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ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE

economia





ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE




Martedì 3 ottobre

IMPRESA: strumento in base ad un soggetto (imprenditore, colui che crea e gestisce per svolgere una certa attività economica), con il fine della massimizzazione del profitto (parte del guadagno in mano all’imprenditore.

RAZIONALITA’ ASSOLUTA: capacità di poter scegliere in base ad una finalità singola.

RAZIONALITA’ INTERSOGGETTIVA: si sceglie in base alla finalità di più soggetti.

Questi soggetti sono ad esempio i finanziatori, i fornitori, lo stato.

Mercoledì 4 ottobre

Esistono altri soggetti che hanno interessi nell’azienda.




DEBITORI

DIPENDENTI

CLIENTI

CONCORRENZA

Molto spesso sono il clienti

Vorrebbero la massima durata dell’azienda

Fondamentali per l’impresa

I loro interessi si adattano ai nostri per sfruttare il mercato il più poss.

Interessi non in linea con l’azienda

Interessi simili a quelli dell’imprenditore

Interessi in linea con l’imprenditore

Vorrebbero che fallisse

Vorrebbero un minor prezzo per una > quantità













TUTTI QUESTI SOGGETTI E GLI ALTRI SOGGETTI PORTATORI DI INTERESSI SONO CHIAMATI STAKE-HOLDER.


Questi stake-holder posson variare nel tempo.

ES. impresa lapidea: questa impresa era situata sul fine a scaricare i propri scarti in esso. Il WWF, altro possibile SH con varie manifestazioni é riuscito a far spostare l’impresa lapidea in una locazione distante da ogni sbocco naturale. In questo modo il WWF non é più uno SH dell’azienda. 929i81j


RAZIONALITA’ LIMITATA. Visto e considerato il fatto che i fattori da tenere in conto sono moltissimi, non ha più senso parlare di decisioni ottimizzanti, cioè di scelte migliori di altre) é più corretto parlare di decisioni soddisfacentistiche.


L’impresa, quindi, non é più rappresentata da un solo soggetto (imprenditore) ma si può definire come un SISTEMA (insieme di parti che interagiscono tra loro)

Questo sistema funziona attraverso la ROUTINE, un modo di comportarsi costante nel tempo.


VANTAGGI delle ROUTINE:

riducono l’incertezza (risparmio tempo per risolvere i problemi);

riducono i conflitti (ognuno ha il suo ruolo consolidato);

diventano la storia  dell’impresa (es. GIOVANNI RANA).

SVANTAGGI delle ROUTINE:

burocrazia, sia nelle imprese pubbliche che nelle private;

rendono pesante l’impresa se di grandi dimensioni (burocrazia).


Abbiamo quindi scoperto che la prima caratteristica dell’impresa é rappresentata dalla ROUTINE, la seconda é invece rappresentata dalla continua crescita, o meglio dalla tendenza di crescita dell’imprenditore.

Abbiamo anche appena accennato che più l’impresa é grande più la ROUTINE la appesantisce, quindi c’é conflitto tra queste e le prime.



Martedì 10 ottobre


Il profitto è ciò che rimane all’imprenditore e al socio (ricavi-costi).

Il valore è ciò che crea un impresa in termini di sviluppo.

Esempio: FIAT ha mosso l’economia del paese, creato posti di lavoro.

Questo valore si può anche monetizzare con la borsa.


LA TEORIA DELLA CRESCITA DIMENSIONALE


Cosa vuol dire crescere?

Cos’è la dimensione dell’impresa?


I parametri sono divisi in 4 categorie:


economici

tecnici

patrimoniali

organizzativi


PARAMETRO ECONOMICO


IL FATTURATO.


Rappresenta il ricavo totale dell’azienda, il ricavo = prezzo di vendita *quantità vendute.

E’ un indicatore molto usato perché semplice e facile da calcolare (vedi pubblicazione), però ha dei grossi limiti.

E’ in generale riferito all’anno, ed ha senso una distribuzione temporale di questo genere?

ES: imprese che hanno un’attività strettamente legata ad una stagionalità (vedi BAULI che fa il bilancio dal 1/7 al 31/06).


1°LIMITE


Non posso confrontare bilanci di una compagnia che registra il fatturato in un periodo differente.


ES: compagnie aeree il giorno 11 settembre.

Va bene come indicatore sempre se si riferisce allo stesso tempo di fatturazione.

ES: “L’autogerma” è l’azienda più grossa di Verona per fatturato, ma l’azienda effettivamente pìù grande è l’AIA, perché con un auto come la golf si guadagnano 40.000 euro ma quanti polli devo vendere per raggiungere la stessa cifra?


Non e’ detto che chi abbia il fatturato più grande sia effettivamente l’azienda più grande!


2°LIMITE


Con il fatturato non si possono confrontare aziende che operano in settori differenti.

Ora confrontiamo due aziende che operano nello stesso settore (televisioni), una che produce e vende (rossi) e l’altra che importa e vende (verdi). La più grande sarà quella che produce, perché necessita più cose, disegno, progettazione, ecc .

Quindi a livello di creare valore é sicuramente più grande.

Il valore aggiunto ti dice quanto ha aggiunto rispetto all’acquisto di beni e servizi dall’esterno.

VALORE AGGIUNTO: é un valore molto costoso e complicato da estrarre, per questo poco usato.


