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Il libro 'La volontà di potenza'

psicologia



Il libro "La volontà di potenza"


La domanda "che cos'è l'ente??" cerca l'essere dell'ente. Tutto l'essere è per Nietzsche un divenire. Questo divenire, tuttavia, ha il carattere dell'azione e dell'attività del volere. Ma la volontà, nella sua essenza, è volontà di potenza. Questa espressione nomina ciò che Nietzsche pensa quando pone la domanda-guida della filosofia. Questa espressione si impose come titolo della programmata opera capitale, che in realtà non fu realizzata. Il libro di cui oggi disponiamo, intitolato La volontà di potenza, contiene lavori preliminari ed elaborazioni parziali di quest'opera. Anche l'abbozzo del piano in cui questi frammenti sono ordinati, l'articolazione in 4 libri e i titoli di questi 4 libri sono di Nietzsche stesso.


Nietzsche nacque nel 1844 in una casa parrocchiale protestante. Da studente di filologia classica a Lipsia prese conoscenza dell'opera capitale di Schopenhauer Il mondo come volontà e rappresentazione. Durante il suo ultimo semestre a Lipsia, incontrò personalmente Wagner. Oltre al mondo dei Greci, che per Nietzsche rimase decisivo per tutta la vita sebbene, negli ultimi anni di lucidità, per certi aspetti avrebbe lasciato spazio alla romanità, le forze spiritualmente determinanti furono in un primo momento Schopenhauer e Wagner. Prima di conseguire il dottorato, venne nominato professore straordinario di filologia classica a Basilea. Qui entrò in rapporto amichevole con Burckhardt e con lo storico della Chiesa Overbeck. Nietzsche conobbe pure Bachofen, senza che il loro rapporto andasse oltre la riservatezza solita tra colleghi. 10 anni più tardi lasciò la cattedra. Ancora 10 anni dopo, nel gennaio 1889, fu colto dalla follia e morì il 25 agosto 1900.   (Gast, compositore, suo amico-aiutante)




Già nel periodo di Basilea si compie il distacco interiore da Schopenhauer e Wagner. Ma solo negli anni tra il 1880 ed il 1883 Nietzsche trova se stesso, e per un pensatore ciò significa trovare la sua posizione di fondo nell'insieme dell'ente e quindi l'origine determinante del suo pensiero. Tra il 1882 ed il 1885 è improvvisamente travolto dalla creazione dello Zarathustra. Negli stessi anni nasce il piano della sua costruzione filosofica capitale. Durante la preparazione dell'opera programmata cambiano più volte progetti, piani, articolazioni e prospettive della costruzione. Non è presa alcuna decisione in favore di uno solo di essi; e nemmeno segue un'elaborazione dell'insieme che consenta di intravedere un abbozzo determinante. Nell'ultimo anno (1888) prima del crollo vengono definitivamente abbandonati i piani iniziali. Una singolare inquietudine si impossessa ora di Nietzsche, che non può più attendere il lento maturare di una vasta opera che dovrebbe parlare solo come opera per sé. Nietzsche deve parlare in prima persona, deve mettersi in primo piano, annunciare la sua posizione universale e prendere le distanze per non essere confuso con altri. Nascono così i 5 brevi scritti, Il caso Wagner, Nietzsche contra Wagner, Il crepuscolo degli idoli, Ecce homo e L'Anticristo.

Ma l'autentica filosofia di Nietzsche, la posizione di fondo dalla quale egli parla in questi e in tutti gli scritti da lui stesso pubblicati, non arriva ad assumere una forma definitiva né ad essere pubblicata come opera. Ciò che Nietzsche stesso ha pubblicato nel corso della sua attività è sempre avanscena. La filosofia vera e propria rimane dietro le quinte, come eredità.

Un anno dopo la sua morte, apparve una prima compilazione di lavori preliminari di Nietzsche alla sua opera capitale. Questa compilazione si basava sul piano di Nietzsche; furono inoltre utilizzati indici nei quali egli stesso aveva raggruppato singoli brani.

La prima edizione della Volontà di potenza comprendeva 483 brani.

Presto ci si accorse che questa edizione era largamente incompleta rispetto al materiale manoscritto disponibile. Successivamente apparve una nuova edizione, notevolmente accresciuta, che si atteneva allo stesso piano. Essa comprendeva più del doppio dei brani rispetto alla prima. Ma anch'essa non contiene l'intero materiale; ciò che non fu accolto nel piano apparve, nell'edizione completa, nei volumi dei frammenti postumi.

Da pochi anni l'Archivio Nietzsche di Weimar sta preparando un'edizione storico-critica completa delle opere e delle lettere di Nietzsche in successione cronologica. Dovrebbe diventare l'edizione definitiva, quella che farà testo. Essa non separa nemmeno più gli scritti pubblicati da Nietzsche stesso dal lascito, come invece faceva l'edizione completa precedente, ma, per ogni periodo, riporta contemporaneamente il materiale edito e inedito. Questa edizione storico-critica completa rimane nel suo impianto equivoca:

in quanto edizione storico-critica completa, che riporta tutto il materiale reperibile ed è guidata dal principio della completezza, fa parte della serie delle imprese dell'800

per il genere di spiegazione biografico-psicologica e per la ricerca altrettanto completa di tutti i dati sulla vita di Nietzsche e sulle opinioni dei suoi contemporanei, è un parto della mania psicologica-biologistica del nostro tempo

Essa avrà un futuro solo se riuscirà nel compito di mettere realmente a disposizione l'opera autentica (1881-1889). Ma questo, che è il compito vero e proprio, non potrà mai essere attuato se, nel domandare, non avremo capito che Nietzsche rappresenta la fine della metafisica occidentale e non saremo passati alla domanda del tutto diversa della verità dell'essere.

I brani citati non sono, perlopiù, semplici frammenti rimasti a metà e annotazioni brevi, ma sono aforismi accuratamente elaborati, così si è soliti chiamare le singole annotazioni di Nietzsche. Ma ogni breve annotazione non è già un aforisma, cioè un'affermazione o un detto chiuso nella sua purezza, scevro di ogni elemento inessenziale e comprendente solo dell'essenziale. Nietzsche annota una volta di avere il desiderio di dire in un breve aforisma quello che altri non dicono in un libro intero.





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