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STORIA ECONOMICA E SVILUPPO

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STORIA ECONOMICA E SVILUPPO


- Sviluppo e sottosviluppo

Ci sono paesi a diverso stadio di sviluppo. Ci sono dei paesi poverissimi e paesi ricchi. Perché ci sono dei paesi ricchi e perché ci sono dei paesi poveri?

Una nazione è ricca perché ha una quantità di beni e di servizi maggiore a disposizione, pur tenendo conto del problema della distribuzione di questa ricchezza, la quale non sempre viene distribuita in modo corretto.


- Crescita, sviluppo e progresso

Nel linguaggio comune quando si parla di crescita, sviluppo e progresso si ci riferisce alla stessa cosa, ma nel linguaggio tecnico i tre sostantivi assumono tre significati diversi.

- Crescita

Per Crescita economica si intende un aumento sostenuto di beni e servizi. Si dice che in un paese vi sia stata una crescita quando nello stesso paese da un anno all'altro siano aumentati i beni e i servizi. I beni e i servizi possono essere misurati sia in quantità fisica (invece di 100.000 automobili abbiamo prodotto 120.000) sia in danaro (la produzione di beni e servizi prodotti in Italia nel 1970 era di 100 lire oggi è di 130).

La ricchezza di una nazione però non può essere misurata solo in base alla produzione ma anche in base alla popolazione, perché se la popolazione è aumentata, quella stessa ricchezza dovrebbe essere divisa fra più persone e quindi la quota pro-capite diverrebbe inferiore.



Quindi la crescita è un aumento di beni e servizi pro-capite, cioè per ogni persona che vive in quel paese.

- Come si misura la crescita?

Mentre i beni hanno un valore di mercato, i servizi valgono a secondo di quanto vengono pagati. Non si può fare un raffronto di ricchezza ne tra due paesi diversi né tra due epoche, in quanto non si potrebbe essere a conoscenza di taluni beni e servizi e quindi non vi è il bisogno.

La crescita viene misura con certe espressioni: il PNL, il PIL, il PNN, PIN.

PNL sta per Prodotto Nazionale Lordo (reddito nazionale).

Prodotto sta per valore monetario di beni e servizi prodotti in un anno.

Nazionale sta per prodotti da italiani, in Italia e all'estero.

Lordo sta per senza ammortamenti, cioè senza togliere quei beni che sono serviti per produrli (macchine) quindi senza calcolare i capitali impiegati.

PIL sta per Prodotto Interno Lordo.

Interno, cioè prodotto in Italia, da italiani e stranieri, togliendo quello degli italiani all'estero.

PNN sta per Prodotto Nazionale Netto.

Netto, cioè con ammortamenti, quindi eliminando il valore dei beni consumati per produrre quel prodotto.

PIN sta per Prodotto Interno Netto.

Quindi si dice che un paese cresce quando la quantità di beni e di servizi aumentano.

- Sviluppo

Lo Sviluppo economico è la crescita più il mutamento strutturale dell'economia, cioè c'è stato sia un aumento di beni e servizi sia una trasformazione economica come per il caso del passaggio da un'economia prettamente agricola ad un'economia industriale.

- Struttura

La Struttura economica di un è un insieme di attività economiche che caratterizzano il sistema economico, cioè come è fatta l'economia nazionale.

- Congiuntura

La Congiuntura economica è l'insieme delle condizioni che caratterizzano l'attività economica o di un paese o di un settore produttivo.

- Differenza tra struttura e congiuntura

La differenza tra struttura e congiuntura sta nel fatto che mentre la strutture è stabile la congiuntura è temporanea, cioè riferita ad un determinato momento e può essere sia positiva che negativa.

- Differenza tra crescita e sviluppo

La differenza tra crescita e sviluppo è che mentre la crescita è reversibile, cioè una volta può crescere mentre altre volte può decrescere, cioè può esserci una fase positiva e una fase negativa, lo sviluppo è irreversibile, cioè che quando una società agricola diventa una società industriale è difficile che ridiventi una società agricola.

- Progresso

Mentre i termini crescita e sviluppo sono termini "neutri" che implicano un giudizio o positivo o negativo, il termine progresso implica un giudizio positivo.


- Determinanti dello sviluppo economico.

Schema dello sviluppo: Y= f(P,R,T,X), cioè l'aumento del reddito nazionale dipende da queste 4 variabili che non sono vere e proprie variabili ma sono gruppi di variabili, cioè l'insieme di elementi che caratterizzano queste 4 variabili:

Y sta per Reddito nazionale; è determinato da ciò che abbiamo a disposizione per produrre i servizi e i beni, è determinato dagli atteggiamenti dell'uomo (se si portano le minigonne si consumerà meno stoffa)

P sta per Popolazione; perché se in un paese ci sono 10 milioni di abitanti la produzione sarà diversa da quella che si potrà realizzare in paese con 7 milioni di abitanti, ma non dipende solo dalla quantità di popolazione perché in un paese come il Belgio hanno una produzione maggiore di alcune popolazione africane molto più numerose. In genere se c'è maggiore popolazione c'è maggiore produzione, ma bisogna anche vedere la composizione di questa popolazione se è una popolazione di persone giovani, vecchie, robusti, fragili, perché se è una popolazione vecchia la produzione sarà sicuramente inferiore. Bisogna anche considerare le abilità che queste popolazioni hanno acquisito nel corso del tempo. Quando diciamo popolazione quindi consideriamo un insieme di cose, non solo il numero ma anche la composizione, l'età, la costituzione fisica e le conoscenze.

R sta per Risorse; una volta le risorse erano principalmente la disponibilità e la qualità di terra disponibile, più o meno fertile, maggiore o minore disponibilità di acqua, le risorse minerarie, l'ambiente e il clima: alcune cose possono essere prodotte in Alaska e altre ai tropici. Quindi per Risorse si intende l'insieme di cose come la fertilità del terreno, la disponibilità di acqua, le risorse minerarie, l'ambiente e il clima.

T sta per Tecnologia; la tecnologia negli ultimi tempi è stato il fattore più dinamico dello sviluppo perché la tecnologia fa in modo che si riesca ad avere una produzione tale da far star meglio la popolazione in questo determinato territorio, ovvero di alimentare e mantenere in vita una popolazione maggiore. La tecnologia consente di sfruttare le risorse e mantenere in vita un maggior numero di persone (in America Settentrionale al tempo degli Indiani la tecnologia era la più elementare e riuscivano a sopravvivere appena 2 milioni di persone; ora ne sono circa 250 milioni di persone che vivono ad un livello di vita elevatissimo). La tecnologia ha un ruolo importantissimo.

X sta per Istituzioni sociali; bisogna prendere in considerazione la struttura sociale (una volta la forza lavoro era esclusivamente gli schiavi che venivano mantenuti da un padrone: uno schiavo che lavora senza retribuzione essendo solo mantenuto dal padrone avrà una produttività molto bassa, mentre l'uomo che si appropria del proprio lavoro ci mette più impegno nel lavorare), ma anche le istituzioni politiche, come ad esempio nei governi democratici dove la massa partecipa alle decisioni che si prendono e quindi le condivide e non come nei governi autoritari che impongono dall'alto certe scelte e certi comportamenti dei quali la gente può non essere soddisfatta, una popolazione con una maggiore istruzione è più produttiva di una popolazione ignorante. Quindi tutte le istituzioni influenzano la produzione.

- Teorie dello Sviluppo.

Esistono delle teorie dello Sviluppo: la Teoria Marxista e la Teoria Istituzionalistica.

I Marxisti hanno parlato di struttura e di sovrastruttura: la struttura è il modo di produzione, la tecnologia; quindi c'è un modo di produzione, ci sono dei rapporti di produzione fra chi possiede i mezzi di produzione e chi possiede la forza lavoro e si crea un terzo tipo di produzione. La sovrastruttura invece era tutto il resto: la religione, l'ideologia.

Quindi quello che contava per i marxisti erano i rapporti di produzione. L'elemento dinamico è la lotta di classe per il controllo dei mezzi di produzione (Patrizi-Plebei, Borghesia-proletariato).

Mentre la teoria Istituzionalistica considerava la tecnologia l'elemento dinamico. Per costoro lo sviluppo tecnologico consente la crescita della produzione e lo sviluppo e le istituzioni sono un ostacolo ai mutamenti, intendendo per istituzioni la famiglia, lo stato, la religione, perché puntando su dei valori che si vogliono immutabili e quando la tecnologia provoca dei mutamenti, le istituzioni provocano delle resistenze (la donna che va a lavorare).


- Produzione e produttività.

La produzione sono i beni e i servizi prodotti

La Produzione si ottiene dalla combinazione di fattori produttivi per ottenere beni e servizi. La produzione si ottiene da un INPUT (qualcosa che entra) che sono i fattori della produzione (cioè che serve per produrre determinati beni) e da un OUTPUT (ciò che esce) che è il prodotto. I fattori della produzione sono: la terra il lavoro e il capitale.

La terra è intesa come una risorsa;

Il lavoro inteso come il lavoro dell'uomo;

poi la capacità imprenditoriale , cioè un uomo che riesca a coordinare la terra, il capitale e il lavoro; le innovazioni, cioè certe scoperte che vengono applicate alla produzione.

Il Capitale nel linguaggio comune si intende somma di danaro. Nel linguaggio tecnico il capitale viene distinto in Capitale produttivo e capitale finanziario:

Il capitale produttivo è un insieme di beni utilizzati per la produzione (nel caso del tavolo sono le seghe, le pialle, i macchinari);

il capitale finanziario consiste nella somma di danaro prestata.

La conseguenza di questa distinzione fa si che vi siano due tipi di capitalista: quello imprenditore e quello finanziario.

Il capitalista imprenditore organizza i fattori di produzione impiegando i capitali ( deve procurarsi la materia prima, i macchinari, deve mettere assieme un certo numero di persone in una fabbrica) e in cambio di questa attività l'imprenditore guadagna un profitto.

Il capitalista finanziario è colui che presta o investe il proprio danaro e questo ha in cambio gli interessi.

Ci sono altre definizioni di capitale:

Il capitale fisso è quello che interviene per più cicli produttivi, come i macchinari.

Il capitale circolare interviene per un solo ciclo produttivo, come le materie prime.

Il capitale immobiliare è quello che non si può facilmente trasformare in danaro, come le case, le fabbriche e i macchinari

Il capitale mobiliare è quello che si può trasformare facilmente in danaro, come i titoli, le azioni, cose immateriali che si possono mettere subito sul mercato.

Il problema dell'economia Politica, della Politica economica e della Storia economica è: che cosa produrre, come produrre e come distribuire.

- Che cosa produrre?

Quando parliamo di produzione la domanda che ci poniamo è che cosa produrre, e le cose da produrre sono i beni economici e i servizi. La produzione dipende dalla domanda e dall'offerta, nel senso che se si producono dei beni e dei servizi ci deve essere qualcuno che chieda questi beni e questi servizi e che c'è qualcun altro capace di produrre questi beni e questi servizi. La domanda innanzitutto dipende dalla quantità di popolazione, perché se c'è molta gente in un determinato territorio, questa gente prima di tutto deve mangiare, si deve vestire, deve avere una casa, e poi devono avere altri oggetti che gli rendano la vita più agevole,. Però la domanda non dipende solo dal numero di persone, altrimenti la Cina dovrebbe avere la produzione più grande di tutto il mondo: la popolazione ha delle necessità che devono essere soddisfatte, però la produzione dipende anche dalla capacità di acquisto di quella popolazione, ossia dalla domanda effettiva (non basta che la gente desideri l'automobile, ma che la possa acquistare). Per capacità di acquisto si intende che una persona è in grado di dare qualcosa in cambio di quello che acquista (non si parla di soldi, ma del frutto del loro lavoro!). Se c'è popolazione, ma se questa popolazione non è in grado di dare qualcosa in cambio per il bene di cui ha bisogno, non ha potere d'acquisto: una popolazione africana, povera, non riesce a dare niente in cambio di ciò che ha bisogno, o perché non sa organizzarsi, non sa produrre, non ha le risorse, perché non ha i capitali (l'insieme dei macchinari, l'insieme dei beni strumentali che servono per produrre altri beni), quindi quelli che non lavorano non hanno la possibilità di dare qualcosa in cambio e per questo non hanno potere d'acquisto. La produzione dipende dalla domanda, cioè dal fatto che la gente vuole determinate cose, quindi dalla popolazione che c'è sul territorio, in genere una popolazione maggiore ha una produzione maggiore, come nell'esempio per la produzione di generi alimentari, quindi una popolazione maggiore deve poter disporre di più generi alimentari rispetto ad una popolazione più piccola, però non basta che ci sia la popolazione, ma c'è bisogno della capacità di acquisto, della domanda effettiva, ossia gente che abbia reddito e questo reddito sia utilizzato per l'acquisto di quello che gli occorre. Una cosa sono i bisogni di una popolazione, un'altra cosa sono le domande che si possono fare: se c'è domanda la produzione cresce.

Però la produzione non dipende solo dalla domanda, ma anche dall'offerta, cioè dalla capacità di produzione di un sistema di tutto ciò che abbiamo bisogno, perché ha accumulato delle conoscenze, delle capacità, dei capitali, ha le risorse necessarie, ha la manodopera necessaria, quindi ci siano le possibilità di produrre determinati beni. Si parte dalla produzione di beni agricoli e poi dei beni extra-agricoli.

- Come produrre?

Per produrre bisogna avere un metodo di produzione, delle tecniche (la tecnologia), che sono state affinate con il tempo e poi c'è bisogno di qualcuno che sappia organizzare la produzione e quindi come conseguenza ci deve essere un organizzazione delle imprese e del lavoro, quindi ci deve essere degli imprenditori che siano capaci di sfruttare quelle tecniche, di organizzare i lavoratori e di organizzare le imprese.

- Come distribuire?

I beni prodotti innanzitutto vanno distribuiti fra i produttori, ossia fra coloro i quali hanno contribuito a produrli, come gli imprenditori, lavoratori, consulenti, quindi ciò che si è pagato per ottenere il bene deve essere diviso innanzitutto fra i produttori. Poi deve essere distribuito fra produttori e stato, che ha riscosso dei tributi.

- Produttività

La produttività è il rapporto fra la Quantità prodotta e i Fattori della produzione impiegati per la produzione: P=Q/F. Si parla di produttività Totale quando consideriamo tutti i fattori della produzione oppure si può parlare della produttività dei singoli fattori della produzione. Quindi si una produttività della terra (T), una produttività del lavoro(L) e una produttività dei capitali (C).

- Produttivita' Della Terra (T)

E' la quantità prodotta da un certo pezzo di terra, a parità di uomini che lavorano questa terra, di capitali. Uno dei modi per misurare la produttività della terra dal punto di vista fisico è quintali per ettari (q/ha), cioè quanti quintali rende un ettaro di terreno.

P=Q/T

10 q/ha

15 q/ha

111 20 q

Si può notare che la produttività del terzo posto rispetto al primo è quasi il doppio, cioè sullo stesso pezzo di terra a parità di fattori di produzione vengono prodotti 20 quintali anziché 10, quindi la produttività della terra tende ad aumentare a man a mano che il quantitativo prodotto su quel determinato ettaro di terreno aumenta.

- Produttivita' Del Lavoro (L)

La produttività del lavoro è data dalla quantità di merce prodotta per il lavoro, e si misura c0n pezzi per addetti.

P=Q/L

Auto / addetti

5000 / 100.000 (20)

8000 / 100.000 (12,5)

10.000 / 100.000 (10)

Nel primo caso si producono 5ooo auto con 100.000 addetti, il che significa che ci vogliono 20 addetti per produrre un auto. E' ovvio se con 100.000 addetti riesco a fare 8000 auto la produttività è aumentata, perché bastano 12,5 persone per fare una auto, se ancora arrivo a 10.000 auto con 100.000 addetti, ci vogliono 10 persone per costruire un auto.

- Produttivita' Del Capitale (K)

L'unità di misura è pezzi per capitale.

P=Q/K

Auto / capitale

5000 / 20 mld (4 mil)

11 5000 / 15 mld (3 mil)

5.000 / 10 mld (2 mil)

nella prima fabbrica per costruire 5000 auto vengono impiegati 20 mld, cioè 4 milioni per auto. Nella terza fabbrica invece per produrre 5.000 auto vengono impiegato 10 mld, cioè 2 milioni per ogni auto, e così la produttività è aumentata.

Aumento della produzione non significa che è aumentata la produttività, così come l'aumento della produttività non comporta un aumento della produzione.

- Produttività dei fattori

La produttività dei fattori dipende, per ciò che riguarda la terra, dal terreno più o meno fertile, da operai più o meno robusti e volenterosi, da macchine più o meno perfezionate, dalla combinazione di più fattori e dal capitale umano; per capitale umano si intende la somma di conoscenze e abilità accumulate, OGGI= istruzione. E' necessario avere del capitale umano perché non basta essere tanti come i Cinesi, non basta essere volenterosi come i giapponesi, non basta volere tutte le cose che ci rendono piacevole la vita, ma è necessario avere il capitale umano, una somma di conoscenze che si accumulano solo con il tempo, con la bravura, con l'applicazione e quindi sfruttare questo vantaggio con chi queste conoscenze non c'è le ha.


- Legge dei rendimenti decrescenti

Se vengono impiegati più risorse, più lavoro e più capitali la produzione aumenta, ma una produzione però non può aumentare all'infinito, perché la produttività dei fattori ad un certo momento comincia a diminuire. Ed è questa una legge che va sotto il nome di legge dei rendimenti decrescenti. Se prendiamo un ettaro di terreno da coltivare ed immaginiamo che utilizziamo un numero maggiore di persone che lavorano in questa:

1 lavoratore riesce a ricavare con gli strumenti di cui dispone 10 quintali di grano;

se mettiamo 2 lavoratori ci accorgiamo che il ricavato è di 25 quintali (il prodotto marginale è di 15);

Con 3 lavoratori ci si accorge che si è riusciti ad ottenere una produzione di 45 quintali (p.m.=20), ognuno riesce a fare 15 quintali: è aumentata sia la produzione che la produttività;

10 lavoratori arrivano a fare 100 quintali, quindi la produttività è diminuita, anche riuscendo ad avere una produzione maggiore;

100 lavoratori producono 80 quintali e così anche la produzione è diminuita;

1000 non possono lavorare perché si ostacolano fra di loro.

Quindi c'è un certo momento che la produzione e la produttività raggiungono livelli massimi e da quel momento in poi troppe persone in una fabbrica, in un pezzo di terra, in un ufficio, in una università li fanno calare.


- Popolazione e produzione

Malthus scrisse un saggio sul principio della popolazione (1798). In questo saggio Malthus scrisse che la popolazione raddoppia ogni 25 anni. Malthus considerò l'aumento della popolazione come una progressione geometrica di base due, 2-4-8-16, mentre considerava l'aumento dei mezzi di sussistenza come una progressione aritmetica di base 2, 2-4-6-8. Quindi si viene a creare una divaricazione fra l'aumento della popolazione e l'aumento dei mezzi di sussistenza. Quindi si può notare che dopo 75 anni la popolazione è di 8 milioni, mentre i mezzi di sussistenza sono 6 milioni, quindi la popolazione e sottoalimentata. Quindi o devono aumentare i mezzi o deve diminuire la popolazione, come prevedeva Malthus. Malthus guardava quello che era avvenuto nel passato, nel quale era avvenuto che ad un certo momento la popolazione diminuiva a causa di epidemie, di pestilenza. In verità da quando lui scriveva noi siamo riusciti a far aumentare di molto i mezzi. Quello che dice Malthus va considerato a livello mondiale. Allora Malthus suggeriva la teoria del "moral restraint", cioè fare meno figli, ritardare l'età del matrimonio. Lui era contrario alla assistenza ai poveri.

- Settori produttivi

I settori produttivi si dividono in settore primario, in settore secondario e in settore terziario.

- Settore primario

Il settore primario consiste nell'agricoltura, caccia, risorse minerarie, cioè ciò che è servito per soddisfare i bisogni primari dell'uomo.

- Settore secondario

Il settore secondario consiste nelle industrie, cioè quello che produce beni che rendono la vita più piacevole.


- Settore terziario

Il terziario è quello dei servizi.

- Continuo passaggio di importanza

Storicamente questi tre settori sono sempre esistiti, soltanto che fino a qualche secolo fa il predominio apparteneva al settore primario, cioè la stragrande maggioranza della popolazione lavorava la terra, poi il settore secondario ha avuto un influsso notevolissimo, al punto che la ricchezza creata dal settore secondario è diventata più importante di quella creta dal settore primario; e poi abbiamo avuto un'espansione notevole del settore terziario, e nelle società più avanzate la maggioranza della popolazione era impiegata nel settore terziario. La storia degli ultimi secoli può essere descritta come un continuo passaggio di importanza dal settore primario, a quello secondario e poi a quello terziario.


Il fatto di essere passati da 36% al 9% di persone occupate nel settore primario significa che il 36% delle persone producevano derrate alimentari capaci di alimentare se stesse più altre 74%, mentre il passaggio al 9% significa che 9 persone lavorano in agricoltura e riescono a mantenere se stesse e ben 91 persone che si possono mettere a fare altri lavori. La grande trasformazione è stato l'incremento della produttività in agricoltura. La grande rivoluzione è stata questa, cioè se non ci fossimo liberati dalla necessità di soddisfare i bisogni primari con il nostro lavoro, delegando la produzione di beni di prima necessità a poche persone che con l'aiuto delle macchine e dei concimi riescono a soddisfare i bisogni di tutti, non avremmo potuto avere l'industrializzazione.

Il passaggio dal settore primario, a quello secondario e poi a quello terziario, cioè aumentando la produttività in agricoltura le altre persone potranno occuparsi di altro e l'offerta dipende dall'aumento della produttività, poi c'è stato un aumento della produttività anche nell'industria. Dal punto di vista della domanda c'è stato un aumento del consumo di beni extragricoli, cioè la grossa trasformazione nel campo dei consumi si è avuta nel senso che si è passati da un consumo di prodotti agricoli ad un consumo di prodotti extragricoli (legge di Engel).

- Legge di engel

Engel disse che a mano a mano che il reddito di una famiglia aumenta la quota di questo reddito che è destinato a soddisfare i bisogni primari diminuisce, mentre la quota che è destinata a soddisfare i bisogni non primari tende ad aumentare.


- Legge della domanda e dell'offerta.

In economia gli economisti sono alla costante ricerca di uniformità di comportamenti, cioè quelli che esse chiamino leggi, ma che poi vere e proprie leggi non sono, perché le leggi, come quelle del diritto, prevedono dei casi ed applicano delle norme, o come quelle della fisica, che ogni volta che si fa l'esperimento si ha sempre lo stesso risultato. In economia questo non avviene perché intervengono i comportamenti umani e i comportamenti umani sono determinati da una serie di fattori che non sono quelli economici: gli economisti hanno spesso parlato dell'homo economicus, cioè di un uomo che si comporterebbe secondo la sua convenienza economica in ogni occasione, il che non è possibile. Quindi le leggi dell'economia non danno sempre lo stesso risultato; ma c'è una legge, chiamata legge della domanda e dell'offerta, che dice che quando si danno certi eventi si hanno certi risultati:


LEGGE DELLA DOMANDA E DELL'OFFERTA

Il problema è studiare come variano i prezzi in base alla domanda e all'offerta.   

Ma ora vediamolo come varia la domanda in base ai prezzi:

Se i prezzi aumentano la domanda diminuisce, e se i prezzi diminuiscono la domanda aumenta. Però c'è da fare una distinzione. Ci sono dei beni a domanda rigida e dei beni a domanda elastica. I beni a domanda rigida sono quelle cose di cui non si può fare a meno (i prodotti agricoli) e allora quelle cose noi le acquistiamo pure se il prezzo aumenta e non ne acquistiamo molte di più se il prezzo diminuisce, cioè la variazione della domanda sui beni rigidi è scarsamente influenzata dalla variazione dei prezzi, quindi i beni a domanda rigida sono i beni primari. Se i prezzi aumentano di molto, si rinuncia a tutto ma non ai beni primari. Se i prezzi dei prodotti agricoli scendono di molto non aumenta molto il consumo. I beni a consumo elastico sono i beni non indispensabili (non agricoli), e la legge di sopra si riferisce maggiormente a quest'ultimo tipo di beni.

- La logistica della popolazione

La logistica è una curva che prevede prima una crescita lenta, poi una crescita maggiore e poi si ferma nella crescita, cioè è il modo con cui la popolazione è variata nel corso della storia, quando la popolazione ha avuto momenti di crescita anche rapida e poi la crescita è diminuita.

L'importanza della popolazione per la Storia economica sta nel fatto che se aumenta la popolazione aumenta sia la domanda sia l'offerta di beni di prima necessita, perché più persone significa più consumatori ma anche più persone. Il problema è quello di sapere quant'era la popolazione in diversi momenti della storia. Oggi si usa il censimento ma diversi secoli fa venivano utilizzati vari metodi: comunque la misurazione della popolazione non è precisa oggi che si usano metodi seri, figuriamoci quando non esistevano questi metodi. Comunque in passato consideravano degli elementi indiretti, come le mura della città, perché man mano che si allargavano le mura significava che la popolazione era aumentata; Stesso discorso si può fare lo si può fare per quanto riguarda le leve militari: infatti si può facilmente intuire che se il numero dei militari era aumentato, era aumentata anche la popolazione; Stesso discorso anche per i tributi, per se riscuotendo i tributi da un certo territorio si ottenevano un certo numero di tributi e poi se ne sono ricavati di più o di meno, sono tutti elementi che ci fanno pensare che la popolazione è aumentata o diminuita; oppure le notizie dei contemporanei, ci sono le cronache medievali che ci racconta se la popolazione è aumentata o diminuita, se ci sia stata una pestilenza che ha fatto morire molte persone. Ma dal 1500 vengono fuori i registri parrocchiali, così si cominciano ad avere notizie più precise. Il concilio di Trento per sottoporre ad una sorta di controllo quella che era la popolazione di religione cattolica, visto che si stava affermando il protestantesimo, cominciò ad imporre ai parroci di tenere dei registri che i registri dei battesimi, delle morti e dei matrimoni, ma siccome i bambini venivano battezzati il giorno stesso in cui nascevano è un registro dei nati. I censimenti attuali sono venuti molto più tardi: in Svezia nel 1749, negli USA nel 1790, in Francia 1800, in Inghilterra nel 1801, nello Stati Sabaudi nel 1838 e in Italia nel 1861. I censimenti si fanno ogni 10 anni. L'aumento demografico comporta necessariamente un aumento della produzione e della produttività.

L'andamento ad onde della popolazione (logistica) è così:


100 m


50 m



200 700 1000 1300 1400 1600



Per i primi 1400 anni c'è stato un andamento ad onde e poi negli ultimi secoli c'è stato una crescita esponenziale.

Le cause di questo andamento ad onde sono: per quanto riguarda l'aumento della popolazione esso è dovuto a cause naturali, cioè che i nati sono stati più dei morti; per quanto riguarda invece la diminuzione della popolazione essa è dovuta alle pestilenze, ma in genere dopo la pestilenza la ripresa è rapida, perché a restare in vita sono i più forti mentre a morire sono i più deboli, le carestie, che spesso precedono le pestilenze; prima si usava il termine penuria che indicava un insufficienza di generi alimentari, mentre carestia indica i prezzi elevati dei generi alimentari, questo significa che si passando da un economia di autosufficienza, cioè la gente produce quello di cui ha bisogno e lo consuma, ad un economia di mercato, quando la gente ha bisogno di acquistare i generi alimentari. Un'altra causa della diminuzione della popolazione sono le guerre, ma non sono mai state dal punto di vista demografico particolarmente significative. Il motivo effettivo della diminuzione della popolazione è la denutrizione prolungata, cioè quando la gente mangia per 20-30 anni in modo insufficiente, ed è proprio la denutrizione prolungata la causa della diffusione delle epidemie.



L'ALBA DELL'INDUSTRIA MODERNA.

Prima di arrivare alle industrie si è passati attraverso fasi di organizzazione della produzione, che sono andate da forme di organizzazione più semplici a forme sempre più complesse senza che le forme di organizzazione più semplici scomparissero del tutto, ciò significa che quando c'è una novità non è che ciò che esisteva priva scompare del tutto ma convivono.

- Forme di organizzazione del lavoro

- Organizzazione domestica

Si parte da una forma di produzione domestica la cui produzione è destinata al consumo familiare. Nelle forme di organizzazione più semplici le famiglie erano autosufficienti: infatti si filava la lana, si preparavano gli attrezzi agricoli, si produceva il vino, non c'era quasi niente che si dovesse chiedere al mercato.

- Botteghe artigiane

Poi cominciano a venire le botteghe artigiane, specialmente nel medioevo, la dove alcune persone cominciano a specializzarsi nella lavorazione di determinati beni: c'era il falegname, il fabbro. Ma queste botteghe sono sotto il controllo delle corporazioni, cioè tutti si associano in una corporazione che controlla la produzione, stabilisce che cosa si deve produrre, i prezzi, le modalità di produzione.

- Domestic System

Poi si passa ad un'altra forma di organizzazione del lavoro, al "Domestic System", il lavoro a domicilio, che è sotto il controllo del marcante-imprenditore, perché, siccome nelle città c'erano le corporazioni e quindi per fabbricare qualsiasi cosa si doveva appartenere alla corporazione, perché bisognava essere iscritti alla corporazione, bisognava lavorare presso un maestro artigiano, poi bisognava dimostrare di aver imparato il mestiere e solo così si otteneva il permesso di aprire una bottega e cominciare la propria attività. Per la popolazione che cresce questo controllo delle corporazioni diventa troppo invadente sicché si comincia a pensare che questa attività la si possa fare fuori dalla città, rivolgendosi a quelle persone che vivono in campagna e che hanno alcuni periodi dell'anno liberi oppure che hanno una famiglia così ampia che c'è qualcuno che non è pienamente occupato. Il mercante imprenditore è colui il quale offre a queste persone degli incarichi, fornendo loro sia i beni strumentali che le materie prime.

- Factory system

Poi si è passati al "Factory Sistem", al sistema di fabbrica, cioè si sono cominciate a creare le prime grandi fabbriche con il controllo dell'imprenditore. L'imprenditore poteva anche essere il vecchio mercante-imprenditore che ha deciso di fare una fabbrica contenete macchinari e lavoratori, questo perché i lavoratori a domicilio lo imbrogliavano. In fabbrica non c'è la possibilità di imbrogliare perché i lavoratori sono sotto controllo. Poi vi è la possibilità di controllare il lavoratore, l'orario di lavoro, la produzione viene fatta secondo certi metodi produttivi, si migliorano i mezzi di produzione.

- Protoindustrializzazione

Si parla perciò di protoindustrializzazione, cioè di forme organizzative della produzione che precedono quella che chiamiamo industrializzazione, si tratta del domestic system, cioè di industrie rurali, che sono sotto il controllo di mercanti imprenditori, mercanti perché cercano di collocare il prodotto sul mercato e imprenditori perché organizzano i fattori della produzione. La vera differenza con il vero lavoro domicilio è che i lavoratori acquistano parte dei mezzi di sussistenza, cioè non sono autosufficienti, cioè quando prima si faceva tutto in casa e c'era la possibilità di avere tutti i beni che soddisfacevano i propri bisogni prodotti dall'unità familiare, nel momento in cui comincia a venire il lavoro a domicilio si destina più tempo a questo tipo di lavoro, per cui alcune cose che prima si producevano in proprio si preferisce acquistarle sul mercato, per avere più tempo per questo tipo di lavorazione.

Così cominciano a sorgere anche le protofabbriche, cioè delle prime organizzazioni produttive che poi sfoceranno nella fabbrica vera e propria. Le prime protofabbriche sono le miniere di ferro e di carbone, i cantieri navali, le manifatture reali francesi, reali perché volute dal re il quale metteva insieme delle persone che lavorassero alla produzione di certi beni di lusso che servivano alla corte.

Quindi c'è stata una fase che ha preceduto l'industrializzazione, quella fase di grandi fabbriche che ha portato alla rivoluzione industriale in Gran Bretagna, che si chiama anche Nascita della Grande industria, che sostanzialmente è fondata sull'uso di macchine con energia meccanica (macchine a vapore), e non con la forza dell'uomo e degli animali, così come questa rivoluzione industriale è fondata sull'uso di due nuove fonti di energia inanimata, cioè non dovuta alla forza dell'uomo o degli animali, che è il carbon fossile, che serve per far funzionale le macchine a vapore per la produzione di ferro; ed infine l'uso di materiali non presenti in natura come i metalli

- La rivoluzione industriale

La rivoluzione industriale viene indicata in un primo momento in Inghilterra e poi ha interessato gli altri paese.

