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Privatizzazione di Alitalia

economia



Privatizzazione di Alitalia

A fine 2006 il governo Prodi decide di cedere la compagnia, vendendo il 30,1% (poi innalzato al 39,9%) del capitale azionario, facendo così scattare l'obbligatorietà dell'OPA per il nuovo compratore. La gara però, dopo otto mesi, fallisce per il ritiro progressivo di tutti i concorrenti. Tra i partecipanti alla gara i pretendenti più autorevoli erano AP Holding di Carlo Toto (Holding che controlla Air One), Texas Pacific Group (fondo americano che ha già lavorato nel rilancio di Continental Airlines e Ryanair) e la compagnia russa Aeroflot.



Il 1 agosto 2007 il presidente Libonati si dimette a pochi mesi dall'incarico ricevuto e il Ministero dell'Economia e delle Finanze designa come successore Maurizio Prato, a cui vengono delegati pieni poteri per la gestione aziendale e l'individuazione del percorso per proseguire con la privatizzazione.

Nel successivo consiglio di amministrazione del 30 agosto viene approvato il piano di &qu 444c26e ot;sopravvivenza" 2008/2010 che prevede il ritorno ad un unico hub (Roma Fiumicino) e il conseguente drastico ridimensionamento della base di Malpensa. Decisione molto contestata dai vertici istituzionali lombardi e che nei mesi a seguire comporterà l'avvio di una causa civile da parte della SEA, con richiesta di un risarcimento danni per 1,25 miliardi di euro.

Al secondo tentativo di privatizzazione manifestano interesse Air France-KLM (partner di Alitalia in SkyTeam), Lufthansa, AP Holding (controllante di Air One), Aeroflot, e una cordata con rappresentante legale Antonio Baldassarre (già amministratore delegato della RAI durante il secondo governo Berlusconi).

Il 21 dicembre il cda Alitalia individua in Air France-KLM l'interlocutore con cui avviare una trattativa in esclusiva. . Scelta avallata, una settimana più tardi, anche dall'azionista principale. .

Il 15 marzo , Alitalia accetta l'offerta vincolante di Air France-KLM che prevede un'offerta pubblica di scambio sul 100% delle azioni di Alitalia con una permuta di 160 azioni Alitalia per ogni azione Air France-KLM e un'offerta pubblica di acquisto sul 100% delle obbligazioni convertibili Alitalia. Il valore dell'offerta sarà di 1.7 miliardi di euro e comprende la ricapitalizzazione di 1 miliardo, 138.5 milioni per l'acquisto delle azioni Alitalia, valutate singolarmente 0.099 euro, e 608 milioni per le obbligazioni convertibili. L'offerta è vincolata da una serie di condizioni, tra cui: il raggiungimento di un accordo con i sindacati, l'impegno scritto del governo a mantenere il portafoglio dei diritti di traffico di Alitalia, la sottoscrizione di un accordo con Aeroporti di Roma sui livelli di servizio necessari per l'attuazione del Business Plan 2008-2010, un accordo con Fintecna e Alitalia Servizi che preveda il rientro in Alitalia di attività come la manutenzione e il ground-handling e la rinegoziazione di alcune clausole dei contratti di servizio, il ritiro del contenzioso in essere con la SEA. Tutte condizioni che si devono risolvere entro il 31 marzo 2008. Alitalia manterrà però un ruolo autonomo, identità italiana e proprio marchio, logo e livrea. Si prevedono tra l'altro esuberi per 2100 unità(solo per az servizi). Se il ministero dell'Economia aderirà all'offerta, lo stato italiano avrà una quota dell'1,4% nel capitale del gruppo franco-olandese e un consigliere italiano indicato dal MEF per sei anni nel CdA di Alitalia. La flotta Alitalia si ridurrà a 149 aerei. Il nuovo gruppo si baserà su tre hub, Amsterdam, Parigi e Roma.

Il 2 aprile Maurizio Prato si dimette a causa del mancato accordo con le parti sociali. Questa decisione, anche a seguito delle dichiarazioni di Silvio Berlusconi relative ad un suo possibile rifiuto a proseguire l'accordo in caso di una sua nuova elezione a Palazzo Chigi giudicando l'offerta una svendita, nonché per la contrarietà di esponenti dello stesso governo Prodi come Di Pietro (che giudica l'offerta di Air France "umiliante" e "dannosa per il Paese") , Rifondazione Comunista, i Verdi, o i Comunisti Italiani, porta il 21 aprile il presidente francese Jean-Cyril Spinetta ad annunciare il ritiro dell'offerta di acquisto di Air France-KLM.

