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letteratura italiana



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Possiamo attribuire questi sonetti a Giacomo Da Lentini in base a determinate caratteristiche metriche e formali. Notiamo la classica struttura a sonetto, di cui Giacomo da Lentini è considerato ideatore. Il poeta infatti per 737j97h la prima volta usò strutture come il sonetto o la tenzone, ovvero un dialogo nel componimento che vedeva come protagonisti il poeta e una dama. Il poeta scrive in volgare siciliano, poi rivisitato dai copisti toscani i quali modificarono le terminazione delle rime.

Le novità della scuola siciliana, di cui Lentini è uno dei massimi esponenti, sono per lo più nella metrica, e nella visione della donna. Di fatto, questo sonetto riflette quel conflitto tra cultura cortese e cultura religiosa che Nel sonetto risuonano motivi della tradizione cortese, sebbene immersi in un'atmosfera sospesa tra cielo e terra, risultato dello sforzo di fusione tra dimensione trascendente e dimensione umana. Appaiono tuttavia più autentici i richiami alla realtà terrena, alla fisicità femminile della donna protagonista del sonetto. La preoccupazione del poeta di dissuadere gli spettatori dall'ovvio sospetto che il suo desiderio umano prevalga sulla devozione a Dio è, inoltre, tema centrale del componimento; ciò rivela l'intima speranza del poeta di postare nell'aldilà il piacere della vita nella corte di Federico II,. I poeti siciliani infatti adattano i temi dell'amor cortese al loro contesto diverso per tradizioni da quello provenzale , non si limitano a fare loro la poetica provenzale ma la incorniciano in tematiche proprie. Inoltre la donna non compare ancora come una figura discesa dal cielo alla terra per compiere miracolose operazioni: al contrario, Giacomo da Lentini mostra di accettare l'irrimediabile destino di abbandono della vita terrena, purché la meta sia il paradiso. Così la donna da somma bellezza divina, diviene un essere umano di divina bellezza, differenza sottile ma sostanziale per delineare le differenze tra lirica provenzale e siciliana e per comprendere a fondo ciò che muoveva gli animi di poeti federiciani. Giacomo Da Lentini nel suo sonetto M'aggio posto in core esplicita chiaramente questa visione femminile, dichiarando apertamente che in paradiso lui non potrebbe essere felice se non con la sua amata, assistiamo qui ad una materializzazione del paradiso considerato come corte celestiale, e ad un confronto, su piano tangibile, tra bellezza della donna e paradiso che ha come scopo quello di elevare la grazia dell'amata.



L'esaltazione della donna, tema ricorrente nella lirica amorosa, è trattato da Giacomo Da Lentini come base portante dei suoi sonetti, articolati su paragoni e esaltazione della sua donna. La bellezza femminile seguiva canoni ben precisi e anche Lentini riprendere questi stereotipi nel suo sonetto. La donna occitanica per essere definita divina doveva essere bionda, occhi chiari e con un viso luminoso, probabilmente l'esatto contrario di una dama siciliana, eppure Giacomo Da Lentini elogia la bellezza di una dama bionda con occhi chiari e con un "claro viso", da questo possiamo chiaramente dedurre la derivazione provenzale dei temi trattati dal poeta siciliano. Nei sonetti di Giacomo Da Lentini manca però l'elemento desiderio inteso come sprone nel gioco amoroso, ciò che muove l'amore del poeta a parer mio è più la speranza di poter cogliere il suo amore e trovare la felicità nel suo realizzarsi, la tristezza quindi è trattata come puro sentimento umano non come valore cavalleresco. La lirica federiciana è modellata sugli stessi temi della lirica amorosa ma la trattata in chiave umana non più solo elevata a celestiale immagine.



Deduciamo cosi un leggero cambiamento culturale, vediamo quindi un riavvicinamento tra poesia e realtà, tra concezione dell'amore e della bellezza femminile. Non più solamente un vagheggiamento amoroso ma una reale dichiarazione d'amore. Il contesto storico influì molto sulla poetica di G. Da Lentini, alla corte di Federico II dove è funzionario, si respira un'atmosfera laica e liberale, ispirata dalla volontà di un imperatore con aspirazione spesso impossibili da realizzarsi nell'epoca in cui vive. Nasce dunque una poesia dinamica e eclettica forgiata dalla voglia di cambiare esaltando la bellezza di temi e figure classiche, e Giacomo Da Lentini getta le basi per quello che successivamente sarà il dolce stil novo, grazie a un contesto rinnovato.






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