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IL COMMERCIO INTERNAZIONALE
Crescente importanza del commercio
internazionale Le statistiche degli scambi commerciali internazionali indicano
una crescita tendenziale del grado di apertura dei vari paesi al resto del
mondo, nel lungo periodo, con un'incidenza percentuale crescente degli scambi
commerciali con l'estero rispetto al PIL.
Beni e servizi Tra gli scambi commerciali ci sono innanzitutto gli acquisti e
le vendite di beni materiali, oltre ad alcuni tipi di servizi: trasporto,
assicurazioni, turismo, ...
Le due forme del commercio internazio 616d33g nale Si possono rilevare due componenti
del commercio: il commercio interindustriale (un paese si specializza nella
produzione e nella vendita all'estero di alcuni beni, mentre ne importa altri
che non produce affatto) e il commercio intraindustriale o orizzontale
(l'interscambio tra paesi diversi riguarda beni appartenenti allo stesso
settore merceologico).
Perché si realizzino gli scambi, occorre che
ciascuno degli operatori che vi partecipano ne tragga una convenienza.
Esempio: consideriamo che due paesi come il Portogallo e l'Inghilterra
producano tessuti e vino. In regime di autarchia, in Inghilterra un litro di
vino costa 9 sterline e un metro di tessuto 3 sterline, mentre in Portogallo
costano rispettivamente 600 e 400 escudi. Se i due Paesi si aprissero al
commercio internazio 616d33g nale, gli Inglesi avranno convenienza ad importare il vino
dal Portogallo, purché lo paghino meno di 9 sterline al litro, mentre i produttori
portoghesi avranno un vantaggio ad esportare vino solo se ne ricaveranno un
prezzo superiore a 600 scudi (6 sterline). Quindi i portoghesi troveranno
conveniente acquistare i tessuti inglesi se costeranno meno di 400 escudi al
metro e le imprese inglesi pretenderanno almeno 3 sterline al metro (300
escudi).
I Governi dovranno poi tener conto della bilancia dei pagamenti: un Paese deve
far bilanciare nel lungo periodo il valore delle esportazioni con quello delle
importazioni. Devono essere considerati però non i prezzi assoluti, ma quelli
relativi.
In Inghilterra il prezzo relativo del vino rispetto alla stoffa è 9 : 3 = 3 (
L'Inghilterra ha un vantaggio comparato nella produzione della stoffa, mentre
il Portogallo ha un vantaggio comparato nella produzione del vino.
Il commercio internazio 616d33g nale può essere conveniente per entrambi, dato che
l'Inghilterra ha un vantaggio ad esportare stoffa se per ottenere un litro di
vino deve esportare meno di
Ognuna delle economie si specializzerà quindi nel settore in cui ha un
vantaggio comparato.
La differente dotazione di risorse naturali Una
prima causa di vantaggi comparati è la diversa dotazione di risorse naturali,
per cui ogni Paese si specializza in certe produzioni.
La differente remunerazione dei fattori produttivi Se in un Paese il salario
unitario è basso, esso avrà costi unitari di produzione relativamente inferiori
e potrà vendere i propri prodotti sul mercato internazionale a prezzi più
competitivi.
Quindi ogni Paese si specializzerà nelle produzioni che richiedono un utilizzo
più intensivo del fattore produttivo a più basso costo.
Economie di scala di settore o di distretto Può accadere che un Paese sviluppi
per primo un proprio settore produttivo fino ad una dimensione tale da produrre
esternalità positive per le imprese (maggiore mobilità nel mercato del lavoro,
maggior investimento, approvvigionamenti facilitati).
Tutte queste circostanze si traducono in economie di scala di settore.
L'innovazione e la struttura dei costi Si crea un vantaggio comparato quando un
settore produttivo riesce ad abbassare il livello dei costi, creando le
condizioni per vendere a prezzi più competitivi rispetto alle aziende degli
altri Paesi. L'abbassamento dei costi si verifica per effetto dell'innovazione
tecnologica.
IL COMMERCIO ORIZZONTALE
Una
quota assai elevata degli scambi internazionali è rappresentata dal commercio
intraindustriale. Gli scambi dei Paesi industrializzati sono costituiti
principalmente da auto contro auto, acciaio contro acciaio, computer contro
computer. Alla base di tali scambi non ci sono dei vantaggi comparati, ma altri
motivi.
