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RELAZIONERiferimento prekeynesiano - Keynes

economia



Riferimento prekeynesiano

Scuola classica (Smith): sostiene che la libera concorrenza delle imprese e dei fattori di produzione assicurino l'efficienza economica e l'ottima distribuzione delle risorse economiche.

La concorrenza perfetta (che è una forma di mercato caratterizzata dalle libertà di decisione, senza di interventi amministrativi, trasparenza di condizioni  e mobilità della domanda e dell'offerta,) è la forma di mercato esistente in realtà, se per caso non persiste le autorità cioè lo Stato deve promuovere le condizioni per far si che si sviluppi.

Il consumatore è sovrano poiché la distribuzione delle risorse si basa sulle sue preferenze. Aumento della domanda di un bene aumento del prezzo dello stesso

Aumento dell'offerta maggior disponibilità di beni abbassamento del prezzo

Libera economia garantisce la piena occupazione perché è la quantità di fattori di produzioni che determina la produzione possibile.



In presenza di disoccupazione i salari diminuiscono ad un livello tale da "convincere" gli imprenditori ad assumere di nuovo.


Neoclassici: fine XIX inizio XX. In un sistema economico è possibile massimizzare il benessere dei consumatori e conseguire l'allogazione ottimale delle risorse tramite aggiustamenti al margine della quantità. Teorema paretiano di Pareto, dice che la concorrenza perfetta è la forma di mercato ottimale per l'allogazione delle risorse in modo efficiente.


Entrambe parlando su scale mondiale ritengono necessario estendere la concorrenza perfetta anche all'estero per raggiungere l'ottimale su livello globale.

È la libera economia di mercato a  originare l'efficiente distribuzione delle risorse, il potere del consumatore di influenzare questa distribuzione dipende dal suo reddito e dalla sua ricchezza.

Lo Stato si riduce a fornire solo i beni collettivi essenziali e il suo obiettivo è la parità del bilancio. Le politiche in mano alle autorità impediscono al mercato di essere libero.


Keynes

Vive in un'epoca caratterizzata da molti cambiamenti: cubismo, poesia frammentata e musica atonale.

Domina l'approccio macroeconomico moderno.

  1. Salari: i "classici" (cioè tutti quelli prima di lui) danno troppa importanza al salario come prezzo e non come reddito. Infatti lui dice che il salario è il reddito percepito dal lavoratore. Una riduzione del salario si traduce in una diminuzione del potere d'acquisto per le famiglie con ripercussioni negative per la domanda aggregata. La domanda di lavoro è influenzata dai profitti attesi dall'imprenditore e non dal livello dei salari, infatti se i profitti attesi sono abbastanza elevati gli imprenditori non in parte insensibili al livello dei salari.
  2. Investimento e tasso di interesse: un volume di investimenti non dipende solo dalla diminuzione del tasso di interesse, K. attribuisce infatti maggior importanza ai profitti attesi (EMK) i quali vengono scontati attraverso un tasso di sconto che verrà poi confrontato con il saggio di interesse; se maggiore rispetto allo sconto non faccio l'investimento se il contrario faccio l'investimento. Il tasso di interesse svolge un ruolo secondario, perché sono le aspettative sull'andamento dell'economia ad avere valenza maggiore.
  3. Risparmio: non c'è analogia tra risparmio e tasso di interesse, di più tra risparmio e reddito; da qui la funzione di risparmio proprio dalla funzione rispetto il reddito.
  4. Moneta: il tasso di interesse prende valenza perché crea l'uguaglianza cioè l'equilibrio tra domanda e offerta 141f51b di moneta. Al contrario della Scuola Classica che considera la moneta un "velo" K. rivela l'indiscutibile ruolo della domanda di moneta per motivi speculativi.
  5. Moltiplicatore: invalidando la legge di Say, K. Individua l'equilibrio di sottoccupazione, da cui è possibile pervenire a quello di piena agendo su una componente autonoma della domanda aggregata e quindi innescando il processo moltiplicatorio.
  6. Lo Stato: ruolo cruciale. La teoria di K. fu sviluppata in un periodo storico caratterizzato da una disoccupazione persistente e fa si che la piena occupazione sia raggiunta e mantenuta. Lo Stato aumentando le sue spese, attraverso il moltiplicatore, consegue incrementi sostanziali nella produzione di beni disponibili per il consumatore. L'azione governativa e i bassi tassi si interesse incoraggiano le imprese a crescere la loro produzione e dunque l'occupazione. Anche le imprese pubbliche sono un ottimo strumento per aumentare la produzione e l'occupazione come del resto a garantire la fornitura di beni e servizi al fine di assicurare la piena occupazione.

