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La rivoluzione industriale

economia



La rivoluzione industriale


La rivoluzione industriale fu il primo processo sostenuto di industrializzazione. Esso si verificò in Gran

Bretagna tra il 1760-1830/1850 e implicò una trasformazione nelle strutture economiche e

nell'organizzazione sociale e il passaggio del maggior numero degli occupati dal settore primario a quello

secondario e terziario.

L'industria precedente (principalmente laniera) era di vecchio stile, aveva quindi tre caratteristiche

fondamentali: il lavoratore svolgeva la sua attività in casa (cottage), l'influenza del capitale era ridotta (il

capitale e il lavoro erano concentrati in un'unica persona) e l'azienda non rappresentava l' 626b15g unica occupazione



(l'industria non era accentrata). Questo sistema era denominato sistema domestico.

La prima modifica a questo sistema si ebbe quando i filatori, invece di acquistare la lana, la ricevettero dai

mercanti e furono pagati a cottimo per filarla (putting out system o sistema dell'assegnazione successiva del

lavoro). A differenza del sistema domestico in cui tutte le fasi della produzione facevano capo alla stessa

famiglia, ora si attribuiva ai lavoratori nelle loro case le singole fasi della lavorazione mentre il

mercante-imprenditore dirigeva l'intero processo produttivo e curava la commercializzazione del prodotto.

Fino all'invenzione delle macchine non era necessario riunire i lavoratori in una fabbrica perché non

occorreva un impianto centrale.

I difetti del sistema domestico erano la produzione diseguale in qualità e quantità, le cattive condizioni di

lavoro, le paghe basse, l'orario eccessivo, l'assenza di controllo sulla produzione, le forti perdite di tempo e

manodopera, l'incapacità di reagire con prontezza alla domanda di mercato in aumento.

Ma alla fine del 1700 il sistema domestico fu sostituito da quello di fabbrica. Questo mutamento ebbe due

momenti: all'inizio ci fu un profondo mutamento nell'organizzazione con scarse variazioni nei metodi

produttivi; in seguito la tecnica produttiva conobbe miglioramenti rivoluzionari.

Ma perché la rivoluzione industriale ebbe luogo proprio allora?

Di fronte a una domanda crescente, l'offerta non era sufficiente per soddisfarla, a causa del fatto che le

forze motrici esistenti (umana, animale, eolica, idraulica) erano utilizzabili irregolarmente e i metodi di

produzione erano rozzi e insufficienti. Era quindi necessario trovare qualcosa di nuovo per ovviare a questo

stato di cose. L'aiuto venne dal progresso scientifico, soprattutto in Inghilterra: gli inglesi furono i più abili ad

applicare alle questioni pratiche le nuove invenzioni. Una delle più importanti fu quella di James Watt, che

con la sua macchina a vapore permise lo sfruttamento anche a grande profondità delle miniere di carbone.

Ci sono naturalmente anche altri fattori che favorirono lo sviluppo industriale proprio in Inghilterra: se

consideriamo il punto di vista dell'offerta, gli inglesi avevano libertà politiche ed economiche che permisero

l'iniziativa imprenditoriale e l'apertura verso i mutamenti economici, oltre a una maggiore mobilità sociale, e

inoltre esisteva un sistema bancario grazie al quale era facile procurarsi il capitale necessario agli

investimenti. L'Inghilterra possedeva le materie prime, larghi capitali, un sistema idrografico sfruttabile per la

forza idraulica, un clima umido ideale per l'industria tessile e siderurgica, manodopera specializzata e inoltre

aveva la sicurezza della sua insularità.

Anche la Francia e l'Olanda erano due nazioni avanzate, ma non erano in grado di contrastare l'Inghilterra:

la Francia si limitava a prodotti di lusso, mentre l'Olanda mancava di materie prime.

Ma la vera forza propulsiva della rivoluzione industriale fu la domanda. Fu infatti l'espansione del mercato

iniziata nel 1760 a costringere i produttori inglesi a cercare metodi produttivi meno costosi e più efficienti.

L'aumento della domanda si verificò per una serie di motivi: lo sviluppo europeo nel 1700, la richiesta di

prodotti inglesi da parte dei coloni americani, la potenza della flotta inglese (che controllava il commercio

internazionale), l'aumento della popolazione, il miglioramento delle vie di comunicazione e l'importanza del

mercato potenziale.

Oltre ai fattori economici bisogna considerare anche le innovazioni apportate alla tecnica produttiva:

l'industria tessile mosse i lavoratori dalle case alle fabbriche, l'industria siderurgica offrì materiale per la

costruzione di nuove macchine e di nuove industrie e l'industria estrattiva offrì il combustibile per far

funzionare il nuovo sistema industriale.

Le invenzioni si possono dividere in due categorie: quelle che sostituivano l'uomo e quelle che fornivano

forza motrice.

La prima industria meccanizzata fu quella cotoniera. Nel 1733 Key inventò la navetta volante, nel 1764

Hargreaves inventò Jenny, nel 1769 Artwright inventò la waterframe e infine nel 1779 fu introdotta la


spinning mule. Queste invenzioni causarono un eccesso di filato rispetto al tessuto, quindi fu necessario

inventare i telai meccanici che contribuirono a far riunire tutti gli operai in un'unica fabbrica.

Per quanto riguarda l'industria siderurgica, Smeaton inventò la fornace ad aria calda o altoforno che

produceva temperature più elevate, ma era necessario usare il carbone al posto del legno. Di conseguenza

gli impianti sorsero vicino alle miniere invece che vicino alle foreste. Tuttavia due gravi ostacoli rischiarono di

limitare lo sfruttamento delle miniere: l'allagamento e la presenza dei gas infiammabili. Ma ancora una volta

grazie alle nuove invenzioni (la macchina a vapore di Watt per azionare le pompe e la lampada di sicurezza

di Davy del 1815) permisero di superare questi inconvenienti.

La rivoluzione industriale portò profondi cambiamenti anche dal lato politico e sociale. Dal punto di vista

politico, nacque una nuova classe media e vennero eliminati i residui privilegi feudali, mentre dal punto di

vista sociale nacque una classe numerosa di dipendenti salariati. Questo comportò una scissione del capitale

dal lavoro, un'atmosfera di insicurezza causata dalle frequenti crisi, ma al tempo stesso un elevamento del

tenore di vita.





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