- rivoluzione industriale: termine equivoco

Il termine rivoluzione industriale è un termine equivoco. Il termine rivoluzione lascia intendere che ci sia stata una trasformazione rapida e estremamente significativa nell'economia dell'Inghilterra e ha portato questo paese a diventare il primo paese industriale per tutto il secolo scorso. Questo termine ha avuto molta fortuna questo termine in quanto ancora oggi nei libri di scuola e nei manuali universitari esso viene usato, però è opportuno fare qualche chiarimento sull'uso rivoluzione industriale, perché appunto a questa impressione sottostà l'idea di un cambiamento rapido e profondo avvenuto in un periodo di tempo circoscritto: questo periodo di tempo fu inizialmente individuato tra il 1780 e il 1830, ma quando si parla di trasformazioni di questa natura non ci può essere un anno in cui il fenomeno è iniziato e un anno in cui il fenomeno è finito, non è come la guerra che comincia il giorno della dichiarazione di guerra e finisce il giorno dell'armistizio, quindi i fenomeni di questo tipo non hanno una data di inizio e di fine precisa, anche perché studi successivi hanno dimostrato che non c'è stato un momento in cui si sono avute trasformazioni rapide e significative tali da far parlare di rivoluzione industriale.

- rivoluzione lenta e graduale

La rivoluzione è stata lenta e graduale già prima dell'inizio di questa rivoluzione industriale, come la protoindustrializzazione, protofabbriche, cioè il processo di trasformazione e di mutamento strutturale dell'economia Inglese, cioè con il passaggio dal settore primario a q 424c27e uello secondario come settore più importante è stato un processo lento. Per l'Inghilterra questo processo di industrializzazione è cominciato molto prima della prima metà del '700 in cui alcuni collocano la data di inizio delle trasformazioni ed è continuata incessantemente anche dopo la prima metà dell'800.

- innovazioni

In questo periodo ci sono stare una serie di innovazioni che certamente contribuito alla modifica strutturale di quella società così come è negli ultimi decenni ci sono state alcune innovazioni, come quella dell'informatica, che stanno trasformando il modo di vivere di intere popolazioni dove l'informatica viene utilizzata. Quindi abbiamo avuto una prima rivoluzione industriale, poi gli storici hanno individuato una seconda rivoluzione industriale, un terza rivoluzione industriale. La prima è quella nata in Inghilterra, la seconda rivoluzione industriale verso la fine dell'800 e fino alla prima guerra mondiale, in cui la grande industria si afferma e ci sono altri settore che progrediscono, come quello della chimica dell'elettricità del petrolio, e una terza che è cominciata dopo la seconda guerra mondiale e che arriva fino ai nostri giorni, ma c'è da aggiungere pure una quarta rivoluzione industriale che è quella che stiamo vivendo nei nostri giorni dell'elettronica e dell'informatica. Comunque quello che è avvenuto da due secoli e mezzo a questa parte è questa trasformazione della società che ha portato l'economia dei paesi più avanzati a fare in modo che la popolazione di questi paesi non viva più di agricoltura ma soltanto una minima parte di essa, mentre il grosso della popolazione, dopo essere passato per il settore industriale che per alcuni decenni ha avuto il ruolo principale poi si è trasferita nel settore terziario.

- invenzioni

Le invenzioni hanno permesso di costruire una grande quantità di beni a basso costo, che chiunque può sperare di venirne in possesso; Basti pensare alle prime automobili che erano costosissime, se le potevano comprare poche persone, ma poi con le catene di montaggio è stato possibile produrre automobili ad un costo tale che la stragrande maggioranza della popolazione di un paese è in grado di acquistare un automobile.

Le invenzioni sono state di importanza notevole, in questa prima fase dell'industrializzazione le invenzioni sono state pera di artigiani, operai, tecnici, cioè di coloro i quali stando vicino ad una macchina e lavorando vicino a quella macchina e lavorando con quella macchina, cominciarono a pensare di apportare qualche modifica che ne migliorasse la funzionalità e che quindi ne migliorasse la produttività. Quindi non c'è stata l'applicazione di teorie scientifiche (almeno fino alla metà dell'800).

I fattori dell'industrializzazione in Inghilterra sono l'agricoltura, il commercio, le banche e le finanze, e i trasporti.

- Agricoltura (rivoluzione Agraria).

Le trasformazioni che si sono avute in agricoltura sono forse più importanti delle stesse trasformazioni industriali; se non ci fosse stato prima una trasformazioni in agricoltura non ci sarebbe stata una rivoluzione industriale.

- Agricoltura prima della rivoluzione industriale

Prima delle rivoluzione industriale il 70-80 % vive di agricoltura.

La produzione che si svolge nei campi è una produzione di autoconsumo, cioè quelli che lavorano la terra tendono a produrre i beni per autoconsumo, cioè quei beni per consumarli direttamente, non nel senso che il produttore produce tutto quello che ha bisogno, ma in un ambito estremamente ristretto, all'interno di una collettività, di comunità, di una regione molto piccola, per la semplicissima ragione che i mezzi di trasporto non erano tali da consentire un commercio consistente di prodotti agricoli; il commercio che pure dal medioevo aveva avuto una certa importanza con le repubbliche marinare che commerciavano oggetti di lusso, cioè oggetti che pesavano poco e costavano molto, mentre trasportare prodotti agricoli era più difficile perché si trattava di un bene che ingombra molto e che vale poco; comunque i commerci di derrate alimentari pure c'erano ma erano limitare, ed in particolare erano quelle per mare perché via terra erano impensabile, in quanto i viaggi erano molto lunghi e molto costosi.

- Policoltura

La conseguenza di tutto questo è la policoltura, cioè coltivavano più prodotti, perché per mantenere quella zona bisognava produrre un po' di tutto e non limitarsi ad una sola qualità di prodotti, perché scambiare questo con paesi lontani era costosissimo.

Il problema era però che lavorando la terra succede che la fertilità della terra si riduce, cioè se io lavoro la terra il mio problema e di ripristinare la fertilità, in quanto i prodotti agricoli rovinano la terra, e mi accorgo, per la legge del rendimento decrescente, che il primo anno ho un buon raccolto, il secondo pure, il terzo diminuisce e il quarto diminuisce ancora perché il terreno si è consumato; quindi il problema dell'agricoltura è il ripristino della fertilità, che può essere ripristinata coltivando per un paio di anni poi bisogna fermarsi per far riposare la terra per un anno (maggese), oppure si cerca anche di concimarla con concimi naturali, cioè prendere la terra da terreni non coltivati e aggiungerla alla terra precedente, bruciare le erbacce e lasciare che la cenere funga da concime, portare gli animali che concimano naturalmente.

- Disponibilità delle terre

Un altro problema è la disponibilità delle terre. La terra cominciava ad essere un bene di cui gli uomini se ne sono appropriati. A metà 700 le proprietà libere erano poche (proprietà: disponibilità di disporre e di godere di un bene in modo pieno ed esclusivo), quindi terre su cui c'era il diritto di una persona a disporne in modo pieno ed esclusivo erano veramente poche, perché c'era per una serie di circostanze, da quando cioè si era venuta ad affermare il sistema feudale, cioè il sovrano beneficiava il feudatario del terreno che egli lo utilizzava per tutta la sua vita ma non era proprietà privata, era una concessione di possesso, ma il proprietario ultimo era sempre il sovrano, e per trasformazioni successive era avvenuto che la maggior parte delle terre, anche se su di esse c'era il dominio di qualcuno, però c'era su quelle terre il diritto di molti altri, cioè c'era lo sfruttamento comunitario della terra.

- Usi civici

Queste limitazioni erano costituite da usi civici, cioè i diritti degli abitanti del luogo ad avere qualche accesso a quella terra, anche sulle terre private (raccogliere la legna).In Inghilterra si parlava di Open Fields e di Common Fields.

- Open Fields

Open fields significa campi aperti, cioè le terre non erano assolutamente recintate e divise per cui erano tenute senza sapere non finiva la terra di ognuno, ma erano tenute aperte e c'era lo sfruttamento comunitario delle terre di un villaggio: infatti coloro i quali avevano i diritti su quelle terre si mettevano d'accordo su come lavorare questa terra, che cosa coltivare e assegnare una striscia di terra ciascuno, quindi c'era una proprietà collettiva su questa terra.


- Common Fields

C'erano anche i Common Fields, le terre comuni, che consentivano il pascolo di tutti fra il raccolto e la semina, cioè anche sulle terre che erano assegnate in via definitiva a qualcuno, questo qualcuno dopo che aveva fatto il raccolto doveva lasciare che liberamente gli altri abitanti del luogo potessero portare tranquillamente su quella terra i propri animali a pascolare.

- Sfruttamento comunitario della terra

Quindi ci troviamo di fronte ad una situazione in cui il terreno è sfruttato comunitariamente e che anche quei terreni che appartengono a qualcuno siccome sono campi aperti c'è la possibilità da parte degli abitanti di sfruttare questo terreno, e poi sui terreni comunali c'era il diritto di andare a raccogliere la legna, di andare a pascolare gli animali, di andare piantare qualcosa, senza aver nessun diritto su quelle terre che erano terre della collettività.

In un mondo fatto così c'era parecchia gente che viveva di queste possibilità; quelli poveri che non avevano l'accesso su un pezzo di terra in quanto non possedevano la striscia da coltivare in un certo anno, potevano comunque vivere perché andavano a raccogliere la legna, la verdura.

- ostacolo alle innovazioni

Però questa organizzazione è un ostacolo per le innovazione, per se si vuole mettere a coltivare altre cose non lo si può fare in base ad accordi presi con la comunità.

- Rivoluzione Agraria

- Urbanesimo

Ad un certo momento c'è questa rivoluzione agraria dovuto da un aumento demografico, quindi c'è più gente che deve mangiare e si deve cercare di aumentare la produzione agricola. Inoltre si sta verificando un fenomeno di urbanesimo e le città devono essere rifornite: a Londra ad esempio vivono un milione di abitanti, circa il 10% della popolazione Inglese, e vi era addensato l'80% del commercio inglese, cioè a Londra non si occupavano dell'agricoltura.

- Aumento della domanda

Normalmente ogni volta che aumentava la popolazione c'era stata un aumento della domanda dei prodotti della agricoli, poi c'è l'aumento del prezzo dei prodotti agricoli e quindi c'è convenienza a fruttare le terre più intensamente perché si può vendere.

- Come si fa ad aumentare la produzione agricola?

Per poter aumentare la produzione ci deve essere un maggiore sfruttamento delle terre disponibili e bisogna mettere a coltura tutte quelle terre che non sono ancora state utilizzate.

In Inghilterra nelle zone maggiormente affollate non c'erano più terre disponibili e quindi si è dovuto aumentare i fattori produttivi, cioè la capacità di lavoro degli uomini, migliorare le tecniche, facendo in modo che la terra non restia a riposo, con il passaggio da una rotazione triennale ad una rotazione quadriennale.

- Rotazione triennale

La rotazione allora prevalente era la rotazione triennale, m ciò non significa che da per tutto ci fosse una rotazione triennale, c'erano posti dove c'era una rotazione biennale, cioè un anno si lavora ed un anno si lascia a riposo, la rotazione triennale significa che due anni si lavora ed una anno si lascia a riposare.

Esempio di rotazione triennale.


Si prende un pezzo di terra, lo si divide un tre parti, su un pezzo ci coltivo il grano, su un altro altre colture, e il terzo pezzo di terra lo lascio a riposo. L'inconveniente di questa rotazione è che un terzo del mio campo rimane inutilizzato per ripristinare la fertilità.

- Rotazione quadriennale

Ad Cioè c'è grano, c'è trifoglio, avena, ravignone, cioè piantando sul terreno diverse coltivazioni facendo scomparire il maggese.

La novità è che è scomparsa il maggese e si cominciò a vedere che se sul terreno si mettevano queste piante (trifoglio, ravignone) che servivano per alimentare gli animali, queste piante hanno la capacità di non esaurire il terreno, cioè non sono delle colture che dopo che sono state piantate lasciano il terreno esausto come avviene per il grano, l'avena, l'orzo, e quindi è come se lo si avesse lasciato a maggese però ho avuto una coltivazione per alimentare gli animali, ed alimentando gli animali si ottiene maggiore carne, latte e formaggi, cioè c'è la possibilità di abbandonare il maggese usando delle colture che non esauriscono il terreno ed alimentare gli animali, che ci danno migliore alimentazione, in quanto si possono macellare da piccoli, e si possono allevare nelle stalle e nelle stalle producono concime che viene usato per coltivare la terra. Si crea un circolo virtuoso, la terra è sfruttata al massimo, non c'è più maggese, c'è possibilità di alimentare gli animali, gli animali ci danno carne ed altre proteine e ci danno anche il concime che si usa per aumentare la fertilità del terreno.

Però passare da un sistema di coltivazione che prevede il maggese e lo sfruttamento comunitario del maggese, cioè la possibilità in quell'anno di pascolare gli animali, e la possibilità di pascolare gli animali e semina successiva, ad un tipo di coltivazione che prevede uno sfruttamento continuo comporta l'eliminazione di questi usi comunitari della terra, bisogna considerare colui che coltiva la terra il proprietario pieno ed esclusivo, così il proprietario è libero di coltivare quello che vuole, sperimentare nuovi tipi di coltura, e così si comincia a studiare anche la composizione chimica del terreno, quindi bisogna eliminare gli usi civici, i campi aperti e i campi comuni, quindi bisogna arrivare alla privatizzazione delle terre, eliminando lo sfruttamento comunitario delle terre.

- Privatizzazioni delle terre

Questo processo avviene prima in modo spontaneo e poi con interventi legislativi.

Bisogna innanzitutto recintare il terreno e poi stabilire degli accordi fra coloro i quali avevano qualche diritto sulla terra, dividendosi definitivamente il terreno. Poi cominciano a venere fuori delle recinzioni con leggi del parlamento, cioè si vuole una sanzione pubblica a questi accordi che vengono proprio con appropriazione da parte le parlamento inglese, con approvazione di volta in volta degli accordi fra coloro i quali si dividono il terreno hanno raggiunto, basta che siano d'accordo l'80% dei possessori, se l'80% di coloro che hanno diritto su questa terra sono d'accordo e stabiliscono come dividere fra di loro queste terre, in modo che ognuno ne diventi proprietario, si fa un accordo e poi una legge del parlamento sancisce questo accordo e quindi per legge questa terra è stata privatizzata. Nella seconda metà del '700 vi furono centinaia di questi accordi per la privatizzazione di queste terre. La persona che prima portava a pascolare la sua mucca in questi territori o si vede privato di ciò ed è costretto ad andare a lavorare nelle fabbriche dove guadagna un po' di più. Nel 1801, quando oramai tutte le terre sono state privatizzate, si fa una legge generale di recinsione, così si arriva alla privatizzazione della terra, eliminando gli usi comunitari e i contadini possono utilizzare la terra come meglio credono sfruttando le nuove forme di rotazione, aumentando così la produttività della terra.

- Proprietà contadine

Si viene a creare così una proprietà contadina. Si vengono a creare proprietà di duplice natura, alcuni piccoli proprietari coltivatori, che oggi si chiamano coltivatori diretti, cioè coloro i quali hanno avuto una striscia di terra non molto grande ma sufficiente per mantenere la propria famiglia e che provvedono a coltivare direttamente la terra, con la forza lavoro che è fornita dalla famiglia stessa. Però in Inghilterra si formano anche le grandi proprietà gestite da fittavoli capitalisti, che cominciano a diventare le più importanti di quel paese, cioè coloro i quali vantavano molti diritti su quelle terre, i vecchi signori, ottengono i pezzi più grandi che vanno ad aggiungersi alle proprietà private e a quei piccoli pezzi di terra venduti dal contadino che se ne andato a lavorare in fabbrica a qualche proprietario più grande e quindi si formano in Inghilterra grandi proprietà gestite da fittavoli capitalisti, cioè dal contadino che ha affittato il terreno dal signore che investe su quella terra, costruendo stalle, allevando animali, utilizzando concimi, utilizzando le prime macchine, facendo aumentare di molto la produttività della terra.

- Come l'incremento della produzione agricola ha influenzato la industrializzazione, e come l'industrializzazione ha influenzato l'agricoltura?

- Scambio agricoltura-industria

L'agricoltura scambia i propri prodotti con prodotti industriali, l'industria scambia i propri prodotti con prodotti agricoli. Se il numero di agricoltori diminuisce, si deve produrre pure per mantenere gli operai e ci sarà uno scambio dei prodotti agricoli che devono servire per mantenere quelli che si occupano di altre attività, in particolare gli operai. Se la società non è più una società agricola ma una parte di questa popolazione fa un altro mestiere, e siccome non produce per il gusto di produrre ma per vendere, si scambieranno i prodotti agricoli che servono a quelli che fanno un altro mestiere e questi venderanno i loro prodotti agli agricoltori, quali avendo venduto qualcosa sul mercato si ritrovano ad avere danaro e questo danaro lo utilizzano per acquistare prodotti dell'industria, che sono anche i prodotti che servono per coltivare la terra.

- Manodopera

La manodopera che passa dall'agricoltura all'industria è una manodopera a basso costo perché ce ne è in abbondanza. All'inizio c'è stato il bisogno di fare le recinzioni dei campi, le recinzioni richiedono manodopera, quindi le espulsione di manodopera dalla terra non è immediata, perché si devono fare le recinzioni e parecchia gente trova lavoro per fare le recinzioni, cosa che dura per alcuni decenni, ma è graduale.

- Industria fornisce macchine e concimi all'agricoltura

Nello scambio tra prodotti agricoli ed industriali, diventa importante la possibilità che in un secondo momento, l'industria fornisce macchine e concimi all'agricoltura.

Riduce il numero di addetti all'agricoltura e aumenta il numero di addetti al settore industriale e terziario e costoro visto che devono mangiare sono mantenuti da coloro i quali lavorano in agricoltura. La crescita di produttività dell'agricoltura, si coltivano le stesse terre di prima si riesce ad alimentare un quantitativo di popolazione molto maggiore perché è aumentata la produttività ed anche la produzione del settore agricolo.

- Commercio

La crescita della produzione agricola fa aumentare anche il commercio, anche internazionale. Ormai gli scambi fra l'Inghilterra e le sue colonie aumentano e nel corso del secolo si moltiplicano di 3-4 volte e quindi il commercio ha un ruolo importante per lo sviluppo economico dell'Inghilterra, la quale riesce per qualche periodo ad esportare i prodotti, quindi le trasformazioni che stanno avvenendo in Inghilterra non solo consentono di mantenere la propria popolazione ma di esportare prodotti agricoli anche fuori dall'Inghilterra: avverrà per un certo soltanto nel corso del '700, ma poi si verrà costretta ad importare prodotti agricoli. Poi svolge il commercio di riesportazione dei prodotti coloniali in Europa, una della cose che gli inglesi sanno fare, cioè di importare tabacco dalle colonie d'America, che non consumavano tutto in Inghilterra e che poi lo esportavano in altre nazioni.

- Londra

In questo commercio Londra acquista un ruolo importantissimo, perché siccome si trova sul Tamigi arrivano le navi che vengono dall'oceano, e anche come centro finanziario perché si accumulano capitali che finiscono nelle banche e che poi vengono investiti nei commerci e nella formazione di fabbriche


- Banche e finanza

Il sistema bancario Inglese è stato il primo in assoluto ad essere un sistema bancario moderno. Di banche si parla fin dall'antichità e comunque nel medioevo c'è stata un'attività bancaria rilevante ed in particolare nei paesi che erano più interessati ai traffici e ai commerci. Però in Inghilterra si parla di banche che cominciano ad essere importanti per il finanziamento dell'industrializzazione.

- Gli orefici

Comunque in Inghilterra nel '600 non c'era quasi niente, c'erano solo gli orefici, cioè quella categorie di persone che ha sempre avuto un particolare contatto con il danaro, che era fatto all'epoca di monete metalliche che aveva un suo valore, una moneta d'oro vale in quanto è oro e ha un suo valore di mercato, una moneta di argento vale anche in quanto è argento e ha un suo valore di mercato. Allora gli orefici, che erano coloro i quali sapevano valutare il valore di una certa moneta, conoscevano il valore di mercato dell'oro e dell'argento, sono quelli che accanto al mestiere di vendere o di fabbricare oggetti preziosi, hanno cominciato anche ad occuparsi di valutare la moneta, accettare la moneta in deposito da parte di chi ne disponeva e rilasciare a chi depositava queste monete dei pezzi di carte, delle ricevute, e queste ricevute, che attestavano il fatto che di avere le monete dall'orefice, potevano essere utilizzate per il pagamento ad un altro, cioè questi orefici cominciano a svolgere una sorta di funzione di banchieri, cioè quella persona che accetta le cose da qualcuno che ha somme che vuole investire, paga per questo con gli interessi, in qualche modo acquista il danaro, e poi lo presta ad altri, cioè lo vende ad altri, facendosi pagare qualcosa in più di quello che ha pagato a chi che lo ha depositato. Non sempre è stato così, perché a volte certi servizi erano gratuiti, uno li dava ad una persona di fiducia, e gli orefici erano fra questi, semplicemente perché fosse custodito, in quanto gli orefici avevano casseforti e loco un po' più sicuri.

- La banca d'Inghilterra

In questi pezzi di carta che rilasciavano gli orefici qualcuno ha voluto vedere le prime banconote, me le prime banconote sono state cominciare ad essere messe in circolazione dalla banca d'Inghilterra del 1694, che inizialmente lasciava anch'essa delle ricevute ma poi ad emettere delle banconote che ne fanno una banca di emissione (Londra), cioè per la prima volta si pensa di utilizzare pezzi di carta con funzione di moneta. Questo fu dovuto al fatto che con l'incremento dei traffici, con l'aumento della popolazione, con l'industrializzazione cominciò ad essere necessaria una quantità di moneta sempre maggiore, e siccome non c'era grossa disponibilità di oro e argento per tutti i paesi, la moneta metallica non è più sufficiente e non è possibile utilizzare il metallo per tutti i tipi di pagamenti, e allora si è pensato di utilizzare un pezzo di carta, la banca d'Inghilterra diventa banca di emissione, cioè quel tipo di banche che hanno il compito di mettere in circolazione dei biglietti, biglietti che però hanno la caratteristica di essere cambiati in moneta metallica a richiesta del possessore, e quindi la banca d'Inghilterra costituisce una riserva di monete metalliche e sulla base di quella riserva mette in circolazione dei biglietti; se ha una riserva di 1 milione e mette in circolazione biglietti per un milione non ha fatto niente, perché potrebbe utilizzare il milione di monete metalliche e fare i pagamenti, il problema è che la banca d'Inghilterra e le altre banche di emissione si rendono subito conto che se hanno un milione di monete metalliche che funge da riserva possono mettere in circolazione due o tre milioni di biglietti, perché non capiterà mai che tutti i possessori di questi biglietti contemporaneamente si rivolgano alla banca per cambiare il biglietto in monete. Quindi questi biglietti rappresentano sempre la moneta metallica in cui possono essere scambiati. La caratteristica però che c'era erano biglietti di grosso taglio, cioè all'inizio quando i biglietti sono stati introdotti nella circolazione monetaria sono stati introdotti perché dovevano servire ai grossi pagamenti, per i pagamenti normali si continuava ad utilizzare la moneta metallica, quindi era una circolazione limitata che comunque cominciò a risolvere il problema della scarsità di moneta metallica in presenza di una crescita demografica ed economica del paese che non poteva più andare avanti con le sole monete metalliche.

- Le monete

Le monete d'oro erano di valore elevato, le monete di argento e di rame erano insufficienti per i piccoli pagamenti e quindi cominciò ad avvenire che nel momento in cui si avvia l'industrializzazione cresce la necessità di mezzi di pagamento, in Inghilterra si cominciò ad utilizzare principalmente la moneta d'oro, però la moneta d'oro ha l'inconveniente di poter essere utilizzata per pagamenti più grossi, perché ha un valore più elevato, mentre le monete di argento e di rame cominciavano a scarseggiare rispetto alle esigenze di una popolazione che cresceva, di un mercato che aumentava e questo comportò che ci fu chi coniò le monete da se, come si mettono in circolazione pezzi di carta da parte di privati e da parte delle banche di provincia (cioè tutte quelle che non stanno a Londra), che servono a soddisfare l'esigenza dei pagamenti.

- Speculazioni (società per azioni)

Poi cominciano ad esserci delle speculazioni, che avvengono perché si vanno costituendo le società per azioni, cioè è quel tipo di società in cui le quote sociale, cioè il capitale che bisogna mettere assieme per svolgere una certa attività è diviso in quote che si chiamano azioni, vengono acquistate da parecchi e che si possono anche vendere sul mercato. Le società per azioni nascevano con privilegi, cioè quando si costituiva una società per azioni si chiedeva l'autorizzazione (pagando). Però può capitare che sulle azioni si può cominciare a speculare, ed è questo che avvenne che portò nel 1720 in Inghilterra alla South Sea Bubble, bolla dei mari del sud, cioè la South sea Company era una società che si occupava di traffici marini e sulle cui azioni ci fu una forte speculazione che portò il valore delle azioni prima a gonfiarsi e poi enormemente e poi a crollare rovinando parecchie persone.

- Bubble Act

Per questo motivo in Inghilterra si fece una legge, Bubble Act, che durò dal 1720 al 1825, nella quale si stabilì che le azioni non si potessero facilmente trasmettere, e che per costituire una società si voleva l'autorizzazione del parlamento, che era difficile e costosa. Quindi per evitare le speculazioni è stata fatta una legge, per cui per costituire una società per azioni bisognava avere un'autorizzazione del parlamento, autorizzazione difficile e costosa.

Questo tipo di normative ci saranno in tutti i paese, come la Germania, la Francia, l'Italia, cioè nel momento in cui si avvia l'industrializzazione la società per azioni, fondamentali per la costituzione di grandi industrie, ci sono degli sbarramenti a questo tipo di società.

- Caratteristiche dell'industrializzazione inglese

L'industrializzazione inglese è stata lenta e graduale, cioè la prima rivoluzione industriale si è svolta con lentezza. L'Inghilterra è stato il paese in cui la rivoluzione industriale si è avuta per prima mentre le alte nazioni sono rimaste molto attardate, ed è per questo motivo che la rivoluzione industriale è stata lenta, perché gli inglesi non hanno avuti nessun interesse ad accelerare i tempi, ed essendo lenta non c'è stato bisogno di molti capitali e quindi l'industrializzazione è poco costosa e per questo c'è stato un limitato ruolo delle banche, e le banche in Inghilterra pure se sono tra le più avanzate difficilmente servono a dare capitali a queste società per avviare l'industrializzazione. Le fabbriche si ingrandiscono con i loro profitti, con quello che si chiama autofinanziamento, cioè gli industriali destinano una parte di quello che guadagnano alla propria azienda, e quindi lo reinvestono. L'Inghilterra che sta prima ha dei vantaggi e degli svantaggi: i vantaggi sono che non teme la concorrenza, mentre il vantaggio delle altre nazioni che stanno dietro sta nel fanno che hanno potuto vedere il percorso dell'Inghilterra, le difficoltà e comportarsi di conseguenza, imparando dagli errori altrui, ma lo svantaggio di chi è primo è che diventa obsoleto.

- Trasporti

Anche i trasporti sono molto importanti per l'industrializzazione. La possibilità di produrre e di vendere è collegata all'incremento del commercio, ma il commercio non può avvenire se non ci sono adeguati mezzi di trasporto. La situazione nella prima metà del '700 era una situazione, per ciò che riguarda i trasporti, disastrosa, anche c'era poco da scambiare, e quel poco che si scambiava avveniva tramite i traffici marini, i traffici terrestri erano ridotti per il costo elevatissimo.

- Strade

Le strade erano polverose, si trasformavano in fanghiglia nella stagione delle piogge, i carri che le attraversavano subivano frequenti rotture di assi e di ruote, e si cominciano ad utilizzare nuovi sistemi di costruzione, cioè le strade venivano fatte a un po' incurvate per consentire lo scolo delle acque, di mettere al di sotto al momento della costruzione delle grosse pietre sotto, delle pietre più piccole sopra e poi si ricopre di terra battuta, quindi nuovi sistemi costruzione che consentono di avere strade più resistenti al passaggio dei carri; quindi c'è anche lo sviluppo delle diligenze, che servono per il trasporto delle persone, e il trasporto di merci mediante carri.

- Corsi d'acqua

Però per il trasporto sono sempre stati utilizzati i corsi d'acqua, in quanto trasportare merci sulle barche e molto più economico e talvolta anche molto più veloce, che non trasportando merci per via terra, e si comincia a diventare necessario a trasportare merci pesanti e ingombranti, come il grano, il carbone, le pietre per le costruzioni edilizie, e queste sui carri è difficile trasportarli e diventa costosissimo perché si riesce a trasportare poco. Per questo vengono potenziati i fiumi e i canali, là dove il terreno è più piatto, e l'Inghilterra ha questa caratteristica cioè di essere prevalentemente un terreno pianeggiante, e quindi là dove ci sono fiumi navigabili si sfruttano al massimo e si creano dei canali in modo tale che le acque mettano in collegamento un fiume con l'altro e si viene a creare un reticolo di canali che consente di effettuare i trasporti; così come la navigazione di cabotaggio, cioè lungo le coste vedendo sempre la terra ferma senza andare in alto mare, che diviene molto diffusa in Inghilterra, tanto che si parla dal 1760 di una febbre di canali, cioè ci fu un periodo in cui si investi molto nella costruzione di canali per favorire il trasporto delle merci, anche perché il metodo del cabotaggio permette di trasportare materiali di poco valore.

- Finanziamento alle costruzioni

Per la costruzione di strade e di canali oggi provvede lo stato, mentre prima provvedevano le collettività, nel senso che la strada che attraversava un certo territorio doveva essere mantenuta e riparata dagli abitanti del luogo, dalle amministrazioni comunali del luogo; però se si cominciano a costruire nuove strade e scavare nuovi canali, con l'investimento di capitali, ci vogliono degli investimenti più consistenti, e in Inghilterra questi investimenti sono investimenti privati, in quanto a differenza delle altre nazioni, nei quali i privati non ce la facevano ad essere veloci con le loro forze, i privati non avevano fretta, nel senso che se c'è la possibilità di investimento dei privati si costruiscono strade e canali altrimenti si rinvia, quindi il finanziamento di strade e canali avviene tramite società private, anche con piccoli azionisti, e il loro guadagno e il pedaggio su strade e canali, ma comunque ci sono anche finanziamenti statali in quanto da soli i privati potevano non farcela.

- Tecnologia e innovazioni

Ci sono in Inghilterra delle industrie traenti, cioè delle industrie che hanno la funzione di trascinare la rivoluzione industriale, e sono le industrie siderurgiche (ferro) e le industrie tessili (lana e cotone); però non basta avere queste due industrie per parlare rivoluzione industriale, ma bisogna aggiungere la macchina a vapore, che consente di avere energia in quantità molto superiore a quella precedente, quando cioè si fondava solo sul lavoro dell'uomo, degli animali e poi anche le ferrovie, che cominciano ad avere una certa importanza quando ormai la prima rivoluzione industriale si è esaurita, ed avrà una notevole importanza nella seconda fase.

- Industrie siderurgiche

Il ferro in natura non esiste, ma ci sono i minerali di ferro. Minerale significa che non è tutto ferro, e per tirare fuori il ferro dal minerale bisogna mettere a cuocere in modo che si sciolga tutto, e così avviene una separazione naturale di quello che è ferro da quello che non è ferro. Questo processo avviene negli altiforni, nei quali si deve mettere il minerale di ferro e del carbone, che mi consente di fare la combustione. Per sviluppare un industria siderurgica, cioè che mi fa ottenere il ferro, devo disporre di minerali di ferro e di carbone. L'unico carbone allora conosciuto era quello di legno, ma questo carbone è esauribile, anche perché prima dell'uso del ferro aveva una molteplicità di utilizzazioni, tanto che si cominciò a vietare il taglio dei boschi. Quindi la difficoltà dell'industria del ferro era che utilizzava il legno che è una fonte esauribile e rinnovabile in tempi lunghi.

Il problema fu risolto con alcune invenzioni, a partire da quella che si è avuta nel 1709 da Darby, che tirò fuori il coke dal carbone minerale, perché il carbone minerale pure si conosceva in quanto c'era sotto terra, però non era buono per combustione, quindi occorre una lavorazione sul carbone minerale per estrarre il coke, che è utilissimo per essere utilizzato negli altiforni per cuocere insieme ai minerali di ferro per ottenere il ferro.

- Il puddellaggio

E si creò il sistema dell'puddellaggio ( to pudder= rimescolare) della ghisa nel 1784 da Onions e Cort.

Il sistema del puddellaggio della ghisa è utile perché quando si mette a cuocere nei forni il carbone con il minerale di ferro non esce il ferro, ma esce un tipo di ferro, che si chiama ghisa, che contiene ancora molto carbonio, e mettendo a cuore di nuovo la ghisa si può eliminare il quantitativo di carbonio in eccedenza, però la ghisa deve essere messa in forni senza fiamma, cioè con insufflazioni di gas caldo si porta ad levata temperatura facendo sciogliere la ghisa e il carbonio viene fatto evaporare girando con delle barre e quello che resta è ferro, cioè un metallo duro che so presta ad essere lavorato.