PARAMETRO TECNICO


PRODUZIONE REALIZZATA.


ES: agenzia di viaggi che produce biglietti per Verona - Napoli ma vende anche servizi e i servizi non sono standardizzabili. Quando eroghi servizi dei guardare la qualità (2 McDonald con tipologie di clienti differenti), quindi non posso usarlo con le aziende di servizi.

“AIA” nel periodo dell’aviaria utilizzando questo criterio sarebbe risultata una piccola azienda.


POTENZIALITA’ PRODUTTIVA.


Su questo posso valutare le dimensioni dell’azienda. 929i81j

Solitamente la capacità che si conosce é la capacità nominale o teorica, che é ben diversa dalla capacità produttiva effettiva.

ES: una stampante che stampa un tot di fogli per minuto poi ne stampa meno per un utilizzo di differente carta o layout.


La capacità produttiva é un dato utile purché sia considerata la effettiva e non la nominale.


PARAMETRO PATRIMONIALE


CAPITALE SOCIALE.


Il Capitale Sociale é una quota versata dai soci dell’impresa (in denaro).


Problemi: confronti con aziende che non sono di settori omogenei e può capitare anche con aziende di settori omogenei, nelle quali alcune hanno un limite di capitale sociale (particolare forma giuridica).

E’ molto importante per le compagnie assicurative per le quali é obbligatorio renderlo pubblico, perché il CS é “garanzia” di copertura dei sinistri effettuati dall’assicurato (bisogna però calcolare la possibilità di coprire allo stesso momento un tot di sinistri).


L’indicatore CS é il meno utilizzabile anche quando é obbligatorio renderlo pubblico per legge a tutela dei clienti.


PARAMETRO ORGANIZZATIVO


Numero dei dipendenti.


Gli addetti considerati dall’ISTAT sono solo quelli con contratto a tempo indeterminato, che sono un 1%, saltando i contratti atipici.



Mercoledì 11 ottobre


ES: Microsoft, se muoiono 500 persone però questi ultimi sono i manager, viene a mancare completamente l’intera azienda.

La risorsa più importante sono le persone che compongono l’azienda e le idee che hanno avuto.


ES: “Goratex”, produce materiali per tetti isolanti, uno dei suoi dipendenti ha la brillante idea di utilizzarli per produrre tute da sci, cosa c’era di tangibile? Nulla, mancava la fiducia.

Oggi si pubblicizza più la marca che il prodotto in sé per creare fiducia nel consumatore.


CARATTERISTICHE DELLE RISORSE INTANGIBILI


SONO SEDIMENTABILI: si accumulano un po’ alla volta.

Sedimentabilità delle risorse.

ES: “Mulino Bianco”, fiducia nei consumatori nelle cose sane.


UNICITA’: sono uniche, si accumulano nel tempo e la rendono differente dalle altre.


DIFFICILMENTE ACQUISTABILI DALL’ESTERNO.

ES: distretto di calzetteria femminile di Brescia, “Filodoro” viene acquistata da un gruppo americano però i soci se ne sono andati e ha perso quote di mercato anno dopo anno, perché i soci dopo 5 anni hanno fatto concorrenza ma soprattutto sono venute a mancare le risorse intangibili.


NON SI POSSONO COPIARE: si può copiare un prodotto ma nessuna o quasi é diventata più importante delle altre (a parte il caso IBM, l’esempio della routine, perché non ha giocato bene con le risorse intangibili.


MOLTEPLICITA’ D’USO: le posso utilizzare in più modi.

ES: pastificio “RANA”, ha allargato la sua produzione (con sughi ecc.) perché si é fidata del suo marchio e delle risorse intangibili producendo qualcosa di simile al prodotto principale.

Problema: alcune aziende sfruttandolo hanno fallito. ES: “NIKON”, produceva reflex, macchine costose e si lancia nel mercato delle automatiche con la “CANON” non vendendole e perdendo vendite anche per le reflex, perché non si é preoccupato che il consumatore pensasse che al ribasso dei prezzi corrispondesse un ribasso di qualità.


TRASFERIBILITA’: il marchio lo posso sfruttare per creare gadget che possono essere una rendita incredibile (“FERRARI”). Per il marchio c’é un margine di guadagno su quei prodotti molto alto.

Nel caso lo facesse un azienda idraulica lo regalerebbe a fine pubblicitario.


DEPERIBILITA’: non rimane a vita ma la devo alimentare (motivare, professionisti). ES: “MERCEDES” i manager pensano ad un'altra auto, la classe A, ma producendo un utilitaria gli imprenditori compreranno ancora la berlina? Hanno rischiato ma avuto successo a differenza della nikon perché l’hanno lanciata ad un prezzo maggiore delle altre utilitarie.

Pericolo: non devo sfruttarlo troppo perché i consumatori si possono accorgere.

ES: “TIMBERLAND” e “LUMBERJACK”, la prima aveva credenziali maggiori finché non é uscito un articolo di comparazione dichiarando i due prodotti completamente identici.


INCREMENTABILITA’: si accumulano strada facendo.

Le risorse intangibili sono sicuramente più importanti delle risorse tangibili (capitali ecc.) e a capo vi sono le persone.


DIFFERENZA TRA IMPRENDITORE E MANAGER

L’imprenditore é il soggetto economico dell’impresa, colui che ha le idee, l’innovatore; il manager é il razionalista.


