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CAPITOLO PRIMO.INTRODUZIONE : STORIA ECONOMICA E SVILUPPO.
Lo sviluppo economico ineguale ha provocato nella storia colpi DI stato e rivoluzioni.
Ancora, persone sono morte per la fame, eppure paesi come gli US, prima, altri paesi con reddito alto e medio-alto poi, hanno dato contributi per far fronte alla fame, alla carenza DI strutture igienico sanitarie, ma a causa dell'imparità tra paesi ricchi e poveri, questi contributi non sono bastati.
Ma perché esistono paesi ricchi e paesi poveri ?
Ed ancora, perché i paesi poveri non adottano le stesse politiche dei paesi più ricchi ?
Le risposte all'ultimo quesito sono queste :
Non c'è consenso sull'imputare, nei paesi ricchi, le cause DI arricchimento.
Ancora, non è detto, anzi è completamente sbagliato pensare che metodologie e politiche DI una determinata realtà geografica, culturale ed etica si possano adattare ed avere efficacia in realtà diverse.
In ultimo studiosi ed esperti non hanno ancora confezionato una teoria sullo sviluppo economico.
Esistono vari metodi per lo studio dello sviluppo economico, tanti metodi complementari tra loro, e la STORIA ECONOMICA è uno DI questi.
Questa non ha la presunzione DI sostituirsi ad altre metodologie, ma ha il merito DI isolare nell'analisi dei fatti, gli elementi fondamentali, quegli eventi che sono DI matrice a fatti simili accaduti in periodi diversi, dagli elementi accidentale, che potrebbero solo inficiare la veridicità dello studio sullo sviluppo economico.
Qualsiasi problema DI politica economica, anche se così non avviene, non può essere analizzato senza prima un'accurata analisi storica, altrimenti si commetterebbe l'errore DI ricorrere nei più banale dei luoghi comuni, quello DI considerare ogni evento unico, dunque non considerare uno dei postulati maggiori della sociologia contemporanea, cioè l'uniformità della natura negli aggregati sociali.
Sviluppo e sottosviluppo.
In un'analisi statistica del 1986 risultano tra i paesi più ricchi gli USA, i paesi dell'Europa occidentale ed il Giappone, all' opposto invece la Tanzania, il Bangladesh ed in ultimo il Ciad.
Quest'analisi, come la maggiore parte delle analisi economiche, sono solo rozzi e banali misuratori del reddito pro-capite ,inoltre è difficilissimo, ed inesatto confrontare ricchezze DI paesi diversi senza adottare coefficienti omogeneizzanti.
E' importante ricordare che ci dicono non della ricchezza dei paesi, ma della ricchezza pro-capite, e niente ancora sullo sviluppo, che può essere interpretato solo con altre forme tabellari, contenenti tasso DI mortalità, DI natalità, speranza DI vita etc.
Crescita, sviluppo e progresso.
I termini crescita, sviluppo e progresso, sono considerati sinonimi l'uno dell'altro, invece vanno ad indicare fenomenologie diverse, e nemmeno tanto correlate tra DI loro, se non per un mero fatto cronologico.
la crescita economica è considerata come un sensibile aumento quantitativo del volume totale DI beni e servizi prodotti all'interno DI una data società .
Negli ultimi anni la crescita economica è stata misurata in come reddito nazionale o come prodotto nazionale lordo Pnl (che ai fini dell'analisi economica consideriamo uguali, mentre statisticamente il reddito nazionale è un po' inferiore al Pnl).esiste anche un altro indice che misura la crescita economica, il prodotto interno lordo, Pil che è intermedio al Pnl ed al reddito nazionale.
La crescita del prodotto totale è dovuta a due casi (o meglio al diverso funzionamento DI un trittico DI fattori) :
l'impiego maggiore DI quantità DI fattori DI produzione (capitale, terra e lavoro)
l'uso più intensivo DI questi fattori.
E' importante osservare che se la popolazione aumenta, vi è un maggiore crescita del prodotto totale, senza una necessaria crescita del prodotto pro-capite ,ani vi può essere anche una diminuzione DI questa se il tasso DI crescita demografica supera il tasso DI produzione, questo è quanto effettivamente accaduto in paesi in via DI sviluppo.
Dunque, per quanto riguarda i confronti, la crescita economica è valida solo se misurata in termini DI prodotto (DI beni e/o servizi pro-capite).
lo sviluppo ,si ha quando accompagnato alla crescita economica, vi è una strutturale mutazione dell'economia, questo si è avuta coll'aumento dell'industrializzazione a discapito dell'agricoltura.
il progresso, a differenza DI crescita economica e sviluppo, è un'accezione imperniato DI significato etico, infatti se crescita e sviluppo sono considerati dati positivi, è perché non rispecchiano nessun riferimento all'etica .
Bisogna dunque capire che quando vi è crescita e sviluppo, non è detto che ci sia il progresso, anzi, passati studiosi dell'etica, hanno considerato questi termini antitetici tra loro, in quanto più vi era ricchezza materiale tra gli uomini, meno vi era cultura spirituale.
Ancora oggi, e giustamente, non si può considerare crescita e sviluppo portatori DI progresso, absta vedere il grande introito delle armi chimiche e biologiche, che fanno aumentare certamente la ricchezza pro-capite DI un paese, ma ovviamente non possono essere considerate indice DI progresso.
Un altro motivo per cui crescita e sviluppo non possono essere identificate col progresso , è che un aumento del reddito pro-capite nulla ci dice sulla distribuzione della ricchezza in un paese, infatti potrebbe essere più progredito un paese con redditi medi bassi distribuiti equamente, che un paese con redditi medi alti male distribuiti.
Determinanti dello sviluppo economico.
Nell'economia classica si è avuta la classificazione trittica dei fattori DI produzione, terra, lavoro, e capitale, ed a volte anche una quarta dimensione, quella dell'imprenditorialità .
In un dato momento, il prodotto totale DI un'economia, scaturisce dalle quantità dei fattori posti in gioco nella produzione.
Sia questa affermazione, sia altre scaturenti da questa, come le utilità marginali dei fattori posti in produzione, pur essendo vere , non sono buon compendio all'analisi storica e al processo dello sviluppo economico.
L'impostazione considerante unici fattori della produzione la trittica classica, non tiene coto DI altri elementi, certamente non propri dell'economia ,ma propri delle scienze sociali, dunque indirettamente anche dell'economia, come i gusti, le istituzioni sociali e la tecnologia, anzi pure considerandole, le sconta come elementi non influenzanti la produzione, oppure fisse, predeterminate e non mutevoli diacronicamente.
Dunque, se si vuole analizzare seriamente la produzione, oltre a considerare lavoro, terra, capitale ed imprenditorialità, occorre considerare anche elementi non propriamente economici, come la tecnologia, la popolazione, le risorse ed gli istituti.,ed ancora il prodotto deve essere analizzato in un determinato momento, e la velocità d mutamento DI questo viene visto attraverso le variabili prima elencate.
DI tutte le variabili ora dette, la più importante, nel senso DI quella che più mutevolmente ha cambiato l'economia è la tecnologia.
In un secolo infatti sono stati creati strumenti che in ogni campo hanno stravolto l'esistenza umana, aerei, computer ed altre cose.
In corrispondenza DI una determinata tecnologia, le risorse a disposizione DI una società sono il limite massimo DI espansione economica.
Però a parità DI risorse, con nuova tecnologia, la produzione economica aumenta.
Allora, c'è da notare che l'interdipendenza tra persone, produzione e tecnologia è appannaggio unico degli istituti, cioè del contesto socioculturale.
Tale contesto, non sempre abbraccia le nuove tecnologie, dunque maggiore produzione, anzi alcuni contesti socioculturali, possono colpire la produzione, valido esempio DI questo è il mancato sfruttamento in India delle vacche, animale sacro.
Da quanto detto appare evidente che la stessa efficacia dell'innovazione tecnolagica, l'abbia l'innovazione istituzionale, frutti DI questa sono la moneta battuta, i surrogati della moneta, le assicurazioni etc. etc.
All fine ci si riconduce ad un punto in cui tutto è sottoposto al vaglio degli istituti , per cui, bisogna individuare in ogni contesto, problema ed episodio dell'analisi storica, gli istituti attori attivi o passivi ,e le loro variabili più prettamente economiche.
Gli intellettuali marxisisti, ritengono DI avere preso due piccioni con una fava, nel senso DI avere individuato non solo la chiave del processo economico, ma anche quella dell'evoluzione dell'umanità.
Credono, che il modo DI produzione(approssimativamente) la tecnologia sia il cardine su cui come struttura secondaria vengono montate istituti, natura dello stato, ed ideologie dominanti, e l'elemento dinamico è dato dalla lotta tra le classi per il possesso dello strumento DI produzione (della tecnologia).
Questa teoria erra nel considerare la struttura sociale come elemento secondario, e DI non consentire casualità, che invece nello sviluppo economico rappresenta un fattore copiosissimo.
Un'altra teoria, meno ideologica, è quella c.d. istituzionalista , che considera elemento dinamico l'innovazione tecnologica, e le istituzioni si oppongono al mutamento che la tecnologia porterebbe nella cultura.
Questa pure pecca, come la teoria marxista nel prevedere e dare per scontato il risultato finale.
Produzione e produttività.
La produzione è il processo mediante il quale i fattori messi in combinazione generano i beni destinati all'autoconsumo (ora quasi inesistente) od allo scambio con terzi.
La produzione può essere misurata in unità fisica o in valore monetario.
Può essere utilizzato però il confronto in unità fisiche solo quando ci sono almeno due elementi omogenei, ad esempio qualità DI frutto , ed estensione su cui è coltivato questo, sarebbe infatti più difficile avere un confronto diretto , se non relativo, per stesso frutto ed estensioni diverse, mentre non avrebbe alcun significato confrontare frutti diversi ,in questo caso per il raffronto, occorre contrapporre la misura in valore, i valori aggregati.
La produttività è invece il rapporto tra produzione ed i fattori produttivi in essa impiegata.
Questa, dipende da una serie DI elementi, presi unitariamente o cumulativamente, e migliorabili solo col progresso, istituzionale o tecnologico che sia.
E' infatti risaputo che un terreno è migliore dell'altro, che alcuni lavoratori producono più che altri, e riguardo l'uso cumulativo è ovvio che un terreno già fertile lo diviene DI più se fertilizzato e meglio sistemato (combinazione DI capitale e lavoro sulla terra), ed ancora la tecnologia (espressione ancora del capitale) influenza la produzione, ad esempio un trattore ara più dell'equivalente DI buoi,.
Ritornando alla differenza DI produttività tra i lavoratori, risulta che lavoratori che sappiano scrivere e leggere, producono DI più DI lavoratori totalmente analfabeti, anche se la cultura non serve al processo produttivo dell'analisi.
Dunque ci può essere nell'economia, l'investimento in capitale umano, nell'accezione ovviamente non schiavista, nel senso che non esistono costi propri DI acculturamento delle persone, in quanto risultano tali costi come investimenti .
Legge dei rendimenti decrescenti.( dell'utilità marginale)
Un fattore DI produzione aumenta la produttività delle combinazioni economiche in misura decrescente man mano che si dispone DI quantità maggiori DI tali prodotti.
Tale legge ben si può applicare ad una società, in questo modo.
In una società, in un determinato momento, con popolazione sottodimensionata rispetto alle sue risorse, il reddito pro-capite e la popolazione potranno crescere fino ad un determinato momento, per un tempo determinato e non lungo.
Man mano che però la popolazione cresce, diminuisce l'utilità marginale, dunque come rapporto anche il reddito pro-capite. In questa situazione, poi, solo un'innovazione tecnologica o istituzionale che sia, può cambiare la direzione dell'evento.
Nel 1798, il reverendo Thomas R. Malthus ,pastore inglese divenuto poi economista, pubblico il
Saggio sul Principio della Popolazione, in cui sosteneva che "la passione tra i sessi", avrebbe portato ad una crescita DI popolazione in progressione geometrica (2X), mentre le disponibilità DI cibo sarebbero cresciute solo in progressione aritmetica (1X), per cui in assenza DI una "costrizione morale" , la popolazione sarebbe stata costretta ad una vita DI sussistenza.
Malthus, ovviamente non aveva tenuto conto delle innovazioni tecnologiche ed istituzionali, infatti ove ci sono state, la sua teoria è stata inadeguata, mentre la realtà dei paesi in via DI sviluppo sembra dargli pienamente ragione.
Struttura economica e mutamenti strutturali.
La struttura economica è definita dalla concentrazione relazionale tra i settori dell'economia, tra i settori cioè primario, secondario e terziario.
Il settore primario comprende quelle attività i cui prodotti derivano senza alcuna lavorazione dalla natura, come la pesca, l'agricoltura e la silvicoltura.
Il settore primaria comprende invece le attività che richiedono delle trasformazione, come le costruzioni e le attività manufattiere.
Mentre invece il settore terziario, produce servizi, sia personali che collettivi, sia come mestiere che come professione, che pubblici che privati.
Ci sono però delle realtà strane, ad esempio, oggi la caccia, principale forma DI attività primaria del paleolitico, è considerata come un servizio ricreativo, dunque rientra nel settore terziario.
Per milioni anni, dalle prime civiltà fino ad un secolo fa, l'agricoltura è stata fonte primaria DI occupazione, tanto che occupava circa il 90% della popolazione, e nei paesi più evoluti tale occupazione cadde dal tardo medioevo fino al xix secolo al 50%, ed oggi in paesi evoluti è ancora meno del 10%, mentre nei paesi poveri è ancora altissimo il tasso DI agricoltori.
L'alta percentuale del passato è da spiegarsi nel fatto che la produttività agricola era talmente basta che bisognava lavorare per produrre beni alimentari.
Più tardi, coll'aratro ed i fertilizzanti, la produttività del terreno cresce, dunque c'è bisogno DI meno lavoratori, lavoratori che si spostano verso il settore secondario.
Dal 1950 in poi c'è un altro mutamento strutturale (ancora in corso),lo spostamento dal secondario al terziario.
Il passaggio dall'agricoltura al secondario, si svolge su due linee.
La prima, quella della offerta, cioè collo stesso impiego DI fattori aumentava la produzione.
La seconda linea, sul versante della domanda, per comprenderla, occorre capire la legge DI Engel (Ernst Engel, statistico dell'ottocento, no Friedrich Engel, collaboratore DI Marx), che spiega, studiando i bilanci familiari, che crescendo il reddito dei lavoratori, diminuisce in percentuale la parte DI questo dedicato ai generi alimentari ed in particolare dei beni alimentari poveri.
Il cambiamento strutturale partito nel 1950, si può invece spiegare con un corollario della legge DI Engel, : man mano che cresce il reddito, cresce la domanda per ogni genere DI beni, ma con un tasso DI crescita minore della domanda, mentre la domanda DI servizi e tempo libero si sostituisce in parte a quella dei beni tangibili.
I cambiamenti tecnologici, sono i fautori DI questi mutamenti strutturali, anche se la causa scatenante, il boom, viene dato dall'aumento dei salari (o dalla diminuzione dei prezzi).
La logistica della crescita economica.
La curva della logistica, è caratterizzata dall'avere una prima fase DI crescita, un punto DI stallo, ed una parte DI decrescita, ed ai suoi limiti la funzione è asintotica dell'asse x.
Questa curva, anche se con una certa approssimazione, segue molti fenomeni sociali, tra cui, ed in particolare, quello della crescita demografica.
Infatti nel caso Europeo, ma non solo, nel lungo periodo si sono visti boom demografici, ad ognuno dei quali è seguita una stagnazione, o anche declini.
LOGISTICHE .
I logistica. Inizia nel IX o X secolo, max velocità nel XII secolo, rallenta nel XIII e viene bruscamente fermata dalla pestilenza del 1348, quando l'Europa perde un terzo ed anche più della sua popolazione.
II logistica. Dopo un secolo DI stagnazione la popolazione inizia a crescere verso la metà del XV secolo , max velocità nel XVI, e declino nel XVII secolo.
III logistica. Riprende il processo nella metà del XVIII secolo, con ritmi e numeri mai visti prima, e viene interrotta nel XX secolo dalle guerre mondiali.
IV logistica. DI scala mondiale, iniziata dopo la seconda guerra mondiale.
Anche in mancanza DI dati certi, si pensa che anche la popolazione romana abbia seguita la curva logistica, raggiungendo il massimo valore nell'era della pax romana, 50 a.c. 200 d.c. .
Si ritiene ancora, chi i movimenti logistici europei, siano uno specchio della situazione mondiale, e che dunque l'intero mondo, sotto l'influenza DI eventi climatici abbia seguito le stesse logistiche.
Sembra che in Europa ogni incremento demografico sia stato accompagnato da un incremento economico, nella crescita sia del reddito pro-capite che totale., questo ampiamente documentato dalla terza e quarta logistica, con dati statistici copiosi.
Simmetricamente, ad ogni declino ci sono impoverimenti nella popolazione , fenomeno questo meno sentito nelle terza logistica, caratterizzata dal fatto che il declino è avvenuto dopo il boom dei trasporti collettivi DI massa, dunque c'era l'opzione dell'emigrare.
Tanto detto sopra, rispecchia la tesi DI Adam Smith, che sosteneva la bontà DI vita in tempi progressisti, la cupezza in tempo DI stallo, la miseria nel declino demografico.
Ancora, un'altra analogia colla crescita della popolazione è rispecchiabile nel grandeggiare del genio umano in questi periodi.
CAPITOLO TERZO. LO SVILUPPO ECONOMICO NELL'EUROPA MEDIEVALE.
Parlare DI sviluppo, economico o DI altra tipologia che sia, sembra assurdo, questo a causa degli studiosi rinascimentali che hanno sempre gettato fango sull'era precedente la loro, non per altro per rendere più splendente la loro civiltà. Invece nel medioevo ci è stata una crescita sia tecnologica che economica molto sostenuta.
La base agraria.
L'agricoltura ha rappresentato ovunque, e fino all'industrializzazione, il primato DI produzione sia in termini quantitativi che in valore, sia come concentrazione della forza lavoro.
La differenza però tra l'Europa medievale ed altri realtà temporali, come le città stato Sumere, è che è stata l'agricoltura a caratterizzare l'epoca, e non il centro urbano, nonostante anche in Europa fosse in incremento veloce, questo soprattutto in Italia e nelle Fiandre.
Il perché del feudalesimo e delle curtes, è da ricercare nelle mancate forme DI amministrazione finanziaria dei franchi per l feudalesimo, e prima DI questi per le curtes.
Infatti, parlando dei franchi, questi a partire dall' VIII secolo si videro in cerca 200 anni intrappolati dagli invasori nordici e dai mussulmani del nord Africa, e non avendo una buona burocrazia, tanto meno un'efficace sistema DI tassazione, non potevano difendersi con un esercito pagato dalle tasse, per cui pensarono una diversa forma retributiva.
Per affrontare il problema del potenziale ridimensionamento dell'impero, i re franchi istituirono nuove relazioni politiche ed economiche, chiamate in seguito col nome DI feudalesimo.
Si cedeva ai guerrieri , signori e cavalieri, il reddito DI latifondi, molti DI questi confiscati alle chiese, in cambio DI fedeltà all'impero.
Grandi latifondisti poi cedettero a loro volta pezzi DI feudo, pretendendo anche loro fedeltà , dando origine al subinfeudazione.
La curtis, subsistema feudale, in realtà vantava origini ben più antiche DI quella feudale.
Infatti la curtis comincio a configurarsi quando i latifundia dei signori romani ebbero autonomia, ed i coltivatori furono legati per forza DI legge, o sotto pressioni economiche ai terreni.
Amministrativamente la curtis era costituita dalla terra, dalle persone lavoratici DI questa, e dalli edifici, funzionalmente era identificata dalla divisione della terra in arativa, da pascolo o erba, bosco o foresta.
Il signore della curtis possedeva circa il 30% della superficie arativa, e la sua riserva dominicale comprendeva anche frutteti, vigneti, stalle ed officine.
Il prato, il pascolo e la foresta erano DI proprietà comune del nobile e dei coltivatori, anche se il nobile aveva u queste maggiori prerogative.
Gli alloggi dei coltivatori erano una sorta DI cascina con tetto in fango e per pavimento in terra battuta, due stanze, e qualcuno aveva una soffitta che fungeva da camera da letto. Il bestiame solo raramente era in stalle, infatti la maggior parte delle famiglie DI contadini, in inverno divideva la cascina colle bestie.
Il quadro della curtis era completato con una chiesetta.
La società rurale.
All'interno della società feudale vi erano diversi gradi DI status sociali, la teoria feudale, ne conta almeno tre principali, tutti caratterizzati da sub-strati, cioè i signori, che garantivano ordine e protezione dall'esterno e la giustizia interna alle curtes, il clero che aveva il compito del benessere spirituale, ed i contadini responsabili del mantenimento dei due suoi ordini superiori.
I signori, ordine diviso colla gerarchia.
Gli abitanti della città non figurano in questa tripartizione, e comunque il loro numero e senza alcun dubbio maggiore del clero e dei signori.
La classe dominante, cioè i feudatari, meno del 5% della popolazione, formava una piramide sociale, al cui apice c'era il re, poi i feudatari maggiori ed alla base i più umili cavalieri.
Questo ordine è comunque semplicistico, visto che un signore poteva possedere più feudi, potevano infatti nascere problemi.
La classe del clero pure era divisa, c'era in prima distinzione il clero regolare, che non compariva in società, ed il clero secolare, preti e vescovi, che avevano vita attiva nella società.
Poi all'interno DI entrambi gli ordini DI clero ,c'era la distinzione della famiglia DI appartenenza, infatti figli DI potenti famiglie sempre divenivano vescovi o arcivescovi, mentrepersone DI più modeste origini al massimo potevano aspirare ad una piccola parrocchia .
Anche all'interno dei contadini, c'erano differenze tra quelli liberi e gli schiavi.
Comunque anche tra i liberi, DI veramente liberi, nel senso che potevano compiere atti normali cola loro piena discrezione, ve ne erano pochissimi.
Gli schiavi, erano non schiavi dei padroni o ma adscripti glebae.
Modelli DI stabilità.
Il lavoro nella curtis era svolto quasi sempre in cooperazione tra i contadini, questo per raggiungere sinergie altrimenti impossibili, basta pensare che per arare i terreni pesanti, anche più fertili , occorrevano anche 8 buoi, mentre solo alcuni adscripti glebae ne possedevano appena uno.
Il bestiame nelle curtis era vario a seconda della zona, ovviamente sono sempre prevalsi i buoi e le mucche per la riproduzione e per i surrogati del latte, per la loro mansuetudine, a differenza DI equini più capricciosi.
I contadini inoltre, visto che i loro terreni erano in strisce sparpagliate, consideravano, a ragione, più conveniente lavorare insieme anche per altri lavori più leggeri.
Questi oltre a lavorare per loro, dovevano anche lavorare , e gratuitamente sul terreno del signore, e le loro donne facevano lo stesso filando nelle officine, mentre i bambini erano impiegati nelle servitù domestiche.
Inoltre dovevano pagare per poter utilizzare il mulino ed il torchio, ed erano sottoposti ad una decima dal clero ed a volte anche al re.
Forze DI cambiamento.
Cisono nel medioevo innovazioni DI ogni genere, agricolo colla coltura a rotazione ternaria, che permetteva nelle regioni nordoccidentali dell'Europa, quelle con terreno più umido DI ridurre il tempo DI coltivazione a maggese, per cui si coltivava in primavera , ad avena d'orzo, fagioli o piselli, si raccoglieva in estate , poi una semina autunnale DI cereali per pane, 616c28g ed ancora un anno DI maggese.
La rotazione ternaria, permetteva DI sfruttare meglio il terreno, e DI scongiurare gli effetti DI un'eventuale carestia, infatti in via straordinaria si poteva coltivare il grano da pane anche in primavera.
La rotazione ternaria, inoltre permise una varietà maggiore DI alimenti, dunque una vita più salubre.
L'efficacia DI questa rotazione, ne fece ovviamente DI uso comune, tanto che nel XI secolo, Francia, Fiandre, Inghilterra, e Germania, subito si sostituì alla rotazione romana(quella binaria),mentre nei paesi mediterranei solo nel XIX secolo viene adottata questa rotazione.
Tuttavia quest'innovazione fu favorita da altre invenzioni, quella dell'aratro pesante a ruote, e dell'uso dei cavalli per il traino.
Infatti, arare i terreni su cui si poteva utilizzare la coltura ternaria con l'aratro leggero, serviva ben a poco, ed inoltre c'era bisogno DI animali più produttivi, e si dovette aspettare la bardatura asiatica per utilizzare i cavalli, che altrimenti, tenuti per un collare da collo, non avrebbero ben reso.
C'è da dire che le zone dove sono stati utilizzati i cavalli , come la Russia, ci sono stati i più grandi raccolti.
Un altro grande contributo all'agricoltura fu dato dal costo minore del ferro e del suo lavoro, tanto che gli utensili agricoli , prima in legno, furono più efficaci.
Ancora è importante ricordare che nel XIII secolo in regioni a coltura intensiva si utilizzo la tecnica del concime verde, si arava cioè terreno a trifogli o piselli, o altri vegetali azotati, per ripristinare la fertilità del terreno.
Un altro stimolo all'agricoltura arriva dall'industria tessile, che chiede zafferano, ed altri coloranti come materie prime per la produzione DI tessuti.
L'Europa si espande.
Della stima della popolazione nel medioevo c'è da dire che i dati sono molto approssimativi, si può però dire, con certa e relativa certezza che gli abitanti dell'Europa occidentale intorno all'anno mille, erano compresi tra i 12 ed i 15 milioni DI persone.
All'inizio del 14 secolo la popolazione dell'Europa occidentale era invece DI 45 - 50 milioni DI abitanti, l'aumento così repentino è da imputarsi alla maggiore tecnologia nella coltivazione, come l'utilizzo DI utensili in metallo, la rotazione ternaria e nuovi metodi DI aratura, che aumentando la produzione sia in quantità che in qualità, ha permesso una dieta più equilibrata.
Prima infatti spesso il tasso DI mortalità era alto a causa proprio dell'alimentazione, non della scarsa alimentazione, che non è mai causa DI morte, nemmeno nel terzo mondo DI oggi, ma a causa della non varietà DI alimenti.
E' implicito ,poi, l'aumento del tasso DI natalità, infatti donne meglio nutrite più facilmente hanno una buona gravidanza e fanno nascere figli vivi, e poi, per merito delle migliori condizioni economiche, ci si sposava prima aumentando l'intervallo DI fertilità della coppia.
Può avere influenzato, anche se non ci sono testimonianze attendibile, all'aumento demografico, anche una migliori profilassi, infatti anche se comunque non basta è ben testimoniato che la manifattura del sapone nel XIII secolo ha una notevole impennata.
Ancora, si è avuta tra il X ed il XIV secolo un miglioramento climatico nell'Europa, comunque riconducibile ad una produzione agricola migliore, d'altronde come tutti gli eventi demografici del medioevo.
Questo incremento incredibile DI popolazione venne distribuita, solo in parte, una piccola parte, nelle città che andavano espandendosi, mentre la rimanente parte riversata ancora sull'agricoltura, in tre modi diversi.
Dapprima aumentò l'insediamento medio DI appezzamenti, sia prima disboscando poi coltivando le zone limitrofe agli appezzamenti già esistenti, poi diminuendo le dimensioni degli appezzamenti per favorire il lavoro dei nuovi addetti.
Il secondo modo per aumentare la terra coltivabile, ed anche quello più encomiabile oltre che per un punto DI vista DI crescita economica, anche da quello del progresso, è quello DI lavorare terre fino a poco prima selvagge ed impensabili, come avviene nelle Fiandre ed in Olanda, dove addirittura si strappa terra al mare.
Queste operazioni DI bonifica erano patrocinate, o almeno autorizzate dal signore della zona, che per incoraggiare i nuovi coloni, ed è qui che si vede il progresso, si vedono costretti a rinunciare i diritti dittatoriali sui contadini, che corrispondono ora solo un canone per il terreno, ma sono completamente autonomi dai signori.
L'inizia DI disboscamento e DI bonifica, fu intrapresa dapprima, nell'XI secolo dai frati cistercensi, che praticavano una vita dedita al lavoro ed al ritiro dal mondo.
Questi costruirono abbazie in terre desolate, poi ammisero l'aiuto per la coltivazione dei fratelli laici.
Uno dei maggiori fautori DI nuove zone agricole fu Bernardo DI Chiaravalle, S. Bernardo, che prendendo i voti nel 1112 fece nascere nuove zone DI lavoro in Francia, Germania ed Inghilterra.
Infine, la pressione demografica allargò il dominio della cultura Europea.
Comunque la più bella dimostrazione DI vitalità imprenditoriale nell'economia è quella dell'espansione tedesca nelle zone delle attuali Polonia, Cecoslovacchia, Germania orientale, Ungheria e Lituania, zone che visti i dominatori del X secolo erano rimaste arretrate sia culturalmente che tecnologicamente.
Nel XIII secolo, i cavalieri teutonici, conquistano questa zone sotto il segno della cristianizzazione , processo DI conquista che procede poi in diversi modi, tutti comunque sotto l'ombrello DI una pianificazione economica.
Infatti i localizzatori, una sorta DI agenti immobiliari, partivano per questa zone, contattando i Proprietari delle zone da colonizzare e stipulando contratti in cui i signori si impegnavano a fondare città, come sinallagma DI nuove conoscenze e contributi DI abitanti.
Dopo il contratto i localizzatori importavano coloni scelti nelle zone più progredite per aumentare i confini della cultura europea, ed erano i coloni scelti a secondo delle tipologie tipografiche delle zone da colonizzare, ad esempio le zone acquitrinose da bonificare erano destinate a coloni Fiandri ed olandesi, se invece la zona doveva essere disboscata si importavano contadini della Sassonia e della Vestfalia. Venivano poi reclutati anche commercianti ed artigiani per potere meglio riprodurre il tessuto civile dell'Europa colonizzante.
I canoni DI affitto erano misti DI corrispettivi in denaro ed in natura, questi però solo dopo alcuni anni, colla piena produzione agricola.
I localizzatori, in compenso ricevevano le zone DI terra più ampie, che però spesso vendevano pe ripartire nuovamente come pionieri.
I contadini, comunque pure pagando un canone, erano più liberi e ricchi che non nei loro paesi DI origine, inoltre con loro importarono anche i sistema curtense.
La rinascita della vita urbana.
Già della caduta dell'impero romano la popolazione nelle città va a scemare, questo in tutta l'Europa, meno che in Italia, ove grazie a posizione strategiche, città come Napoli, Gaeta ed Amalfi, facevano da vettori, sia materiali che culturali tra popolazioni orientali più evolute, ed occidentali.
Altre città come Venezia, Pisa e Genova per difendersi dalle minacce dei corsari musulmani del X secolo, furono costrette ad espandersi verso il mare, dunque non potevano dedicarsi all'agricoltura come nel resto del Paese.
Ben presto l'esperienza delle città marinare, le fece vere e proprie egemoni del mare mediterraneo .
Tuttavia, dopo con maggiore potenza, le città marinare, si espansero anche nel retroterra, entroterra tra il più fertile dell'Europa.
Inoltre, coll'aumento della redditività agricola, ed il conseguente boom democrafico, la popolazione in sovrappiù prodotta dalle campagne, andò nei centri urbani, iniziando nuove attività commerciali e sociali, creando nuovi istituti, tra cui vanno ricordati gli istituti DI persone facoltose, che nelle città dell'Italia settentrionale , chiese ed ottenne con statuti DI franchigia, o colle armi, una certa indipendenza dai signori feudali.
Queste associazioni, si occupavano DI solidarietà sociale e DI prestiti ai commercianti, nonché dell'amministrazione territoriale.
Il primo grande avvenimento DI indipendenza e DI costituzione DI città è Milano, che ottiene colle armi nel 1035 la sua indipendenza.
L'indipendenza, diviene poi definitiva nel 1176 quando una delegazione DI città lombarde sconfisse l'esercito DI Federico Barbarossa.
In Europa, l'unica realtà urbana, paragonabile a quella dell'Italia settentrionale era rappresentata dai paesi bassi, che ancora aveva in comune coll'Italia i centri agricoli , commerciali ed industriali più intensi e fiorenti.
Correnti e tecniche commerciali.
Il tipo DI traffico più prestigioso e proficuo fu senza dubbio quello tra l'Italia e l'Oriente, traffico questo, già gestito dai mercanti orientali, ma ora arricchito, infatti si importa cogli Italiani oltre a spezie, porcellane, broccati (sete pesanti), ed altre merci DI lusso, anche merci più voluminose, come materie prime quali l'allume e cotone grezzo.
Il traffico dall'altra parte era caratterizzato da panni comuni DI lana e lino, pellicce provenienti dal Nord Europa, vetri DI Venezia ed oggetti in metallo.
I Veneziani, monipolisti dei trasporti coll'oriente, ebbero questo privilegio, oltre al porto franco, grazie ad un accordo con l'impero bizantino per la difesa dai turchi nell'XI secolo.
Analoghe condizioni DI franchigia erano per Pisa e Genova nei mercati del Nord Africa, dopo aver sconfitto i musulmani il Sardegna e Corsica.
Dopo la cooperazione, Genova sconfisse Pisa e fu egemone nel traffico del Mediterraneo Occidentale.
L'egemonia veneziana, fu invece leggermente incrinata dalle crociate, che videro DI concerto la cooperazioni DI più città italiane, che prevalentemente erano DI carattere economico e mai religioso.
Colla fine del tempo delle crociate, tuttavia i traffici e gli insediamenti commerciali rimasero.
Pur essendo a parità DI distanza più conveniente il commercio per traffico marittimo respite a quello terrestre, gli itinerari commerciali tra Italia settentrionale e paesi bassi, le potenze del medioevo, erano troppo rischiosi e non troppo convenienti, per cui si continuò il traffico via terrestre, patrocinato sia dai signori dei passi più importanti che assestarono le vie e le liberarono dei banditi, che dai associazioni, la maggiore parte religiose, che davano ristoro e cura ai trafficanti delle zone più anguste, il simbolo DI questo sono i S.Bernardi col barilotto DI Brandy, che particolarmente dai conti della regione DI Champagne, che colle loro fiere, circa quattro in un anno, permettevano luogo DI scambio tra i paesi più potenti, inoltre istituirono le lettere DI fiera, una sorta DI cambiali, e per le controversie appositi fori commerciali. Tutte queste agevolazioni, fecero sviluppare nella regione attitudini finanziarie che durarono ben oltre la vita delle fiere.
Le lettere DI fiera, venivano utilizzate per far fronte alle rapine, e per l'alto costo DI trasporto DI monete e DI materie preziose, e funzionavano spostando i conti in sospeso DI una fiera all'altra fiera.
La vita dei mercanti, sia terrestri che marittimi era davvero straziante, speso l'unico capitale che possedevano era la merce da loro trasportata. "Le avventure" dei mercanti erano gestite in forma propria, ma poi divenne cooperativo, con contratti dove il capitalista dava mezzi e merci ad un vettore, che poi su ordine del capitalista riportava altre merci. La partizione era DI 3 ad 1 per il sedentario.
Più tardi, coll'evoluzione e l'innovazione istituzionale, nascono le vere società che ben presto sostituiscono le commende (la forma capitalista-vettore), queste costituite da un cospicuo numero DI persone, erano fortissime in Italia, e da qui gestivano agenzie anche in altri paesi, da ricordare l 'Inghilterra, con Lombard Street, nella city in ricordo dei grandi finanzieri Italiani.
Infatti queste società divennero ben presto anche finanziarie, e da qui nacquero le importanti banche dei bardi e dei Peruzzi in Firenze, fallirono nel XIV secolo a causa delle insolvenze DI garndi debitori, tra cui Edoardo III d'Inghilterra.
Un'altra ragione della diffusione del credito era l'eterogeneità delle valute, ed inoltre tutte quelle esistente rendevano complicate le grandi cifre.
Ancora c'è da dire che i sovrani per la dfficoltà della riscossione finanziaria, spesso ricorrevano allo svilimento delle monete d'argento, per cui i cambiavalute delle fiere e dei centri commerciali svolgevano un'importante funzione, tanto che tra le loro fila nacquero numerosi banchieri.
Solo nella seconda metà del XIII secolo colla coniazione del fiorino d'oro si stabilizzano gli scambi in moneta, anche se restano ancora, e per sempre nella storia, più comodi i commerci con credito.
La tecnologia industriale e le origini dell'energia meccanica.
Anche se senza dubbio inferiore all'agricolrura in termini DI occupazione, l'industria manifatturiera era importantissima, anche e soprattutto per lo sviluppo che darà alla civiltà medievale.
L'industria più sviluppata e diffusa, con una diffusione veramente capillare, era quella della manifattura del panno, DI lana in tutta Europa, DI seta e cotono solo in Spagna musulmana ed europa.
La produttività della manifattura DI panno era notevolmente cresciuta grazie al telaio a pedale, ed altre innovazioni ad esso connesse.
I lavoratori specializzati, quali tintori, follatori, e tosatori, erano organizzati in corporazione, ma anche così niente potevano verso i mercanti - manifatturieri , che anche loro in corporazioni avevano la maggiore parte del mercato.