- La macchina a vapore

Tutto questo si può fare perché si comincia tirar fuori la macchina a vapore. La forza del vapore era nota fin dall'antichità: i greci si divertivano a vedere le pentole che bollivano, a vedere che si creava una forza quando si mette sul fuoco dell'acqua, l'acqua crea del vapore e questo vapore ha una forza, ma il vapore non veniva usato per fini produttivi, anche perché c'erano gli schiavi, quindi abbondanza di manodopera e non se ne vedeva il bisogno di trovare un modo per alleviare il lavoro dell'uomo.

L'utilizzazione con la quale venivano utilizzate nel '700 le macchine a vapore furono per risolvere il problema dell'acqua nelle miniere, quindi diveniva una pompa per le miniere, perché scavando in profondità si trova l'acqua, la quale inonda le miniere. Nel giro di meno di 100 anni si arriva alla macchina a vapore di Watt (1769).

Poi Watt nel 1782 arriva alla trasformazione del moto lineare nel moto circolare, cioè che serve per far girare una ruota. Poi Watt fonda una società con Boulton e mettono in commercio la macchina.

- Industrie tessili

Per ciò che riguarda le industrie tessili sono due i punti da sottolineare, e sono quella della lana e del cotone.

- La lana

L'industria laniera era l'industria più antica che si conoscesse, in quanto la lana è la materia più facile da ottenere, in quanto basta tosare periodicamente una pecora.

In Inghilterra la trasformazione di questa industria è ostacolata da tradizioni e consuetudini, essendo un industria vecchia ci sono le corporazioni dei produttori di lana, che sta stabiliscono come si deve produrre la lana, quante botteghe artigiane ci devono essere, il tirocinio quanto deve essere lungo, come si deve dimostrare alla fine del tirocinio che si è imparata l'arte, e quindi è tutta un attività sotto controllo, in quanto si dividono tra di loro il mercato e i criteri di produzione, e allora è difficile rinnovare, tant'è che la produzione di lana è sparsa nelle campagne per sottrarsi a quelli che erano i controlli esercitati dalle corporazioni.

- Il cotone

Mentre l'industria del cotone è un industria nuova, però è un industria arretrata, cioè l'Inghilterra non ha cotone, in quanto è una pianta che può assecchire soltanto in certi climi più caldi che non quello inglese, e l'Inghilterra era costretta ad importare materie prime dall'India; però gli inglesi si cominciano ad appassionare a tessuti stampati importati dall'India che si chiamavano calicò e mussoline, e siccome ci fu una legge che vietava l'importazione di calicò e mussoline dall'India, si cominciò ad importare il cotone e a lavorarlo, avviando così un industria di cotone.

- Le invenzioni

Però in questo settore c'è una strozzatura tra la filatura e la tessitura, perché sia il cotone che la lana devono prima essere filate e poi bisogna tessere. La strozzatura stava nel fatto che si riusciva a tessere in modo più veloce, e allora bisogna aspettare alcune invenzioni per poter vedere lo sviluppo dell'industria tessile.

La situazione di partenza è la seguente: ci vogliono 3-4 persone per filare sia lana sia il cotone per produrre quel quantitativo di lana che serve per un solo tessitore.

Nel 1733 un operaio, Kay, inventò la navetta volante, cioè un modo di tessere poco costoso e molto pratica, ma si diffonde dopo il '60 perché non c'era la necessità di filare più in fretta.

Nel 1764 fu inventata la spinning Jenny, che permetteva di utilizzate fino a 100 fusi.

15 anni dopo abbiamo la Mule Jenny, che permette di utilizzare fino a 1000 fusi.

Adesso si riesce a filare molto rapidamente, cioè una persona sola riesce a far girare 1000 fusi. Nel 1785 si arriva la telaio meccanico a vapore che riesce a lavorare 40 volte più in fretta del telaio a mano.

In 25 anni c'è una serie di invenzioni, sia dal lato della tessitura, sia dal lato della filatura, che fanno in modo che l'industria tessile abbia un impulso notevolissimo.

- Ferrovie

La rete di ferrovie ha un importanza notevolissima per lo sviluppo dei commerci e dei traffici quindi dell'industrializzazione. Queste costruzioni ferroviarie hanno un importanza notevole nella seconda metà dell'800, però già nella prima metà del secolo esse cominciano ad affermarsi per l'importanza notevole che possono avere per lo sviluppo e la crescita.

- I fattori delle ferrovie

Le ferrovie si servono di due fattori: si servono delle rotaie e si servono di una locomotiva, che prima veniva chiamata vaporiera proprio per il fatto era alimentata a vapore.

- Le rotaie

Per quanto riguarda i le rotaie, esse venivano usate già da parecchio tempo nelle miniere, per l'estrazione di minerali e per l'estrazione di carbone; si trattava normalmente di rotaie in legno sulle quali venivano fatti scorrere i carrelli che portavano dall'interno della miniera all'esterno i pezzi di minerali estratti.

- La locomotiva

La macchina a vapore, si tratta dell'adattamento del vapore alle locomotive e la prima viene introdotto nel 1801, molto pesante, ad opera di Trevithick, che pensava addirittura di far camminare la macchina a vapore con qualche vettura trainata su strade normali, che all'epoca erano di terra battuta, e siccome si accorse che la locomotiva era molto pesante si accorse che non era il caso di farla camminare sul terreno perché avrebbe rovinato la strada per la sua pesantezza, e quindi si cominciò ad utilizzare le rotaie.

Nel 1825 c'è una prima ferrovia passante fra due miniere, quella di Stockton e quella di Darlington ad opera di Stephenson.

Nel 1830 si ha la prima ferrovia per il trasporto di passeggeri fra Liverpool e Manchester.

- Varianti regionali

L'industrializzazione non riguarda l'intero paese, cioè non significa che ogni località della Gran Bretagna diventi una località industriale, ma c'è una concentrazione di industrie in territori in determinate zone.

- Inghilterra

In Inghilterra vi sono alcuni bacini minerali dove si trova ferro e carbone. L'attività industriale per quanto riguarda il ferro la troviamo nel Nordest, a Tyneside, Newcastle, al centro a Lancashire, Manchester, a Yorkshire, Sheffield, e a Midlands, Birningam.

Poi ci sono i distretti tessili, particolarmente nella parte centrale dell'Inghilterra: a Liverpool come centro della produzione del cotone e Yorkshire come centro di produzione della lana.

Nel sud dell'Inghilterra quindi prevale l'agricoltura mentre a nord, verso la Scozia prevale la pastorizia.


- Galles

Nel Galles abbiamo dei bacini carboniferi e ferrosi a Cardiff, e il Galles ha un importante industria siderurgica che principalmente è rivolta all'esportazione. Quindi Inghilterra e Galles sono regioni già fortemente industrializzate.

- Scozia

- La crescita

La Scozia al momento in cui parte l'industrializzazione della Gran Bretagna era un paese arretrato, tant'è che a metà settecento il reddito prodotto dagli scozzesi è il 10-20% del reddito prodotto dagli inglesi. Un secolo dopo il reddito prodotto dagli Scozzesi era una reddito pari al 90% del reddito degli Inglesi, cioè la Scozia ha avuto nell'arco di questo secolo una crescita molto maggiore della stessa Inghilterra, in quanto partiva da una condizione più arretrata, ha potuto recuperare rapidamente e quindi ha conosciuto un forte sviluppo.

- Unione con l'Inghilterra

Le ragioni di questa crescita sono state che nel 1707 c'è stata una unione con L'Inghilterra, nel senso che sia la Scozia sia l'Inghilterra hanno avuto lo stesso sovrano, e quindi c'è l'accesso al mercato inglese e in particolare al mercato delle colonie inglesi da parte degli scozzesi. Prima di allora gli scozzesi vivevano di pastorizia, vivevano di qualche scambio con l'Inghilterra.

- Sistema educativo

Un'altra ragione è un sistema educativo più avanzato di quello Inglese: la Scozia aveva 4 università rispetto alle 2 dell'Inghilterra e curava particolarmente l'istruzione del proprio popolo e quando si è avuta la rivoluzione industriale trovare persone più istruite, con maggiori conoscenze e maggiore preparazione, è stato un fattore positivo che ha consentito lo sviluppo della Scozia.

- Sistema bancario

L'ultima ragione è un sistema bancario molto moderno con poca regolamentazione e con credito facile. In Scozia si creano parecchie banche più o meno della stessa dimensione, al contrario di quanto avviene in Inghilterra, nella quale c'è la banca d'Inghilterra che è quella più importante legata al governo, che ha una sorta di monopolio in quanto può essere istituita sotto forma di società per azioni, e poi accanto alla banca d'Inghilterra abbiamo un gran numero di piccolissime banche che soddisfano le esigenze locali. Mentre nella Scozia ci sono diverse banche di medie dimensioni e non solo emettono biglietti in quantità tale da non creare inflazione (eccesso di mezzi di pagamento), ma operano anche concedendo credito senza particolari garanzie e chiunque voglia iniziare un attività commerciale.

- Irlanda

In Irlanda c'è l'assenza dell'industrializzazione.

L'Irlanda è sempre stata vista dagli Inglesi come un paese destinato alla produzione agricola. Le terre irlandesi erano finite nelle mani della nobiltà inglese, sicché le cause di questa assenza di industrializzazione è asservita all'Inghilterra, nel senso che l'Irlanda produce per esportare i propri prodotti in Inghilterra, e proprietari delle terre irlandesi sono in genere nobili o borghesi inglesi, per cui l'Islanda si riduce a grano, allevamento e patate. Il grano e il bestiame vengono esportati in Inghilterra e le patate servono agli irlandesi per alimentarsi.

- aumento della popolazione

In tanto in Irlanda c'è un grosso aumento della popolazione fino alla metà dell'800, e quando a metà 800 c'è una grande carestia delle patate, cioè si perde il raccolto delle patate per qualche anno perché le patate vengono attaccate da una malattia, gli irlandesi si trovano ridotti alla fame in quanto i proprietari delle terre irlandesi continuano a vendere sul mercato inglese il grano e i prodotti dell'allevamento, i raccolti vanno male e gli irlandesi muoiono in gran quantità e in gran quantità cominciano ad emigrare verso gli stati uniti d'america, e la popolazione Irlandese nell'arco di qualche decennio si dimezza.

- Aspetti sociali della rivoluzione industriale

- Popolazione

La popolazione della Gran Bretagna aumenta fra il 1750 e il 1850 da 7 a 21 milioni. L'aumento demografico è stata la causa della rivoluzione industriale, perché essa ha portato alla necessità di aumentare la produzione agricola, la produzione agricola è aumentata grazie alle trasformazioni tecniche e alle recinzioni e quindi la crescita demografica è stata un impulso all'industrializzazione, però contemporaneamente l'incremento della produttività in agricoltura ha consentito di mantenere questa popolazione in aumento. La stessa attività industriale per gli scambi che crea con la il settore agricolo.

- aumento tasso di natalità

Questo incremento demografico si è avuto con l'incremento del tasso di natalità (nati vivi x 1000). Il tasso di natalità aumenta perché si riduce l'età dei matrimoni, quando comincia lo sviluppo e c'è possibilità di lavorare, quando c'è reddito sufficiente si crea la famiglia anche prima, e però dopo una fase in cui il tasso di natalità è aumentato si assiste ad una riduzione del tasso di natalità, perché queste nuove organizzazioni di lavoro vede la madre di famiglia andare fuori dalla famiglia a lavorare in fabbrica, e evidentemente il numero dei figli tende a ridursi. Il tasso di natalità poi si riduce anche perché cominciano a nascere forme di assistenza alla famiglia e cominciano a nascere le assicurazioni sociali ( 2 metà 800), che prevedono l'assicurazione contro la malattia, le pensioni, altre forme di tutela come gli assegni familiari, cioè la famiglia comincia ad avere una sicurezza per ciò che riguarda il periodo in cui non si lavora e il periodo in cui si smette di lavorare. Cosa che precedentemente non avveniva: prima che arrivassero queste forme di sostentamento a questo nucleo familiare, una persona se andava a lavorare veniva pagata e se si ammalava non percepiva nulla. E questa è la ragione per la quale si facessero tanti figli, per fare in modo che i figli dovessero mantenere i genitori quando questi smettono di lavorare.

- diminuzione tasso di mortalità

Inoltre c'è una forte diminuzione del tasso di mortalità (morti x 1000). Le ragioni che fanno diminuire il tasso di mortalità sono (in ordine di importanza):

una migliore alimentazione, cioè un alimentazione più ricca e più varia;

maggiore igiene, cioè si cominciano ad adottare certi comportamenti che fanno migliorare l'igiene, come l'utilizzazione del sapone di una qualità migliore, l'uso del sapone che si sporca più difficilmente della lana, le case in mattoni e non in legno che attira i topi che portano le pulci che possono portare la peste;

scoperte mediche (poche), nella prima fase dell'industrializzazione le scoperte mediche sono poche, e non ci sono le grandi scoperte del 900.

- Movimenti della popolazione

L'emigrazione è stato un fenomeno notevole. Nel 700 1 milione di persone emigrò dalla Gran Bretagna e da metà 800 specialmente irlandesi.

- Emigrazioni

Il fattore dell'emigrazione è importante perché non si sa se non si sarebbe rotto di nuovo l'equilibrio fra mazzi di sussistenza e popolazione se non ci fosse stata l'emigrazione, perché va via un gran quantitativo di europei, perché se fossero rimasti in Europa forse avrebbe comportato di nuovo una rottura dell'equilibrio fra mezzi di sussistenza ed incremento della popolazione.

- Emigrazioni interne

Poi ovviamente ci sono anche le migrazioni interne, perché se l'industrializzazione avviene in certi punti, c'è una migrazione interna che va verso i distretti industriali, dalle zone agricole dove la manodopera viene cacciata perché c'è bisogno di meno manodopera, si va verso le zone industriali.

- Urbanesimo

Poi con l'urbanesimo si creano le grandi città, e Londra nel 1800 conta già 1 milione di abitanti; Manchester nel 1850 diventa una città di 300 mila abitanti, mentre qualche tempo prima era solo un villaggio. Però in queste città c'erano cattive condizioni di vita, in quanto queste prime città inglesi avevano ancora le fogne a cielo aperto, case molto rudimentali nelle quali si accoglievano queste persone che si trasferivano in città.

- Condizioni dei lavoratori

In questo periodo si viene a creare una nuova classe, che è quella dei proletari. Il proletario è una persona ricca di prole, che ha solo la forza lavoro da vendere: operaio è quella persona che entra in fabbrica, lavora e riesce a vivere soltanto a condizione di lavorare e di percepire un salario. Questa è una categoria non del tutto nuova, perché anche presso le botteghe artigiane del medioevo c'erano questi salariati, però in un mondo prevalentemente agricolo si riesce a sopravvivere comunque, perché anche il salariato ha gli usi civici, cioè riesce comunque a vivere sfruttando l'uso comunitario della terra. Il proletario invece vive in città e se va a lavorare ha il salario con cui comprare i mezzi di sussistenza, ma se non va a lavorare non ha assolutamente come sopravvivere.

Dopo un fase iniziale dove le condizioni di questi proletari erano molto difficili, le condizioni migliorano e i salari degli operai, anche perché hanno una certa specializzazione, erano più elevati, in quanto c'è una maggiore produttività grazie alle innovazioni.

Però c'era anche il lavoro di donne e fanciulli nelle fabbriche in condizioni terribili, anche se il lavoro delle donne e dei fanciulli c'era sempre stato.

Ma con la industrializzazione aumentano le disuguaglianze, ad esempio gli operai guadagnano di più dei braccianti, si creano delle differenziazioni all'interno della stessa classe operaia.









CAP8: LO SVILUPPO ECONOMICO NELL'800: FATTORI DETERMINANTI.

- Popolazione

popolazione in milioni





Fra il 1800 e il 1900, si è avuto un incremento della popolazione che erano poco più di 900 milioni gli abitanti della terra; dopo un secolo 1610, cioè la popolazione è cresciuta meno di 2 volte (1,8). Nel corso del novecento la popolazione è aumentata di quasi 4 volte (3,8).

C'è stata una crescita differente a seconda delle varie aree. Già nel 1800 i continenti più popolati erano l'Asia e l'Oceania. Infatti il 70% della popolazione mondiale era Asiatica.

Nel 1900 la crescita demografica più consistente si è realizzata in Europa e nelle Americhe, la popolazione raddoppia, mentre l'Asia ha un incremento del 50%.

Nel nostro secolo l'Asia riprende a crescere ad alti ritmi, e la popolazione si quadruplica, l'Europa invece arresta la sua crescita e non riesce a raddoppiare, mentre crescono notevolmente sia le Americhe sia l'Asia, e l'Asia continua ad essere il territorio più popolato del mondo.

- Risorse

Le risorse a disposizione dell'uomo, prima lentamente poi in modo più veloce tendono ad aumentare.

- nel 700

Nel 700 una delle risorse di cui l'uomo dispone è il legno, la mobilia è di legno, le prime macchine tessili sono di legno, gli attrezzi sono di legno, quindi il legno è la risorsa su cui maggiormente l'uomo fa affidamento.

Poi c'è il carbone di legno che si riesce a ricavare dal legno stesso per il riscaldamento.

Infine le risorse vengono dal vento e dall'acqua, il vento per i mulini, i quali sono diffusissimi in alcune parti del mondo, l'acqua con la caduta delle cascate riesce a far muovere delle ruote che consentono la macinazione dei cerali e consentono di creare e consentono anche di creare forza motrice.

- nell' 800

- Prima metà

Nella prima parte dell'800 non c'è l'aumento delle risorse ma si fa un migliore uso delle risorse, in particolare per il carbone, in particolare per il carbone, in quanto si comincia ad utilizzare il carbon coke, quindi un minerale che si può estrarre sottoterra senza il bisogno di ditruggere in gran quantità i boschi, in quanto il legno deve servire per un gran numero di usi, in particolare per le navi.

- Seconda metà

Nella seconda metà dell'800 ci sono nuove risorse disponibili, come l'acqua che viene utilizzata per creare energia idroelettrica, non più per far muovere un mulino ma per far muovere turbina che produce elettricità e quindi una nuova forma di energia che è a disposizione dell'uomo.


- Petrolio

Poi ci sarà il petrolio che comincia ad essere utilizzato per la combustione interna dei motori e quindi il vapore viene a poco a poco sostituito dai motori a scoppio.

- Altri minerali

Altri minerali, come il rame per l'energia elettrica, che fino ad allora aveva una importanza limitata, si facevano principalmente monete e pentole, mentre adesso il rame serve per fare i cavi elettrici che servono per l'illuminazione in quanto il rame è un ottimo conduttore.

Questi metalli acquistano importanza anche fuori dall'Europa, mentre fino ad i metalli erano prodotti in loco, ma ora siccome i mezzi di trasporto sono migliorati questi possono essere esportati.

- Tecnologie

Nel corso dell'800 le tecnologie si trasformano e migliorano notevolmente.

- Kitznets

Kiznets ha detto che nelle varie epoche storiche c'è sempre stata una cosiddetta innovazione epocale che ha caratterizzato quell'epoca. Ad esempio l'epoca contemporanea è stata caratterizzata dall'applicazione della scienza (ma solo dopo 1850).

- Innovazioni

- innovazioni e invenzioni

Bisogna fare una distinzione fra invenzione ed innovazione:

L'invenzione è una novità che si introduce brevettabile, cioè una idea che può essere utilizzata da chi l'ha inventata;

Le innovazioni, sono le invenzioni applicate ad un processo produttivo, cioè applicazione invenzione alla produzione.

La diffusione delle innovazioni è stato un fenomeno importantissimo per tutto l'800.

- La macchina a vapore

La macchina a vapore ha subito continui perfezionamenti nel corso dell'800 in modo tale da aumentare la potenza e la resistenza: all'inizio le macchine a vapore non erano sfruttate al massimo della loro potenza e perdevano parecchia energia senza trasformarla in lavoro, e molto volte scoppiavano in quanto non erano in grado di resistere all'alta pressione.

Però le macchine a vapore subiscono in qualche modo la concorrenza della ruota idraulica, o turbina idraulica, cioè subisce la concorrenza della forza che viene dall'acqua che produce energia con le cascate, le quali fanno girare la turbina. Per cui fino alla metà dell'800 (1870) questa ruota idraulica prevale sul vapore.

- Elettricità

Un innovazione importante che si diffonde sul finire del secolo è elettricità. Anche per l'elettricità ci sono stati continui perfezionamenti e essa è stata impiegata per diversi usi come il telegrafo, l'illuminazione e i motori elettrici (tram, dopo il 1950).

Un'altra innovazione è quella del petrolio. Il petrolio comincia ad essere usato nel 1859 e viene utilizzato per diversi usi come l'illuminazione, per la lubrificazione delle macchine e poi per i motori a combustione interna.

- Acciaio

Le altre innovazioni importanti si sono avute nel settore dell'acciaio, come il convertitore Bessmer, il quale ottiene l'acciaio direttamente dalla ghisa fusa.

Poi con i forni Marti -Siemens si perfeziona il processo di bessmer, in modo tale da ottenere acciai sempre più puri e resistenti e quindi la conseguenza è che la produzione dell'acciaio aumenta fra il 1850 a 1914 da 500 mila tonnellate a 50 milioni di tonnellate.

- Ferrovie

Per quanto riguarda il settore delle ferrovie si applica l'alta tecnologia, sia per le locomotive, dove le vecchie vaporiere cominciano a diventare sempre più potenti, poi si comincia ad applicare il motore a scoppio, le rotaie d'acciaio più resistente, poi le gallerie, i ponti.

Quindi c'è una grande diffusione delle ferrovie.

- investimenti dei capitali

Però le reti ferroviarie presentano il problema dell'investimento dei capitali, e in Inghilterra questi capitali venivano investiti da privati, attraverso le società per azioni;

Negli USA si va lo stesso per iniziativa privata, con capitali dell'europa, che investono in ferrovie di penetrazione, cioè che attraversano tutti gli stati Uniti da un oceano all'altro.

Nel Belgio è tutto costruito dallo stato, in quanto è un paese piccolo.

Francia e Germania usano dei sistemi misti cioè presenza di investimenti pubblici e privati, anche se poi con il tempo lo stato in tutti i paesi europei arriva a nazionalizzare le ferrovie.

- Battelli a vapore

Altre innovazioni importante le abbiamo nel settore della navigazione a vapore. I battelli a vapore si cominciano a diffondere nei primi dell'ottocento, però per tutta la prima metà dell'800 i battelli a vapori non si affermano perché subiscono la concorrenza delle navi a vela. Le navi a vela diventano sempre più perfezionate e veloci e quindi camminare con la forza del vento è più economico che camminare con una nave a vapore perché bisogna portarsi appresso tutto il carbone necessario per la navigazione. Ma solo nella seconda metà dell'800 ci si accorge che con la nave a vapore si può navigare rispettando i tempi di consegna perché esse sviluppa una velocità costante.

- altre innovazioni:

all'inizio dell'800 abbiamo la macchina per la produzione della carta, quindi un macchina che produce la carta a ciclo continuo con costi più bassi di produzione;

La linotype, con la quale si componevano i libri e i giornali (1885);

La fotografia (1827);

il telegrafo elettrico (1832);

il telefono (1876);

la radio(1895).

- l'applicazione della scienza

L'applicazione della scienza alla produzione viene particolarmente applicata a due settori: alla elettricità e alla chimica.

Per la chimica abbiamo i coloranti, i prodotti farmaceutici, la metallurgia e la produzione di concimi chimici.

- Istituzioni sociali

Le istituzioni sociali sono molti importanti per la crescita e lo sviluppo, anche se bisogna dire che la crescita e lo sviluppo si sino avute in diversi contesti istituzionali, nel senso che si è avuto crescita in un regime autoritario, in regimi democratici, in regime di economia di mercato, in regimi di economia pianificata, però ci sono delle forme istituzionali che in qualche modo sono più favorevoli per la crescita e lo sviluppo.

- Principi

Nel secolo scorso i principi alla base delle istituzioni politiche, scolastiche ed imprenditoriali sono stati particolarmente favorevoli:

- libertà d'iniziativa

il primo principio è la libertà d'iniziativa, cioè chi aveva dei capitali poteva dedicarsi ad una certa attività. Prima non era così: allora vigeva un tipo di politica economica da parte dello stato, che va sotto il nome di Mercantilismo, in cui c'era un forte intervento dello stato in economia e c'era una regolamentazione dell'attività economica, c'erano le compagnie delle Indie che erano delle organizzazioni sotto il controllo dello stato e che avevano privilegi, quindi soltanto loro potevano svolgere questa attività, c'erano le corporazioni che regolamentavano l'attività produttiva nei vari settori e soltanto all'interno delle corporazioni si potevano svolgere delle determinate attività ; quindi il concetto di libera iniziativa non era predominante. Invece con l'inizio dell'industrializzazione, con la fine di questa politica di mercantilismo, e con l'affermarsi di nuove ideologie, viene avanti quest'idea della libera iniziativa, che poi verrà sancita anche nelle leggi. Quindi alla base c'è l'idea che l'uomo che si dedica alla produzione nel suo interesse riesce anche a soddisfare un interesse collettivo; quindi libertà di iniziativa significa non più controlli sull'attività economica, non più forme di costrizioni, non più privilegi per qualcuno o per qualche società.

- libertà di lavoro

Un altro principio è la libertà di lavoro; con le corporazioni non era così, perché per iniziare un'attività bisognava essere garzone di bottega, bisognava dimostrare di aver appreso quel certo tipo di lavoro e bisognava ottenere autorizzazioni per poter cominciare a svolgere quella attività. Quindi c'è libertà di lavoro che sembra qualcosa a favore del lavoratore, invece non è così: libertà di lavoro significa sostanzialmente libertà di chi vuole iniziare un attività economica, di un imprenditore quindi, di assumere e di licenziare a suo piacimento, cioè di assumere quando ha bisogno di incrementare la produzione e di licenziare nel momento in cui non c'è più bisogno di quella determinata persona, quindi con libertà di lavoro non si vogliono vincoli e non si vogliono restrizioni, e per questo motivo nel corso dell'800 si vanno affermando i sindacati che pongono un limite a questa libertà di lavoro.

- Proprietà privata

L'altro concetto che si afferma è quello di proprietà privata e che viene sancita nella dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino francese, in cui la società viene dichiarata sacra ed inviolabile, mentre nel periodo precedente c'era lo sfruttamento comunitario della terra, in cui le proprietà private ci sono ma sono poche e non sono quelle predominanti; quindi l'atro principio che si afferma è che la proprietà privata favorisce la crescita e lo sviluppo.

- Stato di diritto

L'ultimo principio che si afferma è quello di stato di diritto, nel senso che ormai si applica la legge senza alcuna distinzione, in quanto prima della rivoluzione francese la legge non era uguale per tutti, nel senso che c'erano giurisdizioni particolari che dovevano giudicare categorie particolari, e quindi lo stato di diritto afferma che le regole del gioco devono valere per tutti.

- Fondamenti giuridici

Comunque c'è una diversità, per quanto riguarda i fondamenti giuridici, di ciò che avviene nei paesi anglosassoni e nei paesi continentali.

- Paesi anglosassoni

Nei paesi anglosassoni prevale il diritto comune che si fonda su consuetudini e precedenti più che sulla norma scritta, quindi non è tanto la norma che vale ma un caso analogo precedentemente affrontato.

- Europa continentale

Invece nell'Europa continentale, dove si è avuto la rivoluzione francese, si sono affermati certi principi rivoluzionari che erano appunto quelli di libertà, fraternità e di uguaglianza, sulla base dei quali si giunse all'abolizione del regime feudale, e quindi si affermano quei principi che sono codificati nei codici napoleonici.

- Diritto societario

Su queste base si crea una nuova normativa su cui particolare peso ha il diritto societario, perché il tipo di società più consono allo sviluppo industriale è la forma della società per azione.

- Inghilterra

Però in Inghilterra c'era il Bubble Act, quella legge del 1721 che limitava la costituzione di società per azioni. Questo tipo di limitazioni esisteva un po' in tutti i paese, cioè in tutti i paesi per creare una società per azione c'era una procedura abbastanza complessa e costosa e quindi per buona parte dell'800, almeno fino alla seconda metà dell'800, un po' in tutti i paesi questa forma di società era ostacolata, sicchè c'erano poche società per azioni, in genere in alcuni settori, come quello del commercio marittimo, quello delle assicurazioni, quello delle banche, e per tutte le altre attività era difficile costituire una società per azioni.

In Inghilterra il Bubble Act che viene abolito nel 1825, però l'abolizione del Bubble Act comporta comunque che la responsabilità dei soci della società per azioni continua ad essere illimitata sino al 1862.

- Francia

In Francia, e negli altri paesi del continente, si affermano tre tipi di società. Le società semplici, le società in accomandita e le società anonime.

- società semplici

Le società semplici sono quelle società in cui i soci sono solidalmente ed illimitatamente responsabili delle obbligazioni: quelle persone che hanno fatto una società semplice sono tutte responsabili di quello che la società fa e sono responsabili solidalmente, cioè uno è responsabile anche per l'altro, e illimitatamente, cioè non solo con il capitale che ha conferito nella società, ma con tutto il proprio patrimonio, quindi nel caso in cui la società fallisca il creditore può rivolgersi da soltanto uno dei soci, quindi ognuno paga per tutti, e farsi rimborsare tutto senza limitazione del capitale investito. Un tipo si società di queste natura consente di svolgere un attività limitata, perché è difficile che una società fatta di pochi soci, ognuno dei quali ha la caratteristica di rispondere per conto degli altri e con tutto il proprio matrimonio, si mette a fare operazioni azzardate, si mette ad estendere l'attività in modo tale da indebitarsi per miliardi, a parte il fatto che ad una società del genere non si da molto credito, quindi sono società che si fanno per aprire una bottega di abbigliamento, un negozio di articoli sportivi.

- Società in accomandita

Le società in accomandita, sono quelle società in cui c'è un doppio tipo di soci, cioè i soci accomandanti e i soci accomandatari, cioè vi sono i soci accomandatari che gestiscono la società e ne hanno la responsabilità, questa società può essere semplice con responsabilità illimitata per i soci e può essere per azioni a responsabilità limitata alle quote sociali investite, mentre i soci accomandanti ci mettono solo i capitali, e non intervengono nell'amministrazione della società. Quindi gli accomandanti sono dei finanziatori che non prestano i soldi alla società ma rientrano con il titolo di soci all'interno della società. Per tutto l'800 in Francia le società più comuni erano proprio queste perché per le società anonime (o per azioni) c'erano delle limitazioni.

- società anonime

Le società anonime, il nome sta a significare che non hanno pochi proprietari nella stessa denominazione sociale, e sono anonime perché il numero dei soci è elevato, sono quelle società che hanno bisogno di grossi capitali, e no bastano più i finanziatori privati, ma è necessario disporre di ingenti capitali e ingenti capitali si mettono assieme solo se ad entrare in questa società sono 30-40 persone, che poi possono diventare 1000-2000 perché ognuno acquista una quota che si chiama azione, questa azione da il diritto ad avere il dividendo dell'utile finale che viene ripartito fra i soci, da il diritto di partecipare all'assemblea dei soci per eleggere gli amministratori e per decidere le politiche della società, e però i soci che entrano nella società anonima avendo acquistato quelle azioni al massimo possono perdere quelle azioni, e la loro responsabilità è limitata alle quote sociali conferite.

Questa è la forma di società che poi avrà il sopravvento in quanto c'è bisogno di ingenti capitali. Per altro le azioni hanno la caratteristica di poter essere vendute in Borsa, dove si acquistano e si vendono azioni, e quindi c'è la possibilità per chi ha acquistato un azione di venderla.

- Pensiero economico

- liberismo

Nel corso dell'800 si afferma il liberismo. Il liberismo si opponeva ala quella forma di controllo statale dell'economia, che erano dati dal mercantilismo.

- Limitato ruolo dello stato

Quindi i liberali affermano principi contrari ad un controllo dell'attività economica, e i principi che affermano sono quello di limitato ruolo dello stato, in contrasto con il ruolo predominate che lo stato aveva nel sistema di allora, cioè lo stato doveva limitare le sue attività, cioè ad assicurare l'ordine all'interno del paese, quindi a far rispettare le leggi, punire coloro i quali non si attengono alle leggi, ad assicurare la difesa nei confronti degli altri paesi, quindi per difendersi da aggressioni da parte degli altri paesi, e poi alcune alcuni lavori pubblici che i privati non erano in grado di fare. Quindi lo stato non deve interferire con l'attività economica privata. Dal punto di vista teorico i liberisti vogliono che lo stato intervenga poco salvo nei momenti di difficoltà lo stato deve intervenire.