La produttività é l’espressione in termini tecnici di efficienza. L’efficienza in termini economici si chiama ECONOMICITA’.


Lunedì 16 ottobre


IMPRESE DI SERVIZI


Bacino di utenza: si guarda qual’é quello che consente una ragionevole raggiungibilità del negozio (es. IKEA).

Il bacino é tanto più ampio quanto più vendo un prodotto che non é di uso quotidiano (es. OUTLET). E’ allargabile quando non é facilmente ritrovabile, questo tipo di negozi sono però vicini a dei collegamenti importanti (es. casello).


IMPRESE DI PRODOTTI


Normalmente si considerano 3 fattori:


agglomerativo

naturali

correttivi


DI TIPO NATURALE

Hanno avuto il ruolo più importante (es. le città che stavano sui fiumi), sono quei fattori che hanno a che fare con la disponibilità di risorse in natura (materie prime).

es. in Verona la produzione di lattine della COCA COLA.

es2. piastrelle di ceramica vicino a miniere di argilla.


Mercoledì 17 ottobre


BACINO DI UTENZA: area all’interno della quale vado ad attrarre i clienti.


RICAVI: R = P*Qv (prezzo per quantità)

RICAVI – COSTI: R-C = utile diverso dal profitto.

PROFITTO: ciò che l’imprenditore si tiene per sé (più piccolo componente dell’utile.


GRAFICO


Prezzo: coefficiente angolare della retta.












Esempio: azienda che vende bulloni












Esempio: azienda GOLF automobili















Nella realtà la retta dei ricavi é una retta?

Abbasso il prezzo nell’esempio dei diari.












No. Ad un certo punto subisce una variazione.


I COSTI


Sono ciò che devo spendere per raggiungere una certa capacità produttiva.

Si dividono in:

COSTI FISSI: non variano al variare della quantità prodotta (es.affitto)

COSTI VARIABILI: cambiano al variare della quantità prodotta.


Ci sono poi dei costi che é difficile dire se siano variabili o fissi: COSTI SEMIFISSI (più fissi che variabili) e COSTI SEMIVARIABILI (più variabili che fissi).


COSTI FISSI


Esempio: il personale, breve periodo (fisso, lungo) e lungo periodo (variabile).












Ct = Cf + Cv


COSTI VARIABILI

Coefficiente angolare: costo variabile unitario (possono cambiare i prezzi delle materie prime)







LEGGE DEI RENDIMENTI CRESCENTI E DECRESCENTI (GRAFICO REALE)












Aumentata la produzione il costo aumenta in maniera meno che proporzionale.


COSTI TOTALI – DIAGRAMMA DI REDDITIVITA’












Mercoledì 18 ottobre


Ct = R (BREAK EVEN POINT)

Cf + Cv = R

Cf + (Qpr * Cvunitario) = (Q * Pr)

(Q*Cvunit.)-(Q*P) = -Cf

Q* (P-Cvunit.) = Cf


Q = Cf/ (P-Cvunit.)


MARGINE DI SICUREZZA: di quanto può diminuire la produzione senza che io vada sotto la quantità di equilibrio e io perda.


MS = (Qx-Qe)/Qx


Qx

Qe

MS = (100-90)/100 = 10%


Posso diminuire un 10% in meno senza andare in perdita.


Qx = 100

Qe = 60

MS = (100-60)/100 = 40% ps. Preferibile al 10%












Come posso ottenere un Qe più basso? Diminuendo i CF.


Alzo CF e diminuisco CV, se supero il QE guadagno per le quantità prodotte molto di più.

L’ aumento del CF aumenta il Qe



ELASTICITA’ E FLESSIBILITA’


Un impresa che aumenta i costi fissi é un impresa rigida.


L’elasticità é di quanto posso cambiare la quantità prodotta senza ripercussioni sui costi medi unitari.


La flessibilità quanto al variare della qualità/prodotto non subisce riflessi negativi sul costo medio unitario (es.BENETTON)


Sono entrambe il contrario da una impresa rigida da un punto di vista qualitativo e quantitativo, l’ideale sarebbe elastico e flessibile con un aumento del QE (crescendo lo sviluppo dimensionale).

Ad un certo punto il QE troppo alto diventa un rischio troppo grande.


LEVA ECONOMICO/OPERATIVA: leva che posso usare per moltiplicare la forza.


LEVA FINANZIARIA


RO 15% (reddito operativo)

I 7%






Ma  se la banca aumenta gli interessi, ad esempio un 11% il ricavo sarà del 4%, cioè la metà di prima.

Da un punto di vista finanziario, conviene investire di più ma funziona come leva finché il costo di provvista del denaro sta sotto al rendimento del denaro.

SPREAD” BX = 4%

Spread: differenza tra redditività e costo.


LEVA ECONOMICA: mi consente di moltiplicare il guadagno attraverso l’aumento dei costi fissi.


LA VALUTAZIONE DEGLI INVESTIMENTI


Dobbiamo andare alla ricerca delle logiche ottimizzanti che mi massimizzano la redditività: (R-C)/costo di investimento.


Quando ciò che frutta é maggiore a quello che é costato.

Cos’é un investimento? Un impiego di denaro finalizzato ad un guadagno in un arco temporale lungo (medio-lungo). Il risultato del quale deve derivare dalla vendita dei prodotti o dei servizi che quell’investimento mi permette di realizzare.


