Caricare documenti e articoli online 
INFtub.com è un sito progettato per cercare i documenti in vari tipi di file e il caricamento di articoli online.


 
Non ricordi la password?  ››  Iscriviti gratis
 

IL CONCETTO DI NEW ECONOMY E LE SUE ORIGINI - ORIGINI ED EVOLUZIONE DELLA NEW ECONOMY

economia



IL CONCETTO DI NEW ECONOMY E LE SUE ORIGINI




1.1 ORIGINI ED EVOLUZIONE DELLA NEW ECONOMY



Il termine new economy allude simbolicamente ad un fenomeno di matrice statunitense, paese che, per primo e meglio degli altri ha intrapreso il cammino verso una nuova frontiera caratterizzata da eccezionale sviluppo economico. La new economy, figlia di un nuovo mondo di comunicazione chiamato internet e dalla diffusione planetaria delle tecnologie dell'informazione, ha generato, secondo il parere dell'economista Thurrow,  una terza rivoluzione industriale.

Sebbene di New Economy si sia cominciato a parlare diffusamente solo nel 1997, grazie alla celebre inchiesta del giornalista Kevin Kelly sulla rivista americana "Wired", è altrettanto vero che la rivoluzione industriale di internet è l'ultima tappa di un processo tumultuoso di innovazione tecnologica, cominciato in California negli anni sessanta, e il cui epicentro, da allora, non si è mai spostato dalla West Coast degli Stati Uniti



Questa fase quarantennale può essere suddivisa in tre ondate, tre rivoluzione tecnologiche successive2: cronologicamente parlando sono rispettivamente quella dell' hardware, del software e di internet.

La prima fase è iniziata negli anni 60-70 nella valle californiana di Santa Clara, situata tra le città di San Francisco , San Jose e sopratutto vicino alle università di Berkeley e Stanford, dove si sono diffuse aziende per la produzione di memorie per computer (hardware) che rendono possibile la diffusione dell'informatica.

L'utilizzo del silicio nella fabbricazione di questi componenti elettronici ha ispirato il nome di Silicon Valley diventata poi patria della New Economy. Dai microprocessori poi le aziende californiane passarono a produrre gli stessi computer. Le grandi imprese legate all'hardware sono Hewlett-Packard, Intel, Dell Computers, Apple, Sun Microsistems.

La seconda ondata di innovazione coincise con lo sviluppo del software, ossia programmi applicativi usati per lavorare, divertirsi o utilizzati dalle imprese per funzioni elaborate o per collegare in rete i personal computer. Il boom del software risale agli inizi degli anni 80; in quel periodo, inizia l'irresistibile ascesa della Microsoft anch'essa localizzata sulla West Coast degli Stati Uniti.

L'azienda fondata da Bill Gates, è poi diventata la regina incontrastata del software fino a raggiungere posizioni di monopolio con le varie generazioni dei suoi programmi Windows, tali da attrarre l'accusa di abuso di potere dominante, l'offensiva dell'antitrust americano e la pesante sentenza giudiziaria del marzo 2000. Una caratteristica di questa seconda fase è quella che alcuni economisti definiscono processo caratterizzato da "utilità marginale crescente". In sintesi, questo concetto deriva dal fatto che dare vita ad un buon programma di software può costare molto in spese di ricerca e sviluppo, ma quando quest'ultimo si afferma sul mercato, fabbricarne copie aggiuntive in grande quantità costa pochissimo. Il programma Microsoft Office 2000 Professional è stato messo in vendita a un prezzo di listino di 349 dollari, ma il suo costo primo di produzione era di soli 20 dollari. Ciò spiega gli altissimi margini di profitto della Microsoft, che nel 1999 hanno raggiunto il 39% del suo fatturato. Questa straordinaria redditività ha consentito all'azienda di Bill Gates di raggiungere la più alta capitalizzazione di Borsa del pianeta, superando i grandi colossi americani e sconvolgendo la geografia del potere economico negli Stati Uniti.

