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Francesco PETRARCA - Vita

letteratura italiana



Francesco PETRARCA


LA VITA: E' considerato uno degli autori più importanti del '300 tant'è che nel 1500 nascerà il "Petrarchismo".

Nacque ad Arezzo nel 1304 da famiglia fiorentina borghese (il padre era notaio alla corte papale). Il padre prima si trasferì ad Avignone con la famiglia dove sia Francesco che il fratello Gherardo furono obbligati a studiare giurisprudenza, poi a Bologna dove Francesco abbandonò l'università per dedicarsi alla letteratura. Petrarca tornò ad Avignone dove condusse una vita frivola, elegante e mondana. Iniziò a studiare i suoi autori preferiti (come S. Agostino) e a dedicarsi ai Classici senza filtri cristiani; il suo intento era di riportarli alla loro forma autentica.

P. è un anticipatore dell'Umanesimo infatti egli alterna momenti esageratamente mondani a momenti di completo isolamento in campagna. Scriveva e pensava in latino, voleva ricostruire dentro se il mondo classico. P. era convinto che la sua forma gli sarebbe derivata da opere in latino. Scrive poesie d'amore in volgare (pur ritenendolo inferiore al latino); le opere filosofiche venivano scritte in latino ma diventò famoso per il CANZONIERE (un'opera scritta in volgare).



P. durante gli anni della formazione (caratterizzati da una passione per la filosofia di S. Agostino e da uno studio dei classici di Cicerone) portava sempre con se "Confessioni di san'Agostino".

Un incontro significativo sia per la sua vita che per le sue opere fu con la protagonista del Canzoniere: Laura. Egli racconta di averla incontrata il 6 aprile 1327 in una chiesa di Avignone. Laura è considerata da alcuni un'invenzione, ma leggendo il Canzoniere s 919h79j i capisce che Laura è veramente esistita. Ella è stata un episodio d'amore di breve durata che poi viene assunto come motivo di ispirazione.

P. muore nel 1374 di notte probabilmente mentre studiava un codice di Virgilio.


ASPETTI FONDAMENTALI DELLA PERSONALITA' DI PETRARCA:

Lo studio della personalità di S. Agostino e dei Classici.

Il tema dell'amore per Laura

Petrarca inaugura una nuova figura di intellettuale cortigiano. La sua vita è sempre stata serena, ha sempre potuto permettersi ciò che voleva. Oltre che a studiare P. aveva altri svaghi. Sentiva l'esigenza della sicurezza materiale; aveva bisogno di vivere in tranquillità, senza preoccupazioni per potersi dedicare all' OTIUM (non in senso negativo).

Ebbe una vita molto agiata e morì ricco. Prese gli ordini minori, i quali permettevano di accedere a cariche e di avere rendite cospicue. Imponevano il voto di castità ma non la cura delle anime. Grazie ad un vescovo ebbe un comunicato nei Pirenei (il quale rendeva molta sicurezza materiale.

Viaggiò molto e i suoi viaggi sono simbolo della sua inequietezza interiore. P. ha il bisogno di indagare, di capirsi, di fare un'introspezione.

Dissidio interiore. P. amava i beni della vita terrena ma sapeva che erano effimeri perché non eterni, non erano nulla in confronto  alla vita spirituale. Il suo dramma era la consapevolezza di non riuscire a ridimensionare l'amore per i beni terreni. Da qui sorge anche una crisi spirituale alimentata anche dalla decisione del fratello di farsi monaco e dalla nascita della figlia Francesca (che ha scatenato una profonda vergogna dato il voto di castità). Petrarca viene così soffocato dai sensi di colpa i quali tenta di esorcizzare con una introspezione.

Vita politica. Per P. la patria era l'Italia. Ha una visione nazionale nata dai libri, vista come conseguenza della fine dell'impero. Vede l'Italia come la sede del Grande Impero Romano. Il suo impegno politico è molto occasionale; si occupa di alcune vicende politiche e si entusiasma per le idee di Cola di Rienzo.



DIFFERENZE TRA PETRARCA E DANTE: Dante e Petrarca si conoscevano perché erano entrambi della fazione bionica dei guelfi.

Dante è più anziano di Petrarca, sono diversi per cultura e per atteggiamenti di vita. La realtà storica tra i due è diversa. Dante è stata la voce della realtà del suo tempo; egli è l'uomo delle certezze, ha una formazione scolastica fondata sulla verità rivelata. E' molto legato a Firenze, nonostante l'esilio la vede come la sua nazione; è legato alla concezione comunale. La filosofia di Dante è teologica fondata su Aristotele e viene usato per chiarire i problemi di fede. Dante è sicuro che ci sia solo una verità rivelata. Si propone come esempio di intellettuale comunale libero che denuncia i mali della comunità. In esilio è un intellettuale affranto che elemosina ospitalità.