I policy makers non posso sottrarsi a fallimenti di mercato. Questi nascono con la negazione della concorrenza perfetta. Segnano un'incapacità del mercato di realizzare l'uso ottimo delle risorse che può derivare da esternalità (economie esterne). Le economie di scale per esempio fruiscono di vantaggi di localizzazione della stessa e di conseguenza l'allogazione delle risorse è diversa da quella che si avrebbe con la concorrenza perfetta. Le economie di scale sono vantaggi in termini di produzione e/o di costi di produzione, derivanti dall'ampliamento delle dimensioni di un impianto o di un'impresa. Con questo i policy makers si limitano,con interventi, il potere oligopolistico e monopolistico e a inducono le imprese a localizzarsi in zone dove la disoccupazione è strutturale. Questo tipo di meccanismo è caratteristico dell'economia mista e/o di mercato.

L'attività degli organi governativi influenza anche la distribuzione del reddito e sull'assistenza sociale redistribuzione del reddito.


La domanda di moneta è collegata alle transazioni ma anche al tasso di interesse

Dm= l1 (pQ) + l2 (i)


La funzione di produzione del breve periodo è analoga a quella studiata.

Salario monetario è

w=w0

La massimizzazione del profitto si ha

DELTA Q/DELTA L = w0/p W salario reale


Il risparmio dipende dal reddito

S= f(Q)

Investimenti

I= f(i)

Pur mantenendo questa differenza rimane la condizione S = I di equilibrio in piena e non occupazione.


Il dopo Keynes

Keynesiani: Davidson, Harrod, Minsky, Shackle, Weintraub. La moneta e le forze reali sono correlate, il saggio del salario nominale è fondamentale, mentre al distribuzione del reddito è meno importante. La piena occupazione è desiderabile ma ci può essere sottoccupazione. Con la teoria del capitale si accetta la scarsità dei beni e le aspettative sono esogene. Si privilegia la rigidità del salario monetario, che se ci fossero cambiamenti questi porterebbero a conseguenze inflative.

Neoclassici- keynesiani: Clower, Hicks, Solow, Tobin, Samuelson. La moneta è importante, il saggio del salario è uno dei tanti prezzi. La distribuzione del reddito è una questione di equità e deriva dall'equilibrio domanda e offerta 141f51b . Infatti la distribuzione per i neoclassici è un aspetto della teoria del valore cioè dei prezzi dei fattori e non di rapporti tra le classi. Assumendo l'ipotesi di pieno impiego, la disoccupazione è una situazione di disequilibrio mentre fondamentali sono la teoria della produttività marginale e l'assunzione di funzioni di produzioni adeguate. Nel lungo periodo l'inflazione è causata dall'offerta e dalla preferenza di liquidità, per il breve periodo vale la curva di Phillips.

Monetarismo e Nuova Economia Classica: il monetarismo di divide in due correnti

Friedman, monetarismo di tipo I aspettative adattive di Cagan la variazione delle aspettative si rifà agli errori del passato, dette infatti meccanismo dell'apprendimento dell'errore. La previsione del futuro non è altro che una correzione del passato. Tra queste anche le extrapolative.

pet - pet-1 = B (pt-1 - pet-1)

t e t-1 sono il periodo preso in considerazione e il precedente, B è il coefficiente di aspettative. Tra


Lucas, monetarismo di tipo II o meglio Nuova Economia Classica aspettative razionali di Muth, approccio debole (il soggetto si comporta razionalmente nel raccogliere le informazioni e nel formare le aspettative future); approccio forte (i valori sono stabiliti dai policy makers e le previsioni sono in media corrette).

pet  = A (pt /I t-1)

pet  rappresenta l'aspettativa soggettiva relativa al livello dei prezzi al tempo t, A è l'operatore di aspettativa, nella parentesi l'oggetto dell'esame cioè il livello attuale dei prezzi e le informazioni raccolte prima della previsione.


