Caricare documenti e articoli online 
INFtub.com è un sito progettato per cercare i documenti in vari tipi di file e il caricamento di articoli online.


 
Non ricordi la password?  ››  Iscriviti gratis
 

INTRODUZIONE:IL DOPOGUERRA

economia politica



INTRODUZIONE:IL DOPOGUERRA




Dopo la seconda guerra mondiale oltre ai 60 milioni di morti ci furono anche problemi economici soprattutto per le nazioni che avevano partecipato al conflitto, un po' meno per quelle non interessate direttamente (STATI UNITI, AMERICA LATINA, AFRICA DEL SUD, AFRICA DELL'EST E CONGO). In questi paesi furono create industrie che sopperirono alla scarsa produzione che in questi anni si era fermata nei paesi impegnati nel conflitto. Alcune di queste attività soffrirono la concorrenza delle industrie che con il tempo ripresero la loro produzione, altre invece riuscirono a porre basi solide per continuare a sopravvivere. Ingenti furono i danni provocati dalla guerra: abitazioni, infrastrutture (come ponti e linee ferroviarie) che distrutte dai bombardamenti nei primi anni dopo il conflitto non permisero il trasporto dei car 555i82f buranti per mettere in funzione le industrie, ne delle materie prime necessarie per avviare la produzione. Danni ingenti si ebbero anche nell'agricoltura.



Ma le cose si risolsero presto come dimostrano i dati statistici. Già dal 1950 infatti il livello dei redditi era ben al di sopra di quello registrato prima della guerra.

Pnl = PRODOTTO NAZIONALE LORDO(composizione dei beni e dei servizi

consumati dai paesi presi in esame)

Se poi dal Pnl si tolgono i beni e i servizi destinati a rimpiazzare il capitale obsoleto (non sono beni di consumo ma solo costi) si ottiene il Pnn = prodotto nazionale netto.

I risultati ottenuti non devono essere presi come misure significative precise ma solo come indicazioni generali.

Il Pnl e il Pnn sono strumenti adatti a confrontare la produzione complessiva o i tassi di variazione del reddito in economie simili tra loro.

La povertà dei paesi non europei è di natura diversa rispetto ai problemi ,circoscritti nel tempo, che hanno investito i paesi europei. (malattie, alti tassi di mortalità, fame, mancanza di comodità).

Negli anni successivi alla guerra gli europei soffrirono di scarsità di cibo,combustibile,materie prime ed attrezzature e non vedevano altra fonte di offerta che le materie prime prodotte in eccedenza nel nord America. Il problema era che per acquistarle servivano dollari,molti di più di quanti il resto del mondo ne possedeva. Di conseguenza il mondo industrializzato postbellico era dominato dalla cosiddetta "penuria di dollari"ma essa ebbe vita breve. Anche se il dollaro perse la sua importanza con il passare degli anni, gli Stati Uniti non hanno perso il loro ruolo di paese dominante. L'influenza politica andò di pari passo con l'egemonia economica degli Stati Uniti. Entrati in guerra a conflitto iniziato (sia nella prima che nella seconda guerra mondiale) la loro partecipazione fu decisiva per la vittoria degli alleati. Ma mentre nella prima guerra mondiale gli Stati Uniti dopo il conflitto si ritirarono in una politica di ISOLAZIONISMO, nella seconda guerra mondiale ricoprirono un ruolo determinante e dominante. Per questo motivo e sostenuti dalla forza militare ed economica,gli Stati Uniti divennero una delle due superpotenze del XX secolo.

TRE EVENTI POLITICI CARATTERIZZARONO IL DOPOGUERRA:

- divisione del mondo industrializzato in due blocchi contrapposti ed ostili:   

- i paesi occidentali "capitalisti" democratici capeggiati dagli Stati Uniti

- i paesi dell'Est, "socialisti" dominati dall'Unione Sovietica

Nel 1947 dopo essere stati alleati gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica incominciarono a guardarsi

con sospetto. L'Unione Sovietica si espanse ad ovest, assorbendo i tre paesi balcanici, parte della

Polonia, della Germania e della Romania. Gli Stati Uniti usarono il loro potere per impedire che

altri paesi seguissero la stessa strada e circondarono l'Unione Sovietica con basi militari. Le due

superpotenze unirono a se i loro alleati con patti militari, la Nato e il patto di Varsavia. Entrambi

hanno evitato un conflitto diretto mantenendo uno stato permanente di ostilità dando vita alla

"guerra fredda". Si ebbero comunque dei conflitti: Corea(1950-53), Vietnam(1965-75) e

Afghanistan (1979-88). Nel corso degli anni il conflitto tra est ed ovest dominò la politica, la

diplomazia e gli affari militari ed ebbe effetti anche sullo sviluppo economico. I paesi che non

facevano parte di queste due orbite furono chiamati paesi del TERZO MONDO.