Petrarca lascia presto Firenze, vive in Francia in diversi luoghi, viaggia in Italia e in Europa e per questo non ha una concezione comunale. E' l'uomo del dissidio tra cielo e terra. Ama la vita terrena ma è consapevole che i beni materiali sono un inganno perché non sono eterni. La filosofia di P. è morale e ama molto S. Agostino. P. ama la debolezza dell'uomo. La verità va ricercata, bisogna discendere nel profondo dell'uomo. Egli è un intellettuale libero che non dovrà elemosinare. P. è lo specchio del '300: non è più Medioevo e non è ancora Umanesimo. E' un periodo di transizione e le certezze della Chiesa e dell'Impero sono cadute.


L'INTELLETTUALE CORTIGIANO: Pur vivendo a corte è autonomo, non dipende dal signore che lo ospita, anche se è mantenuto è indipendente. Nelle loro opere però introducono un motivo di ringraziamento MECENATISMO (riceve protezione però deve produrre). E' una figura molto diffusa nel '300 e nei sec. Successivi.


LE OPERE MINORI (QUELLE LATINE)

No minori perché meno importanti ma perché minori al "Canzoniere" e ai "Trionfi".

E' una vastissima produzione in latino divisa (per convenzione) in

OPERE DI CONTENUTO RELIGIOSO E MORALE

OPERE UMANISTICHE





OPERE MINORI (quelle latine)


"Invettive contro un certo medico"

"Sull'ignoranza propria e quella di altri"

In queste opere manifesta il suo fastidio verso la filosofia scolastica improntata sulla teologia che pretende di spiegare tutta la realtà.


"Secretum"

E' l'opera composta in 3 libri, dove c'è la risposta interiore. Il titolo attuale è riduttivo.

Quest'opera è l'analisi del dissidio di P. E' composto da un dialogo e due personaggi e una donna che non parla (allegoria della verità): Francesco che rappresenta l' incapacità di abbandonare i beni terreni, la fragilità dell'uomo peccatore, e sant'Agostino che indaga in Petrarca per capire perché non riesce a prendere una decisione. Sarebbe la coscienza superiore di Petrarca. I 2 personaggi sono la scissione dell'anima de Petrarca.

Libro1:

Agostino accusa P. di mancanza di volontà che non gli fanno raggiungere le sue aspirazioni.

Libro2:

Agostino passa in rassegna i 7 peccati capitali e l'accidia (inerzia morale, contemplazione della propria incapacità) è il più grave di Petrarca.

Libro3:

Agostino individua le 2 colpe di P.: - amore dei beni terreni

-amore per Laura


Agostino (la coscienza) ha presentato a P. la sua situazione. P. si è lasciato inquisire e ha accettato la confessione dei peccati perché vuole veramente liberarsi dal dissidio ma non ce la fa e lo ammette chiaramente: è fragile.

P. conclude il "secretum" con la constatazione di un fallimento: egli non può vincere la sua natura ammissione di debolezza.


E' scritto in latino classico in prosa limpida, chiara, basata sui maggiori scrittori latini classici perché secondo P. la classicità latina è un'oasi di pace e ha una funzione catartica (di purificazione).


"De vita solitaria"

Opera risalente a pochi anni dopo il "secretum". Esalta la solitudine, non quella rigida degli eremiti, ma quella che è sinonimo di OTIUM. Una solitudine con il confronto delle lettere.


"De otio religioso"

Elogio della vita monastica, esaltazione della vita serena dei religiosi.

P. attiva una conciliazione tra la cultura classica e quella religiosa cristiana. Tra le due secondo P. c'è continuità e non contrasto.


OPERE UMANISTICHE


Petrarca anticipa l'Umanesimo.

A differenza di Dante il P. ha la conoscenza della frattura tra il mondo classico e il suo. Infatti non legge più i classici come Dante ma li interpreta come fanno gli Umanisti: riporta all'origine classica i Classici, leva le interpretazioni medievali e cristiane per riportare i testi classici alla loro originalità. P. effettua un lavoro filologico mentre Dante effettuava un filtraggio (leggeva i classici con la sua mentalità).

P. ama il Classicismo e pensa che la cultura classica sia insuperabile; ha raggiunto un livello artistico tanto sublime che non si può fare altro che imitarla.