Offrono un ruolo fondamentale alla moneta, il saggio dei salari è uno dei tanti prezzi, la distribuzione del reddito è una questione di equità e deriva dall'equilibrio tra domanda e offerta 141f51b . Sussiste il pieno impiego nel lungo periodo e nel breve non sussiste teoria dell'occupazione. Ammessa la curva di Phillips nel breve periodo. Ricorrendo all'ipotesi del NRU (tasso naturale di disoccupazione) il monetarismo spiega la presenza di un tasso si disoccupazione positivo, negando un trade- off  tra disoccupazione e inflazione.

L'inflazione è un fenomeno prettamente monetario e dovuto dall'eccesso di domanda aggragata (inflazione da domanda) determinato a sua volta dall'eccesso di offerta di moneta.


Le altre aspettative sono: esogene cioè Keynesiane, e ci sono quelle statiche e quindi non ci sarà nessuna variazione nella variabile presa in considerazione (le aspettative di oggi sono uguali a quelle di ieri).

pet  pt-1


Supply Side Economics: di stampo neoclassico, ruolo importante alla politica fiscale nell'ambito degli interventi governativi. Due gruppi

radicale, enfatizzato da Laffer e dalla sua curva, porta molta attenzione al periodo in cui negli USA con Regan che predispone il proprio programma rivedendo una possibile diminuzione del carico fiscale. La politica fiscale era presa come riferimento per l'espansione dell'economia vedendo gli effetti sull'offerta e non sulla domanda come i keynesiani, cioè considerando le conseguenza su risparmio, investimento e offerta di lavoro. La flessione delle aliquote riguarda quelle maggiori. Con Prescott si stabilisce che per avere un pareggio nel bilancio pubblico si deve stabilizzare il gettito e quindi le aliquote mantenute costanti. La flessione delle imposte accresce le entrate fiscali ed esercita potenti effetti dal lato dell'offerta sull'inflazione

il gruppo principale: con Feldstein focalizza la sua analisi in base al tasso disoccupazionale cioè analisi tra il reddito al netto d'imposta di un disoccupato e di un lavoratore. I sussidi alla disoccupazione alimentano questo tasso, infatti tanto è più alto questo tasso tanto più è meno necessaria la necessità di trovare lavoro, in più anche per le imprese i sussidi creano instabilità nei rapporti di lavoro. Italia con la Cassa integrazione guadagni.


Scuola strutturalista: Hicks dopo la via neoclassica. Rigidità salariale. Il vero problema dell'economia sta nel comportamento del salario reale.


Ciclo Economico Reale Neoclassici e Neo-Neoclassici: l'attenzione è concentrata sui fattori non monetari poiché la neutralità della moneta è vera per definizione. La disoccupazione è volontaria ed è funzione di una elevata preferenza per il tempo libero. Studiano l'offerta di lavoro e le decisioni di consumo basato su scelte.


Il ciclo:

individuano nella sostituzione intertemporale tra attività lavorativa e tempo libero la scelta tra offrire o meno il proprio lavoro. L'elemento di riferimento è il tasso di interesse reale. In tale ottica risulta conveniente lavorare di più rispetto a quanto risulterebbe qualora tale tasso fosse inferiore. In sostanza in presenza di un tasso reale l'odierno massiccio lavoro diviene foriero consumo.

Aumentando la G (componente della domanda aggregata) questa stimola il tasso reale che spinge i lavoratori a offrire più lavoro e quindi spostare successivamente il loro tempo libero per realizzare un maggior vantaggio.

altra spiegazione alla teoria del ciclo è il progresso tecnologico: infatti di fronte ad una notevole innovazione tecnica si determinano delle conseguenze tali che investono sia la domanda che l'offerta. Infatti con l'innovazione aumenta l'offerta ed essendoci più beni aumenta anche la domanda. Quest'ultima può anche non aumentare in modo rilevante rispetto l'offerta e qui "cade" la teoria perché il tasso reale in questo caso diminuisce.