La struttura organizzativa delle manifatture era diversa a seconda del paese, infatti in Inghilterra e nelle Fiandre, i mercanti - manifatturieri vendevano il panno grezzo o semilavorato ai tessitori o altri artigiani che lavoravano nelle proprie abitazioni. In Italia invece la trasformazione, dall'inizio alla fine, della materia prima avveniva in capannoni e sotto sorveglianza.
Gli unici lavoratori non riuniti in corporazioni, quelli meno specializzati come i filatori, lavoravano alle dipendenze del merc - manif ,
Un'altra industri importantissima, economicamente meno delle manifatture del panno, ma civilmente più DI tutte, era quella del ferro, che aveva stravolto in senso positivo le abitudini dei consumatori.
Ancora importante è la manifattura DI cuoio, prodotto indispensabile prima della creazione DI materiali DI sintesi, oltre che per l'abbigliamento, anche per pezzi DI macchine industriali.
Altre industri sono quelle de sapone e affini, ma segno più tangibile del genio medievale, a contrario DI quanto hanno scritto gli storiografi rinascimentali, è il mulino, anzi l'evoluzione della ruota del mulino che ha portato a creare i primi orologi, da prima nell'XI secolo ad acqua, e nel XIII secolo meccanici, ed ebbero una diffusione tale che dopo meno DI cento anni in ogni città europea e DI qualsiasi dimensione c'è ne era uno.
Tra il 1348 ed il 64 Giovanni dè Donsì costruì un orologio che oltre a segnare il tempo, simulava il movimento del sole, della luna e DI altri cinque pianeti.
Queste invenzioni (l'evolversi dell'orologio) non furono importanti nel senso economico, ma in quello della crescita DI una civiltà, che aveva capito DI poter misurare il tempo, DI farlo proprio e DI non considerarsi alla mercè della natura.
E la genialità DI Ruggero Bacone (1214), alla luce DI questa atmosfera fiorente, previde con mille circa 800 anni d'anticipo la creazione DI carri senza cavalli, macchine che volano, e macchine che possono muoversi nelle profondità dei mari e dei fiumi.
La crisi dell'economia medievale.
Nel 1348 giunge dall'Asia in Europa una terribile epidemia DI peste bubbonica, l'abominevole Morte Nera.
Si diffuse lungo le rotte commerciali con velocità impressionante, e dà fine alla prima logistica.
Inoltre, dopo il primo forte accanimento assume carattere endemico, e ricomparirà ciclicamente ogni 10-15 anni.
Tuttavia, la morte nera, non è la causa e l'origine della caduta demografica, ma solo una comonente importante.
Infatti in questo periodo ci furono tantissime guerre sociali e stati, inoltre la mancanza DI terreno spinse ad usare come arativo pascoli e prati, riducendo così i bovini avendo un uplice effetto, il primo una riduzione DI concime naturale, poi una diminuzione DI proteine nella dieta, che portò al malnutrimento.
Tuttavia l 'Europa occidentale dopo questo periodo DI crisi si riprende, mentre, quella orientale, con terreni non produtivi come gli altri ritorna ad uno stadio obsoleto, infatti i signori costringono nuovamente gli agricoltori a lavorare ad uno stato servile.
CAPITOLO QUINTO.
Popolazione e livelli DI vita.
Metà XV secolo, max velocità XVI, e declino XVII secolo.
A metà del quattrocento, la popolazione europea era diminuita DI circa un terzo, misurava circa 45-50 milioni DI abitanti. A metà del XVII secolo invece gli abitanti erano circa 100 milioni.
I motivi DI questa crescita demografica non sono ravvisabili in un unico fenomeno, ma certamente quelli più influenti sono la diminuzione della virulenza della morte nera, e DI altre malattie endemiche, inoltre queste avevano ormai meno forza verso le persone che si erano ormai immunizzate o quasi. E' poi possibile che si sia verifica un miglioramento climatico.
Inoltre, il minore numero DI abitanti dovuti in prevalenza dalla causa del declino della prima logistica, la morte nera del 1348, aveva razionalizzato il rapporto persone/terreno, aumentando così il reddito reale, il chè provoca un miglioramento economico, e DI conseguenza più matrimoni allargando così la fascia DI fertilità.
Verso la metà del XVI secolo l'aumento totale, ma non uniforme della popolazione in Europa, dove a Milano e nelle province dell' Olanda figuravano anche 100 abitanti per Kmq. , evidentemente la concentrazione era maggiore nei paesi con agricoltura più avanzata.
Nella seconda metà del XVI secolo, si può parlare DI sovrappopolazione anche nelle zone più anguste , fenomeno questo meno risentito nella penisola iberica , le cui colonie erano sfogo per la sovrappopolazione.
L'Inghilterra a tal proposito era spinta alla colonizzazione per sfogo della popolazione in più.
Infatti, nella letteratura dell'Inghilterra elisabettiana è frequente la figura degli "sfaccendati" che per campare si comportavano da balordi.
Tuttavia in Europa l'emigrazione verso le colonie fu più che trascurabile, infatti l'emigrazione ebbe caratteristiche interne, o addirittura locale, tanto che la popolazione urbana crebbe a dismisura, raddoppiando ove già quasi satura, e triplicandosi nelle zone meno frequentate sino ad allora.
Comunque l'emigrazione verso li città, se pur generalizzato, fu più intenso nel nord Europa, tanto che nelle Fiandre ed Olanda, quasi metà degli abitanti vive in città, grandi o piccole che siano.
A tal proposito, non è questo il periodo epocale in cui era un vantaggio vivere in città, infatti qui si trovavano solo centri amministrativi e commerciali, e non come ora industriali (le industri erano in campagna), e qui ogni maestranza era raggruppata in corporazione, ove per entrare bisogna fare lunghi periodi DI apprendistato .
DI conseguenza gli emigranti delle campagne, non educati a lavori diversi dalla coltivazione si trovarono senza sussistenza se non miseri e saltuari lavori o delinquenza, inoltre loro, lumpenproletariat, vivendo raggruppati e con scarsissima igiene mettevano in pericolo l'intera società essendo potenziale focolaio DI malattie.
La situazione dei poveri della città e delle campagne fu aggravata da una diminuzione dei salari reali, infatti il prezzo dei beni poveri, quale il pane, crebbe con un tasso maggiore del prezzo dei salari, situazione cattiva che raggiunse l'apice co , montate su cinque alberi, permisero il granlasco e il traverso, limitando al minimo il lavoro coi remi, ed ancora l'ingegneria armatoriale permise DI aumentare i carichi stipabili a bordo.
L'Italia, patria DI grandi navigatori come risaputo, in quell'epoca (XVI secolo) peccava però DI grandi imprenditori, tutee a vantaggio del Portogallo che con Enrico, detto il navigatore, figlio del re del Portogallo, si avviò ad un grande splendore.
Il principe Enrico il navigatore, riunì alla sua corte astronomi, cartografi e geografi DI gran fama, il tutee per raggiungere con una spedizione la punta più estrema dell'Africa meridionale.
Il suo obiettivo fallì, ma fu grazie al suo meticoloso lavoro cartografico che più tardi il suo predecessore re Giovanni II, nel 1487 giunge con ben due spedizioni il Capo DI Buona Speranza.
Colla stessa filosofia Giovanni II sovvenzione la grande impresa DI Vasco de Gama, che dal 1497 al 99 viaggiò per raggiungere Calcutta. Al suo ritornò, si presento con un solo terzo dell'equipaggio, ma la grande quantità DI spezie che portò in Patria ben ripagarono costi e perdite umane.
Nel 1483 Cristoforo Colombo chiese sovvenzione a Giovanni II per raggiungere l'Asia viaggiando verso ovest, cosa che contrariamente a quanto oggi si pensa, era possibile, nel senso che era già nota la forma sferica del pianeta, ma che si pensava irraggiungibile per il grande viaggio da fare in mare aperto e senza scali.
Chiede poi sovvenzioni ai sovrani DI Spagna Ferdinando ed Isabella, che però rifiutarono perché impegnati nella guerra contro i mori DI Granada. Testardo si rivolge ancora al regno DI francia e d'Inghilterra, senza esiti positivi.
Nel 1492, Isabella DI Spagna, per festeggiare la vittoria contro i mori DI Granada autorizza la spedizione verso l'Asia DI Colombo, che partì il 3 agosto e terminò il 12 ottobre.
L'anno successivo Colombo ripartì per l 'Asia con 17 navi e tanto necessario per un primo insediamento stabile.
In tutee Colombo fece ben quattro viaggi nel Nuovo continente, fino alla fine convinto DI aver scoperto una nuova strada per l'Asia.
Nel 1519 era ormai diffusa l'opinione che Colombo avesse fatto molto DI più DI quanto credesse, e che non ci fossero strade per raggiungere l'Asia verso ovest.
Magellano, nel 1519 convince il re DI Spagna ad autorizzare un viaggo alla ricerca del passaggio tanto cercato.
Parte e trova all'estremo sud del nuovo continente un passaggio per l'oceano pacifico, ma ci muore nel 1521, e la spedizione passa al luogotenente sebastian del Cano, che arriva in Spagna dopo tre anni DI navigazione. Lui ed il suo equipaggio furono i primi a circumnavigare il globo.
La conquista dei mari ed i suoi effetti sull'Europa.
Tutee il XVI secolo vede come paesi più potenti, per merito delle colonizzazioni e dello sfruttamento dei nuovi insediamenti la Spagna ed il Portogallo. Sarà in effetti il XVI l'unico periodo che li vede i più potenti, la loro immagine andrà e decadere toccando il fondo nel XIX secolo.
Specialmente l'impero spagnolo, oltre tutte le previsioni si rivela anche più potente del Portogallo, questo perché delusi dal commercio ma affascinati da oggetti in oro degli indigeni, sfrutta il traffico DI questi preziosi.
La potenza spagnola consistette nell'esportare dalla Spagna all'america meridionale tecnologia e cultura, ed anche le tecniche estrattive per meglio sfruttare le miniere indigene.
Il fatto, presenta come altra faccia della medaglia anche la diffusione DI malattie a cui gli indigeni non erano ancora preparati, tanto che da 25 milioni scendono alla fine del secolo a pochi milioni.
E' da dire che tuttavia l'imposizione culturale fu violenta, il che paradossalmente provocò un feedback anche alla cultura europea del vecchio continente.
Tecnologia agricola e produttività.
L'agricoltura ed le forma DI lavorazione della terra erano tali nel XVII secolo che in mancanza DI nuove tecnologie non avrebbero permesso una produzione necessaria alla popolazione, come in realtà accadde.
Le molte nuove persone intenzionate a lavorare la terra si accontentarono DI usare pascoli o terreni più ostili e meno fertili.
La produttività del terreno nella produzione agricola portò a risultati aspettati, ma l'uso DI pascoli ad arativo si riflesse su tutta l'agricoltura, infatti non fu più possibile reperire il letame necessario.
DI conseguenza la condizione contadini ebbe un peggioramento generalizzata anche se non uniforme. Toccando il limite in Russia e Polonia, dove i contadini tornarono ad uno stato servile.
Diversa fu la condizione dei contadini delle adiacenze del mar baltico e DI fiumi navigabili in quanto producevano finalizzati all'esportazione, a differenza delle altre realtà agricole in cui si produceva per l'uso e l'autosufficienza locale.
In Spagna, nel 1492 i regnati decretarono l'espulsione degli ebrei dal regno, fatto che fu decisivo per il declino della potenza spagnola, infatti erano loro a mantenere vivo ed arzillo il mercato agricolo, occupandosi dai sistemi d'irrigazione allo stadio finale del lavoro, e nello stesso tempo scapparono dalla spagna anche i moreschi.
Nel corso del XVI secolo tutte le terre erano DI proprietà DI aristocratici e della chiesa, proprietari impreparati ed assenteisti che non servirono alla risoluzione della povertà del paese.
Nella meseta, invece viste la mancanza DI frumento per pani intensificarono l'agricoltura a questa finalizzata, anche se non riuscirono a produrre quanto loro necessario, dipendendo per il grano ed latri cereali sempre più dagli altri paesi.
In Inghilterra invece i terreni erano posseduti in piena proprietà dai contadini, il ché permise una più ricca agricoltura.
In Francia e Germania invece erano previsti altri tipi DI contratto pure evoluti, come il pagamento DI un canone in natura o numerario, ed il resto tutee a loro carico, dunque erano indipendenti nelle decisioni gestionali.
Un altro tipo DI possesso fondiario , più diffuso in Francia , era quello mezzadrile, in cui i proprietari terrieri provvedevano al capitale DI funzionamento del terreno, ed i contadini vi lavoravano, alla fine il raccolto era diviso a metà.
Una variante della mezzadria era la metayage , dove un fermer (fattore)prendeva in affitto un'intera tenuta per poi subaffittarla.
Con questo metodo i proprietari terrieri furono escluso dal processo della coltivazione diventando dei semplici rentiers.
La realtà più evoluta in Europa e dei paesi bassi, che è stata la prima economia agricola moderna, in quanto tutee era per l'esportazione, tanto da comprare per loro la segale, più a buon mercato dall'estero, per vendere cereali più ricchi.
Si specializzarono poi sia in allevamenti che nell'attività casearia, che in produzioni finalizzate all'industria, come luppolo e orzo per quella della birra.
L'allevamento rendeva sia come ricavi da carne che come ricavi da letame, meracto che fu ben sfruttato da imprenditori che andavano per far fronte all'elevato quantitativo DI letame necessario all'agricoltura , a pulire le fogne della città, attività che implicitamente rese i paesi bassi i più salubri dell'Europa.
La rivoluzione dei prezzi.
E' dovuta all'aumento dovuto dalle miniere del nuovo mondo in patria DI oro ed argento, che fecero salire il prezzo del denaro più dei salari reali.
Tecnologia industriale e produttività.
Il problema nasce nel cercare un aspetto che possa in un'epoca quantificare l'innovazione tecnologica. Ovviamente potrebbe contarsi il numero delle invenzioni in un epoca, ma lascia molte perplessità.
Ancora, si potrebbe misurare la produttività.
Ad esempio nel 1589 padre Lee invento una macchina per la maglieria che annodava 1000 maglie al minuto, contro le 100 DI un bravo intrecciatore del tempo.
C'è però il problema degli ostacoli istituzionali verso le macchine inventate ad alta produttività, tanto che nel 1551 il governo Inglese emana una legge contro la garzatrice DI Lee, pensando che potesse portare disoccupazione.
Potrebbe ancora essere un valido metro per le innovazioni quello DI misurare l'impatto economico sull'epoca, ma anche qui bisogna considerare che grandi invenzioni hanno avuto impatti più che economici sociali, vale per tutti l'esempio della più grande invenzione del quattrocento, forse DI tutti i tempi, la stampa a caratteri mobili.
Poi, vi è da ricordare che molte potenziali invenzioni che avrebbero senza dubbio rivoluzionato tutee il mondo del tempo non poterono essere realizzate a causa della mancanza DI materiali idonei e DI energia, un esempio per tutti sono gli schizzi dei codici del grande Leonardo.
Per quanto riguarda la struttura delle industrie manifatturiere tessili non c'è nessun cambiamento tra quella medievale e quella del XV secolo.
Anche l'industria delle costruzione non va molto oltre a mode stilistiche, fatta eccezione per le costruzioni navali, che grazie all'ingegno dei paesi bassi ,che a causa della vita breve delle costruzioni in legno, prima fecero esperienza armatoriale sulla loro flotta, grande almeno come quella della somma degli altri paesi, poi costruirono anche per gli altri paesi.
Per capire la grandezza dei loro cantieri basta considerare che nell'arco del XVI secolo la stazza media passa da 200 a 600 tonnellate, con punte DI addirittura 1500.
Ovviamente in Olanda nacquero altre industrie manifatturiere per l'indotto armatoriale, come quelle per le cordature e le vele.
Tuttavia il gbrande successo dei cantieri olandesi si ha con navi DI stazza mediocre, ma sfruttabile come una grande silos, con pochissimo equipaggio, sono i Flauti olandesi.
Le industrie metallurgiche grazie alla diffusione DI arme leggeri alla fanteria e DI cannoni DI grande calibro per le guerre marittime, nel 1600 hanno un incremento straordinario DI tonnellaggio, con primo tra i paesi produttori la Svezia, a cui non mancavano nemmeno le foreste per il combustibile, problema invece sentito da altri paesi.
La mancanza DI legno , alla luce DI nuove tecnologie spinse a sostituire le strutture portanti DI edifici con i nuovi metalli, ma questo non fece altro che incrementare la doamanda DI metalli, sembre a dispetto della mancanza DI legno.
Altri paesi dell'Europa si dedicarono alle attività estrattive, campo in cui gli ingegneri tedeschi in quanto ad abilità ed esperienza avevano la meglio, in quanto pionieri DI tecniche innovative DI traforo e ventilazione.
In Inghilterra nel 1560 il governo diede il monopolio a società estrattrici DI rame ed ottono che avessero assunti ingegneri tedeschi.
Ovviamente oltre allo sviluppo DI tecniche ed industri nuove, nasce un nuovo mercato per i prodotti da poco importati dal nuovo mondo, nascendo in questo modo manifatture DI zucchero, cacao, caffè e tabacco.
Inoltre, l'Italia, fino a quel momento unica produttrice DI manufatti DI lusso, come i vetri decorati, orologi, carta decorata e prodotti ottici, vede il suo monopolio sparire in quanto altri paesi, pur producento oggetti DI qualità minore, avevano il vantaggio dei costi contenuti.
Durante la seconda logistica, pure nascendo un quadro eterogeneo DI attività, tutti so occcupano ancora della coltivazione della terra come lavoro part-time.
Traffici, rotte commerciali e organizzazione del commercio.
Tra tutti i fiorenti e dinamici settori dell'economia industriale , il più brillante tra il XV e XVII secolo fu quello del commercio.
Erroneamente si pensa che questo ebbe un'impennata sia DI valore che DI volumi dovuti alla scoperta del nuovo mondo, mentre il boom ci è stato per i commerci a lungo raggio tra nord eusropa e paesi asiatici e mediterranei.
Ancora l'epicentro per il traffico commerciale passa dal bacino mediterraneo al nord Europa.
Ancora una volta sono i Paesi Bassi a farla da Regina, dapprima colla pesca DI aringhe, poi coi traffici col Portogallo ed il golfo DI biscaglia dai quali acquistavano sale per la conservazione delle aringhe.
Questo traffico fece decadere il potere dell'Hansa.
Il paragrafo più importante del commercio olandese è col mar baltico, dove DI circa 40000 navi transitate registrate in 250 anni , il 60% batteva bandiera olandese..
Quando nel 1580 il Portogallo passa sotto corona spagnole, e più tardi nel 1592, la Spagan interdice lo sbarco commerciale nel porto DI Lisbona alle flotte olandesi, l'olanda inizia una nuova e fiorente era DI attività cantieristica navale, tanto da creare navi per grossi viaggi, capaci DI arrivare fino in Asia circumnavigando l'Asia, ed in 10 anni, con più DI 50 navi in andata e ritorno, i Olanda si costituì la compagnia olandese delle Indie orientali, che legalmente monopolizzò il traffico tra i due paesi.
Più tardi, nel 1600 anche gi Inglesi fondarono la compagnia inglese delle indie orientali, con monopoli molto simili all'Olanda.
Ancora gli Inglesi, visto il declino del Portogallo, assunsero il potere inserirono loro basi commerciali nel continente indiano, che era destinato col tempo a divenire "il gioiello più fulgido della corona britannica".
Il Portogallo conservò il potere in alcune zone indiane , am cessò DI essere la grande potenza dei mari.
CAPITOLO SESTO.NAZIONALISMO ECONOMICO E IMPERIALISMO.
Mercantilismo. Un termine equivoco.
Adam Smith, fondatore dell'economia moderna, classificò tutte le politiche economiche fino al suo tempo sotto l'accezione DI sistema mercantili, tutte politiche che portavano ad una cattiva distribuzione del reddito.
Notò che il ragionamento dello stato era analogo a quello del mercante, il cui guadagna è dato dal surplus delle spese realizzate sulla vendita.
Così lo stato tanto era ricco quanto più oro e argento immagazzinava nelle casse e tanto meno ne faceva uscire, cioè concretamente aumentando le esportazioni e riducendo le importazioni.
La sua teoria sul sistema mercantile fu pubblicato nelle "Ricerche sopra la natura e la causa della ricchezza delle nazioni."
L'accezione DI sistema mercantile ebbe significato negativo fino a quando nel XIX secolo Gustav von Scmoller, non ridefinì il sistema mercantilismo come strategie dello Stato a cui si accompagna l'edificazione dell'economia nazionale.
Ogni paese dell'Europa nonostante le somiglianze aveva una politica economica diversa, in quanto ognuna impregnata DI valori e ideologie intrinseche alla nazione.
I difensori del nazionalismo economico sostenevano che la loro politica mirava a rafforzare lo stato, stato però varieforme , dalla monarchia assoluta DI Luigi XIV a repubblica borgese delle città olandesi.
Gli elementi comuni.
Durante il XVI secolo la preoccupazione principale dello stato era quello DI accumulare al proprio interno grandi quantità DI oro e argento, il prendere pieno DI questa rozza e banale forma DI politica economica detta bullionismo portò a vietare l'esportazione DI oro e argento dall'interno del paese anche cola pena capitale.
Il problema DI accumulare oro e argento era DI semplice risoluzione per portoghesi e spagnoli che avevano colonie piene dei materiali preziosi, mentre quelle francesi, olandesi ed inglesi erano scarse o prive DI questi, però comunque fiorenti per il commercio, per altro modo DI arricchirsi,ed grazie a questi dati DI fatto che Smith nel suo saggio indica i mercanti come indiretti partecipanti al consiglio DI stato ed altre forme governative per far ben figurare la bilancia commerciale.
Teoricamente l'arricchimento colla politica del nazionalismo economico era semplice, tante esportazioni contro nessuna importazione, ma praticamente per dare atto a tale politica vi furono da scegliere quali prodotti esportare e quali importare.
Si decise DI aumentare il prodotto agricolo e DI stipare grano e altri generi alimentari per evitare che in periodo DI carestia si dovesse acquistare dall'estero, ancora lo stato incoraggiava la manifattura sia sulla quantità dei prodotti in modo da poterli esportare che sulla varietà per diminuire la dipendenza dall'estero.
Ancora le manifatture estere furono escluse dal commercio nazionale o sottoposte a dazi protezionistici, che figuravano come ulteriore entrata statale.
Le leggi suntuarie (relative ai consumi), spingevano la popolazione al consumo dei prodotti nazionali.
Altra forma DI ricchezza erano le flotti navali che consentivano DI eliminare uscite e DI
trasporto e DI avere entrate per i trasporti terzi, inoltre avere una grande flotta era conveniente perché era facilmente commutabile in flotta guerriera.
Ovviamente la pluralità DI flotte o l'egemonia DI una sola, non era conveniente a nessuno, tanto che Colbert, ministro DI spicco DI Luigi XIV, fece notare che delle 20000 navi che trasportavano merci , ¾ erano olandesi e l'unico modo per espandere il trasporto francese era quello DI ridurre l'olandese, anche colle armi.
Tuttavia per quanto riguarda i concetti DI economia politica fino ora discussi bisogna dire che non erano bene esplicitati dalle leggi dei governi in cui venivano applicati.
La Spagna e l'America spagnola.
Nel XVI secolo la Spagna era l'invidia DI tutti i regnanti europei, il suo Imperare Carlo I ereditò insieme al regno DI Spagna anche quello asburgico dell'Europa centrale e dei paesi bassi, della Sardegna e dell'italia centro meridionale.
Nel 1519 Carlo I col nome DI Carlo V diviene imperatore del sacro romano impero.
Qusto grande impero politico, dapprima poggiato su buone basi economiche, va sempre declinando fino al XVII secolo con lo spopolamento del regno spagnolo.
Infatti Carlo V era sempre impegnato a finanziare campagne, quasi sempre parse, o almeno incapaci DI riporater un pareggio economico, ed inoltre Carlo e Filippo II (padre e figlio) erano spessso impegnati in architettura monumentale spicciola ma costosa e farzosi ricevimenti imperiali.
Questo si riversava sul popolo spagnolo, che nonostante povero era nel XVI secolo quelo più pressato fiscalmente.
Inoltre era iniquo il sistema fiscale, tanto che il 97% delle terre spagnole era in possesso del 2 o 3 % delle famiglie, che a titolo nobiliare erano esentate dalle imposte dirette..
ovviamente la corono fu rissolevata dalle entrate coloniali DI preziosi, ma nonostante questo le entrate doganali dovute dall'importazione legale DI oro e argento (dazi pari al 40%), negli ultimi anni coprivano solo il 20% del reddito totale.
A questo punto si fece uso per le entrate nazionali a finanziamenti , in maggior parte con i Fugger tedeschi ed altri banchieri Italiani, ma anche con finanzieri fiamminghi e spagnoli.
Questi debiti sempre insolti a causa del non riconoscimento dei debiti, la c.d. bancarotta nazionale.
Basta osservare che nel 1554 i 2/3 delle entarte nazionali erano deputate a pagare gli oneri finanzairi dello stato.
La situazione era eguale anche per le manifatture, sempre meno produttive a causa del cattivo governo dei regnanti spagnoli.
Questi furono capaci DI rovinare l'economia nazionale anche coll'ausilio della religione, infatti Ferdinando e Isabella nei primi anni del loro regno riuscirono ad avere il santo ufficio, una diramazione dell'inquisizione, con cui perseguirono gli ebrei, che rappresentavano la parte della popolazione più ricca fiorente ed accolturata tanto che vi erano finanzieri medici e maestri artigiani DI gran prestigio, partirono circa 150 - 200000 ebrei, con danno DI misura non aritmetica respite all'economia.
Le politiche con le colonie americano furono lo stesso miopi e scadenti, furono incentrate sul monopolio e limitazioni, tanto che il commercio era praticabile dal 1503 in poi solo con la " casa de contratacion"
Però nel 1524 la politica cambiò e si permise il commercio anche agli stranieri, cosa che molto giovò ad italiani e tedeschi, vantaggio che riportando l'invidia in Spagna, nel 1538, rifece il governo marcia indietro.
Il problema fu comunque agirato da parte dei mercanti genovesi che partecipavano con coperture castigliane al commercio tramite la casa de contratacion.
Il Portogallo.
L'impresa più esplosiva dell'espansione europea fu quella perseguita dal Portogallo.
All'inizio del XVI secolo la sua popolazione ammontava a poco più DI un milione, era prevalentemente agricola e nonostante questo non era capace DI produrre cereali e simili, tanto da doverli importare, le città erano poche, esportavano pesce sale, oli vini sughero e pelli.
Nonostante questo il Portogallo si troverà e predominare Asia, Africa ed America.
Queste colonizzazioni sono frutto dell'esperienza che il Portogallo aveva accumulata per il mare, la progettazione la navigazione e tutte le arti correlate, dalla fortuna DI avere trovato a dominare zone relativamente facili da conquistare ed ancora dal fanatismo religioso e nazionalistico dei suoi abitanti che dominavano e conquistavano appunto nel nome DI Dio e del re. Ovviamente gran parte del merito va ad Enrico il navigatore.
Si calcola che per tutee il 1500 ogni anno circa 2400 portoghesi partivano verso l'oriente per cercare fortuna, ma dal 1530 in poi furono richiamati nelle colonie brasiliani per difendere la zona dai predoni francesi.
La prima colonizzazione non ebbe grande esiti, a causa degli indigeni bellicosi e primitivi, ma dal 1970 in poi con lo sfruttamento in brasile delle canne da zucchero lavorate dagli schiavi africani, divenne una risorsa importante per le finanze portoghesi.
Nel 1580 il Portogallo passa sotto la corona spagnola, colla promessa del re Filippo II DI conservare i possedimenti portoghesi.
I domini dei re droghieri (i regnanti portoghesi erano derisoriamente così chiamati)su due oceani erano male amministrati da solo 300 vascelli oceanici, DI cui alcuni impegnati in Africa e Brasile, ancora la corona delegava l'amministrazione ufficiali regi, uomini prestigiosi con cariche importanti, ma sottopagate che ben si facevano corrompere o partecipavano in prima persone a contrabbando ed evasione per arricchirsi.
Il commercio delle spezie fu il più gran ramo DI commercio monopolizzato, ma si cercarono DI monopolizzare anche altri traffici, e dove non si riusciva si imponevano forte dazi, il tutee colla miopia DI arricchire le casse statali.
Era anche monopolizzato il commercio coll'Africa dove si traghettavano avorio argento e schiavi, mercato quetso che diede un boom economico colla richiesta DI lavoro in America, ed erano vere e proprie agenzie monopolizzate a fornire gli schiavi.
La miopia regnante portò a l'indebitamento della nazione con finanziamenti a breve termine ed elevatissimi tassi d'interesse, in garanzie venivano date ai finanzieri gli introiti DI futuri trasporti DI pepe e altre merci dall'ampio mercato.
Un'altra causa del declino del Portogallo fu il decreto DI re Emanuele del 1497 alla conversione alla religione nazionale.
Invero fu solo formale l'invito tanto che continuarono la normale vita i portoghesi ed alla fine del XVI secolo almeno un terzo degli abitanti aveva sangue ebreo.
Però alla fine anche il Portogallo con la sua pseudo - inquisizione si rovina, proprio come gli spagnoli, tanto da emanare leggi che autorizzavano l'accusare DI diversità religiosa chiunque, colla garanzia dell'anonimato per l'accusante e l'onere della prova per l'accusato, ed ancora anche semplici gesti quotidiani, come l'indossare vesti puliti al sabato era prova DI colpevolezza, quaesto clima DI sospetto, sfiducia ed odio portò alla morte economica del Portogallo, cosa che non avvenne in paesi più civili ce tolleranti come i paesi bassi che erano i più potenti della seconda logistica.
L'Europa centrale, orientale e settentrionale.
Tutta l'Europa centrale, dall'Italia settentrionale al baltico era nominalmente considerata Sacro Romano Impero, unitarietà per l'appunto solo nominale, tanto che vi erano tantissimi principati indipendenti, ecclesiastici e laici, grandi e atomistici.
In Germania i sostenitori del nazionalismo economico si erano con i loro principio molto avvicinati ad un vero e proprio sistema economico.
Gli studiosi DI questo pseudo - sistema erano chiamati cameralisti, dal latino camera, cassa in cui si custodivano le ricchezze nazionali.
Erano tutti studiosi empirici, infatti erano stati o erano funzionari statali, dunque empiricamente coinvolti in finanza pubblica.
Avevano un comportamento dottrinale molto spinto e da pretenzioso, tanto e dimostrato da l'opera DI van Hornigk " Osterreich uber Alles wann es nur will", (L'Austria sopra tutee se solo essa vuole).
La preoccupazione era la solita, però meglio studiata, DI arricchire le casse interne evitando importazioni.
Nel XVIII secolo in diverse università tedesche furono fondate cattedre DI Staatswissennshaft (scienza dello stato), che preparava futuri funzionari statali.
Il problema degli stati tedeschi era la loro piccola dimensione e la mancanza DI risorse per divenire pienamente autosufficienti e staccarsi dall'autorità centrale dei principati che tendevano alla centralizzazione.
Tuttavia alcuni paesi, pur spesso penalizzando i propri sudditi riuscirono ad avere autonomia, tra cui la Prussia.
Infatti fu il successo della politica economica degli Hohenzollern DI Prussia, con un centralismo interno, a far avere un'accezione più positiva al nazionalismo economico.
Nel 1640, dopo la guerra dei trent'anni, con Guglielmo I, e con altri validi successori al trono, la Prussia diviene una delle potenze più importanti dell'Europa.
Oltre alla politica dell'esportare e non importare, adottata da tutti gli stati-nazione ,c'era in Prussia un'accorta amministrazione delle finanze interne, senza nessun sfarzo e con parsimoniosa oculatezza nelle spese.
L'unico sfarzo prusso era rappresentato dell'esercito che assorbiva circa metà delle entrate, ed inoltre la Prussia non era impegnata soventemente in operazioni bellicose. Anni dopo un generale prussiano notò chela Prussia non era "una nazione con un esercito, ma un esercito con una nazione che fungeva da quartier generale e da fornitrice DI vettovaglie".
Altro fenomeno DI fallimento dello stato che vuole influenzare l'economia viene dalla Russia.
Tra il XVI e XVII secolo questa è ancora allo stato degli adscripti glebae , ma nel 1696, quando Pietro I il grande diviene zar con potere incommensurabile , capisce che ci vuole modernizzazione o meglio occidentalizzazione in ogni campo, compreso l'economia.
Oltre a provvedimenti ininfluenti sull'economia, ma in un certo senso DI radicale importanza sociale, quali l'obbligo ai sudditi DI foggiare abiti DI fattura occidentale e DI radersi il mento, decise dopo un viaggio in occidente per apprendere nuove tecnologie DI dare sussidi agli imprenditori occidentali che volessero insediarci in Russia, ed infine costruisce la città DI Sn Pietroburgo, la sua finestra sull'occidente.
Ora che aveva un valido porto costrui anche una flotta, il suo scopo ultimo era DI avere dominio sia economico che militare su tutee il mondo, tanto che per soli due anni del regno DI Pietro I la Russia non fu in guerra.
Pietro rinnovo anche il sistema tributario accanendosi special modo con i contadini, inoltre tutti i proventi tributari erano destinati alla guerra.
Quando vide fallire il suo tentativo DI incentivazione per la costruzione DI materiale bellico, costrui fonderie, cantieri navali, armerie e industrie DI panno statali, con a capo maestranze occidentali che avevano il compito DI addestrare gli indigeni del luogo, indigeni però analfabeti e costretti a lavorare, dunque non vi erano grandi progressi.
La sua succeditrice Caterina I la grande, finì col rovinare il paese accendendo debiti DI finanziamento coll'estero e stampando molta cartamoneta.
La Svezia tra il XVI e XVII secolo ,vista soprattutto in ragione della modesta popolazione, anche è da encomiare, soprattutto per i regnanti, DI carattere assolutistico, anche più DI Francia e Spagna, però con una filosofia assolutista diversa, con scelte sempre oculate, almeno in campo economico.
Inoltre vi è anche un fattore naturale a fare grande la svezia, i grandi giacimenti DI rame e ferro, che anche nel XVIII secolo, dopo il declino, saranno esportati in tutta Europa.
Inoltre i governatori svedesi, incentivarono imprenditori sia locali che stranieri a meglio utilizzare le risorse del paese.
L' Italia è invece sempre stata in secondo piano, tanto che più che attrice dei secolo XVI e XVII è stata vittima, meno che la repubblica DI Venezia, che grazie soprattutto alla flessibilità produttiva ha sempre spaziato dal vetro alla lana alla agricoltura dal XVI alla fine del XVII secolo.
Il colbertismo in Francia.
Colbert, il primo ministro DI Luigi XVI per più DI venti anni codificò la politica nazionalista economica con tale precisione che dopo DI lui per indicare il mercantilismo si coniò il termine colbertismo.
Il suo primo passo fu quello DI razionalizzare l'apparato tributario dello stato, con un fallimento dovuto più che altro all'enorme massa DI numerario occorrente per il lusso smodato del re e le guerre sempre in corso.
In linea del tutee teorica il re doveva essere mantenuto dal frutto dei suoi possedimenti , ed in casi del tutee eccezionali, quali le guerre con l'approvazione DI un'assemblea rappresentativa del popolo, poteva chiedere altro denaro sotto forma DI imposte.
Però nel XV secolo il re si era accaparrato il diritto DI istituire tasse nuove e per decreto, senza il consulto DI nessuna assemblea rappresentativa .
Inoltre, il regno francese, già dal medioevo pur con innumerevoli tasse aveva deficienza monetaria, e chiese dunque prestiti all'estero , che però solo dal 1515 con Francesco I entrò permanenetmentenel sistema fiscale francese. Da questa data in poi il debito crebbe tanto che il regno francese dovette più volte dichiarare la bancarotta.
Un espediente per fare quadrare il bilancio fu la vendita degli uffici, che nell'immediato portò sollievo al governo, ma nel lungo periodo fece aumentare i costi, DI conseguenze le tasse.
Nonostante poi il numero abnorme DI uffici il governo fu costretto per la riscossione dei tributi a rivolgersi ad esattori privati, che davano al governo una somma forfettaria e incassavano dazi imposte e gabelle.
L'intento ultimo DI Colbert era quello DI modificare il sistema o pseudo tale eliminando tutti i dazi interni che non facevano decollare questo tipo DI traffico, ma la deficienza d'entrate non resero questo possibile.
Nella seconda metà del XVIII secolo, Turgot successore DI Colbert, illuminato e fisiocrate riformo, anzi invento un vero sistema DI riforma per favorire il traffico interno, ma tutte le persone a cui ciò dava fastidio fecero DI tutee per fargli lasciare il posto DI I ministro riuscendoci.
Dopo questo fallimento DI riportare il sistema fiscale come mezzo DI entarte finanziarie allo stato decretò nel 1789 la fine dell'antico regime.
I predecessori, Colbert ed i suoi successori fecero DI tutee oltre che per riformare il sistema tributario, anche per accrescere la produttività, incoraggiando le corporazioni e dettando un protocollo DI regole per ogni fase del processo produttivo dei beni interni del regno francese.