(P-C)/I



Lunedì 23 ottobre


Un investimento in corso di formazione è un investimento industriale.

Gli investimenti industriali sono classificabili in:


PICO

CICO

PIPO

CIPO


P = point; C = continuous; I = input; O = output


PICO


Io impiego dei soldi in un momento preciso e in modo puntuale, per un ritorno di denaro in più momenti futuri.

ES: tipico investimento industriale, perché spendo dei soldi all’inizio che ritornano quando inizio a vendere.


CICO


Impiego di denaro per un periodo continuato e per un ritorno di denaro in un periodo continuativo.

ES: la pensione, verso i contributi all’INPS E questo istituto di previdenza me li ritorna tramite la pensione un tot al mese.

Può essere utilizzato come investimento industriale? No perché non permette di avere un ritorno economico di quello che ho acquistato.


PARENTESI: nel caso di un pagamento a rate di un investimento industriale? Tutti i soldi che spendo verranno ricondotti ad un momento preciso.


PIPO


Impiego in un momento preciso per un ritorno in un momento preciso nel futuro.

ES: fondo.


CIPO


Investo in maniera continuativa per un ritorno in un momento preciso.

ES: obbligazioni.


A noi interessano solamente i PICO.


QUESTIONI OPERATIVE DI SCAMBIO DI RICCHEZZA ATTUALE CONTRO RICCHEZZA FUTURA


Si possono seguire dei MODELLI ARITMETICI o dei MODELLI FINANZIARI.

I MODELLI ARITMETICI non tengono conto del fattore tempo, al contrario di quelli FINANZIARI. Con i modelli aritmetici dispongo immediatamente del denaro in maniera certa.


ES. MODELLO ARITMETICO

Spendo -100

Guad. +101

Non è conveniente perché bisogna per esempio tener conto dell’inflazione.


Utilizzando i modelli aritmetici scambio la ricchezza attuale con la futura senza guardare agli effetti temporali.


Ci sono tre modi per CALCOLARE IL COSTO del trasporto del denaro:


APPLICANDO DELLE FORME .

CALCOLATRICE FINANZIARIA

TABELLE DI ATTUALIZZAZIONE


Ipotesi: un investimento di un anno di 100 con un ritorno di 100, costo del denaro pari al 10%.

Guardo la tabella e il tasso è di 0.9091

100*0.9091=90.91 $ quindi fra un anno non è conveniente

In due anni: 100*0.8264+100*0.9091= 173.55 è conveniente perché maggiore di 100 (investimento iniziale).


COME DETERMINO IL TASSO DEL COSTO DEL DENARO (CTD)?


Il CTD deriva da vari fattori:

costo di provvista del denaro (tasso di interesse della banca)

fattore rischio imprenditoriale (in base a dove lo investo (es. in un ufficio postale o in un impianto industriale)

tasso di inflazione


Esempio: interesse bancario    7%+

rischio imprendit. 2%+

inflazione 3%=

tasso attuale 12%


E’ molto complicato valutare il fattore rischio.


VALUTAZIONE DEL COSTO DI OPPORTUNITA’

Significa che devo confrontare il 12% con le opportunità di investimento alternative.

Questi soldi li potrei investire in altri investimenti che so già cosa mi renderanno.

Per calcolare il costo del denaro di questi ultimi che so gia per esempio mi renderanno un 15% devo inserire una percentuale del costo di trasporto almeno di un 15%.


martedì 24 ottobre 2006


Per valutare se un investimento é conveniente lo devo confrontare con la ricchezza futura (D = disponibilità).

D = ciò che avrò a disposizione in futuro grazie all’utilizzo di quell’investimento.


-I<+D

-I+D>0


Ipotesi = 0 per differenze > 0 o = a 0 l’investimento é conveniente.



1°VARIABILE


L’investimento.

Costituito dal costo abbastanza facile da trovare.


1° FATTORE: se il nuovo impianto costa 100 e il vecchio vale 10 pago il nuovo 90, quest’ ultimo importo é il valore residuo, il quale diminuisce il costo, lo devo cioè sottrarre.


2° FATTORE: acquisto un impianto che é ecologico e ottengo i contributi dello stato, il contributo é un contributo in conto capitale a fondo perduto (cioè soldi che lo stato non richiederà mai indietro.


2° VARIABILE


La disponibilità.

Ricchezza che avrò in futuro.

D = r-c (dove r = ricavi futuri previsti e c = costi futuri previsti)


1° FATTORE: tra le varie voci di costo ci troviamo l’ammortamento.

Ammortamento: suddivisione del costo in c/capitale negli anni di vita dell’impianto.

Costo = 100   anni di vita = 4 ammortamento = 25

Siccome a noi interessa il flusso contabile .

Oneri finanziari: quanto io pago di interesse.


Lunedì 6 novembre



METODO TIR: tasso interno di redditività, quanto mi renderà dal punto di vista economico.


EX N°4


Calcolare la convenienza.

Per calcolare il Tir prima devo calcolare l’EVA

-EVA = -I+Datt


TIR: I/Datt


Affinché EVA sia diversa da 0

Se EVA = 0 significa che –I+Datt=0 cioè Datt=I


Manca il tasso di attualizzazione.

