 13 colonie nordamericane, (linguaggio cartesiano di Locke), che proclamava il diritto degli americani a darsi un nuovo governo sulla base dell'uguaglianza naturale tra tutti gli uomini e del diritto inalienabile di ognuno alla vita, alla libertà ed alla ricerca della felicità; la concezione giusnaturalistiche è rimossa; conclusero fra loro una Confederazione che deliberata mediante l'approvazione dei c.d. articoli di Confederazione dal Congresso Continentale.
Molti stati si dotano di una Costituzione.
"Gli articoli di Confederazione" votati nel 1777 lasciavano in pratica al Congresso solo la politica estera e la difesa, mentre tutti gli altri poteri erano prerogativa dei singoli Stati che mantenevano una certa autonomia e indipendenza.
La "convenzione di Philadelfia" (1787) alla quale tutti gli Stati inviarono i propri delegati fu un passo verso l'ammodernamento.
Tale convenzione portò a due modelli:
Modello bicamerale, del quale n'è un esempio la Virginia con un potere statale forte;
Modello monocamerale, del quale n'è un esempio il New Jersey con un potere statale molto debole.
Ebbe un periodo d'instabilità istituzionale dopo la rivoluzione francese del 1789.
Il conflitto era focalizzato, non solo sull'acquisizione del potere ma anche per modificare la forma istituzionale del medesimo, tale problema fu risolto durante la V repubblica negli anni '70.
Dal 1789 ad oggi la Francia ha avuto ben 17 costituzioni e cinque repubbliche (6 se si considerano anche quelle di brevissima durata).
Una costante è il conflitto tra il mondo delle campagne, conservatore, e quell'urbano, Parigi.
Un'altra costante è rappresentata dallo spirito repubblicano, volto al legislativo, e dallo spirito conservatore, volto all'esecutivo.
Dal 1812, Luigi XVIII fu invitato dal Senato ad occupare il trono di Francia in conformità ad una nuova Costituzione ispirata al modello inglese ed al principio della sovranità popolare (doveva essere espressione dell'Ancien regime).
Il sovrano tenne per se il potere di veto e le c.d. ordinanze d'emergenza, canali preferenziali con i quali il monarca poteva scalzare il Parlamento per prevenire insurrezioni (Rivoluzione francese docet).
L'ordinamento funziona in modo squilibrato, soprattutto, con Carlo X che era autoritario e volle restaurare la monarchia assoluta scontrandosi con il Parlamento che era di stampo liberale con connotazione bicamerale costituito da una camera Alta (regia) ed una camera Bassa (con sistema oligarchico).
Gli attriti con il Parlamento si focalizzarono nel 1830, anno in cui il sovrano emanò tre ordinanze d'emergenza: modificò la composizione del parlamento, lo sciolse e mise una censura sulla stampa.
L'insurrezione non si fece attendere e Carlo X venne sostituito da Luigi Filippo D'Orleans.
Il nuovo sovrano sperimentò una nuova Costituzione che prevedeva un sistema.
Il Parlamento ebbe natura bicamerale con egemonia borghese, questa situazione terminerà nel 1848, anno dei moti, le nuove correnti di pensiero si schierano contro questa forma Parlamentare, per sedare le masse il governo decise un allargamento del voto, ma la manovra non riuscì, bloccata dalle campagne conservatrici.
Dopo i moti quarantottini, la Francia scelse la forma di governo repubblicana con sistema presidenziale ispirandosi al modello americano.
Nella Costituzione del 1781 sussistevano già il sistema parlamentare monocamerale che durava in carica tre anni ed il Presidente eletto dal popolo ogni quattro anni; in un articolo veniva affermato che la Repubblica si fonda sul lavoro, concetto ripreso dalla Costituzione italiana.
La Costituzione del 1848 fallì dopo tre anni a causa di Napoleone III, il quale si sentiva minacciato da essa in quanto secondo la Costituzione vigente il Presidente non era rieleggibile, ciò avrebbe impedito la sua ascesa come uomo forte.