Concessero sussidi alle manifatture reali e per una buona bilancia commerciale con dazi scoraggiarono le importazioni.
Ancora prima DI Colbert, e certamente anche se non come lui riconosciuto più meritevole per le finanze francesi fu il primo ministro DI Enrico IV (1589) duca DI Sully, che fu un eccellente amministratore ed analista obiettivo dei costi del regno, e soprattutto applico regole sulle imposte fino ad allora solo scritte, tanto da aumentare il gettito delle gabelle del doppio.
I sucessori DI Sully, Richelen e Mazzarino, furono più accorti a mantenere il posto e far splendere la Francia che all'amministrazione delle finanze interne, tanto da far svanire ogni passo DI miglioramento intrapreso da Sully. Per tanto il primo compito DI Colbert( che diviene ministro dopo questi due) è DI ripristinare il sistema.
La prodigiosa ascesa dei paesi bassi.
La superiorità dei paesi bassi è dovuta a ragioni DI fondo differenti da ogni altra realtà economica dell'Europa.
Infatti l'unione DI Utrecht del 1579, il patto tra le sette province che poi divennero i paesi bassi, era mirato non tanto alla costituzione DI uno Stato nazione, ma ad un patto DI alleanza per meglio contrastare la Spagna.
Gli stati generali, l'organo legislativo della repubblica si interessava solo alla politica estera, mentre ogni altro affare era decentrato con massima autonomia e libertà per le autonomie minori.
Il motivo della superiorità commerciale dei paesi bassi del XVI secolo, è da ricercare nei c.d. commerci madri, cioè quelli tra mediterraneo, golfo DI Biscaglia, mare del nord e mare baltico.
Dal baltico acquistavano cereali, legname ed attrezzature navali, che poi distribuivano in tutta l'Europa occidentale e meridionale in cambio DI vini e sale del Portogallo ed altre materie prime DI cui l'Olanda era povera.
Altra importantissima attività dell'Olanda è rappresentata dalla pesca delle aringhe, tanto che un quarto e più degli olandesi tra XV e XVI secolo dipendevano direttamente o indirettamente da questa.
Le tecniche DI pesca e DI conservazione delle aringhe degli olandesi era nel XV secolo ad uno stadio ove i concorrenti sarebbero arrivati solo più tardi, infatti erano capaci DI pescare e conservare direttamente sul mare, in modo da poter viaggiare per settimane intere anziché ritirarsi ogni notte.
C'è ancora da ricordare che gli scambi DI materie prime e semilavorati sia all'interno DI questa sorta DI stato nazione nato dal patto DI Utrech che con altre economie era libero e dove vi erano dazi, non avevano lo scopo DI scoraggiare, ma solo DI equamente arricchire le finanze pubbliche.
La libertà gli olandesi la limitavano solo alla grande pesca delle aringhe, infatti solo le navi cinque porti potevano fare esca DI tipo industriale, e questo monopolio funziono fino a quando l'Olanda conservò il monopolio delle aringhe, ma poi quando anche altri paesi adottarono le tecnologie olandesi per la pesca, la grande pesca andò a declinare e con lei tutta l'economia olandese.
Uno dei punti forti sia economici, ma soprattutto sociale dei paesi bassi era la tolleranza religiosa, cosa che la rese attraente per tutti i perseguitati che con loro portarono il olanda anche il know how necessario a fare dell'Olanda la ricchezza economica che era.
Il colbertismo parlamentare in Gran Bretagna.
Le strategie economiche della gran bretagna erano diverse sia da quelle delle monarchie assolutistiche DI Spagna e Francia che da quelle olandesi.
Inoltre gli latri paesi europei furono costanti tra l'inizio del XVI e la fine del XVIII ad utilizzare la stessa strategia economica, mentre in Inghilterra furono tante strategie quanto i passaggi DI governo del paese effettivo.
Enrico I, fu assoluto come i suoi apri in Europa, ma a differenza DI altri paesi il fenomeno assolutistico si fermo a Carlo I.
L'evoluzione della monarchia inglese ha il culmine nel 1688 con la monarchia costituzionale sotto sindacato parlamentare.
A differenza delle assemblee rappresentative e parlamento inglese è che quest'ultimo non ha ma i rinunciato alle sue prerogative DI merito e legittimità delle tasse proposte dai regnanti, e anche quando nel 1630 Carlo I fece DI tutee per governare senza controllo parlamentare scoppiò un'insurrezione interna.
Dopo gli Stuart nel 1660, con relativi sperperi DI denaro pubblico, arriva la quiete con l'insediamento al trono nel 1689 DI Guglielmo e Maria, i primi monarchi costituzionali sotto sindacato parlamentare, dove il parlamento aveva servizi propri per le finanze pubbliche ed ordinò gli storni definitivi tra debito pubblico e debiti personali del sovrano.
Dopo la cosiddetta "Gloriosa rivoluzione" del 1688/89 il parlamento inglese col pieno potere sulla finanza pubblica e fonda la Banca Inglese, che giovata dalla quiete finanziaria negozia titoli pubblici e privati.
Alcuni storici hanno definito la politica inglese colbertismo parlamentare, definizione sbagliata perché non tiene conto della politica del parlamento inglese tra il 1688 e la rivoluzione americana.
I modi in cui il parlamento inglese tentò DI intervenire sull'economia sono vari ed alcuni anche bizzarri, come il tentativo DI aumentare la produzione del panno DI lana con una legge che imponesse che i cadaveri dovevano in questo essere avvolto, o per l'aumento del consumo del pesce giocando sulla proibizione del cristianesimo alla carne.
Un altra legge da esaminare è quella del 1563 detta statuto dei lavoratori. In l i applicazione perché questo istituto (l'applicazione)era demandato ai giudici DI pace, ufficiali regi non pagati che almeno che non fosse tornato loro un utile economico mai si sarebbero preoccupati del adempimento loro riconosciuto.
Ltro esempio del volere intervenire, e con non buoni risultati sull'economia del parlamento inglese è ravvisabile nel noto progetto Cokayne.
Nel medioevo la merce più esportata dall'Inghilterra era stata la lana grezza, ma nel quattrocento e cinquecento l'esportazione DI panni semilavorati DI lana, monopolio della Merchant Adventure, sorpassano le esportazioni DI lana grezza, e la maggior parte del traffico della Merchant Adventur è destinato in Olanda, con abili finitori DI semilavorati.
In realtà le finitura del panno DI lana erano molto più prosperose DI tutee il resto della lavorazione.
Visto l'introito derivante dal processo produttivo finale della lana, Sir William CokaYne, ricco mercante ed assessore della city, nel 1614 convince re Giacomo I a revocare il monopolio e DI vietare l'esportazione dall'Inghilterra del panno non colorato, questo promettendo un incremento dell'occupazione, prestigio internazionale ed indirettamente più imposte allo Stato.
In realtà la fase finale DI lavorazione richiedeva maestranze non presenti in Inghilterra, portando al declino delle esportazioni fino al collasso economico, tanto che nel 1617 Giacomo i reitera il monopolio delle esportazioni, comunque senza ripresa, fino a quando nel 1624 il governo sotto pressione della camera dei comuni liberizza il traffico del panno.
Tra tutte le legge nazionalistiche del colbertismo parlamentare la più significativa ed efficace e senza dubbio la Navigation Act.
Tanto importante che anche Adam Smith l'encomiò, anche se solo per la protezione del paese, ed a scapito della ricchezza pro - capite.
Tuttavia leggi sulla navigazione non furono prerogative inglesi o del XVII secolo, ci osno sempre state dal XIV secolo ed un po' in ogni nazione, anche se difficilmente applicabili per la cattiva amministrazione della marina e l a mancanza DI criteri DI applicazione.
Nel 1651 però con la Navigation Act, il parlamento non voleva solo proteggere il mercato della navigazione Inglese, ma provò soprattutto ad indebolire quello olandese.
Infatti la legge disponeva che le merci entranti nei porti inglesi dovevano essere trasportate esclusivamente dalle navi dei paesi esportatori o navi inglesi, intese come DI proprietà inglese, capitano inglese ed almeno ¾ della ciurma inglese. Inoltre anche alle navi era imposto DI trasportare le merci direttamente dal paese produttore anziché da porti intermedi, e con questo si cercava DI sminuire il potere DI Amsterdam.
La Navigation Act coloniale si concretizza coll'obbligo DI trasportare i prodotti coloniali prima che nei paesi DI destinazione nel porto d'Inghilterra.
In realtà la Navigation Act del 1651 ebbe successo a differenza delle altre non perché migliore,ma perché gli istituti attori erano già pronti ad assalire il mercato.
L'altra faccia della medaglia delle leggi sulla navigazione, fu la perdita DI parte del prestigio goduto nelle colonie, che se non la causa scatenante concorse alla rivolta d 'America, insieme al poter commerciale e demografico che aveva raggiunto alla vigilia della rivoluzione.
In effetti la legislazione inglese ha ben difeso la nazione in politica estera, anche se internamente ha lasciato molta libertà agli industriali.
STORIA ECONOMICA DEL MONDO RONDO CAMERON II : LA VENDETTA .
CAPITOLO SETTIMO : L'ALBA DELL'INDUSTRIA MODERNA.
Caratteristiche dell'industria moderna.
Una delle differenze più ovvie tra società preindustriale e società industriale è la repentina discesa DI persone occupate nell'età industriale nell'agricoltura.
Discesa ovviamente solo numerica, contrapposta ad un aumento in produttività agricola.
Nel periodo dell'industrializzazione, che va grosso modo dall'inizio del XVIII in Inghilterra ed i primi decenni del XX secolo, si nota dunque un aumento DI persone occupate nel secondario.
Nel corso DI questa trasformazione, correttamente chiamata "nascita dell'industria moderna" anziché rivoluzione industriale, tre sono i fattori che caratterizzano e distinguono l'industria moderna da quella precedente :
1 L'utilizzo DI energie non naturali
Uso DI macchine azionate da energia meccanica
Impiego diffuso DI materiali DI sintesi.
Rivoluzione industriale : un termine equivoco.
Tra tutti i termini della parlata storica, quello che più DI altri si è con prepotenza imposto è "rivoluzione industriale", che è anche il termine più errato e fuorviante che mai si sia usato in questo ambito.
E' opportuno usare il termine rivoluzione industriale solo per l'inizio dell'industrializzazione europea avvenente in Inghilterra coi telai azionati da energia meccanica e l'applicazione DI Watt.
Poi tutee quello avvenuto dopo nel resto dell'Europa deve essere categoricamente definito come "nascita dell'industria moderna" e non come rivoluzione industriale, in quanto come rivoluzione, cioè avvento che si consuma in relativamente poco tempo, come scrisse Ashton, la velocità dei mutamenti non è tipica dell'economia, aggiungendo inoltre che ci fu più che altro mutamento intellettivo sociale e culturale.
Il termine equivoco e fuorviante acquisto popolarità quando nel 1884, i discepoli DI Toynbee raccolsero in un libro dal nome " lectures on the industrial revolution in England" i suoi appunti, dove sosteneva come tale rivoluzione avrebbe mortificato la classe dei lavoratori.
Più tardi nel 1919 Usher , il più grande sostenitore della falsità del termine, ammise che "rivoluzione industriale" aveva catturato l'immaginazione del popolo, e nonostante falsa e fuorviante, sarebbe per sempre rimasta nella letteratura economica.
Requisiti e fattori concomitanti dell'industrializzazione.
Ritornando alle parole DI Ashton, la rivoluzione fu più che industriale sociale e intellettuale, ma anche agricola e politica.
Tuttavia la vera rivoluzione è stata intellettuale, è da questa ogni altra innovazione.
Molti studiosi superficiali, considerano la scienza il carattere distintivo della industria moderna.
In realtà agli inizi del XVIII secolo il corpus della scienza era esile e non adatto per essere applicato ai processi produttivi anche se è vero che si usavano metodi scientifici come l'osservazione.
Non è nemmeno possibile parlare DI metodi sperimentali, termine molto formale da applicarsi a quello che più specificatamente può essere definito metodo per tentativi.
Ancora non si possono applicare questi metodi scientifici ad uomini DI scienza, in quanto come detto erano si esistenti, ma operanti lontani dall'industria, ma ad ingegnosi artigiani e ingegneri del tutee empirici.
Tuttavia la voglia DI sperimentare era diffusa in tutta l 'Inghilterra ed in ogni settore, anche quello agricolo, da sempre conservatore.
E fu proprio la voglia DI sperimentare che portò la diminuzione DI persone in agricoltura con relativi aumenti DI produzione agricola, tanto da creare surplus per l'esportazione che forza lavoro per l'industria.
Uno dei fattori determinanti l'aumento DI produttività a causa dei tentativi scientifici, fu la divisione dei campi, che permetteva autonomia nei tentativi sia agricoli che DI selezionare bestiame.
Il maggiore sviluppo agricolo fu dato dalla recinzione dei campi, infatti cambiò anche il paesaggio agricolo, ora era costituito da fattorie recintate DI 100 - 300 acri, dove a differenza DI prima era possibile selezionare nuovo bestiame e provare nuove rotazioni colturali.
Già nel XVI secolo, Londra aveva cominciato a svolgere la funzione DI polo finanziario e commerciale della città , questo giovata dalla vicinanza dell'allora capitale Westminster e dall'ingegno romano che l'aveva costruita nel punto più alto del Tamigi in modo da creare un'eccellente porto e l'aveva dotata DI numerosi ponti che la resero percorribile.
Nel 1700 Londra - Westminster contava più abitanti DI Parigi, fino ad allora la città più popolosa.
Le origini del sistema bancario Britannico è incerta, certo è invece il fatto che dopo il 1660 molti orefici londinesi svolgevano attività finanziarie come lo sconto DI cambiali e l'emissione DI titoli al portatore.
Quando nel 1694 viene istituita la Banca d'Inghilterra a monopolio legale, viene vietato ai finanzieri l'immissione DI cartamoneta.
La provincia era rimasta priva DI banche ma "money scrivens" (agenti d'affari) continuarono a praticare lo sconto cambiario.
Inoltre, la zecca inglese era poco efficiente ed il valore delle monete d'oro da essa messe in corso era troppo alto sia per il commercio al minuto che per il pagamento DI salari.
Questa mancanza DI moneta spicciola spinse commercianti e ricchi proprietari a creare surrogati DI moneta per la circolazione locale. Questo condusse nel XVIII secolo alla nascita e l'incremento vertiginoso DI banche DI provincia, tanto che nel 1810 erano più DI 800.
Importantissima conseguenza della Gloriosa rivoluzione del 1688 fu la razionalizzazione delle finanze pubbliche e la riduzione del debito nazionale.
Nonostante fosse il sistema tributario inglese DI tipo regressivo, questo permise un'accumulazione DI denaro, utile indirettamente alla nascita dell'industria moderna.
Infatti le grandi industrie, in origine DI modeste dimensioni si incrementarono (nella dimensione) non con fondi pubblici ma reinvestendo i profitti, invece il denaro pubblico fu utilizzato per creare efficaci infrastrutture.
Infatti il traffico interno DI merci voluminose e DI basso valore come i cereali aveva bisogno DI una sistema DI spostamento economico.
Prima dell'avvento delle ferrovie il mezzo più adatto a questo tipo DI spostamenti erano i corsi d'acqua.
Questi già copiosissimi in Inghilterra furono negli anni 50 del XVIII un incremento DI corsi artificiali, tanto che tra il 1750 ed il 1820 furono creati circa 3000 miglia DI percorsi artificiali navigabili per un costo DI 17.000.000 DI sterline..
Le iniziative DI canalizzazione furono prese dal parlamento che delegò la costruzione e la gestione a società DI capitali con scopo DI lucro, che a volte mettevano a disposizione per i trasporti una loro flotta DI chiatte.
Per quanto riguarda le strade, ci fu un netto miglioramento dopo che il parlamento decise della costruzione e manutenzione delle strade dovesse essere affidate a privati.
Infatti prima la loro cura era demandata alle parrocchie.
Nonostante le strade private fossero mediamente lunghe solo tre miglia, furono tra loro ben collegate e crearono una fitta rete DI strade ben percorribili.
Prima del 1750 le strade il Inghilterra erano 3400 miglia , nel 1836 erano 22.000 miglia
Tecnologia industriale e innovazione.
Visto l'elevato costo per la combustione nelle fonderie per la creazione DI ghisa grezza, molti furono i tentativi per la produzione DI combustibili alternativi al carbone DI legna.
Il pioniere fu nel 1909 Abraham Darby, che nella sua industria ferriera a Coaldbrookdale sperimentò cari tentativi per liberare dalle impurità il carbone non ligneo, avendo in fine il coke.
Nonostante la grande innovazione fino al 1750 solo il 5% delle ferrerie adottarono il metodo DI combustione con carbone coke, ma dopo coll'elevato costo del carbone DI legna prese piede l'invenzione DI Darby.
L'altra grande innovazione fu l'uso del vapore come energia inanimata che sostituì le correnti d'acqua ad azionare i meccanismi, il che permise DI spostare le industrie in cui fu applicata dalle campagne alle città, con maggiore forza lavoro.
Il vapore fu utilizzato per la prima volta nell'industria mineraria per azionare pompe il cui compito era DI estrarre l'acqua dalle miniere.
Il primo tentativo fu dell'ufficiale inglese Saverio che nel 1698 brevettò una pompa chiamata "amico del minatore", in realtà molto inefficiente e predisposta all'esplosione.
Nel 1712 Newcomen costruì la prima pompa atmosferica, adottava la forza del vapore per spingere uno stantuffo in alto, poi a fine corsa un getto d'acqua fredda riscaldava il cilindro e faceva cadere a gravità lo stantuffo che poi riprendeva la corsa.
L'inconveniente DI questa era la mole eccessiva che occupava un intero edificio e che il costo per combustibile non era spesso adatto per i lavori DI importanza minore.
Negli anni 60 ad un ricercatore dell'università do Glasgow, James Watt, fu dato impegno DI riparare un modellino funzionante della pompa atmosferica DI Newcomen, e per tentativi riuscì a costruire e brevettare nel 1769 un condensatore che evitava il raffreddamento con getti d'acqua.
Era comunque ancora lontano per l'invenzione del motore a vapore, questo perché mancava la tecnologia per avere pistone da una perfetta levigatura, che però non tardo a venire dall'industria Wilkinson , che adotto fresatrici particolari per la costruzioni DI cannoni, e che più tardi produsse pistoni per Watt, dunque nel 1775 circa la società Watt - Boulton iniziò a produrre motori a vapore.
L'applicazione della macchina DI Watt più tardi con altre modifiche fu adattata anche nelle industrie manifatturiere.
La più grande innovazione per le industrie manifatturiere arrivò nel 1774 da Crompton che creò una macchina capace DI produrre filati più sottili e resistenti che mai, e quando a questa fu applicata la forza del vapore fu possibile trasportarla nelle città.
Ora che i problemi della filatura meccanizzata erano stati risolti occorreva risolvere per la tessitura automatica, e nel 1785 Cartwright ecclesiastico inventò il primo tessitore completamente automatico, anche se tutti i problemi furono risolti solo nel XIX secolo con un telaio costruito da un'industria specializzata DI Manchester. Infatti Cartwright non aveva nessuna esperienza meccanica e raggiunse il suo risultato grazie all'intelligenza e l'aguzzo.
La meccanizzazione DI filatura e tessitura comportarono ovviamente un incremento della domanda, buon indice per l'incremento può essere l'importazione in Inghilterra DI cotone grezzo che salì dal 1770 al 1800 da 2500 tonnellate a 25000 tonnellate.
Le importazione arrivavano dall'india e dall'oriente ma la produttività DI cotono non ebbe la stessa crescita dell'industria per cui l'Inghilterra iniziò a produrre cotone nelle isole caraibiche britanniche, ma il costo per la separazione dei semi dalla fibra era elevatissimo pure utilizzando la mano d'opera degli schiavi scoraggiò la produzione DI cotone grezzo, almeno fino a quando Whitney inventò la sgranatrice meccaniche, e DI conseguenza tutte le piantagioni del sud america furono convertite a cotone, e questa divenne la produttrice prima DI materia prima per la manifattura inglese, che nel 1860 importava circa 500000 tonnellate DI cotone grezzo.
Dopo questa meccanizzazione e produzione in America DI cotone la Gran Bretagna iniziò anche ad esportare il cotone finito e nel 1803 il valore delle esportazioni DI cotono superò quello della lana, industria questa difficilmente rinnovabile a causa della tradizione e del materiale delicato che non si prestava a lavori automatici.
Non tutti i cambiamenti nell'industria furono però riconducibili al vapore tanto che mentre Watt perfezionava la sua macchina Smith scriveva un libro Ricchezze delle Nazioni In cui parlava dell'incremento DI produttività DI un'impresa DI spilli senza l'innovazione tecnologica ma solo con la separazione e la specializzazione del lavoro.
Altro grande progresso ci fu nell'ambito chimico, con innovazioni DI chimici francesi ma operanti in Inghilterra.
Un esempio è dato dall'acido solforico, già conosciuto ma costoso da produrre e molto pericoloso, fino a quando nel 1746 Roebuck inventò un procedimento che rendesse la produzione DI acido solforico estremamente meno costoso, cioè la produzione DI acido per mezzo DI camere DI piombo.
L'acido veniva utilizzato ora che era più economico come sbiancante nelle industrie tessili al posto DI latte acido, siero DI latte, ed urina o latri prodotti naturali.
Altra innovazione importante è la locomotiva, utilizzabile in Inghilterra poiché già vi erano diverse miglia DI strade ferrate , ovviamente il primo passo verso la locomozione fu DI utilizzare la macchina DI Watt, ma fu un fallimento poiché era pesante con un cattivo rapporto peso proprio/potenza sprigionata.
In realtà fino al 1800, data DI scadenza del brevetto DI Watt sul condensatore separato, ogni progresso fu precluso, ma da questa data in poi molti ingegneri provarono a costruire la loro locomotiva, ma tutte peccanti DI molto peso e poca potenza, fino a quando 1813 Stephenson, che non era ingegnere, creò la prima e vera locomotiva e nel 1825 inaugurò lui stesso l'era del trasporto ferrato .
nel 1830 fu fondata la prima linea DI trasporto ferrato, la Liverpool - Manchester , e tutte le locomotive furono disegnate e progettate dal genio DI Stephenson
Varianti regionali.
Osservando l'Inghilterra si nota che la concentrazione urbana era situata sempre nelle prossimità DI giacimenti DI carbone.
Nel Galles, regione povere, pur estraendosi molto carbone, con fonderie del luogo si producuceva circa un quarto del ferro Inglese nel 1800, che però era esportato e non meglio sfruttato da industrie DI trasformazione sussidiarie.
La scozia, paese relativamente arretrato, quando nel 1707 fonde il suo parlamento con quello Inglese, vede accedersi a mercati sia Inglesi che coloniali, il che permette un enorme incremento DI ricchezze.
Il boom della Scozia può anche essere ricercato nel livello medio DI cultura della popolazione, infatti vi erano ben quattro università contro due dell'Inghilterra.
Inoltre il sistema bancario scozzese, separato da quello inglese e senza interferenze governative concedeva facilmente prestiti ad imprenditori.
C'è chi dice che se la Scozia avesse avuto un'amministrazione, oltre a quelle locali, prima del 1885 si sarebbe potuta sviluppare più velocemente, tutee sommato la mancanza DI u n industriali la a prima parte della terza logistica (1750) si fa sentire.
Più che altro l'aumento demografico è dovuto dall'aumento DI giovani matrimoni, ed il decremento del tasso DI mortalità, questo dovuto alla diminuzione del prezzo del cotone che permetteva DI avere più igiene domestica e dall'aumento degli anni 50 del XVIII della profilassi infettiva, infatti è in questo periodo che ci si inocula per il vaiolo e ci si inizia a vaccinare (1798), poi si costruiscono anche nuovi ospedali.
Nel 1700 Londra con 500000 abitanti era DI gran lunga la città più popolosa d ?inhilterra, forse d'europa.
Nel 1801, col primo censimento contava 1000000 abitanti, nel 1851 un'altro censimento definì urbana più della metà della popolazione bretone e nel 1901 ¾.
La crescita della città si accompagno a fatti deplorevoli, come l'aumento della ghetizzazione in barracopoli sovrappopolate con nessuna infrastruttura igienica dove i rifiuti venivano gettati per strada creando buon terreno per il virus del colera ed altre malattie epidemiche.
Alcuni cattivi testi DI storia economica evidenziavano come nelle industrie venivano fattipartecipare ai processi produttivi anche donne e fanciulli, quasi fosse una novità.
In realtà queste forze lavoro non sono mai mancate, anche nel lavoro prevalentemente agricolo.
Le fabbriche si svilupparono dapprima nell'industria tessile, poi in altre, ed andando in contro ad economia DI scala sempre crescenti aumentarono il salario degli operai, cosa che DI li a poco avrebbe portato l'inflazione facendo abbassare il salario reale degli addetti.
Tuttavia tra il 1750 ed il 1850 la situazione andò sempre bene, tranne piccoli cali DI potere d'acquisto, anche se il divario tra percettori DI rendite e salariati divenne ancora più accentuato.
STORIA ECONOMICA DEL MONDO RONDO CAMERON III
CAPITOLO OTTAVO . LO SVILUPPO ECONOMICO NELL'OTTOCENTO : FATTORI DETERMINANTI.
Popolazione.
Il XIX secolo vede il definitivo trionfo del sistema DI fabbrica nell'industria in Europa.
Nel 1800 l'Europa abitava 200 milioni DI abitanti e nel corso del XIX secolo fino al 1900 contava ben 400 milioni DI abitanti.
La popolazione continuò a crescere per tutee il XX secolo, anche se con qualche diminuzione.
Questi tassi DI crescita non vi erano mai stati, infatti a partire dalla scoperta dell'agricoltura e fino al XVIII secolo la popolazione si raddoppiava circa ogni 2000 anni, poi all'improvviso, nell'arco del XIX secolo, in meno DI cento anni si raddoppia.
Inoltre col ritmo attuale DI crescita, superiore anche a quello del secolo scorso, la popolazione mondiale raddoppierà in circa 25-30 anni.
Nel XIX secolo Inghilterra e Germania, i paesi più industrializzati avevano il tasso annuo DI crescita DI circa l' 1%( con un tasso costante dell' 1% la popolazione si raddoppia in circa 70 anni), però la Russia, fanalino DI cosa dell'industrializzazione europea anche aveva un tasso medio secolare del 2%, mentre la Francia, anch'essa industrializzata aveva un tasso del solo 0,4%.
Alla luce DI questi dati è evidente che l'andamento demografico aumentativo non è in funzione sola ed esclusiva del tasso d'industrializzazione del paese.
Prima del miglioramento de trasporti avvenuto nell'ultimo quarto del XIX secolo, uno dei li limiti maggiori all'espansione demografica era la mancanza DI generi alimentari.
In parte questa mancanza fu già dall'inizio del XIX secolo in parte ridotta, infatti si sfrutto meglio l'agricoltura sia utilizzando migliori fertilizzanti derivanti dall'avvento della chimica organica che coltivando suoli prima incolti, questo in particolare in Russia.
La diminuzione dei trasporti permise DI viaggiare a buon prezzo, il che sconvolse, in senso anche positivo, la geografia delle razze.
Tra il 1815 ed il 1914 circa 60 milioni DI Europei abbandonarono il vecchio continente, sia per sfuggire a persecuzioni politiche e religiose che per cercare fortuna altrove.
Molti furono i tedeschi e gli italiani che migrarono verso i paesi che poi divennero i più importanti dell'America latina.
Altro fenomeno, anche se non nuovo come quello della migrazione estera fu quello della migrazione interna, che diede completamento al fenomeno DI urbanizzazione, inoltre chi sceglieva DI vivere in città preferiva quelle grandi e non quelle piccole.
Infatti il numero relativo DI abitanti nelle piccole città (da 2 a 20 mila) abitanti è rimasta in Inghilterra invariata dall'800 ai nostri giorni, circa il 15%, mentre nelle grandi città (superiori a 20000 abitanti) la percentuale è salita dal 27 ad oltre il 70%.
In effetti intorno agli anni 50 del XX secolo esistevano molte più città con 1 milioni DI abitanti DI quante ve ne fossero sopra i centomila nell'ottocento.
Risorse.
A differenza dell'era preindustriale, nell'Europa industriale non vi fu nessun sconvolgimento dovuto a risorse energetiche naturali, che anzi iniziarono a scarseggiare.
Fu ovvia la conseguenza DI dovuta a mutamenti tecnologici DI cercare ed investire in nuove forme energetiche.
Nelle zone ricche DI carbon fossile si svilupparono le realtà industriali più evolute, mentre nella seconda metà dell'800 con l'introduzione dell'energia idroelettrica nacquero nuovi insediamenti industriali moderni, specialmente in Svizzera, Germania, Italia e Francia.
Tuttavia non si fermò mai la voglia DI scoprire nuove forme DI energie o giacimenti DI combustibili, per cui i paesi dell'Europa, aiutati dalla cattiva amministrazione o da un governo debole DI paesi africani e asiatici, fecero DI tutee per avere il controllo politico DI queste.
Sviluppo e diffusione della tecnologia.
Secondo il parere del premio Nobel per l'economia Simon Kuznets, un'epoca economica viene definita dall'applicazione DI un'innovazione epocale.
Ad esempio per lui l'innovazione epocale della prima età moderna europea fu la novazione e la modernizzazione delle tecniche marittime e le arti ad essa correlate.
Anche Smith, in un suo scritto del 1776 definì le più grandi eventi della storia dell'umanità la scoperta del nuovo mondo e la rotta diretta verso l'Asia tutta marittima.
Secondo Kuznets l'innovazione epocale che diede origine all'era industriale moderna intorno al 1850 fu l'applicazione della scienza ai problemi della produzione economica.
In realtà con l'inizio dell'epoca tecnologica 1860/70 circa, non figuravano scienziati o studiosi , ma solo la figura dell'artigiano - inventore, con cultura del tutee empirica.
Dopo DI allora però con l'avvento DI nuove tecnologie, la scienza entra a pieno diritto nel processo economico, particolarmente quando vi entrano in gioco l'energia elettrica, la chimica organica e l'ottica., però con influenze scientifiche e tecnologiche anche in settori più tradizionali come la metallurgia e l'agricoltura.
Nell'analizzare i fatti storici riguardo la tecnologia bisogna meglio definire i termini invenzione, innovazione, e diffusione DI nuove tecnologie.
L'invenzione si ha quando si ha da un punto DI vista tecnologico una novità brevettabile, ma non ha nessuna significato economico.
Quest'ultimo si avrà solo quando l'invenzione verrà immessa in un processo produttivo, cioè con l'innovazione tecnologica.
Con diffusione si intende il processo con cui una innovazione si diffonde nei paesi, nelle industrie, all'estero.
Fino al 1870 il cruccio degli industriali continentali, appoggiati spesso dal governo proprio, era quello DI acquisire ed importare le tecnologie britanniche nell'entroterra, cosa che accadde sia per gli europei continentali che per gli americani.
Motori primi e produzione DI energia.
Nel 1800, alla scadenza de brevetto DI Watt, erano poche le macchine a vapore funzionanti in Europa, quasi tutte concentrate in Inghilterra.
Nonostante il contributo DI Watt alle macchine a vapore, la sua invenzione aveva molti limiti, come la limitata efficienza tecnica, intorno al 5%, erogazione DI pochi hp, solo 15, inoltre era ingombrante e necessitava DI molto combustibile.
In realtà queste limitazioni erano dovute alla mancanza DI tecnologie adatte a sopportare il motore, come utensilerie DI precisione e materiali leggeri ma resistenti, fattori questi che arrivarono non oltre i cinquanta anni.
Col progresso DI tecnologie arrivarono come logica conseguenza motori più potenti, mediamente erogavano 40-50 cavalli vapore, e nel 1860 alcuni motori marini sprigionavano la bellezza DI mille e più cavalli.
Alla fine dell'ottocento i motori marini giunsero ad una potenza DI 5000 cavalli.
Tuttavia anche il raggiungimento DI tali potenze era cosa da poco in confronto all'uso che si poteva fare del vapore, l'azionamento DI turbine per la produzione DI energia elettrica.
I fenomeni elettrici, in realtà non erano cosa nuova, erano sempre stati osservati, fin dall'antichità, ma mai fu dato loro giusto peso.
Solo verso la fine del secolo le ricerche DI Franklyn in America e DI Galvani e Volta in Italia innalzarono lo status dell'elettricità.
Fino al 1873 molti scienziati ed ingegneri tentarono inutilmente DI creare metodi alternativi al vapore per la produzione DI energia elettrica, ma fu un fabbricante DI carta della Francia meridionale che pensò DI far azionare la turbine dalla forza dinamica dell'acqua.
Con questa innovazione i centri produttivi si spostarono verso zone ricche DI corsi d'acqua, ma nel decennio successivo coll'invenzione della dinamo a vapore le zone industriali si rispostarono in zone ricche DI carbone.
Tuttavia, l'innovazione della dinamo idroelettrica rese possibile il processo DI industrializzazione, ormai ristagnante nelle zone povere DI risorse energetiche naturali.
L'elettricità subito si mostrò come forme energetica molto versatile, un esempio è dato da Werner von Siemens, che nel 1879, anno del brevetto della lampadina DI Edison, inventò il tram elettrico che rivoluzionò gli spostamenti urbani DI massa a breve tragitto.
Altra forma DI energia riscoperta nel XIX secolo è quella del petrolio, la cui estrazione per fine economici inizia nel 1859 colle trivellazioni in Pennsylvania.
Il petrolio greggio è composto da più componenti, o meglio da più frazioni.
La frazione più importante ai tempi della scoperta del petrolio fu considerata il cherosene, che veniva utilizzato per l'illuminazione.
Altre frazioni più pesanti furono per lungo tempo considerate scarti della piroscissione, ma poi vennero utilizzati come combustibili per l'uso industriale e domestico.
Le frazioni più leggere come nafta e benzina furono a lungo considerate pericolose, anche se nel contempo molti inventori ed ingegneri progettavano i primi motori a combustione interna, tra cui Karl Benz e Gottfried Daimler.
Nel corso del 900 questi motori a combustione interna alimentati da nafta e benzina erano diffusi special modo per il trasporto leggero, ed in mano a Henry Ford, Armand Peugeot,André Citroen e William Morris, diedero origine ad una delle industrie più fiorenti DI ogni tempo.
Acciaio a buon mercato
All'inizio dell'ottocento solo in Gran Bretagna era diffuso il procedimento DI fusione del metallo ferroso con il coke.
I paesi continentali, in particolare la Francia tentò DI introdurre il procedimento DI fusione del minerale ferroso con il coke, ma ebbe scarso significato economico, e fino al 1815 circa, dopo le guerre rivoluzionarie e napoleoniche si riprese in continente l'uso del coke.
In America, grazie alle grandi foreste da cui trarre carbone DI legna, e all'antracite della Pennsylvania, l'usi del coke fu scarso, almeno fino alla guerra civile.
In Italia e Svezia, le piccole industrie continuarono a produrre con carbone DI legna.
Il primo altoforno efficiente in Europa fu costruito sul finire degli anni venti in Belgio, e seguì anche la Francia, tuttavia il processo DI fusione col coke ebbe piena diffusione solo negli anni 50.
Comunque la scoperta più importante della metallurgia arriva nella seconda metà del XIX secolo, colla produzione dell'acciaio (particolare tipo DI ferro con meno carbonio della ghisa grezza, am più del ferro battuto) ad uso industriale, infatti prima visti i costi eccessivi veniva usato solo per piccole parti meccaniche o per le lame DI strumenti chirurgici e spade.
L'innovazione arriva col forno DI Bessemer, ed i progressi si protraggono fino al 1878 quando a cura DI due cugini inglesi, Thomas e Gilchrist si brevettò il metodo basico per la produzione DI acciaio.
Queste innovazioni fecero sensibilmente alzare la produzione DI acciaio che si sostituì al ferro in molte opere, questo grazie alla maggiore resistenza e peso minore.
Trasporti e comunicazioni.
Tutee l'evolversi della tecnologia e dello sviluppo economico è rappresentato in maniera egregia dalla locomotiva a vapore dai suoi elementi DI corredo come i binari, ormai in acciaio, e tutte le infrastrutture opportune.
In effetti il motivo della tarda industrializzazione dell'Europa continentale e dell'America, era proprio la mancanza DI un sistema DI trasporti efficace ed economico, problema non risentito dall'Inghilterra per merito delle folte canalizzazioni e la superficie relativamente piccola dove trasportare i prodotti.
In Europa continentale ed America invece a causa DI questa mancanze non si era nemmeno specializzato nel lavoro, poiché non ci sarebbero stati sbocchi in mercati diversi da quelli del loco.
Invece colla ferrovia, ed in misura minore col battello a vapore questi problemi cadono, inizia così una più intensiva industrializzazione, ed inoltre dall'inizio della costruzione delle reti ferroviarie, 1830 circa, e la fine, a fine secolo, crebbero notevolmente le domande DI legno, acciai ,mattoni ed altri materiali DI costruzione, dando grande stimolo alle imprese fornitrici.