Questo procedimento funziona solo se ho disponibilità costanti.


I=210.000-10.000 (contributo statale)=200.000


Ricavi= 150.000-25.000-13.000-55.000-9.000=48.000

(non considero AMMORTAMENTI E ONERI FINANZIARI)


TIR = 200.000/48.000 = 4.16


Vado alla TAV.2 Riga 10 cerco il tasso vicino al 4.16.

IL TASSO E’ COMPRESO TRA IL 20% E IL 22%: E’ CONVENIENTE.


La TAV.2 mi presume delle costanti nel tempo, nel caso non siano costanti uso la TAB.1.


EX N°2


Disponibilità costanti con contributo al terzo anno.

I=210.000

D=48.000 (x10)

Contributo=10.000 da aggiungere al 3° anno

Valore residuo dell impianto = 30.000 (all’ultimo anno)


Tab.


Ipotizzo un 30%


48.000*0.7692 1 anno

48.000*0.5917 2 anno

58.000*0.4552 3 anno

48.000*0.3501 4 anno


Anno per anno fino all’ultimo anno



Sommo tutti i risultati e ottengo la somma delle disponibilità attualizzate che deve essere uguale all’investimento.


TASSO


Deriva dal costo di provvista del denaro (ad esempio l’interesse per un prestito) perché devo tenere conto di quanto devo restituire alla banca.

Tengo conto del fattore rischio imprenditoriale, dell’inflazione.


7% int.banca

2% rischio

3% inflazione

12% tasso

Martedì 7 novembre


Legge dei grandi numeri: se mi posso permettere dei risparmi devo guardare la voce “magazzino”.

Es. piccolo generi alimentari.

Quando ho una scala grande posso spendere.


Economia di scale esterne: se aumento la scala esterna ho un potere contrattuale più forte.

INTERNE: tocco le variabili solo all’interno dell’azienda. 929i81j

ESTERNE: variabili che riguardano il contatto con terzi.

Store royalty: distributrice

Prend loyalty: produttrice di beni.


Caso 1: Città mercato BARILLA

Prend loyalty > store loyalty


MARCA COMMERCIALE: prodotto sopra il marchio del distributore, inventato per fidelizzare il cliente.

FIDELIZZAZIONE DEL CLIENTE

Sono dei prodotti con un prezzo leggermente inferiore.


Chi li produce?

Li producono le imprese più conosciute (es. BARILLA), perché:

li producono per un TARGET DIVERSO di clienti.

Limite: il cliente scopre che sono più convenienti quelli a marca comm.le

ELASTICITA’ nel decidere se confezionare con la mia marca o dei terzi.

Posso DIFFERENZIARE ad esempio i controlli di qualità.

meccanismo per DIMINUIRE I COSTI MEDI UNITARI dei miei stessi prodotti.


Tab.










DEM (dimensione efficiente minima): q.tà alla sinistra della quale ho dei costi medi unitari più alti.

Ad un’azienda conviene produrre da DEM a destra meno di questo non conviene.


Questa stabilità dura all’infinito? Ad un certo punto ricomincia a salire a causa delle ECONOMIE DI SCALA.

ES. IBM: deve dotarsi di una nuova domanda di mercato altrimenti la struttura diventa troppo rigida.

ES.2: WWF e UNICEF vs associazione piccola di volontariato.


DOM (Dimensione ottima massima): é il punto ottimo perché é il punto in cui posso sfruttare al massimo i costi unitari (mi moltiplica il guadagno che posso ottenere).


QUAL’E’ LA DIMENSIONE OTTIMALE PER UN IMPRESA?

E’ QUELLA DIMENSIONE ENTRO LA DEM E LA DOM, non mi conviene a sinistra della DEM perché il costo é più basso, e  a destra della DOM perché tornano a crescere.


COME PUO CRESCERE UN’AZIENDA?


STRATEGIE DI INTEGRAZIONE.


Orizzontale o verticale (a monte e a valle).


ORIZZONTALE: cerco di diventare più grande facendo su scala maggiore ciò che già facevo prima (aumentando le q.tà prodotte)


VERTICALE: integro ciò che facevano i miei fornitori se é A MONTE, se é A VALLE integro le fasi finali (distribuzione o vendita).



Mercoledì 8 novembre


L’integrazione VERTICALE A VALLE é più gettonata perché c’é più offerta che domanda, richiesta variabile, é più importante stare a contatto con loro.


BARILLA 1973: crisi.

Ricerca di mercato.

Post guerra, le persone hanno più soldi e si permettono carne e pesce)

Idea estetica della persona più magra


MATRICE DI HANSOFF


Matrice delle alternative strategiche del mercato, matrice dei prodotti-mercati.

Mercato att

Prodotto attivo




PENETRAZIONE





SVILUPPO DEL MERCATO



SVILUPPO DEL PRODOTTO


DIVERSIFICAZIONE


4 opzioni strategiche (come aumentare il mercato, cioè il cliente, BARILLA ha provato tutti i quadranti).


Pasta mercato italiano, vendeva più a nord, doveva crescere al sud, studia la pasta che comprano, quella di piccoli pastifici locali. Costa di più il trasporto e anche i costi, i piccoli pastifici avevano prezzi più bassi, allora compra i pastifici migliori ma fallisce perché non riesce a cambiare la mentalità della gente.


