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Le Avanguardie - Aldo Palazzeschi

letteratura italiana



Le Avanguardie


Sono movimenti intellettuali e artistici totalizzanti, ovvero che si occupano di tutto, nati in risposta ai movimenti del Decadentismo e Naturalismo con lo scopo di ricercare una nuova arte, un nuovo stimolo. Gli artisti d'avanguardia negano, la tradizione, la memoria, il gusto e i valori soprattutto della società di massa. Sostenevano invece un'arte che esprimesse l'inconscio 929g62j , la rottura col passato e l'accelerazione verso la modernità. L'insuccesso dei movimenti d'avanguardia fu dovuto alla forte contraddizione che era alla base di ognuno di essi. I gruppi di avanguardie infatti disprezzavano il gusto della massa, del pubblico ma allo stesso tempo ricercavano in loro l'approvazione della loro arte e del loro pensiero.

I principali movimenti d'avanguardia furono: l'Espressionismo, il Futurismo, il Dadaismo e il Surrealismo.


Il Dadaismo - (movimento russo che denunciava la distruzione delle strutture sociali, anarchia) nacque nel 1916 a Zurigo da il teorico Tristan Tzara che ne fu il maggiore esponente. Questo movimento, che deriva dalla parola russa Dada il cui significato è nulla, si basava sulla concezione del nichilismo ed il suo scopo era la distruzione dell'espressione linguistica, dalla sintassi al lessico fino ad ottenere il nulla.




Il Futurismo


Il movimento futurista nasce a Parigi il 20 febbraio 1909, quando Filippo Tommaso Marinetti pubblica sul quotidiano "Le Figaro" il primo Manifesto futurista e si considera concluso solo con la morte del suo fondatore avvenuta nel 1944. Questo movimento proponeva il rinnovamento di ogni cosa ed esaltava il progresso, il culto della macchina e della velocità, la violenza e la guerra, rifiutava invece la tradizione. Infatti il futurismo propose la distruzione di Musei, Biblioteche e Accademie che custodiscono la cultura del passato, della tradizione. I poeti che aderirono a questo movimento furono: Martinetti, Palazzeschi, Govonio, Buzzi e Cavacchioli.

Filippo Tommaso Marinetti


Nacque nel 1876 da una ricca famiglia di origine ligure ad Alessandria d'Egitto.

Visse tra Parigi e Milano dove fondò la rivista "Poesia".

Si impegnò per la diffusione del futurismo per il quale pubblicò nel 1909 il Manifesto futurista , e del movimento fascista dal quale ricevette nel 1929 la nomina ad Accademico d'Italia. Morì a Como nel 1944.


Aldo Palazzeschi


Nasce a Firenze nel 1885. Dopo il diploma in ragioneria frequenta l'istituto superiore di economia e commercio a Venezia. Collabora con Lacerba e la Voce. Combatte nella prima guerra mondiale, l'esperienza gli ispirerà il componimento di "Vita militare".

Nel 1957 l'accademia dei Lincei gli conferisce il premio Internazionale Feltrinelli. Nel 1960 riceve una laurea ad Honoris Causa dall'università di Padova.

Le raccolte più importanti sono: I cavalli Bianchi, Lanterna, Poemi, L'incendiario e alcuni romanzi: Il codice di Perelà, le sorelle materassi.

Poetica:

Si avvicina, in un primo momento, alla tendenza artistica crepuscolare e poi aderisce al movimento futurista.

Il suo tono semplice ed ingenuo e quel suo rifiuto totale dell'identità del poeta vate lo accomunano ai poeti crepuscolari ma si distingue da loro per l'atmosfera vitale e gioiosa creata nelle sue poesie. Questo si traduce in una regressione all'infanzia.

Con il movimento futurista condivide la necessità di rinnovare la cultura ed i costumi.

La sua poesia esprime la dimensione divertente e trasgressiva dell'arte.

Opera: Lasciatemi divertire

Questa poesia fa parte della raccolta, l'incendiario. La poesia si contrappone al componimento di Gozzano Lasciatemi sognare , come un gioco propositivo e pieno di vita. Infatti il poeta qui propone parole senza alcun significato chiedendo di non essere giudicato male per questo. È una canzonetta di 20 strofe di versi liberi.



I Crepuscolari


È una fase che ha interessato soprattutto la poesia tra il 1903 e il 1911.