IS - LM

Il modello IS LM costituisce il perno dell'ortodossia del dopoguerra. È un approccio teorico che consente di analizzare l'impatto sul reddito e del tasso d'interesse di varie misure di politica economica. Ha valore nel breve periodo ma se si analizza nel medio e lungo sorgono problematiche di coerenza logica. Di qui considerazioni che investono il debito pubblico con riferimento all'effetto Ponzi Games (accumulo di debito che si realizza quando il debito paga gli interessi e alla scadenza il capitale di debito non grazie ai saldi attivi ma attraverso ulteriore debito; circuito vizioso), i fenomeni di crowding out e in rispetto la spesa privata (spiazzamento -out - oppure i rendimenti del Tesoro risultino più elevati rispetto a quelli praticati da banche e istituti di credito -in -) e infine i deficit gemelli (disavanzo pubblico + della bilancia commerciale).


L'equilibrio reale è rappresentato dalla IS

Costruzione grafico IS.

Riprendendo il grafico che illustra la croce Keynesiana (sezione a), esplicitiamo la funzione degli investimenti (sezione b). Un aumento del tasso di interesse fa diminuire gli investimenti programmati che passano da I1 a I0, per cui si riduce il livello del reddito (sezione a) che si porta a Y1 a Y2. La sezione c mostra la curva IS che riassume la relazione tra i e Y, se invece il saggio d'interesse flette, il livello del reddito aumenta e, appunto, viceversa.

Se una componente qualsiasi autonoma della domanda cresce la IS si sposta verso destra, se invece diminuisce, la linea si sposta a sinistra.


Pertanto la IS mostra la relazione tra il tasso d'interesse e il livello del reddito (prodotto) che emerge dal mercato dei beni e dei servizi. Tale linea è tracciata per una data politica fiscale, in quanto cambiamenti nella stessa possono condurre a un aumento della domanda di beni e servizi, così la IS si sposta verso a destra, al contrario verso sinistra e viceversa.

I miglioramenti dello stato di fiducia e ottimismo degli imprenditori e consumatori fa spostare la IS verso destra. Lo spostamento della IS è pari al prodotto del moltiplicatore per la variazione della spesa autonoma.


La IS è inclinata negativamente poiché il livello del reddito dipende, per ogni dato valore del moltiplicatore, dalla grandezza della spesa autonoma programmata, la quale è correlata negativamente al tasso di interesse. Perciò è inclinata così dal momento che ogni rialzo del tasso di interesse comprime la spesa per gli investimenti programmati, riducendo la domanda aggregata e il livello del reddito.

Anche la propensione marginale al risparmio fa spostare la curva, infatti un aumento riduce il moltiplicatore e sposta la IS e ne accresce l'inclinazione. Invece in presenza di una elevata propensione marginale al consumo la IS risulta più piatta dovuta da una domanda aggregata più inclinata.

Quanto minore è il moltiplicatore e quanto meno la spesa per gli investimenti è sensibile alle variazioni del saggio di interesse, tanto più inclinata risulta la curva.


I punti al di sopra e a destra della IS corrispondono a un eccesso di offerta di beni, mentre i punti al di sotto e a sinistra corrispondono a un eccesso di domanda di beni.

A tassi elevati la spesa per l'investimento è troppo bassa e la produzione quindi eccede la spesa programmata determinando un eccesso di offerta di beni, e viceversa.


La linea IS contiene tutte le combinazioni di reddito e di saggio di interesse per cui la domanda aggregata di beni e servizi si uguagli all'offerta globale di beni e servizi. Riunisce tutte le coppie possibili di valori di reddito e del tasso di interesse che generano volumi uguali di risparmio e investimento (infatti IS sancisce l'uguaglianza tra S=I) tali da determinare una posizione di equilibrio sul mercato dei beni e dei servizi.


Per la Scuola Keynesiana la IS è maggiormente inclinata in quanto il saggio di interesse non costituisce la variabile più rilevante nella determinazione del livello degli investimenti.

Con Keynes dopo il primo caso keynesiano della trappola della liquidità abbiamo il secondo caso che vede la IS perpendicolare all'asse delle ascisse il che starebbe a indicare che la domanda di investimento è poco elastica rispetto al tasso in interesse. Di conseguenza si può ritenere che gli investimenti siano funzione oltre che del saggio di interesse anche del livello del reddito e, a loro volta, i risparmi essere funzione del livello del reddito ma anche del saggio di interesse.

Per i monetaristi la IS è invece relativamente piatta poiché l'investimento è molto sensibile al tasso si interesse.