Tengo prodotto ma in un mercato diverso, in zone all’estero dove c’erano immigrati italiani che non mangiano pasta, deve fare grossi investimenti come quello della pubblicità per cambiare le abitudini alimentari. Costa troppo tempo, era in crisi in senso geografico e alla tipologia del mercato, cioè clienti diversi.


Prova a fare qualcosa di diverso nel mercato italiano, due varianti, pasta ruvida e integrale, aumenta del 5% però diminuisce quello della pasta normale.


Fare qualcosa di diverso.

DIFFERIENZIAZIONE ≠ DIVERSIFICAZIONE

DIFF: creo variante al mio prodotto.

DIVERS: faccio qualcosa di completamente diverso, cambio proprio settore.


BARILLA ha creato la MULINO BIANCO, vende alla stessa persona, sfruttando la conoscenza del mercato.

DIVERSIFICAZIONE LATERALE: faccio qualcosa di diverso sfruttando le mie conoscenze già proprie, collegate dai fattori produttivi o del mercato (dei clienti).


DIVERSIFICAZIONE ASSOLUTA: produco ad esempio lavatrici invece di biscotti.


MATRICE DEL PORTAFOGLIO PRODOTTI O BCG



ALTO

BASSO


ALTO





STELLA


PUNTI INTERROGATIVI


BASSO


MUCCHE CASSIERE


CANE


Tasso di

crescita del

mercato










Quota di mercato: fetta di mercato

Prodotti STELLA, conviene investire il mercato é in crescita.

Lunedì 13 novembre


I=100+5=105

CLE=5

D=x+5


PRINCIPIO DELLA PRUDENZA: sovrastimare i costi e sottostimare i ricavi.

Il CAPITALE D’ESERCIZIO lo recupero all’ultimo anno benché lo acquisto all’inizio, lo utilizzo nel futuro.


ES. I=100.000 di cui 5% di capitale d’esercizio.

40% al 8% (mio tasso di interesse)

60% al 10% (tasso della banca)


Come calcolo il tasso di investimento?

Se fosse il 50% potrei fare (8+10)/2

Invece faccio (40*8)+(40*10)


MATRICE DEL PORTAFOGLIO PRODOTTI

Tab.

















PRODOTTO CANE: si colloca in un mercato che non si espande e lo devo togliere dal mio portafoglio.

Un prodotto nasce sempre come “Punto interrogativo” e diventa prima “stella” poi “mucca”, può restare mucca in eterno come diventare “cane” ed essere tolto dal mercato.

2° percorso: “punto interrogativo”, “cane”.


Questa matrice serve per fotografare l’impresa nella gamma dei suoi prodotti. L’ideale per un impresa é avere qualche stella e qualche punto interrogativo e qualche mucca ma nessun cane perché devo reinvestire e comporta un costo.

E’ però anche vero che da un punto di vista teorico é positivo perché vuol dire che é un impresa innovativa e flessibile (ES.pastificio RANA).


FINE TEMA STRATEGIE COMPLESSIVE


STRATEGIE COMPETITIVE


La prima cosa che devo fare se voglio competere é stabilire i CONFINI DEL SETTORE.

Come faccio a stabilire i CONFINI DEL SETTORE?


Elasticità incrociata della domanda

Analisi dei fattori di omogeneità


ELASTICITA’ INCROCIATA DELLA DOMANDA

Come cambia la domanda del mio bene sulla base della variazione di un altro bene.

(Somma Da/Da)/(SommaPb/Pb)


Esistono beni sostitutivi e beni complementari (es.COCA COLA e FANTA).


BENI SOSTITUTIVI: alla diminuzione del prezzo del bene B diminuisce la domanda del bene A.

PB= DA


BENI COMPPLEMENTARI (es. rasoi e lamette o foto e batterie): alla diminuzione del bene B corrisponde un aumento della domanda di A.

PB= DA


Per determinare se un’azienda é concorrente o meno deve produrre un bene sostitutivo o complementare, se invece al variare del prezzo del bene non corrisponde nessuna variazione al mio questa azienda non é una mia concorrente.


Fare un analisi dei confini del settore per elasticità significa analizzare tutte le aziende, molto complicato e poco usato.


FATTORI DI OMOGENEITA’


Guardo quali imprese hanno qualcosa in comune con la mia impresa per:

Bisogno soddisfatto

Materie prime

Risposta tecnica, da un punto di vista dell’utilizzo del prodotto chi é in competizione (es. marmo e ceramiche)

Fascia di prezzo (es. PUNTO e FERRARI)



Bisogno

Materia prima

Risp. Tecnica

Fascia prezzo

A

X


X

X

B


X

X


C

X



X

C= marmo e ceramica

Devo stabilire a priori quante crocette devono essere necessarie.


Struttura del settore: se il settore nel quale opero é concentrato oppure no, cioè, se é più simile al monopolio o alla concorrenza perfetta (tante uguali).


Un settore é concentrato se é in mano a pochi, se non é concentrato é distribuito tra tante imprese.

Per analizzare la struttura del settore posso utilizzare due metodi:

La curva di concentrazione

Il rapporto di concentrazione


LA CURVA DI CONCENTRAZIONE

Analizzo i fatturati delle prime 8 imprese (8 numero fisso)















Se A=100

Se B=50

Se all’ 8° mi raggiunge poco fatturato il settore é molto concentrato.

