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Teoria Keynesiana
Il livello di reddito non è determinato più come nella teoria classica dal livello di occupazione, ma dipende dall'attività di consumo posta in essere dalle famiglie, dagli investimenti, dall'intervento dello Stato nell'economia attraverso la spesa pubblica e dal settore estero.
Nella teoria keynesiana, al contrario di quella classica, la domanda aggregata ha un ruolo autonomo e 343h79d dal suo ammontare dipende il reddito nazionale e l'occupazione. Ora è dunque l'offerta a creare la domanda e non viceversa.
Determinazione della domanda effettiva :
S,R prezzo di
offerta globale
P prezzo di
domanda globale
Prezzo di offerta globale =
spesa che le imprese devono sostenere per garantire ciascun livello di occupazione
ricavi minimi che gli imprenditori devono conseguire per garantire quel livello di produzione
prezzo di domanda globale =
spesa che gli imprenditori si aspettano di ottenere a ciascun livello di occupazione
ricavi che gli imprenditori si aspettano di conseguire a ciascun livello di produzione
Y, reddito percepito
C fattori soggettivi
fattori oggettivi
fattori soggettivi e fattori oggettivi nel breve periodo sono considerati costanti, dunque :
C = f (Y)
Nell'analisi del consumo vanno prese in considerazione due grandezze :
Pmgc = DC propensione marginale al consumo : variazione del consumo dovuta
DY alla variazione del reddito
Pmec = C
Y
Pmgc = c 0 < c > 1
è maggiore di 0 perché a livelli crescenti di reddito si accompagnano livelli più elevati di consumo ;
è minore di 1 perché i consumi variano in maniera meno che
proporzionale al reddito
N.B.: al variare del reddito il consumo cresce anche in misura via via decrescente
C
C R
C L S
C P Q
C M N
A
Y Y Y Y Y
Rappresentazione lineare della funzione di consumo :
C
C = a + c Y
Dove « a » indica il consumo di
A sussistenza, cioè il livello minimo di
a spesa che la collettività sostiene
comunque , anche in presenza di un
0 Y reddito basso; invece "c" rappresenta
la propensione marginale al consumo.
Funzione di risparmio :
risparmio = eccedenza del reddito sulla spesa ; differenza tra reddito e consumo
S = Y - C = Y - (a + cY) = - a + (1 - c) Y
Anche nell'analisi del risparmio vanno considerate due grandezze :
PmeS S ; PmgS DS
Y DY
C 45°
Risparmio
p
Y
Nel punto P : la funzione del consumo e la retta a 45° si intersecano, C è
dunque = a S
A destra di P : la funzione del consumo si trova al di sotto della retta a 45°, il consumo è dunque < del risparmio : ciò vuol dire che non tutto il reddito viene impiegato nel consumo ma una parte viene destinata al risparmio : SI FORMA IL RISPARMIO.
A sinistra di P: la funzione del consumo è al di sopra della retta a 45° : C>S.
C,S 45°
A
a S = - a + (1 - c) Y
Y
-a
consumo di sussistenza
reddito di equilibrio :
S
S,I
P
I S = I
Y
L'investimento dipende dal tasso d'interesse e dall'efficienza marginale del capitale, quindi può essere considerato una grandezza autonoma rispetto al reddito.
Il reddito di equilibrio è determinato dall'uguaglianza tra risparmio e investimento, cioè dall'intersezione tra la funzione del risparmio e la funzione dell'investimento.
Le due funzioni si intersecano nel punto P, dove, dunque S = I.
A destra del punto P : la funzione del risparmio è al di sopra della funzione dell'investimento, cioè S è > di I.
Il risparmio programmato dalle famiglie è maggiore dell'investimento programmato dalle imprese. Si ha uno squilibrio causato dall'eccedenza del risparmio sull'investimento.
A questo livello di reddito, l'offerta è > della domanda globale, gli imprenditori hanno perciò prodotto più di quanto il mercato richiede. In questa situazione, le scorte aumentano (nessuno domanda, quindi acquista), le imprese rallentano pertanto la produzione e, diminuendo la produzione, diminuisce il reddito prodotto, si riduce quindi anche il risparmio e si torna all'equilibrio.
A sinistra del punto P : gli investimenti sono maggiori del risparmio (I > S).