Il grafico della IS indica il luogo geometrico di tutte le combinazioni di reddito e di tasso di interesse tale per cui il risparmio programmato eguaglia l'investimento programmato, cioè equilibrio nel mercato dei beni e dei servizi.

La linea LM rappresenta il luogo geometrico di tutte le combinazioni di reddito e saggio di interesse per cui il mercato della moneta risulta in equilibrio con data offerta di moneta.

Il punto E segna la combinazione di reddito e di tasso di interesse per cui sia il mercato della moneta che quello dei beni e servizi sono in equilibrio posizione di equilibrio macroeconomico del sistema.


Equilibrio generale dei tre mercati (lavoro, beni e servizi e moneta)

Nel quadrante a si rappresenta il mercato del lavoro dove la domanda di lavoro si sposta in base alle variazione del livello dei prezzi. Nel quadrante c poniamo la funzione di produzione  di breve periodo, nel quadrante b indichiamo l'equilibrio macroeconomico dove di evidenzia la trappola della liquidità, mentre nel quadrante d tracciamo la bisettrice. Dall'esame congiunto dei grafici si evince l'equilibrio generale del sistema.

Supponiamo che il livello del prezzi cada a p1 con tale livello il salario reale cresce per cui la domanda di lavoro diminuisce, l'occupazione e la produzione flettono. D'altra parte la caduta dei prezzi investe la LM che subisce una trasposizione verso il basso, poiché i prezzi più contenuti implicano una maggiore liquidità nel sistema; a sua volta l'equilibrio del mercato dei beni e dei servizi avviene in corrispondenza di una domanda globale del sistema superiore all'offerta. Di qui il formarsi di uno squilibrio segnato da un'eccedenza di domanda. Ne consegue che un rialzo dei prezzi che dovrebbe favorire il ritorno del sistema verso la posizione di equilibrio.


Possibili spostamenti della IS e della LM

Crescita della propensione marginale al risparmio, un simile aumento fa spostare la IS verso sinistra. Infatti quando la propensione marginale al risparmio cresce a dati valori di saggio di interesse e di prezzi, corrispondono bassi valori di reddito reale per cui il risparmio si uguagli all'investimento. In sostanza occorre che ad ogni livello di reddito reale corrisponda un più basso valore di tasso d'interesse per far si che l'investimento aumenti per portare in equilibrio il mercato. Con questa variabile che aumenta si causa la flessione del moltiplicatore del reddito e del saggio di interesse e viceversa.

Rialzo della EMK causa un aumento del valore di equilibrio del reddito e del tasso d'interesse e viceversa.

Cresce la preferenza per la liquidità, il sistema chiede più moneta, così il tasso d'interesse aumenta e il livello del reddito flette e viceversa. Infatti la lievitazione del tasso di interesse penalizza gli investimenti.


Aumento dell'offerta di moneta la LM si sposta verso destra in quanto l'espansione dell'offerta de moneta genera uno squilibrio nel mercato monetario per le coppie di reddito e tasso di interesse, per cui, per ogni valore di reddito il saggio di interesse deve ridursi affinché la lievitazione della domanda de moneta conduca all'equilibrio.


Impostazione keynesiana e neoclassica (monetarista)


Nel tratto AB ci troviamo in una situazione di trappola della liquidità. Come sappiamo l'aumento dell'offerta di moneta viene intrappolata e dunque non destinata alla spesa. In una situazione del genere qualora si voglia espandere il livello del reddito, occorre ricorrere a un intervento di politica fiscale espansiva (sola possibile in tutti e due i casi keynesiani).

Nel tratto BC per espandere il reddito si può agire sia sulla politica fiscale che monetaria, mentre nel tratto CD in cui la LM è perpendicolare non si può intervenire sulla politica fiscale ma solo su quella monetaria (caso spiazzamento completo). Pertanto nel diagramma sopra riportato, si individuano con immediatezza il caso keynesiano, misto e neoclassico.


Livello dei prezzi che aumenti, si muove la LM. La quantità di moneta disponibile di riduce e quindi un aumento dei prezzi è equiparato ad una diminuzione di moneta. Di conseguenza la LM si sposta verso sinistra e viceversa.