- Laissez-Faire

L'altro principio del liberismo è il Laissez-Faire, cioè del lasciar fare, quindi lo stato deve intervenire poco e lasciare alla libera iniziativa la possibilità di estrinsecarsi nel migliore dei modi, perché per Smith la somma degli interessi privati riesce a realizzare crescita e sviluppo e ad essere anche nell'interesse della collettività. Quindi la presenza dello stato si deve esplicare con l'emanazione di leggi sul lavoro, sulle fabbriche, sulle società sulle banche.



- Struttura della società

- ancient regime

Nell'Ancient regime (antico regime), cioè il regime che è prima della rivoluzione francese, c'erano tre ordini: la nobiltà, il clero, e il terzo stato. Comunque la società era organizzata in ordini. Dal punto di vista formale l'idea è che la società fosse ripartita e che ognuno doveva rimanere nel proprio ordine, ed era difficile accedere ad altri ordini ma non impossibile.

Ma c'era un'altra classificazione che si può fare, una classificazione correlata all'attività economica che vede:

in testa i proprietari terrieri, cioè nobili e non nobili, cioè anche ricchi borghesi che hanno acquistato terre;

poi c'è l'alta borghesia che si va affermando dopo le scoperte geografiche, che è fatta di mercanti, funzionari statali, professionisti (avvocati, medici);

poi c'è una piccola borghesia fatta di artigiani, commercianti, impiegati pubblici;

ed infine contadini e lavoratori.

Questa è la divisione della società prima dell'industrializzazione.

- Con l'industrializzazione

Con l'industrializzazione abbiamo un certo movimento all'interno di queste classi sociali, nel senso che i proprietari terrieri scompaiono, e c'è molto spesso una frantumazione delle terre che finiscono nelle mani di contadini, che continua ad essere il gruppo più numeroso per tutti il secolo, però è in forte diminuzione;

- Classe media

la classe media invece è quella che è in ascesa, che comprende parte della piccola borghesia e anche i lavoratori specializzati che conquistano una posizione vantaggiosa;

- Operai

Poi c'è anche in aumento la categoria degli operai con l'industrializzazione, però all'interno di questa classe operaia vi sono sempre state delle forti differenze fra quelli che erano operai specializzati, operai che ritrovavano a lavorare in settori particolari e che quindi godevano di un certo privilegio anche dal punto di vista contributivo rispetto a quelli che sono gli operai generici che si trovano ad un livello molto più basso e sono molto più esposti a licenziamenti.

- Marx

Marx prevedeva la sopravvivenza di due sole classi; secondo lui la organizzazione capitalistica della società, quella che prevede la creazione di società, quella che prevede che i mezzi di produzione siano nelle mani degli imprenditori capitalisti, porta poco alla volta ad una accumulazione della ricchezza in poche mani e ad un aumento della miseria dalla parte del proletariato. Quindi prevedeva l'arricchimento continuo di pochi, cioè degli imprenditori che non pagavano a sufficienza gli operai, e quindi un continuo impoverimento della classe proletarie, cioè della classe operaia, che poi alla fine secondo Marx avrebbe fatto una rivoluzione. Però la previsione di Marx è stato smentito perché l'arricchimento solo di un certo numero di persone non c'è stato, ma la cosa più importante è che l'impoverimento della massa non c'è stato.

- Organizzazione dei sindacati

I sindacati sono associazioni di lavoratori, e passano attraverso alcune fasi nel corso dell'800:



- Prima fase: proibizione dei sindacati

una prima fase è quella della proibizione delle organizzazioni dei sindacati. Questo viene stabilito in Francia, nel 1791, con una legge che va sotto il nome di Le Chapelier, la quale legge prevedeva che gli operai non si potessero associare tra di loro. Prevedeva anche gli imprenditori non si potessero associare tra di loro, però è del tutto evidente che i pochi imprenditori possono vedersi quando vogliono, mentre far incontrare tutti gli operai è difficile e quindi hanno bisogno di una organizzazione per discutere dei loro problemi. Questa legge quindi sembra colpire entrambi, ma in realtà colpisce solo gli operai che sono più numerosi. Poi in Inghilterra si ha la Combination Act 1799-800, che pure vieta l'organizzazione sindacali Inghilterra.

- Seconda fase: tolleranza limitata

Una seconda fase l'abbiamo nella prima metà dell'800 che prevede una sorta di tolleranza limitata, cioè si cominciano a consentire alcune organizzazioni sindacali a patto che si occupino esclusivamente di vendicare migliori salari e migliori condizioni di lavoro, e non si devono occupare di chiedere trasformazioni dell'aspetto della società.

- Terza fase: pieno riconoscimento

La terza fase, invece, che è nel 900, vede il pieno riconoscimento delle organizzazioni sindacali.

- Trade unions

In Gran Bretagna le Trade Unions si cominciano a costituire dal 1824-25, e sono i primi sindacati inglesi.

- Cartismo

Poi il sindacalismo inglese prende una sorta di sbandata che va sotto il nome di cartismo (1837-48), cioè le trade unions partecipano ad un movimento politico che rivendica il diritto di voto e maggiore libertà costituzionale, però il cartismo è sconfitto e dal quel momento i sindacati inglesi arretrano.

- Nuove organizzazioni sindacali

Da metà secolo si creano nuove organizzazioni sindacali, però solo per operai specializzati.

Soltanto alla fine dell'800 ci saranno dei sindacati per operai generici.

- caratteristiche dei sindacati inglesi

In Gran Bretagna i sindacati hanno solo la caratteristica di portare avanti le rivendicazioni di tipo salariale o di organizzazioni del lavoro, e gli scioperi in Inghilterra saranno sempre molto limitati. I sindacati inglesi nell'800 non hanno mai pensato di legarsi a partiti politici.

In Francia e negli altri pese dell'Europa i sindacati sono politicizzati, e si legano particolarmente a partiti politici socialisti.

- Istruzione

Ci sono alcuni stati che hanno un istruzione più avanzata come la Svezia, USA, Scozia,Prussica,Inghilterra, quindi tutte nazioni protestanti, perché la necessità di imparare a leggere è un problema di ordine religioso, perché i cittadini la bibbia se la devono leggere da se, in quanto devono capire da solo che cosa ci sta scritto.

- Ancient regime

L'istruzione nell'ancient regime era un istruzione limitata perché non c'erano scuole pubbliche, perché l'istruzione era nelle mani o di scuole private o di organizzazioni religiose.

Le università che c'erano erano tutte rivolete ad indirizzi umanistici, quindi all'istruzione del diritto, della retorica, delle lettere, ma non alle attività pratiche.

- Rivoluzione francese

Con la rivoluzione francese si incomincia a parlare di istruzione pubblica gratuita ma solo poi da metà 800 questi principi si affermano realmente e soltanto da metà 800 si comincia a puntare sull'istruzione tecnica, cioè i politecnici cominciano a formare persona in grado di risolvere problemi legati alla produzione.





CAP 9: MODELLI DI SVILUPPO: I PRIMI PAESiINDUSTRIALI

- Industrializzazione nei singoli paesi

L'industrializzazione può essere affrontata come fenomeno europeo, fenomeno regionale e come fenomeno nazionale.

Per quanto riguarda l'Europa l'industrializzazione è un fenomeno europeo, cioè un fenomeno che riguarda parecchi paesi, come l'Inghilterra, la Germania, la Francia, il Belgio, cioè riguarda un po' tutti i paesi dell'Europa, sia pure in periodi europei, quindi si potrebbe studiare l'industrializzazione come fenomeno europeo prescindendo dai singoli paesi.

Per fenomeno regionale si intende che all'interno di uno stesso paese vi sono zone industrializzate e zone non industrializzate, così come l'industrializzazione comprende zone che si trovano in più nazioni; ma normalmente l'industrializzazione si studia per nazioni, per il fatto che sono le istituzioni che caratterizzano lo sviluppo dei singoli paesi, il sistema di istruzione, l'intervento dello stato.

- GRAN BRETAGNA

Nel 19 secolo la Gran Bretagna continua ad essere la prima nazione industriale al mondo. Verso la fine del secolo, però, altri paesi la raggiungono, e alla vigilia della prima guerra mondiale la Gran Bretagna è stata superata in parecchi settori.

Inoltre è la prima potenza navale, la flotta mercantile inglese è quella più consistente del mondo.

La Gran Bretagna conosce un tenore più elevato di tutti gli altri paesi, perché grazie ai sindacati la ricchezza comincia ad essere meglio distribuita.

- Settore industriale

Per quanto riguarda il settore industriale, nel settore tessile la Gran Bretagna conserva il primo posto al mondo fino al 1914.

- settore siderurgico

Nel settore siderurgico invece dopo il 1870 la gran Bretagna è superata sia dagli Stati Uniti sia dalla Germania.

- carbone

Anche nel settore del carbone la Gran Bretagna conserva il primo posto in Europa, tanto che la Gran Bretagna può esportare il proprio carbone in altri paesi.

- costruzioni navali

Nel settore delle costruzioni navali, oltre il 60% della produzione mondiale è della Gran Bretagna, e gran parte di queste navi viene esportata.

- dopo il 1870

Però dopo il 1870 avviene che l'economia Inglese comincia a declinare.

- Vantaggi e svantaggi di essere il primo paese ad industrializzarsi

La Gran Bretagna aveva goduto dei vantaggi del fatto che era stata la prima ad essersi industrializzata, e questo le aveva consentito di non curarsi delle altre nazioni, ha provveduto ad una industrializzazione costante e lenta.

Però vi furono dei svantaggi: lo svantaggio è che le sue strutture produttive cominciano ad essere vecchie; gli altri paesi che devono impiantare le industrie le impiantano con macchinari moderni e con le tecnologie più avanzate, e invece che aveva fatto una fabbrica 30-40 anni prima, certo che può rammodernarla, però certa di sfruttare al massimo le strutture che ha prima di cambiarle completamente. Poi il fatto che la Gran Bretagna ha cominciato per prima ha costituito un esempio per le altre nazioni che venivano dietro, in quanto hanno visto gli errori commessi, hanno visto che c'erano delle crisi periodiche, e hanno potuto sfruttare tecnologie già presenti sul mercato, e non hanno dovuto immaginare nuove produzioni e nuove macchine.

- dipendenza dall'estero

Inoltre la Gran Bretagna comincia ha risentire del fatto che dipende dall'estero per alcuni metalli che non sono presenti in gran Bretagna come il carbone e il minerale di ferro ed ha dovuto rifornirsi da altri paese, e nell'agricoltura.

- l'inerzia degli imprenditori

Poi una causa è anche l'inerzia degli imprenditori (11 e 111 generazione); la prima generazione di una famiglia di imprenditori che hanno il controllo di una società per azioni è quella più capace; poi nella seconda generazione diventa difficile trova una persona capace alla gestione della società ed infine nella 111 generazione, a causa della ricchezza, non vi siano persone capaci di gestire questa società. Quindi comincia ad avvertirsi anche la stanchezza degli imprenditori inglesi, in quanto si abituano alla bella vita e non dedicano più la capacità, l'intelligenza alla attività aziendale ed alcune imprese risentono di questo fatto.

- arretratezza sistema educativo

Poi c'è ancora l'arretratezza del sistema educativo, in quanto gli inglesi sono quelli attuano più tardi di altri l'istruzione elementare gratuita e continua, per ciò che riguarda l'istruzione universitaria, su una istruzione classica, quindi di tipo letterale e non tecnico.

- bilancia commerciale passiva e bilancia pagamenti attiva

Inoltre la gran Bretagna si trova con una bilancia commerciale passiva, ma con una bilancia dei pagamenti attiva.

Bilancia dei pagamenti passiva significa che le importazioni sono maggiori delle esportazioni, cioè la Gran Bretagna acquista all'estero più di quello che riesce a vendere per il fatto che deve acquistare generi di prima necessità, materie prime, cioè con quello che produce non riesce a pagare ciò che importa, anche perché quello che produce viene consumato in proprio, cioè la produzione inglese in buona parte è consumata dal mercato inglese perché il tenore di vita è migliorato e gli inglesi vogliono vivere meglio. Allora quello che non consumano loro e che vendono all'estero non basta a pagare le importazioni che devono necessariamente fare perché si tratta di beni di prima necessità.

Bilancia dei pagamenti attiva significa che se gli inglesi devono pagare più di quello che intascano dall'estero, cioè se esportano meno di quello che importano, ciò significa che l'Inghilterra all'estero non vende solo merci ma anche servizi, come il fatto che le navi inglesi portavano merci per conti altrui e ne riscuotevano parte dei ricavati, i servizi finanziari, in quanto la Gran Bretagna aveva le banche più grandi del mondo e quindi i pagamenti internazionali avvenivano attraverso le banche inglesi, le assicurazioni che hanno assicurato navi in tutto il mondo, i turisti.




- GLI STATI UNITI

- Crescita della popolazione

La popolazione negli stati uniti ha avuto una forte crescita nell'800. E' passata dai 4 milioni di abitanti nel 1790 ai 40 milioni nel 1870 e 100 milioni nel 1915.

C'è stata una crescita spettacolare di questa popolazione dovuta principalmente alla alta natalità, in quanto il tenore di vita è abbastanza levato, ci sono generi di prima necessità per tutti, e in piccola parte dall'immigrazione.

- scarsità di manodopera

Questo porta ad un forte aumento del tenore di vita, porta ad alti salari per scarsità di manodopera: nonostante questo forte incremento demografico gli stati uniti soffrono di scarsità di manodopera, perché le industrie sono molte e comunque la manodopera risulta insufficiente.

Nel 1890 gli Stati uniti diventano la prima potenza industriale.

- Cause della crescita

Le cause di questa crescita sono state:

- Rapido progresso tecnologico

il rapido progresso tecnologico, necessario a causa della scarsità di manodopera, ha consentito agli stati uniti ad essere la prima nazione ad adottare il sistema di fondere gli oggetti tutti insieme, e questo permetteva di sostituire solo la parte rotta e tutto.

C'è una specializzazione regionale che possono realizzare (nordest- sud- ovest). Il nordest è la zona industriale, a sud le piantagioni di cotone, e ad ovest caratterizzato dalla campagna.

- Vasto mercato interno

L'altra causa della crescita è il vasto mercato interno: ci sono consumi in america e c'è quest'economia interdipendente, con possibilità di scambi fra le varie zone, con possibilità di elevare il tenore di vita e di sfruttare il vasto mercato interno. Di conseguenza il vasto mercato interno sfrutta le strade a pedaggio, canali, ferrovie.

- Stati uniti paese rurale

Anche se gli Stati uniti sono divenuti la prima nazione industriale, sono stati un paese rurale per tutto l'800, cioè un paese in cui l'importanza dell'agricoltura è forte, anche se il numero degli addetti all'agricoltura va diminuendo, tuttavia hanno una presenza nel settore agricolo molto superiore di quella inglese.

- LA FRANCIA

II modello di sviluppo francese si può sintetizzare come piccolo e bello, cioè in Francia c'è una struttura economica fatta di piccole imprese e di piccole proprietà contadine. La Francia è stata considerata per parecchio tempo da alcuni studiosi un paese che sostanzialmente non ha avuto uno sviluppo economico così grosso come lo ha avuto l'Inghilterra, però ha avuto una crescita più lenta ma equilibrata, cioè la Francia ha avuto una crescita più lenta rispetto all'Inghilterra, ma ha proceduto con costanza.

- Fattori dello sviluppo francese

E' importante veder adesso i fattori dello sviluppo francese.

- Popolazione

Per quanto riguarda la popolazione, la Francia ha avuto una crescita modesta della popolazione, però bisogna anche dire che nel 700, quando inizia l'industrializzazione, mentre l'Inghilterra contava solo 9-10 milioni di abitanti, la Francia ne aveva già 21-22 milioni di abitanti, cioè è il paese dell'Europa continentale, togliendo la Russia, più densamente popolato, però è un paese che conosce una crescita demografica molto più lenta.

- Risorse

Per quello che riguarda le risorse, i francesi sono meno dotati di risorse, ce ne sono poche, e specialmente c'è poco carbone, e il carbone è uno dei motori della prima rivoluzione industriale.

- Tecnologia

Per quanto riguarda la tecnologia, i francesi hanno una buona tecnologia, sia nel settore dell'acciaio, sia nel campo dell'elettricità, sia nel campo delle automobili, i francesi sono stati quasi i primi ad usare questo nuovo mezzo di trasporto, sia nel campo aereo. Quindi dal punto di vista della tecnologia, oltre che utilizzare la tecnologia che era disponibile sul mercato, i francesi hanno dato un aiuto all'avanzamento della tecnologia.

- Istituzioni sociali

Per quanto riguarda le istituzioni sono quelle francesi che vengono adottate in tutto il continente, lo stato moderno, con la sua organizzazione con i prefetti, con la sua riforma del debito pubblico, con le autonomie locali, con un governo forte centrale, con delle leggi chiare e senza privilegi, però in Francia vi furono diversi cambiamenti, perché la Francia nel secolo scorso è il paese che ha subito il maggior numero di rivoluzioni,c'è stata la rivoluzione del 1830, del 1848, del 1870 alla fine delle guerre franco prussiane, quindi ha subito numerosi cambiamenti: prima ha avuto il governo restaurato, poi ha avuto il governo borghese di Luigi Filippo, poi ha avuto il secondo impero con Napoleone terzo, poi ha avuto la repubblica, quindi ha avuto un cambiamento di istituzioni notevole, però sostanzialmente c'è stata continuità, quindi sono state delle istituzioni che hanno favorito lo sviluppo economico.

- Crescita dell'economia francese

Nel corso dell'800 c'è stata una crescita dell'economia francese che è iniziata nel 700, così come l'Inghilterra; però poi c'è stato un periodo di rivoluzioni e guerre, cioè il periodo della rivoluzione francese, a partire dal 1789 comincia la rivoluzione francesi, vi sono varie fasi della rivoluzione, poi arriva Napoleone, durante il periodo di Napoleone c'è stato un periodo ininterrotto di guerre, quindi 25 anni in cui la Francia è stata impegnata in una lotta contro tutte le altre monarchie europee capeggiate dall'Inghilterra. Ovviamente questo periodo ha costituito una battuta d'arresto allo sviluppo.

La crescita della Francia nel periodo compreso tra il 1870 e il 1914, l'incremento percentuale annuo del prodotto nazionale lordo è per la Francia 1,6, la Gran Bretagna è 2,1, la Germania è 2,8. Quindi questo lascia intendere che la Francia è andata più lentamente rispetto l'Inghilterra. Ma se il prodotto nazionale lordo lo andiamo ad affrontare alla popolazione ci accorgiamo il prodotto nazionale lordo pro capite della Francia è di 1,4, delle Gran Bretagna 1,2, e della Germania 1,7, cioè siccome la Francia ha un incremento demografico più contenuto la crescita della Francia è maggiore rispetto l'Inghilterra, anche se il prodotto complessivo è inferiore.

In un secolo, dal 1820 al 1914, ci sono una ventina d'anni di congiuntura negativa, e il resto di congiuntura positiva.

- Modalità della crescita

- Urbanizzazione

Le modalità della crescita per l'economia francese sono state per quanto riguarda l'urbanizzazione scarsa, cioè mentre in altri paesi c'erano alcune città che accoglievano un gran numero di persone che provenivano in genere dalle campagne, perché nelle città c'erano occasioni di lavoro con lo sviluppo industriale; la causa della scarsa urbanizzazione è che c'è una persistenza dell'agricoltura, cioè l'attività agricola in Francia conserva un peso e un numero di addetti superiore a quelli degli altri paesi. Questo da un lato potrebbe essere un elemento negativo, ma dall'altro un aspetto positivo in quanto la Francia godeva di un autosufficienza agricola, cioè la Francia ha avuto una produzione agricola che bastava al mantenimento della propria popolazione, mentre gli inglesi sono diventati subito dipendenti dall'estero, in quanto hanno fatto la scelta dell'industria e l'agricoltura ne ha risentito.

- Imprese piccole e medie

Un'altra caratteristica della crescita francese sono le imprese piccole e medie, in quanto queste riescono a produrre merci ad alto valore aggiunto, cioè produrre beni che valgono più di quelli utilizzati per produrli, perché si tratta in genere di articoli di lusso: i tedeschi si mettono a costruire beni strumentali, i francesi invece si occupano di beni di consumo e quelli di lusso che riescono a vendere con un grande guadagno, come profumi, porcellane, cioè tutti beni che quando si vendono consentono di ottenere un elevato guadagno, e peraltro c'è una dispersione geografica in tutto il paese, così come la piccola proprietà contadina è diffusa in tutto il paese anche le industrie si diffondono in tutto il paese, e questa dispersione di queste imprese è dovuta dal fatto che le risorse sono scarse, il fatto di avere poco carbone spinge i francesi ad usare l'energia idraulica, prima per muovere le ruote e quindi per permettere l'utilizzazione della forza motrice per la macinazione, poi l'energia idroelettrica, e questo significa che bisogna collocare le imprese vicino a dove ci sono le fonti di energia, e le fonti di energia sono sparpagliate, nel senso che i corsi d'acqua sono dislocate sul territorio.

- Crescita con meno sacrifici

Quindi la crescita economica per la Francia è stata meno dura proprio perché è stata più equilibrata.

- LA GERMANIA

- Forte sviluppo dell'economia

La Germania ha conosciuto un forte sviluppo dell'economia. Infatti la Germania agli inizi dell'800 era un paese agricolo e diviso, e nel 1914 è diventato il primo paese industrializzato d'Europa.

- Tre periodi della crescita

La Germania ha avuto tre periodi della crescita:

dal 1800 al 1833, cioè quando le classi dirigenti tedesche, nobiltà e borghesia, prendono coscienza della loro arretratezza, e quindi decidono di fare qualcosa.

dal 1833 al 1870, cioè un periodo di "imitazione consapevole", cioè i tedeschi cominciano a vedere quello che fanno le altre nazioni, cercano di vedere gli errori che commettono e cercano di evitare gli errori, cercano di dare un contributo alla tecnologia.

dal 1870 al 1914, cioè questo periodo va sotto il nome di " miracolo economico"

Come carattere comune di questi tre periodi c'è il fatto ci sono influenze esterne in Germania, che sono date da istituzioni, i tedeschi importano le istituzioni francesi, da capitali, i tedeschi accettano investimenti dall'estero per poter avviare il proprio sviluppo, e da tecnologie, i tedeschi imitano le tecnologie degli altri paesi e le perfezionano con proprie invenzioni ed innovazioni.

- Primo periodo (1800-1833)

- Presa di coscienza dell'arretratezza

Il primo periodo è il periodo della presa di coscienza della propria arretratezza, quando cioè ci si rende conto che un esercito di straccioni come quello francese batta tutti, semplicemente perché questo esercito di straccioni combatte per un idea, per difendere le proprie proprietà, perché con la rivoluzione industriale si è arrivati alla proprietà privata libera e i contadini hanno avuto un pezzo di terra, e ci si accorge che i tedeschi non fanno altrettanto, perché hanno una condizione servile ancora forte;

- Abolizione del servaggio

e allora la prima cosa che si fa nel periodo che va dal 1807 al 1811, è abolire il servaggio, abolire cioè questi rapporti che i contadini hanno con i signori, perché altrimenti ci si accorge che i contadini non combattono per il re, ma se combattono per difendere un proprio pezzo di terra allora combattono accanitamente.

- Fine divisione fra proprietà

Ed allora si ha la fine della divisione fra proprietà, le proprietà erano divise in proprietà nobiliari e proprietà non nobiliari, e questo significava che le proprietà nobiliari potevano appartenere solo ai nobili, le proprietà non nobiliari potevano appartenere solo agli ignobili, cioè coloro i quali non hanno nobiltà, quindi questo comportava un nobile che doveva vendere la propria terra non poteva venderla ad un borghese ma la deve vendere ad un altro nobile, se un borghese vuole vendere la propria terra non la può vendere ad un nobile ma soltanto ad un altro borghese.

- mobilità delle terre

Allora il mercato delle terre è molto limitato, in quanto non viene data la possibilità a chi ha soldi di investire nella terra perché non può acquistarla, normalmente sono i borghesi che si sono arricchiti e ambirebbero ad acquistare le terre dei nobili che invece si sono impoveriti per mantenere un tenore di vita che diventa sempre più costoso, e il borghese sarebbe in grado anche di investire sulla terra, di introdurre nuove rotazioni, concimi, macchine e non li può acquistare. Allora si stabilisce di abolire il servaggio, con la conseguenza che c'è mobilità della terra, cioè che esiste un mercato della terra, chi vuole investire nella terra per trarne profitto lo può fare, e quindi i nobili possono dedicarsi anche al commercio e all'industria, perché quella distinzione non era relativa solo alla terra ma anche ad altre attività.

- Fine organizzazione per classi e liberalizzazione dei servi

Quindi c'è la fine dell'organizzazione della società per classi e una liberazione anche la liberazione dei servi, perché mentre prima i contadini che lavoravano la terra erano servi del signore, ora non lo sono più.

- Zoll Veraign

L'altro vincolo che si toglie che non consentiva alla Germania di svilupparsi, è il Zoll Veraign (unione doganale, 1837). Questo consente di creare un mercato comune fra i vari stati tedeschi, nel 1818 si crea l'unione doganale prussiana e a poco a poco questa unione doganale viene estesa anche agli altri stati, con esclusione dell'Austria.

- i dazi

Prima, essendoci parecchi dazi una merce prodotta in uno stato che veniva inviata nello stato vicino, pagava il dazio quando usciva e quando entrava nell'altro paese, cioè il paese vicino, che distava 20 chilometri, paga il dazio per importare la merce, esattamente come paga il dazio il tessuto che arriva dall'Inghilterra, e il tessuto che arriva dall'Inghilterra arriva a costi più bassi. Se non c'è dazio, la merce arriva senza pagare questo dazio e quindi è competitiva con quella inglese, e allora ci si rende conto di questo assurdo, cioè di avere tutta una serie di barriere doganali all'interno di un paese, e quindi si decise che all'interno di quello stato non vi fossero più barriere doganali, e si crea un'unica barriera doganale nei confronti di tutti gli altri stati stranieri.

Lo Zoll Veraign comincia una politica liberista anche nei confronti degli altri paesi.

Secondo periodo (1833-1870)

Imitazione consapevole

Il secondo periodo è quello dell'imitazione consapevole, cioè quello in cui la Germania avendo realizzato l'unità economica, e avendo eliminato questi contrasti che derivavano da una struttura feudale, può cominciare a industrializzarsi.

- costruzioni di ferrovie

L'industrializzazione tedesca di questo secondo periodo è stata caratterizzata dalla costruzione di ferrovie, che però presentano delle difficoltà, perché anche se c'è un unità economica non c'è ancora un unità politica e quindi è necessario che ci si accordi fra i vari stati per poter costruire le ferrovie, bisognava accordarsi sugli itinerari, sui prezzi.

Le costruzioni ferroviarie hanno avuto effetto sulle alte industrie, specialmente sulle industrie siderurgiche perché bisogna costruire le rotaie, che sono fatte di acciaio, bisogna costruire i locomotori, le carrozze.

- la regione della Ruhr

Un altro elemento che fa la ricchezza della Germania è la regione della Ruhr, questa regione che quasi tutta in Germania, con delle propaggini in Belgio e in Francia, è un importantissimo bacino carbonifero. Però fino al 1830 la produzione è limitata, perché si sfruttano soltanto le miniere superficiali, cioè quelle che non richiedono scavi profondi e quindi tecnologie più sofisticate; e poi negli anni 30 nella regione della Ruhr si scoprono dei giacimenti che erano più in profondità, e quindi si può sfruttare un bacino che risultò essere il più ricco d'Europa e uno dei più ricchi del mondo.Lo sfruttamento del bacino della Ruhr viene fatto con grandi investimenti di capitali, anche investimenti esteri. La Ruhr dà i 2/3 del carbone tedesco. Poi nella Ruhr ci sono anche minerali ferrosi e quindi la Ruhr diventa anche un distretto industriale, nel senso che si localizzano in questa zona non solo miniere per la produzione di carbone, ma anche per la produzione di ferro.

Quindi in Germania c'è anche una regione che in questo periodo consente uno sviluppo industriale notevole.

Terzo periodo (1870-1914)

Miracolo economico

E' il terzo periodo, quello del miracolo economico, che consente alla Germania di raggiungere e superare l'Inghilterra.

- Guerra franco prussiana

Il terzo periodo inizia con una guerra contro la Francia, la guerra franco prussiana del 1870, che vede i tedeschi in grado di battere la Francia ma batterla in poche settimane, e in questo contesto viene dichiarato il Reich tedesco, che è una unione di stati che hanno un governo centrale con un imperatore che governa tutta le Germania, ma comunque i singoli stati conservano una certa autonomia, e quindi si realizza l'unificazione della Germania, e avendo vinto la guerra i francesi dovettero pagare un indennità di 5 miliardi di franchi alla Germania e devono anche cedere alcune regioni frontiera alla Germania, l'Alsazia e la Lorena, l'Alsazia ricca di industrie tessili e la Lorena ricca di minerali ferrosi, quindi acuisce due regioni molto importanti dal punto di vista economico, e il fatto di avere 5 miliardi di franchi fu un vantaggio; il vantaggio fu relativo nel senso che i francesi, che sono grandi risparmiatori, li pagano immediatamente. Se si portano 5 miliardi da un paese ad un altro, i prezzi nel primo paese diminuiscono, in quanto i ci sono meno soldi in circolazione. Tutti questi soldi arrivati in germani crearono euforia e speculazioni, cioè si creano molte società, sicchè poi nel 73 ci fu una crisi finanziaria che segno un inversione di ciclo a livello europeo.

La guerra franco prussiana porta all'unificazione della Germania, al fatto che la germani ottiene una grossa indennità dalla Francia, porta all'acquisizione di territori importanti come quelli dell'Alsazia e della Lorena.

- Nuove industrie

Così si crea un sviluppo industriale e la Germania punta sulle nuove industrie, e accanto alle industrie tessili e siderurgiche i tedeschi costruiscono nuove industrie come le industrie chimiche e le industrie elettriche.

- Industria chimica

Infatti l'industria chimica tedesca diventa la prima nel mondo, in particolare per la produzione di fertilizzanti, e quindi un forte vantaggio per l'agricoltura tedesca, e nel settore dei coloranti.

- Industria elettrica

Anche l'industria elettrica conosce un forte sviluppo, in quanto la Germania ha saltato la fase utilizzata dagli altri paesi dell'illuminazione a gas.

- Grandi imprese

Poi le imprese in Germania sono grandi, perché avere un attività elettrica, chimica e mineraria ci vogliono le grandi imprese, con decine di migliaia di operai in ognuna di esse.

- i Cartelli

In Germania poi si creano i cartelli, cioè un accordo fra le imprese che sono legali e favoriti dallo stato, e le imprese si accordano sui prezzi, sul mercato, sul salario degli operai.

- Dumping

Poi c'è stato il Dumping, cioè quella tale politica per cui si tengono prezzi alti all'interno del paese e prezzi bassi all'estero, cioè un certo prodotto che quel paese è in grado di produrre per conquistare i mercati stranieri vende quel prodotto all'estero ad un prezzo più basso di quello praticato all'interno del paese. Quindi aver conquistato il mercato quella nazione poteva anche alzare il prezzo all'estero.


























CAP X: I PAESI RITARDATARI

LA RUSSIA

Economia arretrata

L'economia russa è complessivamente arretrata, però comunque agli inizi del 900 è la quinta potenza industriale, però la produzione pro capite è molto bassa, in quanto la Russia è molto più popolosa degli altri paese europei ed è un paese prettamente agricolo, e i 2/3 della popolazione agli inizi del secolo ventesimo si dedica all'agricoltura, con una bassa produttività.

Per ciò che riguarda la Russia c'è un momento di chiusura, e questo momento è il 1861, perché allora ci sarà la liberazione dei beni.

Prima del 1861

Agricoltura arretrata e contadini servi

Prima del 1861 abbiamo una agricoltura arretrata, con i contadini che sono servi, cioè appartengono a quel tale proprietario così come appartiene la terra, e il contadino no se ne poteva andare dalla terra senza l'autorizzazione del proprio padrone.

- Esportazioni

In Russia si esporta frumento e si usa la segala per il consumo interno, cioè la Russia riesce addirittura ad importare grano nell'Europa occidentale, perché tiene i contadini a livello minimo di sussistenza. Ma visto che si è deciso di tenere le popolazioni a basso livello di vita per poter esportare i prodotti alimentari ed importare quei prodotti industriali che alla Russia mancano, quei prodotti di lusso di cui la nobiltà russa fa consumi, devono mandare all'esterno qualcosa e visto che i raccolti un anno vanno bene ed un anno vanno male, succede che un anno saranno sufficienti a pagare quello di cui hanno bisogno e un altro anno no, e così anche la produzione interna sarà scarsa e ci sarà fame.