Nel 1851 Napoleone III si proclama Imperatore dei francesi, esperienza anch'essa di breve durata terminata per cause esterne: sconfitta contro la Germania.
III REPUBBLICA
Nacque nel 1875, da tre leggi costituzionali che definivano i rapporti tra i poteri; essa interruppe l'instabilità per ben 65 anni sino a quando la Germania invase la Francia durante il secondo conflitto mondiale, fase che portò alla repubblica di Vichy.
A fare questa terza repubblica sono i monarchici, essi si presentarono divisi in due schieramenti resi antitetici dalla scelta del nuovo sovrano e dei simboli che dovevano apparire sulla bandiera. Le divergenze vennero appianate e nacque una repubblica in cui il potere del sovrano è limitato dal Parlamento, ma non tutto funzionò sin dall'inizio infatti il primo presidente, cercò, con un colpo di mano di prendere il potere. Dopo aver sciolto il parlamento, istituì delle elezioni in cui non riuscì ad ottenere la maggioranza, a questo punto dovette effettuare una scelta che si trova tutto oggi nella V Repubblica: "andarsene o sottomettersi", egli scelse la seconda ipotesi e quindi si passò ad una forma di Stato che vedeva il Capo dello Stato come una specie di gran cerimoniere.
La III Repubblica ebbe un Parlamento bicamerale: una Camera veniva eletta con il maggioritario a due turni senza sbarramenti (al secondo turno si poteva presentare chiunque), con questo sistema si favorì la bipolarizzazione non stabilizzata, i senatori, al contrario, erano eletti con voto indiretto dei Notabili.
Dal 1879 al 1914, i Governi duravano in media sei mesi, fatto portato dal concetto inversamente proporzionale espresso in: instabilità di governo conduce a stabilità delle istituzioni, i governi quindi svolgevano la funzione di valvola di sfogo, con le loro cadute salvavano la Costituzione.
IV REPUBBLICA
Dopo la parentesi bellica si ritorna con un governo retto dalla sinistra antifascista; solo Lord Mumm si discostò dalle idee troppo radicali del suo partito, affermando che "democrazia e parlamentarismo sono indivisibili", tale affermazione intendeva portare ad un sistema presidenziale.
Nel periodo postbellico la sinistra varò una nuova costituzione solamente con i propri partiti: socialista e comunista (51%).
Questa Costituzione cadde nel 1946, perché per il popolo francese le Costituzioni dovevano essere approvate per referendum.
Si afferma un sistema elettorale proporzionale che sposta il baricentro dal bipolarismo al multipartitismo.
Anche nella IV Repubblica i governi furono lampo: in 12 anni più di 27.
Il sistema si basa su un modello proporzionale costituzionalizzato, retto da un sistema di provvedimenti e di mezzi disfunzionali che favoriscono la disgregazione, per ovviare a ciò nel 1951 venne approvato un piano correttivo in senso maggioritario (in Italia copiato e definito come " legge truffa").
Nella IV Repubblica il capo di Stato presiede il Consiglio dei ministri, la fiducia è rivolta solo verso il Presidente e non verso il Parlamento; l'investitura è al solo primo ministro.
Il sistema è caratterizzato dallo scarsissimo uso del voto di sfiducia e da molte crisi extra parlamentari, ciò portò ad una crescita dei due partiti estremisti che minacciavano la democrazia del paese.
La situazione Algerina precipita, la Corsica si ribella, la guerra civile è alle porte e per questo viene richiamato al governo il generale De Gaulle, che era stato emarginato dalle forze della IV Repubblica.
Egli creò un nuovo partito di massa, le sinistre sentendosi minacciate vennero finanziate dalla Russia in questo modo il partito di De Gaulle collassò sotto i colpi dei partiti filorussi.
V REPUBBLICA
Ad essa si arriva attraverso De Gaulle che tentò di rafforzare il potere del Capo dello Stato, piano appoggiato dagli uomini di potere della IV Repubblica e dagli ex-primi ministri.
Nella V Repubblica non esiste la proporzionale, ma il sistema è ancora parlamentare.