Il giorno dopo il Consiglio dei ministri approva un decreto legge che concede un prestito ad Alitalia di 300 milioni da restituire entro il 31 dicembre. Iniziativa contestata dalla Commissione Europea che ravvisa degli illeciti aiuti di stato. Il dossier è seguito dal commissario ai Trasporti Antonio Tajani. Il 21 maggio, il Governo Berlusconi IV converte il prestito ponte in patrimonio netto per la società .

Il governo e la compagnia affidano un ruolo di advisor a Intesa Sanpaolo affinché individui il percorso da seguire per una nuova iniziativa di privatizzazione. Secondo ampie anticipazioni di stampa, il progetto allo studio della banca prevederebbe il ricorso al commissariamento (legge Marzano) e successiva fusione con Air One. Il mandato dell'istituto di credito scadrà a metà agosto. Il 30 luglio il piano Fenice dell'advisor viene discusso dal CdA della compagnia aerea. Il progetto prevede la costituzione di una new-co., dove far confluire una parte della vecchia compagnia. Il numero di esuberi sarebbe pari a 3250 unità. Nella nuova società confluirebbe anche Ap Hoding S.p.A. la società del Gruppo Toto che controlla Air One.



Dichiarazione di insolvenza e commissariamento [modifica]

A fine agosto il Consiglio di Amministrazione della compagnia si riunisce per esaminare la situazione finanziaria. Vengono comunicati i dati di cassa aggiornati a luglio, non viene approvata la semestrale. Dopo un'analisi sulle recentissime modifiche introdotte dal governo alla Legge Marzano, il CdA chiede la dichiarazione di insolvenza al Tribunale di Roma.

La sentenza viene ottenuta pochi giorni dopo. Nel frattempo la compagnia passa in amministrazione straordinaria e viene nominato Augusto Fantozzi commissario della compagnia.

La sera di lunedì 1 settembre la startup Compagnia Aerea Italiana, guidata da Roberto Colaninno, recapita al commissario un'offerta per l'acquisizione di assets da Alitalia S.p.A. dando inizio ad una una lunga trattativa tra la CAI, il Governo e i sindacati. Il 18 settembre, nonostante l'assenso di CISL, UIL e UGL, ma a seguito del rifiuto della CGIL e dei sindacati di piloti e assistenti di volo a controfirmare il contratto proposto, l'assemblea dei soci CAI ritira l'offerta d'acquisto.

C'è stato in proposito uno scambio di accuse: in particolare, il leader della CISL Bonanni ha accusato la CGIL di doppiezza e tatticismi, perché questa in un primo tempo avrebbe dato il suo assenso all'accordo stipulato con Colaninno, ma poi avrebbe scelto di mettersi dalla parte delle sigle corporative dei piloti, firmando con loro un documento anziché restare alleata delle altre sigle confederali. Anche Luigi Angeletti della UIL, pur non riferendosi esplicitamente al comportamento della CGIL, ha dichiarato che mentre l'azienda Alitalia è morta, qualche suo collega del sindacato si accingerebbe a «fare il becchino». Le accuse più pesanti sono venute poi dagli esponenti del governo: secondo Berlusconi, dietro l'atteggiamento ambivalente della CGIL ci sarebbero interessi politici vicini al PD, il quale, avendo intravisto un possibile esito positivo della vicenda, avrebbe cominciato a cercare di far fallire la trattativa per danneggiare l'immagine del suo governo; e ha ribadito che una volta fallita la soluzione prospettata dalla CAI, non ci sarebbero più altre vie che il fallimento, con il conseguente licenziamento di circa 20.000 dipendenti di cui la CGIL sarebbe chiamata ad assumersi la responsabilità. Il PD, per parte sua, ha respinto l'accusa di aver fatto pressione sulla CGIL; l'ex-ministro Bersani ha inoltre tenuto a precisare di non poter assolvere Epifani e la CGIL per come si è comportata nella vicenda.

Il 22 settembre, il commissario Fantozzi pubblica un nuovo bando per l'acquisto di Alitalia su tre quotidiani italiani e sul sito Internet della compagnia: c'è tempo fino al 30 settembre per le offerte. Il 29 settembre 2008 tutte le sigle sindacali di tutti i lavoratori della compagnia aerea hanno firmato l'intesa che permetterà dal primo novembre 2008 la gestione della società alla Cai. Un partner estero entrerà sicuramente nella società con una quota minoritaria, ancora non si sa se sarà Air France o Lufthansa.







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