Mentre nella Silicon Valley si succedevano la prima e la seconda ondata di innovazione tecnologica, erano già nate, all'insaputa di tutti, le premesse per la terza.

Internet infatti si fonda su tre elementi costitutivi principali: 1) un insieme di computer; 2) software in grado di rendere possibile la comunicazione e il trasferimento di informazioni tra i computer; 3) reti/infrastrutture di telecomunicazione che permettono la connessione tra i computer. Internet nasce nel momento in cui questi tre elementi sono contemporaneamente presenti. Nell'arco di trentacinque anni internet si trasforma da pura teoria a progetto sperimentale, a infrastruttura globalmente diffusa e utilizzata. In riferimento a tale evoluzione, Fabrizio Perretti nel testo "L'economia di Internet", identifica quattro periodi principali:

I.       1959-1965: modelli teorici e primi esperimenti.

II.   1966-1972: la costruzione di ARPANET

III.     1973-1983: la nascita di internet e lo sviluppo delle reti

IV.    1984-1995: la diffusione di internet.

Dal 1959 al 1965 si ebbero i primi esperimenti per l'interconnessione dei computer; in quel periodo ogni computer era un universo a sé; collegare due computer diversi era praticamente impossibile. Ciascuna famiglia di computer poteva, infatti essere connessa con altri computer appartenenti esclusivamente alla stessa famiglia.

Il primo esperimento di interconnessione tra due computer fu effettuato nell'ottobre del 1965: Lawrence G. Roberts, un ricercatore del Lincoln Lab presso il MIT, tentò di connettere un computer TX-2 con un computer AN/FSQ-32 della System Development Corporation in California attraverso una linea telefonica dedicata a bassa velocità ( 1.200 bps). Tale esperimento dimostrò che era possibile il trasferimento di informazioni tra computer diversi, tuttavia il sistema telefonico era totalmente inadeguato rispetto all'obiettivo.

La costruzione di una rete di computer richiedeva la necess 313j97d ità di integrare le modalità di funzionamento dei computer con le infrastrutture di telecomunicazione esistenti. I primi passi in tale direzione vennero compiuti con i modelli teorici relativi alla commutazione a "pacchetti", dove l'informazione complessiva viene suddivisa in più parti (pacchetti), ognuna contrassegnata dall'identificativo del destinatario. Una volta giunti a destinazione, i pacchetti vengono riassemblati secondo la sequenza originaria. Tale modalità di funzionamento permette la condivisione delle linee telefoniche da parte di pacchetti appartenenti a più utenti, adattandosi meglio all'interconessione.

Nel luglio 1961 Leonard Kleinrock pubblicò il primo paper sulla commutazione a pacchetti. Circondato da computer di diverso tipo, Kleinrock fu presto consapevole della necessità di rendere compatibile la comunicazione tra gli stessi e di un modello di funzionamento di tale rete. Il modello elaborato era fondato su una rete composta da diversi nodi, in grado di ricevere, smistare, immagazzinare e trasmettere i pacchetti d'informazione.

Il lavoro di Kleinrock fu decisivo per la realizzazione della prima rete di computer.

Il secondo modello di funzionamento è una rete che risale al 1964 ed è dovuto a Baran: questi stava conducendo alla Rand Corporation (creata nel 1946 dalla U.S Air Force come istituto di ricerca sulle tematiche concernenti la difesa nazionale e la strategia militare) una ricerca riguardante l'ideazione di un sistema di comunicazione in grado di sopravvivere ad attacchi militari. Il sistema proposto da Baran era pertanto incentrato sul concetto di "rete diffusa", una rete, cioè, caratterizzata dall'assenza di un nodo centrale. In caso di malfunzionamento o distruzione di un nodo, infatti, le informazioni trasmesse erano in grado di giungere a destinazione attraverso percorsi alternativi superstiti.