RACCOLTE EPISTOLARI


Sono lettere scritte durante l'arco della sua vita e venivano corrette di continuo (LABOR LIMAE) per imitare i classici.

Sono 24 libri e sono suddivise in:

FAMILIARES

SENILI

SINE NOMINE

VARIE


Sono lettere scritte in prosa latina indirizzate a intellettuali e amici.

Le "sine nomine" sono senza indirizzo per ragioni di prudenza perché attaccano e polemizzano la chiesa.

Le "varie" sono lettere rintracciate e raccolte da amici del Petrarca.

Le epistole  del P. vanno considerate come opera letteraria perché non sono scritte di getto ma sono state continuamente state perfezionate dallo stesso autore.


Sono una trasfigurazione letteraria della realtà e Petrarca si vuole presentare come modello i intellettuale (vive appartato e riflette ma ha una funzione pubblica perché diventa un modello, che può consigliare, ammonire, essere guida).


Nelle opere latine troviamo la SELEZIONE e l'IDEALIZZAZIONE. Infatti i particolari della vita sono selezionati scetticamente, vengono eliminati gli aspetti troppo realistici. Petrarca addotta il MONOLINGUISMO, ossia termini eleganti e raffinati selezionati che servono a una idealizzazione. P. usa un unico linguaggio sublime.


L'AFRICA


E' un poema epico in esametri latini (verso composto da sei piedi). Si nota l'ideale classico.

Non fu mai portato a termine e l'argomento è la II guerra punica. Credeva che nessun poeta avesse analizzato questo argomento. Lo scopo della sua opera è quello di esaltare Roma e Scipione l'Africano.



DE VIRIS ILLUSTRIBUS


Raffigura le persone di Cesare, Scipiome, Catone..


IL CANZONIERE


E' un componimento, un manoscritto autografato. E' l'opera che il P. considerava inferiore perché scritta in volgare. Il titolo originale sarebbe " Rerum vulgarium fragmenta".

Il Canzoniere è stato rifinito e perfezionato molte volte. La sistemazione definita fu effettuata l'anno della morte di P.

In alcune stampe quest'opera compare sotto il nome di "Rime Sparse". Il canzoniere è la testimonianza del dissidio di P. L'ordine dei sonetti non è cronologica, ma sono disposti secondo un ordine intimo, spirituale.


"VOI CHE ASCOLTATE.. PG 259


..... SCHEDE


"ERANO I CAPEI D'ORO A L'AURA SPARSI" +libro


BEATRICE= fede saggezza, creatura sovrannaturale, eterna

LAURA= è nel fluire del tempo, patisce il tempo che passa e il poeta la ricorda com'era.


Tema del tempo che passa, che degrada le cose ele persone.


"SOLO ET PENSOSO I PIù DESERTI CAMPI"


Risale al 1340-1342

Tema centrale della solitudine, caro al Petrarca, lo considera un momento di elevazione spirituale (in DE VITA SOLITARIA)

In questo sonetto la solitudine è l'unico modo che salva il poeta dalla vergogna, dal suo tormento manifestato dalla malinconia, dalla mestizia.

Tema del paesaggio==> non concreto, non realistico ma evocato attraverso la memoria. Si nota la presenza di affermazioni generiche, sostantivi nudi. La scena non è collocata in luogo preciso ma è al di fuori del tempo e dello spazio. E' una scena che il P. rivive dentro di sè.

Tema della lacerazione. Il P. soffre, ha dentro di se un dissidio a cui non sa dare soluzione. Solo l'equilibrio della forma poetica fanno ritrovare la calma.

La struttura è perfetta senza rotture, enjambements, le pause sono tutte interne al verso e non ci sono spezzettature. Questa perfezione formale ha una funzione catartica (ossia di rimediare al dissidio di P.).



E' una sofferta meditazione religiosa, si ricollega al SECRETUM: si nota un disgusto per la passione terrena che provoca una sofferenza degradante. L'amore non è più un sentimento sublime che eleva l'animo (amor cortese) e non innalza neppure più a Dio (D.S.N.), MA è UN VIOLENTO DESIDERIO, UNA SCHIAVITù, UN'OSSESSIONE CHE IMPEDISCE UNA VITA AUTENTICA.

P. sento il bisogno di purificarsi da questa ossessione; da qui nasce un'analisi interiore. E' collegato alle tematiche del secretum ed è stato composto nel 1338.


"CHIARE FRESCHE ET DOLCI ACQUE"









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