L'impresa ha investito più di quanto doveva investire, in conseguenza di ciò la collettività tende a consumare molto, dunque a domandare molto, vi è quindi un'eccedenza della domanda rispetto all'offerta. La produzione è ora inferiore rispetto alla quantità domandata di beni, perciò le scorte saranno subito esaurite, l'impresa dovrà, in conseguenza di ciò, aumentare la produzione, aumentando la produzione, aumenterà l'occupazione, aumenterà il reddito, dunque aumenterà il risparmio e verrà ripristinata la situazione di equilibrio.
Tale equilibrio può essere descritto mediante il diagramma di Samuelson :
S, I 45°
C + I domanda aggregata
P
C ( C = a +cY) domanda in beni di
consumo
I domanda di beni di
Investimento
0 Y (produzione o reddito nazionale)
la domanda aggregata è data dalla domanda di beni di consumo e dalla domanda di beni di investimento :
D = C + I
Il sistema è in equilibrio quando il reddito è uguale alla domanda aggregata, cioè quando Y = C + I .
Retta a 45° = relazione tra domanda e offerta, luogo dei punti in corrispondenza dei quali la quantità di prodotto è uguale alla spesa della collettività in termini di consumo e di investimenti.
Domanda aggregata : ottenuta sommando verticalmente le funzioni del consumo e dell'investimento, tracciando una retta parallela a C con una distanza pari a OI.
Il livello di equilibrio del reddito si determina nel punto in cui la funzione della domanda aggregata interseca la retta a 45°, nel punto P.
Nel punto P la produzione corrente disponibile è in grado di assorbire la domanda aggregata dei consumatori e delle imprese.
Nei punti a destra di P si verifica una situazione di squilibrio : l'offerta eccede sulla domanda. La produzione globale è > della domanda complessiva. Non tutti i beni prodotti vengono acquistati. Le imprese si vedono costrette a restringere la produzione. Restringendo quest'ultima si provoca l'effetto di una riduzione del reddito, il quale si adegua alla domanda ripristinando una situazione di equilibrio.
Nei punti a sinistra di P : si ha un'eccedenza della domanda aggregata rispetto all'offerta. Tale eccesso viene eliminato attraverso un aumento della produzione e dell'occupazione che spingerà il reddito verso la posizione di equilibrio.
L'investimento è funzione del saggio atteso di profitto, del tasso d'interesse e della domanda globale :
I = f ( r, i ,D )
Le decisioni di investimento dipendono:
-dal flusso dei ricavi netti futuri che l'imprenditore presuppone di ottenere dall'investimento;
-dal prezzo di offerta del bene capitale o costo dell'investimento.
La relazione tra flusso dei ricavi e costo sostenuto per l'acquisto del bene strumentale rappresenta l'efficienza marginale del capitale cioè il tasso al quale bisogna scontare i ricavi previsti per eguagliare la somma del costo dell'investimento.
Considerando con R R e Rn i ricavi attesi da un investimento che dura n anni e con C il costo degli investimenti, l'efficienza marginale del capitale è data dall'equazione:
C = R + R ...... Rn
1+r (1 +r) (1+r)n
Funzione inversa : il tasso d'interesse è un costo per l'imprenditore pertanto più il tasso è alto, meno investimenti si effettuano, viceversa se il tasso è basso si registrano molti investimenti.
i
I
I = f ( r )
Funzione inversa : all'aumentare dell'investimento, r tende a ridursi, ciò dipende dai costi e dai ricavi.
P O Y
D
D
Q K
All'aumentare dell'investimento il costo del bene strumentale
aumenta, r, dunque si abbassa perché
l'imprenditore deve sostenere un costo più alto. Più
investe, più costi elevati sostiene, l'aspettativa di profitto si abbassa.
Per effetto della legge della produttività marginale decrescente
anche i ricavi all'aumentare dell'investimento tendono a diminuire
"i" e "r" hanno un grafico congiunto :
i,r
I
C'è equilibrio quando i = r
Nell'attività di investimento l'impresa può utilizzare fondi presi in prestito o fondi propri, nel primo caso deve rivolgersi all'esterno per acquisire i mezzi finanziari e deve pagare un dato interesse, nel secondo caso può confrontare il ricavo derivante dall'investimento con quello che si ottiene impiegando il risparmio ad esempio nell'acquisto di titoli.
