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Perché si parla di diritto commerciale ?

economia



DIRITTO COMMERCIALE


Perché si parla di diritto commerciale ?

Perché è noto come un complesso di norme scaturite dalla prassi degli usi nei vari mercati.

STORIA

Quando l'europa usci dal medioevo contestualmente si verificò la rinascita delle città e l'aumento della popolazione anche perché i barbari non invadevano più l'europa. Cominciarono a nascere una serie di mercati nelle varie città; all'interno di ogni città poi si crearono delle corporazioni di mercanti che diventarono ben presto delle lobby. All'interno di queste lobbies si erano create una serie di norme che si adeguarono alle problematiche del commercio. Nel periodo napoleonico si arrivò alla creazione del codice civile e del codice di commercio. Anche dopo l'eliminazione delle corporazioni rimasero separati il codice civile e il codice di commercio.




Differenze:  Codice civile => stampo romanista


Codice di commercio => stampo legato agli usi commerciali


L'applicazione della legge dipendeva dalla persona alla quale si doveva far riferimento, se era un proprietario terriero si adottava il codice civile, se era un commerciante si adottava il codice di commercio.

In particolare emerge la figura del commerciante: colui che compra per poi rivendere guadagnando la differenza (figura contrapposta al proprietario terriero).

Mussolini non poteva accettare la presenza di 2 codici poiché aveva progettato una forma di collaborazione fra Stato e la camera dei fasci (ne entravano a far parte solamente i lavoratori, no proprietari terrieri). Si verificò cosi l'unificazione. Venne messo al centro del nuovo codice civile l'imprenditore: colui che organizza i mezzi della sua azienda, è un soggetto che lavora e il suo utile deriva appunto dal lavoro.

Nasce anche la figura dell'impresa.

Questa fu una unificazione forzata perché:

- il codice del commercio è stato inserito nel codice civile nel libro del lavoro; es. imprenditore : agricolo (proprietario)

: commerciale (mercante)


- molti contratti commerciali sono inseriti nel libro delle obbligazioni;


FONTI DEL DIRITTO COMMERCIALE

art. 2082 Imprenditore;

art. 2247 e seguenti Società;

contratti inseriti nel libro 4' del codice civile;

altre leggi che non possono entrare nel codice civile (legge fallimentare);

altre di provenienza esterna allo stato italiano, es: brevetti

diritti d'autore (886)

conc. sleale('25)

cambiale e assegno

(1930-31)

Tali convenzioni sono state trasferite nelle singole legislazioni.

- trattati CEE;

- regolamenti : norme contrattuali generali direttamente applicabili che

prevalgono sulla legge degli Stati;

- direttile : non sono dirette ai cittadini ma agli Stati che hanno l'obbligo

di recepirle;

- decisioni.


IMPRENDITORE (ART. 2082)


E' imprenditore chi esercita professionalmente una attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi. Questo articolo è caratterizzato da 3 elementi:

ATTIVITA9 ECONOMICA, diretta allo produzione e allo scambio di beni e servizi . No colui che produce per conto proprio.

PROFESSIONALITA9 , deve essere un'attività continuativa e non saltuaria, deve compiere più di un atto amministrativo, oppure uno ma svolto con continuità.

ORGANIZZATA, in alcuni casi l'organizzazione viene ridotta ai minimi termini, ma comunque c'è. Es. piccolo imprenditore.

Lezione n'3 del 10/03

Attività professionale, problematico aperta sotto due aspetti:

i professionisti esercitano un'attività economica organizzata con la quale prestano dei servizi;

Il c.c. li esclude dalla figura dell'imprenditore per la natura tipica del servizio (a carattere personale). Ma questo non è accettabile perché oggi sono frequenti gli studi organizzati (avvocati o radiologi, commercialisti o


notai) che, per la spese affrontate per l'arredamento e per le macchine d'ufficio ecc..., potrebbero essere già classificati come imprenditori anche per il fatto che oggi è più difficile riscontrare il carattere personale in quanto oramai ci si rivolge a questi studi più per l'organizzazione che per la personalizzazione ( questa ce la mette l'imprenditore stesso).