- la decolonizzazione come anche in passato i paesi che perdevano dovevano cedere    

parte dei propri territori. L'Italia e il Giappone dovettero rinunciare ad alcune colonie ma questa

volta anche i vincitori cedettero qualcosa, indipendenza di alcune colonie oltremare. (Gran

Bretagna, Francia, Olanda, Belgio e Stati Uniti).

Questo processo ha portato alla creazione di nuovi paesi formalmente indipendenti ma con

economie sbilanciate, prive di manodopera qualificata e di grandi tradizioni politiche per cui

rimasero dipendenti dai paesi industrializzati.

- creazione di organizzazioni e convenzioni internazionali la più grande l'ONU (Organizzazione

delle Nazioni Unite) intendeva comprendere tutti i paesi del mondo. Formalmente l'ONU è

considerato il successore delle Società delle Nazioni fondata dopo la prima guerra mondiale. Dopo

la seconda guerra mondiale si cercò di evitare le guerre e di creare condizioni per una coesistenza

pacifica tra gli stati. L'ONU è stato importante anche per la negoziazione e per il raggiungimento

di accordi tra gli stati.

Le agenzie dell'ONU, come l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO), il Consiglio economico e sociale, la Corte internazionale di giustizia, l'Organizzazione per l'agricoltura e l'alimentazione (FAO) hanno dato contributi per i paesi più poveri e hanno rafforzato il quadro di collaborazione, aiuto e comprensione tra gli stati.


PRODUZIONE E PRODUTTIVITA'



Il mondo ha subito molti mutamenti economici tra gli anni '40 e gli anni '90. Non c'è un altro periodo storico che abbia visto cambiamenti su scala mondiale paragonabili a quelli avvenuti in mezzo secolo. Alla base di ciò c'è stata una crescita senza precedenti della produzione e della produttività che ha giocato il ruolo chiave nella storia economica mondiale.

Pil = il prodotto senza gli effetti delle importazioni e delle esportazioni.

I tassi di crescita realizzati dopo la seconda guerra mondiale, in così tanti paesi e per un periodo così lungo, costituiscono una novità storica assoluta.

Gli economisti distinguono le fonti della crescita in due gruppi:

-AUMENTO DELL'INPUT,PRINCIPALMENTE CAPITALE E LAVORO:(la crescita del lavoro è stata una caratteristica importante per gli ultimi 50 anni, è aumentata la partecipazione delle donne al lavoro remunerato anche se c'è stato un forte aumento dei giovani impiegati nello studio e quindi sottratti al lavoro).

Anche la quantità di capitali impiegati in questi anni è aumentata fluttuando attorno al 20-22% del Pnl, determinando un aumento degli investimenti.

-TUTTE LE ALTRE CAUSE O "RESIDUI":i residui sono costituiti da varie componenti:

- lo spostamento di risorse (soprattutto del lavoro).

- vantaggi associati alle"economie di scala" connessi anche all'espansione del

commercio internazionale. A sua volta il commercio internazionale dipende

dalla qualità dei mezzi di trasporto e delle comunicazioni, da un sistema di pagamenti

internazionali fluido ed in generale da una complessa struttura di relazioni economiche.

I paesi poveri hanno molti più problemi (assenza di classe imprenditoriale, di ambiente

politico favorevole, di manodopera specializzata, ritardo nelle tecnologie e nella

produttività). Per questi motivi essi dipendono sia dalle conoscenze che dai capitali stranieri.

La fonte basilare della crescita economica nel mondo moderno è stata l'innovazione ed il    

miglioramento della tecnologia:

l'innovazione tecnologica è imprevedibile ed erratica. Il suo impatto varia largamente e può

influenzare i singoli settori industriali in modi e tempi diversi determinando un aumento del

TASSO DI CRESCITA TENDENZIALE.

I miglioramenti tecnologici riguardano sia la produttività che la qualità dei beni in tutti i   

settori accrescendone la produzione.

Il Terzo Mondo non è stato così fortunato ma ha avuto ugualmente la sua "rivoluzione verde". Ha portato la selezione attenta e l'adattamento delle specie alle condizioni del clima e del suolo e l'irrigazione e la bonifica del terreno.