Nel 1850 in Inghilterra, spinta da una cultura liberale parlamentare si erano già costruite circa un quarto delle attuale strade ferrate, vale ad ire quanto la somma degli altri paesi europei.
La Francia e la Germania furono gli unici altri paesi ad adoperarsi per una serie costruzione ferroviaria.
Nella penisola italica tale processo iniziò solo con Camillo Benso conte DI Cavour nel regno DI Sardegna.
Negli anni 70 ormai l'Europa era ben ferrata, e nel 1888 il mitico Orient Express che da Londra e Parigi arriva a Costantinopoli effettua il primo viaggio.
Invece il battello a vapore, pur nascendo prima della locomotiva, aveva avuto una vita più misera, veniva usato solo per la navigazione interna, almeno fino a quando non cambia il sistema DI propulsione che da ruota passa a spinta longitudinale, e da quel momento in poi si sviluppa la navigazione in mare con battelli a vapore.
Nei primi anni del 900 la navigazione a vela veniva utilizzata solo per il trasporto DI merci voluminose non deperibili e DI scarso valore.
Anche se nessuna invenzione del XIX secolo presa singolarmente può essere paragonata per impatto sociale a quella del quattrocento, tutte cumulativamente ebbero almeno la stessa importanza DI quella della stampa.
La macchina per la fabbricazione della carta e la macchina da stampa cilindrica, entrambe intorno al 1800, accompagnate da una riduzione DI bollo sulla carta, resero economicissimo stampare giornale e libri, con un'ovvia alfabetizzazione della popolazione. Questi nuovi sistemi DI stampa furono per la prima volta usati nel 1812 dal Times DI Londra.
Altra importante invenzione fu quella del telegrafo elettrico DI Morse nel 1832.
Nel 185° quasi tutte le città europee e americane erano tra loro collegate, nel 1851 vene calato il primo cavo telegrafico nei mari della manica , e nel 1866, dopo più DI dieci anni DI tentativi falliti, ad opera DI Cirus W. Field, viene calato il primo cavo telegrafico nell'Atlantico settentrionale, permettendo una comunicazione quasi immediata tra Europa ed America.
Più tardi, nel 1876 col telefono DI Bell, la comunicazione divenne ancora più personale.
Ancora, Marconi, nel 1895 inventò il telegrafo senza fili, o radio che fu un ottimo ausilio per la navigazione oceanica, e nel 1912 all'epoca del disastro del Titanic, il suo uso era già ampio e diffuso.
L'applicazione della scienza.
Tutte le innovazioni tecnologiche del XIX secolo sono tutte nate sotto l'influsso delle scienze applicate ai processi tecnologici.
Infatti Bessemer e Edison, furono i principali esponenti DI una nuova figura, gli inventori - imprenditori.
Dunque per ogni nuova impresa tecnologica c'era bisogno DI un equipe DI tecnici specializzati, coadiuvati da una figura manageriale comprendente le potenzialità del progetto ma senza una particolare conoscenza specifica.
Altra industria che va a svilupparsi sotto studi scientifici è quella chimica, che accidentalmente nel 1856, grazie a Perkin, fa nascere una nuova branca della scienza chimica, quella dei coloranti artificiali, nel 1856 Perkin scoprì la malva, una sfumatura preziosa del porpora.
Nell'arco DI venti anni l'industria dei colori artificiali spazzò letteralmente i coloranti naturali.
Quest'industria portò dietro altre applicazioni quali le farmaceutiche e esplosici, fibre sintetiche e reagenti fotografici.
La principale materia prima DI queste industrie era il catrame naturale, un sottoprodotto del processo DI produzione del coke, che fino ad allora era solo una seccatura.
Ancora la chimica trova applicazione nel campo alimentare, e colla conservazione dei cibi inscatola permise all'Europa una risorsa alimentare ben lontana da quanto avrebbe potuto produrre dalle sole risorse agricole(colla conservazione dei cibi inscatola questi si importavano dall'America.)
Il contesto istituzionale.
Ovviamente la rivoluzione, in senso ampio e positivo, avvenuta nel XIX secolo è stata favorita da un insieme DI fenomeni istituzionali quali la scelta in campo occupazionale, la difesa della proprietà privata e lo stato DI diritto.
Fondamento giuridici.
Una delle istituzioni cardini della grandezza della Gran Bretagna era un efficace sistema giuridico.
Veniva contemplato nell'ordinamento DI diritto comune tre abolì ogni residuo DI sistema feudale.
Il nuovo regime fu ben riassunto dai codici napoleonici, il più importante, il Code Civil, 1804, ebbe forza e appoggio dalle persone perché contemplava insieme alle nuove esigenze comportate dalla rivoluzione, anche i sentimenti sempre interni al popolo, cosa che non fu tenuta in considerazione durante la rivoluzione.
Il Code Civil fu portato in ogni paese colonizzato o dominato dalla Francia r vi rimase integralmente o fu considerato come canovaccio per i nuovi ordinamenti, praticamente il Code Civil doi francia oltre che in Europa fu applicato anche nel Quebec e nell'America latina.
Un altro importante codice napoleonico fu il Code de commerce, 1807, e rappresentò la prima raccolta organica DI regole per le imprese.
Distingueva e disciplinava i tre tipi principali d'impresa.
La società semplice, i cui soci sono personalmente e solidamente responsabili dei debiti della ditta.
Le sociétés en commandite, dove gli accomandatari assumono la responsabilità illimitata dei debiti della ditta, mentre accomandanti rischiano solo per la loro quota.
Le sociétès anonymes, società a responsabilita limitata, in quanto ogni socio rischia per la parte conferita.
I soci delle sociétes anonymes erano appunto anonimi, nel senso che il loro nome non poteva figurare nella denominazione della ditta, e viste le peculiarità ed i privilegi DI cui godevano, dovevano essere costituite previa autorizzazione del governo, che in realtà per tutee il primo mezzo secolo si presentava riluttante a tali autorizzazioni.
Ovviamente ebbero diffusione ampia le soiétés en commandite, per la cui costituzione bastava la registrazione avanti ad un pubblico notaio.
Infine, una legge del 1863 permise la costituzione DI società a responsabilità limitate, col vincolo del capitale sociale non superiore ai venti milioni DI franchi, limite cancellato sempre dalla legislazione francese nel 1867.
La liberalizzazione francese del 1867 trascinò verso questa strada tutte le altre nazioni, tanto che nel 1900 l'unico grande paese che richiedeva ancora un processo solenne per la costituzione delle società a responsabilità limitata era la Russia.
Questa liberalizzazione, come è facilmente pensabile rese un gran sollievo e spinta per la cultura economica e soprattutto imprenditoriale.
Pensiero economico e politica economica.
L'epoca delle guerre napoleoniche era evidentemente come l'era apogeica del nazionalismo e dell'imperialismo economico, infatti si vedevano contrapposte da una parte il blocco continentale da parte del Buonaparte, dall'altra il blocco brittanico.
In realtà nessuno dei due tentativi andò fino in fondo, cioè nessuno riuscì a indebolire il sistema bellico dell'altro colpendone l'economia.
Comunque già all'epoca DI Napoleone erano cominciate a nascere movimenti intellettuali e politici che contrastavano il nazionalismo e proponevano una forma DI liberalizzazione economica.
I primi furono negli 60 e 70 del 1700 i fisiocrati, loro parlavano bene della libertà economica e della libera concorrenza.
Quando nello stesso anno della dichiarazione d'indipendenza d'America, 1776, Adam Smith pubblicò nella Ricchezza delle nazioni, quello che voleva essere il manifesto dell'indipendenza dell'uomo d'affari, venne malvisto, infatti venne considerato come l'apologeta dell'uomo d'affari o della borghesia.
In realtà non mancò nella stessa pubblicazione DI parlare male sia dell'uomo d'affari che del governo ottuso verso la liberalizzazione.
Infatti parlando del primo, denuncia la sua propensione al monopolio, dicendo che è raro che più uomini dello stesso mestiere si incontrino, anche se per divertimento, senza discutere DI sistemi contro il pubblico o senza escogitare innalzamenti dei prezzi.
Tuttavia rammenta nella Ricchezza delle nazioni come l'abolizione DI tasse inutili e irragionevoli avrebbe fatto giovare l'impresa privata aumentando la concorrenza, e contemporaneamente avrebbe arricchito le nazioni.
Il libro DI Smith ebbe grandissimo successo, vista la natura filosofica, e nell'anno della sua morte, il 1790, vide ben 5 edizioni.
Molti politici e statisti nominavano sempre Smith e le sue idee per una legislazione più liberale.
Tuttavia solo dopo la sua morte e contributi DI altri precursori della scuola classica, come Malthus e Ricardo, le idee DI Smith vennero tradotte in leggi.
Le prime applicazioni delle leggi DI ideologia smithiana vi furono negli anni venti e trenta dell'ottocento nel regno unito, e tra tutte va ricordato la liberalizzaizone del grano.
Oltre al libero scambio il liberismo economico pretendeva anche l'intervento quanto minore possibile dello stato sull'economia, in particolare Smith riteneva opportuno che lo Stato si occupasse solo DI tre interventi :
Difesa internazionale
Amministrazione della giustizia
Costituzione e governo DI istituzioni che non potrebbero essere gestite dall'interesse DI un individuo o da piccoli gruppi.
Queste teorie classiche fecero nascere tra il popolo il mito del "let do", termine per la prima volta apparso nel 1825 in Inghilterra, consistente nell'opinione pubblica che questo tipo DI governo avrebbe portato l'individuo, in particolare l'uomo d'affari, ad essere esentato da ogni forma DI restrizione governativa, meno che penale, per meglio raggiungere i propri fini egoistici.
In realtà tale esasperazione non esistiva, solo che i classici volevano sradicare la cultura giuridica che regolamentava l'economia, e creava sacche DI privilegiati e monopoli.
Il liberismo economico sul continente non ebbe quel pronto successo che nel regno unito, questo sia per il paternalismo statale tradizionalmente radicato nella cultura continentale che per l'intervento che chiedevano i cittadini allo stato per raggiungere il livello tecnologico dell'Inghilterra.
Anche in America dopo la vittoria dei democratici d Jackson e Jefferson lo Stato limitò al minimo i suoi influssi nell'economia.
Il governo del sistema americano fu definito da Henry Clay come un'agenzia con il compito DI assistere gli individui e le imprese per il migliore sfruttamento delle risorse materioli della nazione.
Struttura e conflitti DI classe.
Dal punto DI vista della struttura sociale l'Europa dell'ancien régime era costituita da tre classi sociali nettamente distinte.
la nobiltà
il clero
tutto il resto, c.d. terzo stato.
Rianalizzando la struttura DI quell'epoca, si avrebbe una diversa classificazione.
Si avrebbe una classe dominante mista, comprendente oltre l'aristocrazia anche il clero.
La loro caratterizzazione economica è data dall'avere un vita "nobile" derivante dallo status DI proprietario e senza dunque lavorare.
Al gradino inferire ci sarebbero l'alta borghesia, cioè grandi mercanti, avvocati, notai e alti funzionari statali, anche loro spesso possedevano proprietà terriere, ma vivevano grazie alle loro prestazioni.
Al gradino successivo troviamo la piccola borghesia o classe media comprendente venditori al minuto, artigiani ed altri lavoratori prestatori DI servizi, nonché piccoli proprietari indipendenti.
Alla fine della gerarchia ci sono i contadini e braccianti della terra.
E' evidente che le persone DI un determinato mestiere occupino lo stesso gradino gerarchico e che inoltre condividano gli stessi valori.
Il XIX secolo fu più volte testimone DI aspre, anche se molto localizzate battaglie per il predominio sociale da parte dei vari strati gerarchici.
Inoltre i contadini che all'inizio del secolo erano la maggioranza, man mano andarono a scemare, in quanto anche se rappresentavano ancora la maggioranza alla fine del secolo, questa era nelle grandi città molto diminuita.
I contadini vivevano isolati dagli strumenti della comunicazione ed il loro unico obiettivo era quello DI possedere della terra, non fecero mai parte DI movimenti sociali ampi, se non sporadicamente e col solo obiettivo DI avere risultati in breve tempo.
Successivamente a Waterloo, gli aristocratici terriere, continuarono ad avere il predominio sociale, anche se la classe borghese riduceva sempre DI più le distanze.
All'inizio dell'800 la popolazione urbana era ancora una sparuta minoranza anche se anava sempre maggiorando proporzionalmente all'industrializzazione.
In realtà parlare DI classe operaia è errato parlando DI industrializzazione, perché loro rappresentavano solo una parte, e neanche la maggioranza DI tutee il tessuto popolare urbano, inoltre all'interno degli operai vi erano diverse classi DI lavoratori, i siderurgici, i tessili e quelli delle stoviglie.
Poi vi furono declassamenti dovuti alla sostituzione DI operai specializzati con le macchine, dunque i primi si trovarono a livello DI manovalanza.
Invece operi muratori, carpentieri e meccanici vissero un periodo buono proprio per l'avanzare delle industrie e delle città.
Karl Marx a metà del XIX profetizzò che la polarizzazioni delle classi sarebbe aumentata fino a quando sarebbero rimaste solo due classi, quella dominante dei capitalisti, che avrebbe rimpiazzato e sostituito la classe degli aristocratici, e quella del proletariato industriale, tutte le intermedie classi sarebbero state spinte nel proletariato, e questo fino a quando forti del numero schiacciante, i proletari non si sarebbero scontrati contro i ricchi.
I fatti storici danno torto a Marx, in quanto sono cresciute classi intermedie DI artigiani, commercianti e liberi imprenditori, e dove ci sono state rivolte degli operai, sempre ben localizzate come nel 1917 in Russia, ed hanno vinto solo perché avvantaggiati dalla debolezza della società già debilitata da eventi bellici.
I fenomeni DI associazionismo e solidarietà tra lavoratori erano concretizzati dai sindacati DI mestiere e successivamente da alcuni partiti politici.
Le forme sindacali furono sempre malviste e nella prima metà del XIX erano deboli in confronto ai datori DI lavoro potenti ed ostili ed ad una legislazione repressiva.
I paesi occidentali nei confronti dei sindacati hanno vissuto tre momenti differenti.
Uno DI proibizione assoluta, sintetizzato dalla legge Le Chapelier del 1791 in Francia e dalle Combination Acts in Inghilterra del 1800.
La seconda fase, iniziata nel 1825 coll'abrogazione delle Combination acts, tollerrava l'istituzione dei sindacati, ma quando concretizzavano le loro idee venivano ben perseguite.
La terza fase che pervenne solo in alcuni paesi nel XX non perseguitava più i sindacati.
Negli anni trenta in Gran Bretagna il movimento sindacale fu coinvolto in uno DI maggiore portata, quello del movimento politico detto cartismo, questo movimento perseguiva il diritto al voto ed altri diritti politici per gli operai iscritti.
Sconfitto nel germe il movimento sindacale riprese nel 1851 colla costituzione dell'associazione unitaria dei lavoratori meccanici, associazione che riuniva tutti gli operai specializzati.
Gli operai generici rimasero senza rappresentanza sindacale fino alla fine del secolo.
Nel 1900 gli iscritti ai sindacati erano 2 milioni, nel 1913 erano 4, più DI un quinto della forza totale lavoratrice.
I primi tentativi DI costituire i sindacati in America ebbero contro il governo e i datori DI lavoro, in quanto non vedevano come far coincidere il volere DI datori e lavoratori DI ideologie ed etnie diverse.
Nel 1886 Gompers risolse dando origine Afl( American federation of labor), sindacati DI zona e DI lavoratori specializzati.
Seguirono il piano del pane e burro, come in Inghilterra, dove i sindacati evitavano azioni aperte.
Istruzione e alfabetizzazione.
Un altro aspetto del progresso economico ottocentesco, non considerato ma forse tra i più importanti è l'aumento dell'istruzione correlato alla diminuzione dell'analfabetismo.
L'elemento più sorprendente è l'alto tasso DI persone istruite in Svezia, 90 nel 1850, 99 nel 1900.
Questa era alla metà del XIX secolo un paese povero, ma quando iniziò il processo DI industrializzazione, viste le persone preparate, questa si espanse molto più rapidamente degli altri paesi.
L'istruzione in Svezia era diffusa per ragioni religiose, ideologiche, culturali e politiche.
Le iniziative DI istruzione erano prima del XIX secolo inesistenti.
Coloro che volevano e potevano permetterselo ingaggiavano per l'istruzione elementare tutori privati.
Per una cultura secondaria e universitaria, si doveva essere primogeniti maschi, a meno che non si aspirasse ad una carriera clericale.
Salve le università dei Paesi Bassi e della Scozia, queste istituzioni non erano culla DI progresso, in quanto avevano strumenti e metodi tradizionali e non sperimentavano a differenza DI quello che dovrebbero essere gli atenei.
Tuttavia non si è mai parlato DI educazione universale, in quanto molte autorità ritenevano incompatibile l'istruzione per gli operai col loro lavoro.
In Francia, colla rivoluzione francese si era introdotto il principio dell'educazione gratuita, principio però inapplicato nello stesso loco per tutta la durata del governo DI restaurazione fino a dopo il 1840.
Nel contempo in Inghilterra, Germania e America , dove già era applicato un sistema DI educazione generalizzato, questo divenne pubblico, col principio dell'universalità e dell'obbligo dopo la seconda metà secolo.
Le peggiori condizioni DI alfabetizzazione si avevano nell'Europa orientale e meridionale, tanto che in Italia, Spagna e Russia massimo nel 1850 si toccavano i 25 che sapevano scrivere e leggere.
La rivoluzione francese fu promotrice anche DI altri cambiamenti nell'istruzione, come la creazione DI scuole specializzate, come l'Ecole polytecnique e l'Ecole normale superieure.
Queste scuole oltre ad affrontare il discorso da un punto DI vista specializzato, si occupavano anche della ricerca.
Visti i risultati tutti i paesi europei si adattarono al sistema francese, tranne l'Inghilterra.
A differenza DI latri paesi la Germania però rese questi studi accessibili a più persone, ovvia conseguenza fu la migliore recezione in Germania delle nuove scienze applicate alla tecnologia industriale.
Quando negli anni 70 n gli educatori americani sentivano l'esigenza i un nuovo metodo educativo presero spunto da quello tedesco, cosa che fecero più tardi anche gli stessi francesi e inglesi.
CAPITOLO NONO. MODELLI DI CRESCITA : I PRIMI PAESI INDUSTRIALIZZATI.
Stati Uniti.
Il più brillante esempio DI espansione economica dell'ottocento è dato dagli stati uniti.
Il primo censimento federale, datato 1790 contò meno DI 4 milioni DI abitanti, nel 1870 la popolazione era invece DI quasi quaranta milioni, aveva e DI gran lunga superato in abitanti i paesi dell'Europa, meno la Russia. Nel 1915 la popolazione degli states era DI 100 milioni DI abitanti.
In realtà è falsa l'idea che attribuisce l'elevato numero DI abitanti all'immigrazione europeo, infatti la quota DI incremento demografico dovuto al naturale tasso DI incremento naturale non è affatto trascurabile.
Se il tasso DI crescita della popolazione è stato strabiliante, ancora DI più lo è stato quello della ricchezza e del reddito, questo perché il numero relativamente basso DI manovalanze respite alle terre ed alle altre risorse aveva portato a salari più alti con relativo innalzamento DI tenore DI vita, DI gran lunga migliore DI quello Europeo, e fu proprio questo, insieme alla possibilità del realizzare la persona umana e la libertà ideologica a far emigrare la popolazione Europea in America.
Pure in mancanza DI dati certi , è molto probabile che l'entità del salario negli states tra la costituzione e la guerra civile sia raddoppiato, è certo inoltre che tra la guerra civile e la prima guerra mondiale sia più che raddoppiato.
La vastità degli stati uniti portò ad una regionalizzazione del lavoro come in nessuna realtà europea, con gradi DI specializzazione estranei all'Europa.
In realtà, alla conquista dell'indipendenza il 90% della popolazione americana era ancora dedita all'agricoltura, anche se tuttavia il germe dell'industria era più che crescente.
Nel 1789, anno della costituzione americana, Slater imprenditore inglese fondò con dei commerccianti la prima fabbrica americana.
Eli Whitney nel 1793 inventò la sgranatrice automatica, che potò i paesi del sud america ad essere i primi fornitori DI materia prima per i paesi leader nella tessitura.
Questa posizione DI fornitrice DI materia prima portò ad una bellissima diatriba, tra le prime della politica economica americana tra Hamilton, il primo segretario del Tesoro americano, che voleva incoraggiare la manifattura con una politica protezionistica, e Jefferson, primo segretario dello Stato americano e terzo presidente degli USA, che voleva invece incoraggiare la produzione agricola ed il commercio al sevizio della manifattura.
In realtà la vittoria DI idee non fu netta, infatti sul piano politico vinse Jefferson, mentre su quello delle idee Hamilton, tanto che l'industria del cotone aveva avuto nel 1860 il titolo DI industria americana più importante.
Dopo dell'industria del cotone, tante altre si svilupparono, ed un'altra delle più fiorenti pure fu frutto DI Hamilton, quello della manifattura DI fucili con parti intercambiabili.
Un altro vantaggio dell'estensione americana era il suo potenziale DI mercato interno, però per attuare questa predisposizione bisognava creare una efficace rete DI trasporti.
All'inizio del XIX secolo, la modesta popolazione americana era concentrata sulle coste atlantiche, e le comunicazioni erano più che soddisfatte dalla navigazione costiera ed il servizio postale.
Però bisognava anche sfruttare le nascenti zone nell'entroterra, ed i fiumi erano solo per poco navigabili in quanto pieni DI cascate e con forti correnti.
A questo punto municipalità e Stati, (senza l'aiuto del governo federale) iniziarono la costruzione DI strade e canali, che poi dovevano essere con pedaggio a pagamento.
Nel 1830 erano state costruite più DI 11000 miglia DI strade a pedaggio, e nel 1860 più DI te in Inghilterra ed in America, anche se quest'ultima era fortemente dipendente dai capitali e dalle tecnologie inglesi.
Ciò nonostante gli Americani costruirono moltissime miglia DI strade ferrate, tanto che nel 1840 la rete ferroviaria americana non solo superava in miglia quella inglese, ma tutta quella europea.
Ovviamente come nel vecchio continente l'industria delle ferrovie fece rinascere tante altre industrie collaterali, specialmente quella dell'acciaio.
Prima della guerra civile l'industria dell'acciaio, aveva configurazioni minime, concretizzate in una moltitudine DI piccole acciaierie, e per la fusione si adoperava il carbone DI legna, e nonostante questo nel 1860 questa industria figurava la quarto posto come valore aggiunto, dopo la maifattura, il cotone, il legname e le calzature.
Dopo la guerra civile, coll'adozione della fusione col coke ed il forno DI Bessemer, vista l'evoluzione della domanda DI rotaie l'industria siderurgica passa al primo posto come valore aggiunto.
Nonostante l'enorme crescita delle manifattura il America, questa rimase per tutee il XIX secolo un paese rurale, e solo dopo la prima guerra mondiale la popolazione urbana eguagliò quella rurale.
Nel 1890 gli Stati Uniti d'America divennero il paese più industrializzato del mondo.
Belgio.
La prima regione dell'Europa continentale ad adottare pienamente il sistema industriale brittanico fu quella che dopo vari passaggio DI governo divenne nel 1830 il regno DI Belgio.
L'improvvisa e rapida espansione dl Belgio non è da ricercarsi solo ed esclusivamente nella vicinanza coll'Inghilterra, fatto questo comunque non trascurabile, ma anche dalla mentalità imprenditoriale ancestralmente nelle persone, in quanto nel medioevo erano le fiandre assieme all'Italia, il centro industriale del panno più importante dell'Europa, ed ancora nel basso medioevo Belgio aveva adottato le tecniche finanziarie e commerciali dell'Italia.
Un'altra ragione dell'industrializzazione del Belgio è la ricchezza DI carbone, infatti nonostante le ridottissime dimensione produceva più carbone DI ogni altro paese continentale fino al 1850.
Assieme ai giacimenti DI carbone vi erano in Belgio anche importantissimi giacimenti DI piombo e zinco, e grazie a quest'ultima materia Mosselman, imprenditore belga diede origine all'industria moderna del zinco.
Importantissimo ancora per il progresso belga fu la mentalità della popolazione, mai restia alla condivisione DI risorse culturale e materiali con persone DI diversa razza, sempre portatori DI know - how.
Il processo DI industrializzazione del Belgio già comincia sotto l'ancien régime ed ha una repentina impennata sotto il dominio francese.
Nel 1720 l'irlandese O'Kelly costruisce in una miniera DI Liegi la prima pompa Newcomen , più tardi DI dieci anni se ne costruisce un'altra per le miniere DI piombo DI Vedrin, ed all fine dell'ancien régime sono in Belgio all'opera più DI 60 pompe.
Le miniere DI carbone, come detto DI cui il Belgio era ricco, erano le maggiori utilizzatrici delle pompe sia DI modello Newcomen che Watt, che attiravano molti imprenditori e gli investitori francesi.
Inoltre la presenza DI canali iniziati coll'ancien régime erano un'ottima via per il trasporto del carbone belga in Francia, ed il boom economico - industriale della Francia degli anni 30,40 e 70 videro un'impennata DI domanda DI carbone tanto che il Belgio si aprirono nuove miniere.
Agli inizi del XIX secolo un imprenditore belga, Lievin Baeuwens, profano del settore tessile, rischiò la vita recandosi in Inghilterra nel periodo del conflitto Inghilterra - Francia a scopi DI spionaggio industriale, e rientrò portando illegalmente con se un filatoio automatico DI Crompton, una macchina a vapore ed anche alcuni operai specializzati capace DI far funzionare ed anche costruire queste macchine.
Baeuwens installò in un'abbazia abbandonata nel 1801 tutti i macchinari contrabbandati, dando origine alla moderna industria tessile belga, che dava lavoro a diecimila operai.
Uno dei personaggi chiave dell'industrializzazione belga è senza dubbio John Cockerill , che ereditata la fabbrica DI macchine a vapore e per tessili dal padre, nel 1820 annuncia la sua intenzione DI costruire un altoforno il Belgio, e più tardi DI tre anni avrà una sovvenzione dal governo per la costruzione DI questo.
La ditta Cockerill è stata la prima del continente ad integrazione sia orizzontale che verticale, e per questo è stata esempio DI molte altre industrie nate dopo.
La rivoluzione belga portò disaggio nell'ambito industriale , però intorno al 1835 il governo contribuì al rilancio dell'industria con la creazione DI una rete ferroviaria a gestione statale, il che ovviamente fu un manna per l'industria del carbone e quella siderurgica, e con un'innovazione istituzionale nel campo delle banche e della finanza.
Nel 1822 Guglielmo I autorizzò la costituzione DI una banca azionaria, che vista il patrimonio DI compagine totalmente statale, ebbe funzioni molto più ampie DI qualsiasi altra banca.
La banca belga per il primo decennio ebbe risultati poco encomiabili, però dopo la rivoluzione belga, con un nuovo governatore dato dalle nuove autorità ebbe un incremento lodevole e contribuì allo sviluppo industriale che si ebbe dal 1835 in poi.
L'economia belga è sempre dipesa fortemente dal commercio internazionale, infatti mediamente le esportazioni rappresentavano il 50% del PNL.
Francia.
Tra tutti i paesi della prima ondata dell'industrializzazione quello più atipico è la Francia.
L'industrializzazione della Gran Bretagna, del Belgio, degli States, e della Germania sono tutti legati alle disposizione interne DI carbone, la Francia invece, pur non essendone totalmente priva, ne peccava, ed inoltre la conformazione dei suoi giacimenti rendeva l'estrazione molto più costosa, ed ovviamente questa carenza si protese su tutte le industrie collaterali al carbone, quali quella del ferro e dell'acciaio.
E' certo che il processo DI crescita economica moderna iniziò in Francia ed in Inghilterra contemporaneamente agli inizi del XVIII secolo, ed i tassi DI cresciti del prodotto totale e quelli pro - capite erano simili se non migliori per la Francia.
Alla fine del XVIII secolo però in Inghilterra iniziò il processo DI rivoluzione industriale, mentre la Francia dal 1790 al 1815 fu politicamente sconvolta, era la rivoluzione francese.
In realtà anche la Gran Bretagna entrò in guerra, però delego le battaglie ai suoi alleati continentali concentrandosi DI più sulle attività economiche, e forte della flotta marina particolarmente al commercio.
Il sollievo economico ricomincia nel XIX secolo, con tassi DI crescita forse più alti DI quelli del XVIII, ed è particolare che per tutta la prima metà del XIX, e con molta probabilità anche sotto il secondo governo, i lavori manuali, quelli artigianali e quelli domestici rappresentavano circa i ¾ della produzione industriale.
Invero, questo non deve essere considerata come forma DI arretratezza, ma come elemento che poi è andato a caratterizzare e distinguere i prodotti francesi, dando a loro il dono dell'esclusivo e raffinato.
Intorno agli anni 1850 gli oltre cento altoforni alimentati a coke producevano più ghisa grezza dei 350 e più alimentati a carbone DI legna.
Erano già state gettate le fondamenta per l'industria delle costruzioni DI macchine, tanto che nel 1850 il valore delle esportazioni DI macchine superò quello delle importazioni DI 3 a 1.
La crisi del 1848-51 rallentò il tasso DI crescita e la paralisi delle finanze pubbliche e privato creò un malumore negli investimenti, inoltre furono bloccate le costruzioni delle strade ferrate.
Col colpo DI stato del 1851 e l'anno dopo la proclamazione del nuovo governo, la Francia riprese la crescita con tassi mai prima visti .
La guerra del 70-71 fu un disastro ma la Francia ne seppe uscire stupendo tutee il mondo e rimanendo ancora il secondo paese al mondo come volume DI commercio.
La depressione del 73 a differenza DI altre nazioni, alla Francia creò pochissimi problemi, ed uscendone ebbe un nuovo boom economico, che durò fino al 1881, ed entro quella data in Francia si moltiplicarono le strada e ferrate e le vie telegrafiche, tutto a vantaggio dei trasporti .
Il boom industriale inoltre contribuì a terminare più celermente la conversione al coke.
La depressione che iniziò nel 1882 fu per la Francia quella più sentita, infatti oltre ai soliti scompigli finanziari vi erano i fallimenti delle imprese ferroviarie, le perdite DI capitali esteri a causa DI paesi insolventi, e le epidemie sul vino e sulla seta per quasi due decenni, inoltre la Francia fu in conflitto commerciale coll'Italia dal 1887 al 1898
Tuttavia poco prima della fine del secolo tornò la prosperità in Francia con tassi paragonabili a quelli DI metà 1800 e la bella époque, gli anni immediatamente precedenti al primo conflitto mondiale, furono per i francesi anni DI prosperità sia economica che commerciale.
Gli elementi chiavi del progresso francese possono essere meglio analizzati sotto questi tre aspetti
*1 basso ritmo DI urbanizzazione
*2 dimensioni e struttura dell'azienda
*3 le fonti energetiche a disposizione dell'industria
i tre elementi chiave sono strettamente legati al basso tasso DI crescita e la scarsità (relativa) DI carbone.
-1- Tra tutte le grandi nazioni della prima ondata DI industrializzazione la Francia era quella col più basso indice DI urbanizzazione.
Questa condizione viene fatta risalire al basso tasso DI crescita demografica, però non bisogna perdere DI mente che era la nazione (la Francia) con più alta concentrazione DI forza lavoro agricola, circa il 40% nel 1913, e questo anche se è sempre stato additato come elemento denigratorio per l'industrializzazione, è stata in realtà la causa che ha reso la Francia all'inizio DI questo secolo (XX), l'unica nazione autosufficiente dal punto DI vista alimentare, anzi con un'eccedenza dedita all'esportazione.
-2- Anche per quanto riguarda le dimensione delle industrie, c'è da dire che stando ai dati del censimento del 1906, le industrie piccole, quelle con meno DI dieci salariati, circa il 71% non adoperavano lavoratori esterni alla famiglia, ed inoltre queste aziende si occupavano DI settori diversi da quelli che in altri paesi avevano dimensioni grandi, superiori cioè ai 100 salariati.
I settori delle piccole aziende erano la lavorazione del legno, l vestiario e gli alimentari.
Dal censimento altresì risultavano ben 574 aziende con più DI 500 operai, aziende che si occupavano DI metallurgia, siderurgia e attività tessile, dunque rientrava più o meno nelle dimensioni DI aziende omologhe DI altri paesi, anche se con una dissipazione maggiore sul territorio a causa delle risorse energetiche.
Tra i due estremi DI aziende piccole e grandi vi erano una moltitudine DI aziende con circa 100 salariati, che davano il maggiore numero DI posti DI lavoro, ed erano aziende specializzate nell'industria moderna, come quella dell'ottica del vetro della carta e della gomma.
Altri motivi delle ridotte dimensioni dell'industria francese erano l'elevato valore aggiunto alla produzione (prodotti DI lusso)e la dispersione geografica, infatti a differenza degli altri paesi industrializzati le industrie non erano concentrate, ma dissipate anche in aperta campagna.
-3- Scarsità relativa DI carbone.
Tra tutti i paesi della prima ondata la Francia fu quella con minore carbone.
Nei primi anni delle metà del XIX secolo erano sfruttati i giacimenti carboniferi delle regioni collinari del centro e del meridione, luoghi lontani dalle zone abitate e difficili da raggiungere, almeno fino all'attuazione delle reti ferroviarie.
Solo verso il 1840 furono sfruttai i giacimenti al nord, prolungamento DI quelli belgi e tedeschi che fecero innalzare la produzione DI acciaio coll'uso del coke.
Proprio la mancanza relativa DI carbone fece apprezzare i francesi più che degli altri paesi l'energia idraulica, tanto che gli Hp prodotti dall'energia idraulica in Francia erano quasi il doppio DI quelli prodotti sempre in Francia del vapore.
Però fu proprio questo a dare particolari caratteristiche, quali quella della dissipazione e delle relativa piccola dimensione alle industrie francese.
Germania.
Tra tutti i paesi della prima ondata fu l'ultimo ad iniziare il processo DI industrializzazione.
Fino alla prima metà del XIX secolo era un paese da un'economica arretrata, ancora con dazi protezionistici, e prevalentemente DI tipo agricolo e rurale, questo soprattutto a causa della divisione in piccoli stati ed ognuno con politiche diverse.
Nonostante ciò alla vigilia della prima guerra mondiale era l'Impero tedesco Unificato la prima potenza industriale europea, e tra le prime mondiali.
Per apprendere questo fenomenale processo DI industrializzazione conviene dividere l'ottocento francese in 3 periodi.
I° Inizio 800 - 833, anno della costituzione dello Zollverein .
II° periodo 833- 870, periodo DI imitazione consapevole delle realtà industrializzate con concreto sviluppo delle industrie
III° periodo 870 - 900, vede finalmente la supremazia della Germania.
In questa fase si apprende in Germania dei mutamenti radicali che stanno toccando Francia, Belgio e Gran Bretagna, ed il germe della cultura dell'industrializzazione prende forma nella società germanica.
Questo dovuto soprattutto all'influenza napoleonica nella Confederazione del Reno, che adotta completamente o usa come fonte la legislazione e le idee francesi sul libero scambio.
Anche la Prussia adottò provvedimenti molto simili a quelli francesi DI ideologia napleonica, tanto che nel 1807 emana un editto che eliminava il servaggio, inoltre permise alla nobiltà DI dedicarsi ad attività borghesi senza detrimento della loro dignità. Ancora si abolì la differenza tra proprietà nobiliare e non, permettendo l'avviarsi del libero scambio.
Editti successivi abolirono le corporazioni ed altre forme DI impedimento lavorativo, eliminarono restrizioni per gli ebrei e snellirono le amministrazioni centrali fiscali.
Altre riforme diedero alla Germania la prima forma DI educazione moderna.
Una delle più importanti riforme dei funzionari prussiani fu l'istituzione dello Zollverein (unione doganale), che aveva lo scopo, poi raggiunto, DI unificare le dogane per permettere il libero scambio all'interno della Germania.
Le fondamenta dello Zollverein vengono gettate nel 1818, tariffa unica all'interno della Prussia, poi nel 1833, data DI costituzione dello Zollverein, la tariffa unica viene estesa a tutta la Germania meridionale, applicando così una politica DI libero scambio.
La concretizzazione del mercato unico interno tedesco, si ha comunque colla rete ferroviaria, che cresce molto più rapidamente che in Francia, per uno spirito DI rivalità tra i vari governi della Confederazione, inoltre questa rivalità vide comunque convergere gli stati per la scelta dei tempi DI costruzione, i modi ed gli itinerari, cerando e rafforzando così le cooperazioni interstatali.
Fino agli anni quaranta dell'800 la produzione tedesca DI carbone era inferiore a quello della Francia e del Belgio, e fino agli anni 60 la produzione DI ferro fu inferiore a quella del Belgio.
Dopo queste date vi fu un incremento vertiginoso della produzione delle industrie, causa in duplice ottica DI questo fu la ferrovia, che prima alimentava la domanda dell'industria estrattiva e del ferro, che poi (la ferrovia), aumentando, rese i costi DI gestione dei trasporti più bassi.