- Industria arretrata ed operai servi

L'industria prima del 61 è arretrata; ci sono poche industrie, specialmente tessili che sono concentrate attorno a mosca e ci sono gli operai servi, cioè quei contadini che hanno avuto il permesso dal padrone di andare a fare l'operaio in città, e però questo operaio deve dare un parte del proprio guadagno al padrone.

- Guerra di Crimea

In Russia ci si rende conto che questa struttura non poteva andare bene in occasione della guerra di Crimea. Questa fu la prima occasione che vide un paese europea mandare lontano i propri soldati che dovevano essere riforniti, e riescono a sconfiggere un paese enorme con un esercito numerosissimo come la Russia, perché i contadini russi non combattono per il re, quindi la Russia si accorge di essere un nano economico e un gigante politico, con un esercito incapace di far fronte ad un corpo di spedizione che riesce a sconfiggere i russi in territorio russo.

- Emancipazione dei servi

Quindi si arriva nel 1861 alla emancipazione dei servi e le cause sono le continue rivolte dei contadini e per la questione della guerra di Crimea che fa proprio toccare con mano come la Russia sia proprio un paese arretrato.

- Distribuzione delle terre

E allora con l'emancipazione dei servi si arriva alla libertà personale, e le terre ad un certo momento vengono distribuite ai contadini con il pagamento di un riscatto da pagare in 49 anni; però i contadini hanno difficoltà ad impegnarsi personalmente al pagamento del riscatto, perché lo stato liquida l'indennizzo che bisogna pagare ai signori, in genere con titoli di stato, e il contadino il proprio riscatto lo deve pagare allo stato.

- MIR

Però siccome è difficile gestire tutti i contadini, allora si pensa di rendere responsabile del pagamento delle indennità di ciascun contadino verso lo stato il MIR, cioè quel tale villaggio è responsabile del pagamento allo stato dell'annualità, poi se la vede lui con i contadini di farsi dare la quota che ad ognuno spetta. Quindi la terra non appartiene al contadino, ma alla MIR, la quale stabilisce a quale contadino deve affidare la terra e il prezzo da pagare, fino a che nel 1906 si arriva alla riforma di Stilypin, dopo un'altra rivoluzione, che consente ai contadini di uscire dal MIR, cioè di pagare quello che ancora devono pagare e diventare proprietari pieni della loro terra.

- Dopo 1861

Dopo il 1861 la Russia conosce una certa fase di industrializzazione negli anni 90, denominato il periodo del grande balzo dell'Industria russa, con industrie pesanti, tessili, alimentari, e specialmente industrie siderurgiche.

- I fattori dello sviluppo dell'industrializzazione

I fattori dello sviluppo della industrializzazione russa sono tre: le ferrovie, i capitali stranieri e l'intervento del governo.

- Le ferrovie

Le ferrovie sono elemento di sviluppo in tutti i paesi e i Russia in modo particolare essendo il territorio russo molto grande.

- I Capitali

I capitali stranieri sono necessarie in quanto i russi non hanno capitali accumulati, e quindi c'è bisogno di stranieri che vanno ad investire in Russia, e questi stranieri sono specialmente i francesi.

- Intervento del governo

L'intervento del governo è necessario per i paesi che arrivano tardi all'industrializzazione in quanto hanno bisogno di spinte dal governo. In Russia il governo ha promosso l'industrializzazione attirando capitali stranieri, quindi garantendo un rublo forte; Con agevolazioni alle industrie e con il protezionismo, cioè forti dazi doganali che proteggono le industrie interne, quindi evita che o prodotti che si possono fare in Russia vengano importati a prezzi più vantaggiosi.

- IL GIAPPONE

Il Giappone a metà 800 era un paese arretrato ed isolato.

Economia e società

Economia chiusa ad esterno

L'economia giapponese era un economia chiusa ad esterno, in quanto non aveva avuto rapporti con il mondo occidentale se non qualche secolo prima con i Gesuiti che avevano intenzione di convertire i Giapponesi.

- Società feudale divisa in classi

Il Giappone era una società feudale divisa in classi. In Giappone il potere era nelle mani dal 1192 dello Shogun. Lo Shogun era colui il quale governava il Giappone, in quanto l'imperatore era stato messo da parte, aveva solo una funzione rappresentativa senza avere alcun potere nelle mani, e lo shogunato apparteneva dal 1600 alla famiglia Tokukawa, cioè i membri di questa famiglia rivestivano la carica di governo, ed era una famiglia ricchissima che possedeva ¼ di tutte le terre del Giappone, e quindi la struttura della società era la seguente:

(IMPERATORE - TENNO)

SHOGUN

DAIMYO (247)

SAMURAI (50.000)

POPOLO

L'imperatore si trova al vertice, ma non conta assolutamente niente, e non ha alcun potere di governo. Al di sotto dell'imperatore c'erano il Shogun, ossia il dittatore, cioè colui che governava il Giappone. Al di sotto dello Shogun c'erano i Daimyo, che erano 247; essi erano i proprietari terrieri, quindi 247 proprietari terrieri avevano il Giappone nelle mani.

Al di sotto dei Daimyo c'erano i Samurai, che erano circa 50.000. Essi erano in sostanza i cavalieri, gli uomini d'arma. All'ultimo posto c'era il popolo. In questo tipo di struttura non si poteva cambiare classe; i figli dei daimyo erano daimyo, i figli di samurai erano samuray, e chi apparteneva al popolo rimaneva in quella condizione; cioè salire la scala sociale era sostanzialmente impossibile perché ognuno doveva restare nella propria classe.

- Restaurazione MEIJI (1868).

Nel 1868 avviene la restaurazione Meiji, restaurazione perché il potere dell'imperatore viene restaurato, nel senso che viene tolto il potere alla famiglia tokukawa e il potere ritorna nelle mani dell'imperatore, e inizia quella che è chiamata l'era Meiji. Meiji sta a significare "del governo illuminato".

Un certo Commodoro Perry, americano, nel 1853 arriva nella baia e pretende di sbarcare per potersi presentare all'imperatore e per poter allacciare rapporti commerciali con il Giappone, ma viene respinto. Poi torna l'anno successivo e con la violenza impone ai giapponesi di stipulare quei trattati con gli Stati Uniti. Quindi il Giappone comincia un po' ad aprirsi.

Però tutta questa presenza di occidentali creano del malcontento fra i Samurai, i quali fondano un movimento xenofobo, cioè un movimento contrario alla presenza degli stranieri, in quanto gli stati uniti avevano vietato al Giappone di imporre tariffe superiori al 5 per certo ad valorem, e impose che gli stranieri non fossero soggetti alle leggi giapponesi.

Una volta sedata questa rivolta sale al trono l'imperatore Mutsuhito che inaugura l'epoca Meiji.

- Modernizzazione

Il Giappone comincia imitando gli occidentali.

Finanze

Tassa sulla terra

Si comincia con le finanze, nel senso che le terre che vengono affidate ai contadini perché siano coltivale nel modo migliore, e viene stabilita una tassa sulla terra in base alla produttività potenziale, e quindi ognuno si deve applicare per fare in modo che la produttività sia il maggiore possibile altrimenti non è in grado di pagare la tassa, e a questo punto il contadino era costretto a vendere la terra che veniva acquistata da colui che reputava di essere in grado di pagare la tassa; questo porta ad un aumento delle entrate nelle casse dello stato e un aumento della produttività in agricoltura.

Nuovo sistema bancario

i Giapponesi devono costruire un sistema bancario che aiuti l'industrializzazione del paese che metta a disposizione capitali. I Giapponesi in un primo momento imitano gli Stati Uniti, e creano una serie di banche nazionali di emissione, e però questo comporta emissioni eccessive di biglietti, con una forte inflazione.

Poi i giapponesi abbandonano il sistema bancario americano e imitano il sistema europeo, particolarmente quello belga, e creano una banca del Giappone che ha il monopolio dell'emissione, mentre le altre banche sono soprattutto banche di deposito.

- Industrie

il Giappone anche per quanto riguarda le industrie imita le tecnologie occidentali, e un ruolo importante è quello dello stato che crea delle imprese e una volta avviate le vende ai privati. Il Giappone prima aveva lo stesso le industrie,non molto avanzate, e c'era una certa produzione di cotone e una certa produzione di seta.

- Cotone

Il cotone era la materia prima nazionale, e però non riescono a far fronte a quella che la capacità produttiva dell'occidente, in particolare dell'Inghilterra, e quindi questa industria viene distrutta dalle importazioni inglesi. Solo successivamente si riprende grazie al basso costo della manodopera che veniva espulsa dalle campagne. Questa è una manodopera molto disciplinata, era stata abituata a sottostare a samurai e daimyo, che sono diventati imprenditori e quindi la subordinazione che prima c'era per ragioni di struttura sociale, adesso continua ad esserci anche per subordinazione di tipo lavorativo, quindi la manodopera giapponese è un manodopera molto laboriosa, molto disciplinata, a basso costo.

- Seta

Anche la seta è una materia prima nazionale, che sopravvive e da origine ad una forte corrente di esportazione di seta grezza.

Lo sviluppo il Giappone poi lo ha anche avuto nella siderurgia, nel settore navale.

- crescita economica

La crescita economica del Giappone è una crescita continua e sostenuta, e alla fine dell'800 il Giappone diventa una grande potenza tanto che riesce a vincere due guerra, prima la Cina (1994-95) e poi la Russia (1905)





CAP12: LA CRESCITA DELL'ECONOMIA MONDIALE

Commercio internazionale

All'inizio del secolo 19 si parlò di economia mondiale per il fatto che le relazioni internazionale erano diventate fittissime. All'inizio dell'800 queste relazioni erano molto limitate, per giunta l'800 è cominciato con una guerra commerciale tra la Francia e l'Inghilterra, mentre l'inizio del 900 invece fanno parlare di economia mondiale.

Bilancia commerciale

La bilancia commerciale riguarda l'importazione e l'esportazione di merci. La differenza tra esportazione ed importazione mi da o un avanzo della bilancia commerciale, se io ho esportato più di quanto ho importato, o un disavanzo della bilancia commerciale se io ho importato più di quanto ho esportato.

Lo scambio di tutto, cioè le merci, i servizi e i capitali, da la bilancia dei pagamenti.

Quindi la bilancia commerciale è la differenza fra importazioni ed esportazioni di un paese con il resto del mondo, e la bilancia dei pagamenti è data dalla differenza tra tutti i crediti e i debiti con l'estero, tra tutti i pagamenti e le riscossioni fatto con l'estero.

La bilancia commerciale può essere attiva o passiva (o in pareggio).

Attiva significa che le esportazioni sono maggiori delle importazioni, e quindi si sono accumulati dei crediti che consentono di acquistare servizi o investe il credito in altri paesi.

Quindi avendo le importazioni maggiori delle esportazioni si possono acquistare servizi e/o investire all'estero, perché non si possono investire nel proprio paese perché se si aumenta la produzione già si è esportati il possibile.

Se la bilancia commerciale è passiva, ossia le importazioni sono maggiori delle esportazioni, cioè non si è riusciti a pagare con le esportazioni quelle importazioni che servivano, e quindi si devono esportare servizi e/o indebitarsi all'estero, chiedendo in prestito i capitali.

La bilancia dei pagamenti è preferibile averla in pareggio.

Bilancia dei pagamenti attiva significa che le riscossioni sono maggiori dei pagamenti, e quindi si accumulano dei crediti nei confronti di altri paesi, e si possono investire all'estero, così però c'è il rischio di perdere crediti ed investimenti. Per il fatto di avere questo credito con l'estero e quindi avere avuto un afflusso monetario, comporta un aumento dei prezzi all'interno del paese, e succede che non si riesce più a vendere all'estero, cioè l'esportazioni sono sfavorite quando i prezzi cominciano, ma sono favorite le importazioni, nel senso che si acquista merci all'estero a prezzi più bassi, e questo dovrebbe far ridurre l'avanzo della bilancia dei pagamenti.

La bilancia dei pagamenti passiva significa che i pagamenti sono maggiori delle riscossioni, cioè quando un paese paga più di quando riceve dall'estero, e in questo caso il paese si indebita verso l'estero, e c'è una diminuzione dei prezzi perché esce moneta, e le esportazioni sono favorite e le importazioni sono sfavorite e c'è una riduzione del disavanzo.

I rapporti internazionali sono fatti di scambi di beni e servizi di un paese con tutti gli altri.

Commercio Estero

Enorme crescita

Nel corso dell'800 il commercio estero ha avuto una forte crescita: infatti tra il 1800 e il 1914 il commercio estero mondiale è aumentato di 25 volte (anche perché si parte da livelli bassi ed è facile moltiplicarlo per 25 volte),e l'Europa non ha mai meno del 60% del commercio mondiale, quindi il ruolo dell'Europa è importantissimo.

Per potersi avere questo sviluppo però si è dovuti nel corso dell'800 rimuovere due tipi di ostacoli: l'alto costo dei trasporti e il protezionismo, cioè molti paesi hanno forti dazi alle importazioni per favorire le industrie nazionali, e quindi si limitava il commercio.

Il problema dell'alto costo dei trasporti è stato risolto con la costruzione di ferrovie, delle macchine a vapore.

Il protezionismo comincia ad essere abbattuto con il libero scambio a partire dalla Gran Bretagna.

Libero scambio in Gran Bretagna

In gran Bretagna si giunge al libero scambio in quanto cominciano ad esserci studiosi che affermano che il sistema che si è sempre usato non andava bene, in quanto si pensava che per arricchirsi bisognava avere la bilancia dei pagamenti in attivo e quindi si era sempre avuto il protezionismo, cioè favorendo le esportazioni e di scoraggiare le importazioni con alti dazi doganali, e quindi si cerca di evitare che dall'estero arrivino prodotti a costi più bassi, ma la politica del protezionismo consiste anche in dazi alla esportazione di quelle materie prime che servono alle industrie estere, così come bassi dazi a materie prime che servono.

Fondamenti teorici

Adamo Smith parlò della necessità della divisione internazionale del lavoro, cioè parlava della necessità della divisione del lavoro a tutti i livelli, all'interno della fabbrica bisognava che ci fosse una accorta divisione del lavoro fra le varie maestranze, in modo che ognuno diventasse più bravo nel lavoro che doveva fare; a livello di nazione bisogna doveva esserci la divisione del lavoro tra le varie zone e le varie industrie, in modo tale che ognuno si specializzasse in quello in cui era più bravo; a livello internazionale Smith teorizzò la divisione internazionale del lavoro, cioè ogni paese doveva specializzarsi nelle produzioni in cui era più bravo. E questo concetto di specializzarsi nelle produzioni che era più bravo fu ulteriormente perfezionato da Davide Ricardo, il quale introdusse la teoria dei costi comparati fra due paesi. Ricardo disse che se un paese è più bravo di un altro a produrre due cose è comunque conveniente specializzarsi nella produzione di una solo, cioè se un paese è più bravo a produrre due beni rispetto ad un altro è comunque conveniente che quel paese si specializzi comunque in prodotto, scambiando questo prodotto con un altro paese che è meno bravo, ma che pure deve lavorare.

che lavorano per un anno. Il Portogallo con le stesse macchine con 95 uomini riesce a produrre quel certo quantitativo di stoffa.

Per produrre vino l'Inghilterra ha bisogno di 120 uomini che lavorano per un anno per produrre un cero quantitativo di vino, il Portogallo 75. Quindi il Portogallo è più bravo dell'Inghilterra a produrre stoffa e vino. La logica vorrebbe che i portoghesi producessero entrambi i prodotti. L'Inghilterra sfrutta 220 uomini, mentre il Portogallo 170.


Con la specializzazione, l'Inghilterra, siccome è solo lei che produce stoffa, deve produrre una quantità per se e per il Portogallo, e dovrà impiegare 200 uomini. I Portoghesi, che si specializzano a produrre vino dovranno impiegare 150 uomini. La conseguenza è che gli Inglesi prima pere avere vino e stoffe impiegavano 220 uomini mentre ora 200; il Portogallo impiegava 170 uomini adesso 150.

Quindi conviene sempre produrre e scambiare con gli altri piuttosto che produrre da sé nella convinzione che si è più bravi a produrre.

- Corn Laws

In Inghilterra c'erano delle leggi sul grano (Corn Laws), cioè c'era un sistema di protezione del grano, cioè portare dall'Europa continentale grano all'Inghilterra, significava pagare dei dazi abbastanza elevati. L'Inghilterra faceva questo per favorire la produzione interna, cioè per tenere alti i prezzi dei cereali, perché se non ci fossero i dazi arrivava il grano francese a prezzo più basso e i produttori inglesi, contadini e proprietari terrieri, avrebbero avuto una perdita perché avrebbero dovuto vendere il grano a prezzi più bassi. Lo svantaggio da questa legge lo avevano i consumatori ( i produttori non agricoli), e il vantaggio era per i proprietari terrieri. A questo punto si crea in Inghilterra una anti corn law league, cioè la lega contro le leggi sui cereali, a capo della quale c'era Richard Corben, un industriale tessile.

Libero scambio  

Al libero scambio erano contrari i proprietari terrieri (chiunque produce i cereali). Mentre erano favorevoli a togliere questi dazi gli operai e gli industriali: gli industriali sono contrari ai dazi perché se vogliono esportare i loro prodotti a basso costo in Europa, si deve consentire all'Europa di mandare il grano all'Inghilterra. Quindi c'è un unione tra operai ed industriali, e avendo convinto i politici si giunge in Inghilterra al libero scambio, anche se il parlamento era contrario perché formato dai Wighs e Toryes, proprietari terrieri, ma poi Robert Pegs, un Tory, divenne favorevole. Poi nel 45 vi fu in Irlanda la carestia delle patate e ci si rese conto che bisognava far importare almeno in quel paese prodotti alimentari. Allora si arrivò nel 46 all'abolizione delle Corn Law, con il voto dei Whighs principalmente.

Da allora i Wighs passarono alla storia come liberali e i Tories come conservatori. Quindi il parlamento inizialmente era contrario ma alla fine si convinse.

La conseguenza, sulla base della specializzazione, che l'Inghilterra si è specializzata nell'Industria.

Quindi l'importanza del libero scambio sta nel fatto che l'Inghilterra decide di essere un paese industriale, quindi esportare prodotti agricoli, ma importare prodotti alimentari.

La scelta del campo industriale per gli Inglesi era obbligatoria in quanto le loro terre non sono molto adatte per l'agricoltura, mentre quelle francesi si.

Da questo momento in poi gli inglesi cominciano a dipendere dall'estero per la produzione di generi alimentari.

Libero scambio in Europa

La politica del libero scambio comincia ad interessare tutti gli altri paesi, quindi il libero scambio dall'Inghilterra comincia a diffondersi in Europa, cioè nel 60 c'è il trattato Corben-Chevalier, ossia il trattato stipulato dall'Inghilterra e dalla Francia, che consente una forte riduzione dei dazi doganali. La Francia era un paese protezionista e non ne volle sapere di passare al libero scambio, cioè la riduzione o l'abolizione dei dazi doganali, e allora fu adottata la politica dei trattati, cioè l'imperatore poteva stipulare non solo trattati politici con gli altri paese ma anche commerciali, quindi non vi fu l'approvazione da parte del parlamento di una tariffa unica, ma dei trattati con singoli paesi. Il primo trattato fu quello con la Gran Bretagna che portò ad una riduzione delle tariffe fra la Francia e la Gran Bretagna, e questo trattato prevede anche la clausola della nazione più favorita, cioè nel caso vi fosse un altro trattato con un'altra nazione e il prezzo doganale venisse concordato più basso rispetto all'accordo con l'altro paese, allora quell'altro paese dovrà godere dello stesso prezzo dei due paesi, cioè tutto ciò che si fa nei confronti di un altro paesi, favorendolo, sarà automaticamente trasferito alla nazione con cui si ha questa clausola.

Altri trattati poi la Francia li stipulò con la Germania e l'Italia, quindi la Francia inaugura questa stagione dei trattati commerciali e questa fase dei trattati viene estesa in tutta l'Europa, sicchè a partire dalla metà dell'800 un po' dappertutto si diffonde il libero  scambio.

Ritorno al Protezionismo

Però ad un certo momento interviene qualcosa che rompe questo periodo di libero scambio, sicché il libero scambio dura una ventina d'anni. Il libero scambio in Europa non può essere più utilizzato perché arriva un grande concorrente che mette in crisi l'agricoltura europea: il grande concorrente che si affaccia sul mercato mondiale sono gli Stati Uniti. Gli Stati Uniti visto che si sono costruite le ferrovie, visto che la navigazione a vapore sta facendo passi da gigante, nel senso che le navi diventano sempre più grandi e i trasporti sempre meno costosi, gli Stati sono in gradi di produrre, nella sua parte centrale, grandi quantitativi di grano che può mettere sui treni, che portano tutto sulla costa, con costi molto bassi, e poi li caricano sulle navi e li portano in Europa, ed arriveranno in Europa con un incremento di prezzo molto basso, quindi gli americani con molte macchine e poca manodopera e poi grazie al costo dei trasporti bassissimi trasporti, riescono a fare arrivare i loro prodotti in Europa a prezzi molto bassi.

Cicli economici

Con l'industrializzazione comincia a venir fuori la fase dei cicli economici, cioè si comincia a verificare con l'industrializzazione che l'andamento dell'economia è un andamento a fasi, cioè c'è una fase di espansione, c'è una fase di contrazione.

Anche prima, per quanto riguarda la popolazione, c'è stato un andamento a cicli, ma i cicli erano molto lunghi in quanto duravano diversi secoli; infatti c'erano alcuni secoli in cui la popolazione cresceva, poi la sottonutrizione per il fatto che i mezzi di sussistenza non riuscivano a stare dietro all'incremento demografico, quindi un calo della popolazione per diversi decenni e poi la ripresa lenta.

Con l'industrializzazione i cicli cominciano ad essere molto brevi, e quindi c'era una fase crescita e di decrescita.

Anche prima c'era la crisi, dovuta dal fatto che ad un certo momento la popolazione cresce e la produzione non riesce a stargli dietro, oppure ci sono delle annate di clima pessimo.

Quindi le crisi che precedono l'industrializzazione sono crisi di sottoproduzione, cioè c'è crisi nel momento in cui per alcuni anni i raccolti sono scarsi e quindi si produce poco rispetto a quelle che sono le esigenze di una popolazione che è in aumento. La crisi parte dalle campagne è diventa una crisi generale, in quanto non c'è più nulla da scambiare.

Con l'industrializzazione le cose cambiano completamente, cioè non ci sono più crisi di sottoproduzione (tranne che in Irlanda con la carestia delle patate), ma sono crisi di sovrapproduzione, cioè una produzione industriale e agricola che non si riesce a vendere, in quanto con l'industrializzazione prima si produce e poi si cerca di vendere, facendo così delle previsioni.

Ci sono cicli di diversa durata:

ci sono cicli brevi con la durata di 2-3 (cicli Kitchin);

poi ci sono cicli di durata media di 9-10 anni (cicli Juglar);

poi ci sono cicli lunghi di circa 50 anni (cicli Kondratieff).

Per cicli si intende l'andamento dei prezzi che misurano il valore dei beni, e quindi tengono conto della domanda e dell'offerta, se c'è un eccedenza di produzione, e tengono conto della produzione. Quindi guardando prezzi e produzione si notano fasi di aumento e di diminuzione.









C'è stato un primo ciclo di 59 anni, un secondo di 47, ed un terzo di 50, che ha visto una fase di crescita dell'economia e un aumento dei prezzi, fra il 1790 e il 1815, cioè il periodo delle guerre napoleoniche, dove gli inglesi cominciarono a coltivare anche le terre marginali, in quanto c'è la possibilità di vendere a prezzi alti; poi c'è stata una fase b di discesa dei prezzi fra il 1815 e il 1849, quando la produzione pur andando avanti stentava, quindi l'economia fra la fine delle guerre napoleoniche e il 1850 c'è stato un periodo di stasi; quindi dal 15 al 49 c'è stata una fase in cui i prezzi sono scesi con il libero scambio, la costruzione di mezzi di trasporto, ferrovie, navi. Fra il 49 e il 73 c'è una fase di crescita. Il 73 è l'anno della crisi borsistica, comincia la concorrenza dei grani americani e quindi c'è quella che allora chiamavano la grande depressione. Poi tra il 96 e il 190 c'è ancora una fase di crescita, anche durante la 1 guerra mondiale, in quanto si producono prodotti bellici, non c'è disoccupazione. Fra le due guerre mondiali c'è stata una diminuzione dell'economia; e poi dal 1946 l'economia è cominciata a ricrescere.

Le cause di queste crisi di sovrapproduzione sono:

la mancanza di previsioni, cioè si deve cercare di prevedere se ciò che si produce si riuscirà a vendere. All'inizio dell'industrializzazione non si facevano le previsioni. Ma le previsioni sono difficili da fare e molto spesso queste sono errate perché il comportamento del consumatore è qualcosa di difficile da individuare, tant'è tutti gli sforzi che si fanno sono quelli di orientare il consumatore, a spendere ed ad acquistare certe cose, perché si deve cercare di mantenere il mercato.

Un altra causa è la responsabilità di macchine e banche, perchè le macchine consentono di produrre una quantità notevole di beni e la produzione va al di là di quella che è la capacità di acquisto; le banche perché finanziano l'attività economica nella fase di espansione, perché se un attività va bene le banche finanziano l'espansione, ma se le cose poi dovessero andar male, le banche così come hanno contribuito nella fase di espansione ad accrescere ancora di più l'espansione, mettendo a disposizione i fondi necessari per acquistare macchine, per ampliare i capannoni, per mettere su nuove imprese, e nel momento in cui le cose cominciano ad andare male le banche ritirano i finanziamenti, però ritirare i finanziamenti quando le cose vanno male significa peggiorare la situazione delle imprese che si trovano in difficoltà.

Quindi responsabilità delle macchine che consentono di aumentare la produzione facilmente, cosa che non era possibile con le tecniche agricole nel medioevo se non mettendo a coltura nuove terre, e con le macchine si può anche fermare la produzione.


Grande depressione (1873-96)

La grande depressione è caratterizzata da una forte riduzione dei prezzi, e la causa di ciò è la riduzione dei costi dei trasporti e quindi arriva grano dagli Stati Uniti e dalla Russia e tutti vogliono il protezionismo. La Russia non è un paese fortemente industrializzato e il grano arriva grazie al basso livello di vita che venivano tenuti i contadini e quindi basso costo della manodopera. Quindi siccome i prezzi cominciano a scendere bisogna difendersi dalla concorrenza degli altri paesi, e quindi c'è la richiesta di protezionismo.

Ritorno al protezionismo

Il ritorno al protezionismo viene realizzato nel corso di questi anni un po' da tutti i paesi.

Germania

In germania ci sono gli Junkers, che sono i grossi proprietari terrieri della parte orientale della Germania, che sono liberoscambisti,in quanto quelli che esportano sono liberoscambisti, mentre gli industriali della Germania sono protezionisti, cioè vogliono che lo stato protegga le industrie con dei dazi doganali più elevati che riducano la concorrenza dei prodotti industriali che vengono dall'Inghilterra.

Quando scoppia la grande depressione anche gli Junkers diventano protezionisti perché risentono della concorrenza dei grani americani, e quindi si arriva al protezionismo nel 1879.

Francia (e altri paesi europei)

Anche la Francia, e altri paesi europei, c'è il protezionismo con la legge Meline del 1892; inoltre la francia ebbe anche una rottura commerciale con l'Italia tra il 1888 e il 1893.

Gli USA

Gli Stati uniti hanno un altro andamento perché fino alla guerra civile, fra gli stati del nord e gli stati del sud, è prevalso negli Stati uniti il libero scambio, anche se all'interno del paese c'era una differenziazione tra il nord, dove gli industriali erano protezionisti, e non vogliono che arrivino prodotti da fuori;

il sud che esporta cotone sono liberisti perché esportano cotone in Europa.

Dopo la guerra civile, il sud è sconfitto, il paese diventa protezionisti, in quanto non ci sono i grossi produttori del sud che possono imporre una politica liberista.


Paesi liberoscambisti

Quindi un po' tutti i paesi divennero protezionisti, ma rimasero libero scambisti paesi come la Gran Bretagna, Paesi Bassi e il Belgio, in quanto sono tutti paesi che vivono di esportazioni. La Gran Bretagna perché ha fatto quella scelta di essere un paese industriale.

Commercio estero

Il commercio estero non risente del fato che c'è il protezionismo e continua ad aumentare perché i costi dei trasporti continuano a scendere, la produzione continua a crescere, per cui si parla della creazione di una economia mondiale ai primi del 900.


Gold standard

Ad un certo momento del secolo scorso si afferma il sistema monetario che ha come base l'oro.

Monete

Si è passati attraverso alcune fasi dell'utilizzazione di beni che l'uomo ha deciso di utilizzare come moneta, cioè come qualcosa che ha la possibilità di consentire un accumulazione di ricchezza.

La prima fase si ha con la moneta-merce, cioè ci sono stati alcuni beni che hanno avuto la funzione di moneta, come il bestiame, il grano. I sovrani misuravano la loro ricchezza in base al bestiame posseduto;

Ad un certo momento poi si è introdotta la moneta metallica, in quanto si è accorti che una cosa che poteva avere funzione monetaria poteva essere costituita da metalli preziosi, oro e argento, rame, bronzo.Il primo paese che cominciò ad utilizzare i pezzi di metallo fu la Grecia. Quindi si comincia a pensare di imprimere un marchio sul pezzo di metallo da parte città stato che garantiva che tutti i pezzi di metallo avessero lo stesso contenuto di metallo e avevano tutti lo stesso peso, quindi la garanzia che tutti questi pezzi di metallo erano uguali tra di loro.

Con la crescita della popolazione e con l'aumentare del commercio, il metallo che veniva utilizzato come mezzo di pagamento non è più sufficiente, e allora si passa alla moneta cartacea, cioè a qualcosa che non ha alcun valore intrinseco.

All'inizio questi pezzi di carta hanno una circolazione fiduciaria, nel senso che solo certe banche cominciano a mettere in circolazione i loro biglietti, e non c'è obbligo da parte dei cittadini di accettare in pagamento quel pezzo di carta.

Ad un certo momento si cominciano a stabilire certe riserve di monete d'oro, cioè banche che emettono dei biglietti devono comunque avere una riserva in grado di garantire il cambio di questi biglietti. Allora c'è il corso legale dei biglietti di carta nel senso che i cittadini sono obbligati ad accettare i pezzi di carta, in quanto c'è una sorta di garanzia dello stato dietro questo biglietto in quanto ha stabilito con legge come e in che modo le banche di emissioni possono emettere i biglietti.

Ad un certo momento si fa un ulteriore passo in avanti, e siccome non riesce più a garantire la convertibilità del biglietto in moneta metallica, e allora si introduce il corso forzoso, ossia non c'è più alcun obbligo delle banche di convertirlo in monete metalliche.

Lo Standard è il metallo che si prende a base del sistema monetario, nel senso che la moneta metallica che circola in quel paese, se c'è il gold standard vuol dire che è di oro, e vuol dire che i biglietti che circolano in quel paese sono cambiabili in oro. Ma poteva anche capitare che un sistema avesse come standard due monete, quella d'argento e quella d'oro.

Sistemi monetari

bimetallismo

I sistemi più comuni del secolo scorso sono il sistema bimetallico, in cui lo standard era l'oro e l'argento, e tutto questo però presentava un funzionamento difficile per il semplice fatto che c'era una variazione del valore dell'oro e dell'argento. In un paese,ad esempio la Francia, dove esisteva il bimetallismo esisteva il franco d'oro e il franco d'argento. Il franco d'oro e il franco d'argento erano due monete una più piccola (quella d'oro) e una più grande (quella d'argento). Ovviamente quando fu coniato per la prima volta il franco d'oro e il franco d'argento nel 1803, si stabilì che perimetro dovesse avere il franco d'argento e che periodo dovesse il franco d'oro, e all'epoca l'oro valeva 15 volte l'argento, per cui c'era una moneta di un franco d'oro con un grammo d'oro e c'era una moneta di argento con 15 grammi di argento: allora le due monete avevano esattamente lo stesso valore, non solo quello fissato per legge, ma anche il valore commerciale. Con il tempo il valore commerciale dell'oro e dell'argento può cambiare, come è accaduto nel corso della storia a causa della scoperta di nuove miniere di oro e di argento, e precisamente nell'800 la produzione dell'argento a enormemente sopravanzato quella dell'oro, per cui l'argento comincia a valere non più 15 volte meno dell'oro, ma comincia ad essere minore, e quindi lo stato dovrebbe riconiare le monete d'argento, e quindi dovrebbe fare una moneta con più grammi di argento, e quindi ogni volta che cambia il rapporto tra oro e argento si dovrebbe ritirare una delle due monete e riconiarla tenendo conto della variazione del prezzo. Siccome non si può ogni momento ritirare le monete, le due monete continuano a valere un franco, ma la gente utilizza soltanto le monete d'argento perché vale di meno; e allora il sistema bimetallico ha funzionato per un certo momento ma poi è caduto, perché bisognava riconiare in continuazione una delle due monete.