Vi sono stati considerevoli cambiamenti anche nell'organizzazione industriale e commerciale. Alcuni hanno riguardato la gestione delle fabbriche, dei cantieri navali e delle miniere ("fordismo").

Il fordismo si è espanso rapidamente nelle altre industrie dove si assemblavano prodotti di massa. Ma questo modello ha dei limiti per questo motivo le grandi imprese hanno cercato, negli ultimi anni, di adottare il sistema organizzativo orientale. Esse si sono interessate maggiormente al lavoratore da un punto di vista psicologico per accrescere la lealtà e la fedeltà all'azienda. Sono stati fatti orari di servizio più flessibili ed una sorta di turnazione affinché ogni lavoratore fosse in grado di dire la sua in ogni campo o ogni ruolo.

Di conseguenza, con l'aumento dei compratori, incominciano a svilupparsi maggiormente le attività di servizi. Le attività terziarie che si espandono maggiormente sono i servizi finanziari, la distribuzione al dettaglio, l'insegnamento, i servizi alla persona.

Per quanto riguarda le grandi imprese una delle novità più spettacolari della seconda metà del secolo è rappresentata dalla crescita delle loro connessioni internazionali.

Tutte le grandi società sono oggi MULTINAZIONALI o TRANSAZIONALI, alcune esistevano già prima del 1914 ma sono aumentate vertiginosamente dopo il 1945.

Come era prevedibile dopo le due guerre sono state le multinazionali di origine americana ad espandersi, seguite da quelle Gran Bretagna. In aggiunta alle gigantesche macroimprese anche unità di produzione più piccole e persino singoli individui hanno accresciuto la propria attività all'estero, mantenendone il controllo ovvero i cosiddetti INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI.

Conseguenza dell'incredibile crescita economica, cui si è accompagnato il raddoppio della popolazione mondiale è stato lo sfruttamento delle risorse naturali della terra divise in MINERALI, FONTI DI ENERGIA, RISORSE ANIMALI E VEGETALI.


COMMERCIO E FINANZA



Esistono sia il commercio interno che quello estero.

Nei cinquanta anni che stiamo prendendo in considerazione il commercio estero si è enormemente sviluppato, crescendo più rapidamente del Pnl. Il commercio estero ha ristagnato tra il 1936/1938 e il 1948. Tra il 1948 e il 1971 il commercio estero è cresciuto a un ritmo annuo del 7,27%. I motivi di questa grande crescita rispetto al Pnl e alla Produzione industriale mondiale sono due:

l'aumento dell'efficienza implica un più alto livello di specializzazione, cui segue una crescita più che proporzionale degli scambi dei beni;

dopo la seconda guerra mondiale molte barriere al commercio sono state abbattute o abbassate.

Gran parte del commercio mondiale avviene tra i paesi industrializzati.

I vantaggi del commercio sono massimi quando lo scambio riguarda beni che il partner potrebbe produrre all'interno solo a costi più elevati o non potrebbe ottenerli affatto.

Allo sviluppo del commercio internazionale occorre il sostegno di un particolare tipo di sistema bancario e finanziario. Il compito delle banche, nei paesi avanzati, è quello di raccogliere i depositi di denaro di alcuni membri della comunità per prestarlo ad altri membri o per investirlo in cambio di un interesse. Le esigenze del commercio estero, molto complesse, hanno fatto si che si sviluppassero accanto alle banche specializzate per il commercio interno quelle specializzate negli scambi internazionali e nel finanziamento di operazioni all'estero.

Una sorgente importante della GLOBALIZZAZIONE della finanza va cercata nella nascita degli EURODOLLARI e delle EUROVALUTE (originate dalla liberalizzazione nel 1958 di buona parte delle transazioni estere dei paesi europei e dalla regolamentazione Q negli USA del Consiglio della Federal Reserve che fissato un tetto di interessi, che potevano essere richiesti dalle banche, spinsero i risparmiatori americani a portare nelle banche europee i capitali - eurodollaro -. Ciò avvenne anche per le altre valute - eurovalute -).

Il sistema però è risultato essere estremamente volatile.

Per quanto riguarda l'origine dei fondi essi inizialmente provenivano dagli USA e dalla Svizzera ma successivamente anche dalla Germania e dal Giappone.

Negli anni '70 e '80 molti prestiti furono destinati al terzo mondo ma ciò si rivelò un errore perché determinò una grande crisi del debito estero.