Nel 1967 Davies, a cui si deve la definizione di "commutazione  a pacchetti", elaborò la teoria a pacchetti per permettere la condivisione delle linee di comunicazione esistenti individuando la sua applicazione in campo civile e non solamente in quello militare.

L'idea di un sistema che permettesse di collegare le reti telematiche si era dunque diffusa agli inizi degli anni sessanta; in quegli anni si erano avviati diversi progetti, ma quello che portò alla nascita di internet nacque nel 1966. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, in risposta alla supremazia tecnologica dimostrata dall'Unione Sovietica con il lancio dello Spuntik, istituì l'Advanced Research Project Agency (ARPA), la cui funzione consisteva nel coordinare e finanziare le attività di ricerca a livello nazionale. All'interno dell'ARPA vennero create delle divisioni con l'obiettivo di finanziare ricerche nel campo dei computer e dell'informatica. Nell'ambito di tale divisione, un ex scienziato della NASA, Robert W. Taylor ebbe l'idea di creare una rete nazionale di computer in grado di dialogare fra di loro. Questo progetto divenne operante nel 1969 con il nome di Arpanet, antenato di internet e primo host (computer ospitante risorse collegato in linea) messo in linea. Sulla scia di ARPANET nacquero altre reti; verso la metà degli anni settanta l'ARPA si trovò a gestire tre reti separate (ARPANET, PRNET e SATNET), ciascuna delle quali caratterizzata da specifiche diverse, in termini di dimensione dei pacchetti, di velocità e tipologia di bande di trasmissione utilizzate.

La nascita di internet è connessa alla nascita di ARPA INTERNET, conseguenza naturale dello sviluppo di ARPANET, e alla progettazione del protocollo TCP/IP (1978) che la rese possibile. Il protocollo TCP/IP (Transmission Control Protocol/Internet Protocol) fu progettato da Vint Cerf e permette di controllare il flusso dei pacchetti e il loro recupero in caso di perdita; inoltre è in grado di trasferire e smistare pacchetti tra le diverse reti.

Nel 1983 il protocollo viene adottato come standard e comincia la diffusione dell'internet. 

La terza fase evolutiva del fenomeno new economy ha luogo con la svolta dei primi anni 90, dovuta allo scienziato inglese Time Berner Lee del laboratorio Cern di Ginevra, inventore del World Wide Web (origine della sigla "www"), cioè di quel sistema che permette di cliccare su parole o immagini sullo schermo del computer per seguire percorsi di informazione collegate. Tale innovazione si basa sul protocollo http (Hyper-Test Transfer Protocol) e sul linguaggio ipertestuale HTML (Hyper-Test Markup Language) 

Dieci anni fa Berner Lee mise a disposizione di tutti la sua invenzione, gratuitamente. Solo nel 1994-95 internet iniziò la sua metamorfosi diventando un fenomeno economico, grazie al lancio da parte della società Netscape del primo browser6 commerciale. Tale sistema di navigazione consente, cliccando l'indirizzo internet, di muoversi da un sito Web all'altro e di penetrare facilmente nei contenuti di questi ultimi. Da quel momento, esplose la terza ondata innovativa, la terza rivoluzione industriale trainata da internet.

L'epopea di Netscape e del suo fondatore Jim Clark, è una tipica storia di successo della Silicon Valley le cui caratteristiche salienti sono: velocità di diffusione al cambiamento ed euforia finanziaria. Dopo 18 mesi dalla sua fondazione, nell'agosto del 1995, Netscape entra in borsa con il suo primo collocamento di azioni, senza aver realizzato un dollaro di profitto e potendo esibire all'investitore solo perdite. Nel primo giorno di quotazione il valore del titolo salì da 12 a 48 dollari e dopo tre mesi ne valeva già 140. Da quel momento in poi il boom di internet si collega strettamente con quello della borsa, la velocità di arricchimento dei giovani protagonisti della New Economy diventa spettacolare.



