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IL DECADENTISMO

letteratura italiana



IL DECADENTISMO

Decadentismo Corrente letteraria europea che ebbe origine in Francia e si sviluppò in Europa tra gli anni Ottanta dell'Ottocento e il primo decennio del Novecento. Il termine "decadentismo" nacque con l'accezione negativa di "decadenza", sentita come il declino non 111i89b soltanto letterario di un'intera civiltà, e ancora prima di diventare il titolo di una rivista letteraria francese ("Le Décadent", fondata nel 1886) era stato utilizzato dalla critica per definire l'opera di quegli scrittori che manifestavano un'insubordinazione al gusto e alla morale della borghesia, divenuta classe egemone e garante dello statu quo dopo l'esaurirsi della spinta rivoluzionaria del 1848. Due opere, in particolare, avevano suscitato grande scandalo in Francia a metà Ottocento: I fiori del male di Charles Baudelaire e Madame Bovary di Gustave Flaubert, entrambe del 1857.


Il decadentismo ha aspirazioni aristocratiche, che si esprimono nel gusto estetizzante. Sul piano artistico l'estetismo si traduce nella ricerca di raffinatezza esasperata ed estenuata, non di rado con incursioni nel mondo antico o in paesi lontani per attingervi la bellezza che manca nel mondo circostante. D'altra parte l'idea della superiorità assoluta dell'esperienza estetica induce l'artista a tentare di trasformare la vita stessa in opera d'arte, dedicandosi al culto della bellezza in assoluta libertà materiale e spirituale, in polemica contrapposizione con la volgarità del mondo borghese..


C'è un libro che si può considerare il manifesto del decadentismo: Controcorrente (1884) di Joris-Karl Huysmans. Il romanzo racconta lo squisito stile di vita del protagonista, Des Esseintes, un sofisticato e perfezionista intenditore d'arte che vive in campagna isolato dal mondo




In Italia, dove la trasformazione economica in senso capitalistico avvenne in ritardo e in modo repentino, il decadentismo non assunse il carattere radicale e dirompente che ebbe nella vicina Francia. Diversa è soprattutto la concezione della figura del poeta, il quale mantiene una funzione di guida culturale della società, al contrario di quanto avviene in Francia, dove Mallarmé riconosce nell'isolamento la condizione dell'artista, costretto ai margini di una "società che non gli permette di vivere". Esemplare è la figura di Gabriele d'Annunzio, poeta e letterato, ma anche uomo pubblico e straordinario precursore della moderna società dello spettacolo (si pensi al gesto clamoroso del suo volo su Vienna, con il lancio di volantini tricolori), il quale, rimarcando la superiorità dell'intellettuale, si atteggia a vate e condottiero degli spiriti più nobili e arditi della nazione.


I maggiori scrittori decadenti furono, oltre a D'Annunzio, Pascoli e Fogazzaro. D'Annunzio rovesciò l'elemento aristocratico tipico del decadentismo in spettacolo da offrire al pubblico, in parte da recitare a beneficio delle masse, e lo fece creando anzitutto il mito di se stesso, l'intellettuale più celebre e chiacchierato dell'epoca in Italia. Egli tenne conto con grande tempismo delle esperienze letterarie straniere contemporanee sia in prosa sia in poesia. Così, se Andrea Sperelli, il protagonista del romanzo Il piacere (1889), rappresenta l'uomo raffinato e colto amante dell'arte e delle donne, Claudio Cantelmo impersona il superuomo nelle Vergini delle rocce (1895), mentre nel Notturno (1921) prevale un ripiegamento dell'autore su se stesso, assieme a una tematica più intima e riflessiva. La poesia di D'Annunzio, che teneva conto soprattutto delle esperienze francesi, divenne in breve il modello di riferimento (sia in positivo sia in negativo) della generazione di poeti contemporanea e di quella successiva. La sua sensibilità straordinaria investe il mondo dei sentimenti, quello della natura e quello dell'arte, e la sua affascinante scrittura, ricca e suggestiva, ne costituisce la più appropriata traduzione in termini letterari.

La poesia di Giovanni Pascoli rappresenta un felice tentativo di sprovincializzazione in senso simbolista, fondato su una realtà locale molto individuata, anche linguisticamente. Il poeta possiede una sensibilità che gli permette di entrare in contatto con il mondo che egli canta senza mediazioni razionali o intellettuali, e la sua poesia rende conto di questa magica sintonia. Lo fa con termini molto precisi, anche di uso comune, con versi spezzati e interrotti, con una ricerca sul suono che vuole ridare la suggestione degli oggetti di tutti i giorni e degli ambienti modesti che sono la base della sua ispirazione.