L'investimento estero (deflusso di capitale oltre il confine) può essere considerato da 3 punti di vista:

ci deve essere un surplus di risparmi o che i risparmiatori o i fondi di investimento che agiscono per loro conto, desiderano investire all'estero;

le regioni in cui affluiscono gli investimenti devono offrire ai risparmiatori ragionevoli prospettive;

l'insieme delle decisioni individuali di investire i propri risparmi all'estero comporta un deflusso di fondi che deve essere finanziato da un surplus dei pagamenti del paese ottenuto altrove.

La posizione degli Stati Uniti è particolare: essi si sono potuti indebitare con i paesi stranieri grazie alla forza del dollaro.


LA GEOGRAFIA DELLE ATTIVITA' ECONOMICHE



IL MONDO INDUSTRIALIZZATO OCCIDENTALE l'economia leader è quella statunitense; nel '45 il dominio dell'economia americana era completo, non solo per i danni subiti durante la guerra dai suoi principali competitori ma anche per la sua superiorità tecnica e commerciale. Sia nell'industria manifatturiera che nell'agricoltura  gli Stati Uniti erano molto al di sopra sia per produttività che per tecniche rispetto ai paesi europei ed al Giappone.

Successivamente i motivi dell'erosione della sua supremazia sono due:

politico avendo assunto la leadership politica del mondo occidentale, gli Stati   Uniti sono diventati la prima potenza mondiale. Le guerre contro il comunismo, in Corea ed in Vietnam, le alleanze con i paesi in numerosi altri conflitti, i fondi destinati al terzo mondo sono state le prime cause del deficit della bilancia dei pagamenti americani dagli anni 50 in poi;

la diffusione tecnologica promossa, in parte, dai governi per innalzare barriere economiche contro l'Unione Sovietica ed in parte portati avanti da interessi privati, in parte trasferite dalle imprese transnazionali americane all'estero.

All'interno dell'Europa occidentale si possono distinguere 4 gruppi di paesi:

- SVIZZERA e SVEZIA entrambi neutrali durante la guerra erano partiti con livelli molto alti di produttività ed hanno tenuto il passo degli altri paesi leader grazie a tassi annuali di crescita rispettabili;

- FRANCIA, GERMANIA, ITALIA, BELGIO, PAESI BASSI, AUSTRIA e GLI ALTRI PAESI SCANDINAVI considerati insieme questi paesi hanno registrato tassi di crescita sbalorditivi fino agli anni '70;

- REGNO UNITO e REPUBBLICA D'IRLANDA erano partiti da un livello nettamente superiore a quello dei paesi del secondo gruppo ma il loro tasso di crescita economica è stato così basso da risultare completamente fuori linea rispetto ai loro vicini;

- SPAGNA, PORTOGALLO, GRECIA e TURCHIA in passato essi avevano un reddito pro capite molto basso rispetto agli altri paesi ma negli anni '80 hanno fatto rapidi passi in avanti.

IL GIAPPONE E L'ESTREMO ORIENTE l'ascesa del Giappone è stato un vero e proprio miracolo, uscito sconfitto ed impoverito dalla guerra è divenuto la seconda potenza industriale del mondo. Nonostante la scarsità di risorse naturali il Giappone poteva contare su una grande riserva di manodopera, un ottimo sistema scolastico ed universitario, una lunga tradizione di governi stabili, una popolazione rispettosa delle leggi e di politiche economiche finalizzate in modo attivo ed intelligente al conseguimento di un alto tasso di crescita sia del prodotto che delle esportazioni. Ma la natura della dinamica orientata al mercato che ha spinto l'economia sempre più in alto rimane tuttora un mistero.

Recentemente anche altre economie asiatiche si sono affiancate al Giappone (Corea del Sud, Hong Kong, Singapore, Taiwan - le cosiddette TIGRI ASIATICHE -). A parte la forza economica questi paesi hanno poco in comune. Hanno però in comune l'aver operato con bassi salari, con modeste condizioni sociali e lavorative della propria manodopera, con bassa spesa sociale, e anche l'aver avuto successo nella produzione di vari beni e servizi per l'esportazione. Più recentemente anche altri paesi (Malaysia, Indonesia e la Tailandia) sono cresciute economicamente.

IL TERZO MONDO gli stati petroliferi del Medio Oriente e del Nord Africa appartengono ad una categoria a parte. Dopo il '73 quando l'OPEC ha aumentato i prezzi i paesi più piccoli di questo gruppo hanno raggiunto redditi simili a quelli europei senza però determinare benefici per tutta la popolazione.