PREGIO: semplice da tracciare.

DIFETTO: imprecisa, riguarda solo 8 imprese.


Martedì 14 novembre


IL RAPPORTO DI CONCENTRAZIONE

Tab.










Settore a concorrenza PERFETTA, tanto concentrato.

Retta di equidistribuzione: divide in due parti esatte (nel senso economico che ogni impresa raggiunge la stessa percentuale di fatturato), viene tracciata al solo fine di fare un confronto con la curva reale.


RAPPORTO: più é distante la nostra curva dalla retta di equidistribuzione più il settore é concentrato.

Tab.









Settore poco concentrato

PREGIO: vengono prese in considerazione tutte le imprese e tutti i fatturati.

DIFETTO: difficile da trovare i risultati dei fatturati di tutte le aziende.



Le strategie per evitare che qualche nuova impresa mi rubi il mercato


BARRIERE ALL’ENTRATA

DI SCALA

DI COSTO ASSOLUTO

DI DIFFERENZIAZIONE

DI DIVERSIFICAZIONE


DI SCALA

Fanno riferimento all’economia di scala (fra DEM e DOM). All’impresa conviene stare fra DEM e DOM perché avendo dei costi medi unitari bassi si può permettere dei prezzi più bassi all’entrata, perché il potenziale concorrente ha due alternative:

Sovradimensionare la propria capacità produttiva, con il rischio di non sostenere poi vendite adeguate alla produzione (pochi clienti);

Tenere dei prezzi più bassi, ma un’azienda nuova sul mercato può accettare di perdere forse i primi due mesi al massimo.


DI COSTO ASSOLUTO

COSTO ASSOLUTO: costi totali di gestione della mia impresa.

Le barriere di costo assoluto si alzano puntando sulla routine e sulle risorse intangibili.


DI DIFFERENZIAZIONE

Cerca di rendere unico il proprio prodotto all’occhio del cliente, diventa una barriera perché rimane poco da inventare.

La new entry potrebbe però entrare sul mercato con un prodotto già differente (es. moda) ma rimane comunque una barriera per problemi conoscitivi, se piace al cliente può essere che non c’é fiducia legata al nome.

SVANTAGGI: ha un costo elevato.


DI DIVERSIFICAZIONE

L’impresa in se si diversifica lanciandosi in settori diversi, anticiclici (andamento di settori differenti), sfruttando quindi un settore rispetto all’altro per coprire i costi di quello in crisi.


BARRIERE ALL’USCITA:NON PERMETTONO ALL’IMPRESA DI USCIRE, NEGATIVE ENTRAMBI I TIPI DI IMPRESA


Cause delle barriere all’uscita.


Perché ha fatto degli investimenti molto importanti (es. produzioni particolari), creando una concorrenza sleale, perché deve vendere e si accontenterà della sopravvivenza dell’impresa, svendendo i propri prodotti.

Motivazioni a questioni sociali (es. FIAT e la chiusura dello stabilimento Termini Merese), lo stato ne impedisce la chiusura perché comunque gli costa di meno. Un impresa che resta nel settore aiutata dallo stato crea una concorrenza sleale.

Riconversione del soggetto economico (imprenditore), fa riferimento al piccolo gestore che non potrebbe esercitare nessun’altra attività se non quella, e non può cambiare attività, creando una perturbazione di mercato perché non gli interessa crescere.


Mercoledì 15 novembre


L’investimento industriale dura a lungo nel tempo.

Confronto operativo: confronto nel breve periodo per prendere decisioni tattiche (es. decido se la produzione la faccio fare a terzi e se economicamente mi conviene non farla in ogni caso.


UTILIZZO UN ANALISI DIFFERENZIALE.

Quest’analisi valuta esclusivamente i costi e i ricavi che cambiano nell’alternativa che prendo in considerazione, tenendo conto che cambiano la domanda nel breve periodo.


EX 1x


COSTO SORGENTE COSTO CESSANTE











MANODOPERA: non cambia perché non posso licenziarla, in questo caso però si, quindi il costo é cessante.

SPESE GENERALI AZIENDALI: sono delle spese che non cambiano.

AMMORTAMENTI: suddivisione del costo distribuito in più anni anche se io quel costo l’ho già sostenuto, io devo analizzare i costi e i ricavi effettivi


Lunedì 20 novembre


LIMITI DI QUESTO MODELLI


1° LIMITE

Questi modelli danno per scontato che l’impresa voglia massimizzare il profitto, ma l’impresa può avere anche come finalità la crescita dimensionale e quindi può essere interessata ad una crescita nel tempo.


2°LIMITE

Con questi modelli sfuggono gli aspetti qualitativi


3°LIMITE

Devo fare delle stime a lungo termine, la stima in sé é molto difficile da fare (stimare i possibili costi e ricavi é complicato) e più a lungo termine sarà la stima più sarà difficile calcolarla.


TRAPPOLA DEI NUMERI

A primo impatto i numeri sono belli perché é facile fare una considerazione sulla base di semplici numeri.


4°LIMITE

Mette in moto un ragionamento circolare, le alternative dovrei preselezionarle in base a ciò che avrò in futuro. Dovrei valutare le risorse che avrò in futuro ma non é possibile e il problema rimane.


A COSA SERVONO QUESTI MODELLI?

Si utilizzano soprattutto perché si istruisce l’intuito facendo un appropriata ricerca di mercato.