De Gaulle aspirava alla creazione dell'uomo forte e per fare ciò non lesinò accordi sia a destra sia a sinistra nello schieramento creando così un potere centrale di larga maggioranza, a rafforzare queste idee subentrò anche Debré, il quale aspirava al bipartitismo con il maggioritario secco sul modello inglese e rafforzare la figura del primo ministro.
De Gaulle teme il bipartitismo poiché creduta soglia dell'insurrezione e della guerra civile, per questo motivo studia un sistema particolare: il maggioritario uninominale con sbarramento a due turni.
Il Capo dello Stato deve essere una sorta di freno posto alle forze politiche che altrimenti si distruggerebbero.
De Gaulle nel 1961 fu costretto i suoi poteri speciali, che egli stesso aveva inserito come legge, riuscendo in ciò perché egli poteva fare tutto tranne sciogliere il Parlamento.
Egli realizzò un principato plebiscitario grazie all'uso massacrante del referendum, (ciò riporta alla concezione di Weimar), in questo modo egli scalzò il Parlamento e lanciò l'idea di Presidente come arbitro tra i poteri.
Egli rimase al potere fino al 1969 quando il popolo si ribellò rifiutando il referendum abrogativo del senato, ultimo freno al potere presidenziale che venne usato come arma di ricatto dal 1958.
De Gaulle cadde e fu allontanato dai partiti gollisti perché reo di spaccare le nuove generazioni.
Prima delle sue dimissioni De Gaulle attraverso il referendum riesce a far approvare l'elezione diretta del popolo del Presidente della Repubblica (se nessuno dei due partiti ha la maggioranza si ricorre al ballottaggio ovvero scontro tra destra e sinistra), nel 1962, nel 1965 De Gaulle si candida pensando in un plebiscito ma il popolo lo infama mandandolo al ballottaggio, vinto da lui, grazie all'appoggio del partito creato da Pompidou dotato di una struttura forte, considerato un pilastro presidenziale.
Nasce il sistema semipresidenziale sull'onda di De Gaulle ed il presidente presiede il Consiglio dei ministri.
Gli altri partiti seguirono l'esempio di De Gaulle fondando movimenti politici comparabili al partito di quest'ultimo.
Nel 1971 Mitterand, uomo della sinistra, si fece federatore del cosmo in cui si erano frammentati i partiti progressisti nella IV Repubblica, ricomponendoli presentando alle lezioni un partito forte con un leader forte, la sua politica fu riassunta in una sua stessa parola: "Autogestione".
Il sistema si stringe attorno ai due partiti presidenzializzati creati con un solo fine, condurre alla presidenza i loro leader.
A sostituire De Gaulle si presentò Pompidou che ereditò un partito gerarchico forte basato sul mito del suo predecessore, De Gaulle lasciò un potere forte ma il sistema mutò da un potere plebiscitario ad un presidenzialismo retto dal partito.
De Gaulle dotò la Francia di un armamento nucleare atto a conferire prestigio ed a rafforzare la sua posizione di Presidente.
In politica estera ed in politica interna attuò un dualismo: per il primo condusse una linea di sinistra mentre per il secondo una linea di centro-destra.
Nel 1974, muore il già malato Pompidou e vennero indette nuove elezioni, in cui Chirac indusse allo scontro una parte dei gollisti contro il resto del partito, ciò provocò confusione nell'elettorato che fu indotto a votare per il centro, grazie a questa manovra i partiti gollisti persero la leadership a favore del centro che nominò Chirac suo nuovo primo ministro creando un sistema di dominio nei confronti del legislativo.
Nella V Repubblica fu spesso attuato il sistema del settennato: chi avesse favorito la vittoria di un partito sugli altri avrebbe ottenuto un posto di rilievo o da primo ministro all'interno dello stesso.
Dopo il 1974 il Presidente diviene ago della bilancia dei poteri, egli non controlla più il partito principale, ma si fa promotore del Parlamentarismo legalizzato.
Durante gli anni '70 si sviluppa il partito socialista, nato nel 1971, organizzato attorno ad un leader, esso si schiera in maniera antitetica rispetto al partito gollista, del quale diventa principale avversario.