La convenienza nell'effettuare un investimento si ha quando l'efficienza marginale è superiore al tasso d'interesse sul mercato cioè quando :
r>i es. r = 10%, i = 5 %
in questo caso l'impiego di risorse nell'acquisto di beni strumentali
risulta più vantaggioso di qualunque altro impiego sul mercato
finanziario.
se al contrario
r <i l'atto dell'investimento non risulta affatto conveniente , è consigliabile
piuttosto impiegare i propri fondi nell'acquisto di titoli
Nel punto in cui si raggiunge l'equilibrio, dove cioè efficienza marginale e tasso d'interesse si eguagliano, risulta indifferente investire o meno.
L'imprenditore razionale dunque investirà soltanto se r > i e avrà convenienza nel continuare l'investimento sino al punto in cui r = i
Nel breve e nel lungo periodo l'investimento anziché essere dato da i o da r è guidato da ONDATE DI OTTIMISMO e ONDATE DI PESSIMISMO.
Il moltiplicatore degli investimenti
Tale concetto si basa sulla relazione che intercorre tra volume dell'investimento (considerato autonomo) e il livello del reddito.
Il moltiplicatore degli investimenti indica gli effetti che si provocano sul mercato a seguito dell'investimento, ovvero dimostra che quando vi è un incremento complessivo dell'investimento, il livello del reddito aumenta di un ammontare pari a k volte l'incremento dell'investimento.
In un sistema economico chiuso il livello di reddito di equilibrio è dato da :
Y = C + I
Dato che la domanda di consumo è una funzione lineare si ha :
C = a + cY
Sostituendo :
Y = a + cY + I
Portando al primo membro cY :
Y - cY = a + I
Da cui :
Y( 1 - c ) = a + I
Cioè:
Y = 1 ( a + I )
1 - c
in termini di incremento :
DY = DI
1 - c
Il moltiplicatore è l'inverso di uno meno la propensione marginale al consumo :
1 = k
1 - c
k indica il numero di volte per il quale bisogna moltiplicare l'aumento dell'investimento per ottenere il corrispondente aumento del reddito :
c = 80%
allora DY = 1 100 = 500
1 -0,80
Le 100£ iniziali tendono a creare un reddito aggiuntivo attraverso un processo espansivo.
Es. lo stato intende costruire un'autostrada e finanzia un'impresa investendo 100£. Tali 100£ andranno a finire all'impresa sottoforma di profitto e di salario. Delle 100£ distribuite 80 ne andranno spese e andranno di nuovo alle imprese sottoforma di profitto e salario e così via:
Transazioni con l'estero e la bilancia dei pagamenti; analisi delle importazioni e delle esportazioni.
La bilancia dei pagamenti è quel conto che registra le transazioni a debito e a credito del paese con il resto del mondo.
Tale conto si compone di tre sezioni:
PARTITE CORRENTI (P.C.)
MOVIMENTI DI CAPITALE (M.C.)
MOVIMENTI MONETARI (M.M.)
Le partite correnti comprendono :
a) MOVIMENTO DELLE MERCI (importazioni ed esportazioni);
b) LE PARTITE INVISIBILI, cioè i proventi e le spese per i SERVIZI resi o ricevuti (es. noli, assicurazioni, turismo etc.)
c) TRASFERIMENTI UNILATERALI, cioè trasferimenti di valuta senza contropartita : contributi, donazioni degli emigrati.
I movimenti di capitale comprendono :
a) INVESTIMENTI DIRETTI
b) INVESTIMENTI DI PORTAFOGLIO, cioè l'acquisto o vendita di titoli (depositi bancari, obbligazioni, azioni etc.)
I movimenti monetari sono costituiti dalla variazione delle riserve valutarie del paese presso la Banca d'Italia e l'Ufficio italiano cambi e dalla variazione della posizione verso l'estero delle aziende di credito italiane. Essi rappresentano dunque, il modo in cui vengono regolate le operazioni di entrata e uscita delle partite correnti e dei movimenti di capitale.
M.M. = operazioni compensative poste in essere dalle autorità.
MOVIMENTI MONETARI
MOVIMENTI MONETARI : -80
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