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Differenza tra variabili flusso e variabili stock
Si pensi alle variabili flusso quale un fiume che fluisce nel tempo: reddito, risparmio, consumo, deficit e PIL!
Infatti chiedere il PIL italiano non avrebbe senso, senza riferimento ad un periodo.
Si pensi alle variabili stock quale u 616e48g n lago: ricchezza, patrimonio e debito pubblico.
PIL, valore aggiunto e reddito
Il prodotto interno lordo (PIL) o gross domestic product (GDP) si può pensare in 3 modi:
È il valore dei beni e dei servizi finali prodotti nell'economia in un dato periodo di tempo (variabile flusso). La parola finali indica che non si debbono contare più volte i beni intermedi (ad esempio: non si contano le gomme della Pirelli se contiamo già le macchine FIAT che montano Pirelli).
È la somma dei valori aggiunti nell'economia in un dato periodo di tempo.
È la somma dei redditi di tutta l'economia in un dato periodo di tempo, ossia la differenza tra il valore prodotto di un'impresa ed il valore dei beni intermedi, che deve prendere almeno una delle seguenti forme: retribuzioni profitti o imposte.
PIL nominale e reale
Il PIL nominale (a prezzi correnti) è la somma delle quantità di beni finali moltiplicate per i loro prezzi correnti. Cresce per due ragioni:
la produzione della maggior parte dei beni aumenta nel corso del tempo
il prezzo di molti beni aumenta.
Per costruire il PIL reale (a prezzi costanti) bisogna scegliere un anno base, quindi si costruisce in ciascun anno come la somma delle Q prodotte valutate al loro prezzo nell'anno base. Ogni volta che si cambia l'anno base la storia viene di fatto riscritta. Per questo motivo gli Stati Uniti hanno iniziato a pubblicare un nuovo indice del PIL reale chiamato indice a catena (chained index) che usa di volta in volta dei prezzi diversi (medi).
Con crescita del PIL si intenderà il tasso di crescita del PIL reale con periodi di espansione e recessione.
Il PIL cambia di anno in anno per 3 motivi:
maggiori o minori Q prodotte
nuove produzioni (fattore in più)
cambio dei P dei beni
Esempio 1: se compro un attico nel 2003 che è stato costruito nel '900 questo non rientra nel PIL del 2003, rientrerà soltanto il compenso che prende l'intermediario.
Esempio 2: Siamo in un'isola tropicale dove si producono arance e banane.
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Q |
P |
Valore |
arance |
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banane |
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PIL 1983 |
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Q |
P |
Valore |
arance |
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banane |
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PIL 2003 |
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Quale sarebbe il PIL del 2003 con i P del 1983?
20 X 15 + 60 X 18 = 1380
PIL nominale = + 87% (da 1125 a 2100)
PIL reale = + 23 % (da 1125 a 1380)
I limiti del PIL
non è una misura diretta del benessere. Esempi: Se un ladro ruba la mia autoradio rompendo il vetro dell'automobile il PIL crescerà visto che sarò costretto a riacquistare l'autoradio e riparare l'automobile. Se si producesse la stessa Q di beni in un tempo minore si avrebbe un benessere maggiore, dunque il tempo libero non viene considerato sebbene sia merce rara.
Non tiene conto delle innovazioni tecnologiche: finchè si tratta di beni quali le banane e le arance non vi è problema, ma un computer dell'83 è ben diverso da un computer del 2003! Tale considerazione è definita valutazione edonistica, ovvero la valutazione di un insieme di caratteristiche tra cui l'utilità e l'obsolescenza.
Se vado dal parrucchiere il PIL cresce, se mi taglio i capelli da solo esso non cresce, sebbene il risultato possa essere identico.
Non per tutti i beni esiste un P: se un carabiniere o un professore lavorano bene o male, essi possono cambiare la vita delle persone, ma il valore del loro lavoro è calcolato arbitrariamente (=salario).
Non tiene conto dell'impatto ambientale: problema ecologico
Non tiene conto delle attività illegali e del lavoro in nero, che pure hanno grande rilevanza.
La disoccupazione ed il suo tasso
La forza lavoro è definita come la somma delle persone occupate e di quelle disoccupate: L = N + U
Il tasso di disoccupazione è il rapporto tra i disoccupati e la forza lavoro: u = U/L
L'indagine classifica una persona come disoccupata involontaria se non ha lavoro e se lo ha cercato (almeno nelle quattro settimane precedenti); infatti, soltanto chi è in cerca di un impiego è considerato disoccupato, mentre chi non lo sta cercando viene considerato come "non incluso nella forza lavoro". Quando la disoccupazione è alta, molti disoccupati non provano nemmeno a cercare un impiego: essi sono i cosiddetti "lavoratori scoraggiati".