Economie di scala di impresa Le imprese hanno interesse a vendere quanto è più
possibile, all'interno o all'estero. Nasce quindi una competizione anche tra
singole imprese allocate in Paesi diversi, basata sui prezzi.
Competitività nella qualità quando il commercio intraindustriale interessa
prodotti differenziati, la competitività si gioca anche sulla qualità dei
prodotti e sulla loro differenziazione. Il commercio orizzontale apporta
vantaggi a tutti i Paesi che vi partecipano, perché, allargando i mercati,
permette alle imprese di sviluppare economie di scala.
L'apertura al resto del mondo è vantaggiosa per
l'insieme dei consumatori e per il Paese se la ragione di scambio
internazionale del bene acquistato in termini dell'altro bene è migliore del
prezzo relativo interno esistente in regime di autarchia. Secondo
l'orientamento neoclassico, tutti i Paesi traggono vantaggio dagli scambi
internazionali, perché la ragione di scambio internazionale si fissa ad un
livello compreso tra le ragioni di scambio interne esistenti nei Paesi partner
prima dell'apertura commerciale, assicurando l'equilibrio tra le esportazioni e
le importazioni.
Una visione dinamica del commercio internazio 616d33g nale Mentre i neoclassici non
hanno dubbi nel giudicare positivamente il commercio internazio 616d33g nale, altri
economisti sono più cauti, considerando l'ipotesi che la specializzazione
produttiva in determinati settori possa alla lunga danneggiare il Paese che la
adotta. Infatti, a lungo andare, la sua posizione può peggiorare, se la ragione
di scambio si modifica a suo svantaggio, fino ad annullare la convenienza di
scambio. Ciò significa per un Paese una diminuzione del suo potere d'acquisto
verso l'estero, che lo impoverisce.
LE DETERMINANTI DELLE RAGIONI DI SCAMBIO INTERNAZIONALI
In
un'economia monetaria le ragioni di scambio internazionali dipendono dal modo
in cui si formano i prezzi assoluti. Gli elementi che maggiormente influiscono
sul prezzo sono: la forma di mercato, l'ampiezza della domanda, l'elasticità
della domanda e il grado di concorrenza tra i compratori.
La forma di mercato Se il mercato è di tipo concorrenziale, nel breve periodo
ciò può condurre a notevoli oscillazioni del prezzo. Nel lungo periodo, il
prezzo tenderà a riflettere l'andamento dei costi, assicurando alle imprese
livelli normali di profitto. Se il mercato è di tipo oligopolistico, il livello
del prezzo è fissato dalle imprese che hanno la leadership di settore. Per
quanto possano essere influenzate dall'elasticità domanda e dalla concorrenza,
rimane loro un notevole potere di mercato che utilizzano per scaricare sui
prezzi gli eventuali aumenti nei costi variabili di produzione.
La dimensione e l'elasticità della domanda Se la domanda è crescente nella
stessa misura dell'offerta, non ci saranno difficoltà di smercio; ma se la
domanda è costante, gli esportatori dovranno accettare una riduzione del
prezzo, per poter collocare l'incremento di produzione sul mercato. Le
variazioni del prezzo, in seguito a variazioni dell'offerta, dipendono
dall'elasticità della domanda. Ciò è estremamente sfavorevole ai Paesi
esportatori di beni a domanda rigida, come ad esempio i produttori agricoli:
ogni loro sforzo per aumentare la produzione si ritorce in uno svantaggio,
perché un aumento del volume delle loro esportazioni può tramutarsi in una
riduzione del loro valore (sviluppo che impoverisce).
Il potere di mercato dei compratori Se i Paesi importatori si coalizzano in un
cartello, possono più facilmente imporre ai Paesi importatori un prezzo
relativamente basso.
Ogni paese ha tutto l'interesse a migliorare la propria collocazione nella divisione internazionale del lavoro, modificando quelle situazioni che risultano a lungo andare penalizzanti. I Paesi che si specializzano nell'esportazione di prodotti agricoli e importano prodotti industriali rischiano di peggiorare nel tempo la propria ragione di scambio (i prodotti industriali tendono a rincarare, mentre il prezzo dei prodotti agricoli tende a ridursi). E' per questa ragione che i Paesi in via di sviluppo non accettano di restare confinati nella loro specializzazione produttiva, ma tentano di intraprendere la strada dell'industrializzazione, diversificando inoltre la propria offerta. A tal fine è essenziale impegnarsi nella ricerca e nell'innovazione tecnologica per creare nuove occasioni per acquisire vantaggi comparati.