Nella visione di Patinkin la flessione dei prezzi ricorrendo all'effetto dei saldi liquidi reali, creando maggiore potere d'acquisto, potrebbe favorire lo spostamento a destra della IS.

Nella visione di Fischer invece la flessione dei prezzi è vista come una depressione del sistema.



IS - LM - BP Modello di Mundell- Fleming

Supera l'ipotesi keynesiana di un sistema chiuso. Infatti l'estensione del modello all'economia aperta con perfetta mobilità dei capitali è noto come modello IS LM BP.

Comporta l'introduzione di un'ulteriore componente della domanda aggregata e di un successivo mercato quello relativo all'estero. Diviene cogente riflettere sul saldo della bilancia dei pagamenti che è dato da BC+BK, bilancia partite correnti + movimenti di capitale.

BC= E-mY; alla differenza tra esportazioni e importazioni di merci e di servizi. Esportazioni esogene e importazioni dipendenti dal livello del reddito.

BK= b(i-i*); afflusso e deflusso di capitali, deve esserci disparità tra tasso domestico i e tasso estero i*. Dove b>0 e i* è dato esogenamente.

Si ottiene che:

i = i* - 1/b E + m/bY  individua una relazione lineare che esprime le combinazioni di reddito e tasso di interesse tali da assicurare l'equilibrio della bilancia dei pagamenti.


La linea BP è crescenti poiché al lievitare del reddito aumentano le importazione dunque si impone un afflusso di capitali per mantenere il pareggio della bilancia dei pagamenti e viceversa. L'inclinazione di tale linea è tanto maggiore quanto più elevata è la propensione ad importare e tanto più bassa è la mobilità dei capitali internazionali successiva a modifiche nel differenziale del saggio di interesse. La linea è soggetta a spostamenti in base ai valori assunti dalle variabili esogene. Così in incremento delle esportazioni o una flessione del saggio di interesse determinano una traslazione parallela della BP verso il basso, dato che si registra un miglioramento del saldo in conto corrente, nel caso opposto si verifica uno spostamento verso l'alto.

Ogni punto al di sopra della BP individua un avanzo mentre al di sotto un disavanzo.

Le combinazioni di reddito e di tasso d'interesse assicurano l'equilibrio macroeconomico interno ma non ancora quello di valenza generale, per cui di impone l'inserimento nel quadro illustrativo della linea BP che esprime tutte le combinazioni di reddito e di tasso di interesse per avere equilibrio nella bilancia dei pagamenti.

Per fare ciò ci si avvale del principio della classificazione efficiente (o effettiva) dei mercati (Mundell) secondo cui ogni strumento deve essere impiegato per l'obiettivo su cui esso esercita la maggior influenza.

Il modello si basa su determinate assunzioni:

  1. la curva di offerta aggregata è piatta, variazione della domanda si riflettono sull'offerta e non sui prezzi.
  2. le aspettative sul tasso di cambio sono statiche nel tempo.
  3. la condizione di parità di potere d'acquisto non è ritenuta valida. Questa è vista su due aspetti: quella debole più realistica dice che le variazione del tasso di cambio si aggiustano in virtù del differenziale dei due paesi; quella forte più irrealistica dice che il tasso di cambio si muove per far si che i prezzi dei due paesi di uguaglino.
  4. la mobilità dei capitali può essere perfetta o imperfetta cioè che il tasso di cambio rispetto a quello domestico sia per forza uguale oppure può divergere.

Per analizzare l'economia aperta bisogna tener conto dei due regimi di cambi: fissi o flessibili.

In un regime di cambi fissi gli avanzi o i disavanzi della bilancia dei pagamenti non possono provocare modifiche nel cambio ma danno luogo a variazioni della basa monetaria. Infatti non può praticare una politica monetaria indipendente il regime fisso.

Il tasso di cambio è variabile esogene per il fisso endogena per il flessibile.



Ulteriori interpretazioni sul modello Mundell- Fleming

Il modello viene sottoposto a critiche. In esso si assume che i prezzi siano dati all'interno e all'esterno. Tuttavia un aumento del prezzi interni può tendere a far spostare verso sinistra la IS e la LM. Lo spostamento verso sinistra della IS deriva dalla ridotta capacità di acquisto. La crescita provoca anche lo spostamento della LM verso sinistra dovuto dalla riduzione della quantità di moneta in termini reali, che si equivale a una politica monetaria restrittiva. A sua volta la BP può spostarsi in alto per l'incremento dei prezzi interni subendo un movimento simile al caso dell'apprezzamento del cambio nominale.

