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Incontro con l'opera: La Commedia
La Commedia nasce da una visione cupa e apocalittica della realtà presente. Dante attraverso la sua esperienza di uomo politico e di esule vede un mondo molto caotico in cui i due principali organi la Chiesa e l'Impero non risp 818h71i ondono più ai loro compiti, la prima, infatti, trascura la salvezza delle anime pensando solo alla propria potenza terrena, l'impero invece trascura il governo senza perciò garantire la felicità della popolazione.
In questo mondo si accresce perciò solo il caos e si ha un sovvertimento dei valori, si scatenano, infatti, continue ribellioni che insanguinano le città.
Per Dante la crisi significa la fine del
mondo, in cui l'inviato di Dio, il Veltro, sconfiggerà
Dante ritiene di essere stato investito da Dio, per questo compie il viaggio nei tre regni dell'oltretomba, e tutto ciò che apprenderà deve riferirlo agli uomini attraverso un Poema; lui è il terzo a compiere da vivo il viaggio, prima di lui avevano fatto lo stesso San Paolo e Enea.
Il poema presenta inoltre una base filosofica costituita da Scolastica e da San Tommaso, nella Commedia, infatti, si possono distinguere due filoni, uno razionalistico e uno mistico; nel primo Dante cerca di spiegare la missione profetica a lui destinata, cioè quella di rimuovere i viventi dallo stato di miseria e di portarli alla felicità.
Nel secondo filone, quello mistico, Dante rifacendosi a S. Agostino, concepisce l'ascesa a Dio non come percorso intellettuale ma come slancio d'amore.
Dante nel Convivio distingue ben due tipi di allegoria: quella dei poeti e quella dei teologi, nel primo caso il piano letterale è una bella menzogna sotto di cui si nasconde una verità, nel secondo invece il piano letterale è un evento reale e storico che rimanda a significati ulteriori.
La donna vista da Dante nel Convivio, infatti, non è la stessa della Commedia, nel primo la donna è una finzione letteraria sotto di cui si nasconde la Filosofia, nella Commedia invece la donna Beatrice oltre ad essere una donna realmente esistita allude ad un altro significato, ad esempio Beatrice rappresenta la Teologia, Catone la Libertà e Virgilio la Ragione, proprio per questo motivo Dante dice che il suo Poema non deve essere letto come una bella favola ma come qualcosa di realmente accaduto, come per esempio la Bibbia.
Dante nel De Vulgari Eloquentia distingue ben tre stili uno tragico, uno comico e uno elegiaco; nell'Epistola a Cangrande Dante spiega perché ha assegnato alla sua opera il titolo di Commedia, questo titolo è stato assegnato per ben due motivi: innanzitutto ha un inizio doloroso e una fine lieta e in secondo luogo per lo stile dimesso e umile indipendentemente dal fatto che la lingua usata sia il Volgare.
Dante inoltre presenta nella Commedia uno stile sublime, diverso da quello classico che rappresentava solo ciò che fosse nobile ed elevato, lo stile sublime, infatti, non teme di raccogliere in sé anche gli aspetti più concreti arrivando a quelli più bassi e turpi senza però vedere sminuita la sua sublimità.
Per definire questo nuovo stile Dante elabora il Poema Sacro che abbraccia sia la realtà imperfetta degli uomini sia l'eterna verità di Dio.
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