1.2 PREMESSE SOCIOLOGICO ISTITUZIONALI


Alcuni studiosi hanno osservato che le grandi innovazioni tecnologiche, se costituiscono le premesse del fenomeno new economy, da sole non possono spiegare gli eccezionali effetti che ne sono derivati. Così hanno cercato di individuare le radici più profonde del fenomeno stesso.

La new economy, che non sta rivoluzionando il nostro modo di lavorare, di consumare, di informarci, e che conseguentemente sta trasformando i concetti di tempo, di spazio, e di valore; ha avuto origine negli Stati Uniti, e non altrove, perché ha trovato un ambiente culturale, legislativo, burocratico e fiscale molto favorevole all'iniziativa imprenditoriale e all'innovazione. Tra gli ingredienti che possiamo definire "liberisti", al primo posto si colloca l'apertura alla concorrenza internazionale promossa dalla politica USA. Nel 1992 infatti, Clinton apre le frontiere e crea un mercato unico per merci e capitali fra Stati Uniti, Canada e Messico (Nafta).

Un altro fattore "liberista" che si presta a fornire un supporto all'affermazione della new economy, è l'efficienza del mercato dei capitali americano, non solo rappresentato dalla Borsa, ma dal Venture Capital7, che quasi sempre è la prima fonte di finanziamento per le aziende neonate (start-up).

Il Venture Capital fa riferimento alle scelte di finanziamento degli investimenti; se il finanziatore intuisce che un progetto ha la possibilità di sviluppo e di crescita in un periodo di tempo limitato, frequentemente entra nel capitale societario con quote abbastanza elevate; poi, se il business cresce, l'imprenditore diventa socio di minoranza. A differenza del sistema bancario, il Venture Capital non offre credito, ma investe. Inoltre, non offre solo capitali e consulenza, ma entra anche nella gestione del progetto attraverso l'impiego di manager e amministratori.

Per quanto attiene alle componenti di natura sociologica invocate per spiegare il fenomeno new economy, il sociologo Manuel Castells,8 il più autorevole teorico della società dell'informazione ha individuato il retroterra etico ideologico su cui è germogliata la Silicon Valley, nella rottura libertaria avvenuta con la rivolta presessantottesca di Berkeley.

Nei movimenti autoritari della West Coast c'era, secondo Castells, il germe dell'individualismo imprenditoriale e della creatività esplosa nelle migliaia di aziende tecnologiche.

Tuttavia non si può affermare che la new economy sia solo figlia del liberismo americano.

Tra i fattori che ne hanno favorito la nascita, troviamo anche l'importante ruolo svolto dallo Stato attraverso le iniziative pubbliche: alcune amministrazioni hanno attuato l'esenzione fiscale sull'e-commerce, altre hanno reso disponibile finanziamenti in ricerca e sviluppo; in generale, le amministrazioni hanno provveduto a tutelare la concorrenza.

Una novità che non fu dovuta all'intervento del governo, ma che ha inciso profondamente sulle regole del gioco delle grandi aziende fu la cosiddetta "rivoluzione dei gli azionisti" .

Negli anni 80 la grande industria americana, assediata dalla concorrenza giapponese , sembrava in preda a un grave declino.

Il management delle aziende americane dovette riconvertirsi velocemente per migliorare l'efficienza, ridurre i costi, accelerare l'innovazione e recuperare competitività. Si arrivò così allo sviluppo dell'azionariato popolare che raggiunse il suo apice con le stock options. Con questo termine si fa riferimento a "opzioni per l'acquisto di azioni" di una società, che quest'ultima inserisce come parte integrante nella retribuzione. Man mano che queste opzioni si accumulano in busta paga, il lavoratore può esercitarle acquistando a condizioni convenienti titoli dell'impresa in cui lavora. Solitamente sono vincolati per un determinato periodo di tempo, e hanno lo scopo di premiare la fedeltà dei dipendenti e scoraggiare la fuga dei cervelli. Dapprima le opzioni sono estese solo ai vertici poi concesse a tutti i dipendenti. Il risultato è stato spettacolare.