Sistema aureo = gold standard

Accanto al bimetallismo, c'è il sistema aureo, che viene adottato nel 1816 in Inghilterra e che poi si diffonde a poco a poco in tutti gli altri paesi.

Le condizioni del sistema aureo sono:

la zecca acquista e vende oro a prezzo fisso; quindi si stabilisce il valore dell'oro e quello non deve cambiare: il valore dell'oro a fini monetari è qualcosa di diverso del valore dell'oro che corre liberamente sul mercato.

la banca d'Inghilterra cambia i biglietti in oro; l'altra condizione è che al momento in cui circolano quei biglietti, essendo l'oro a base di quel sistema, la banca di emissioni emette i biglietti che poi si impegna a cambiare in oro;

libera importazione ed esportazione dell'oro; l'oro può essere liberamente importato ed esportato per poter consentire l'accumulazione di riserve della banca d'Inghilterra che si è impegnata a cambiare i biglietti in oro, e per consentire la coniazioni dell'oro come moneta nella quantità necessaria per il paese.

La conseguenza di ciò è che l'oro ha la funzione di riserva, quindi in un sistema aureo l'oro serve sia per coniare le monete metalliche necessarie, sia come riserva per le banche di emissione, che mettendo pezzi di carta in circolazione si impegna in qualsiasi momento a cambiarli in oro.

Funzionamento Gold Standard

Tutti i paesi aderirono al gold Standard e quindi l'oro diventa la moneta internazionale.

Si disse che avere un'unica moneta a livello internazionale assicurava la stabilità dei prezzi. Secondo alcuni teoricamente avveniva che: se si prende un paese che ha la bilancia dei pagamenti passiva, e quindi per pagare il proprio debito verso l'estero con le proprie riserve d'oro e quindi c'è un uscita di oro, e quindi c'è una diminuzione di massa monetaria con la conseguente riduzione dei prezzi che favoriscono le esportazioni e quindi l'entrata di oro, che fa tornare la bilancia all'attivo.

Diffusione Gold Standard

- Unione monetaria latina (1865)

Il gold Standard poi si diffuse un tutto il mondo; ma c'è stato un tentativo di conservare il bimetallismo da parte dei paesi latini, come l'Italia, la Francia, il Belgio, la Svizzera, creando un accordo monetario che stabiliva cambi fissi all'interno di questi paesi, valutando le monete di due nazioni allo stesso modo, in base al peso. Ma avviene un forte flusso di argento per il fatto che l'Inghilterra non utilizza più l'argento, ma solo monete d'oro e quindi nel 1868 c'è il passaggio al gold Standard anche per i paesi latini.

Altri paesi

Altri paesi che passano al gold Standard sono la Germania le 1873, la Russia e il Giappone nel 1897 e Gli Stati Uniti nel 1900.

Investimenti esteri

Esportazione Capitali

Nella seconda metà dell'800, i paesi europei cominciano ad investire all'estero: ormai hanno realizzato il loro sviluppo e hanno eccedenze da poter investire all'estero. Quindi c'è una esportazione di capitali la quale si fa molto consistente alle fine dell'800.

Esportare capitali all'estero, non significa esportare soldi, ma significa esportare materiali.

Modalità

Fonti

Le risorse da mandare all'estero derivano da una bilancia dei pagamenti attiva, cioè di crediti verso l'estero, cioè il paese deve ogni riscuotere dall'estero più di quando paga, e questo vuol dire che ha mandato all'estero più merci e più servizi di quelli che ha acquistato, e alla fine si avrà un credito verso l'estero, e questo credito si può lasciarlo all'estero investendo. Ciò significa che questo paese è in grado di produrre beni e servizi in una quantità tale da poterli mandare all'estero, e se i beni e i servizi esportati sono maggiori dei beni e i servizi importati, questo costituisce un credito, e questo credito non può essere utilizzato per acquistare beni e servizi all'estero, altrimenti la bilancia dei pagamenti sarebbe stata in pareggio, perché bilancia dei pagamenti in attivo significa che ci si accorge che, dopo aver importato tutto quello che occorre e dopo aver esportato tutto il possibile, le esportazioni sono maggiori delle importazioni, e allora questo credito lo si può utilizzare per investimenti all'estero.

Motivazioni

Un paese investe all'estero con l'attesa di profitti più alti che in patria, cioè si aspetta che investendo queste somme all'estero di guadagnare più di quanto si guadagnerebbe se fossero investite in patria. E' ovvio che se un paese ha un credito verso l'estero significa che questo paese ha esportato più di quanto è stato in grado di importare, e quindi se il credito fosse investito all'interno si aumenterebbe la produzione, il che sarebbe inutile in quanto si è già esportato tutto l'esportabile.

Meccanismi

All'estero si investe acquistando titoli stranieri, nel senso che i risparmiatori di un paese possono acquistare azioni, obbligazioni e titoli pubblici, di un altro paese, avendo un a parte dell'utile di queste società.

Oppure si può investire tramite banche; Infatti si cominciarono a creare delle banche che, avendo raccolto i risparmi dei cittadini, investivano parte di queste somme in titoli esteri, finanziando imprese estere.

- Paesi prestatori

I paesi che prestano capitali sono i paesi che vantano un credito verso l'estero, e sono quelli maggiormente industrializzati.

- Gran Bretagna

La Gran Bretagna è il maggiore investitore all'estero nella seconda metà del secolo, e fa investimenti con l'eccedenza della bilancia dei pagamenti. La Gran Bretagna aveva una bilancia commerciale passiva, cioè la Gran Bretagna non è che investiva perché esportava più merci di quante ne importava, anzi la Gran Bretagna importava più merci di quanto ne esportasse, però siccome vendeva all'estero molti servizi, perché aveva le banche, le compagnie di assicurazioni, e quindi entravano risorse perché si vendevano questi servizi, e con le esportazioni di questi servizi la gran Bretagna riesce, non solo a far rientrare la bilancia commerciale, ma addirittura ad avere un eccedenza nella bilancia dei pagamenti.

Gli investimenti sono fatti specialmente in società private, cioè i risparmiatori inglesi preferiscono acquistare azioni o obbligazioni di società private.

Fino al 1850 questi investimenti inglesi si rivolgono principalmente in Europa; anzi gli Inglesi acquistano anche titoli pubblici di alcuni paese europei.

Dopo il 1850 gli investimenti inglesi vanno fuori d'Europa, in America del Nord, in Canada, in America Meridionale, in India, in Sud Africa, cioè gli Inglesi investono un po' dappertutto.

- La Francia

La Francia investe con l'eccedenze della bilancia commerciale, cioè la Francia in questo periodo esporta più di quanto importa, e quindi già con il solo movimento delle merci riesce ad avere un eccedenza che è in grado di investire all'estero.

I Francesi investono principalmente in Europa e principalmente in Russia, in particolare acquistando titoli del debito pubblico russo, cioè si prestano soldi al governo, nei titoli pubblici, ma anche nel settore delle ferrovie.

La Germania

La Germania tra i paesi prestatori è quella che investe di meno all'estero, per il semplice motivo che è arrivata tardi all'industrializzazione, e quindi ha priva finanziato le proprie industrie e poi quelle estere. Gli investimenti tedeschi sono dovuti ad una eccedenza di esportazioni e sono limitati però a pochi paesi europei, maggiormente ad est e a sudest.

Paesi debitori

USA

Gli Stati uniti d'America è un paese che sta crescendo, e pur avendo le risorse ha bisogno di capitali Europei, e sono restati un paese debitore per tutto l'800, e poi nel 900 sono diventati un paese che esporta capitali, cioè che investe all'estero.

Gli Stati uniti riceve investimenti specialmente dall'Inghilterra per la costruzione di ferrovie, di miniere, di Ranches.

Dopo un certo periodo di tempo, verso la fine del 800, gli Stati uniti cominciano ad investire all'estero, specialmente in Canada e America Latina.

Russia

Altro paese debitore è la Russia, la quale riceve investimenti particolarmente dalla Francia che vanno alla costruzione di alcune ferrovie, miniere e specialmente al governo.

Canada, Australia, Nuova Zelanda

Altri paesi che ricevono investimenti sono il Canada, l'Australia, la Nuova Zelanda, specialmente dall'Inghilterra e in piccola parte dagli Stati Uniti, e questi investimenti vengono fatti in titoli pubblici.

America Latina, Asia e Africa

L'America latina, l'Asia e l'Africa ricevono investimenti dall'Inghilterra specialmente per la costruzione di ferrovie e materie prime per l'Europa.






















CAP13: PANORAMA DELL'ECONOMIA MONDIALE NEL XX SECOLO

Popolazione

La popolazione del XX secolo è cresciuta di circa 4 volte, quindi da un miliardo e seicento milioni si è passati a 6 miliardi di persone, mentre nel secolo scorso la popolazione era aumentata di meno di due volte. In questo secolo la crescita non si è avuta più nei paesi più industrializzati ma nei paesi più arretrati: in Europa la crescita è quasi raddoppiata mentre nei paesi asiatici la crescita si è quadruplicata.

Transizione demografica

Nel 900 c'è stata una transizione demografica che ormai si è realizzata nei paesi più sviluppati, e c'è stato il passaggio da un vecchio regime demografico ad un nuovo regime demografico: il vecchio regime demografico, che aveva prevalso per secoli dall'inizio dell'esistenza dell'uomo sulla terra, era un regime demografico che vedeva alti tassi di natalità e mortalità; il nuovo regime, che si è affermato tra l'800 e in particolare nel 900, è un regime demografico che vede bassi tassi di natalità e mortalità

Diminuzione tassi di mortalità

La diminuzione dei tassi di mortalità si ha perché diminuisce la mortalità infantile, e questa diminuzione dei tassi di mortalità si ha dappertutto nell'800 e poi specialmente nel '900. Le cause di questa diminuzione sono l'igiene, la medicina e un alimentazione migliore.

Di munizione tassi di natalità

La diminuzione del tasso di natalità è stato più lenta rispetto alla diminuzione del tasso di mortalità. La diminuzione del tasso di natalità nei paesi ricchi (800-900) si è avuta prima rispetto ai paesi poveri (fine 900), per il fatto che prima i figli venivano messi al mondo per poi essere mantenuti quando si diventava vecchi, e quindi con lo sviluppo industriale e nuove forme di assicurazione, i vecchi non hanno più la necessità di essere mantenuti dai figli ma vengono mantenuti dallo stato.

Aumento vita media

Nel corso del 900 aumenta la vita media: in fatti all'inizio del 900 la vita media era meno di 50 anni, mentre alla fine del 900 la vita media e di circa 70-80 anni.

Urbanizzazione

L'urbanizzazione è un fenomeno in aumento nel 900, ma di recente nei paesi ricchi c'è un inversione di tendenza, cioè la gente che vive nelle grandi città tende a spostarsi verso zone periferiche per poter vivere fuori dal caos cittadino e dalla criminalità.

Il terzo mondo ha visto un fenomeno di urbanizzazione ma con la costruzione di baraccopoli. Quindi nel terzo mondo sta accadendo come è accaduto nei paesi industriali nel 700.

Emigrazione

USA

L'emigrazione è un fenomeno che è continuato. Fino al primo dopoguerra c'è stata una forte emigrazione dall'Europa verso gli Stati Uniti; ma poi gli stati uniti non hanno più permesso un emigrazione libera e nel secondo dopoguerra negli Stati Uniti sono arrivati principalmente da Asia e America Latina.

Europa

L'Europa nell'800 è stato un paese di emigrazione e nel 900 è un paese di immigrazione.


Profughi

Il fenomeno dei profughi è un altro fenomeno importante. Nel 900 si sono cominciate a muovere delle popolazioni di coloro i quali sono stati scacciati dalla loro terra per ragioni politiche, religiose, militari. Ci sono state dalla Russia verso l'Europa occidentale nel primo dopo guerra, quando c'è stata la rivoluzione bolscevica;

poi dall'Europa orientale verso l'Europa occidentale nel secondo dopo guerra, tant'è che dovettero fare il muro di Berlino per cercare di limitare queste fughe;

E poi nel secondo dopo guerra c'è stato il problema di Israele, cioè dell'emigrazione degli ebrei che erano stati sottoposti a persecuzioni incredibili da parte dei tedeschi negli anni della seconda guerra mondiale.

Risorse

Nuove fonti di energia

Nel 900 ci sono nuove fonti di energia costituite principalmente dal petrolio e dal gas. Nell'800 il petrolio è stato usato principalmente per l'illuminazione; nel 900 viene usato per i motori a combustione interna, cioè il motore a scoppio delle automobili, per l'elettricità, e per il riscaldamento.

Tecnologia

La tecnologia ha avuto nel 900 un grosso ruolo per lo sviluppo, perché continua ad essere il fattore principale di sviluppo e nella tecnologia si sono avuti progressi notevolissimi.

Principali campi di applicazione

Trasporti

Nel settore dei trasporti l'applicazione della tecnologia si ha per l'automobile, e si è arrivati da automobili prodotte da uomini ad automobili prodotte da macchine. La grande innovazione che si è avuta negli anni 20-30 è stata la catena di montaggio, applicata da Henry Ford per primo, cioè si è arrivati all'assemblaggio, cioè venivano messi tanti pezzi che poi con la catena di montaggio venivano messi insieme.

Nel settore navale, le navi sono diventate più grandi.

Nel settore aereo, in quanto non aveva ancora compiuto 100 anni il primo tentativo di alzarsi in volo dei fratelli Wright, che durò qualche minuto (1906), mentre ora si è arrivati ad aereo che viaggiano a velocità supersoniche, cioè superiore alla velocità del suolo, per cui dall'Europa a gli Stati uniti si arriva in 3-4 ore.

Poi l'esplorazione dello spazio, in quanto furono prima i Russi, nel 1957 con Sputnik, a lanciare un uomo nello spazio, e nel 1968 i primi uomini sulla luna.

Comunicazione

Nel settore delle comunicazioni, le grandi innovazioni di questo secolo interessarono il telefono, la radio, la TV.

Nuovi prodotti

Come nuovi prodotti di questo secolo si hanno le fibre tessili sintetiche, come sottoderivato del petrolio.

Poi c'è la plastica, i quanto tutto si fa in plastica. Inizialmente prima si faceva tutto in legno, poi si è passati al ferro e infine alla plastica.

E poi la grande invenzione di fine secolo, prima i computer mastodontici e poi i PC.

Elettricità

L'elettricità è un altro settore in cui si è applicata molto la tecnologia, e la produzione di elettricità si è moltiplicata per 4 tra il 1900 e il 1950, e poi si è moltiplicata di 5 negli ultimi 40 anni di questo secolo.

Istituzioni

Nel 900 per quanto riguarda le istituzioni ci sono stati dei profondi mutamenti nelle istituzioni di questo secolo in alcuni campi.

Relazioni internazionali

Fino al 1914 c'è stato un predomino dell'Europa e degli Stati Uniti, anche se non tutti si sono resi conto che Gli Stati Uniti è diventata una grande potenza.

Dopo il 1918 gli Stati Uniti, con la loro entrata in guerra risolvono le sorti della guerra europea, e da quell'epoca gli Stati uniti sono diventati un paese che ha un ruolo importantissimo nel mondo.

Dopo il 1945 i rapporti internazionali sono stati caratterizzati dal contrasto fra gli Stati Uniti e l'URSS.

Nel seconda metà del secolo anche il Giappone, uscito sconfitto dalla seconda guerra mondiale, è cresciuto notevolmente.

La Cina, che oggi conta 1/6 della popolazione mondiale, ha avuto una storia travagliata. Agli inizi di questo secolo è caduto l'ultimo imperatore nel 1911 e si è creata una repubblica, ma poi c'è stato un periodo lunghissimo di guerra civile che è andata avanti fino alla seconda guerra mondiale, dove per difendersi dall'invasione del Giappone le parti in lotta si accordarono per combattere contro il Giappone, ma alla fine della guerra la lotta riprese violentemente con poi l'instaurazione del comunismo.

L'altra caratteristica di questo periodo è il contrasto nord-sud del mondo, cioè i paesi ricchi contro i paesi poveri.

- Organizzazioni internazionali

Le organizzazioni internazionali sono state la società delle nazioni, costituita nel 1919 con l'esclusione degli Stati Uniti, che doveva garantire la pace, ma ebbe una funzione limitata proprio perché mancava il paese più potente e importante, per cui non si riuscì ad evitare la seconda guerra mondiale;

però nel 45 si è creato l'ONU, che ha la sua importanza nella salvaguardia della pace, ma che non sempre è intervenuta in modo convincente nelle varie parti del mondo dove ci sono da risolvere dei conflitti.

Ruolo del potere pubblico

Una delle caratteristiche di questo secolo è che l'intervento dello stato nell'economia è aumentato; è aumentato perché ci sono state due guerre mondiali: in tempo di guerra lo stato interviene nell'economia e deve orientare l'economia verso la produzione bellica e quindi non può lasciare che questi problemi per il rifornimento delle marine, dell'esercito, delle aeronautiche fossero lasciati in mano a privati. Quindi il ruolo del potere pubblico è aumentato durante le guerre ed è aumentato nel periodo tra le due guerre mondiali, in quanto lo stato dovette intervenire per recuperare l'economia in difficoltà e per salvare banche ed imprese che erano sull'orlo del fallimento.

Il ruolo dello stato è aumentato maggiormente nell'URSS dove si è fatta un economia pianificata, in cui tutto era deciso dal governo, sia in termini di produzione, di distribuzione, e quindi l'economia era completamente sotto posta al controllo statale.

Mentre negli Stati Uniti continua ad avere un ruolo importantissimo l'iniziativa privata, nell'Europa Occidentale si istaurarono delle economia miste, cioè delle economia fondate sulla libera iniziativa e sul libero mercato però vedono una presenza notevole dello stato il quale è proprietario di alcune attività produttive.

- Settori rimasti allo stato

Infatti i settori che sono rimasti allo stato sono i servizi, principalmente le ferrovie, e alcune industrie per i salvataggi che dovettero essere fatti nel periodo tra le due guerre mondiali, quando lo stato per salvare alcune industrie le rilevò, e le restituì ai proprietari quando queste industrie si sarebbero riprese.

funzione redistributiva

Lo stato ha anche svolto una funzione redistributiva con la creazione di assicurazioni sociali, come il diritto alla pensione, assicurazioni contro le malattie, assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro. Quindi lo stato provvede non solo con i contributi che sono a carico del datore di lavoro del lavoratore, ma anche ad intervenire quando bisogna garantire questi pagamenti.

Così come è accaduto dal secondo dopoguerra si è creato il Welfare State, lo Stato sociale, che ha messo nelle mani dello stato alcuni settori che prima non lo erano, a partire dall'istruzione, la sanità.

Forme di impresa

Nel 900 si è avuta la prevalenza delle società anonime (S.p.a), e hanno fatto molta fatica ad affermarsi nel secolo scorso: prima con il bubble act, che limitava la costituzione di società per azioni.

Ci sono state nuove forme di organizzazioni delle imprese, come le catene di negozi, quelli che fanno acquisti cumulativi e che sono in grado di avere costi di acquisto molto bassi e prezzi altrettanto bassi;

il sistema dei concessionari, questo sistema per cui ci sono catene di vendita molto estese sul territorio con la concessione di poter vendere in esclusiva determinati prodotti;

le società conglomerate, cioè società che producono è vendono molti prodotti in modo tale da poter offrire prezzi molto bassi;

le Holdigs, che sono società finanziarie, nate soltanto per acquistare e vendere pacchetti azionari di altre società;

le multinazionali, queste società che operano in diversi paesi con società separate, ma di cui seguono la strategia delle società madri, da cui ottengono i brevetti, anche se producono in loco ciò che vendono, ma che fanno parte di un'unica grossissima azienda.

Sindacati

I sindacati hanno avuto un grande sviluppo e peso in questo secolo, e in particolare in Europa stringendo forti legami con i partiti socialisti, liberali e cattolici (di sinistra).



CAP14: DISINTEGRAZIONE DELL'ECONOMIA INTERNAZIONALE

La grande guerra (1914-1918)

Paesi belligeranti

Dal punto di vista economico il 19 secolo è finito con la prima guerra mondiale.

La prima guerra mondiale ha visto come paesi belligeranti, da una parte gli imperi centrali, la Germania, l'Austria, la Turchia, dall'altro lato i paesi dell'intesa, cioè la Francia, la gran Bretagna, la Russia e l'Italia. Poi al fianco dell'intesa entrarono in guerra gli Stati Uniti nel 17.

Questa prima guerra mondiale ha un'altra caratteristica che la differenzia dalla seconda guerra mondiale, cioè la caratteristica di essere stata una guerra di posizione, nel senso che cominciò questa guerra con la convinzione che sarebbe stata una guerra lampo, ma poi si finì col combattere nelle trincee. Però il fatto che si sia trattata di una guerra di posizione ha comportato pochi danni materiali, ma molte perdite umane. Però la guerra è stata costosa, perché è stata la prima guerra del mondo industriale, cioè una guerra che ormai non si decide più con il coraggio dei soldati, ma si decide sulla base della potenza militare che un paese a mettere in campo, e la potenza militare significa armi, munizioni, vestiario, alimentazione, cioè capacità di far fronte alle esigenze belliche. L'unica ragione perché si diceva che sarà una guerra breve era che si diceva che le guerre lunghe sono molto costose ed i paesi non se la possono permettere

Conseguenze della guerra

Perdite umane

La prima conseguenza è quella delle perdite umane, ma è anche una conseguenza economica, in quanto sono morti uomini nel vigore della loro esistenza e quindi si è persa forza lavoro. Sono state 10 milioni le vittime militari, dieci milioni le vittime civili, e 20 milioni le persone morte per carestie e di epidemie che si sono diffuse dopo la guerra, ma il recupero è stato rapido, in quanto 30-40 milioni di persone rispetto ai due miliardi che era la popolazione mondiale non significava niente.

Danni materiali

I danni materiali sono stati limitati, e quello che più si risente è il crollo della produzione agricolo nell'Europa orientale, là dove vi furono varie rivoluzioni e disordini, come in Russia, in Polonia: il fatto ha molta importanza perché questi paesi, a differenza di Inghilterra e Germania, vivevano ancora di agricoltura.

Fine liberismo

La prima guerra mondiale ha visto un altro fenomeno importante, quello della fine del liberismo. Per tutto l'800 si è parlati di un economia mondiale, con l'epoca della belle epoque, nella quale ormai i liberi traffici, la libera iniziativa e il libero mercato sono stati i principi predominati dell'economia mondiale, quindi il liberismo si era affermato dappertutto. Durante viene attuata un economia di guerra: economia di guerra significa che lo stato interviene nell'economia, e stabilisce che cosa si deve produrre, come si deve produrre e i prezzi. Il controllo nel periodo di guerra consisteva nel fatto che tutte le imprese lavoravano in funzione della guerra, e quindi dello stato, e le imprese diventarono maggiormente belliche, vi fu un controllo delle industrie tessili, le quali avevano la funzione di fare le mimetiche.

Crollo del commercio internazionale

L'altra conseguenza immediata della guerra è il crollo del commercio internazionale, anche se ci sono paesi che hanno bisogno del commercio internazionale, come l'Inghilterra che ha bisogno di generi alimentari dall'estero.

Il commercio internazionale, nonostante le necessità di questi paesi, crolla perché i trasporti marittimi sono diventati difficili. La guerra è anche guerra sui mari, in cui la Gran Bretagna ha i predominio, però ci sono i tedeschi che fanno una guerra sottomarina, e quindi ne risentono i commerci, in quanto quando bisognava esportare dall'Inghilterra bisognava fare scortare queste navi da navi militari e ciò era molto costoso.

Per questo motivo l'Europa perde alcuni mercati esteri, specialmente Germania e gran Bretagna, e l'Usa e il Giappone conquistano i mercati esteri che prima erano delle nazioni europee. Inoltre alcuni paesi dell'America Latina e Asia cominciano a produrre ciò che prima importavano.

Agricoltura

In agricoltura c'è una diminuzione della produzione agricola in Europa e un aumento della produzione degli Stati Uniti e in America Latina. Questo comporta poi, dopo la guerra, una sovrapproduzione di prodotti agricoli e un crollo dei prezzi.

Perdita investimenti esteri

Un'altra grave perdita causata dalla guerra fu quella dei profitti derivanti dagli investimenti all'estero. Prima della guerra i più importanti investitori erano la Gran Bretagna, la Francia e la Germania. Poiché la Gran Bretagna e la Francia importavano più di quello che esportavano, pareggiavano i conti grazie ai profitti derivanti dagli investimenti esteri: ma una volta persi questi, alla Francia e all'Inghilterra non gli rimane che cedere questi investimenti in cambio di materiali bellici. Inoltre la Francia perse anche i suoi investimenti in Russia, in quanto il nuovo governo, capeggiato da Lenin, non volle riconoscere i debiti contratti dal vecchio governo. Gli investimenti tedeschi nei paesi belligeranti furono confiscati durante la guerra, e successivamente liquidati a titolo di riparazioni.

Inflazione

Un ultimo stravolgimento delle economie nazionali e internazionali derivò dall'inflazione. Le pressioni finanziarie della guerra, visto che le riserve d'oro erano passate nelle mani dei paesi non belligeranti, e soprattutto nelle mani degli Stati Uniti, costrinsero tutti i paesi coinvolti, ad eccezione degli Stati uniti, ad abbandonare il Gold Standard. Comunque il finanziamento alla guerra da parte delle nazioni impegnate era avvenuto grazie all'aumento delle imposte, alla cessione da parte dello stato di titoli del debito pubblico, o all'interno o all0estero, e soprattutto all'emissione di carta moneta, possibile grazie al fatto che i biglietti non erano più convertibili.

E appunto questa emissione di cartamoneta fece aumentare notevolmente i prezzi: infatti negli Stati Uniti aumentarono di 2,5 volte, in Germania di 15 volte.

Conseguenze economiche della pace

La pace di Parigi, invece di tentare di risolvere i gravi problemi economici causati dalla grande guerra, finì in realtà per inasprirli. L'errore dei paesi che si sedettero al tavolo della pace fu quello di non tenere conto delle rispettive realtà economiche.

Dai trattati di pace emersero due grandi categorie di difficoltà economiche: la crescita del nazionalismo e i problemi monetari e finanziari.

Alla Germania nel trattato di Versailles fu tolta sia l'Alsazia che la Lorena in favore della Francia, molto importanti per la ripresa industriale. Inoltre l'aspetto più umiliante di questo trattato per la Germania fu quello di essere considerato la causa di questa guerra e per questo motivo le fu accollate le spese per la riparazione dei danni che la guerra ha provocato ai vari paesi, che sembrarono subito insostenibili per la Germania.

Crescita nazionalismo economico

Con i trattati di pace vi fu lo sfaldamento di vari stati con l nascita di nuovi. Infatti dallo sfaldamento dell'impero austro ungarico, nacquero l'Austria, l'Ungheria, la Cecoslovacchia, e la Polonia. Dallo Sfaldamento dell'Impero ottomano nacque la Turchia; ed infine vi fu la nascita dell'Unione sovietica.

Protezionismo

L'impero austro-ungarico però permetteva il libero scambio lungo tutto il proprio territorio, mentre i nuovi stati erano gelosi l'uno dell'altro, e quindi diventarono protezionisti con l'obbiettivo dell'autosufficienza.

La Gran Bretagna durante la prima guerra mondiale aveva imposto dei dazi che rimasero anche dopo la fine della guerra; la Gran Bretagna inoltre negoziò numerosi trattati commerciali in cui abbandonava il principio della nazione più preferita.

Gli Stati uniti, che prima della prima guerra mondiale avevano dazi relativamente elevati, li portarono alla fine della guerra a livelli mai visti.

Così a causa del protezionismo i commerci internazionali diminuirono enormemente, fino al punto di divenire inferiori a quelli che si avevano all'inizio del 900.

Lo scopo di queste nazioni con il protezionismo, fu quello di aumentarne la produzione e il reddito del proprio paese, ma il protezionismo finì col farle diminuire.

Problemi monetari e finanziari

I disordini monetari e finanziari provocati dalla guerra e aggravati dai trattati di pace condussero col tempo ad un completo collasso dell'economia internazionale.

Al centro di questi problemi finanziari c'erano i debiti che gli alleati avevano tra loro, particolarmente nei confronti degli Stati Uniti, che era di circa 20 Mld di dollari. Fino al 1917 il maggiore finanziatore era stata la Gran Bretagna; ma con l'Ingresso degli Stati Uniti, gli Inglesi furono sostituiti in questo ruolo dagli americani. Con gli Inglesi i prestiti erano stati solo nominali, e che dovevano essere cancellati alla fine della guerra; con i prestiti americani si pensò alla stessa cosa, siccome gli Americani erano entrati tardi in guerra e avevano contribuito in maniera minore sia come uomini sia come materiali e dalla guerra avevano subito danni trascurabili. Ma gli Stati uniti, pur acconsentendo dopo la guerra ad una riduzione degli interessi e ad un allungamento del periodo di rimborso, insistettero sulla restituzione totale del capitale.

Allora si pensò alle riparazioni, nel senso di estinguere il debito con gli Stati Uniti grazie alle riparazioni inflitte alla Germania. Infatti, la Francia e l'Inghilterra pretesero che la Germania pagasse non solo i danni arrecati ai civili, ma anche l'intero costo sopportato dai governi alleati per la prosecuzione della guerra. Alla Germania fu inflitto il costo delle riparazioni pari a circa 33 Mld di dollari, circa il doppio del reddito nazionale annuo tedesco.

Questa era una cifra che i tedeschi non avevano nessuna possibilità di pagare, ma con questa cifra i paesi alleati avrebbero avuto la possibilità di pagare gli Stati Uniti.

Sul finire dell'estate del 22 il valore del marco tedesco cominciò a crollare in maniera disastrosa in conseguenza della forte pressione dei pagamenti in conto riparazioni. Alla fine del '22 la pressione era così forte che la Germania sospese del tutto i pagamenti.

Così nel '23, truppe francesi e belghe occuparono la Ruhr, assunsero il controllo delle miniere di carbone e delle ferrovie e tentarono di obbligare i proprietari e i lavoratori delle miniere a consegnare loro il carbone. I tedeschi risposero con il boicottaggio. Allora il governo stampò quantità enormi di cartamoneta per indennizzare gli operai e i datori di lavoro della Ruhr, causando un inflazione selvaggia.

Infatti il marco tedesco nel 1914 era scambiato a 4,2 contro un dollaro; nel 1918 un dollaro valeva 14 marchi; nel gennaio del '23 un dollaro valeva 18.000 marchi; e nel novembre del '23 un dollaro valeva circa 4.200 Mld di marchi.

Il marco valeva meno della carta su cui era stampato.

A quel punto il governo tedesco decise di ritirare il marco e sostituirlo con un nuovo marco, il Rentermark, che era equivalente ad 1000 miliardi di marchi.

L'Inflazione non si fece sentire solo in Germania ma anche in altre parti dell'Europa orientale.

Nel '23 poi ci fu il piano Dawes che consisteva nella riduzione graduale dei pagamenti annuali, la riorganizzazione della banca tedesca ed un prestito internazionale di 200 mila dollari alla Germania. Questo prestito, raccolto maggiormente negli Stati uniti, permise alla Germania di riprendere il pagamento delle riparazioni e di ritornare al Gold Standard. Poi seguirono investimenti da parte degl'americani in Germania che permisero un accumulo di capitali tali da consentire alla Germania di rimodernarsi.

Comunque questa inflazione comportò un redistribuzione della ricchezza, e da questa furono avvantaggiati maggiormente i debitori, in quanto la somma di danaro da versare è minore rispetto a prima, e quelli che ne furono svantaggiati furono i creditori.

Gran Bretagna

Anche in Gran Bretagna nel dopoguerra i problemi economici assunsero dimensioni inquietanti. Con la guerra la gran Bretagna perse mercati ed investimenti esteri, buona parte della marina mercantile ed altre fonti estere di reddito; inoltre la Gran Bretagna dipendeva come non mai dalle importazioni di prodotti alimentari e materie prime. Per riuscire ad importare questi generi era necessario prima esportare, ma le fabbriche e le miniere inglesi rimanevano inoperose mentre la disoccupazione saliva. Nel 1921 circa un settimo della popolazione inglese era senza lavoro.

I provvedimenti presi dal governo inglese furono inefficaci. L'unica soluzione per la disoccupazione fu il sussidio. Per il resto, la politica economica del governo consistette principalmente in una riduzione all'osso delle spese, il che privò la nazione degli interventi urgentemente necessari di espansione e modernizzazione delle scuole, ospedali, autostrade ed altre opere pubbliche.

Nel 1914 la gran Bretagna aveva abbandonato il Gold Standard, ed considerando la posizione prebellica di Londra, come centro indiscusso dei mercati finanziari mondiali, si decise nel 1925 di ritornare al Gold standard.