Quasi tutti i restanti pesi del Terzo Mondo hanno raggiunto considerevoli tassi di crescita delle popolazione e del reddito ma non hanno raggiunto una prospera modernità.

America Latina ed Isole Caraibiche immense risorse minerarie, foreste e terreni fertili. Almeno la metà della popolazione era impiegata nella agricoltura successivamente si è trasferita nell'industria. Negli anni '60 ricevette molti aiuti dagli Stati Uniti ciò nonostante i processi economici sono stati ritenuti deludenti a causa, in parte, del quadro politico. La sua debolezza è dovuta alla dipendenza economica soprattutto verso USA e Giappone. Dopo la guerra, con la caduta dei prezzi, i paesi latino-americani per crescere hanno fatto ricorso a capitali esteri contraendo debiti. La produzione interna dei beni da esportare è fallita a causa della mancanza di conoscenze tecniche, indebolita da altissimi tassi di crescita delle popolazione, una struttura sociale e politica in cui il potere si concentra nelle mani di pochi proprietari terrieri e dei militari. Nonostante ciò se si confronta l'America Latina con il resto del Terzo Mondo si vede uno sviluppo ed un alto livello di industrializzazione e molto capitale investito.

L'economia più grande è sicuramente rappresentata dall'India.

Anche altri paesi come il Ghana hanno cercato di colmare il divario attraverso la pianificazione economica.

Per quanto riguarda le risorse naturali alcuni paesi come lo Zaire ne sono riccamente dotati mentre altri si trovano in zone desertiche. Tutti hanno in comune la mancanza di capitale e di manodopera specializzata.

LE ECONOMIE PIANIFICATE Il gruppo occidentale era guidato dall'Unione Sovietica che dopo la guerra aveva spinto i propri confini verso l'Europa occidentale. L'Unione Sovietica è riuscita a sollevarsi dopo la guerra ed ha cominciato a compiere grandi progressi fino agli anni '60 in settori come la tecnologia nucleare avanzata. Dopo gli anni '60 l'economia sovietica ha incominciato a declinare. Le altre economie pianificate hanno seguito la strada sovietica. Negli anni '70 la situazione volge al peggio.

Le cause :

interesse maggiore per la produzione dei beni di investimento a discapito dei beni di consumo;

l'incapacità di competere con la tecnologia americana e giapponese.

Ciò ha portato alle rivoluzioni silenziose dell'Est attorno al 1989 e al crollo dei  regimi comunisti. Dopo queste rivoluzioni la pianificazione economica fu abbandonata e sostituita da un'aggressiva economia di mercato. Ma non è andata bene, la produzione ha toccato il fondo.

La sorte della Cina è stata diversa. Ha mantenuto una posizione indipendente dall'influenza sovietica, come la Corea del Nord e il Vietnam. Il progresso della Cina è stato segnato da salti politici, da una serie di fasi alterne che hanno trovato infine ritmi di progresso più continui.


IL TENORE DI VITA



Il prodotto nazionale è un buon indicatore del tenore di vita di una società. I successi ottenuti nel mondo dopo il '45 in termini di aumento del prodotto hanno portato come frutto la crescita del tenore di vita. Il benessere effettivo è estremamente difficile da misurare direttamente.

OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE un aspetto rilevante dell'effettivo tenore di vita è rappresentato dalla sicurezza e dalla regolarità del reddito percepito. Possiamo distinguere due tipi di soggetti economici:

coloro che lavorano in proprio o comunque sono autonomi;

coloro che ricevono uno stipendio o un salario.

Entrambi i gruppi risentono delle condizioni economiche generali. Le cifre sulla disoccupazione variano fortemente da paese a paese. Nelle economie più sviluppate la disoccupazione è stata negli anni in media inferiore al 2%. Negli anni '70 la disoccupazione ha incominciato a crescere rappresentando una catastrofe per milioni di famiglie.

LA SALUTE E LA POPOLAZIONE le abitudini alimentari e le caratteristiche delle abitazioni sono così diverse tra i vari paesi che non c'è alcun metodo soddisfacente per effettuare confronti diretti.