Una poetica che rispecchia le caratteristiche di questa fase si trova in: Corazzino, Moretti, Govoni, Palazzeschi e Gozzano. Il poeta più importante di questo periodo artistico è Guido Gozzano. La sua poetica si rivolge a temi di vita borghese ed esprime la realtà della quotidianità e la realtà dell'animo umano.

Secondo Gozzano l'arte sostituisce la vita ovvero la funzione dell'arte è quella di compensare i malesseri della vita. La poesia ora non eleva più il poeta distinguendolo dalla massa, non è più un valore da seguire, ora esprime la nuova società di massa. La letteratura in questo contesto ha senso solo se esprime la consapevolezza della sua inutilità.


Guido Gozzano


Il poeta nasce a Torino ad Aglié nel 1883. Dopo gli studi liceali si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza. Nel 1907 pubblica la sua prima raccolta : la via del rifugio, la seconda I colloqui. La malattia, tubercolosi, lo porta a viaggiare molto ed ha l'opportunità di collaborare con riviste e giornali. Nel 1912 a causa di un peggioramento intraprende un viaggio in India. Muore il 9 agosto 1916 a Torino.

Operea: La signorina Felicita ovvero la Felicità

Questa poesia fa parte del poemetto pubblicato sulla "Nuova Antologia" nel marzo 1909. La poesia racconta dell'idilio tra il poeta e una giovane donna non molto belle ne altrettanto colta di nome Felicita. Ed è proprio questa caratteristica della donna semplice ed ingenua che attrae il poeta. Il rapporto tra i due non potrà comunque continuare per la differenza sociale che li divide e perché Gozzano non si può abbandonare a questi sentimenti.

I sentimenti espressi nella poesia, come succede nelle opere di Gozzano, vengono frenati dall'ironia che ha la funzione di frenarli per mantenere il distacco del poeta dalla realtà.


Vociani


Sono tutti quei poeti che collaborarono con la rivista fiorentina "La Voce". Essi non basarono la loro esistenza su di una poetica definita ma su principi di rinnovamento della poesia e si proposero come ricercatori di nuovi valori spirituali e sociali.

I poeti vociani furono: Piero Jahier, Giovanni Boine, Camillo Sbarbaro e Clemente Rebora.






Camillo Sbarbaro


Nasce a Santa Margherita Ligure nel 1888. Dopo gli studi liceali, lavora in un'industria siderurgica di Savona e poi all'Ilva (industria acciaio) di Genova. Combatte nella prima guerra mondiale e comincia a dare lezioni di latino e di greco, collaborando con alcune riviste. Dopo essersi trasferito con la sorella si dedica allo studio dei licheni ottenendo notevoli risultati. Muore a Savona nel 1967.

Poetica:

Nella poesia Sbarbaro affronta tematiche comuni al movimento degli Espressionisti. La figura del poeta nelle sue opere, non è quella del poeta vate, ma quella dell'uomo di massa.

Opera: Taci anima stanca di godere

Questa poesia fu pubblicata sulla rivista "La Riviera Ligure" nel 1913 e fa parte della raccolta Pianissimo. Il poeta nel componimento parla con la propria anima, silenziosa e incapace di reagire a nessun tipo di sentimento o emozione. Non è capace di godere la vita, di provare ira, speranza, preoccupazioni è incapace di provare perfino sofferenza. E l'unica cosa che al poeta resta da fare è di guardare se stesso, in quella condizione di totale apatia di fronte alla vita, senza provare nulla.


Clemente Rebora


Nasce a Milano nel 1885 da una famiglia borghese. Dopo gli studi classici si laurea in Lettere e si dedica all'insegnamento. Combatte nella prima guerra mondiale ma nel 1915 viene congedato in seguito ad uno choc nervoso provocato dallo scoppio ravvicinato di una bomba. L'esperienza militare verrà ricordata in alcune poesia di Poesie sparse scritte tra il 1913-1918. Riprende l'insegnamento e nel 1929 si converte al cattolicesimo. Nel 1936 viene ordinato sacerdote. Dedica il resto della vita all'attività religiosa fino alla morte nel 1957 a Stresa.

Anche Rebora come Sbarbaro vive la poesia in una realtà alienata e in pieno movimento, ma al contrario del poeta Camillo, si sforza di dare significato e ordine a questa realtà.

Opera: Viatico

La poesia è inserita nel contesto della Prima guerra mondiale, in cui il poeta ha combattuto. Rebora racconta il tormento e la disperazione che la vita militare in una guerra, porta a provare. La realtà, resa orribile dalla guerra, viene presentata senza censure ne abbellimenti.






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