Diviene importante parlare di real balance effect e dell'effetto di Fischer. Il primo detto anche effetto dei saldi liquidi reali, fa riferimento alle variazioni nell'offerta reale di moneta. In sostanza dice che una diminuzione dei prezzi corrisponde ad una crescita dei consumi cioè di potere d'acquisto, invece Fischer vede la diminuzione dei prezzi come indice di depressione per il sistema.

Non va trascurato il fatto che in regime di cambi fissi la politica fiscale espansiva potrebbe stimolare una lievitazione reddituale di stampo inflazionistico. Nel caso in cui si elevino i prezzi interni la BP si innalza e la IS e LM si spostano a sinistra con conseguenze riduttive sull'espansione.

In regime di cambi flessibili una politica fiscale espansiva con elevata mobilità di capitali migliora la situazione della BP comportando un apprezzamento del cambio nominale con conseguente flessione dei prezzi. Questa si palesa benefica nel mitigare le conseguenze negative dell'apprezzamento nell'equilibrio reale.

Considerando una misura espansiva monetaria l'incremento dei prezzi successivo al deprezzamento può contenere il risultato positivo sul reddito. In sostanza hanno un ruolo molto importante le aspettative sulla variazione dei cambi.

Prendendo in esame la potenziale svalutazione va rilevato che essa può innescare circoli viziosi del tipo svalutazione- inflazione- svalutazione e favorire fenomeni del tipo beggar my neighbour.

In sostanza Mundell usò dal '61 al '71 in virtù del principio dell'efficienza ed efficacia del mercato due strumenti: la politica monetaria e fiscale, la prima per l'obiettivo dell'equilibrio esterno tramite i tassi e la seconda per l'equilibrio interno. Ma dalle critiche ne emerge il Cambridge Debete.

Negli anni '70 però con NIxon e la prima svalutazione si cominciò a parlare di cambi flessibili, che attraverso Kandar si apporta la critica sulle relazioni politiche- obiettivo non più accettabili. Di qui il Cambridge Debete.

Old school recupera l'insegnamento di Mundell, cioè l'assegnazione della politica di bilancio all'equilibrio interno e la politica monetaria- valutaria a quello esterno pur essendoci il regime a cambi flessibili.

New school apporta un nuovo abbinamento cioè politica di bilancio per equilibrio esterno e politica monetaria- valutaria per l'equilibrio interno.

Il nuovo abbinamento muove dalle considerazione che almeno per l'economia di trasformazione (in cui le importazioni sono rilevanti) il deprezzamento o la svalutazione del tasso di cambio risulta essere un efficace incentivo per il settore produttivo ma può risolversi in un peggioramento del saldo della bilancia commerciale in quanto le M risultano più costose e questo contrae anche gli introiti derivanti dalle E. Pertanto ai fini dell'equilibrio esterno risulterebbe più conveniente ridurre M con una politica di bilancio restrittiva che consentisse un contenimento della domanda. Il dibattito non si sofferma però sugli effetti collaterali della politica fiscale e della politica valutaria, sulle differenti scelte quantitative, sulle conseguenza distributive della politica fiscale e quella del cambio, ma soprattutto non si occupa delle politica dei prezzi. In più prescinde dal fatto che la svalutazione non può protrarsi all'infinito.

Mundell sottolinea poi nella sua funnel theorem che la politica fiscale (impatto sulla domanda e offerta aggregata) e quella monetaria (impatto inflazionistico) avendo una natura diversa non possono confluire nello stesso "fumaiolo" e quindi non si verificano contemporaneamente.


Nello scenario internazionale si possono creare fenomeni singolari:

Bubbles, bolle speculative, il valore del cambio si alimenta troppo rispetto al valore nominale, quindi più si è sopravvalutato più velocemente di apprezza e viceversa. Esempio, la prima bolla fu per i tulipani nel 1635 tutilomania

Pesos, si fa valenza sulle aspettative sull'andamento dei fattori economici, le più salienti influenzano l'andamento del tasso di cambio.