Nel mondo avanzato, l'aumento dei redditi ha reso possibile il miglioramento dell'igiene pubblica e privata grazie a moderni sistemi di fornitura d'acqua e di fognature, grazie al maggior spazio nelle abitazioni a sistemi di riscaldamento e ventilazione migliori e ad un'alimentazione più completa. Grazie a ciò l'aspettativa di vita è salita da 56 anni prima della guerra a 70 anni nel 1970 e a 76 anni nel 1993. Le persone incominciarono ad avere non solo una vita più lunga ma anche più sana. La ricerca medica e farmacologia hanno fatto si che dal '45 in poi si sconfiggessero molte malattie mortali grazie agli antibiotici e ad altri medicinali. Ma nei paesi poveri continuarono a persistere malattie ormai scomparse nei paesi ricchi. I dati sulla mortalità infantile e sulla malnutrizione erano terrificanti. Nel mondo negli anni successivi al 1940 è avvenuta un'esplosione demografica.

L'ISTRUZIONE Dopo la guerra in questo campo vi è stata una vera rivoluzione anche nei paesi più sviluppati, fornendo una maggiore istruzione considerandola tanto un bene di consumo quanto un investimento in capitale.

Nel Terzo Mondo il progresso nel campo dell'istruzione non è stato uniforme: in alcuni paesi è stato abbastanza rapido ma non  paragonabile a quello dei paesi più avanzati.

I DANNI AMBIENTALI gli effetti della crescita economica sul tenore di vita non sono esclusivamente positivi. Uno dei fattori negativi più importanti è costituito dai danni all'ambiente causati direttamente dall'aumento dei redditi e dall'aumento della popolazione. Alcune conseguenze sono conosciute anche nella vita quotidiana:il rumore e l'inquinamento, il traffico stradale, le vittime di incidenti d'auto, le spiagge affollate e l'inquinamento su tutte le coste europee.

Ma le minacce al tenore di vita possono essere gravi:

- il buco dell'ozono;

- l'effetto serra;

- l'uso di monossido di azoto e pesticidi;

- la pioggia acida;

- i pericoli del Ddt;

- gli effetti letali dell'amianto;

- regolazioni di corsi d'acqua e la costruzione di dighe;

- catastrofi legate all'industria chimica.

Per risolvere i problemi ambientali su larga scala sono necessari accordi internazionali di difficile negoziazione e di difficile attuazione.


POLITICHE ECONOMICHE GLOBALI



Negli anni '30 i paesi colpiti dalla disoccupazione avevano cercato di porvi rimedio svalutando la loro moneta. Gli anni della grande repressione sono stati caratterizzati da campagne di svalutazione sempre più ampie e da ostacoli posti al commercio e ai pagamenti che hanno disgregato gli scambi danneggiando tutti.

Il Fondo Monetario Internazionale è stato costituito per impedire che si ripetesse questa sequenza di eventi. Uno dei principi di base per prevenire ciò era l'idea che i tassi di cambio venissero fissati all'inizio e che non potessero essere successivamente cambiati salvo che in circostanze eccezionali e ben definite. Il Sistema funzionava così:

ogni paese, per tramite della sua Banca centrale, versava al Fondo un deposito, di cui un quarto in oro o in dollari e il resto nella propria valuta. La cifra del pagamento era determinata sulla base di quote calcolate più o meno in relazione al potere economico di ciascun paese. Se un paese incontrava difficoltà il Fondo dava in prestito la cifra necessaria per pagare il debito traendola dal proprio stock di valute. Il prestito doveva essere ripagato entro 5 anni.

Fino al '71 questo sistema ha funzionato bene ma poi c'è stato un drastico cambiamento. Il dollaro abbandonò la parità aurea, il regime dei cambi fisso volse al termine e ciò provocò una rottura nella politica economica mondiale.

Il compito del Fmi era fallito. Per quanto riguarda i paesi in via di sviluppo essi chiesero prestiti ma non riuscirono a saldare il debito in 5 anni trasformando l'Fmi in un fornitore di prestiti a lungo termine. Quindi si presero delle misure più drastiche, sviluppando il principio della CONDIZIONALITA' che prevedeva regolari ispezioni ai paesi debitori per assicurarsi che il prestito venisse utilizzato in modo appropriato.

Un altro istituto creato a Breatton Woods fu la Banca Mondiale concepita per prestiti a lungo termine. Diversa dal Fmi perché possedeva solo limitate risorse proprie ed aveva il compito di agire da intermediario tra i paesi debitori e i creditori. Inizialmente i prestiti furono fatti ai paesi europei devastati dalla guerra. Successivamente grazie all'influenza del suo direttore esecutivo McNamara la Banca si è assunta anche il compito di ridurre la povertà nel mondo.