Dunque ovviamente la chiave della repentina estensione tedesca fu il carbone, il carbone della regione del Ruhr .
L'attività estrattiva della valle del Ruhr inizio negli anni ottanta del XVIII secolo, le miniere erano superficiali e le tecniche estrattive primitive.
Negli anni trenta del XIX secolo vengono scoperti dei ricchissimi giacimenti in profondità, che pur essendo redditizi avevano bisogno DI tecnologie più costose e conseguentemente DI capitali, che arrivarono da finanziamenti esteri, in particolare dalla Francia e dal Belgio.
Nel 1840 l'industria siderurgica tedesca aveva ancora un aspetto primitivo.
Nel 1855 esistevano nel Ruhr circa 25 altiforni al coke, ed altrettanti nella Slesia.
Questi forni producevano in Germania circa il 50% della ghisa grezza , nonostante i forni a legna fossero ben cinque volte più numerosi..
Nel 1895 la produzione tedesca DI acciaio superò quella britannica, e nel 1914 era più del doppio.
Le aziende tedesche furono le prime ad utilizzare programmi e strategie ad integrazione verticale, così che dall'estrazione del carbone fino all'oggetto in acciaio avveniva in più ASA della stessa azienda.
Nel 1870 - 71, anno critico della Storia sociale tedesca, visto il passaggio al secondo impero tedesco, non ebbe forti ripercussioni nella storia economica, in quanto questa era abbastanza indipendente ed era già iniziato (il processo DI rinnovamento economico - industriale) qualche anno addietro.
Nel 1871 furono costituite ben 207 nuove società per azioni, ed altre 500 l'anno dopo.
Questa euforia finanziaria gli investitori tedeschi, aiutati anche dalle banche acquistarono azioni DI società tedesche possedute all'estero, e dopo investirono anche fuori.
Questa buona ondata fu arrestata dalla depressione economica del giugno 1873, i cui effetti si sono visti fino a dieci anni dopo.
Dopo la ripresa, dal 1893 al 1913 il pnl tedesco è cresciuto con un ritmo costante del 2% annuo.
Fino al 1860 l'industria chimica tedesca era ferma, ma poi vista la domanda DI prodotti chimici industriali, in particolare DI alcali e acido solforico, questa si espanse molto velocemente, soprattutto nel ramo della chimica organica.
Questa (la chimica organica), grazie pure alla pubblicità nell'ambito agricolo, ebbe tra il target proprio gli agricoltori.
La chiave del successo della chimica tedesca, era il fatto che essendo fino al 1860 praticamente inesistente, non er l'illuminazione fu solo l'inizio della rivoluzione che tale energia avrebbe portato.
Infatti agli inizi del XX secolo il motore elettrico stava facendosi strada rimpiazzando quello a vapore.
Una caratteristica delle industrie tedesche era la notevole dimensione aziendale , infatti gli addetti delle industrie primarie erano a milioni, in particolare l'industria elettrica Siemens & Schuckert contava alla vigilia della prima guerra mondiale 80 mila dipendenti.
Un'altra caratteristica delle aziende tedeschi, che le rendevano uniche, era l'adozione DI cartelli, il cui utilizzo era tassativamente vietato negli USA e nel Regno Unito.
STORIA economica del mondo RONDO CAMERON .IV
CAPITOLO DECIMO. MODELLI DI CRESCITA : RITARDATARI E ASSENTI.
La Svizzera.
E' stata la prima nazione a partire colla seconda ondata dell'industrializzazione.
Fino al 1850 la popolazione era concentrata nell'agricoltura e le industrie ancora non adottavano il sistema DI fabbrica.
Inoltre anche l'agricoltura era difficile da praticarsi in quanto era circondata da montagne, le strade ferrate erano meno DI trenta chilometri, ed inoltre era praticamente priva DI carbone, gli unici vantaggi erano l'alto tasso DI alfabetizzazione e l'energia disponibile dallo sfruttamento dell'acqua.
Nonostante l'imparità tra fattori sfavorevoli e quelli favorevoli, agli inizi del XX secolo la Svizzera presentava il livello DI vita più dell'Europa, e nell'ultimo 25ennio uno dei più alti del mondo.
Il processo che porta la Svizzera allo stadio attuale inizia coll'unificazione dopo il 1850 dei vari cantoni, coll'unificazione doganale e l'uniformità dei pesi e delle misure.
Un fattore determinante fu l'insolita combinazione DI tecnologie nella produzione, infatti nello stesso processo produttivo si alternavano fasi DI alata tecnologia con altre molto tradizionale, un esempio è quello dei tessuti lussuosi della Svizzera, dove la filatura era automatica, la tessitura invece era a mano , tutee questo dava un elevato prestigio ai tessuti decorati e ricamati.
Questi processi particolari erano applicati a tutti i prodotti che hanno e continuano a caraterizzare la Svizzera, come la produzione DI formaggi prelibati, cioccolata, orologi e parti meccaniche DI precisione.
In Svizzera, vista l'alfabetizzazione esisteva un discreto numero DI lavoratori specializzzati e disposti a lavorare a salari relativamente bassi.
Non avendo Carbone, non ci furono industrie vere e proprie siderurgiche, am acquistando la materia prima all'estero la rivendevano con elevato valore aggiunto praticando lavorazioni DI meccanica DI precisione.
L'industria casearia, che è l'aspetto dell'agricoltura svizzera, perde l'aspetto manifatturiero per prendere quello DI fabbrica ampliando la produzione anche per l'esportazione, inoltre su brevetto americano si inizia a produrre il latte condensato, da cui nascerà anche la prelibata cioccolata svizzera.
L'industria degli orologi, altro orgoglio svizzero, non ebbe mai un'automatizzazione, e furono costruita in catena solo le parti standardizzate ed intercambiali, ma alla fine era sempre prevalente l'opera umana.
L'industria chimica prende piede dopo il 1860, cioè dopo l'avvenuta dei coloranti artificiali, nell'arco DI poco tempo aprirono quattro industrie per questo, ma in lungimiranza, non potendo sopportare la concorrenza estera, si specializzarono in colori esotici DI lusso, avendo così un monopolio virtuale mondiale.
Prima della fine del secolo esportavano il 90% della loro produzione.
Tra tutti i paesi europei quello maggiormente trasformato dalle ferrovie fu proprio la Svizzera, ma paradossalmente anche la più disastrata da questa.
Non vi furono investirtori svizzeri, che preferirono investire all'estero, tutee il capitale era straniero.
Però visto l'elevato DI costo DI costruzione dovuto al territorio (trafori nelle montagne), prima della fine del secolo tutti i cantieri erano sull'orlo della bancarotta, così nel 1898 il governo rilevò le ferrovie ad una frazione del prezzo, e dopo poco coll'eletrizzazione le rese operative.
I Paesi bassi e la Scandinavia.
Le comunanze tra Svezia, Norvegia, Danimarca e Paesi Bassi, è ovviamente fondata sui fattori culturali e non economici dei quattro.
Tutti infatti avevano come risorsa interna l'alta percentuale DI alfabetizzazione, in particolare gli scandinavi vantavano sia nel 1850 che nel 1914 un elevato numero DI adulti capaci leggere e scrivere.
Il motivo principe del ritardo dell'industrializzazione dei quattro è ovviamente la amncanza DI risorse naturali atti a sviluppare l'industria pesante, mancavano DI carbone.
La Svezia era però ricca DI altre risorse, come il ferro, le immense foreste ed il potenziale energetico datole dai fiumi.
Anche la Norvegia era forte dei fiumi, fattore questo sfruttato dai due paesi già dal 1820, quando esistevano circa 20 - 30 mila mulini ad acqua, ed ovviamente rivalutata dopo il 1890 dall'energia idroelettrica.
Invece Danimarca e Paesi Bassi erano ricchi d'acqua quanto DI carbone, l'unica loro alternativa alle due forme DI energia era quella eolica, però ben lontana dai rendimenti delle prime due.
L'unico vantaggio della Norvegia, Svezia , Danimarca e P.B respite alla Svizzera, era rappresentato dagli sbocchi sul mare, che permetteva loro DI vivere colla pesca.
LA Danimarca e la Svezia furono gli ultimi paesi industrializzati a lasciarsi alle spalle gli elementi dell'ancien régime , e solo all'iniziare del secondo cinquantennio del XIX secolo abolì le forme DI servaggio e vide nuove classi DI contadini proprietari.
La Norvegia e la Svezia pur entrando nel pieno dell'industrializzazione solo dopo il 1850, agli inizi del XX secolo erano già potentissime.
Il loro processo DI arricchimento è detto DI "industrializzazione inversa", e si concretizza nel ridurre l'esportazione DI materie prime, sottoporle a lavorazione in modo da aumentare il valore aggiunto ed esportarlo finito o comunque semilavorato.
Esempi validi sono quanto succede per il legno nel 1850, infatti viene ridotta l'esportazione il Gran Bretagna, si lavorano i tronchi in pali da costruzione in loco, e si esportano Finiti nel regno Unito.
Lo steso vale per la polpa DI carta dalla quale prima con processi meccanici, poi chimici(invenzione svedese), viene trasformata in carta ed esportata, aumentando sensibilmente il valore aggiunto.
Lo stesso sviluppo l'ebbe l'industria siderurgica, e per quanto il ferro svedese, viste le quantità DI legno venisse fuso a carbone DI legna e non poteva competere sul campo economico col più economico ferro fuso a carbon fossile, era molto più resistente (il ferro svedese) ed utilizzato per usi specifici, come per esempio la costruzione dei cuscinetti a sfera, tutt'ora i migliori del mondo sono svedesi.
L'industria dell'elettricità fu per Svezia, Norvegia, Danimarca e P.B una manna, in particolare modo Svezia e Norvegia producevano energia elettrica a basso costo grazie ai fiumi, ma anche Danimarca e Paesi bassi che acquistavano carbon coke dal Belgio a basso costo poterono avere energia elettrica derivante dal vapore.
In poco tempo nuove industrie dedicate all'elettricità fiorirono, come quelle DI lampadine nei paesi bassi.
Gli scienziati svedesi furono veri pionieri della nuova industria, furono infatti i primi a fondere il ferro su larga scala colla sola elettricità e senza carbone, e nel 1918 con questo nuovo procediemnto ne produceva 100 mila tonnellate l'anno.
L'impero Austro - Ungarico.
L'Austria Ungheria, cioè le terre sottoposte al dominio asburgico fino al 1918 sono sempre state additate come cattivo esempio DI industrializzazione.
Questo marchio fu dato perché alcune zone, erano effettivamente arretrate, ma comunque una parte non tale da far definire arretrate le due nazioni.
La colpa DI questo errore sta nel fatto che alcuni studiosi avevano dato giudizi affrettati e con pochi documenti a loro disposizione.
Invece alcuni studi molto recenti hanno meglio, e diversamente definito il livello DI industrializzazione dell'impero austro - ungarico.
Bisogna ora definire che le regioni occidentali dell'impero, da sempre più industrializzate DI quelle orientali erano caratterizzate molto dalle diversità produttive regionali, inoltre in queste province segni DI industrializzazione erano evidente già nella seconda metà del XVIII secolo., ancora è importante dire che la topografia dei paesi in questione rendeva difficile e molto costosi gli spostamenti sia interni che verso l'esterno, inoltre sono poveri DI materie prime, ovviamente DI carbone.
Le industrie o meglio le proto - fabbriche erano concentrate sulla lavorazione DI lana, lino e cotone, e negli anni 40 del XIX secolo l'impero in quanto a produzione DI articoli in cotone era secondo solo alla Francia.
Uno studioso, visto l'evolversi dell'industrializzazione dell'impero Austro - Ungarico dalla metà del XVIII fino alla vigilia della prima guerra mondiale, definisce questo processo DI industrializzazione pigro, definizione fuorviante, sarebbe meglio invece definirla laboriosa.
Gli ostacoli dell'industrializzazione furono sia naturali che istituzionali.
Tra quelli naturali ovviamente la scarsità delle risorse naturali, tra quelli istituzionali le avversità alla crescita.
Tra gli ostacoli istituzionali basti pensare che vi fu l'abolizione del servaggio solo nel 1848, i vantaggi furono il nuovo status liberale dei contadini e che i canoni ora non dovendoli pagare al feudatario, li restituivano e in pondo minore come tasse allo stato.
Altro motivo DI sviluppo istituzionale fu l'abolizione nel 1850 della frontiera doganale tra la metà austriaca e quella ungherese.
Impedimenti gravi all'industrializzazione e sviluppo del paese era la politica protezionistica della monarchia.
All'inizio del XX secolo il commercio coll'estero del piccolissimo Belgio era DI gran lunga maggiore DI quello dell'impero Austro - Ungarico.
Ancora v'è da dire che l'istruzione DI base era molto bassa e con cattiva distribuzione, dunque nell'impero vi era strettissima correlazione tra analfabetismo, livelli DI industrializzazione e redditi pro - capite.
Tuttavia nonostante i non pochi ostacoli sia istituzionali che materiali, il processo d'industrializzazione toccò la metà austriaca per tutee il XIX secolo e quella ungherese per la seconda metà.
I trasporti a vapore permisero la navigazione controcorrente del Danubio e DI grandi altri fiumi navigabili, seguendo cioè la strada del commercio e non quella capricciosa del fiume.
Riguardo le ferrovie, le prime furono create nell'Austria mentre l'Ungheria vede avviarsi verso questa strada solo dopo il 1850.
L'Ungheria usava i treni in special modo per il trasporto DI grano e farina, industria che fu determinante per il decollo ungherese.
Infatti nella seconda metà del XIX Budapest era la più grande produttrice Europea DI farina, e enl mondo seconda solo a Minneapolis.
Colla macinatura della farina si intraprende anche la costruzione e l'esportazione DI macchinari per la farina.
Conseguenza delle ferrovie fu dunque l'aumento delle diversità del lavoro interno in aree geografiche.
La penisola iberica.
Le guerre napoleoniche influirono non poco sull'esistenza della penisola iberica, infatti sia Spagna che Portogallo uscirono dalle guerre con sistemi economici arcaici e con regimi politici reazionari.
Questi regimi innescarono nel 1820 molte rivolte interne ai paesi, e pur terminando questa sempre in sconfitta, lasciarono loro germi, dando alla rivoluzione una caratteristica endemica.
In Spagna le rovine delle napoleoniche e le perdite delle colonie provocarono deficit negli anni 1800 - 1830, e molte volte dovette chiedere prestiti, ma la reputazione era talmente bassa che venivano applicati tassi d'interesse elevatissimi, basti pensare che nel 1833 un prestito chiesto dalla Spagna raccolse solo il 27% del nominale.
Un problema strutturale della penisola era la basso produttività agricola.
Infatti ancora nel 1910 il 60% della forza lavoro impiegata in Spagna era per l'agricoltura, agricoltura però non orientata verso il commercio.
Quando negli anni quaranta un decreto governativo stabilì la commutazione dell'importo delle tasse in moneta anziché in natura, vi fu una rivolta contadina non essendoci mercati in cui vendere i prodotti.
La riforma agraria tentata dalla Spagna fu un grande fallimento, infatti sequestrando le terre agricole alle chiese ,alle municipalità ed agli aristocratici che si erano opposti durante le guerre civili, non riuscì (il governo) a cederla ai contadini, infatti vista la carenza DI finanze interne le terre vennero vendute all'asta al migliore offerente, ovviamente le terre andarono agli aristocratici ed alla borghesia , proprietari inesperti e assenteisti.
In Portogallo invece nessuna riforma agraria fu tentata.
I problemi per la penisola furono dovuti anche all'aumento demografico che spinse a coltivazioni cerealicole estensive sottraendo terreno ai pascoli, fatto che fece ulteriormente diminuire la produttività.
Comunque nel quadro vi erano anche realtà più lucenti, infatti in Andalusia e nella provincia DI Oporto , esistevano industrie vinicole orientate all'esportazione.
Nel 1850 il 28% delle esportazioni spagnole erano costituite da vino e brandy. Purtroppo negli ultimi decenni del secolo le coltivazioni furono colpite dalla fillossera , la stessa malattia che distrusse le coltivazioni francesi.
Nel 1913 la quota d'esportazione era del 13%.
L'unica ricchezza della Spagna, ma solo naturale e poco riversata sull'economia a causa del basso valore aggiunto, era l'esportazione del piombo, metallo apprezzato sempre DI più per merito dei lavori idraulici.
Tra il 1869 e 1898 la Spagna fu la maggiore produttrice mondiale DI questo metallo, e con una legge del 1868 che aumentò il numero DI concessioni estrattive entrarono nella bilancia delle esportazioni spagnole per circa 1/3 del totale anche rame e ferro.
La maggiore parte delle ditte estrattive era comunque DI maggioranza estera.
Il management straniero non era solo per le imprese estrattive, ma già dal 1850 banche e ferrovie erano in mano a capitalisti stranieri.
Infatti negli anni 50 dopo un'ennesima variazione DI governo, questo decide DI delegare a stranieri la costruzione delle strade ferrate, però quando cessarono le garanzie alle imprese estere il traffico era tanto ridotto da non coprire nemmeno i costi.
Solo verso la fine del secolo iniziarono a funzionare con una certa regolarità e a pareggio.
Invece la sorte delle banche furono migliori, infatti il governo liquidò gli azionisti stranieri dando più potere DI governo all'istituto bancario agli spagnoli.
Le ferrovie portoghesi invece a causa DI frodi e corruzioni ebbero destino anche peggiore DI quelle spagnoli.
L'Italia
L'Italia aveva perso dall'inizio dell'età moderna ogni caratteristica da vanto nei confronti delle altre potenze sue concorrenti, anzi fino al 1860 la frase DI Metternich sull'Italia "un'espressione geografica" era adatta non solo nell'ambito politica, ma anche in quello economico.
Purtroppo guerre e intrighi dinastici avevano sempre più fatto perdere all'Italia l'autorità che aveva prima dell'età moderna, e si era ridotta ad una mera zona da battaglia, ed inoltre fu deturpata sia DI inestimabili patrimoni artistici, alcuni dei più importanti ancora non rimpatriati, che DI forme DI ricchezza più utilitaristiche.
Il Congresso DI Vienna restaurò l'aspetto i frammenti d'Italia, tanti staterelli nominalmente autonomi (però tutti compresi Stato della Chiesa e Regno delle due Sicilie) furono messe sotto controllo o sotto influenza dell'impero asburgico.
L'Austria incorporò Lombardia e Venezia, e così facendo divise le due regioni più produttive dal resto d'Italia a causa della barriera tariffaria austriaca.
Il regno DI Sardegna, l'unico vero stato indipendente, pur non essendo molto esteso, essendo costituito da quattro regioni diverse, variava all'interno DI lingue ed istituzioni.
L'unico denominatore comune alle quattro regioni era una reminiscenza marcata del feudalesimo, con proprietari terrieri disinteressati e senza alcuna motivazione a migliorare i possedimenti, col risultato che gli abitanti sardi, vivevano in una situazione primitiva molto vicina ai paesi più orientali.
Il Piemonte, circondata da tre lati da monti, al lato aperto si presentava come una naturale continuazione geografica della pianura padana, però con clima molto differente, più rigido.
Fino al 1850 possedeva poche industrie se si eccettuano alcuni setifici e qualche stabilimento metallurgico, però da quell'anno a poco, grazie a bravi imprenditori l'agricoltura piemontese diventerà la più importante progredita e prosperose dell'intera penisola.
I differenziali regionali dell'economia, esistenti e palesi in ogni realtà economica, erano in Italia più marcati, infatti già dal XIX secolo la differenza tra gradiente nord - sud esisteva, al nord la produttività agricola era più elevata, specialmente in Piemonte e nella valle del Po, e fu proprio nel settentrione d'Italia che iniziarono i moti prima ideologici poi materiali DI unificazione della penisola.
Nel regno DI Sardegna figura un personaggio eccezionale, Camillo Benso DI Cavour, proprietario terriero ed imprenditore, tra le altre cose promosse anche un giornale, una banca ed una ferrovia, nel 1850 diviene ministro dell'agricoltura del commercio e della marina, nel 1851 ha anche il portafoglio delle finanze, ed un anno più tardi è nominato primo ministro.
Sosteneva che l'ordine finanziario ed il progresso economico erano "condizioni indispensabili" affinché il Piemonte divenisse alla luce dell'Europa la guida della penisola italiana.
Per raggiungere tali scopi convinse molti paesi europei a finanziare progetti per la crescita italiana,
tra il 1850 ed il 1855 le esportazioni aumentarono del 50% e le importazioni triplicarono.
Investimenti franc la strada all'unificazione del 1861.
L'unificazione inizio ad alleviare uno dei problemi cardine dell'economia del regno allargato, quello della frammentazione dei mercati, tuttavia la mancanza DI reti DI trasporto diminuirono i vantaggi in modo sensibile.
Inoltre pur allargando la legislazione progressista piemontese al resto della penisola i risultati furono tardivi, in quanto la popolazione era analfabeta.
L'Italia perse Cavour prematuramente solo tre mesi dopo l'unificazione, e con lui perse la guida saggia che molto probabilmente avrebbe cambiato le sorti dell'Italia.
Infatti dopo la guerra tariffaria colla Francia, l'Italia si riprese solo coll'immissione DI altri capitali stranieri, in particolare della Germania, (fine anni novanta), ed ebbe un modestissimo tasso DI crescita economica fino allo scoppio della prima guerra mondiale.
L'Europa sudorientale (Albania, Bulgaria, Grecia, Romania, Serbia)
Albania, Bulgaria, Serbia, Grecia e Romania, erano i paesi ad occidente della Russia più poveri DI tutta Europa, fatta eccezione forse del Portogallo.
Tutti meno l'Albania raggiunsero l'indipendenza dall'impero ottomano dopo il 1885( l'Albania nel 1913), e questo fardello culturale ben si faceva sentire.
Infatti all'inizio del XX secolo erano questi cinque paesi per il 70 -80 % circa DI forza lavoro impegnate in agricoltura, e vista la primitiva tecnologia la redditività erano bassissima.
Inoltre l'aumento della pressione demografica portò a lievitare il prezzo della terra coltivabile, e molte persone emigrarono, specialmente negli stati uniti d'America.
Le risorse naturali erano quasi inesistenti, la triste costituzione geografica rendeva l'agricoltura in Grecia, Albania, Serbia, e Bulgaria praticamente impossibili, solo la Romania aveva più terra arabile ma le tecnologie non erano capaci DI sfruttare questa ricchezza.
Esistevano inoltre in questi cinque paesi alcuni giacimenti DI carbone, però non capaci DI soddisfare, anche se limitata la domanda interna senza ausilio d'importazioni.
Tra i cinque la Romania era la più fortunata in quanto vi erano giacimenti DI petrolio, la cui estrazione iniziò con capitale straniero, in particolare tedesco, all'ultimo decennio del XIX .
Bulgaria e Romania producevano in particolare cereali, circa il 70% delle esportazioni era costituito da grano, la Serbia, con poco terreno arabile esportava suini vivi, poi cominciò la specializzazione nella coltivazione DI prugne, e da qui l'esportazione DI slivovica, brandy DI prugne.
LA Grecia esportava uva, uva passa, vini e brandy.
A differenza della tecnologia industriale e agricola, la tecnologia istituzionale nei paesi balcanici ebbe rapidi sviluppi.
Nel 1885 avevano tutti la propria banca centrale ed il sistema del finanziamento estero era molto diffuso, in particolar modo per la costruzione delle ferrovie e soprattutto per il mantenimento dell'immoderata burocrazia.
Nel 1898 l'indebitamento estero della Grecia era tale che dovette acconsentire che una commissione finanziaria internazionale costituita dalle grande potenze sorvegliasse le sue finanze.
Dopo poco solo la Romania non era vigilata da questa commissione.
In questi paesi solo dopo il 1895 la produzione ebbe una bozza DI modello industriale, e si potrebber dire che alla vigilia della prima guerra mondiale ancora nel sudest europeo non era iniziata l'industria moderna.
La Russia imperiale.
La Russia all'inizio del XX secolo considerata una grande potenza.
Era come potenza industriale al quinto posto nel mondo e nella produzione DI petrolio seconda solo agli Stati uniti, anzi per breve tempo detenne il primato.
In realtà l'agricoltura era ancora l'attività prevalente, ed ostacolata da bassa tecnologia e dall'ombra del servaggio che fu abolito solo nel 1861 era DI produttività (l'agricoltura) tremendamente bassa.
L'industria che più dinamicamente fece progressi fu quella del cotone nella regione DI Mosca che a partire dagli anni trenta prendeva sempre più le sembianze di grande fabbrica.
Il governo russo, consapevole dell'arretratezza lanciò un programma DI costruzione DI ferrovie con capitali e tecnologie straniere, ed inoltre riorganizzò il sistema bancario su modello occidentale.
I risultati dell'efficace politica rinnovatrice si videro a metà degli anni 80, e negli anni 90 ill prodotto industriale medio ebbe un incremento dell'8%.
L'incremento della produttività è dovuto soprattutto alle strade ferrate, che grazie a preghiere DI stranieri, particolarmente i francesi, raggiunsero due zone per l'estrazione DI minerali ferrosi e DI carbone, altrimenti inaccessibili da un punto DI vista economico, ed in questa zone vennero anche costruiti due altiforni.
Il governo russo continuò ad incoraggiare l'industrializzazione, infatti si indebitò all'estero per la costruzione delle ferrovie, impose alti dazi su prodotti in ferro e acciaio importati, ma allo stesso tempo agevolò l'importazione DI macchinari atti alla lavorazione del ferro e dell'acciaio.
AL boom degli anni novanta seguì per la Russia la crisi dei primi anni del XX, ancora l'economia fu indebolita dalla guerra Russia - Giappone del 1904 dalla rivoluzione del 1905.
Il Giappone.
Nella prima metà del secolo il Giappone poteva come ordinamento sociale somigliare molto a quello europeo del feudalesimo, colla popolazione divisa per caste e per quanto riguarda il livello tecnologico all'Europa dei primi anni 600.
Questa arretratezza era dovuta alla politica DI isolamento adottata fino a metà secolo.
Era tanto rigida questa politica da impedire addirittura ai giapponesi DI spostarsi verso occidente.
Nel 1853 -54 il commodoro Perry, entrando colle sue navi nella baia DI Tokyo minacciò lo shogun Tokugawa DI bombardare le città della baia se non avesse stretto rapporti diplomatici e commerciali cogli States. Dopo l'allaccio dei rapporti senza dubbio impari, infatti le tariffe del Giappone non dovevano superare il 5% e gli stranieri dovevano godere dell'extraterritorialità , molti altri paesi seguirono le impronte degli states.
La debolezza DI Tokugawa provocò tra i giapponesi fenomeni xenofobi, e giovani samurai seguirono una politica DI ripristino dei pieni poteri all'imperatore per affrontare la debolezza dello shogunato.
Buon complemento al movimento samurai arrivò dall'ascesa al trono dell'intelligente e giovani Mutshuito, che col suo partito in pochi mesi costrinse lo shogun ad abdicare e si spostò (Mutsushito) a Tokyo, capitale DI fatto del Giappone.
Una volta al potere Mutsushito preferì non allontanare gli stranieri, in parte venendo meno alle promesse, ma allacciò rapporti mirati ad occidentalizzare il Giappone, però tenendoli a buona distanza.
Mutsushito adottò in ogni ambito DI avvicinamento all'occidente, quanto DI meglio offriva questa ampia zona da imitare , ad esempio dalla Germania e dagli states adottò il sistema industriale, l'esercitò prussiano, la flotta britannica il sistema bancario ancora degli states.
Il governo dell'imperatore Mutsushito, da lui chiamato meiji, durò dal 1868 al 1912.
Mandò giovani all'estero per apprendere i nuovi processi produttivi e rifondò il sistema dell'istruzione su modello ovviamente occidentali e per docenti furono chiamati giovani stranieri, coll'accortenza però che il loro periodo d'insegnamento fosse molto limitata per non toglier posti nelle industria ai giapponesi in istruzione.
Riguardo le finanze il governo meiji fu ben oculato ad istituire nel 1873 una tassa sulla terra che colpiva il prodotto massimo potenziale e non la produzione effettiva, fu una buona mossa in quanto fu garantita un'entrata fissa allo stato e si spingeva a produrre i coltivatori al massimo delle capacità.
Il sistema bancario fu ispirato al National bankung system statunitense, e permetteva la fondazione delle banche usando titoli governativi a garanzia dell'emissione DI banconote obbligatoriamente convertibili in moneta metallica.
Con questo sistema nel 1876 erano state fondate 153 banche nazionali.
Tuttavia, un anno dopo scoppiò la rivoluzione Satsuma , una sommossa antigovernativa , che comunque il governo riuscì a fronteggiare ma per questo dovette emettere sia denaro governativo che banconote, aumentando l'inflazione a livello selvaggio.
Il conte Matsukata, ministro delle finanze decise che il sistema era errato, e nel 1881 dopo una drastica deflazione ristrutturò il sistema bancario ad imitazione DI quello belga, cioè in gran parte del capitale privato ma sotto stretto controllo governativo.
Aveva la banca centrale il monopolio per le banconote e le banche nazionali divennero degrdando banche commerciali DI deposito come in Inghilterra.
Inoltre la banca centrale agiva come agente fiscale alle dipendenze del tesoro.
Sin da primi anni del governo meiji l'obiettivo era d'imitare in Giappone il maggiore numero d'industrie occidentali, scopo questo, vista l'addestramento della forza lavoro indigena, il forte capitale da investire e la struttura istituzionale da raggiungersi solo nel lungo periodo.
Inoltre bisognava trovare il denaro per il pagamento degli istruttori esteri e delle attrezzature per un paese con un commercio estero praticamente inesistente ed un'economia fondata prevalentemente sull'agricoltura era una cosa molto difficile.
Le risorse naturali del Giappone erano limitatissime, si viveva soprattutto per l'esportazione del riso, ed ancora le due industrie principali, quella del cotone e quella della seta dopo l'apertura degli scambi iniziata da Perry nel 1853 ebbero destino molto differente.
Quella del cotone visto l'ingresso delle confezioni ad uso meccanizzato in particolare dell'Inghilterra ebbero un declino spaventoso, invece quella della seta,e d in particolare la parte produttiva più vicina all'agricoltura, come l'allevamento dei bachi, ebbe un'impennata positiva per l'economia giapponese.
La maggiore parte della produzione della seta veniva esportata e tra il 1860 ed il 1940 ha sempre rappresentato nella bilancia commerciale tra 1/5 ed 1/3 delle esportazioni totali.
Altri prodotti agricoli importanti erano la coltivazione del tè e del riso, prodotti che man mano nel governo meiji andarono però a diminuire relativamente come attività in esportazioni, questo dovuto sia all'aumento del benessere nazionale che all'aumento demografico, eventi questi ovviamente correlati.
La diminuzione delle esportazioni è evidente soprattutto col riso, infatti all'inizio dell'era meiji, anche se poco si esportava, mentre a fine secolo passo sull'altro braccio della bilancia commerciale.
Obiettivo principale del governo illuminato era comunque incentivare l'iniziativa privata infatti una volta avviate le industrie modello e gli impianti moderni , furono vendute, con perdite contabili, ai privati.
L'industria cotoniera fu quella che più DI altro figurava come specchio per le allodole, infatti esportava filati a Cina e Corea, che lavorando il prodotto grezzo nelle case contadine lo rivendeva con un alto valore aggiunto.
Inoltre la tecnologia dei cotonifici era semplice e le manovalanze erano non specializzate e a buon mercato, in particolare lavoravano negli opifici donne e ragazze.
Le industrie pesanti, siderurgiche, d'acciaio, e chimiche, ebbro una crescita più lenta, garantita soprattutto da sussidi e protezioni tariffarie, ma nel 1914 era tuttavia indipendente per queste industrie dal resto del mondo.
La prima guerra mondiale accrebbe notevolmente la domanda DI prodotti DI questa industrie e aprì nuovi mercati, insomma, la guerra fu l'evento che sconvolse in senso positivo l'economia Giapponese.
Entrando in guerra affiancata dagli alleati conquistò colonie nel Pacifico e concessioni cinesi prima appartenute alla Germania.
La transizione del Giappone da società arretrata pre-meiji alla grande nazione della vigilia della prima guerra mondiale rappresenta un buon esempio d'industrializzazione.
Questa transizione ebbe anche risvolti politici, infatti nel 1894-95 sconfisse la Cina entrando così nel novero DI nazione imperialista, e sorprendentemente dieci anni più tardi sconfisse sia in terra che in mare la Russia, dimostrando a tutti la potenza che era divenuta.
CAPITOLO UNDICESIMO. LA CRESCITA DELL'ECONOMIA MONDIALE.
La Gran Bretagna adotta il libero scambio.
Alte argomentazioni intellettuali attorno il libero scambio già prima dell'opera omnia DI Smith, La ricchezza delle nazioni, erano presenti, ma fu con questo trattato che l'argomento fu portato a livelli mai prima trattati.
Anche per motivi molto più empirici, quali il contrabbando, i governi furono costretti a rivedere le loro politiche DI alti costi protezionistici.
Tuttavia Smith e Ricardo, si fondavano su presupposti prettamente teorici, dunque per introdurre questa nuova filosofia economica bisognava coinvolgere forti istituti, convincendoli del vantaggio economico che ne sarebbe derivato, si sarebbero coinvolti nel 1820 mercanti internazionali.
Nel 1820 un gruppo DI mercanti londinesi presentò al parlamento una petizione per il rivedimento dei dazi sul commercio internazionale.
Invero, questa petizione non ebbe nessun effetto pratico, tuttavia era l'evidente segnale che da li a poco sarebbero cambiati i modi del traffico internazionale.
Tuttavia, il mutamento del commercio internazionale era solo una parte del vasto movimento istituzionale del regno unito della prima metà dell'ottocento, infatti nello stesso periodo (1820), nel partito tory entrarono a fare parte giovani motivati dal cambiare radicalmente l'arcaico sistema brittanico.
Uno dei più significativi fu Robert Peels, che fatto ministro degli interni ridusse le pene capitale alla metà, portandole a 100, e creò la forza DI polizia metropolitana che prima in scherno, poi per affetto furono chiamati bobbies.
Altro importante tory liberals fu Huskisson , che ridusse l'iter ed i costi per il commercio internazionale.
La riforma parlamentare del 1832 estese il diritto al voto alla classe media urbana, gente in gran parte favorevole allo scambio libero.
Simbolo del libero scambio, le Corn Laws, leggi che imponevano alti costi doganali al grano, furono dure da abolire, anche quando la crescita demografica era al livello più alto.
Nel 1839 colle anti corn laws league ci furono i più prepotenti avvii all'abolizione delle tasse protezionistiche, e quando nel 1841 i whigs al governo proposero la diminuzione delle tasse sul grano e sullo zucchero con bocciatura da parte del parlamento, questi (i whigs) indissero nuove elezioni generali.
In realtà, pure se DI notevole importanza, fino ad allora non erano mai state presentate questionei sulle corn laws in parlamento in quanto gran parte sia dei tories che dei whigs erano grandi proprietari terrieri .
I whigs nella nuova campagna elettorale proposero la riduzione di molti dazi mentre i tories preferivano uno status quo.
La vittoria fu per i tories, ma Robert Peels aveva già deciso una radicale trasformazione del sistema fiscale protezionistico inglese che prevedeva l'abolizione delle tasse sulle esportazioni, la riduzione DI quelle sull'importazione ed un tassa sul reddito per compensare quelle DI prima.
Tuttavia l'abolizione delle tasse sul grano arrivò sol quando l'Irlanda fu colpita dalla carestia e Peels presentò in parlamento nel gennaio 46 una proposta per l'abolizione della corn laws, che vinse colla maggioranza dei voti dei whigs, e coll'opposizione sfrenata degli uomini del suo partito.
Dopo l'abolizione delle corn laws Peels ostracizzato dai tories abbandonò la politica e Gladstone, uno dei pochi tories ad appoggiare Peels, passò ai Whigs, coprendo altissime cariche istituzionali.
Da qui in poi i tories, conservatori rappresenteranno gli interessi fondiari, mentre i whigs , liberali, rappresentarono in parlamento gli interessi del libero scambio e della manifattura.
L'età del libero scambio
IL secondo ed importante passo verso il libero scambio avviene col trattato Codben-Chevalier del 1860, in cui Francia ed Inghilterra aboliscono i dazi protezionistici, e con una particolare clausola, quella della "nazione più favorita", ben presto la loro nuova ideologia commerciale si espande in tutta Europa.
La francia, tradizionalmente protezionistica, in particolare nel primo cinquantennio del 1800 (su istanza degli industriali francesi che temevano la concorrenza nel tessile dall'inghilterra)
Col colpo DI stato del 1851, con a capo Napoleone III, questo desiderava continuare e saldare i rapporti DI amicizia presi coll'Inghilterra dopo l'alleanza nella guerra DI Crimea, e nonostante ci fosse radicato nella cultura francese il pensiero protezionistico, più correnti ed illustri menti erano protratte verso la teoria liberoscambista, in particolare fu il professore DI economia politica del Collége de France Chevalier, che fattosi senatore con Napoleone III, l'aveva convinto dei vantaggi DI uno scambio aperto coll'Inghilterra.