Ragione dell'esclusione: va ritrovata nelle normativa che regola i contratti, infatti l'imprenditore stipula contratti di lavoro con corrispettivo proporzionato al risultato ottenuto. Invece il contratto d'opera ècaratterizzato non tanto dal risultato ma è una obbligazione di mezzi per cui il corrispettivo è pagato indipendentemente dal risultato ottenuto (il professionista basta che dimostri di avere usato la dili enza del buon padre di famiglia), il corrispettivo viene fissato in base al tipo di attività prestata e alla "qualità " del professionista.

Riflessioni:

Il professionista intellettuale non rischia nulla da questo punto, infatti ad es. l'avvocato è pagato anche se perde la causa (anche se deve dimostrare di avere fatto tutto il possibile);L'imprenditore organizza i mezzi della produzione e rischia sulla proprìa attività.

1 professionisti si sono scavati una nicchia, anche per ragioni fiscali (stavano fuori dal reddito d'impresa).

L'esclusione è dovuta anche al fatto che all'origine si riteneva che escludere i prof. fosse meglio, in questo modo i prof. intellettuali non potendo essere riconosciuti come imprenditori non possono fallire; inoltre all'origine le leggi fiscali erano dìverse (la tassazione era diversa). Oggi il prof. intellettuale è tassato come gli altri e inoltre la professione intellettuale quando aumenta l'organizzazione e la dimensione ha bisogno di dotarsi di strumenti societari che però sono vietati dalla legge del '49 per questo motivo siamo in grave arretratezza rispetto ai paesi più avanzati). Questa distinzione è inoltre illegale ai fini delle normativa comunitaria perché la legge italiana in materia è incompatibile con quella comunitaria. Perciò si rende necessaria la modifica della normativa, in questo senso ci sono delle difficoltà dovute al fatto che si esporrebbe al fallimento il professionista intellettuale e questa è una cosa che non ègradita affatto dagli interessati (che fanno ostruzione).

Un altro vantaggio che avevano acquisito è l'obbligazione di mezzi cioè il fatto che loro devono solo dimostrare dì avere fatto del loro meglio (con diligenza), oggi anche questo vantaggio sta saltando, infatti sono molto più frequenti le azioni di responsabilità ( azione contro il loro operato) nei


confronti dei prof. intellettuali (es. medico), dovrà necessariamente essere superata.

Art. 2084 dice che in certi casi l'esercizio di attività professionali deve essere subordinato ad autorizzazioni amministrative, questo non ci deve sviare perché si acquista la qualità di imprenditore quando si esercita, non C 9 entrano le autorizzazioni; infatti l'attività assicurativa ha bisogno di autorizzazioni, ma questo non significa che se queste autorizzazioni non ci sono, allora questo non è un imprenditore, infatti se viene esercitata professionalmente tale attività anche senza autorizzazioni comunque la persona viene considerata imprenditore e perciò può fallire (anche l'attività bancaria è soggetta ad autorizzazione). Non c'entra neppure l'iscrizione al registro delle imprese perché ha efficacia puramente dichiarativa (mentre per le società di capitali ha effetto costitutivo). Si ragiona allo stesso modo anche per i prof. intellettuali.

REGISTRO DELLE IMPRESE

Tale registro è entrato effettivamente in funzione nel 1992 ma era già stato previsto nel 1942, questo è avvenuto perché buona parte delle categorie interessate non lo volevano in quanto non ci tenevano ad essere schedate!. E' molto importante soprattutto perché dà la presunzione di conoscenza di tutti i dati in esso contenuti. Ciò non toglie che non possono essere conosciuti altri dati altre a quelli che si trovano nel registro, ma in questo caso bisogna provame la conoscenza. Il registro è interessante per conoscere i legali rappresentanti, i bilanci depositati, i beni immobili di proprietà ecc. Tutte queste informazioni possono essere utili alle altre imprese per assicurarsi che l'impresa con cui trattano sia solida, per ottenere un prestito in banca ecc. insomma agevolano gli scambi e il mercato in generale.