I governi dei paesi in via di sviluppo non si sono comunque dichiarati soddisfatti e hanno accusato la Banca Mondiale di operare invece che nel loro interesse nell'interesse dei paesi creditori.. Nel corso di un incontro a Ginevra nel 1964 si è costituita un'organizzazione permanente per rafforzare le richieste dei paesi in via di sviluppo, la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (Unctad) e proposero un documento che nel '74 è stato chiamato "carta dei diritti e dei doveri economici degli Stati"

Con il sistema dei prestiti il debito estero dei paesi in via di sviluppo crebbe a dismisura. Il 1982 è stato l'anno della crisi mondiale del debito. La crisi ebbe il suo centro in America Latina che non tagliando i consumi durante la crisi petrolifera del 1973 e del 1979, continuarono ad indebitarsi. Il Fmi offrì un sostegno immediato ma il problema fu risolto solo attraverso la Rinegoziazione del debito. Si cercò , dopo la guerra, di ridurre gli ostacoli al commercio a livello mondiale. Nel 1947 23 nazioni aderirono al Gatt (l'accordo generale sulle tariffe e sul commercio) i cui due principi erano :

la non discriminazione;

la reciprocità


POLITICHE REGIONALI



Oltre alle istituzioni create per perseguire obiettivi economici globali sono state realizzate anche numerose strutture e politiche che avevano obiettivi simili ma in un contesto regionale.

IL PIANO MARSHALL L'obiettivo era di dare temporanei aiuti economici, finanziati con risorse americane, ai paesi europei che avevano disperato bisogno di cibo, carburante, materie prime e capitale fisso ma che non erano in grado di pagarli a causa della scarsità di dollari. I motivi di questi aiuti erano difficili da capire. Senza dubbio c'era un desiderio umanitario di aiutare ma l'obiettivo principale era di rafforzare l'Occidente nei confronti dell'Unione Sovietica e un altro obiettivo era quello di collocare fuori dal mercato americano la sovrapproduzione dei prodotti agricoli e dell'acciaio. Gli americani cercarono di far collaborare i paesi europei e ci riuscirono. Furono conclusi accordi tra i paesi europei per ridurre le restrizioni al commercio e furono istituite la Commissione economica europea ( Ece) e l'Organizzazione per la cooperazione economica europea (Oece) trasformatasi successivamente nell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse).

LA COMUNITA' ECONOMICA EUROPEA dopo le due guerre mondiali si diffuse in Europa il desiderio di prevenire il ritorno di un nuovo conflitto. La spinta iniziale verso la costituzione dell'unità veniva da due paesi nemici storici, la Francia e la Germania. Il primo accordo importante riguardò il carbone e l'acciaio, i prodotti che erano stati causa di numerosi contrasti in passato. Si abolirono tutte le barriere su questi due prodotti. La straordinaria rapidità della ripresa economica spinse concepire la Comunità Economica Europea (Cee). Ma la Cee sfavoriva in un certo senso l'agricoltura e da qui nacque la Politica Agricola Comune ( Pac) il cui scopo era di garantire prezzi dei prodotti agricoli.

Alcune critiche alla Pac:

comportava prezzi alti per i consumatori e costi alti per l'industria;

danneggiava le opportunità del terzo mondo di esportare nel ricco mercato europeo;

incoraggiava la sovrapproduzione;

aiutava principalmente le aziende più grandi e i contadini più ricchi;

dava adito alla possibilità di grandi frodi;

era estremamente costosa.

I governi dei paesi aderenti alla Cee esercitano la propria autorità attraverso il Consiglio dei Ministri affiancato dal 1974 dal Consiglio europeo. La Gran Bretagna, la Danimarca e l'Irlanda hanno aderito alla Cee nel 1972, la Grecia nell'81, la Spagna ed il Portogallo nell'86.

Nel 1995 la Svezia, la Finlandia e l'Austria si sono aggiunte ai Dodici. Nel 1991 durante il Consiglio europeo a Maastricht questo trattato ha trasformato la Cee in Unione Europea (Ue), ha posto le basi per una politica estera europea ed ha stabilito alcune prestazioni sociali di base per tutti.

L'INTEGRAZIONE MONETARIA nel 1950 inizia la cooperazione monetaria per far fronte alla scarsità di dollari. L'Unione europea di pagamento (Epu) creò un sistema di compensazione dei pagamenti tra i paesi europei. Ciò aveva permesso di espandere il commercio tra di loro. Questo sistema andò bene fin quando il dollaro ed altre valute (1958) non si indebolirono.