A favorire questo, fu anche la nuova costituzione del 1851, in cui le decisione esterne al paese, venivano prese non collegialmente, ma dall'imperatore in persona, che essendo convinto da Chevalier mise in atto il trattato Codben
-Chevalier che si perfezionerà nel gennaio del 1860.
Infatti Chevalier era amico dell'inglese Codben, noto oppositore delle corn - laws, che convinse Gladstone, presidente dello scacchiere a firmare il trattaro per il libero scambio.
Con questo trattato l'Inghilterra cancellava tutti i dazi sulle importazioni francesi, meno che sui vini, questo per non rovinare i rapporti col Portogallo anch'essa produttrice vinicola, metre la francia revocò il divieto DI importare prodotti tessili inglesi.
La clausola del trattato del 1860, che più DI tutte avrebbe rivoluzionato l'aspetto del commercio internazionale era quella della "nazione più favorita", in cui se un paese terzo sarebbe entrato in contatto con un paese dell'accordo, il paese rimanente avrebbe goduto delle tariffe più basse stipulate tra il terzo zionismo.
Un'altra conseguenza dell'integrazione dovuta al libero scambio fu la sincronica tendenza dell'economia nei vari paesi aderenti al trattato.
Infatti sono ad allora le variazioni dei prezzi e dell'economia erano dovuti perlopiù a fattori naturali, ed erano risentiti solo in loco, invece dopo i trattati partiti nel 1860 i paesi tutti risentivano delle stesse variazioni, a causa sia DI fattori reali che monetari.
Le differenze o variazioni DI mercato saranno poi così classificate :
cicli delle scorte 2-3 anni e relativamente miti
oscillazioni DI più ampio respiro, 9-10 anni con spesso a seguito crisi finanziarie e recessioni
tendenze secolari 20-40 anni
In quasi tutti gli stati europei, ed anche negli stati americani i prezzi salirono al massimo agli inizi del secolo, verso la fine delle guerre napoleoniche, le cause naturali furono le penurie derivanti dalla guerra, quelle monetarie i risanamenti per danni da guerra.
Dopo DI allora, ed escludendo alcune brevi fluttuazioni, i prezzi furono al ribasso per tutee il metà secolo.
Nel 1873, dopo un boom durato diversi anni un panico dei mercati finanziari colpi New York e Vienna, e da li tutti i paesi industrializzati, portando ad una caduta dei prezzi più o meno generalizzata che terminò solo agli inizi o verso la metà degli anni novanta.
Questa in Inghilterra fu denominata grande depressione, probabilmente la più grande crisi fino ad allora dei mercati internazionali.
Gli industriali e gli agricoltori, sia piccoli che grandi proprietari terrieri, attribuirono la grande depressione alla liberalizzazione del commercio internazionale, e chiesero e sempre più insistentemente un nuovo protezionismo.
Gli agricoltori sentirono questa esigenza in quanto ora, coll'abbattimento dei costi DI trasporto ferroviario dovuto alle nuove linee nel midwest, e coll'eguale abbattimento dei costi DI trasporto marittimo, anche prodotti DI basso valore come segale e frumento potevano essere trasportati, mettendo in crisi il mercato europeo.
Anche nella Germania, allora strutturalmente ed ideologicamente divisa in oriente ed occidente, cambiarono le filosofie DI mercato, infatti gli Junkers della Prussia orientale, latifondisti, avevano giovato del libero scambio potendo esportare fuori dai propri confini, in particolare nella Germania occidentale che stava avviandosi a divenire una delle potenze maggiori al mondo.
Tuttavia gli Junkers sentendosi minacciati dal grano americano e russo chiese delle protezioni.
Con l'appoggio degli Junkers, Otto von Bismark, creatore del nuovo impero tedesco, comunque appartenete agli Junkers, nel 1879 da approvazione alla nuova legge tariffaria che protegge sia gli industriali che da tempo chiedevano questa manovra e agli agricoltori, anzi ai prussiani.
Questo fu evidentemente il primo richiamo al protezionismo.
In Francia ci fu un ritorno anti Cobden - Chevalier nel 1881, anche se comunque la sacca dei liberoscambisti era ancora forte, poi questo nuovo accordo non proteggeva gli agricoltori, che a differenza della Prussia erano diretti alla terra ed avevano diritti politici.
Nel 1882 si riprende il trattato - accordo del 1 gennaio 1860.
Purtroppo nel 1889 alla camera la maggioranza pro - protezionismo decide la tariffa Méline, una sorta DI raffinato protezionismo che oltre a conservare la protezione degli industriali, accontentò gli agricoltori, tuttavia non dispiacendo ai partigiani liberoscambisti.
Una guerra tariffaria tra il 1887 e il 1898 tra Francia e Italia arrecò gravi danni alla Francia e gravissimi all'Italia, infatti l'Italia mise alti dazi ai prodotti francesi che per ripicca seguirono la tattica italiana.
Ci fu una guerra tariffaria breve (1892 - 1894) anche tra Germania e Russia.
Nel generale ritorno al protezionismo l'Inghilterra si discostò, anche se si provò in alcuni casi DI evitare l'acquisto all'estero, come la legge del parlamento del 1887 Merchandise MARKS Act, che imponeva il marchio DI provenienza dei prodotti importati, e si sperava che la scritta "made in Germany" scoraggiasse l'acquisto DI questi prodotti, con invero risultati opposti.
La Danimarca, produttrice agricola, in difficoltà per il grano più a buon mercato estero subito commutò le proprie attività in quelle DI allevamento acquistando cereali a buon mercato per i propri capi (DI animali), rimanendo pur essa fondamentalmente DI ideologia liberoscambista.
Il regime aureo internazionale.
Il primo paese ad adottarlo fu l'Inghilterra, altri paesi usavano il regime bimetallico oppure nessuno standard monetario.
Poco alla volta tutte le altre nazioni adottarono il regime aureo, dapprima la Germania che servì come esempio agli altri, essendo questa quella più potenzialmente potente.
Praticamente agli inizi del XX secolo tutti i paesi adottarono il sistema aureo internazionale, che tuttavia non durò che più DI venti anni.
Movimenti migratori e investimenti internazionali.
Il XIX secolo oltre ad essere caratterizzato dall'età del libero scambio è anche stato testimone DI movimenti migratori e DI investimenti internazionali.
LA migrazione, fenomeno non nuovo vive nel 1800 numeri mai visti, infatti tra la fine e l'inizio del nuovo secolo sono circa 60 milioni gli emigranti europei, quasi tutti per destinazioni transoceaniche, e DI loro solo un numero trascurabile farà ritorno in patria.
Gli effetti sono tutee sommato positivi in quanto si è alleggerito il numero DI popolazione in patria evitando così una diminuzione del salario reale, e nel contempo favorendo lo sviluppo dei paesi DI adozione ricche DI risorse ma mancanti DI mano d'opera, favorendo così assieme ad una integrazione culturale, a volte razziale, anche quella economica.
Anche gli investimenti internazionali che si verificano nel XIX secolo sono DI molto diversi ai precedenti, quindi occorre studiare le fonti degli investimenti, le motivazioni ed i meccanismi.
Prima DI tutee bisogna precisare che le fonti degli investimenti all'estero, come che in patria d'altronde, sono frutto DI maggiori ricavi provenienti dall'adozione DI nuove tecnologie, tuttavia si è spinti ad investire all'estero che non in patria nell'attesa DI un saggio DI profitto maggiore.
Esistono due tipi DI fondi per investimenti esteri, sia misurati in valuta che in oro, quello derivante da una favorevole bilancia commerciale e quello frutto DI esportazioni invisibili, quali servizi, assicurazioni varie internazionali, dividendi DI investimenti precedentemente effettuati all'estero ed interessi su capitali investiti all'estero.
Queste fonti possono operare in svariate combinazioni.
I meccanismi per l'investimento estero si concretizzano in strumenti istituzionali per il trasferimento DI fondi da una nazione all'altra, mercato azionario, obbligazionario pubblico o privato, etc. .
La Gran Bretagna fu la regina degli investimenti all'estero, al 1914 infatti i suoi investimenti ammontavano al 43% del totale mondiale.
Questa situazione era prodotta evidentemente dalle esportazioni invisibili, infatti la sua bilancia commerciale per la maggiore parte del secolo aveva avuto un saldo negativo.
I Francesi figuravano negli investimenti internazionali al secondo posto, pur essendosi indebitata con l'Inghilterra per la costruzione delle ferrovie, nell'avanzare del secolo aveva avuto un disavanzo positivo, tanto che dagli anni 70 in poi potette investire all'estero.
Tuttavia l francesi furono molto sfortunati, infatti sia in investimenti loro volontari con i paesi limitrofi, che sotto incoraggiamento attivo del governo con la Russia zarista, non ebbero mai DI ritorno i frutti degli investimenti a causa DI bancarotta parziale dei debitori .
Nel complesso però la Francia contribuì più DI tutti allo sviluppo economico dell'Europa, infatti prese l'onero della costruzione DI ferrovie e DI industrie, opere comunque scomparse a causa della guerra del 1914.
La Germania passò nel corso del secolo in due posizioni antitetiche, da debitrice netta a creditrice netta.
Infatti agli inizi del secolo anche non essendo fortemente indebitata con nessuno la Germania, mostrava ancora meno crediti con gli altri, ma negli anni centrali del secolo, le province occidentali beneficiarono degli investimenti francesi in primo luogo, poi belgi e britannici che avviarono la Germania occidentale ad una crescente produttività che ben presto procurò un avanza destinato agli investimenti esteri, divenendo così una creditrice netta, e a differenza DI altri paesi utilizzò i mercati finanziari anche come arma politica.
I paesi industrializzati minori europei, Paesi bassi, Svizzera e Belgio nel corso del secolo anch'essi diventarono creditori netti.
Tra i paesi a giovare maggiormente degli investimenti esteri, il maggiore furono gli USA, in particolare da parte del regno unito, che con i propri finanziamenti contribuì alla costruzione dei ranches per gli allevamenti e della rete ferroviaria.
Nel 1914, anno i n cui gli investimenti esteri in America ammontavano a circa 7 miliardi DI dollari, i capitalisti indigeni avevano investito a loro volta all'estero circa metà DI quella cifra, e nei seguenti quattro anni DI guerra i prestiti americani agli alleati la portò ad essere la prima creditrice mondiale.
In Europa la nazione che più DI tutte giovò DI finanziamenti esteri fu la Russia, i creditori, però persero ovviamente tutee dopo il 1917.
Come per gli investimenti in patria, anche quelli all'estero devono garantire un positivo saggio DI rimunerazione e col tempo ammortizzare il capitale sborsato.
In contrasto colla mala gestione degli investimenti in Europa orientale e meridionali, dovua anche a corruzione, c'era la brillantezza nella gestione del capitale attinto a titolo DI prestito della Danimarca, Svezia e Norvegia.
Gran parte degli investimenti Britannici in America meridionale furono destinati alla creazione DI infra e sovra - strutture per un migliore sviluppo dell'economia, lasciando la lavorazione diretta delle materie prime agli imprenditori indigeni, insomma, i finanziamenti brittanici servirono per la costruzione DI ferrovie, e DI altre comunicazioni, ed ancora alla costituzione DI istituti amministrativi delle ricchezze.
Spiegazioni dell'imperialismo.
L'Asia e l'Africa non furono le uniche aree ad essere colonizzate, tanto meno America ed Europa non furono le uniche colonizzatrici, un esempio per tutti è il Giappone che dopo aver adottato le tecnologie occidentali perseguì politiche imperialiste.
LA differenza sostanziale tra colonialismo ed imperialismo consiste che nel secondo sussiste attività persuasiva DI tipo coatto.
Per i paesi dell'America latina si può invece parlare DI imperialismo non esplicito, infatti pur non essendo sottomessi formalmente da altri paesi, fortemente dipendevano dall'economia Nord americana ed Europea.
I sostenitori dell'imperialismo sostenevano che questa forma politica sarebbe stata utile per sfogo all'eccedenza demografica, come nuovi mercati DI vendita, per sbocco DI eccedenza DI capitali, e come fornitori DI materie prime.
In realtà nessuna DI queste ragioni era giusta in quanto, la popolazione in eccesso preferiva emigrare verso nazioni libere e soprattutto con un clima più adatto alle loro esigenze e con ambienti più salubri, in quanto mercato DI sbocco le popolazioni erano sparse non organizzate e povere, come mercato DI acquisizione DI materie prime non occorrevano accordi politici.
L'unico paese povero ma ottimo come mercato DI sbocco era quello dell'India britannica, che serviva più ad altre nazioni che all'Inghilterra.
Tuttavia resta da dire che il grande dei traffici commerciali nonostante le tariffe protettive avvenivano tra i paesi industrializzati e non colle o tra le colonie.
Alla luce DI quanto detto occorre evidenziare che in realtà l'imperialismo moderno deve essere imputato più ce ad un fenomeno economico e politico, ad una fenomenologia psicologica e culturale, con forti influenze del darwinismo sociale, basta ricordare la frase DI Kipling "[...]stirpi inferi0ori senza Legge...", riferendosi alle razze non bianche.
CAPITOLO DODICESIMO. SETTORI STRATEGICI.
Agricoltura.
Il più grande mutamento strutturale dell'economia del XIX secolo fu la diminuzione relativa del peso del settore agricolo, questo però interpretato in maniera positiva, infatti furono ali i progressi tecnologici che permisero una diminuzione DI mano d'opera in agricoltura per cederla all'industria con comunque una produttività maggiore del primario, infatti ora doveva sostenere una popolazione sempre più urbana.
L'aumento della produttività agricola può contribuire allo sviluppo economico in cinque maniere distinte :
-1 Il settore agricolo può sostentare un'eccedenza DI popolazione non dedita all'agricoltura
-2 Può il settore agricolo fornire alimenti e materie prime alla popolazione non agricola
-3 La popolazione agricola rappresenta un mercato per le attività manifatturiere e DI servizi
-4 Attraverso investimenti ad atto DI liberalità o attraverso l'imposizione fiscale la popolaizone agricola contribuisce ad accumulare il capitale necessario all'attività industriale.
-5 Attraverso l'esportazione DI prodotti agricoli il settore agrario può fare entrare in patria valuta estera indispensabile per lo scambio con economie internazionali.
Perché una società vada incontro ad un radicale sconvolgimento economico (in senso buono) non è necessario la simultanea presenza dei cinque elementi DI prima, anche se è francamente improbabile che lo sconvolgimento accada se non presenti almeno 2 o meglio tre DI questi.
La Gran Bretagna, iniziatrice della rivoluzione industriale non per caso era anche la prima produttrice agricola, e nel corso del secolo la tecnologia diede vita ad aratri ancora più leggeri, concimi chimici e trebbiatrici a vapore che fecero aumentare la produttività in modo repentino.
Però dopo il 1873, coll'afflusso sempre più massiccio DI grano americano a bassissimo costo, sempre più terreno fu tolto al frumento e l'agricoltura andava sempre più a convertirsi all'industria casearia con prodotti dal più alto valore aggiunto, e agli allevamenti veniva dato proprio il frumento proveniente dall'America per ridurre i costi.
Inoltre la popolazione agricola per la Gran Bretagna costituiva un ottimo mercato, tanto che a tutee metà secolo gli industriali vendevano DI più agli agricoltori che ai paesi esteri.
Ancora il settore agrario anche non contribuendo direttamente con investimenti in industria, permise la costruzione DI buone infrastrutture necessarie anche al secondario.
La maggiore produttività agricola, come per l'Europa nord - occidentale, era da imputare sia a progressi tecnologici che istituzionali, in altri paesi il progresso istituzionale, non arrivò.
La Russia visse in tal guisa un doppio passe verso l'efficienza istituzionale, uno solo formale, l'altro a differenza DI anni anche sostanziale.
Infatti l'emancipazione dei servi, malamente decretata nel 1861 pur sciogliendoli dai padroni le legava ad uno status servile e li costringeva a pagare rate DI riscatto.
Sull'onda della rivoluzione del 1905-6 il governo abolì la parte rimanente DI riscatto e approvò la riforma Stolpyn che spazzò via il vecchio regime ridimensionando le terre e frazionandolo per tutti i coltivatori, con un sensibile aumento della produttività dell'agricoltura della Russia.
Nel corso del XIX secolo vennero anche sfatati i luoghi comuni sull'agricoltura francese, che riuscì ad imporsi agli occhi internazionali grazie alla soddisfacente fornitura DI alimenti capace DI dare alla popolazione urbana sempre più avida DI una dieta varia, inoltre anche loro come gli inglesi contribuirono se non proprio direttamente allo sviluppo dell'industria, in modo consistente in quello delle infrastrutture.
Inoltre l'industria vinicola è sempre figurata in Francia tra le più sostanziose voci delle esportazioni.
Paesi europei fortemente sostenuti dall'agricoltura, erano la Svizzera, il Belgio ed i Paesi Bassi, dove l'agricoltura era in funzione del Mercato.
Una certa eterogeneità era invece riscontrabile nei paesi tedeschi, dove si variava da zone con piccoli appezzamenti ed alta intensità DI lavoro pro - capite, tipo modello francese, a zone con ancora i latifundia coltivati da molti braccianti ma poco produttivi.
Inoltre queste estese zone fin dal quattrocento esportatrice DI grano, col massiccio arrivo verso fine secolo XVIII del grano a buon mercato russo e americano ritornarono ad una politica di protezione.
Alla fine del secolo la Germania, fortemente popolata acquistava all'estero il 10% del grano per il fabbisogno suo interno.
Per quanto riguarda Svezia, Norvegia e Danimarca i risultati non proprio dell'agricoltura, ma del settore primario in genere, cioè anche della silvicoltura e della pesca contribuirono ad eccedenze da esportare che contribuirono allo sviluppo dell'industria nei paesi della più settentrionale Europa.
In Spagna, Portogallo, Grecia, ed Italia non vi era stata una efficienza riforma agraria, tanto che ad inizio XX secolo metà DI questa popolazione era ancora DI tipo rurale e nonostante si esportasse frutta e vini, le importazioni dei beni alimentari erano indispensabili per la sopravivenza della popolazione.
I paesi sud orientali dell'Europa vivevano una situazione ancora più triste DI quelli mediterranei.
In Russia invece nonostante la popolazione sempre DI prevalenza rurale, si riusciva a produrreper il proprio mercato senza dovere importare niente.
L'agricoltura svolse un ruolo importantissimo anche per l'America, e l'avvio ad essere la prima potenza mondiale.
Ovviamente qui non fu necessaria nessuna riforma agraria.
Gli stati del sud vivevano DI esportazione del cotone, poi coll'abbattimento del costo dei trasporti transoceanici tutta l'America vide rivigorirsi per le esportazioni DI grano e frumento.
Inoltre il rapido aumento della popolazione rurale diede buona man curarla per cinque anni.
Banche e finanza.
Il processo DI industrializzazione del XIX secolo non poteva essere sostenuto se non da un adatto sistema bancario e finanziario, per cui questi istituti andranno in questo secolo a svilupparsi in direzione parallela a quella delle industrie.
Sebbene tutti i sistemi bancari siano fondamentalmente costituito con caratteristiche comuni derivanti dalla loro funzione principi, il modello bancario differisce e non poco da paese a paese in funzione della cultura e conseguentemente dalla legislazione interna.
In Gran Bretagna la Banca d'Inghilterra, anzi DI Londra, all'inizio del XIX secolo era ancora monopolista per emettere cartamoneta e l'unica a potersi configurare come società DI capitali.
Le diverse casse rurali, per legge in società DI persone, erano ovviamente molto suscettibili dalle crisi, ed in particolare quella del 1825, visti i disaggi, il parlamento Inglese emanò una legge che permetteva anche ad altre banche DI costituirsi in società DI capitale.
Nel 1844 il parlamrnto approvò il Bank Act, che modellò il sistema bancario inglese fino alla prima guerra mondiale.
Il bank act prevedeva accanto alla banca d'Inghilterra altre banche commerciali a capitale azionari che si occupavano prevalentemente DI finanziamenti a imprese commerciali solitamente DI breve termine.
Questa tipologia DI banca proliferò velocemente fino agli 70, poi a causa DI fusioni e cessioni diminuirono tanto che al 1914 erano circa 40.
Il sistema bancario inglese rispose alle esigenze esterne in modo alquanto passivo senza né accelerare né rallentare il processo DI crescita economica.
Il sistema bancario francese, come quello inglese, era costituito da una banca francese, o meglio DI Parigi, che aveva sostanzialmente carattere politico.
Questa voluta nel 1800 da Napoleone acquistò subito il monopolio per l'emissione DI cartamoneta e proliferò filiali in altre città che poi però furono cedute perché dopo la caduta DI Napoleone restaro non redditizie.
Dunque spostatasi in Parigi divenne la banca DI questa città permettendo ad altre agenzie DI DI operare nelle città DI provincia.
Fino al 1848 la Francia non possedeva altre banche a capitale azionario.
Importante istituzione finanziaria francese erano le haute banque parisienne, erano banche d'affari, e maggiormente concentrate nelle mani DI dei fratelli Rotshield.
La maggiore attività DI queste banche d'affari erano i finanziamenti per il commercio estero.
Tuttavia dopo il colpo DI Stato del 1851 e la proclamazione del secondo impero, Napoleone III tentò DI indebolire il potere DI queste banche e DI n particolare dei Rotshield, ed in questo trovò buon aiuto dai Fratelli Periere, ex dipendenti dei Rotshield.
Questi nel 1852 appoggiati dall'imperatore costituirono la Société générale de crédit fonciér eun a Mobiliér, quest'ultima specializzata nel finanziamento delle costruzione ferroviarie..
Nel complesso c'è una netta distinzione nel sistema bancario francese tra prima e seconda metà del XIX secolo, nella prima intralciato dall'egemonio della banca francese non aiuta all'imprenditorialità, nella seconda invece da un ottimo stimolo all'economia, tuttavia mai eguagliando il sistema belga o quello tedesco.
[...] Lo sviluppo del sistema bancario tedesco fu una strabiliante concomitanza con quello industriale.
In realtà qualcuno, con troppa enfasi, porta a giustificare il boom industriale tedesco con quello bancario, ma in realtà è stato solo una delle molteplici cause.
In ogni modo resta come dato DI fatto che all'inizio del XX secolo con ogni certezza il sistema bancario tedesco era il più potente del Mondo.
Il sistema bancario belga, anch'esso fortissimo iniziò con un boom espansivo dopo il 1850, quando La Banque de belgique creata dal governo fungeva da banca centrale col monopolio nell'immissione DI cartamoneta e delegando alle numerose altre le funzioni commerciali.
Forse per lo stimolo dato all'economia il sistema bancario francese merita più DI tutti gli altri.
La Svezia, dal canto suo, pur essendo come economia all'inizio del XIX secolo arretrata, possedeva il sistema bancario più radicato storicamente degli altri paesi.
Tuttavia la storia moderna del sistema bancario svedese si svolge come quella degli altri paesi tra il 50 ed il 70, colla fondazione del Banca centrale svedese modellata sulla crédit mobiliére .
Da qui in poi è difficile verificare le dipendenze tra il successo economico e quello bancario della Svezia.
Anche i paesi latini del mediterraneo videro il nascere DI nuove istituzioni bancari tra gli anni 50 e 70
La Spagna possedeva una banca d'emissione fondata nel 1972 da un francese e come le altre banche centrali si occupava prevalentemente DI finanza pubblica e affari statali.
Nel 1853 i Periere provarono ad aprire una filiale del credité mobiliéré in Spagna, ma non riuscirono ad ottenere l'autorizzazione dal governo reazionario.
Tuttavia reiterando la proposta nel 1855 con un nuovo governo moderato, non solo ebbero l'autorizzazione, ma una legge che permetteva al governo DI autorizzare la costituzione DI banche senza appellarsi prima alla Cortes spagnola, così in poco tempo nacquero nuovi quattro istituti finanziari, tre dei quali DI proprietà francese, uno dei Rotshield.
Dunque quel poco DI sviluppo economico che ha vissuto la Spagna nel XIX secolo lo deve tutee a queste società d'ispirazione francese, che furono tutte coinvolte nel finanziamento DI ferrovie e DI attività industriali private.
I periere nel contempo dell'autorizzazione del credito mobiliare spagnolo, chiesero DI poter aprire un'altra filiale in Lisbona, ma il governo portoghese rifiutò.
Nello stesso anno, un altro francese riuscì ad avere il permesso, ma dopo poco fu costretto alla bamcarotta, da qui in poi tutti gli imprenditori diffidarono DI investire in Portogallo.
In Italia, invece, Cavour pur volendo stringere legami coi Periere per contrappesare l'influenza finanziaria dei Rotshield nel regno DI Piemonte, ala fine preferì costituire la banca del regno con quest'ultimi, che tuttavia a causa DI una cattiva gestione provocò gravi perdite, tanto che nel 60 i Rotshield si ritirarono, e le perdite staganrono fino al 63 quando i Periere acquistano la maggioranza ed ampliano il capitale ribattezandola società generale DI credito italiano.
Partecipò al finanziamento DI ferrovie acciaierie e fonderia.
Tuttavia nel 1893 a causa DI gravi scandali sulla gestione, il governo la portò alla liquidazione.
Altre banche italiane fondate negli anni 70 erano costituite da capitale francese.
Alla crisi del 1893 tutte chiusero, e dopo un anno, per riempire il vuoto furono costituite altre due banche, inizialmente con capitale tedesco, che ritirato nel 1900 fu sostituito integralmente con quello francese.
Queste più DI quelle degli anni 70 aiutarono allo sviluppo industriale italiano.
Gli investitori francese alla caccia DI concessioni si rivolsero anche all'Europa sud orientale, ma in un primo momento sia Serbia che Romania rifiutarono DI concederle, ma nel 1881 dop un colpo DI stato in Romania il principe Cuza concede la licenza ai banchieri francesi per la costituzione della banca DI Romania.
In Russia dopo la guerra in Crimea, viene alla luce l'arretratezza del sistema finanziario e bancario, d il governo zarista nella riforma previde la banca DI stato, fondata nel 1860.
Era interamente DI proprietà governativa e sotto la diretta supervisione del ministro delle finanze.
Inizialmente non stampava cartamoneta che era invece fatta dalla tipografia DI stato, ma nel 1897 quando anche la Russia passa al regime aureo la banca DI stato diviene unica proprietari dei cliché DI stampa.
Dopo le banca DI stata per importanza vi erano le banche commerciali per azioni, la genetrice DI queste fu nel 1864 la Banca privata commerciale DI Sanpietroburgo.
Tutte le più importanti erano a Sanpietroburgo ed amministrate da banchieri fvrancesi tedeschi o inglesi.
Il ruolo delle banche nel XIX secolo statunitense è molto variegato e caotico.
Infatti si vedevano affiancate banche federali e statali con una concorrenza scorretta.
Inoltre le banche erano vittime DI una rigorosa legislazione che proibiva gli affari DI finaznaiamento internazionali, tanto che il commercio coll'Europa era finanziato da investitori europei o da banche private che erano più libere, tra tutte la J. P. Morgan & Co..
inoltre si pensava che l'assenza DI una banca centrale rendesse più vulnerabile il sistema bancario dalle depressioni e dalle crisi cicliche, a tal fine nel 1913 il congresso istituì il Federal Reserv System, che tra le altre cose alleggerì le banche nazionali dall'emettere cartamoneta e ne permise i finanziamenti internazionali.
Gli USA sono evidentemente la prova DI quanto possa comunque essere indipendente una buona economia dalla razionalità nel sistema bancario.
Il Ruolo dello stato
Il ruolo dello Stato nel XIX secolo non è netto come lo vuole la dottrina più superficiale, che lo divide il laissez faire , dove lo stato interviene minimamente oppure per niente nell'economia del paese, o con concetto marxista dove il governo è l'organo esecutivo dei potenti borghesi.
In realtà lo Stato mai è stato variegato come nel XIX secolo.
In realtà il ruolo fondamentale ed inderogabile dello Stato è definire il contesto DI legalità dell'economia.
Ancora, ruolo importante dello Stato è garantire attività promozionali non dirette, come i dazi le esenzioni i rimborsi e i sussidi.
Questo però non sempre garantisce efficacia economica, infatti dazi protettivi agevolerebbero imprese non efficaci.
Lo stato può anche assumersi direttamente le caèpacità produttive, abolendo la proprietà privata come è accaduto nell'Unione Sovietica.
LA Gran Bretagna è stata considerata per antonomasia il paese del laissez faire, ma questo che impatto ha avuto nel settore pubblico ?
Bisogna notare che il costo dell'amministrazione interna era in Gran Bretagna intorno al 10%, tutee sommato simile agli altri paesi Europei, fatta eccezione ironicamente dei più poveri come la Spagna e l 'Italia.
Nel XX secolo invece il costo amministrativo incide dal 20 al 30% del prodotto nazionale lordo.
Invece come attività dello Stato cosa accadeva ?
Prima del XIX secolo, affianco all'inneficiente sistema pubblico DI consegna posta, che aveva ragione DI essere solo per spionaggio e motivi erariali, vi era uno più efficiente privato.
LA riforma avviene in Gran Bretgna nel 1840 quando il direttore generale delle Poste Sir Hill introdusse il sistema posale prepagato a tariffa unica DI 1 penny, più tardi coll'avvento del telegrafo e poi del telefono, anche questi divengono DI gestione governativa.
Tutti i paesi europei segupono l'esempio dell'Inghilterra, mentre in America questi servizi vengono gestiti privatamente.
L'unico settore i cui la Gran Bretagna non era da imitare era quello dell'istruzione pubblica.
Infatti fino al 1870 le scuole esistenti in Gran Bretagna, colla sola eccezione delle comunali scozzesi, erano DI tipo privato e gestite dai religiosi.
Solo nel 1891 le scuole divennero almeno per principio DI tipo gratuito fino all'età dei dodici anni, tuttavia per tutti gli anni venti del 1900 solo 1/8 della popolazione in età frequentava scuole DI tipo secondario.
Anche nelle scuole superiore l'inghilterra era arretrata respite i paesi continentali e gli states.
La scozia con popolazione DI gran lunga minore a quella dell'Inghilterra possedeva quattro importanti università.
Altre volte, ed in altri paesi, lo stato dovette cedere l'interferenza nelle attività lavorative per far si che queste producessero DI più, è il caso dell'industria estrattiva del Ruhr, in Prussia, difatti in inizio col solo sfruttamento superficiale delle miniere, anche se private, dovevano essere dirette da ingegneri regi, cd. Direktionsprinzip (principio DI direzione).
Quando però tra gli anni trenta e quaranta del XIX si scoprono ricchi giacimenti a nord del Ruhr, ma profondi, lo statalismo dava fastidio ed intralciava le estrazione, tanto che gli imprenditori delle miniere, quasi sempre francesi, belgi e britannici , intrapresere una lunga lotta che terminò solo nel 1885 colla sostituzione del direktonsprinzip, che divenne inspektionsprinzip (diritto DI ispezione), da effettuarsi solo ad apertura miniera per motivi DI sicurezza sul lavoro.
Colle esigenze DI un'adeguata rete ferroviaria tutti i governi si sentono chiamati a concorrere, anche in Gran Bretagna, patria del laiisez faire , il parlamento colla legge sulle ferrovie del 1844 limita DI molto l'iniziativa privata, dettando anche una tariffa massima per la terza classe DI trasporto ed includendo una clausola in cui cessata la concessione, il governo in qualsiasi momento avrebbe potuto entrare nella gestione ferroviaria, clausola invero inutilizzata fino dopo la seconda guerra mondiale.
Le altre amministrazioni erano invece molto più prese dalla questione ferrovie, in Belgio , infatti , la costruzione della linea principale fu statale, lasciando la costruzione e la gestione delle diramazione a privati, tuttavia alla minima difficoltà DI questi il governo previo rimborso le esprometteva dalla gestione.
In Francia il dibattito riguardo la gestione fu lungo, colla vittoria dei sostenitori per la gestione privata, tuttavia lo Stato dettò una serie DI regole che lasciavano ampi spazi DI intervento statale nella costruzione e nella gestione delle strade ferrate.
Gli stati tedeschi, invece avevano ovviamente politiche variegate sulle questioni ferroviarie, ma dopo la proclamazione dell'impero, Bismarck ititui l'ufficio imperiale delle ferrovie, collo scopo DI prelevare la parti private e DI utilizzare le ferrovie come strumento DI politica economica, ad esempio con agevolazioni tariffarie per le merci destinate all'esportazione.
Negli USA il governo federale lasciò la gestione delle ferrovie agli stati fino alla guerra civile, ma dopo, col concessioni a private lasciò la questione ai privati.
Nel 1887 su insistenza degli agricoltori il governo centrale isituì una commissione DI vigilanza per regolamentare le ferrovie.
CAPITOLO TREDICESIMO. PANORAMA DELL'ECONOMIA MONDIALE NEL XX SECOLO.
Popolazione.
Nel XIX secolo la popolazione europei era raddoppiata, mentre escludendo le colonie europee, il resto del mondo era cresciuto con un tasso DI circa il 20%
Nel XX secolo invece è stato il resto del mondo a crescere con ritmi spaventosi fino alla fine della seconda guerra mondiale.
Tale incremento del XX secolo è dovuto dalla minore mortalità, mentre in Europa nel XIX secolo si era passati attraverso una transizione demografica DI alti tassi sia DI natalità che DI mortalità, a tassi più ridotti.
Nella maggiore parte dei paesi non occidentale si sta osservando una transizione analoga.
La conseguenza principale del calo dei tassi DI mortalità è stata la maggiore speranza DI vita alla nascita.
In Europa all'inizio del XX secolo era meno DI 50 anni, mentre in America era per i bianchi DI 47.3 anni, per i neri DI 33 anni.
Nel mondo orientale le cose erano ancora peggio, basti pensare che nel 1931 la speranza DI vita alla nascita in India era DI appena 27 anni.
A metà secolo nei paesi industrializzati la speranza era salita mediamente attorno ai 60 anni, mentre negli latri paesi era pari a quella dell'Europa d'inizio secolo.
A quanto pare esiste una correlazione tra benessere economico incremento demografico.
Infatti nei paesi industrializzati, sensibilmente più ricchi degli altri, ci si nutre meglio e si è meglio assistiti dalle strutture sanitarie.
Il processo DI urbanizzazione del XIX secolo in Europa è continuato e con tassi maggiori nel XX secolo in altre regioni mondiali.
Tuttavia vedendo il fenomeno opposto che in Inghilterra è in atto da qualche decennio, si pensa che la tendenza sia DI ritorna a vivere fuori dalle città.
Le città quasi in tutte le nazioni (meno evidentemente l'Inghilterra), sono oltre che centri culturali, anche DI ricchezza in quanto i redditi più alti sono qui prodotti, altra eccezione a questo sono le città dei paesi in via DI sviluppo, qui infatti le città sono piene DI immigrati analfabeti viventi in baraccopoli ai margini dei centri urbani. In città del Messico la popolazione è aumentata dagli anni 40 agli anni 80 da 2 milioni a 15 milioni.
Questi fenomeni si sono avuti anche in Asia e Africa sottoponendo le infrastrutture a pesi da loro insostenibili.
L'immigrazione del XX secolo, oltre ai motivi DI pressione economica che ha caratterizzato l'ondata del 1800 durata fino alla vigilia della prima guerra mondiale, è stata alimentata anche dalle oppressioni politiche.
L'emigrazione Europea, con valori DI 1 milione DI persone all'anno, era prevalentemente verso l'America, ma sia la guerra (II) che la successiva legislazione restrittiva americana, hanno notevolmente fatto ridurre questi numeri.
Negli ultimi decenni gli immigrati in America non sono per la maggiore europei, ma asiatici (profughi vietnamiti), o dell'America meridionale, i c.d. westback, lavoratore stagionale messicano che arriva al nord attraversando a nuoto il Rio Grande.
L'Europa dell'emigrazione è divisa nel XX secolo in due, in quanto la parte occidentale è divenuta rifugio per gli abitanti dell'est.
LA Germania occidentale dovette più DI ogni altro paese europeo sopportare questa ondata, cosa che all'inizio fu malamente presa, ma dopo colla ripresa economica dell'Europa occidentale continentale fu questa massa enorme DI manodopera una vera benedizione, e si cercarono immigranti anche dell'Europa mediterranea. Questo tipo DI migrazione che per la massima doveva essere DI tipo temporaneo in molti casi si trasformò in insediamento stabile nel paese ospitante.
Risorse.
Ovviamente la crescita demografica DI misure mai viste del XX secolo si fece risentire sulle risorse mondiali.
Tuttavia grazie all'interazione tra scienza , tecnologia del XX secolo il petrolio, o meglio le sue frazioni, viene usato per la produzione DI materie DI sintesi largamente utilizzate nella vita quotidiana, tipo la plastica.
Comunque a tutti gli anni 50 il carbone rappresentava ancora il 50% dell'energia totale, mentre il petrolio ed il gas il 30%, situazione questa più che rovesciata negli anni 80.
Vista l'importanza del petrolio in ogni campo produttivo, questo è diventato fenomeno geopolitico, ed è da ricordare che la massa continentale europea è quella assolutamente più povera d'oro nero.
Nel 1950 negli States è iniziato lo sfruttamento in larga scala DI petrolio, e fino al 1960 ne produceva il 60% della produzione mondiale.