Di fatto il boom di borsa degli anni '90 ha elargito ricchezze inaudite a tutto il personale delle aziende innovative; e ha beneficiato in particolare quanti avevano investito nel settore delle tecnologie informatiche, contribuendo a creare quel circuito virtuoso di crescita della new economy.



1.3 ALCUNI DATI SULLA RETE NEL MONDO.


Anche se quella sulla new economy è una realtà in continua espansione, alcune valutazioni numeriche possono essere utili per inquadrare le dimensioni e l'evoluzione del sistema.

Sono riportati qui di seguito dati relativi al fenomeno su scala mondiale ed europea; successivamente ho riferito alcuni risultati di ricerche dedicate specificatamente alla situazione italiana.


1.3.1 L'INTERNET NEL MONDO


La tabella che segue riassume l'andamento di internet dal 1995 al 20019; il dato quantitativo è rappresentato dal numero di host


Crescita dell'internet nel mondo (1995-2001)


Numero di host

% di crescita



semestrale

annuale

Gennaio 1995



Luglio 1995




Gennaio 1996




Luglio 1996




Gennaio 1997




Luglio 1997




Gennaio 1998




Luglio 1998




Gennaio 1999




Luglio 1999




Gennaio 2000




Luglio 2000






Gennaio 2001





Con l'aumentare delle quantità, le percentuali di aumento sono progressivamente diminuite fino al 1997. Dal 1999 sembrava essersi innescata una nuova accelerazione, ma ci sono ancora segni di discontinuità. La crescita è sempre veloce, ma continuano a non essere rilevabili elementi che permettono di tracciare una curva coerente.


La tabella che segue analizza i dati per i 35 paesi (su 240) con più di 100.000 host internet.


Host internet in 35 paesi


Numero di host

Dicembre


Variazione


in un anno


su

totale



Per


abitanti

Stati Uniti




Giappone





Canada





Gran Bretagna





Germania





Italia





Olanda





Australia





Francia





Taiwan





Brasile





Finlandia





Svezia





Spagna





Messico





Norvegia





Austria





Corea del Sud





Svizzera





Danimarca





Belgio





Polonia





Nuova Zelanda





Russia







Argentina





Hong Kong





Sudafrica





Israele





Portogallo





Singapore





Rep. Ceca





Ungheria





Irlanda





Grecia





Turchia





Totale






La tabella, mostra i notevoli progressi in alcuni paesi dell'Asia, dell'America Latina, e di alcuni paesi europei, fra cui l'Italia. Anche sé per ora e bene prendere in considerazione questo dato con prudenza, la situazione dell'Italia è molto migliorata rispetto al passato. Finora solo 10 paesi al mondo hanno superato il milione di host internet. La novità è che fra questi ora c'è l'Italia.

C'è un'altra realtà culturale con più di un milione di host: è la comunità di lingua spagnola (se si tenesse conto delle culture "ispaniche" negli Stai Uniti avrebbe un'attività on line superiore a quella della Gran Bretagna e della Germania).

Nei due più grandi paesi del mondo l'uso dell'internet è ancora molto limitato. In Cina c'è stata una forte percentuale di incremento (su una base di partenza molto piccola) negli anni precedenti; ma ora si rileva una crescita inferiore alla media mondiale. La penetrazione rispetto alla popolazione è inferiore allo 0,1 per mille. In India nonostante l'impegno per una più ampia diffusione della rete, ci sono soltanto 36.000 host internet, con una penetrazione dello 0,04 o 0,05 per mille. La situazione non è migliore nel resto del "subcontinente " Indiano.

La Francia nonostante la conversione da minitel all'internet, non ha ancora superato l'Olanda; nel medio lungo periodo il sorpasso sarà inevitabile, anche se l'Olanda ha una crescita molto forte che l'ha portata a livelli di densità simili ai paesi scandinavi.