E'
possibile che alcuni gruppi sociali, di produttori e di lavoratori, risultino
svantaggiati dall'apertura agli scambi internazionali. Ad esempio, in un Paese
che ha un vantaggio comparato nella produzione di beni ad alta intensità
tecnologica, mentre produce a costi maggiori i beni ad alta intensità di
lavoro, a causa dei salari alti, la sua economia diventerà più competitiva
nella produzione di beni che utilizzano più intensamente il fattore capitale.
Le imprese produttrici di beni a più alta intensità di lavoro, invece,
subiranno uno svantaggio, per colpa dell'agguerrita concorrenza.
Un danno immediato ricadrà subito sui lavoratori di quel settore, che si
estenderà poi a tutti i lavoratori del Paese a causa della riduzione
dell'occupazione e dei salari.
E' meglio il libero scambio o il protezionismo?
Gran parte degli economisti classici e neoclassici sono a favore del libero
scambio. Alcuni economisti sostengono invece che possono verificarsi delle
situazioni nelle quali può essere giustificata l'adozione di qualche misura
protezionistica.
Le giustificazioni delle misure protezionistiche:
L'argomento dell'industria nascente Una delle ragioni del protezionismo è
l'esigenza di difendere un'industria nascente, per permettere alle industrie
nazionali del settore di diventare competitive.
L'argomento della dipendenza Un'altra giustificazione consiste nell'esigenza di
superare la dipendenza dall'estero, salvaguardando un certo grado di
autosufficienza, specie in settori strategici.
L'argomento della difesa dell'occupazione si considera anche l'opportunità di
proteggere settori produttivi ad alta intensità di lavoro in declino, per
evitare una perdita di posti di lavoro rilevante poter avviare una politica
industriale di ristrutturazione.
L'argomento della diversificazione Se l'economia di un Paese è fondata su un
solo settore produttivo, subisce i contraccolpi derivanti da una caduta della
domanda internazionale. Un periodo di protezionismo può consentire all'apparato
produttivo di diversificarsi, diventando meno vulnerabile.
Gli strumenti del protezionismo Gli strumenti più tradizionali che vengono
usati per favorire le imprese nazionali sono i dazi, che rendono più costose le
merci di importazione; i contingentamenti, che consentono di determinare la
quantità massime di importazione consentite; i sussidi alle esportazioni, che
permettono agli esportatori di vendere all'estero a prezzi più contenuti.
Il pericolo delle ritorsioni Le misure protezionistiche adottate da un Paese
rischiano di scatenare ritorsioni da parte dei partner che si sentono colpiti
nei loro interessi. Pertanto, il ricorso, anche se limitato e temporaneo, al
protezionismo è sempre pericoloso.
Possibili misure alternative per migliorare la collocazione di un Paese nella
divisione internazionale del lavoro Il Governo dovrebbe intervenire a favore
dei lavoratori delle industrie danneggiate dalla concorrenza internazionale con
sussidi economici. Inoltre, dovrebbe promuovere la ricerca di fonti alternative
di energie, incentivare la ricerca e creare infrastrutture.
La non neutralità delle regole del commercio internazio 616d33g nale occorre rilevare
che i rapporti di forza esistenti tra Paesi a diverso livello di sviluppo
potrebbero rendere maggiormente difficile proprio ai Paesi più deboli adottare
misure per migliorare la propria posizione. In base a ciò, alcuni economisti
hanno maturato una più marcata sfiducia vero l'azione delle forze di mercato
che, mediante la specializzazione produttiva, determinerebbe uno sviluppo
squilibrato dell'economia mondiale.
Dopo
la seconda guerra mondiale, si intensificò l'impegno degli Stati a favore della
cooperazione commerciale. Sono state così create le zone di libero scambio e le
unioni doganali, in alcuni casi si è giunti all'istituzione di un mercato
comune.
L'accordo commerciale più importante del dopoguerra fu il GATT (Accordo
generale sulle tariffe doganali e sul commercio internazio 616d33g nale), la cui
finalità era quella di favorire la progressiva riduzione delle tariffe
doganali.
Dal 1° gennaio 1995, il GATT si è trasformato nel WTO (Organizzazione mondiale
del commercio), con il compito di promuovere lo sviluppo del commercio
internazionale.
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