Nonostante i problemi britannici, nei tardi anni 20 la maggior parte dell'Europa prosperò. Per 5 anni, dal 1924 al 29, sembrò che si fosse effettivamente tornati alla normalità. Molti paesi, in particolare gli Stati Uniti, la Germania e la Francia, attraversarono un periodo di prosperità. Tuttavia questa prosperità dipendeva dal continuo afflusso di fondi dall'america alla Germania.

- La grande depressione (1929-33)

A differenza dell'Europa, gli Stati Uniti uscirono dalla guerra più forti di quanto ne erano entrati. Infatti, essi erano passati da paese debitore netto a paese creditore netto, e avevano strappato ai produttori europei nuovi mercati sia in patria che all'estero e godevano di una bilancia commerciale estremamente positiva.

Comunque nell'immediato dopoguerra l'attività economica statunitense ebbe un forte incremento, grazie anche alla forte domanda proveniente dall'Europa, per diminuire tra il 20 e il 21, in quanto le potenze Europee aveva colmato la maggior parte dei guasti economici e quindi le domande avevano avuto un forte calo, per poi riprendersi tra il 22 e il 29.

Nell'estate del 1928 le banche e gli investitori americani cominciarono a limitare gli acquisti di titoli tedeschi e di altri paesi per investire i propri fondi sul mercato azionario di New York, che di conseguenza iniziò una spettacolare ascesa. In questo periodo numerosi individui con redditi modesti furono tentati dall'acquisto di titoli a credito. Verso la fine dell'estate del 29, l'Europa stava già avvertendo la tensione provocata dalla cessazione degli investimenti americani all'estero, e persino l'economia americana aveva smesso dicrescere.

Il 24 ottobre del 29 -il giovedì nero- un'ondata di vendite per panico nel mercato azionario fece crollare i prezzi dei titoli; una seconda ondata di vendite si ebbe il 29 ottobre, il martedì nero.

Le banche richiesero il pagamento dei prestiti effettuati, obbligando altri investitori a gettare le proprie azioni sul mercato a qualsiasi prezzo. Gli americani che avevano investito in Europa bloccarono ogni ulteriore investimento e vendettero quanto possedevano per riportare in patria i capitali. I prezzi delle merci continuavano a scendere notevolmente.

Il crollo del mercato azionario non fu la causa della depressione, ma fu un chiaro segnale che la depressione era in atto. Mentre l'insufficiente domanda interna veniva compensata dalle domande dall'estero, nel 29 anche queste ultime calarono. Infatti, l'Europa, oltre a non pagare i debiti che aveva con gli Stati uniti, ridusse anche le importazioni. Le conseguenze più disastrose le ebbe l'agricoltura Statunitense, in quanto l'agricoltura europea aveva superato i livelli raggiunti nell'anteguerra, e quindi le domande erano diminuite e gli agricoltori si vedevano costretti a diminuire enormemente i prezzi.

Ma poiché gli Stati Uniti erano il centro del sistema economico mondiale, la crisi coinvolse subito anche gli altri paesi. Gli Stati uniti prestavano alle nazioni europee i capitali eccedenti, ma il ritiro di questi capitali fece diffondere la depressione in tutta l'Europa: le nazioni che ne risentirono di più furono la Germania e l'Austria.

La sovrapproduzione fece sentire i suoi peggiori effetti sull'agricoltura: infatti, gli agricoltori americani furono rovinati dal precipitare dei prezzi, e a uguale rovina furono esposti i paesi che basavano la propria economia sull'esportazione di derrate derivanti dall'agricoltura e dall'allevamento.

In fatti la causa della depressione furono proprie le merci invendute, che causarono una riduzione della produzione e il fallimento d'industrie e banche. Il fatto che gli Stati Uniti ritirarono i propri capitali dall'Europa, portò alla Germania il fatto di non poter più pagare le riparazioni. Allora il presidente Hoveer, riconosciuto l'interdipendenza tra debiti di guerra e riparazioni, decise di rinviare i pagamenti di un anno, ma ciò non contribuì alla diminuzione del panico.

Così i paesi Europei abbandonarono il Gold Standard, che comportò dei cambi fluttuanti delle monete, nel senso che i cambi non sono fissi, in quanto prima il cambio era stabilito in rapporto alla convertibilità in oro, mentre ora la moneta vale in base alle esportazioni di un paese: se un paese esporta molto la moneta sale di valore.

Questo comportò ovviamente delle difficoltà per il commercio internazionale, il quale cadde drasticamente tra il 29 e il 32.

Nel giugno del 33 fu indetta una conferenza monetaria mondiale del 33, per stipulare degli accordi fra le varie nazioni, in modo che si ripristinasse il gold standard, fossero ridotte le tariffe e i contingenti sulle importazioni e mettere in atto altre forme di cooperazione internazionale. Ma a questa conferenza, Roosevelt, neo presidente americano, rilascio una dichiarazione secondo la quale la prima responsabilità del governo americano era di portare il paese alla prosperità e che egli non avrebbe potuto sottoscrivere degli accordi internazionali che potessero interferire con questo compito. Quindi la cooperazione internazionale fallì.

Cause della depressione

La crisi di borsa non sarebbe stata così grave se non ci fosse stata questa depressione che è seguita a questa crisi. Nella crisi di borsa vengono coinvolti coloro i quali hanno speculato in borsa, e coloro i quali hanno speculato in borsa erano moltissimi in America, ma certamente avevano speculato con i propri risparmi, tutta al più hanno perduto una parte di questi risparmi, quindi avendo un reddito non hanno avuto un danno tanto grave. Il fatto è più grave per i fondi pensione, le banche che hanno investito in borsa, quindi la banca che fallisce colpisce tutti coloro i quali erano depositanti verso la banca, però comunque sarebbe stato un evento limitato. Il fatto è che accanto alla crisi di borsa già prima di questa crisi, era cominciata una certa stanchezza nella produzione, il che significa che si stava verificando quello che altre volte si era verificato nel passato, cioè fasi ascendenti e discendenti dell'economia, e cioè che la produzione sopravanza la domanda, l'offerta sopravanza la domanda, quindi si comincia a verificare una certa crisi di sovrapproduzione; accanto a questa ci si mise la crisi borsistica, che in america colpì moltissima gente, in quanto la struttura bancaria americana era tale che si prestavano soldi a chiunque volesse investire in borsa, con possibilità di investire pur senza avere le disponibilità necessarie, perché il guadagno realizzato in poco tempo consentiva di rimborsare il debito e di guadagnarci qualcosa. Le due cose si congiungono e la crisi diventa grave: la produzione è eccessiva, le merci rimangono invendute, i licenziamenti sono numerosissimi. Sulle cause di questa depressione non tutti sono perfettamente d'accordo, per la semplice ragione che non c'è una sola causa ma un insieme di circostanze che poi creano la miscela esplosiva che porta ad una depressione di lunga durata. Allora si danno diverse spiegazioni:

qualcuno enumera le cause monetarie, cioè la moneta era insufficiente, cioè rispetto a quella che era crescita economica del paese la quantità di moneta in circolazione non era sufficiente; d'altra parte gli Stati uniti avevano conservato la convertibilità del dollaro, e questo imponeva che la quantità di dollari messa in circolazione doveva essere commisurato alle riserve, visto che gli Stati Uniti si impegnavano se non verso i propri cittadini verso le altre banche centrali, verso cioè tutti quei paese che avevano i dollari a cambiarli a loro richiesta in oro.

Altra causa può essere stata anche una delle cause reali perché i consumi non riescono a stare dietro a quella che è l'offerta, e la diminuzione delle spese da parte dello stato, che nei primi momenti della crisi pensò bene di ridurre le spese per non creare inflazione e per difendere i risparmiatori e per non dover ricorrere ad ulteriori emissioni cartacee che non era possibile fare;

Ci sono altre cause come la precedente depressione agricola, perché si disse che negli anni che precedettero la grande depressione la produzione era aumentata principalmente nel settore industriale, e nel settore agricolo dopo la prima guerra mondiale vi fu un periodo di bassi prezzi, e quindi bassi prezzi indussero a dover limitare la produzione;

instabili mercati materie prime e prodotti agricoli, per questa circostanza che i prezzi delle materie prime dei prodotti agricoli erano abbastanza bassi nel periodo che seguì la prima guerra mondiale.

Ma comunque le cause sono più di una ed è una crisi di sovrapproduzione.

La depressione è molto lunga perché gli Stati Uniti hanno un ruolo guida nell'economia mondiale. Gli Stati uniti poi non hanno la capacità della Gran Bretagna, nel senso che gli Stati Uniti prendono la guida del mondo con la prima guerra mondiale non dimostrano le capacità che l'Inghilterra ha avuto nell'800 di dirigere l'economia mondiale.

Poi in tutto questo periodo comincia a praticarsi una politica protezionistica, conseguenza della stessa depressione, perché nel momento in cui i traffici si riducono, ognuno cerca di proteggere le proprie industrie che sono in crisi con tariffe protezionistiche che fanno diminuire fortemente il commercio internazionale, allora alla crisi di sovrapproduzione si aggiunge il fatto che all'estero non si può vendere perché tutti i paesi si sono chiusi e cercano di evitare le importazione, perché anche gli altri paesi si trovano in una crisi di sovrapproduzione, e quindi il protezionismo aggrava ulteriormente le cose.

Le conseguenze della depressione sono un maggiore intervento dello stato nell'economia; è ovvio che per potersi riprendere lo stato entra nell'economia con diversi provvedimenti.

E si diffondono anche movimenti estremisti, come il movimento nazismo.

- Tentativi di ricostruzione

USA

Negli Stati Uniti c'è il New Deal di Roosevelt, neo presidente americano che sale al potere il 33 proprio quando la crisi è più acuta, tant'è che il giorno dopo prese il provvedimento di chiudere tutte le banche per 8 giorni e nel frattempo verificare quali erano solide e quali ormai erano compromesse, per poi farle riaprire con qualche migliaio di banche in meno. Roosevelt attua una politica di forte intervento dello stato in economia, New Deal (Nuovo corso). Viene creato il NIRA, l'amministrazione per la ricostruzione nazionale. Quindi da un lato si cerca di regolamentare le produzione e da un altro lato si cerca di sostenere la domanda, in quanto c'è una domanda bassa rispetto all'offerta. All'interno della NIRA i rappresentanti delle industrie fissano delle norme di concorrenza leale per settore, come i cartelli tedeschi,e stabiliscono che non si devono ridurre i prezzi facendosi forte concorrenza, stabiliscono la quantità da produrre, i mercati che spettano a ciascuno, questo per frenare la diminuzione dei prezzi e la crisi. Però poi la corte costituzionale americana dichiara la NIRA incostituzionale, in quanto è a danno dei consumatori; però questa dichiarazione di incostituzionalità avviene quando oramai le cose già erano state fatte. Poi il governo dovette fare una politica Antitrust, ossia contraria ad accordi di questa natura. Ma fino alla guerra gli Stati Uniti continuano ad avere qualcosa come 6 ML di disoccupati.

Questo è dal lato dell'offerta, cioè cercando di contenere la produzione.

Una crisi di produzione va combattuta sia dal lato dell'offerta, cercando di contenerla, sia dal lato della domanda, cercando di dare un impulso alla domanda.

Per cercare di sostenere la domanda ci si affidò ai sussidi per la disoccupazione, gli assegni familiari, le pensioni, tutte cose che furono fatte in tutti i paesi, per aumentare la capacità di acquisto. Furono fatti inoltre lavori socialmente utili, solo per tenere occupate le persone, che venivano pagate con i soldi dello stato Stato, quindi lo Stato per sostenere la domanda si indebitò. Quindi fu fatta una politica di inflazione per l'estero, nel senso che nel 34 il dollaro fu svalutato del 40%, perché svalutando il dollaro, e facendo pagare meno le merci americane si pensava di poter incrementare in qualche modo l'esportazione di prodotti americani, in particole di prodotti agricoli. Però accadde anche tutti gli altri paesi svalutarono la propria moneta, e ritornò alla posizione di partenza, e quindi chi la svalutazione la fa per primo ha un vantaggio.

La Germania e l'Italia adottano una politica autarchica, nel senso che cercano di fare in patria tutto ciò che gli occorre.

Comunismo in Russia

Rivoluzione

La Russia con la rivoluzione di ottobre si mette da parte, cioè non entra in questa crisi internazionale perché un economia che, non solo si è chiusa con la rivoluzi0ne di ottobre, ma ha dato vita ad una organizzazione di vita del tutto diversa da quella che c'è nel mondo occidentale, ossia una economia pianificata dove lo stato decide tutto quello che bisogna fare, le terre e le fabbriche sono nelle mani dello stato, e quindi non risente della crisi del mondo occidentale.

Nel marzo del 1917, durante la guerra, c'è l'abdicazione dello zar, causata dalla difficoltà di proseguire la guerra, dalla presenza di movimenti politici di opposizione che diventano particolarmente agguerriti; si crea un governo provvisorio affidato a Kerenskij. Nell'ottobre del 17, con l'assalto al palazzo d'inferno, c'è la conquista del potere da parte dei bolscevichi, guidati da Lenin. La prima cosa che fece Lenin fu quella di ritirare la Russia dalla guerra.

I bolscevichi promisero la fine della guerra senza annessioni e risarcimenti, cioè senza pagare indennità; poi promisero le terre ai contadini e le fabbriche agli operai.

Normalmente si hanno 4 fasi del comunismo.

comunismo di guerra (17-21)

NEP (21-28)

Pianificazione (28)

declino e crollo


Comunismo di guerra (1917-21)

La prima fase è quella del comunismo di guerra, perché si cercano di attuare quelle che erano le promesse dei bolscevichi. E' finita la partecipazione della Russia alla guerra mondiale, però c'è una situazione politico militare che vede una guerra civile in Russia, perché i bolscevichi dopo aver conquistato il potere con la presa del palazzo d'inferno hanno dovuto poi consolidarlo.La guerra civile viene combattuta fino al 1921, fino alla formazione dell'Unione sovietica, dall'armata rossa e dall'armata bianca. I paesi occidentali, quando la grande guerra è terminata aiutano le armate bianche, anche perché Lenin non voleva pagare i debiti dello zar.

Quindi è una fase attuata in un momento particolarmente difficile.

Agricoltura

In agricoltura la prima cosa che si fa è di confiscare le terre allo Stato, alla chiesa e ai grandi proprietari, e queste sono confische senza indennizzo.

La distribuzione delle terre va ai soviet dei contadini, cioè ai consigli dei contadini, una specie di MIR, quindi non viene assegnata la terra ai singoli ma ai soviet, che stabiliva a chi assegnare la terra anno per anno. Quindi i contadini erano scontenti in quanto volevano le proprietà della terra.

Questa porta ad una grossa crisi alimentare, nel senso che c'è una situazione di guerra, c'è questa assegnazione della terra ma non ai contadini ma ai soviet, e si crea una crisi alimentare perché c'è un crollo della produzione industriale (1921: 1/3 del 1913).

Il crollo della produzione industriale comporta che i prodotti industriali non si trovano (macchine agricole, attrezzi agricoli ecc), cioè tutto quello che i contadini potevano acquistare scambiando i loro prodotti agricoli con i prodotti industriali: insomma non c'è come fare scambio tra i prodotti agricoli e i prodotti industriali e quindi cessa lo scambio tra città e campagna.

Quindi le città non sono in grado di pagare, e allora chi aveva qualcosa da dare in cambio, come orecchini e altri oggetti di valore, poteva acquistare ciò che gli serviva.

Così si crearono dei gruppi di persone che andavano nelle campagne a requisire i prodotti.

Quindi i contadini riducono la produzione, producendo soltanto ciò che gli occorre, e ci sono 5 ml di morti per fame.

industria

Si creano dei consigli di fabbrica che dirigono le aziende, ma questi operai non sono in grado di farle funzionare, e si deve arrivare alla nazionalizzazione delle aziende, quindi la fabbrica diviene dello stato e non più degli operai.

Ma causa della guerra civile c'è un crollo della produzione dovuto alla mancanza di materie prime, alla mancanza di mezzi di trasporto e per la manodopera indisciplinata.

Siccome c'è una guerra civile le miniere una volta stanno in mano ai bianchi e una volta in mano ai rossi, e così i se i bianchi hanno le fabbriche e i rossi hanno le materie prime, i bianchi non sanno cosa fare delle fabbriche e i rossi non sanno fare delle materie prime, e così c'e un crollo della produzione.

NEP (1921-25)

Di fronte a questa situazione, cioè l'agricoltura e l'industrie non vanno bene, si arriva nel 21 alla NEP. Quindi furono introdotte nell'economia alcuni elementi del mercato: quindi riportare nell'economia un minimo di proprietà privata dei mezzi di produzione, quindi sia della terra che delle fabbriche, per poter far riprendere la produzione. Quindi bisognava dare almeno in parte la terra direttamente ai contadini, e almeno in parte le fabbriche in mano di proprietari privati che li facciano funzionare.

Quindi si ritorna a parziale libertà economica per poter attuare un passaggio graduale al socialismo.

- Agricoltura

In agricoltura invece di mettere le requisizioni, cioè dare una parte del raccolto allo stato, dovevano pagare un imposta, e così potevano mettere sul mercato le eccedenze, nel senso che tutto ciò che riuscivano a produrre in più lo potevano vendere liberare liberamente sul mercato e questi avrebbe consentito un guadagno. Però si comincia a dire che sarebbe meglio che i contadini si aggregassero creando delle cooperative.

Industria

Si privatizzano le piccole aziende (< 20 operai), mentre le grandi aziende rimangono nelle ,mani dello stato; così come nelle mani dello stato rimangono i controlli dei trasporti, del commercio estero e delle banche.

- Pianificazione (28-41)

Così la produzione agricola ed industriale si riprese. Lenin morì e al suo posto andò al potere Stalin, e si arriva alla pianificazione.

Dal punto di vista politico vi fu un forte contrasto tra Trockij e Stalin, in quanto il primo era per una rivoluzione mondiale, nel senso che bisognava esportare la rivoluzione in tutti i paesi del mondo, mentre Stalin era per il socialismo in un solo paese, solo in Russia. Tra queste ideologie prevalse Stalin, e quindi l'URSS si chiude al resto del mondo per provvedere all'industrializzazione a tappe forzate in Russia. Quindi furono varati i piani quinquennali, cioè ogni 5 anni viene fatto un piano con la realizzazione degli obbiettivi fissati per ogni piano.

Agricoltura

In agricoltura si arriva alla collettivizzazione, cioè le terre dopo essere passate nelle mani dei contadini passarono nelle mani dello stato; ovviamente i contadini si oppongono e c'è una forte repressione, e così l'agricoltura è asservita allo sviluppo industriale, nel senso che i contadini si devono accontentare di poco perché le risorse del paese indirizzate allo sviluppo industriale, cioè in cambio di un prodotto agricolo devono dare molti prodotti agricoli in cambio di pochi industriali, cioè o prezzi dei prodotti agricoli devono essere bassi per soddisfare le esigenze in particolare degli operai.

Industria

Con i piani si decise di aumentare la produzione, ma specialmente delle industrie pesanti ( beni capitali che servono per produrre altri beni), quindi nella costruzione di fabbriche, ferrovie, armi, quindi non di beni di consumo.

La produzione industriale tra il 26 e il 40 aumenta di 8,5 volte, quindi riescono ad avere grossi risultati a costo di grossi sacrifici, cioè un tenore di vita tenuto basso; l'Urss supera l'Inghilterra, la Francia e la Germania in termini di produzione totale, ma se si va a considerare pro capite, le condizioni di vita dei russi erano disastrose, semplicemente perché è un grande paese che ha grandi risorse.

Ma nonostante quest'industrializzazione l'Urss è ancora un paese agricolo e il costo dell'industrializzazione finisce principalmente sui contadini e sui consumatori, i quali non possono avere beni di consumo perché non se ne producono in quantità necessaria.

Seconda guerra mondiale

Nel 1939 ci fu una guerra, che questa volta fu realmente mondiale, nel senso che vengono ad essere interessati un po' tutti i paesi; Nella prima guerra mondiale alcuni paesi si erano tenuti fuori, nella seconda guerra mondiale, tranne qualche caso come la Spagna, tutti furono coinvolti in questa guerra.

La seconda guerra mondiale quindi si può considerare totale, totale nel senso che l'economie dei paesi sono sottoposte ad un controllo completo.

La prima guerra mondiale fu una guerra di posizione, cioè i 4 anni sono stati passati maggiormente nelle trincee a combattersi con combattimenti corpo a corpo molto feroci, ma si tratto di niente in confronto alla seconda guerra mondiale, quando cioè i combattimenti sia per terra che per aria, con un uso massiccio dell'aviazione, e sia per mare. Per la grande mobilità degli eserciti, non c'è paese d'Europa che non sia stato ancora toccato direttamente dalla guerra, quindi le distruzioni questa volta sono molto più consistenti di quelle che si sono avute nella prima guerra mondiale, quando la guerra aveva interessato soltanto quelle zone in cui si era combattuto.

Però le distruzioni a conti fatti furono inferiori a quello che si era pensato in un primo momento. Furono colpite maggiormente le reti ferroviarie, e le abitazioni.

Se si prende la Germania, dove si sono viste immagini di una città distrutta e di miseria incredibile, ci si accorge sono state distrutte il 10% degli impianti industriali e il 40% delle abitazioni. La Germania è stato il paese su cui è stato lanciato il maggior numero di bombe durante la seconda guerra mondiale. Gli impianti industriali tedeschi hanno visto una limitata distruzione perché molto spesso erano stati spostati gli impianti in zone meno popolate, molte volte erano state interrate.

Quindi c'è una situazione di partenza difficile ma non disperata.


CAP XV: LA RICOSTRUZIONE DELL'ECONOMIA MONDIALE

Secondo dopoguerra

Miseria in Europa

Nel dopoguerra l'Europa è colpita da un periodo di miseria; gli anni più difficili non sono stati quelli di guerra ma sono statti quelli dell'immediato dopoguerra quando c'è stata la miseria in Europa.

I raccolti durante la guerra sono andati perduti e quindi c'è la necessita che questi paesi vengano aiutati. L'Europa non riesce ad importare quello di cui ha bisogno, principalmente derrate alimentari, perché non può pagare, perché non ha niente da poter esportare, in quanto pur se ci sono le industrie, adesso bisogna riorganizzarle e metterle a posto e poi poter cominciare la produzione, e questo può richiedere molto tempo.

Quindi è necessario far arrivare derrate alimentari ai paesi maggiormente colpiti dalla guerra. Gli scambi erano impossibili in quanto oro non c'è ne era, e non ci sono merci da dare in cambio a quello che si vuole.

E così arrivano gli aiuti americani (1944-47); per la prima volta nella storia si assiste al fatto che chi vince la guerra non chiede pagamenti ed indennità, ma aiuta i paesi sconfitti. Gli alleati presero una decisione molto dura durante i combattimenti, cioè pretesero la resa senza condizioni da parte degli avversari, questo significa che si dovevano arrendere e cedere il controllo del territorio alle truppe che occupavano quel territorio. Dal punto di vista della conduzione dell'attività economica significava che tutto passava tra le mani degli occupanti, e non c'era più un legittimo governo all'interno del paese.

Gli aiuti offerti dagli Stati Uniti si possono dividere in aiuti diretti, cioè le amministrazioni militari fanno arrivare delle razioni che distribuiscono alla popolazione, e poi mediante l'UNRRA, un organizzazione delle nazioni unite che si occupò di fare arrivare generi di prima necessità alle popolazioni europee colpite dalla guerra e alle popolazioni giapponesi, sotto il controllo dell'ONU, che intanto era sorto, ma con u na grossa presenza degli Stati Uniti.

Inflazione

Con la fine della guerra si assiste ad una inflazione perché alcuni paesi(USA, Canada, Am. Latina) che escono dalla guerra particolarmente rafforzati, e sono paesi che non sono stati teatro di guerra. E allora questi paesi che hanno potuto portare avanti la propria attività produttiva senza nessuna difficoltà, hanno potuto uscire dalla guerra con un economia rafforzata, con una produzione arrivata alle stelle, sia per quanto riguarda la produzione bellica, sia la produzione di pace. E quando finisce la guerra c'è ovviamente il timore di una crisi di sovrapproduzione, nel senso che quest'economie che hanno messo su una forte produzione agricola, e si ricomincia ad esportare, e c'è appunto il timore che accada ciò che è accaduto nel 29.

Però questo timore non risulta molto fondato perché c'è l'aumento della domanda repressa che si verifica dopo la guerra (aumento domanda repressa = durante gli ani di guerra i consumi si riducono, e si riducono perché non solo non si trovano certi beni, ma anche perché non c'è voglia di spendere, non c'è stimolo a spendere, e si rimandano le spese a dopo la guerra, repressa dalla mancanza di beni e volontà).

Però questo aumento della domanda, che fa superare la crisi della sovrapproduzione, comporta un inflazione, un inflazione sia perché aumenta la domanda di beni, sia per l'eccessiva emissione di cartamoneta durante la guerra per finanziarla.

Riforme

Nel dopo guerra c'è un insieme di riforme che vengono prese, e si giunge alla nazionalizzazione di alcuni settori chiave in paesi che era impensabile che ciò potesse accadere: infatti l'Inghilterra, che era sempre stato favorevole al liberismo, procede alla nazionalizzazione delle miniere di carbone, delle linee aeree, la banca d'Inghilterra, e la stessa cosa si fa in Francia e negli altri paesi. Quindi c'è un intervento notevole dello stato in economia.

I partiti di sinistra durante la guerra, sia in Francia che in Itali a e in altri paesi, avevano combattuto fra le file dei partigiani e quindi dopo la guerra riescono ad avere un certo peso nella vita politica delle varie nazioni.

Con importanti riforme si comincia a metter su il Welfare State, cioè lo stato sociale, a partire dall'Inghilterra; questo consisteva nel fatto che lo stato si faccia carico dello stato a fianco ai cittadini, quindi non più la massima libertà nel cavarsela da soli.

Quindi si mettono su dei sistemi previdenziali che aiutato le popolazioni e si porta avanti una lotta alla disoccupazione.



Commercio internazionale

All'inizio dell'800 si è partiti da una situazione di protezionismo, poi con le scelte libero scambiste dell'Inghilterra, si ha un periodo di libero scambio fra gli anni 50 e 60. Poi per l'arrivo dei grani americani e russi c'è un ritorno al protezionismo; però a fine secolo, con la belle epoque, si realizza una sorta di economia mondiale, con grandi libertà di scambi e grande incremento del commercio internazionale. Poi viene la prima guerra mondiale e dopo la guerra si cerca di riprendere gli scambi, ma poi viene una crisi di sovrapproduzione e si ha un sistema di scambi bilaterali che caratterizzano tutti gli anni 30, cioè due paesi si mettono d'accordo su scambiarsi reciprocamente le merci di cui si ha bisogno, quindi ogni paese cerca di stipulare con un altro paese un accordo particolare per regolare lo scambio fra questi due paesi.

- carta atlantica (1941)

Nel 41 fu approvata una carta atlantica, in particolare tra Stati Uniti ed Inghilterra; le basi delle ricostruzione postbellica vengono prese già durante la guerra, in quanto gli alleati sono convinti della vittoria finale, perché confrontando le capacità industriale dei paesi dell'asse con i paesi alleati, la potenza industriale dei paesi alleati doveva necessariamente portare alla vittoria. La carta atlantica ha lo scopo di ritornare al libero scambio a guerra finita.

- accordi di Bettonwoods (1944)

Nel 44, quando ancora la guerra non è finita, si prendono degli accordi che faciliteranno gli scambi internazionali. Per facilitare gli scambi internazionali, e quindi non più gli scambi bilaterali, c'è bisogno di creare un sistema monetario internazionale, cioè un sistema monetario che veda le moneta non più in oro (solo gli americano conservano il dollaro che si può cambiare in oro a 34 dollari l'oncia). Ma comunque tutti gli altri paesi devono comunque avere delle riserve per assicurare un valore alla propria;le riserve possono essere sia in oro che in dollari, visto che si possono cambiare oro e quindi è come avere oro, e soltanto le banche centrali degli altri paesi possono richiedere che i dollari vengano convertiti in oro, ma si possono avere anche altre valute che sono comunque spendibili, e allora bisogna rendere le altre valute tutte spendibili (rendere spendibili significa che le banche centrali di quei paesi riconoscono il valore di questa moneta da qualunque parte essa provenga). Per poter agevolare il commercio internazionale bisogna arrivare ad un sistema di cambi fissi, in quanto i cambi non possono salire e scendere ogni giorno perché questo crea problemi al commercio internazionale in quanto non si possono fare calcoli di chi deve esportare da qui a due mesi di quanto guadagnerà. A questo punto nel 1944 a Brettonwood, un villaggio in america, si riuniscono i rappresentanti di 44 paesi e stipulano questi accordi:

il primo accordo riguarda un sistema di cambi fissi, ed un nuovo sistema monetario internazionale, che vede come istituzione centrale il fondo monetario internazionale, quindi si stabilisce quella che deve essere il rapporto di cambio fra tutte le monete; ma per avere questo si è dovuto aspettare alcuni anni dopo la guerra perchè le monete, che subiscono forti inflazioni, si stabilizzino, e poi quando saranno stabilizzate alla fine degli anni 40, si vivrà di tutti questi accordi fino al 71, quindi dalla fine degli anni 40 fino agli anni 70, quindi per oltre 20 anni i cambi sono stati stabiliti dai governi, e sono rispettati: Il dollaro era 625 lire, e dal 49 al 71 è rimasto 625 lire. Comunque era prevista una banda di oscillazione dell'1%. Il fondo monetario internazionale era incaricato a far rispettare questi accordi. Il valore del dollaro (o di una qualsiasi moneta) è dato dal fatto che la mattina dei cambi c'è gente che vuole vendere dollari e c'è gente che vuole acquistare dollari; quelli vogliono vendere dollari sono persone che hanno venduto qualcosa che è stata pagata in dollari. Ad acquistare dollari erano coloro i quali dovevano fare pagamenti in dollari. Il prezzo del dollaro è fissato a 625 lire; ma se c'è molta gente che vende dollari, per la legge della domanda e dell'offerta, il valore del dollaro comincia a scendere. Se viceversa una mattina c'è molta gente che ha bisogno di dollari, perché deve fare i pagamenti in dollari, e l'offerta è scarsa, non ci sono grossi venditori, il valore del dollaro sale. Però la banca d'Italia si è impegnata a non far salire i valore del dollaro al di sopra di 631 lire e di non far scendere il valore del dollaro al di sotto di 618, e per non far variare il prezzo del dollaro oltre questo margine la banca d'Italia deve intervenire sul mercato, cioè se un mattina c'è molta che vuole vendere dollari e pochi che li vogliono acquistare, i dollari in eccedenza li acquista la banca d'Italia. Però nel caso in cui c'è molta gente che vuole dollari e quindi il cambio sta salendo e va al di la di 631, e quindi deve intervenire la banca d'Italia per vendere i dollari , se c'è li ha, ma se non li dovesse avere, la banca d'italia prende i dollari dal fondo monetario internazionale, perché nel fondo monetario tutti i paesi hanno versato una loro quota, quindi sono stati versati nel fondo monetario dollari, Sterline, franche, lire, e allora a chi servono dollari si prestano dollari, a chi servono lire si prestano lire, a chi servono franchi si prestano franchi, quindi il fondo monetario è deputato ad intervenire per anticipare ai paesi membri la valuta di cui hanno bisogno per consentire di mantenere i cambi fissi.

Poi si crea la BIRS ( banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo), che si affianca al fondo monetario internazionale, e che doveva occuparsi di fare prestiti ai paesi da ricostruire, cioè i paesi colpiti dalla guerra, ma poi finirà negli anni successivi a fare prestiti soltanto ai paesi del terzo mondo, perché i paesi Europei hanno avuto una ricostruzione abbastanza rapida con gli aiuti americani.

- GATT (1947)

Nel 1947, subito dopo la guerra, si voleva creare un organismo per il commercio mondiale, ma non vi si riesce e vi si crea il GATT (accorsi generali sulle leggi del commercio) che non fu proprio un istituzione ma fu caratterizzata dalla riduzione dei dazi con accordi fra i vari paesi, cioè dal 47 si cominciò a trattare tra i vari paesi che portò ad un abbattimento dei dazi doganali. Questi trattati prevedevano la clausola della nazione più favorita.

Quindi si va verso la liberalizzazione completa degli scambi che è andato avanti fino ad oggi.

Piano Marshall (1948-52)

Il piano Marshall è un programma di aiuti da parte degli Stati Uniti D'America ai paesi europei, sia i paesi alleati che quelli sconfitti.

Allora c' era il timore di una crisi di sovrapproduzione, il che viene superato dall'aumento di quella domanda repressa; ma a lungo andare gli Americani non saprebbero stati in grado di vendere le merci all'Europa se l'Europa non si fosse ristabilita, e quindi si prende chiara coscienza del fatto che bisogna favorire la ripresa economica dell'Europa, che è un grande mercato, e cercare in tutti i modi di aiutare gli europei anche a cooperare tra di loro, visto due guerre mondiali si erano avuta per colpa degli europei.