1.3.2 INTERNET IN EUROPA



I dati Europei si basano sulle statistiche pubblicate ogni mese da RIPE, (Rèsaux IP Europeèns); ed i dati qui esposti sono aggiornati in base alle statistiche del marzo 2001


La tabella che segue mostra i dati di 28 paesi (su 90) dell'area Europa-Mediterraneo-Medio Oriente, con più di 40.000 host internet.



Num.di host

Marzo 2001

Variazione %

In un anno

% su

"Europa"

Per

1000 abitanti

Gran Bretagna





Germania





Olanda





Italia





Francia





Finlandia





Svezia





Spagna





Austria





Norvegia





Svizzera





Danimarca





Polonia







Belgio





Russia





Israele





Portogallo





Repubblica Ceca





Ungheria





Grecia





Irlanda





Turchia





Romania





Islanda





Estonia





Emirati Arabi





Slovacchia





Ucraina





Unione Europea





"Europa"






Ci sono delle differenze molto forti all'interno dell'Europa. L'Unione Europea, con meno di metà della popolazione, ha otto decimi dell'internet nell'area Europa- Mediterraneo- Medio Oriente. Alla fine del 1999 e all'inizio del 2000 si era rivelata una forte crescita in Francia (dovuta in gran parte dalla conversione dal vecchio minitel all'internet), ma nei periodi successivi mancano, almeno per ora, conferme di questa tendenza.

Notevole, lo sviluppo della rete in Austria. Anche in paesi ad altissima densità, come la Finlandia, la Svezia, e l'Islanda, la crescita continua. È evidente che anche dove il livello di attività in rete è più alto non si è raggiunto un livello di "saturazione". Nell'area mediterranea c'è una notevole crescita del Portogallo e della Grecia. Fra i paesi dell'Europa orientale il più dinamico è la Polonia.

Finora cinque paesi in Europa (e altri cinque nel resto del mondo) hanno superato il milione di host interent. La novità è che ora fra questi c'è anche l'Italia. La posizione dell'Italia è molto migliorata: finalmente ha superato la media europea e ha raggiunto un livello di densità simile a quello della Germania e della Francia.




1.4 GLI ITALIANI E LA RETE


Le statistiche internazionali ed europee di fine 2000 e inizio 2001 evidenziano la notevole crescita dell'hostcount13 italiano.


Il grafico che segue mostra l'andamento di crescita dell'hostcount italiano come percentuale dell'Italia rispetto al totale mondiale.


Host internet italiani come % del totale mondiale


Per alcuni anni la crescita dell'internet in Italia ha avuto uno sviluppo analogo alla media mondiale. Dopo una leggera crescita nel 1997, rimaneva quasi costante la percentuale dell'Italia rispetto al totale (fra 0,8 e 0,9%). Nel secondo semestre del 1999 e nell'anno 2000 c'è stato un notevole cambiamento. Intorno alla metà del 2000 l'Italia ha superato il milione di host, collocandosi fra i primi dieci paesi del mondo per attività in rete.




Importante, per capire l'evoluzione del fenomeno internet, è l'analisi delle categorie demografiche. Le valutazioni quantitative sono desunte dall'analisi Eurisko, precisamente quelle dell'ultimo aggiornamento, risalente all'ottobre 2000.


Uso dell'internet da casa

Numeri in migliaia


Se tutte le persone che hanno un collegamento all'internet in casa lo usassero, il numero di "utenti domestici" della rete aumenterebbe del 63%. Se tutte le persone che hanno un computer in casa si collegassero all' internet, l'aumento sarebbe del 263%. Non è difficile immaginare che ci sia una situazione analoga anche nei collegamenti dai luoghi di lavoro. Ciò che servirebbe davvero in questa situazione, è la diffusione di una più seria cultura della rete, che la renda interessante per chi non la usa; un miglioramento della qualità reale dei servizi on line; e un'informazione corretta sul fatto che per collegarsi non occorre aver un computer di tipo particolare o di potenza elevata.