SCHEMA PER SVOLGIMENTO ESERCIZI



Make or buy: NO ammortamenti

no spese generali



TIR e EVA: NO ammortamenti

NO oneri finanziari

SI spese generali


DISPONIBILITA’ = RICAVI – COSTI


EVA = Datt – INVESTIMENTI


TIR = I/D


Trovo il fattore di attualizzazione nelle tabelle costanti: TASSO DI REDDITIVITA’


IP = EVA/I per confrontare due o più investimenti


IP/n°anni se gli investimenti hanno vita utile diversa.


Tempo di recupero

SOLO TASSI NON COSTANTI

Flusso di cassa  


MESI ESATTI DI RECUPERO

Prima Datt+ : 12 = ultimo flusso netto : X


VARIABILI


Valore contabile vecchio impianto: non lo considero

Valore residuo vecchio impianto: sottrarre all’investimento


Capitale d’esercizio: sommare alle disponibilità e analizzo all’ultimo anno.

Valore residuo nuovo impianto: sommare alle disponibilità e analizzo all’ultimo anno.

Rivendere gli impianti alla fine della vita utile: sommare alle disponibilità e analizzo all’ultimo anno.


Contributi vari: da attualizzare e sommare alle disponibilità di solito al 2° anno.   









ANALISI COMPETITIVE DELLE IMPRESE

(analisi delle strategie di un’impresa)


STRATEGIA DI IMPRESA: viene definita dal gruppo imprenditoriale o dai manager.


MISSION: é il perché l’impresa esiste.


ORIENTAMENTO STRATEGICO DI FONDO: la mission di un impresa risponde al DOVE (il settore in cui opera l’impresa), COME (é la filosofia gestionale e organizzativa) e PERCHE’ (é il fine degli obiettivi dell’impresa) l’impresa opera ed esiste.


STRATEGIA: é la via da percorrere per il conseguimento della mission.


Le strategie si dividono in 2 tipi:


STRATEGIE COMPLESSIVE: vanno ad individuare il settore per il quale operare, vengono definite a livello “corporate” cioè di gruppo.

STRATEGIE COMPETITIVE: é il come competo, cioè come faccio la guerra con gli altri, vengono definite a livello di singola area d’affare.


STRATEGIE COMPLESSIVE


ECONOMIA DI SCALA: é il fenomeno che ha come fine la crescita dimensionale dell’impresa dove anche i costi medi unitari (che tendono a crescere in misura non proporzionale) tendono a diminuire.


LE ECONOMIE DI SCALA POSSONO ESSERE:


v INTERNE


Operative o tecniche:

In perfetta visibilità dei fattori;

Relazione area volume (ili costo cresce in relazione all’area, le prestazioni crescono in relazione al volume della produttività), in un calcolo della produttività l’incidenza statistica dei costi imprevisti, nel caso di un azienda di dimensioni maggiori é più bassa.

Gestionali: più l’azienda é grande più può ripartire tra i dipendenti che si specializzano, abbassando il costo unitario (meno possibilità di errore).


v ESTERNE: più aumenta la dimensione dell’azienda, più essa si può fornire vicino alle fonti (direttamente dal produttore) e ci sono meno intermediari.


PREND LOYALTY: fedeltà al marchio

STORE LOYALTY: fedeltà al punto vendita, nell’ultimo periodo é la strategia più usata.


VALUTAZIONE DI UN INVESTIMENTO


Per valutare se un investimento é conveniente io devo confrontare la RICCHEZZA FUTURA (D: disponibilità) con l’investimento.


-I<+D

-I+D>0


Per differenze > 0 = 0 l’investimento é conveniente.


DISPONIBILITA’: corrispondono a ciò che io avrò a disposizione in futuro grazie all’investimento dell’impianto o altro che io ho comprato.

D= r-c


L’INVESTIMENTO


L’investimento é composto dal costo che io sto comprando.


I.  PROBLEMA CON VALORE RESIDUO: io devo comprare un impianto che costa 100 € in azienda ne ho uno vecchio da dare dentro che il venditore valuta 10 € per cui: I=100-10=90 la differenza, rimanenza da dare al venditore.


II.  PROBLEMA IN CONTO CAPITALE A FONDO PERDUTO: io acquisto un impianto che é ecologico e si hanno contributi da parte dello stato di 5.000 €, li devo scontare all’investimento.


III.  PROBLEMA ONERI FINANZIARI: é ciò che io pago di interesse a colui che mi ha prestato i soldi.

Metodi aritmetici: sono da considerare nelle voci di costo.

Metodi finanziari: non sono da considerare nelle voci di costo.


Come si fa a capire se tenere conto di un metodo aritmetico o finanziario?

Se nel testo c’é l’indicazione del tasso di attuazione bisogna usare il metodo finanziario, se non c’é nessuna voce di questo tasso bisogna usare il metodo aritmetico.


LA VITA O TEMPO DI UN INVESTIMENTO


La VITA FISICA é fino a quando il mio impianto ha vita;

La VITA TECNOLOGICA é per quanti anni questo investimento sarà competitivo dal punto di vista tecnologico;

La VITA MERCATISTICA é per quanto tempo quell’impianto produce qualcosa che ha sbocchi sul mercato;

La VITA UTILE: é sempre la più breve delle tre.




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