Come caso estremo, se tutte le persone senza un impiego rinunciassero alla ricerca di un posto di lavoro, il tasso di disoccupazione sarebbe nullo.
Disoccupazione ed attività economica: la relazione tra crescita del PIL e variazioni nel tasso di disoccupazione è nota come legge di Okun. L'andamento di una variabile rispetto ad un'altra nel corso del tempo sono chiamate diagrammi di dispersione.
Conseguenze sociali della disoccupazione: la disoccupazione è associata a disagi psicologici e finanziari tutt'altro che trascurabili. I giovani, alcune minoranze etniche ed i lavoratori non qualificati sono la categoria di disoccupati più vulnerabile alla perdita dell'impiego quando il tasso di disoccupazione è in aumento.
Occupazione forza lavoro
Non occupazione Disoccupazione involontaria
Non nella forza lavoro (perché non cercano lavoro)
L'inflazione ed il suo tasso.
L'inflazione è un aumento del livello generale dei prezzi, o semplicemente del livello dei prezzi (o anche una perdita di valore da parte dei beni).
Il tasso di inflazione è il tasso a cui aumenta il livello dei prezzi. I macroeconomisti considerano due indicatori che sono i due indici dei prezzi: il deflatore (RICORDARSI CHE HA UNA "T" SOLA!) del PIL e l'indice dei prezzi al consumo.
Il deflatore del PIL è definito come il rapporto del PIL nominale sul PIL reale nell'anno T, è un numero indice.
Come formula inversa, consegue quindi che il PIL nominale è uguale al PIL reale moltiplicato per il deflatore del PIL.
Esempio: ci rifacciamo all'esempio ed ai dati relativi "all'isola tropicale".
(Prezzi del 2003 - Prezzi del 1983) / Prezzi del 1983 (anno base) = (P'03 / P'83) -1 =
(2100 / 1380) - 1 = 0,52 => 52% => deflatore del PIL o tasso d'inflazione
- Il pregio del deflatore del PIL è che prende in considerazione tutti i beni prodotti in un'economia.
- Il difetto è che non considera le tecnologie i beni importati.
L'indice dei prezzi al consumo (detto anche PANIERE del consumo medio di una famiglia media). Il deflatore del PIL dà il prezzo medio dei beni inclusi nel PIL, cioè dei beni finali prodotti nell'economia. Alcuni dei beni nel PIL non sono venduti ai consumatori ma alle imprese oppure al Governo o all'estero. Per questo motivo, per misurare il prezzo medio al consumo, o il cosiddetto costo della vita, i macroeconomisti guardano ad un altro indice, ossia l'indice di prezzi al consumo (CPI).
Il CPI ed il deflatore del PIL si muovono quasi sempre insieme, ci sono tuttavia delle eccezioni quando il prezzo dei beni importati aumenta rispetto al prezzo dei beni prodotti all'interno del paese, in questo caso il CPI aumenta più velocemente del deflatore del PIL.
- Il pregio del Paniere è che i beni restano omogenei nel tempo e tiene conto anche dei beni importati.
- Il difetto è l'arbitrarietà della sua composizione.
Inflazione e disoccupazione: quando il tasso di disoccupazione scende, l'inflazione tende a salire e viceversa, questa regolarità empirica è nota come curva di Phillips.
In un'economia con inflazione pura al 10% i prezzi aumenterebbero del 10% ma altrettanto accadrebbe ai salari, l'inflazione sarebbe quasi del tutto irrilevante. In realtà l'inflazione pura non esiste, infatti durante le fasi inflative non tutti i prezzi e salari aumentano proporzionalmente.
L'inflazione crea anche delle distorsioni, tra cui ad esempio quella dovuta al sistema fiscale: se le diverse fasce di imposta non tenessero conto dell'inflazione, le persone passerebbero da uno scaglione all'altro solo per effetto dei P.
Disavanzi commerciali e di bilancio
Il disavanzo di bilancio è l'eccesso di uscite rispetto alle entrate del settore pubblico. Un Governo che presenta un disavanzo accumula debito nel tempo.
Il disavanzo commerciale è l'eccesso di importazioni rispetto alle esportazione nel resto del mondo. Un Paese che presenta un disavanzo commerciale importa più di quanto non esporti ed accumula debito nei confronti dell'estero.
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