Nel 1981 si realizza l'alternanza, il potere passa da centro-destra a sinistra che ottiene anche la maggioranza assoluta in Parlamento.
Il partito socialista pur essendo forte conserva in sè numerose fratture, quindi i meccanismi del parlamentarismo vengono sfruttati da Mitterand contro la sua maggioranza per tenerla a freno,questo sistema funziona anche con maggioranze molte frammentate perché non tocca al governo ma all'opposizione votare contro a maggioranza assoluta entro 24 ore.
L'articolo 49 comma 3 venne usato nel 1985 da Mitterand per fare approvare la proporzionale, con questa macchinazione il Presidente francese intende scalzare il partito di Lepen dalla destra, erodendo quindi voti a quello schieramento.
Il piano di Mitterand non funziona e nel 1986 le elezioni sono vinte dalla destra, quindi Mitterand entra in una fase di governo caratterizzata dalla coabitazione con Chirac, sistema attuato a causa dello spostamento di baricentro del Parlamento onde evitare uno scontro duro con il partito neoeletto al governo.
Nel 1988 alle presidenziali Mitterand vince, infatti, rifiutando lo scontro frontale ma usando malizie rinascimentali riesce ad attirare su di sé il favore degli elettori, Chiraq, invece viene sconfitto per i suoi modi non propriamente diplomatici.
Il centro-destra reintroduce il maggioritario, che da questo momento si conserverà inalterato. Mitterand sciolse il Parlamento e portò il suo partito alla vittoria senza aver ottenuto la maggioranza assoluta; il partito socialista governerà sino al '93 attraverso i meccanismi parlamentari.
Nel 1993 il centro-destra vince le elezioni, ritornando così ad una coabitazione: Mitterand- Paladois, il primo risulta essere più debole e fa trarre profitto al centro-destra dalla coabitazione, infatti, al Presidente competono i settori di politica estera e militare mentre al Primo ministro i restanti.
Nel 1995 il centro-destra vince l'elezioni e porta alla presidenza Chirac, che nel 1997 scioglie l'assemblea a causa della competizione sorta tra il Presidente ed il partito, che però non riesce ad aggiudicarsi le elezioni, riportando così il sistema ad una nuova coabitazione.
Mentre le prime due coabitazioni durano solamente 2 anni, quest'ultima probabilmente si estenderà per una intera legislatura.
Si è pensato di ridurre il mandato del Presidente da sette a cinque anni per renderlo più partecipe alla vita politica, su questo pensiero De Gaulle rimase sempre molto scettico.
PROCESSO DI DEMOCRATIZZAZIONE DEI PAESI AFRICANI
Questi stati hanno tentato di raggiungere un progetto istituzionale attraverso diversi periodi riassumibili in quattro cicli istituzionali:
-1° ciclo: viene elaborato dalle potenze coloniali
-2° ciclo: si mantengono le basi del primo, ma si aggiungono altri elementi ed il potere viene accentrato
-3° ciclo: il metodo costituzionale viene abbandonato focalizzandosi sul socialismo
-4° ciclo: il socialismo si radica definitivamente.
In molti stati il processo di laicizzazione dello stato è marginale, inquest'ottica vi sono paesi di stampo islamico che, rifiutando il sistema occidentale, si sono affidati a leader carismatici come ad es. Algeria e Sudan. In alcuni stati a stampo teocratico, la religione è parte integrante delle costituzioni, là dove esse eistano, in altri ordinamenti, per contro, religione e costituzione vengono messe su due piani diversi, scindendo così gli insegnamenti di fede dalle norme costituzionali, i sistemi elettorali sono ordinati non per linee geografiche, ma per orientamenti etinici-religiosi.
Le costituzioni vengono edificate principalmente su due modelli quello Inglese e Francese, poiché questi due paesi hanno lasciato forti impronte dovute alla loro forte pressione coloniale.
In quest'ottica, i poteri vengono divisi nelle forme classiche di legislativo, esecutivo e giudiziario; secondo il modello francese la nomina dei giudici ed i ministeri a loro attribuiti sono sanciti direttamente nella costituzione, a differenza del modello inglese in cui queste figure sono considerate fonte di diritto e quindi non inserite nella costituzione, inoltre hanno scarsi contatti con il governo.