Vediamo ora la situazione per grandi aree geografiche.


Utenti internet per grandi aree geografiche

Percentuali

La situazione risulta cambiata, ma non molto, rispetto all'anno precedente. C'è un parziale miglioramento delle isole e dell'Italia meridionale. Dai dati di altre ricerche risulta una tendenza verso un maggiore equilibrio.


Ci sono forti differenze in base all'età.



Utenti internet per età

Percentuali

Si conferma un afflusso di giovani. Secondo questa ricerca ci sarebbe, nell'ultimo periodo, una particolare crescita fra gli adolescenti (14-17 anni); ma il dato è incerto perché il segmento è piccolo e l'errore statistico potrebbe essere rilevante. Secondo questa analisi il segmento tradizionalmente più forte (25-45 anni) sarebbe ora solo metà del totale. Debole ancora la presenza degli anziani; secondo questa ricerca ci sarebbe un aumento nella fascia fra i 54 e i 64 anni.


Utenti internet per livello scolastico

Percentuali

L'uso di internet come è ovvio, rimane concentrato verso i livelli più alti d'istruzione; ma è aumentata notevolmente la diffusione della rete fra le persone che hanno un titolo di scuola medio superiore o inferiore. C'è tuttavia una differenza nell'intensità d'uso: fra le persone che dicono di essersi collegate "negli ultimi sette giorni", è più forte il predominio di quelle laureate o con un titolo di scuola superiore.






Utenti internet in base al reddito

Percentuali

I dati sui nuovi accessi segnalano una crescita del numero di utenti con reddito medio o medio basso. Non siamo al livello di popolarità della rete raggiunto negli Stati Uniti e in altri paesi, ma le barriere di reddito si stanno attenuando, quale elemento di esclusione delle fasce più deboli.



Utenti internet per tipo di attività

Percentuali



In questo caso abbiamo la conferma di un allargamento nell'uso della rete a categorie più ampie, con un'ulteriore crescita di impiegati e insegnanti. Non risulta da questa ricerca quella crescente presenza di casalinghe che è segnalata da altre indagini. Una quota alta di persone on line fra i "non occupati" può essere in parte spiegata dalla presenza di giovani in cerca del primo impiego.


In conclusione si può dire che l'internet in Italia non è ancora "per tutti", ma non è: "più per pochi", e c'è una tendenza solida e costante a un uso sempre più diffuso della rete.



Federico Rampini, New economy. Una rivoluzione in corso, Editori Laterza 2000, pag. 10

James Fallows in Billion Dollar Babies in "The New York Review of Books", 16 dicembre 1999

Kleinrock L. (1961), "Information Flows in Large Communication Net. Proposal for a Ph.D. Thesis", Massachusetts Institute of Tecnology, Research Laboratory of Elettronics

Robert Taylor in "An internet Pioneer Ponders the Next Revolution" in the New York Times, 20 dicembre 1999

Fabrizio Perretti, L'Economia di Internet, Etas 2000, pag. 27


Software con cui si esplora il www. Esplora le pagine web, in Inglese vuol dire "sfogliare"

Carlo De Benedetti, L'avventura Della Nuova Economia, Longanesi Milano 2000 

Manuel Castells, The Information Age: Economy, Society and Culture.

https://www.isc.org/ds ultimo rapporto è stato pubblicato nel marzo 2001

Gli host internet sono "indirizzi IP", cioè nodi connessi alla rete. Il dato di hostcount è un indice rilevante del livello di attività nell'utilizzo della rete.

https://www.gandalf.it/coltiv/

https://www.gandalf.it/coltiv/Dati in Europa

Per hostcount si intende un calcolo del numero di host internet, suddivisi per paese.






Privacy




});

Articolo informazione


Hits: 11094
Apprezzato: scheda appunto

Commentare questo articolo:

Non sei registrato
Devi essere registrato per commentare

ISCRIVITI



Copiare il codice

nella pagina web del tuo sito.


Copyright InfTub.com 2024