Il problema è che gli Europei non hanno come acquistare merci negli Stati Uniti d'America, c'è cioè una penuria di dollari in Europa, i quanto gli Europei, visto che stanno procedendo alla ricostruzione della loro economia, non sono in grado esportare e quindi non si possono procurare i dollari, almeno che non glieli dà gli Stati Uniti d'America. Allora ecco un piano di aiuti perché se mancano i dollari gli Americani non possono vendere, e inutile che gli Stati uniti si prenda delle monete europee perché non hanno nulla da acquistare in Europa, in quanto l'Europa non ha nulla da vendere. E allora gli Americani, non potendo vendere perché c'è penuria di dollari, donano e prestano dollari all'Europa (vendono a credito).

Il piano Marshall, un piano di aiuti che previde in qualche modo regali e prestiti da parte degli america. Fare prestiti in dollari agli europei, in modo tale che gli Europei potessero usare questi dollari per poter acquistare merci americane, significava dare sia le merci che i soldi per pagarle, e siccome i soldi sono stati prestati poi bisognava restituirli; cioè le nazioni europee hanno avuto merci che hanno dovuto pagare immediatamente in dollari, perché a vendere non è il governo degli Stati Uniti ma le imprese americane che esportano prodotti agricoli e macchinari in Europa, e sostanzialmente queste merci venivano pagate dal Governo degli Stati Uniti che ha prestato dollari agli Europei, aspettando che questi venissero rimborsati come avvenì , e in qualche misura ha regalato dollari a carico del contribuente americano, per aiutare l'Europa a risollevarsi.

Quindi per poter risolvere questo problema si arriva la piano Marshall, che viene approvato nel 48, e funziona in questo modo:

esiste negli Stati uniti un ente chiamato ECA ( economic cooperation administration) ed esiste in Europa un organismo chiamato OECE (organizzazione europea per la cooperazione economica), cioè si disse che i paesi europei facciano le loro richieste di finanziamenti che servono per le ricostruzioni e la ripresa dell'attività produttiva, cioè bisognava presentare un programma, il programma viene esaminato dall'OECE, dove vi sono i rappresentanti di tutti i paesi che nefando parte, che sono sostanzialmente tutti i paesi europei, l'OECE presenta il programma all'ECA e questa decide chi finanziare e come finanziare,è un sistema con cui si finanziano tutti i paesi europei per raggiungere l'obbiettivo di dare dollari agli europei acquistando merci europee, i quali poi con i dollari acquistano merci americane, cioè lo scopo di aiutare a l'economia europea a riprendersi e convincere gli europei a cooperare. Quindi lo scopo è aiutare gli europei riprendersi e nello stesso tempo favorire l'economia Americana, che una volta che gli europei si saranno ripresi acquisteranno dagli americani con le loro merci, mentre prima hanno avuto la possibilità di acquistare a credito,e a mano a mano che l'economia europea si riprende a produrre si ricomincia ad esportare negli Stati Uniti,e a mano a mano che le monete europee diventano convertibili si istaura un meccanismo di scambi multilaterali per cui si cominciano ad esportare tutti i prodotti.

Grazie a questo piano Marshall l'economia mondiale poté andare avanti, e questo piano coinvolse tutti i paesi europei tranne quelli dell'Europa orientale che erano del satelliti dell'unione sovietica, perché l'Unione sovietica non entro in questo piano ed impose a tutti i paesi che erano caduti sotto il suo controllo, i paesi dell'Europa orientale, di non far parte del piano marshall; quindi il piano Marshall riguardò tutti i paesi dell'Europa occidentale e il Giappone.

Germania

La Germania ha una serie di vicissitudini; essa viene occupata dagli eserciti alleati, viene divisa in più zone sotto il controllo di stati uniti, Inghilterra e Francia, nella parte occidentale, e sotto il controllo dell'URSS nella parte orientale.

Le forze di occupazione appena arrivano hanno dei sistemi punitivi nei confronti della Germania; vogliono smantellare le industrie, chiedere le riparazioni, e processare i capi nazisti ritenendoli responsabili di grosse atrocità durante la guerra. L'unica cosa che riescono a fare fu quella di processare i capi nazisti: infatti le industrie non vengono smantellate ma da una grande industria si dividono in più industrie in modo tale che non ci sia una concentrazione forte di potere nelle mani di alcuni grandi industriali; la grande banca tedesca viene divisa in tante piccole banche per evitare una forte concentrazione di potere finanziario nelle mani di poche grandi banche, perché si disse che la responsabilità della guerra è dovuta al fatto che i tedeschi si sono sentiti forti. Però dopo qualche anno si ritorno di nuovo al riaccorpamento di queste industrie, e si capì che si fossero smantellate le industrie si sarebbe di nuovo commesso l'errore fatto in occasione della prima guerra mondiale di sottoporre il paese vinto a sacrifici enormi. Infatti nel 48 gli stati uniti aiutarono la Germania nella loro ricostruzione con il piano Marshall.

In Germania poi fu fatta una riforma monetaria che porta alla creazione DuchtMark e della BundesBank, cioè una moneta stabile e una banca centrale. Quindi con questi aiuti americani, con la riforma americana, si verifica quello che è passato alla storia come il "miracolo economico tedesco", nel senso che la Germania in poco tempo aveva ricostruito la propria economia e diventato una grossa potenza, non militare.

Però c'è una rottura degli alleati con l'unione sovietica e quindi si creano 2 Germanie, il cui simbolo principale è stato il muro di Berlino.

La Germania ricostruita e con un proprio governo, entra anche nel piano Marshall (RFT).

Nuove istituzioni

Altra cosa che si fa in Europa nel dopoguerra è la creazione di nuove istituzioni.

Una delle istituzioni più importanti è l'unione europea dei pagamenti (UEP). Nell'ante guerra vigeva il sistema degli accordi bilaterali. Con la UEP, che è una fase transitoria prima di arrivare alla convertibilità delle monete e quindi al sistema degli scambi multilaterali, si prevede le compensazioni mensili dei pagamenti fra i paesi dell'OECE, e quindi fra i vari paesi mensilmente si fanno le compensazioni,cioè pagare mensilmente il proprio debito, ma se questo debito diventava grande doveva essere pagato subito, con diverse valute. Con questo sistema aumentano le esportazioni, ed infatti per 20 anni le esportazioni sono aumentate dell'8% all'anno.

Nel 1958 c'è un ritorno ad una convertibilità monetaria di tutte le monete ed ad un commercio multilaterale.

L'OCSE (organizzazione della cooperazione per lo sviluppo economico) che si crea nel 61, che nasce dalla trasformazione dell'OECE, nella quale entrano anche gli Stati uniti e Canada, e poi Giappone ed Austria; questo organismo internazionale si crea con lo scopo della cooperazione economica dei paesi che ne fanno parte e con lo scopo di avviare un programma di aiuti ai paesi del terzo mondo, in quanto ci si rende conto che c'è una parte del mondo che è rimasta indietro e che quindi necessita di un aiuto.

Crescita spettacolare

Dopo tutti questi provvedimenti il mondo occidentale conosce, a partire dalla fine degli anni 40, un periodo di crescita spettacolare, la quale va avanti fino agli inizi degli anni 70.

Si assiste ai miracoli economici da parte di italia, Germania e giappone, tre paesi che sono usciti sconfitti dalla guerra, accanto a tutti gli altri paesi.

Le cause di questa crescita spettacolare vanno ricercate negli aiuti degli Stati Uniti, che hanno dato la spinta alla crescita di questi paesi, al progresso tecnologico, che diventa importantissimo ed ha fatto passi da gigante fra depressione e guerra, cioè il progresso tecnologico si è andato accumulando fra gli anni della depressione e guerra, e quando la guerra finisce si scoprirono che c'erano certi avanzamenti tecnologici che ormai posson0 essere utilizzati, perché durante la depressione vi era la necessita di abbattere i prezzi di produzione e quindi si cominciano a studiare nuove tecnologie; durante la guerra si fanno ulteriori passi avanti, come la bomba atomica. Quindi la tecnologia negli anni della depressione, per cercare di abbattere i costi, e negli anni di guerra, per cercare di vincere la guerra, ha fatto grossi passi avanti.

C'è poi un maggior ruolo dello stato, le nazionalizzazioni e in alcuni paese come la Francia si parla anche di pianificazione, non di tipo sovietico, ma pianificazioni orientative per cui lo stato cercava di finanziare e di sostenere determinate imprese che realizzassero determinati obbiettivi per la collettività.

Tra le cause inoltre c'è la collaborazione internazionale, come il Marshall, l'ECA.

Poi c'è anche il capitale umano, nel senso che l'istruzione diventa un impegno prioritario di tutti i governi perché in un economia così complessa che fa così uso delle tecnologie, c'è bisogno di istruzione.

Unione Sovietica

Dopo la guerra l'URSS proseguì per la sua strada. Questa guerra in unione sovietica ha fatto danni enormi,e si va avanti sulla pianificazione, la quale punto su industrie pesanti e sugli armamenti, in quanto c'è ancora il timore che ci potesse essere uno scontro armato fra gli alleati occidentali e l'Unione sovietica.

Poi nel 56 ci fu il discorso di Kruslev al XX congresso del partito comunista dell'URSS, che disse tutto il male possibile di Stalin, che era morto qualche anno prima. Egli disse che la politica fatta dall'Unione sovietica fosse una politica giusta, quella dell'economia pianificata, ma che fosse stata mal attuata da Stalin, il quale aveva istaurato il culto della personalità, cioè questo potere indiscusso su tutta l'unione sovietica.

- industria

Per quanto riguarda l'industria in questo periodo si continua con la pianificazione sempre per beni strumentali. I beni di consumo sono scarsi e di cattiva qualità.

agricoltura

Per quanto riguarda l'agricoltura si diffondono sempre di più le fattorie collettive, ma sono mal coltivate; il contrario invece vale per le proprietà private (3%) che sono ben coltivate.

Per questo motivo l'URSS negli anni 60 è costretta ad importare grano, il quale viene pagato in oro, in quanto i rubli servono per comprare la scadente merce sovietica e quindi nessuno li vuole.

Però in unione sovietica c'è la piena occupazione, cioè disoccupati in questo paese non ce ne sono, perchè la produttività non è un elemento di cui si tiene tanto conto, per cui in una fabbrica dove bastava 20 operai ce ne sono 50, e quindi tutti hanno il posto di lavoro garantito e questo significa che le fabbriche dovendo pagare più operai, devono aumentare anche i prezzi dei prodotti, e quindi significa che il tenore di vita è più basso, quindi l'operaio che comunque ha il posto di lavoro deve acquistare ciò che gli serve ad un prezzo elevato e di bassa qualità.

Europa Orientale

Anche l'Europa orientale finisce sotto l'orbita sovietica, e quindi si creano regimi comunisti ad economia pianificata, come la Cecoslovacchia, la Polonia, la Romania, la Bulgaria, l'Ungheria e la Jugoslavia, dove però si riesce ad avere più autonomia. Dal punto di vista economico questi paesi satelliti fanno le stesse cose dell'URSS: economia pianifica, controllo da parte dello Stato della produzione, piena occupazione, prodotti di pessima qualità e chiusura con il mondo occidentale, nel senso che o si procura la valuta del mondo occidentale oppure non possono acquistare niente. La Jugoslavia invece era più autonoma perché, mentre le altre nazioni furono liberate dai sovietici, la Jugoslavia si liberò da solo. Però anche attua una politica pianificata, ma meno rigida e meno controllata.

Creano ad est sotto la guida dell'unione sovietica il COMECON ( Consiglio di aiuti economici reciproco) che deve occuparsi di un certo coordinamento economico fra l'economia dell'unione sovietica e tutti questi paesi, e lo scopo era di arrivare ad una certa divisione del lavoro, nel senso di attribuire da parte dell'unione sovietica ad ogni paese la produzione di certi beni in cui questi risultavano più capaci, e scambiare questi beni con l'Unione sovietica oppure tra di loro; ma poi fini con il fatto che l'unione sovietica attribuì la produzione di merci che servivano all'unione e questi paesi dovevano accontentarsi dei cattivi prodotti sovietici.

Così vi fu un malcontento generale e delle rivolte come quella in Ungheria (1956) e quella in Cecoslovacchia (1968).

Cina

La Cina in questa parte del secolo ha realizzato una sorta di miracolo economico perché la Cina durante gli anni 20-30 era stata afflitta da una guerra civile. La guerra civile poi fu sospesa per la guerra mondiale, e alla fine di questa, la guerra civile riprese violentemente fino al 1949, anno in cui si crea la repubblica popolare cinese, la quale attua il collettivismo in agricoltura e la nazionalizzazione dell'industrie. La Cina nel 1949, quando i comunisti presero il potere, contava 400 milioni di abitanti; oggi, a distanza di 50 anni, la Cina conta oltre 1 miliardo e 200 milioni di persone, cioè la popolazione si è triplicata e per il fatto il tasso di mortalità a queste condizioni è stato basso si può parlare di miracolo economico, per la Cina con la sua economia è riuscita a mantenere in vita una popolazione sempre maggiore, anche se non ha raggiunto un livello di sviluppo di tipo occidentale; ma ciò era impossibile visto la popolazione cresceva a tali ritmi.

Nel 58 ci fu per la Cina il "grande balzo in avanti", nel senso che ci fu per la Cina il tentativo di industrializzazione forzata; ma questo tentativo fallì.

L'Unione sovietica fino al 1960 aiuta la Cina, ma poi la Cina non vuole sottostare all'URSS e ci fu una rottura, e quindi la Cina non fa parte del blocco sovietico.

Negli anni 80 la Cina da un economia pianificata va verso un economia di mercato, cioè stabilire rapporti con il resto del mondo.

Origini dell'unione europea

Quella che oggi si chiama unione europea, una volta veniva chiamato mercato europeo, poi comunità economica europea e adesso si chiama unione europea; sono tutte fasi attraverso le quali sta passando, dalla fine della seconda guerra mondiale, il tentativo di portare ad unificazione dell'Europa, che durante il 900 ha originato ben due guerre mondiali.

Questi tentativi di cercare di unificare l'Europa sono tentativi alla tedesca, nel senso che si è prima cercato una unificazione economica e poi arrivare ad una unificazione politica.

Richiesta di organizzazioni soprannazionali

La richiesta di organizzazioni soprannazionali dell'Europa cominciò a venir fuori subito dopo la seconda guerra mondiale. Un organizzazione internazionale (ONU) è una organizzazione fatta di singoli stati che conservano la loro piena autonomia ed indipendenza; l'organizzazione soprannazionale è qualcosa che sta al di sopra, nel senso che i singoli stati cedono una parte della loro sovranità a questa organizzazione soprannazionale.

Questa richiesta di organizzazioni internazionali aveva dei motivi politici e dei motivi economici. Un motivo politico era quello che gli europei potessero cooperare di comune accordo per evitare altre guerre, e anche per eliminare quelle antiche inimicizie che c'erano tra alcuni paesi europei, come tra Francia e la Germania, l'Inghilterra e la Germania, l'altro motivo era quello di ridare un ruolo mondiale all'Europa. I motivi economici sono: con un organizzazione soprannazionale si viene a creare un vasto mercato, con la conseguenza di arrivare ad una specializzazione e la concorrenza fra i vari paesi e quindi di aumentare il tenore di vita.

Organizzazioni Europee

BENELUX (1947)

Dopo la guerra alcuni che paesi, che avevano una certa omogeneità tra di loro, cominciarono ad unirsi. I primi paesi che si unirono furono il Belgio, l'Olanda e il Lussemburgo, con la creazione del BENELUX (1947). Quindi questi tre paesi crearono un unico mercato, abolendo le barriere doganali interne e creando un'unica barriera doganale nei confronti degli altri paesi. Però questi tre pesi sono tutti paesi piccoli.

CECA (1951)

Qualche anno dopo si creò la CECA (Comunità Europea del carbone dell'acciaio). Con la nascita della CECA si creò un organizzazione che si occupava della funzione della distribuzione di carbone ed acciaio, i due pilastri della prima rivoluzione industriale, in quanto l'800 e buona parte del 900 sono stati secoli del carbone e dell'acciaio; allora si pensò di dare un impulso a questa produzione, ma poi nel volgere di qualche decennio di carbone e di acciaio se ne ha sempre meno bisogno: di carbone perché fu sostituito completamente dal petrolio; l'acciaio fu sostituito dalla plastica dura.

Comunque all'inizio erano ancora anni in cui il carbone e l'acciaio erano importanti. Questa comunità è costituita dai sei paesi, che poi creeranno il Mercato comune Europeo, cioè da Francia, Germania, Italia e i tre paesi appartenenti al BENELUX. L'Inghilterra non entrò in questa organizzazione; essa per parecchio tempo si è tenuta fuori dall'unificarsi con gli altri paesi europei.

Quindi con la CECA si crea un mercato comune del carbone e dell'acciaio, e nascono alcune istituzioni:

una alta autorità, che sostanzialmente era il governo di questa organizzazione;

una corte si giustizia, che doveva decidere sulle controversie fra i vari paesi;

un consiglio dei ministri dell'industria dei sei paesi, che si riunisce periodicamente per decidere tutto ciò che bisogna fare relativamente al mercato comune europeo del carbone e dell'acciaio ( quanto acciaio produrre, quali paesi dovevano produrlo, stabilire le tariffe doganali nei confronti degli altri paesi).

Quindi la CECA è una prima organizzazione che riguarda il carbone e l'acciaio.

CEE o MEC (da 1958).

L'organizzazione soprannazionale più importante fu la CEE (comunità economica europea). La CEE parte con il 1 gennaio del 1958. Questi trattati che fanno nascere la CEE sono stipulati a Roma nel 1957. Alla CEE partecipavano inizialmente gli stessi paesi della CECA, e la Gran Bretagna non vuole aderire al mercato comune. Questo trattato di Roma prevedeva che si dovesse andare gradualmente verso la libera circolazione all'interno del mercato comune di merci uomini e capitali; cioè dovevano scomparire tutte le barriere doganali fra i sei paesi gradualmente, riducendo fortemente i dazi di importazione e di esportazione, in modo tale che le merci che circolavano all'interno di questi 6 paesi non dovessero pagare alcun dazio; circolazione di uomini nel senso che i cittadini di questi paesi erano liberi di muoversi all'interno dei paesi stessi anche alla ricerca di un lavoro, e questo ha comportato un nuovo flusso migratorio all'interno dell'Europa; libera circolazione di capitali significa che gli investimenti all'estero si possono fare più facilmente.

Inoltre si decise di svolgere una politica comune in molti settori, come in agricoltura, nel settore dei trasporti, nel settore della previdenza sociale, e in molti altri campi in cui la Comunità Europa comincia a prendere delle decisioni (Direttive) che vengono impartite agli stati membri, i quali devono attuarle a pena di multe e sanzioni.

Le cose andarono più rapidamente di quanto si potesse pensare: si era pensato che fossero voluti una ventina d'anni per arrivare all'eliminazione di tutti i dazi interni, ma ne bastarono solo 10, in quanto nel 1968 si arriva proprio a questa eliminazione.

EFTA (1959)

L'Inghilterra non avendo voluto partecipare alla CEE, pensò di fare qualcosa contro il Mercato Comune, non nel senso che voleva boicottare il mercato, ma creò un altro mercato comune che prevedeva la partecipazione della Gran Bretagna e di alcuni paesi scandinavi, creando così l'EFTA (Associazione di libero mercato europeo).

Però questa unione alla fine fallisce e nel 73 la gran Bretagna deve chiedere di entrare nel Mercato Comune europeo, assieme all'Irlanda, alla Danimarca e alla Norvegia.


CAPXVI: L'ECONOMIA MONDIALE ALLA FINE DEL XX SECOLO

Giappone (fascia asiatica)

Il Giappone negli anni 70 ha tenuto testa agli Stati Uniti come paese che ha realizzato una crescita economica molto marcata, tanto che fra il 50 e il 70 il reddito nazionale è aumentato del 10% all'anno.

Le cause di questa crescita sono innanzitutto che il Giappone ha potuto, come gli altri paesi, di una tecnologia a buon mercato, in quanto c'è stata un'accumulazione di tecnologie negli anni della depressione e negli anni della guerra, e quindi c'è stata un tecnologia che è andata avanti in questo periodo a disposizione di tutti i paesi, e quindi anche del Giappone;

un'altra ragione è che i giapponesi hanno avuto un capitale umano (istruzione) tale gli ha consentito di sfruttare al massimo le tecnologie molto avanzate del tempo, e fino a portare avanti una propria tecnologia, sia nel settore dell'elettronica che della robotica;

inoltre ci sono stati forti risparmi ed investimenti; i giapponesi hanno prodotto con bassi costi, quindi con bassi salari, hanno potuto esportare, hanno conquistato il mercato mondiale, proprio per una certa organizzazione della società che risente ancora di quello che era il giappone nel secolo scorso, ed è stato in grado di produrre e risparmiare, e ciò che è risparmiato è anche investito, nel senso che si possono avviare altre iniziative ed altre esportazioni;

inoltre un altro fattore a favore del Giappone è lo spirito di collaborazione e la disciplina dei lavoratori; per moltissimo tempo, dal secolo scorso ad oggi, i lavoratori giapponesi hanno un diverso approccio mentale nei confronti della fabbrica. In Europa andare in fabbrica, sin dall'inizio, è stato un lavoro pesante, anche a causa delle visioni di questo rapporto conflittuale, in quanto gli operai venivano fatti sentire come sfruttare dall'imprenditore. I giapponesi non hanno ragionato in questi termini; essi hanno avuto una sorta di affezione che è stata rara in occidente: il lavoratore giapponese per molto tempo hanno sentito la fabbrica come qualcosa di proprio.

Ci sono stati altri paesi asiatici, che di recente si sono chiamati tigri asiatiche, nel senso di paesi molto agguerriti, molto organizzati, che sono riusciti ad acquistare certe attività produttive e a conquistare certi mercati, che sono la Corea del Sud, il Taiwan, il Singapore e Hong Kong. Da questi paesi ci vengono anche delle automobili e parecchie altre produzioni, perché parecchie delle produzioni del mondo occidentale sono state mandate da quelle parti perché il costo della manodopera era basso, e quindi c'è stata la possibilità di questi paesi di approfittarsi per conquistare alcuni settori del mercato.

America latina

divisione internazionale del lavoro

Nei paesi dell'America Latina si è avuta una divisione internazionale del lavoro dal 1880 al 1950. Cioè questi paesi, Argentina, Cile, Uruguay, hanno potuto esportare prodotti primari come carne, grano, e quindi questi paesi disponendo di alcuni prodotti base sono stati in grado di esportare questi prodotti verso il resto del mondo e di importare i manufatti. Quindi si era creata una divisione del lavoro della produzione alla quale molti paesi dell'America Latina hanno preso parte, e questo ha comportato anche un alto reddito pro-capite in questi paesi ed hanno anche attirato molta emigrazione dall'Europa.

tentativo di industrializzazione (dopo 1950)

Queste popolazione dell'America latina fecero un tentativo nel 1950 di industrializzarsi per ridurre le importazioni, cioè produrre quello che bisognava acquistare all'estero. Ma questo tentativo fallì per diverse ragioni:

la prima ragione è il limitato mercato interno, cioè un limitato potere d'acquisto interno, e per industrializzarsi c'è bisogno di un buon mercato interno che acquisti questi prodotti nella maggior parte dei casi scadenti, in quanto per poterli esportare c'è bisogno di prodotti ad alta tecnologie;

un'altra causa è l'assenza di cooperazione fra i paesi del sud america, ma se avessero tentato una sorte di mercato comune almeno alcuni di questi paesi, allora sarebbero andate diversamente;

un capitale umano scadente, non istruito e non preparato.

Però come conseguenza di questo tentativo c'è un aumento della produzione, in quanto si producono prodotti che si esportavano e si producono inoltre prodotti che prima si importavano, ed ovviamente questo comporta che i paesi dell'America Latina perdono quota nel commercio internazionale. Alla fine questi paesi per realizzare la propria industrializzazione di indebitarono verso l'estero.

Africa

L'Africa è stata sostanzialmente colonizzata dagli Europei nella seconda metà dell'800.

Ma il colonialismo in Africa finì nel 1960, a causa di alcuni movimenti di liberazione.

Appena si liberarono dagli europei l'Africa si trovò di fronte ad una incapacità di crescita, causata maggiormente da rivalità etniche fra i vari paesi dalla scarsa istruzione della sua popolazione.

L'unico paese che poi ha avuto qualche sviluppo è stato il Sud Africa, ma è stato oggetto dell'Apartheid fino al 1990.

Medio Oriente

Il medio oriente caratterizzato da una forte presenza di petrolio. Il medio oriente comprende l'Iran, l'Iraq, l'Arabia Saudita, il Kuwait e gli Emirati arabi.

Nel 1950 solo il 15% della produzione mondiale di petrolio veniva dal medio oriente, mentre il 50% veniva dagli USA. Poi con l'incremento del consumo del petrolio e con il fatto di riuscire a scavare più in profondità, questi paesi hanno avuto un ruolo importantissimo, anche perché prima gli Stati Uniti con il 50% riuscivano ad esportare petrolio, ora con l'aumento del consumo interno gli USA hanno bisogno di importare petrolio, mente questi paesi non industrializzati del petrolio non sanno che farsene, se non per esportarlo.

Nel 1960 questi paesi si unisco nell'OPEC (organizzazione dei paesi produttori ed esportatori di petrolio).

Per tutti gli anni 50 e 60 il petrolio era untene abbondante e a buon mercato, e il costo di un barile di petrolio era di tre dollari; i paesi produttori di petrolio non avevano alcuna voce in capitolo, nel senso che le grandi compagnie petrolifere internazionali europee e americane avevano in mano tutto il mercato del petrolio, cioè a dettare il prezzo del petrolio non era chi lo produceva ma chi lo acquistava, visto che se un paese voleva aumentarne il prezzo perdeva il mercato, perché queste compagnie petrolifere si sarebbero rivolte in un altro paese. Così con l'OPEC queste paesi produttori si poterono accordare sull'aumento del prezzo. Così negli anni 70 il prezzo del petrolio aumentò di 10 volte, passando da 3 a 30 dollari al barile, causando i cosiddetti Shocks petroliferi del 73 e 79, dove il prezzo del petrolio era diventato insostenibile per molti paesi e se ne cominciò a limitare l'uso. Questo aumentare del prezzo del petrolio, comportò una forte inflazione nel mondo occidentale, proprio per ammorbidire la spesa di questi, e che causò un forte aumento dei prezzi per i paesi del medioriente qualora volessero acquistare merci occidentali. Così il mercato fu bilanciato ma comportò un forte indebitamento di questi paesi del terzo mondo. I Paesi industriali furono caratterizzati dalla stagflazione, cioè stagnazione più inflazione.

Crollo blocco sovietico

La caratteristica principale del secondo dopoguerra è stata la contrapposizione tra gli USA e l'URSS, che però poi, nel 1989-91, si è avuto il crollo del blocco sovietico.

1989-1991: Crollo regimi comunisti

Fra il 1989 e il 1991 i regimi comunisti dell'Europa crollano per cause remote e recenti, cioè per il malcontento popolare che diventa sempre più consistente. Questo malcontento era generato dal fatto che c'era un basso tenore di vita, anche se c'era la piena occupazione, perché siccome lavoravano anche persone di cui non ce ne era il bisogno, ovviamente i costi di produzione aumentavano, e così i russi erano costretti ad acquistare beni di bassa qualità ad alto prezzo. Un altro fattore che comportò questo malcontento erano le immagini trasmesse dalla tv sull'Europa occidentale, in quanto ciò che avviene nel mondo occidentale avviene visibile quotidianamente da parte dei paesi dell'orientali e dell'Unione Sovietica, cioè viene fatto il confronto fra il consumismo (benessere) occidentale e la povertà orientale.

Quindi caddero tutti i regimi comunisti dell'est come in Cecoslovacchia, in Polonia, in Romania, in Bulgaria. L'URSS di fronte al crollo del comunismo nel propri paesi satelliti non intervenne.

URSS

In Unione Sovietica c'era stato un lungo periodo detto di Breznev, dal 1964 al 1982, in cui l'economia sovietica è stagnante, nel senso i risultati che si erano posti di cercare di raggiungere il livello del tenore di vita dell'economia occidentali non era stato realizzato, e anche a causa degli Shock petroliferi l'economia sovietica non riesce a progredire, continuando a privilegiare l'industria pesante, con qualche attenzione verso i beni di consumo,ma di pessima qualità; poi si costituisce una forte burocrazia, ma inefficiente, che doveva prendere tutte le decisioni sul commercio internazionale, sulle banche ecc.

A Breznev seguì Gorbacev, che fu al comando dell'Unione sovietica fra il 1985 e il 1991.

Gorbacev pensa a delle riforme, come il Glasnost e la Perestroika. Glasnost sta per trasparenza, ossia una maggiore libertà politica nel tentativo di accordare anche le voci dissidenti per poter poi gradualmente arrivare non più al partito unico ma ad una pluralità di partiti.

La Perestroika, che sta per ristrutturazione, doveva portare avanti delle riforme economiche. Ma gli obbiettivi della Perestroika sono abbastanza confusi,era una specie di NEP, che era stata fatta negli anni 20, nel tentativo innestare all'economia pianificata alcuni elementi di libero mercato.

Poi ci fu il tentativo di colpo di stato da parte dei conservatori, cioè coloro i quali volevano conservare la situazione precedente nel 1991.

A resistere a questo tentativo fu la Repubblica Russa, non la repubblica socialista sovietica che era fatta di tante repubbliche, e a capo della repubblica russa c'era Eltsin, e l'Unione Sovietica finisce il 25 dicembre del 1991. Quindi l'URSS durò dal 1922 al 1991.

Unione Europea

Evoluzione

L'Unione europea in questi anni ha avuto una certa evoluzione.

Negli anni 70 ci sono stati due Shocks petroliferi che ne hanno rallentato il processo di unificazione. Nella storia ogni volta che c'è stata una crisi, si cerca di far fronte alla crisi con una riduzione dei costi di produzione, perché crisi sostanzialmente sta per crisi di sovrapproduzione. Quindi l'unico sistema negli anni 70 per superare la crisi fu quello di ridurre i costi di produzione oltre che migliorare la qualità dei beni. Ridurre i costi di produzione in questo periodo ha significato la robotizzazione dei processi produttivi, cioè macchine che sostituiscono l'uomo, perché così si riescono ad abbattere i costi di produzione, l'Informatica, con i computer governano tutti questi processi di produzione, e quindi si sta assistendo al fatto che nonostante si stiano producendo molti più beni occorre sempre meno manodopera. Così si va costantemente verso la riduzione dell'orario di lavoro: quando è iniziata l'Industrializzazione gli operai lavoravano 14-15 ore al giorno e poi a poco a poco questa lunghezza della giornata di lavoro è cominciata a restringersi, i sindacati hanno lottato per le 8 ore di lavoro al giorno, e la settimana lavorativa si è andata sempre più accorciando.

Il processo di unificazione poi riprende negli anni 80, quando nell'86 si approva "l'atto unico", il cui scopo era quello di giungere all'unificazione del mercato entro il 1992.

Un altro passo avanti che fu fatto negli anni 80 fu la creazione dello SME (sistema monetario Europeo, dal 1779). In precedenza gli vi furono gli accordi di BrettonWoods, che stabiliva i cambi fissi fra le varie monete, i quali con l'inizio degli anni 70 saltano completamente perché i cambi ricominciano ad essere fluttuanti: allora l'unica moneta convertibile in oro era rimasto il dollaro, e il governo degli si impegnava a convertire il dollaro in oro al prezzo di 35 dollari per l'oncia nei confronti delle banche di emissione degli altri paesi. Gli Americani nel dopoguerra cominciano a stampare dollari e a mandarli in paesi esteri, creando un grande mercato di dollari in Europa senza che questi ritornassero in america. Questo comportò che le riserve d'oro americane diventarono scarse rispetto ai dollari che circolano, e fino a quando questi dollari circolassero in Europa senza che ritornassero in America il problema non si poneva, ma se un governo decidesse di convertire i dollari accumulati in oro, come accadde negli anni 70, allora cominciano i problemi, e così le riserve si assottigliarono ancora di più; a questo punto il governo degli Stati Uniti abbandonarono il gold Standard. Quindi nel 1971 era saltato il sistema monetario internazionale e i cambi diventano fluttuanti. Per cercare di agevolare gli scambi all'interno della comunità europea si stabilì fra le monete della comunità un sistema di cambi fissi con l'impegno dei vari paesi di fare oscillare il valore delle proprie monete entro una banda del 2,5%. L'Unità di misura fu l'ECU.

Negli anni 90 ci fu il trattato di Maastricht con la nascita dell'unione europea e dal 1999 è nato l'Euro. Ancora una volta l'Inghilterra si tiene fuori.





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