Tuttavia da quella data in poi è diventata, pur essendone grandissima produttrice (50% del tot mond) è importatrice netta.
I paesi che più giovano, e soprattutto politicamente del petrolio sono quelli del golfo persico.
Anche ex Unione Sovietica e Cina sono grandi produttori.
Tecnologia.
L'ondata d'innovazioni tecnologiche che tanto aveva stravolto il mondo nel XIX secolo colla rivoluzione industriale, non cessa nel XX, anzi, pur non avendo buoni strumenti DI misurazione, viste le conquiste dell'umanità, ora intese non più come la capacità DI adattarsi all'ambiente circostante, ma come sfruttare l'ambiente circostante comunque esso sia costituito, lascia intendere una miglioria tecnologica senza eguali, pur se comunque, e qui la cosa diviene straordinaria, frutto dei principi scientifici DI base.
Dunque, è ora evidente che lo strumento fondamentale per manipolare l'ambiente è la tecnologia, la tecnologia fondata sulla scienza moderna.
Nel XX secolo la tecnologia ha radicalmente cambiato i modi DI vivere DI tutte le persone, anche quelle non toccate dalla stessa tecnologia, questo lascia capire come questa si sia radicalmente insidiata nel quotidiano.
Buon esempio per comprendere la velocità DI mutamento tecnologico è l'importanza nella vita DI tutti i giorni è lo sviluppo delle comunicazioni e dei trasporti.
Agli inizi del XIX la velocità negli spostamenti non era cambiata risp. a quella dell'età ellenistica .
Invece agli inizi del XX secolo le velocità dei vettori DI trasporto per quanto potessero sembrare strabilianti, come i 130 km/h delle locomotive a vapore, andavano sempre a ridicolizzarsi dopo poco, col culmine degli aeroplani e dei razzi spaziali, che oltre a porre nuovi limiti massimi, hanno anche notevolmente allargato il ventaglio DI disponibilità.
Fino all'invenzione del telegrafo elettrico la velocità DI invio messaggi era legato al fattore umano.
Poi telefono radio e televisione hanno reso ancora più flessibile la comunicazione DI massa.
Da quando il presidente Hoover nel 1931 fece la prima telefonata trans - continentale , la comunicazione su larga distanza ed in tempi praticamente immediati divenne una realtà accessibile a tante persone.
Oggi è possibile comunicare con un'altra serie DI strumenti, frutto della ricomposizione aziendale del settore economico ed anche delle istituzioni.
Valido esempio sono le reti telematiche e la comunicazione con satelliti orbitanti nel remoto dello spazio.
Tutte queste conquiste sono via via crescendo l'applicazione DI principi scientifici DI base alle tecnologie.
Anche l'industria coll'applicazione più che altro metodologica DI creare prodotti DI sintesi ha rivoluzionato il suo modo DI essere, e dal 1898, dalla creazione del rayon, la ricerca DI tessuti, tanto per un esempio , DI sintesi non ha avuto sosta.
Ancora v'è da dire che lo sviluppo tecnologico, è in questo secolo stato da base per ulteriori sviluppi, questi ultimi non possibili senza i primi.
E' il caso dell'esplorazione spaziale, non possibile senza calcolatori elettronici capaci DI numerosi calcoli in pochi istanti.
Questo caso è comunque emblematico DI una patologia della libera ricerca tecnologica - economica, non possibile, anzi non voluta, perché DI indubbia efficienza economica e DI tarda realizzazione.
Dunque lo Stato deve contribuire in questi ambiti, e cosi è stato, anche se più per fini bellici che non più nobili.
Per lo sviluppo economico è anche necessaria la presenza DI forza lavoro istruita, c.d. brainpower, ed il basso tasso DI analfabetismo dell'Europa nel XIX secolo ha reso possibile la realtà economica che ora è.
Tuttavia per la società del tardo XX non è sufficiente la mera conoscenza sintattica DI base, ma serve una cultura quantomeno universitaria, e questo rende ancora più grande il divario tra paesi industrializzati e non industrializzati.
L'impiego della tecnologia scientifica, quando come servosistema, quando come sostitutore dell'uomo, ha ben contribuito all'aumento della produttività umana, misurata come q.tà prodotta/ULU.
Negli USA verso metà secolo la produzione agricola era più dieci volte maggiore quella dei paesi asiatici e circa 25 volte quella dell'Africa.
Anche qui i progressi hanno fatto cambiare dei valori, infatti coll'agricoltura verde ideata nel 1960, molto adatta ai climi tropicali, l'India ha raggiunto l'autosufficienza alimentare, purtroppo il divario resta.
Ancora più ragguardevole è l'aumento della produzione energetica, che dal 1900 al 1950 si è quadruplicata 50 ad oggi ancora si è triplicata.
Importante è stata l'utilizzazione molteplice dell'energia elettrica, e soprattutto nell'ambito micro - sociale, infatti il suo uso domestico ha cambiato radicalmente il ruolo della donne in casa, risultando per lei ottima fonte per l'utilizzo DI servosistemi quali gli elettrodomestici.
Il motore a combustione interna, maggiore divoratore del petrolio, vide un suo incremento, e DI ccc
conseguenza quello del petrolio, quando fu montato su automobili e aeroplani.
Invero le automobili erano già costruite alla fine del XIX secolo, erano però un semplice capriccio DI ricchi signori, ma con Ford, la sua catena DI montaggio del 1913, e la sua politica economica, questa (l'automobile) divenne alla portata DI tutti e rivoluziono i costumi sociali, e quando la tecnica DI Henry Ford fu imitata da altri costruttori americani ed europei vi fu una radicale rivoluzione DI costumi.
Inoltre la repentina affermazione del Giappone su tutti i mercati mondiali è dovuta proprio all'esportazione DI automobili iniziata nel 1950.
La tecnica DI montaggio in catena fu applicata anche alla costruzione aeronautica, tecnologie derivanti dal primo volo DI quindici secondi nel 1903 dei fratelli Wright sulle spiagge del Nord Carolina.
L'utilizzo degli aeroplani con motori a scoppio inizio per usi bellici nella prima guerra mondiale, prima come ricognitori poi come bombardieri.
Alla fine della prima g. m. e fino alla vigilia della seconda invece furono usati dapprima come vettori per la posta, poi per passeggeri paganti, col massimo della vigore negli anni 30.
Nel contempo i tedeschi stavano studiando la propulsione a getto, che pure non servendo alla vittoria della seconda guerra mondiale, aveva rivoluzionato il modo DI muoversi colle ali, tanto che nel 1945 sia americani che russi si avvalsero DI ingegneri tedeschi per iniziare i loro studi sui viaggi spaziali.
Negli anni 40 i fumetti erano pieni DI personaggi del XXV secolo che si muovevano nello spazio, mentre illustri mente con complicati ed ostici calcoli dimostrarono l'impossibilità per l'uopmo dei viaggi spaziali.
La risposta avvenne, con ragione per i fantastici, poco dopo e col culmine nel 20 luglio 1969 quando Neil Armstrong , edwin Aldrin e Michael Collins( questo regista dall'astronave dei due che stavano scendendo), misero piede sulla luna.
E questo semplice gesto è indice del mutamento DI telecomunicazioni, infatti quando Colombo scoprì l'America per molto tempo , insieme ai suoi collaboratori , fu l'unico a saperlo, mentre le celebri parole DI Armstrong riguardo la prima passeggiata sulla luna furono sentite e viste da milioni DI persone in tutee il mondo, anzi fu il più vasto pubblico che avesse fino a quel momento assistito contemporaneamente ad un evento.
Relazioni internazionali.
L'economia mondiale fino al 1914 era stata dominata dall'Europa e dall'America, tanto che loro producevano il 50% della produzione e del commercio internazionale.
La prima guerra mondiale e la concomitante rivoluzione russa del 1917, vide cambiare l'assetto politico del blocco europeo, infatti la Russia zarista scomparve per dar posto all'unione sovietica con relativa e conseguente riorganizzazione economica, anche l'impero asburgico si scioglie dando vita a numerosi stati nuovi o riorganizzati dalle economie depauperate e senza cooperazione tra loro, e la Germania oltre a perdere l'impero oltremare, perde anche territorio continentale e popolazione.
Insomma, l 'Europa vide perdere la sua leadership economica, posizione rubatale dall'America del Nord, dai dominios britannici e dalla fiorente economia giapponese, ed inoltre, a causa anche della guerra, negli anni e venti trenta in Italia e Germania governavano forme totalitarie.
La seconda guerra mondiale mutò radicalmente, sin dentro le culture gli assetti fondamentali delle relazioni internazionali, con ovviamente importanti conseguenze economiche.
Continuò la discesa egemonica dell'Europa, la conflittualità tra paesi europei terminò, subentrò la rivalità acerrima tra le due superpotenze, il che divise l'Europa ideologicamente in orientale ed occidentale.
Il blocco orientale era dominato dai sovietici, quello occidentale costituito da paesi democratici e legati sia politicamente che economicamente coll'America.
Nel periodo postbellico le potenze politiche provarono a ripristinare le vecchie colonie con scarsi risultati.
La decolonizzazione inoltre portò alla luce del sole una nuova problematica, infatti s'accostò al problema occidente oriente, quello nord sud, simboli geografici DI paesi industrializzati e quelli eufemisticamente definiti in via DI sviluppo.
Il ruolo del potere pubblico.
Il potere pubblico sull'economia, è nettamente diviso tra oriente ed occidente, e v'è da dire che pur se non efficace quello in oriente è stato costante, infatti nei paesi occidentali si è avuto un ricorso tra laissez faire e interventi statali, questi soprattutto dopo le guerre mondiali per il ripristino dell'economia, e con risultati non buoni.
Lo Stato ha avuto importanza nella sicurezza e nella dignità del lavoratore, infatti l'esempio degli anni 80 del XIX secolo DI Bismark DI assicurare i lavoratori contro malattie ed infortuni, venne ripreso a partire dagli anni trenta del XX da gran parte dei paesi industrializzati, crenado così la forma DI welfare states, stati assistenziali.
Forme d'impresa.
Il fatto economico - giuridico che più ha influito allo sviluppo dell'economia del XX secolo è stato la formazione DI società DI capitali moderna.
Questa forma era dapprima utilizzata solo ed esclusivamente da grandi imprese col forte concentrazione DI capitale, poi via via decrescendo in misura (sia fisica sia sia DI concentrazione DI capitale), passando attraverso le forme DI economie integrate a monte e a valle, ed arrivando fino alle persone singole che si costituiscono quali persone giuridiche per fini fiscali.
Queste variegate forme DI imprese DI capitale DI tipo moderno, ha visto la nascita anche DI holding companies, particolari società finanziarie col compito DI dirigere altre imprese per massimizzare i profitti.
Queste erano DI chiara ispirazione americana, come le multinazionali, prodotto invero DI tipo italiano e remoto, infatti nel XIII la banca della famiglia Medici in Firenze aveva molte filiali con competenze direttive in vari angoli del mondo, tuttavia la forma DI multinazionale ebbe un boom solo nell'America del XIX secolo.
Uno degli esempi DI oggi più rilevante dell'efficacia delle multinazionali è la NESTLE', con direzione in Vevey, piccola cittadina svizzera, e stabilimenti sia industriali che commerciali in tutee il mondo, meno che nell'Ex unione sovietica.
Negli ultimi anni il suo fatturato ha superato il bilancio del governo svizzero.
L'antitesi delle multinazionali è la forma economica dei paesi socialisti, dove è cuntra legem ogni forma DI proprietà privata e DI iniziativa produttiva privata, infatti i mezzi produttivi sono DI proprietà governativa.
Organizzazioni sindacali.
All'inizio del XX secolo il diritto dei lavoratori DI operare collettivamente sulle questioni inerenti il loro servizio era ampiamente riconosciuto da tutti gli stati occidentali, e particolarmente in Gran Bretagna e Germania.
Il numero DI iscritti ai sindacati aumentò nei paesi sviluppati tra le due guerre mondiali, ed in questo tempo nacquero organizzazioni sindacali in paesi meno sviluppati.
Anche in America vi erano numerose organizzazioni sindacali, colla differenza che qui erano quasi apolitiche, mentre in Europa hanno sempre dipeso da movimenti politici.
La Germania, prima colla Gran Bretagna nelle organizzazioni sindacali, vede questo suo diritto abolito col regime totalitario DI Adolf Hitler nel 1933, stessa sorte spetta ad latri paesi totalitari come l'Italia e la Russia.
Qui i movimenti sindacali nati clandestinamente nel regime zarista, dopo la rivoluzione del 1917 si illuse che avrebbero avuto un ruolo DI primo piano nel ridisegnare i ruoli dello stato, in realtà i sindacati furono usati come macchine per il lavaggio del cervello dove inculcare una cultura da oggetto ai lavoratori.
CAPITOLO QUATTORDICESIMO : DISINTEGRAZIONE DELL'ECONOMIA INTERNAZIONALE.
Conseguenze economiche della prima guerra mondiale.
Prima DI divenire nota come guerra mondiale e conseguentemente come prima guerra mondiale, la guerra del 14 - 18 era conosciuta come " grande guerra ".
In effetti fino ad allora era il più grande conflitto a cui l'umanità aveva mai assistito, con gravissimi danni psicologici, materiali ed umani.
I morti militari furono dieci milioni, altrettanti i feriti gravi.
I morti civili diretti della guerra pure furono dieci milioni, indirettamente a cause delle carestie conseguenti alle guerre questi divennero altri venti milioni.
LA maggiore parte DI danni distruttivi diretti alle attrezzature produttive, agli immobili ed alle infrastrutture furono inflitte il Francia, Belgio ed Italia settentrionale, mentre l'Europa centro - orientale fu lasciata fuori dagli affari internazionali, portandola dopo poco a rischiare una morte DI massa per fame.
Molto grave fu la guerra sotto forma economica intrapresa dai paesi belligeranti, in particolare Gran Bretagna, Germania ed America.
La Germania interruppe ogni forma DI scambio, mentre l'America tentava DI restare fuori dichiarandosi neutrale.
Tuttavia la politica inglese del bloccare ed interdire i porti tedeschi si percosse anche sull'America, inoltre gli inglesi non solo perseguitavano il naviglio germanico, ma anche quello neutrale, e spesso confiscandone il carico.
Questo ovviamente provocò degli attriti cogli Stati Uniti, che però ben presto furono controbilanciati dalle iniziative ancora peggiori dello Stato della Germania.
Infatti la Germania cosciente DI non potere competere in mare colla grande flotta inglese , fece ricorso per la prima volta nella storia ai sommergibili, che tuttavia non attaccavano direttamente la flotta inglese, ma ogni tipo DI nave sia mercantile che passeggeri che aveva contato colla Gran Bretagna. uando nel 1915 un sommergibile tedesco fece affondare all'altezza dell'irlanda la
Quando nel 1915 un sommergibile tedesco fece affondare all'altezza dell'Irlanda una nave da crociera inglese, la Lusitania, provocando 1000 morti, DI cui 100 americani, gli attriti divenenro più forti che mai, tanto che il governo tedesco moderò i suoi attacchi ,però questo solo fino al gennaio 1917, infatti in questa data i tedeschi coll'intento DI inginocchiare gli inglesi diedero inizio alla prima guerra sottomarina della storia, e questo fu il motivo per cui l'America entrò in conflitto, e dunque indirettamente è quello che ha reso possibile la vittoria degli alleati.
Gli effetti della guerra sull'economia ovviamente continuarono anche in tempo DI pace, e l'effetto più evidente fu quello della perdita DI importanti quote mercato dell'Europa, infatti la Gran Bretagna vide crollare nel 1918 DI circa il 50% le esportazioni, tutee a vantaggio dell'America settentrionale e del Giappone che già da prima avevano sviluppato importanti manifatture.
Inoltre L'America importava soprattutto ai paesi alleati e a quelli neutrali.
La guerra sconvolse anche l'equilibrio dell'agricoltura, infatti in previsione DI maggiore domanda DI generi alimentari e materie prime, molti agricoltori sia DI regioni già avviate all'agricoltura che DI regioni diverse da queste specializzazioni intensificarono il lavoro, con sovrapproduzione e relativo crollo dei prezzi.
Molti agricoltori aumentarono la produzione DI frumento acquistando nuovi terreni con prezzi enormemente gonfiati dall'inflazione bellica.
Purtroppo quando i prezzi cominciarono a scendere molti agricoltori si trovarono nell'impossibilità DI estinguere i debiti e fallirono.
I paesi produttori DI beni particolarmente vulnerabili al crollo dei prezzi si videro costretti sia a proteggere la produzione che non vendere una quota dei prodotti, tutti metodi che comunque si dimostrarono inadeguati.
Altro e forse più grande sconvolgimento derivante dalla guerra all'economia fu l'inflazione.
Le pressioni della guerra costrinsero tutti i paesi belligeranti meno gli USA ad abbandonare il corso aureo, a chiedere prestitti all'estero e DI stampare più cartamoneta con evidente aumento dei prezzi.
In tutti i apaesi infatti alla fine della guerra i prezzi si erano moltiplicati, meno che in USA dope l'aumento dal 914 al 919 era solo del 2.5%, comunque in media all'andamento..
Questi problemi economici si riversarono anche nelle situazioni sociali e politiche e la disparità DI valore diacronico monetario rese difficile ripristinare i rapporti economici internazionali.
Con rigi in cui venivano firmati, il più importante fu il Trattato DI Versailles colla Germania, dove si imponevano a queste umilianti condizioni oltre al sequestro titolo di riparazione dei danni bellici DI armi, munizioni, flotta mercantile, locomotive e vagoni ferroviari, oltre a modifiche dei confini, che vide ridurre la superficie tedesca del 13% e la popolazione del 10 rispetto il 1910.
Keynes, in questo periodo scrive " Le conseguenze economiche della pace", dove illustra i gravi danni che deriveranno all'economia, non solo tedesca, se non si rivedono le clausole dei trattati DI pace.
Questo libro, prima fortemente attaccato, si rileva in realtà profetico.
Lo smembramento dell'impero Austro - Ungarico delle ultime settimane DI guerre portò al nascita DI nuovi Stati nazione, l'Austria e l'Ungheria, che comunque non riuscirono a tenere l'ideologia liberoscambista che l'Impero pur se anacronista nell'economia aveva riservato ad un'area del Danubio, e le scaramucce DI confine dei due nuovi paesi cadde nell'assurdo col blocco dei trasporti, consistente nel semplice fatto che per orgoglio nazionalistico i due non lasciarono partire i treni presenti sulle loro superfici.
Questi problemi furono risolti, ma altri sintomi DI nazionalismo economico rimasero irrisolti.
Purtroppo il ritorno al nazionalismo economico si ripresentò in anche altri paesi, in Russia, paese che durante la guerra civile era scomparsa dal commercio internazionale, quando vi ritorna come stato sovietico adotta metodi differenti, infatti ora è il solo governo a trattare colle altre nazioni e solo beni che ritiene strategicamente importanti.
Molti paesi occidentali che avevano fatto del libero scambio il loro orgoglio adottano dazi protezionistici, tra cui anche l'Inghilterra che mantenne i dazi alti adottati in guerra per il finanziamento bellico anche dopo, fino al 1932 come politica economica temporanea, e dopo come politica economica ufficiale, e tra le altre cosi rinnego nel commercio internazionale la clausola della nazione più favorita.
Gli stati uniti che già prima della guerra avevano tariffe alte le innazarono ancora.
L'Emergency Tariff Act del 1921 impose un embargo assoluto sui coloranti tedeschi, ora prodotti in USA per il confisco dei brevetti della Germania, l'anno successivo col McCumber Tariff Act si vedono negli Usa i dazi più alti della storia, ancora superati nel 1930 dallo Smooth - Hawley Tariff Act, che Hoover approvò nonostante le proteste DI migliaia DI economisti.
Ovviamente per difesa e DI riflesso tutti gli altri paesi adottarono politiche protezionistiche nei confronti dei prodotti americani portando i livelli DI scambi commerciali internazionali veramente bassi.
LA cuore dei disordini monetari e finanziari delle guerre e dei trattati DI pace vi era l'indisponibilità degli alleati DI riconoscere la correlazione tra i problemi e DI trattarli DI conseguenza.
Nel 1917 si vede il cambiamento DI status della Gran Bretagna che era fino ad allora stata la maggiore finanziatrice degli alleati.
D'ora in poi questo diviene status degli Usa che aveva prestato il 50% dei 20 miliardi dei finanziamenti per la guerra.
Tra gli alleati europei i finanziamenti erano stati solo nominali e dunque si aspettavano che venissero cancellati anche da parte degli Usa, che però forte dei suoi programmi commerciali inerenti i finanziamenti non volle trattare che sulla diminuzione degli interessi e la proroga della scadenza.
Ora, colle pretese statunitensi si riaffaccia il problema delle riparazioni, e Francia e Gran Bretagna pretesero dalla Germania non solo i danni recati ai civili dalla guerra , ma anche a titolo d'indennizzo il costo sostenuto dai governi per far fronte alle guerre.
Wilson da parte americana non chiese i danni alla Germania e chiese che facessero altrettanto anche Francia e Gran Bretagna.
Questi provarono a patteggiare chiedendo all'America DI non chiedere indietro i prestiti DI guerra, alla fine tutee può essere riassunto nella frase del Cooldige - I soldi li hanno presi, o no?-
Il compromesso finale consistette nelle richieste da parte francese e tedesca DI quanto ragionevolmente potevano chiedere alla Germania, somme che per motivi diplomatici furono chiamate - riparazioni -
I tedeschi comunque, nell'agosto del 19, prima della firma del trattato DI pace e del conto definitivo dell'ammontare da sborsare, già avevano iniziato a pagare, sia in natura che in contanti, e l'ammontare pre - conto, sarebbe stato scomputato dal totale generale.
Alla fine dell'aprile del 1921 si presente il conto totale delle riparazioni, 132 miliardi DI marchi oro (33 miliardi DI dollari), l'equivalente del doppio reddito nazionale tedesco.
Questa cifra era comunque quella necessaria alle economie dei paesi alleati per pagare i debiti cogli stati uniti d'America.
Per avvicinarsi almeno a queste cifre, la Germania doveva produrre un surplus in valuto o oro per potere pagare le riparazioni, ma le politiche adottate dagli alleati non rese questo possibile.
Sul finire dell'estate del 922 il valore del marco tedesco inizio a crollare sotto il peso del conto riparazioni, e alla fine dell'anno la Germania si vide costretta a sospendere i pagamenti.
Nel gennaio del 923 francesi e belgi occuparono la valle del Ruhr, e lo stato si vide costretto a stampare cartamoneta per indennizzare imprenditori e lavoratori della zona, dando così inizio ad un'inflazione spaventosa, infatti un marco nel 914 valeva 4.2 dollari, poi man mano sempre diminuendo DI valore fino all'ultima transazione ufficiale del 15 novembre 23 è finito col valere letteralmente meno della carta su cui veniva stampato, per un dollaro ci volevano 4.2 trilioni DI marchi (4.200.000.000.000.)
Le autorità monetarie tedesche si videro costrette a ritirare il marco e sostituirlo coL Rentmark, equivalente DI 1 trilione DI vecchi marchi.
L'inflazione come aveva predetto Keynes intaccò non solo l'economia tedesca, ma DI tutti i paesi, anche la Francia che vide deprezzare il franco DI più del doppio.
Una commissione americana presieduta da Dawes riorganizzò i pagamenti tedeschi e diede a titolo DI prestito 200 milioni DI dollari alla Germania per riprendere i pagamenti e ritornare nel 1924 la regime aureo.
Altri prestiti americani furono diretti alle municipalità e alle iniziative private tedesche, prestito che permise alla Germania DI razionalizzare le industrie e divenire nuovamente concorrenziale, in questo modo la Germania riuscì anche ad ottenere la valuta estera per pagare le riparazioni.
L'ondata d'inflazione aveva drasticamente ridistribuito il reddito in Germania, da una aprte abili speculatori avevano ammassato ricchezze mai prima viste, dall'altra i ceti medio - bassi a salario fisso videro diminuire sensibilmente il loro potere d'acquisto.
Questo fenomeno li rese sensibili agli appelli dei partiti estremisti che nelle elezioni del 1924 per il Reichstag ebbero un grosso consenso a discapito dei partiti moderati.
Anche la Gran Bretagna, troppo attaccata a settori industriali a rapida obsolescenza e ai traffici internazionali, si sarebbe trovata male nel XX secolo, infatti colla guerra erse grandi investimenti esteri e gran parte della flotta mercantile, punto cruciale della forza inglese.
Nel 1921 erano senza lavoro oltre un settimo degli inglesi, e negli anni venti non scese mai il tasso DI dissoccupazione sotto il 10%, ed in periodi particolarmente neri superò il 25%.
I provvedimenti presi dal governo consistettero in sussidi alle famiglie dei disoccupati, però troppo bassi per quete e troppo onerose per lo stato, ed ancora a rdiuzioni delle spese statli che resero impossibili adeguamenti a strutture pubbliche.
Tra le conseguenze della guerra nel 1914 la Gran Bretagna dovette abbandonare il regime aureo.
Questo, vista la centralità dell'Inghilterra nei mercati finanziari internazionali fu davvero grave, tanto che per evitare ulteriori erosioni sul ruolo DI leadership si fece DI tutee per accelerare il ripristino del regime aureo.
I problemi per il ritorno al regime aureo erano
in quanto tempo ci si poteva tornare
a che valore DI cambio
LA risposta al primo quesito era legata agli stoccaggi aurei della Banca d'ighilterra, cenegli anni venti era più che sufficiente, la seconda risposta invece lasciava nascere dei problemi.
Infatti ritornare al valore prebellico DI 4.86 dollari per una sterlina era svantaggioso per l'industria inglese, infatti gli investitori esteri avevano fatto investimenti in oro, e questo li avrebbe penalizzati.
Tuttavia nel 1925 il cancelliere dello Scacchiere Winston Churcill ripristino il regime aureo a 4.86 e per non penalizzare i prodotti dell'industria inglese impose un abbassamento dei prezzi del 10% che si ripercosse sui salari.
Gli operai del carbone più DI tutti si sentirono minacciati dai tagli DI salari e organizzarono per il 1 maggio 1926 uno sciopero generale che durò solo 10 giorni, con effetti più sociali che per le condizioni operaie.
Infatti ci fu la sconfitta dei sindacati ma nacquero nuovi attriti tra classi sociali.
Tuttavia nel resto dell'Europa pe ril secondo quinquennio degli anni 20 sembrava che tutee fosse tornato alla normalità e alla prosperità.
La Grande Contrazione, 1929 - 1933.
Evidentemente l'America a differenza dell'Europa usciva dalla guerra in situazione migliore che all'ingresso.
Dal punto DI vista economico era divenuta da debitrice netta l'unica creditrice netta, questo col concomitare dell'espansione demografica e dei grandi mercati sembrava un'ottima ricetta per la ricchezza americana.
Senza dubbio è vero che anche l'America fu toccata dalla depressione del 920-1, ma a differenza dell'Europa, aveva solo portato leggere flessioni nei mercati , incidenti del tutee irrilevanti nel periodo medio - lungo.
I critici sociali invece attaccavano per la cattiva distribuzione del reddito e le conseguenti situazioni inaccettabili DI una parte DI popolazione, i medio - alti della società tuttavia si difendevano attaccando i critici per no comprendere la realizzazione del sogno americano.
Nell'estate del 1928 investitori e banche americane iniziarono a dirottare gli investimenti che avevano in Europa ed in particolare in Germania sul mercato azionario DI New York, che ebbe un'ascesa DI volumi scambiati spettacolari.
Dopo circa un anno l'Europa già avvertiva le tensioni derivanti dai mancati investimenti americani, e la stessa borsa DI New York non cresceva più.
La borsa americana aveva raggiunto il massimo nel primo trimestre del 929, la produzione automobilistica scese dalle 622000 unità DI marzo alle 416000 DI settembre.
In Gran Bretagna, Italia e Francia era evidente la depressione, mentre i titoli azionari ai livelli massimi in valore americani, distolsero questi a pensare alla depressione.
Il 24 ottobre del 1929, il giovedì nero della storia finanziaria americana vide una grande ondata DI vendita DI titoli per panico, un'altra ondata arrivò il 29 ottobre, il martedì nero.
Le banche chiesero la restituzione dei debiti e obbligarono gli investitori ad immettere sul mercato le azioni a qualsiasi prezzo potessero spuntarla, gli investitori americani in Europa ritirarono gli investimenti per ritirare il danaro in patria, ritiro che durò per tutee il 1930 crenado panici finanziari non indifferenti.
Quando si stabilizzarono i mercati i prezzi rimasero bassi con tendenza a scendere, fenomeno che comunque si ripercosse sui paesi produttori come Argentina e Australia.
A differenza DI quanto spesso si crede il crollo del mercato azionario non fu la causa della depressione, ma solo uno dei sintomi più evidenti della depressione già in atto in America e Europa.
La produzione automobilistica americana mensile contava a dicembre solo 92500 unità mentre la disoccupazione in Germania contava 2 milioni DI persone.
Negli Stati uniti il presidente Hoover, costretto dalle circostanze a riconoscere la dipendenza tra debiti DI guerra e riparazioni concesse una moratoria DI un anno , ma era troppo tardi per arrestare il panico.
Il governo della Gran Bretagna invece ordinò alla banca centrale DI sospendere i pagamenti in oro.
Molti paesi produttori vista la crisi lasciarono il regime aureo, e questa mancanza DI capisaldi per la determinazione del valore monetario, rese questa operazione sensibile alle variazioni DI domanda e DI offerta dei beni, questo accompagnato da nuove ondate nazionalistiche fece crollare il mercato internazionale con picchi negativi tra il 929 e il 932 mai prima visti.
Il motivo principale delle cattive politiche del 930-1 fu la scelta unilaterale dei governi nazionali sulle decisioni da prendersi in campo commerciale.
Finalmente nel 932 a Losanna in Svizzera si riuniscono le grandi potenze europee per discutere DI cosa sarebbe successo alla scadenza della moratoria DI Hoover.
Gli Europei erano d'accordo sul porre fine alle riparazioni e con esse ai debiti DI guerra, accordo questo mai ratificato per l'insistenza degli stati untiti nel non riconoscere la dipendenza tra debiti e riparazioni.
Dunque riparazioni e debiti caddero semplicemente nel dimenticatoio, e solo con Hitler nel 1933 si terminò colla schiavitù degli interessi, e solo la piccola Finlandia terminò DI pagare la quota modestissima DI debiti DI guerra all'America.
L'ultimo grave tentativo DI rianimare il commercio internazionale già fu intrapreso nel 932 ma si concretizzo solo nel giugno del 933 per permettere a Roosvelt DI organizzarsi.
Roosvelt , successore DI Hoover, entrò in carica nel periodo più drastico della depressione, e nei suoi 100 giorni prese tante iniziative per puntellare l'economia nazionale, una delle più eclatanti fu la chiusura per otto giorni delle banche per permettere DI riorganizzarle.
Un'altra misura fu l'abbandono del regime aureo, provvedimento che non era stato indotto nememno dalla prima guerra mondiale.
Al congresso DI Londra del 1933 Roosvelt esplicitò che il suo compito era quello DI riportare il paese alla prosperità e che per questo non poteva firmare nessun accordo ce avrebbe impedito la sua meta.
Con quel discorso fallì anche l'ultimo tentativo DI ripristinare il commercio internazionale.
MA ora bisogna chiedersi quali furono le cause della grande depressione.
Dopo più DI mezzo secolo ancora non si sono avute risposte, alcuni imputano il tutee a fattori monetari, altri a fattori reali, comunque è più logico pensare ad un'eclettica soluzione comprendente l'insieme DI fattori, tutti trascinati dalla grande guerra e per il non mai avvenuto ripristino del commercio dopo DI questa.
A differenza delle cause della depressione, per quanto riguarda la gravità e la lunghezza la rispota è unica.
Il tutee sta nel ruolo DI leadership pre e post guerra.
Infatti il ruolo pre -bellico era della Gran Bretagna, paese liberoscambista, aperto e soprattutto era fiero e cosciente delle responsabilità DI leadership.
Dopo la guerra questo ruolo andò DI fatto all'Amercia, posizione da questa non voluta, e se questo governo avesse avuto una politica più aperta negli anni venti o almeno nei cruciali 29- 33 la depressione sarebbe stata senza dubbio meno feroce e lunga.
Inoltre la depressione contribuì alla crescita DI potenza dei partiti estremisti, e questo in Geramania fu una delle cause della seconda guerra mondiale.
Tentativi diversi DI ricostruzione.
Quando in un giorno grigio e piovoso del marzo 933 Roosvelt si insediò come 32° presidente degli Stati uniti d'America, il paese stava vivendo il periodo DI crisi più grande dalla guerra civile.
Non solo vi erano problemi economici, ma anche civili, tanto che le strade del paese brulicavano DI delinquenti, (poi arrivarono Superman, Batman, l'uomo ragno, wonder woman ed infine Robocop ed uccissero tutti quanti i cattivi).
I famosi primi "cento giorni" successivi all'insediamento alla casa bianca videro un congresso docile pronto e svelto ad approvare le nuove leggi.
Effettivamente nei primi quattro anni DI mandato furono approvate più leggi DI quante approvate dalle altre amministrazioni.
La legge che sembrava più originale fu la National Industrial recovery Act, che costituiva la Nationale recovery administration (nra) col compito DI pianificare una serie DI leggi per una concorrenza leale.
Sembrò solo originale, infatti si riprendevano parecchi principi ispiratori della legislazione bellica, anche perché molti stesori furono gli stessi, compreso Roosvelt che all'epoca era vicesegretario della marina.
Spesso l'nra ricordava il fascismo economico italiano anche se meno prepotente ed evidente, comunque questa legge fu dichiarata dalla Corte Suprema incostituzionale nel 1935.
In questo Roosvelt anziché cambiare solo formalmente le leggi per l'approvazione, decise DI cambiare sostanzialmente la legge promuovendo l'antitrust .
Tuttavia nel 19376 in America vi erano ancora molte industrie in cattiva efficienza ed oltre 6 milioni DI disoccupati alla seconda guerra mondiale.
Nonostante il New Deal DI Roosvelt era efficiente, nel complesso vi furono molte iniziative deludenti come del resto in tutee il mondo occidentale.
Tra tutti i paesi occidentali quello più colpito fu la Francia, infatti sulle sue regioni più ricche vi furono i più accaniti combattimenti, regioni in cui si produceva in valore circa il 50% dei prodotti industriali e comunque anche produttive dal punto DI vista agricolo.
Inoltre vi furono 1 milione e mezzo DI vittime e 750mila inabili permanenti.
A questo punto è da giustificare la pretesa della Francia DI denaro tedesco a titolo DI riparazione.
Però quando i francesi si resero conto DI non potere contare sui tedeschi avevano già iniziato i lavori DI ripreistino delle infrastrutture e industriali, e ci fu anche sperpero nell'inutile tentativo DI occupazione della Ruhr, che fece ancora deprezzare il franco.
Ci fu maggiore deprezzamento della valuta francese nei primi sette anni DI pace che in periodo DI guerra.
si era deprezzato, cosa che ovviamente spinse ad esportare DI più ed importare DI meno in modo da far crescere l'afflusso in oro nelle casse della banca centrale.
Per questo motivo la depressione colpì la Francia più tardi, solo nel 1931, e fu più lieve che in altri paesi, anche se forse DI maggiore durata.
Il più punto più drastico della depressione fu raggiunto solo nel 1936 e la Francia stava ancora riprendendosi faticosamente nel 1939 quando scoppio il secondo conflitto mondiale.
Nel 936 tre partiti della sinistra, i socialisti, i radicali ed i comunisti si coalizzarono nel Fronte popolare e vinsero portando al governo il socialista Léon Blum, che nazionalizzò ferrovie e la banca DI Francia, e riformo i temi del lavoro portando la settimana lavorativa a quaranta ore, imponendo obbligatoriamente l'arbitrato per i conflitti sul luogo DI lavoro e retribuendo le ferie per i lavoratori industriali.
Su latri temi economici il governo non brillò più degli altri e nel 1938 si sciolse.
Dopo il 1931, coll'abbandono del regime aureo da parte dell'Inghilterra, molti altri paesi che avevano con questa la maggiore parte dei traffici per l'equilibrio loro monetario indicizzarono la loro valuta alla lira sterlina, e lo stesso accadde quando nel 933 il regiem aureo fu ababndonato dall'America.
Questi due blocchi DI regime DI convertibilità lasciò solo la Francia la Svizzera ed i Paesi Bassi col regime aureo e resistettero fino al 1936, data in cui USA, Inghilterra e Francia diedero dei margini discrezionali entro cui poteva variare la valuta per potere riprendere i commerci internazionali.
In molti paesi europei gli sviluppi politici portarono a dittature fasciste.
Il primo caso DI fascismo accadde nel 1922 in Italia con Benito Mussolini che s'insediò con mezzi leciti, ma subito dopo con uno stato DI polizia consolidò ed aumentò i suoi poteri.
Per meglio organizzare i suoi poteri dittatoriali si avvalse della collaborazione del filosofo Giovanni Gentile per pianificare la razionalizzazione dell'ideologia fascista, opera che poi venne pubblicizzata come frutto DI Mussolini.