In questo panorama emerge un paese, il Sud Africa, in cui si può scorgere un ulteriore problema oltre a quelli presenti in tutto il continente: il conflitto storico tra i colonizzatori bianchi e gli indigeni di colore. In questo paese ai primi del xx secolo l'impostazione del territorio ere simile a quella del west americano, in cui si applicava il government system.
Nel periodo che va dal 1926 al 1931 l'Inghilterra concesse l'indipendenza a questa sua colonia, ciò ricadeva nel piano di decolonizzazione votato dal parlamento d'oltremanica. Questo processo non fu rapido ed indolore, ma portò con sé profonde fratture e periodi di crisi, una delle fasi più calde va ricercata nel II dopoguerra con la comparsa dell'apartheid, infatti il Sud Africa divenne una repubblica, ma lo stampo della sua costituzione risultò quantomeno xenofobo e razzista. A modificare tutto ciò non giocava certo a favore la presenza totalitaria di bianchi nel parlamento,basato sulla bicamerale, tra i cui membri veniva eletto il presidente.
Il 1966 fu un anno di svolta, in quanto naque il partito di opposizione nera che catalizzò in sé l'urlo di protesta di un intero popolo.
Durante il 1989 il presidente Bota si ritira, poiché affetto da una grave malattia, da qui inizia un processo di apertura dei bianchi verso i neri, varco aperto da De Clair, presidente che per le sue aderenze con la popolazione nera venne additato come traditore dai bianchi, ma malvisto anche dai neri a causa della sua provenienza sociale altolocata.
Nei primi anni '90 si inizia l'elaborazione di una nuova costituzione, che verrà in seguito approvata provvisoriamente nel 1993 ed in fine definitivamente nel 1996, l'innovazione portata da questo nuovo corpo di leggi va ricercato nel fatto che esse non erano più basate su fondo raziale.
In alcuni paesi africani si è verificato un passaggio dal pluripartitismo al partito unico di stampo dittatoriale-sovietico attraverso colpi di stato militari, questi governi, appoggiati dal partito unico, risultano forti anch'essi. In questi ordinamenti il ruolo del partito e dello stato coincidono, seguendo quelle che sono idee di stampo marxista, il potere risulta essere centralizzato, ciò è dato dal rifiuto economico liberale, le società locali non sempre risultano essere compatibili con le nuove idee di concezione liberale, inoltre le costituzioni africane non sempre tutelano i diritti umani. Questa situazione ebbe trend positivo in special modo durante gli anni '60, periodo di forte decolonizzazione africana che scatena numerosi e violenti scontri interni fomentati principalmente dalla guerra fredda, infatti, i blocchi Est e Ovest erano molto interessati dalle risorse del sottosuolo africano. Ad avere più presa risultò il blocco orientale, in questi anni furono scritte numerose costituzioni-bilancio d'ispirazione sovietica. Questa fase transitoria portò ad una maggiore costituzionalizzazione di questi paesi, spostando l'ago della bilancia verso forme di governo più democratiche.
DEMOCRATIZZAZIONE NEI PAESI FRANCOFONI
Nel 1990 Mitterand organizzò una convention convocando 15 stati africani per discutere un modello costituzionale accomunabile a tutti i paesi del continente, soluzione già ventilata nel 1972.
DEMOCRATIZZAZIONE DEI PAESI DI LINGUA PORTOGHESE
Questi paesi sono i precursori dell'indipendenza africana, ottenendola già negli anni che vanno tra il 1860 ed il 1875, ottenuta però a caro prezzo, infatti, vi furono scontri di natura politico-militare dettati più da interessi finanziari, poiché il sottosuolo di questi paesi risulta essere ricco di materiali preziosi, che non da un reale bisogno di libertà. Erroneamente si fu indotti a pensare che dopo l'indipendenza questi paesi avrebbero raggiunto un nuovo benessere economico, ma questo non occorse a causa della corruzione dilagante e del corporativismo.
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