Questo registro viene tenuto dalle Camere di Commercio ( in deroga alla normativa del codice secondo cui doveva essere tenuto presso i tribunali) sotto comunque il controllo del tribunale.

L'obbligo di iscrizione vige per tutte le imprese tranne:

- le imprese agricole possono essere iscritte per pubblicità)

- le piccole imprese   possono essere iscritte per pubblicità)

- le imprese artigiane (  sono iscritte all'albo degli artigiani, con ruolo di

iscrizione per ottenere le agevolazioni date a questa categoria )



PICCOLE IMPRESE (art. 2083)


Sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti del fondo, gli artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano un'attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia.

Ora ci basiamo solo su questa invece prima, affiancata a questa, vi era anche una legge fallimentare che stabiliva delle soglie al di sotto delle quali si veniva considerati piccoli imprenditori, dava cioè una identificazione quantitativa in quanto veniva considerato piccolo imprenditore colui che aveva un capitale investito minore di L. 900.000 (il codice risale al 1942 e non prevedeva adeguamento) ed un reddito imponibile per i redditi d'impresa minore di L. 360.000. Questa legge èstata abrogata nel 1955 dalla Corte Costituzionale.

Per stabilire la soglia tra piccolo e grande imprenditore è necessario un criterio quantitativo, si utilizza allora un criterio basato sull'organizzazione:

Se è rilevante l'organizzazione e quindi l'imprenditore può vendere la sua azienda allora siamo davanti ad una grande impresa; dove non è rilevante l'organizzazione ossia l'imprenditore non può cedere la sua azienda perché è ìmperniata su se stesso allora è una piccola impresa. Questa regola non èal passo con i tempi perché ora ci potremmo trovare di fronte ad un imprenditore che lavora da solo ma solo perché utilizza macchinari molto sofisticati e costosi, questo non è un piccolo imprenditore.


ARTIGIANI (legge n. 443 dei 8/9/85)


L'artigiano è considerato da questa legge come colui che svolge l'attività manuale prevalente. Questa non tiene conto degli sviluppi effettuati dal commercio (ad es. franchising) perché questa prevede un numero massimo di dipendenti pari a 18 ma ad es. i negozi Benetton sono tutti in franchising e non rientrano fra i dipendenti quindi magari i dipendenti veri e propri sono meno di 18 perché lui usa una rete distributiva in franchisíng e si fa produrre i beni da terzi, quindi potrebbe risultare artigiano.


IMPRESE AGRICOLE (art. 2135)


Le imprese agricole godono di un particolare trattamento:


non ha obbligo di tenuta delle scritture contabili;

non cade in fallimento;

non ha obbligo di iscrizione al registro delle imprese;

La ragione sta nel fatto che all'inizio:

- l'agricoltore non amava molto gli adempimenti burocratici (molti non sapevano leggere e scrivere)

- di solito non c'era il pericolo di fallimento

inoltre bisogna ricollegarsi anche alla particolare situazione economica in cui si trovavano quando è stata fatta la norma (1942), in piena crisi economica.(situazione di favore data da Mussolini)

Oggi però la modemízzazione dell'attività agricola ha determinato molti investimenti che hanno avvicinato l'agricoltore all'imprenditore, inoltre l'impresa agricola ha dovuto andare incontro al mercato perché per poter vendere doveva realizzare dei prodotti sempre migliori e come li chiedeva il mercato, erano in balia del mercato. Inoltre quando è entrata in vigore l'IVA anche gli imprenditori agricoli hanno dovuto tenere i registri contabili. Ora è poi difficile individuare l'attività agricola da quella commerciale (ad es. allevamento in batteria).

In conclusione si può dire che l'articolo 2135 è limitato e vecchio perché prende in considerazione solo la vecchia agricoltura.






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