Il fascismo innalzava l'uso della forza, sminuiva fino a renderla illegale l'iniziativa propria così come le associazioni non autorizzate, credeva che la guerra fosse la più nobile delle arti umani e soprattutto credeva nella forza dello Stato su tutte le persone, annientando il carattere proprio dell'individuo.
Ra le tante cose molto pubblicizzate e poco efficienti DI Mussolini la più ridicola (in termini DI risultati) fu la creazione dello stato corporativo, antitesi sia del capitalismo che del socialismo, in pratica si permetteva la proprietà privata ma comunque come strumento per l'arricchimento dello stato.
Tutte le industrie del paese furono catalogate in 12 corporazioni che avrebebro dovuto rispettare ed innalzare sia la situazione dei proprietari che dei dirigenti politci che degli oprai lavoratori.
Ovviamente la grazia fu dipartita solo tra le prime due categorie.
Comunque nessuna altra politica economica in epoca fascista ebbe risultati migliori DI questa.
Edè anche da sfatare il luogo comune secondo il quali i fanatici del fascismo in America dicevano che - Mussolini faceva arrivare i treni in orario - .
Invece fu migliore la politica economica nazista, che riuscì a portare i 6 milioni DI disoccupati del 1933 a pieno lavoro nel 1939, anzi vi erano disponibili più posti DI lavoro DI quanto i tedeschi potessero impiegare.
Questi posti furono creati colla realizzazione DI strutture pubbliche prima, come lavoro al riarmo poi.
La Germania in prospettiva DI altre guerra voleva divenire autosufficiente, così si ordinò agli scienziati DI creare prodotti DI sintesi sia DI prima necessità che per l'esercito col solo utilizzo DI materie prime DI origine tedesca.
A differenza dei russi i tedeschi per raggiungere soddisfacenti risultati economici non attuarono una accanita nazionalizzazione ma studiarono nuovi metodi DI imposizione e coercizione delle materie.
Ancora questa politica prevedeva accordi DI baratto con i balcani in cambio DI prodotti alimentari infatti loro (i tedeschi) si impegnavano a fornire prodotti manifatturieri.
Questo al fine DI non ricorrere a valuta straniere ed oro difficilmente reperibili in caso DI guerra.
LA Spagna, non entrata in guerra vide per poco tempo beneficiarsi della sua posizione e tra il 1921 ed il 1930 sotto la monarchia DI Miguel Primo de Riviera giovò del generale benessere dell'epoca, ma colla depressione soffrì anche lei come altri paesi.
Nel 936 il generale Francisco Franco diede inizio ad una sanguinosa rivolta che portò nel 939 ad un colpo DI stato con un regime autarchico simile a quello italiano e tedesco ma senza la tecnologia DI quest'ultima.
Le rivoluzioni russe e l'unione Sovietica.
Nel corso della guerra la Russia imperiale, convinta DI una facile e svelta vittoria ebbe scottanti delusioni.
Nel 1917 era l'economia imperialista russa nel Caos.
All'inizio DI marzo a Pietrogrado manifestanti iniziarono una rivoluzione, ed ai civili si unirono militari fornendo loro armi, mentre lavoratori delle ferrovie dirottarono il traffico DI truppe armate per il fare continuare le manifestazioni.
Il 12 marzo dirigenti dei manifestanti e dei soldati si riunirono in un Soviet (consiglio) DI rappresentanti .
Lo stesso giorno un rappresentante del Duma (il parlamento russo) decise la formazione DI un governo provvisorio e il 15 marzo si diede fine senza spargimento DI sangue ed in poco tempo al lungo dominio DI Romanov.
Questo governo provvisorio era troppo eterogeneo per mantenere le promesse fatte, tra cui la libertà DI stampa, parola e religione, ridistribuzione della terra e assemblea costituente per decidere in via definitiva la forma DI stato della Russia.
Lenin, leader della fazione socialista russa del bolscevico, quando fece nell'aprile del 917 ritorno a Pietrogrado, subito dimostrò DI essere più forte, e forte dei fallimenti del governo provvisorio sia in campo sociale che delle truppe armate coll'aiuto delle Guardie Rosse occupò il palazzo d'inverno sede del governo e formo immediatamente un nuovo governo chiamato Consiglio dei commissari del popolo.
Nel marzo del 1918 il governo pose fine alla guerra colla Germania grazie al trattato DI Brest - Litovsk, ma ebbe ancora de fare colle insurrezioni delle armate bianche, fazioni armate che ebbero anche contributi dagli alleati, e nel 1920 il governo entrò in guerra con la polonia.
I bolscevichi, ora chiamati comunisti, attuarono il c.d .comunismo DI guerra colla speranza DI vincere all'assemblea costituente , consistenze nella nazionalizzazione economica, riforma del sistema giuridica e confisca dei terreni per la ridistribuzione.
Tuttavia quando nel 1918 ci furono le elezioni la maggioranza dei voti andò ai Socialisti Rivoluzionari che si insediarono al potere ma dopo poco furono cacciati colla forza nel gennaio del 1918
I socialisti dopo molto attentati in agosto riuscirono a ferire Lenin, questo episodio fu l'inizio DI una violenta risposta da parte dei bolscevichi, che comunque mantennero il potere, il cui simbolo nel 918 si era spostato a Mosca.
Nel 1922 Lenin decide, contro il parere DI Iosif Stalin, DI creare una confederazione DI stati che poi denominerà il 30 dicembre 1922 unione delle repubbliche socialiste sovietiche (Urss) DI vastissime estensioni, però rappresentata in cattivo modo dal governo.
Nel marzo del 1921 con la firma del trattato DI riga che pose fine alla guerra colla Polonia i comunisti non avevano più rivali in guerra.
Tuttavia l problema dell'economia sovietica stava ancora peggiorando, il volume industriale era crollato ad un terzo del 1913, la condizione agricola era ancora peggio.
Lenin minacciato da una paralisi economica e dalle rivoluzioni contadine con il Nep nuova Politica Economia, compromesso col capitalismo, dichiarò DI fare un passo indietro per andare avanti.
Il Nep prevedeva la gestione privata delle piccole fattorie con pagamento d'imposta in natura e non con requisizione obbligatoria, inoltre le eccedenze che non andavano allo stato potevano esserre immesse privatamente sul mercato.
Erano anche previste scuole DI formazione per meglio sfruttare i nuovi sistemi del Nep.
Comunque le grandi industrie rimasero DI proprietà e sotto gestione dello stato.
Nel maggio del 1922, col primo attacco DI paralisi DI Lenin, che continueranno fino alla morte nel 1924, inizia il mutamento DI direzione del partito comunista.
Lenin non aveva mai fatto il nome del suo successore, anche se in un "testamento politico" aveva elencato vizi e virtù DI tutti i suoi uomini.
I più probabili a succedere Lenin erano Trockij e Iosef Stalin.
AL primo andava il vanto DI essere un ottimo oratore e DI avere sconfitto le armate bianche, tuttavia la sua tarda conversione, solo 1917, alla causa bolscevica lo rendava DI cattiva luce.
Stalin invece era da sempre stato fedele compagno DI lenin, poi già dal 922 lui , forte della carica DI segretario generale del comitato centrale, formò coalizioni DI partito per sconfiggere i suoi antagonisti, tra cui principalmente trockij.
Dopo aver avuto la meglio su questo, prima esiliato e poi ucciso, ebbe nel 1928 potere incontrastato nella direzione del proprio paese.
Il programma DI Stalin DI << Socialismo in un solo paese>> Mirava a rendere efficienti in Russia tutte le attività per far fronte ad un mondo ostile.
Per questa pianificazione movimento direttamente tutte le risorse del paese, ed i sindacati furono da lui utilizzati per controllare le rivolte dei lavoratori e far dipendere sempre più questi dallo Stato in modo che mai avrebbero potuto provare sabotaggi.
Nel 1929 fu lanciato il primo piano quinquennale.
I contadini che nel periodo del nep si erano morbosamente attaccati alla proprietà della terra quando si videro invadere dal piano staliniano che li considerava proletariato rurale e niente più, preferirono bruciare i raccolti e sgozzare il bestiame anziché pagare le requisitorie dello stato.
Tuttavia i contadini riuscirono con un compromesso a ritagliarsi tra le fattorie cooperative dei piccoli appezzamenti DI terreno per la coltivazione in proprio.
I risultati del primo piano quinquennali furono in via ufficiale raggiunti dopo quattro anni e tre mesi e con strabiliante successo.
In realtà i livelli generali DI adempimento al piano non furono mai completamente raggiunti, anche perché le cime produttive erano state fissate a livelli assurdi.
I costi in vita umana ( ma anche economici) del primo piano quinquennale furono enormi, infatti nella sola collettivizzazione dell'agricoltura vi furono milioni DI morti tra fame e giustiziati.
Nel 933 fu inaugurato il secondo piano quinquennale in cui si sarebbe dovuto mirare ai beni DI consuma, in realtà anche ora l'obiettivo erano beni capitali e militari.
Una caratteristica del secondo piano fu la Grande purga del 1936-37 in cui migliaia DI persone furono con o spesso senza processo giustiziate per crimini verso il governo.
Il terzo piano quinquennale iniziate nel 1938 fu invece interrotto dall'invasione tedesca del 1941.
Aspetti economici della seconda guerra mondiale.
La seconda guerra mondiale fu la più distruttive DI tutte, e davvero coinvolse ogni angolo del mondo.
Sempre più l'utilizzo DI scoperte scientifiche DI base furono applicate alle armi si aoffernsive che difensive, quali bombe atomiche, aviogetti e radar.
Ora a differenza della grande guerra l'aviazione non è solo elemento accidentale, ma largamente diffusa e le bombe lanciate dagli aerei miravano non più ai centri civili, ma a quelli industriale e alle infrastrutture, era una guerra per distruggere le economie.
I costi della guerra sono stati stimati per difetto a mille miliardi, il bilancio umano diretto fu invece DI 15 milioni in Europa occidentale ed altrettanti in Russia.
Inoltre c'è nel bilancio il flagello dell'olocausto.
Ancora 100000 anime furono spazzate via dalle bombe DI Hiroshima e Nagasaki.
Come già nella prima guerra mondiale l'Inghilterra contro la Germania utilizzò un blocco al quale i tedeschi risposero con ininterrotti attacchi sottomarini.
Inoltre la Germania riusciva a d avere risorse dai paesi occupati, infatti nel 1943 si appropriò del 36% del reddito nazionale francese e nel 1944 oltre il 30% dei lavoratori industriali consisteva in non tedeschi, praticamente in lavoratori forzati.
Alla fine della guerra le prospettive DI ripresa erano remote.
Nel 1945 la produzione industriale e agricola era non superiore ad ½ DI quella del 1938.
CAPITOLO QUINDICESIMO : LA RICOSTRUZIONE DELL'ECONOMIA MONDIALE.
Pianificazione dell'economia postbellica.
Alla fine della guerra, dopo le esigenze umane, era DI prima necessità ripristinare l'apparato burocratico e della giustizia nazionale.
In Germania e nei paesi suoi satelliti questo ruolo fu preso dagli alleati, mentre molti paesi vittime dei nazisti avevano formato governi in esilio e ripresero pieno potere esecutivo col ritorno in patria.
I laburisti inglesi che avevano formato il governo DI coalizione con Churcill vinsero con grande distacco dagli altri partiti le prime elezioni inglesi postbelliche.
I grandi danni sia materiali che non della guerra spinse le opinioni pubbliche a chiedere l'aiuto allo stato sia per le costruzioni materiali che per uno stato sociale più efficace.
Su tale linea nel 1946 negli USA fu approvato l'Employment Act, col ruolo DI vigilare sui livelli occupazionali e DI non farli mai scendere sotto una sogna prefissata.
A livello internazionale, invece, la pianificazione per il dopo guerra era iniziata già prima della fine del conflitto, infatti nell'agosto del 941 Roosvelt e Churcill firmarono la carta atlantica che impegnava i rispettivi paesi a collaborazioni multilaterali.
Nel 944 invece a Bretton Woods furono istituiti DI grandi istituti,
Il Fondo monetario internazionale, col compito DI vigilare sull'oscillazione dei cambi e DI fare prestiti a breve per il ripristino sullo squilibrio dei cambi, e La Banca internazionale per la ricostruzione, nascente come banca per emissione DI prestiti a lungo per risanare le economie dei paesi industriali, e poi per lanciare le economie dei paesi in via DI sviluppo.
Queste due istituzioni non divennero operative che nel 1946.
Figlia DI Bretton Woods fu pure il General agreement on tariff and trade, il Gatt, che ripristinava il principio del paese più favorito. I paesi membri del Gatt nel 1947 erano 23, nel 67 più DI ottanta.
Il piano Marshall e i <<miracoli>> economici.
Tra metà e fine 1947 i paesi erano tornati a livelli DI produzione prebellici, ovviamente situazione ancora lontana dal risanamento.
Inoltre l'inverno 46/47 fu rigidissimo, e seguito da una spaventosa siccità produsse il peggiore raccolto del XX secolo.
I problemi irrisolti erano ancora molti.
Inoltre le decisioni prese a causa del caos finanziario degli anni 30, consistenti nello scmbio valutario solo su autorizzazione delle autorità DI sindacato monetario, avevano molto ridotto i volumi DI affari internazionali.
Durante il conflitto l'unico modo per far fronte a penurie DI ogni genere, da quelle alimentari a quelle DI pezzi DI ricambi DI attrezzature complesse, era DI ricorrere ai mercati americani, tuttavia era difficile poiché v'erano anche gravi penurie DI valuta in dollari americani.
Nel dicembre dei 1945 USA e Canada sovvenzionano DI 5 miliardi DI dollari l'Inghilterra, e questa con spese in continente aiuta indirettamente anche gli altri paesi
Il 5 giugno 1947 il generale Marshall, nominato segretario DI Stato dal Presidente Turman , partorisce il c.d. piano Marshall, colla promessa DI aiutare i paesi europei riuniti tra loro in comunità per far fronte ai problemi e per ristabilizzare l'economia.
Francia e Inghilterra ( i loro ministri degli esteri), invitarono anche il loro collega sovietico a Parigi per discutere DI una risposta alla proposta DI Marshall.
Questo ultimo ben presto lasciò la capitale francese poiché sospettava DI un " complotto imperialista"
In 12 luglio 1947 si incontrarono a Parigi i rappresentanti DI 16 paesi democratici europei autodefinendosi Ccee ( commissione DI cooperazione economica europea).
Comunque solo l'amministrazione DI Turman era consapevole che un'ulteriore aiuto all'Europa sarebbe stato DI giovo anche all'America stessa, così inizia una campagna (Turman e sua amministrazione) per sensibilizzare il parlamento, e finalmente nel 1948 questo approva l'istituzione dell'European recovery program ( Erp).
Ora i problemi si erano si spostati nel nostro continente, infatti l'unanimità dei paesi europei non sapeva che posizioni prendere riguardo la Germania, inoltre l'Inghilterra si aspettava una serie DI relazioni e sussidi bilaterali, senza passare attraverso meccanismi più complessi DI distribuzione
Tuttavia questa sorta DI capricci della Ccee, ora divenuta Oece (organizzazione europea per la cooperazione economica ) insieme all'erp diedero inizio ad una serie DI distribuzioni in valuta americana, che nel complesso aveva all'inizio del 1952 distribuito 13 miliardi DI dollari.
Tutti questi soldi furono comunque spesi sul mercato americano per l'acquisto DI beni DI prima necessità sia per la sopravvivenza immediata (generi alimentari), che per quella differita (sementi, concimi, parti DI macchinari).
La vicenda tedesca nell' European recovery emergency fu atipica, in quanto dopo la sconfitta tedesca nel maggio del 1945, e precisamante nel luglio a Potsdam, s'incontrarono sovietici e americani sulle sue sorti (tedesche), ci furono contrasti che portò gli americani a lasciare sempre più discrezionalità e col consecutivo adattamento dei russi alle politiche americane, e col reiterarsi di queste vicende sia dall'una che dall'altra parte ci fu la netta divisione della Germania in occidentale (rft) e orientale (rdt).
LA conferenza DI Potsdam aveva altresì viste le intenzioni erica per far fronte alle mancanze alimentari finanzio circa 2/3 delle importazioni DI ebini primari.
Inoltre per stimolare la ripresa economica nel giugno del 948 le potenze occidentali attuarono la conversione dello reichmark nazista col Deuteschemark ( 1 nuovo a 10 vecchi), conversione riuscita anche perché il reichmark comunque non era più utilizzato in quanto il commercio avveniva per baratto col metro DI caffè, calze DI seta e sigarette).
Colla riforma della moneta tedesca gli scaffali dei negozi si riempirono nuovamente ed ebbe inizio il Wirtschatswunder , il miracolo economico.
L'unione sovietica considerò la riforma monetaria come inottemperanza sugli accordi DI Potsdam e sbarrò tutte le vie DI accesso dall'occidente per Berlino ovest, questo colla speranza che gli americani abbandonassero la Germania o ritrattassero sulle mancanze a Potsdam.
In tutta risposta gli americani crearono un ponte aereo coll'occidente con un traffico in momenti frenetici anche DI 8000 tonnellate DI prodotti ogni giorno.
Nel frattempo la Germania entrò nell'Erp , dapprima sotto gestione dei militari americani, poi con assemblea costituente divenne nel 949 Repubblica federale DI Germania, e con questo il Piano Marshall che si concluse nel 1952 andò ben oltre ogni più rosea aspettativa.
Nel 1950 i paesi dell'Ocse istituirono l'Uep, Unione europei dei pagamenti, che organizzava gli scambi multilaterali tra i paesi dell'Ocse con compensazioni economiche sia in dare che in avere DI un conto accesso alle compensazioni, e solo se vi erano saldi in eccessivi in dare o avere DI un paesi, si ricorreva al pareggio con valuta in dollari o oro.
Il successo DI questa operazione fece ampliare l'ambito del Wirtschaftswunder , infatti i 25 anni successivi alla seconda guerra mondiale furono il periodo ininterrotto più lungo della crescita della storia dei paesi industriali.
Nel 1961 l'Oece si trasformò in Ocse, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico con ingresso anche del Canada e degli States, coll'intento DI organizzare lo sviluppo dei paesi del terzo mondo.
Il boom dell'economia postbellica fu comunque non solo merito dei risultati DI Marshall ma anche del fatto che tuttavia durante la depressione e la guerra vi erano stati progressi non utilizzati.
Altro importantissimo evento del boom fu il cambiamento DI atteggiamento da parte delle PP.AA. che in modo molto più grande che in precedenza partecipò agli sviluppi economici.
Questa caratteristica è poi stata presa da tutti i paesi ad economie miste o c.d. assistenziali, in cui lo Stato s'assumeva la responsabilità DI iniziative ad interesse generale e DI disciplinare l'economia senza interferirvi e proteggendo gli individui più deboli, le minoranze.
La formazione del blocco sovietico.
DI tutti i paesi colpiti dalla guerra quello più danneggiato era la Russia.
A secondo delle stime le vittime dirette oscillavano tra i dieci ed i venti milioni, mentre 25 milioni DI russi rimasero senza casa.
La guerra aveva distrutto aeree vastissime DI terreno fertile coltivato e le regioni più industrializzate.
Stalin, potente come non mai inaugurò un quarto piano quinquennale per il risanamento dell'economia, mirando ancora sulle industrie pesanti e sugli armamenti, particolarmente quelli nucleari.
Inoltre Stalin coll'accusa DI tradimento e incapacità licenziò molti dirigenti dei ministeri dell'agricoltura e dell'industria.
Tuttavia, la Russia venne deputata come superpotenza mondiale, questo grazie alla vasta superficie a l'elevata demografia, non affatto per il reddito procapite.
Quando nel 1553 morì Stalin, gli successe, dopo m due anni DI altalenanti variazione al vertice del partito, Kruscev, che subito dichiaro che Stalin era un fanatico ed egocentrico leader che aveva alterato gravamente il rapporto tra pubblico e stato ed aveva distrutto l'economia russa, anche se comunque la sua linea DI partenza, la politica DI Lenin era giusta, e che il nuovo governo quest apolitica avrebbe adottato.
Nel 1955 inizia la destalinizzazione della Russia con la clamorosa rimozione delle spoglie DI Stalin dalla tomba DI Lenin nella piazza Rossa DI Mosca.
Ancora nello stesso 1955 il governò annunciò il completamento del piano quinquennale e l'inaugurazione DI uno successivo, il primo completamente ideato dal governo Kruscev, comunque il tutee nell'insoddisfazione dei funzionari che lamentavano l'inavvenuto raggiungimento dei volumi prefissati, e questi pure crescendo nel tempo, come realmente accadde, restarono sempre molto lontani dai livelli statunitensi come prefissato.
L'industria dei beni DI consumo, sempre fuori dai piani quinquennali produceva pochissimi prodotti e DI scarsa qualità.
L'agricoltura sovietica, basata sulla cooperazione, non offriva incentivi agli agricoltori, che s'impuntavano sui loro piccoli appezzamenti privati, grandi non più DI mezzo ettaro che rappresentavano solo il 3% della superficie coltivata, ma da cui provenivano 1/5 del latte e 1/3 della carne fresca a disposizione dei russi.
Kruscev pianificò anche l'agricoltura, licenziando pure molti funzionari del ministero, ma le lotte contro la burocrazie, il cattivo tempo e l a mancanza DI volontà degli agricoltori era comunque impari.
Alla fine la storicamente esportatrice DI cereali Russia, divenne importatrice, in quanto i piani DI Kruscev che miravano DI portare nel 1961 la Russia a produrre più latte e carne dell'America fallì.
Gli alleati quando pensavano ancora che fosse impossibile trovare un accordo DI pace, negoziarono con i satelliti orientali della Germania per il pagamento dei danni e la questione delle vittime naziste.
La sistemazione dell'est in linea DI principio prevedeva un ruolo maggiore dell'Unione sovietica, reso più concreto coll'occupazione delle armate russe del blocco ad est della Germania federale, anche se colla promessa DI Stalin che avrebbe permesso libere elezioni DI parlamenti rappresentativi.
Albania e Cecoslovacchia mai ebbero problemi nell'integrazione in quanto mai colpirono o danneggiarono i paesi alleati, mentre nei trattati DI pace con Romania, Ungheria, e Bulgaria, si seguì la consolidata prassi DI permutazioni territoriali, in cui solo l'Ungheria ebbe solo perdite, e DI pagamento dei danni DI guerra, gran parte dei quali (dei pagamenti), andavano alla Russia.
I comunisti dei tre paesi, addestrati a Mosca, sotto la difesa delle truppe russe, ben presto liquidarono concorrenti socialisti e liberali per formare repubbliche popolari d'ispirazione sovietica.
Nel gennaio del 1949 l'unione sovietica come risposta orientale all'Erp costituì il Comecon, consiglio DI aiuto economico reciproco, che si rivelò in realtà uno strumento per accresxere l'imperialismo dell'Unione sovietica tramite accordi commerciali bilaterali.
Alla morte DI Stalin, 1953, il blocco sovietico in europa era una sorte DI reiterazioni DI piccole russie , ma in realtà, dietro quest'aspetto monolitico vi erano molte irrequietezze che mosca dovette spegnere colle forze armate.
L'esempio più evidente è quello del 1956 in Ungheria, quando Nagy, primo ministro promise DI ritirarsi dal patto DI Varsavia (accordo militare DI ispirazione sovietica) e DI chiedere alle nazioni unite la neutralità.
Su questo discorso, il 4 novembre alle quattro DI mattina le trupper russe attaccarono l'Ungheria creando danni pari a quelli della seconda guerra mondiale.
Lo stesso successe negli altri paesi del blocco sovietico, prova inconfutabile del fallimento dell'imperialismo russo, situazione possibile solo colla forza.
La repubblica popolare cinese pure non appartenendo al blocco sovietico fu per un po' DI tempo alleata all'unione sovietica.
Durante la seconda guerra mondiale i comunisti si allearono col nazionalista Chiang, conservando però nel settentrione un esercito proprio. (l'alleanza era per cacciare i giapponesi).
La fazioni armate comuniste della Cina settentrionale erano rofornite dall'unione sovietica, ed alla fine del conflitto mondiale si rivoltarono contro chiang portando al capo del governo il 1ottobre del 1949 Mao Tse-tung. Che formalmente instaurò la repubblica popolare cinese.
In nuovo governo intraprese soluzioni per l'ammodernamento delle istituzioni, dapprima conservando l'iniziativa privata in agricoltura e quel poco che ci era nell'industria, poi promuovendo la collettivizzazione .
I piani preposti da Mao tse-tung, pure se produttivi furono lontanissimi dal raggiungere gli obiettivi prefissati e spinsero alla stregua il popolo cinese che vide perdersi milioni DI vittime.
Nel 961 il governo visti i disastri ridimensionò gli obiettivi, tra i quali vi erano la restaurazione della società, dei movimenti DI pensiero del comportamento e della cultura.
Le classi borghesi e feudali furono semplicemente eliminate con espropri ed esecuzioni, mentre rimaneva difficile mutare il pensiero degli intellettuali, e dell'amministrazione legata ancora alla burocrazia del mandarinato.
Nel 1966 Mao colla <<grande rivoluzione industriale>> dopo tre anni DI terrorismo e violenze spinse tutti gli intellettuali a lavori da contadini e DI semplici operai.
Sin dall'inizio del governo DI Mao l'unione sovietica aveva accordato colla Cina DI dare assistenza economica, burocrativa e tecnologica, ma la Cina non si conformò all'unione sovietica, che nel 1960 ritiro tutee il suo know - how dalla Cina, che a sua volta si occidentalizzò sempre più, tanto che nel 1971 gli USA ritirarono le obiezioni per l'ammissione della Cina alle nazioni uniti.
Nel 1976, dopo la morte DI Mao Tse-tung, ed in particolare negli anni ottanta si intensificarono i contatti coll'occidente e si liberalizzarono sempre DI più i mercati.
L'unione sovietica possedeva in Asia altri tre stati satellite.
La mongoli, indipendente dalla cina dal 1921, era prevalentemente pastorale, ma coll'aiuto dell'Unione sovietica e DI altri paesi comunisti sfruttò ed industrializzo le risorse minerarie. Nel 1962 entrò a far parte del Comecon e nel 1978 il primo segretario del partito comunista denunciò l'avvenuta conversione a paese industrializzato.
La Corea, dopo la sconfitta del Giappone, viene divisa in nord (parte russa) e sud americana, che invano tentarono DI fondere in un solo paese, col fallimento coll'abbandono delle truppe nel 1948.
I due stati sono separati dal 38° parallelo. La Corea del nord è il paese più industrializzato dell'est sovietico
Vietnam, è diviso in nord (comunista) e sud, anticomunista.
Cuba, unico paese occidentale alleato dell'Unione sovietica, divenne parte del Comecon nel 1972.
Economia della decolonizzazione.
La seconda guerra mondiale portò colla sua fine al termine del colonialismo.
Infatti i vari moti DI libertà degli Usa, sempre animarono la popolazione delle colonie europpe, e chi prima, chi dopo, chi con accordi e chi con rivoluzioni divennero paesi liberi.
Tuttavia il segno della colonizzazione è rimasto in queste terre, infatti ad accomunare le vecchie colonie sono l'alto livello DI analfabetismo e la povertà, questo perché i paesi dominatori mai si impegnarono a voler offrire loro strutture adeguate ad un autogoverno, se non tardi quando ormai era inevitabile l'indipendenza.
Il primo paese colonia a divenire indipendente fu il subcontinente indiano dall'Inghilterra che vide nascere dal 1947 al 1971 ben quattro stati, Pakistan ed India prima, Ceylon (Sri Lanka) e Bangladesh poi.
Questi quattro paesi versano in condizioni pessime, solo l'India approfittando negli anni 60 e 70 della rivoluzione verde, è riuscita a raggiungere l'autosufficienza alimentare.
In realtà il motivo per cui i colonizzatori lasciavano senza troppe lotte le loro colonie è che uscenti da un conflitto come la seconda guerra mondiale, era troppo rischioso e dispendioso imbattersi in altre questioni militari.
In Africa invece la Libia, colonia italiana, fu la prima ad ottenere l'indipendenza.
Questa la ebbe nel 1949 su pressioni delle Nazioni unite, e si concretizzò nel 51 con un nuovo stato a monarchia costituzionale.
Tuttavia lo Stato era povero (in apparenza) ed era mantenuto da sussidi dei paesi occidentali, quando però si scoprì il petrolio nel sottosuolo divenne autosufficienze .
Nel 1969 un gruppo DI giovani militari con un colpo DI stato portò l'assetto del paese molto vicino a quelli arabi, con un fanatismo che ha visto negli anni ottanta più volte atti DI terrorismo internazionale.
La Gran Bretagna mise fine al protettorato in Egitto nel 1952, lasciando però a il controllo militare a se stessa.
Nel 1956 il dittatore espulse il fantoccio inglese.
Diversa e variegata è invece la storie delle tre colonie francesi in Africa, Tunisia, Marocco ed Algeria.
Tunisia e Marocco, pure essendo colonie avevano conservato i loro governi originari, mentre l'Algeria sempre più era stata spinta a divenire tutt'uno colla Francia, e colla richieste delel tre d'indipendenza il governo francese senza battere occhio la concesse a Marocco e Tunisia, cercando ri rimanere ancora attaccata coll'Algeria.
Nel 1954 iniziò la guerriglia algerina per l'indipendenza, dapprima colmata dal generale De Gaulle, che poì acconsentì nel 1962 lal piena indipendenza dell'Algeria.
Quseti tre paesi nord africani vivono principalmente DI agricoltura, ma dopo l'indipendenza algerina si scoprirono giacimenti DI petrolio e gas naturale.
I tre paesi erano orientati nel commercio verso la Francia, ma dopo un accordo con la Comunità europea del 1976 aprirono a nuovi mercati, ed in particolare l'Algeria esporta gas naturale negli States.
Attraverso processi più o meno analoghi si arrivò agli inizi degli anni 70 alla completa decolonizzazione, tutti i paesi europei avevano abbandonato le colonie, meno il Portogallo, ma col colpo DI stato del 74 questo lascia l'indipendenza alle colonie africane dell'Angola e del Mozambico.
Le origini della Comunità europea.
Fino alla seconda guerra mondiale i paesi industrializzati si erano rifiutati DI collaborare tra loro.
MA vedendo gli effetti della Oece, poi divenuta Ocse, più probabilità DI collaborazione c'erano.
I paesi possono decidere DI collaborare in organizzazioni internazionali o sovranazionali.
Le organizzazioni internazionali, quale l'Oece, era per far collaborare senza coercizione i paesi che vi facevano parte, rimanendo ognuno attore delle proprie leggi.
Le organizzazioni sovranazionali invece prevedono organi DI governo loro propri, i vantaggi DI queste organizzazioni sarebbero sia politici, in quanto si limiterebbe il rischio DI guerre, che economici avendo mercati più ampi.
Inoltre la potenza economica da forza politica per affrontare altre organizzazioni con una sola voce e non con quella DI tanti stati.
LA prima organizzazioni sovranazionale parte nel 1950 con la proposta del ministro degli esteri francese Robert Schuman, coll'obiettivo DI far collaborare le industrie dell'acciaio e del carbone della Francia e della Germania occidentale, coll'invito alla collaborazione anche DI altri paesi.
Risposero volentieri sia la Germania, che l'Italia che il Benelux, mentre l'Inghilterra non voleva vedere perdere la discrezione sui mercati e rifiutò.
Questo trattato voluto da Schuman si concretizzò nel 1951 dando origine alla Comunità europea del carbone e dell'acciaio.
La comunità per finanziare il suo operato, fu autorizzata ad imporre una tassa sulle industrie sotto sua giurisdizione.
Nel 1957 i partecipante al piano Schuman, a Roma siglarono anche l'euratom e la Cee, Comunità per lo sviluppo dell'energia atomica e Comunità economica europea.
La Cee, prevedeva il mercato comune, il libero transito nei paesi membri DI merci persone e capitali, e l'introduzione DI una tariffa unica esterna, e per l'attuazione DI questi obiettivi si diede molto tempo a disposizione.
In realtà tutti gli obiettivi furono ben presto raggiunti ed anche altri paesi si affiancarono ai sei originari, compresa l'Inghilterra che dapprima considerava il mercato comune un impedimento al libero scambio ed istituì questo altri sei paesi l'Efta (associazione europea libero scambio), che però nel 1961 coll'intento dell'Inghilterra DI entrare in Cee si sciolse.
Dapprima i rappresentanti della Cee erano scelti dai parlamenti dei stati membri, ma poi furono scelti a suffragio universale dalle popolazioni degli stati, questo nel 1979, e prendevano poltrone all'europarlamento non come rappresentanti DI nazioni, ma come rappresentanze politiche.
Uno dei gravi problemi della Cee fu quello dell'agricoltura.
Infatti una clausola del trattato DI Roma prevedeva DI sostenere il settore agricolo rendendo remunerativo i prodotti.
Questo condusse a una sovrapproduzione e gli organi sul controllo monetario dovettero distruggere ingenti quantità DI beni non stoccabili per garantire il prezzo.
Altro problema, ancora irrisolto è quello dello scudo europeo.
La Cee inoltre s'impegno a garantire la sopravvivenza DI paesi del terzo mondo, quasi esclusivamente vecchie colonie europee, oltre con aiuti in termine DI know - how, coll'impegno DI collocare sui nostri mercati i loro prodotti.
CAPITOLO SEDICESIMO. EPILOGO.
Il crollo del blocco sovietico.
LA rivolta in massa più o meno sincrona dei paesi sottoposti a regime comunista avviatasi nel 1989 ha lasciato tutti senza parole.
Invero già vi erano state rivolte in questi paesi, ma tutte spazzate via coll'irruenza e violenza delle forze armate sovietiche.
Il simbolo della rivolta, che ha stupito sia il mondo orientale che quello occidentale è stato il crollo del muro DI Berlino, muro simbolo del regime comunista.
Tra il 9 ed il 10 novembre fazioni DI popolo orientale abbatte il muro eretto come simbolo DI repressione nel 1961, e senza l'intervento delle forze armate sovietiche.
Gli occidentale ebbero da fare per ospitare i profughi dell'est, e pure accogliendoli li esortarono a non rimanere in loco.
Nel luglio del 90 venne creata l'unione economica e monetaria con la rdt, che cessò condizioni economiche e burocratiche, anche perché spesso i governi ebbero solo formali mutazioni, senza niente cambiare alla sostanza.
Questi poi ebbero anche la speranza DI entrare nella Cee, questione inammissibile colla loro economia disastrata e precaria.
Il Comecon che non era mai stato idoneo al suo ruolo nel 1991 ufficialmente cessa DI operare.
Il motivo per cui l'unione sovietica non intervenne nelle sommosse non è certo, ma molto probabilmente è da ricercarsi nella precarietà economica del partito che non poteva dunque permettersi fazioni armate.
Nel 1964 Kruscev viene dimesso dai conservatori sostituendolo con Breznev, che in 10 anni aumentò la burocrazia del 60%, con costi maggiori ed efficienza inversamente proporzionale, e governando per circa 20 anni portò la corruzione ai vertici a livelli mai visti, impoverendo ulteriormente l'unione sovietica.
Nel 1985 coll'incarico a presidente DI Gorbaciov, questo s'impegna nella Perestrojka (ristrutturazione) e nel Glasnost (trasparenza).
Pur mirando alla Perestrojka, il presidente dovette prima attuare il Glasnost per incentivare e farsi capire dal popolo riguardo la ristrutturazione dell'economia.
Tuttavia Gorbaciov non aveva mai, se non in linea DI massima, esplecitata la Perestrojka
, che comunque intendeva come la Nuova politica economica DI Lenin, in cui le industrie pesanti rimanevano DI proprietà e sotto controllo dello stato, dando ai cittadini la possibilità DI esplicare alcune attività che prima erano vietate. DI conseguenza molti lavori che prima avevano ragione DI esistere solo per il mercato nero, col vincolo DI essere svolto a tempo pieno in imprese statali, divenne legale.
Inoltre sotto Gorbaciov lo stato sovietico permise l'ingresso DI capitali stranieri in join venture nelle imprese sovietiche.
Nell'agosto de 91, alla vigilia DI un trattato tra Unione sovietica e alcune repubbliche a cui sarebeb andata più autonomia, ci fu un golpe guidato dai collaboratori più stretti DI Gorbaciov che fu posto agli arresti domiciliari, i traditori abolirono la libertà DI stampa e proclamarono la legge marziale.
Comunque Elstin, presidente della repubblica russa, aiutato da militari fece arretrare i golpisti che furono arrestati.
Quando Gorbaciov rientrò al potere fu consapevole che molto era cambiato, e del sempre maggiore potere che stava acquistando Elstin.
Quasi tutte le repubbliche proclamarono la loro indipendenza, e l'assetto si stabilizzò colla piena autonomia dei governi propri degli stati, lasciando a quello centrale solo gli affari DI difesa ed esteri.
L'unione stava diventando un mercato in cui fare circolare merci, proprio come la cee.
Anche in nord america c'era una convergenza DI mercato, infatti canada e Usa firmarono un accordo col messico per aprire le frontiere ad un mercato unico.
Lo sviluppo della Comunità europea.
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