Il tentativo di conciliare la scienza con la fede cattolica è un motivo importante delle opere e del pensiero di Antonio Fogazzaro, che si interessò anche di occultismo e magia, tendenza, questa, contrastata dalla Chiesa, fino alla presa di posizione ufficiale rappresentata dall'enciclica Pascendi Dominici Gregis del 1907 contro il movimento modernista. Quello di Fogazzaro è comunque un cattolicesimo irrequieto, che convive con una sensibilità a tratti morbosa. Le donne dei suoi romanzi sono spesso nervose ai limiti della malattia, instabili e volubili, impossibili da comprendere fino in fondo e perciò affascinanti. È proprio la componente religiosa a dare profondità alla rappresentazione del fascino femminile, l'emozione della tentazione inconfessabile ad alimentare la costruzione di personaggi come Marina di Malombra (1881) o Violet del Mistero del poeta (1888).


IL FUTURISMO

Movimento artistico italiano fondato dallo scrittore e letterato Filippo Tommaso Marinetti, che nel 1909 ne pubblicò il Manifesto sul quotidiano francese "Le Figaro"; programmaticamente rivolto a un pubblico di massa, interessò tutte le discipline artistiche, dalla letteratura alla pittura, dall'architettura alla musica. I futuristi rifiutavano la tradizione e si opponevano a ogni retaggio della cultura del passato, esaltando per contro la modernità nei suoi aspetti più caratteristici: la velocità, le macchine, le metropoli, i complessi industriali.

La breve vita del movimento si concluse verso il 1914, anche se alcuni critici e storici dell'arte parlano di un secondo futurismo manifestatosi negli anni Trenta. L'esperienza italiana esercitò tuttavia una profonda influenza sulla vicenda creativa di molti artisti europei: ricordiamo in particolare Marcel Duchamp, Fernand Léger e Robert Delaunay in Francia, e in Russia i costruttivisti (come El Lissitskij e Vladimir Tatlin), Kazimir Malevič, Natalja Gončarova.


IL Crepuscolarismo

Crepuscolarismo Orientamento di un gruppo poeti italiani dei primi del Novecento che, pur riconoscendosi in un'idea comune di poesia, non facevano capo a una vera e propria scuola e non avevano elaborato una precisa poetica.

Il maggiore rappresentante del gruppo fu Guido Gozzano (La via del rifugio, 1907; I colloqui, 1911); altri esponenti furono Sergio Corazzini, Marino Moretti e Fausto Maria Martini. Il termine, usato per la prima volta da Giuseppe Antonio Borgese in una recensione, sottolineava il tono dimesso, pacato e un po' triste della loro poesia. In effetti, sia i temi sia le scelte espressive concorrono a un risultato di modesto realismo quotidiano. Il linguaggio è comune, le parole spesso appartengono al parlato, il verso tende alla prosa perché il mondo rappresentato è fatto di "piccole cose di pessimo gusto", per citare un verso di Gozzano, a cominciare dagli interni piccolo-borghesi costellati di oggetti caratteristici. In questo mondo domestico si muovono personaggi qualunque che vivono esistenze umili e banali, come la Signorina Felicita, ragazza casalinga "quasi brutta" protagonista di una celebre poesia di Gozzano. Verso questo mondo provinciale l'atteggiamento del poeta è di malinconia e insieme di consapevole distacco ironico.

Tutto ciò non significa affatto che la poesia crepuscolare sia ingenua e semplice: la scelta letteraria di questi autori, al contrario, è ben precisa e consapevole. Se da un lato rifiuta e supera il modello nobile e magniloquente di Gabriele D'Annunzio (pur rifacendosi in particolare a una sua raccolta di poesie dai toni particolarmente pacati, il Poema paradisiaco), dall'altro individua precisi modelli italiani e stranieri: in Italia la poesia "prosastica" scapigliata (ad esempio di Vittorio Betteloni) e il simbolismo di Giovanni Pascoli, all'estero Paul Verlaine e alcuni poeti decadenti fiamminghi e francesi, come Maurice Maeterlinck, Georges Rodenbach, Jules Laforgue.









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