I paesi della Cee che nel frattempo avevano messo in moto la macchina per l'integrazione monetaria sulla traccia del Rapporto Werner nel 1970 non erano contenti del rapporto smithsoniano (fatto a Washington dalle 10 economie più potenti in cui si cercava di contenere i danni causati dall'indebolimento del dollaro e dal deficit di bilancio di pagamenti degli USA in attesa di un riassetto futuro dello scenario monetario) e decisero di imporre un allineamento più severo tra loro. Ma le cose non andarono meglio. Nel 1977 fu proposta una nuova iniziativa che portò nel 1979 all'inaugurazione del Sistema Monetario Europeo (Sme). Una delle caratteristiche del sistema era la creazione di una nuova unità monetaria artificiale, l'unità di conto europea (Ecu). L'intenzione era di usare l'Ecu come unità per la transazione della Comunità. Ma l'Ecu non riuscì a bilanciare i pagamenti dei singoli paesi. Negli ultimi anni '80 si giunse alla decisione di costituire l'Unione economica e monetaria (Uem). Lo scopo principale era di creare una singola moneta europea. Così nacque l'EURO (1°gennaio 1999). Ma per entrare nel gruppo dell'Euro c'erano alcuni criteri:

- un deficit di bilancio non superiore al 3% del Pil;

- un debito pubblico pari e non oltre il 60% del Pil;

- un'inflazione bassa e tassi d'interesse bassi;

- una storia recente di stabilità monetaria.


TRA BOOM E DEPRESSIONE



Le economie moderne sono soggette a fluttuazioni di cui alcune mostrano andamenti regolari formando dei cicli. La sequenza principale durante questo periodo di mezzo secolo è costituita da un'unica fase ascendente (boom) seguita, a metà degli anni '70 con un punto di svolta, da una fase discendente (depressione). Per distinguere le fasi si possono usare degli indicatori come il tasso di crescita per la prima fase e il tasso di disoccupazione per la seconda fase.

Per quanto riguarda la disoccupazione, fino agli anni '70 c'è stata la cosiddetta ETA' D'ORO che ha avuto fine negli anni '80 e '90. Ma come mai è finita? Alcuni sostengono che ciò sia dovuta ad un'onda lunga incominciata all'inizio del XIX secolo che ha visto una serie di cicli di ascesa e discesa. Altri sostengono che il principale responsabile del ciclo sia il cambiamento tecnologico. Non è chiaro però perché le innovazioni che comportano un risparmio di forza lavoro, come la tecnologia elettronica, debba provocare un aumento di disoccupazione.

Se invece guardiamo alle cause interne al sistema economico, possiamo cominciare dal cambiamento nell'atteggiamento delle politiche economiche dei governi. Il periodo fino agli anni '70 è stato sotto l'influenza della teoria economica keynesiana mentre gli anni '80 e '90 sono stato dominati dal monetarismo. Keynes aveva formulato le sue proposte per rimuovere il bisogno di soluzioni socialiste. Un elemento chiave di questa politica era la convinzione che i governi potessero e dovessero perseguire sistematicamente l'obiettivo del pieno impiego. I mezzi per raggiungerlo erano da ricercarsi nella politica monetaria e fiscale. Alla fine degli anni '70, dopo 23 anni di ascesa economica e politica, i prezzi ,decisi dall'Opec, aumentarono e fu uno shock.

Il mondo industrializzato è riuscito a sopravvivere alla crisi realizzando tagli drastici al consumo di carburante. Si incominciarono ad adottare le teorie monetariste e ad abbandonare la crescita e la disoccupazione come obiettivi politici principali.

I monetaristi presero come interesse principale l'inflazione e sostennero che la crescita dei prezzi poteva essere contrastata con un tasso di disoccupazione adeguatamente alto.

Comunque, complessivamente nel mondo industrializzato il Pil ha continuato a crescere anche se ad un tasso più modesto di prima. Il destino forse peggiore è stato quello delle economie pianificate dell'ex Unione Sovietica e dei paesi "satelliti" suoi vicini dell'Europa dell'Est.

Ad ogni modo nessuna politiche economiche garantisce una combinazione di eventi e circostanze favorevoli tali da dar vita ad una nuova e straordinaria golden age.




Privacy




Articolo informazione


Hits: 2455
Apprezzato: scheda appunto

Commentare questo articolo:

Non sei registrato
Devi essere registrato per commentare

ISCRIVITI



Copiare il codice

nella pagina web del tuo sito.


Copyright InfTub.com 2024