Sunspots, macchie solari di Jevons, quello che si crede si avvera.

L'over e l'under shooting. Il primo indica il superamento del bersaglio cioè svalutazione eccessiva del cambio rispetto al necessario per poi rivalutarsi, è visto come un'iperreazione alla politica monetaria. Il secondo viceversa.

Se aumenta l'offerta di moneta il tasso di interesse diminuisce ma non si può svalutare all'infinito quindi le aspettative di overshooting  si innescano a far si che si rialzi. Per l'undershooting il contrario.


DEFINIZIONI:

Disoccupazione classico: determinata dall'esistenza di elevati salari reali. Ha origine quando nel mercato del lavoro ci sono livelli di salario reale elevati.

Disoccupazione frizionale: non provoca problemi al sistema, infatti è la disoccupazione compatibile con la piena occupazione.

Disoccupazione keynesiana: indicata anche come disoccupazione involontaria per deficienza di domanda aggregata. Dal forte legame che la domanda di lavoro ha con la domanda aggregata, se quest'ultima diminuisce anche l'altra diminuisce.

Disoccupazione settoriale: è quella che si origina in certi settori economici.

Disoccupazione strutturale: è espressa dalla squilibrio esistente tra le specializzazioni richieste dalle imprese e quelle disponibili. Può ricorrere anche per la diversa dislocazione di domanda e offerta 141f51b di lavoro.

Disoccupazione tecnologica: è quella creata dall'introduzione di processi produttivi con aggiornamenti intensivi di capitale e meno manodopera.

Disoccupazione volontaria: i lavoratori preferiscono rimanere disoccupati, come i lavoratori fluttuanti, che lavorerebbero eventualmente solo se il livello del salario reale fosse più elevato.

Effetto stigma: segna la situazione dei disoccupati e quali, essendo tali, sono "segnati" a rimanere in un simile stato senza possibilità di sbocco.

Forza lavoro: è data dalla somma degli occupati e dei disoccupati.

Prodotto naturale: concetto monetarista ed è il prodotto realizzato quando non c'è attrito tra la domanda e l'offerta di lavoro.

Prodotto potenziale e di piena occupazione: il sistema economico produce utilizzando pienamente le risorse esistenti.

Tasso di attività: è la percentuale degli appartenenti alla forza lavoro sul totale della popolazione.

Tasso di dipendenza di un paese: segna il rapporto tra il numero dei lavoratori in pensione, aumentato del numero dei giovani non ancora in età di lavoro e le forze di lavoro complessive.

Tasso di disconfort (indice di Okun o di malessere): è dato dalla somma del tasso di disoccupazione e del saggio inflativo.

Tasso di disoccupazione: indica il rapporto in percentuale tra disoccupati e forza lavoro.

Tasso di disoccupazione allargato: si aggiungono al denominatore e al numeratore del tasso di disoccupazione le persone che svolgono delle azioni di ricerca attive nel periodo relativo ai 30 giorni precedenti all'intervista.

Tasso di disoccupazione giovanile: si rapportano le persone in cerca di occupazione in età dai 15 ai 24 anni sulle forze di lavoro, nella stessa classe d'età.

Tasso di non occupazione: è rapporto della popolazione complessiva meno gli occupati sul totale della disoccupazione.

Tasso di occupazione: è il rapporto tra occupati a qualsiasi titolo e la popolazione in età di lavoro.

Tasso di partecipazione: la forza lavoro viene rapportata alla popolazione in età lavorativa.

Tasso di separazione: è il tasso che segna l'uscita di lavoro (rapporto tra coloro che da occupati passano a essere disoccupati).

Tasso di turnover: indica la somma del numero dei posti di lavoro creati e distrutti in un dato periodo.

Tasso naturale di disoccupazione (NRU): ottica monetarista, segna il non attrito tra la domanda e l'offerta di lavoro. A questo si "oppone" il NAIRU il quale è il tasso di disoccupazione in presenza di inflazione non accelerata (non aumento dei prezzi eccessivo). È espresso: NAIRU= NRU+(π*-πt)/g dove π* è il saggio di incremento della produttività nel periodo precedente a quello considerato, πt è il rialzo effettivo di produttività del lavoro per l'anno considerato, g indica di quanto i salari decelerano quando il saggio disoccupazionale effettivo lievita.





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