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RIASSUNTO

letteratura italiana



RIASSUNTO

In Argo, antichissima città della Grecia, viveva in un palazzo un nobile uomo di nome Nicostrato insieme alla moglie Lidia, molto più giovane e ardita di lui. Di un servitore in particolare Lidia se ne innamorò; si trattava di un bel giovanotto chiamato Pirro che tuttavia non dimostrava interesse per la donna. Costei decisa a far sapere a Pirro del suo amore chiamò a sé una sua cameriera di nome Lusc 646c27g a, della quale ella si confidava molto, e così le disse: <<io son giovane e fresca donna, e piena e copiosa di tutte quelle cose che alcuna può disiderare; gli anni del mio marito son troppi se co'miei si misurano, per la qual cosa di quello che le giovani donne prendono più piacere io vivo poco contenta>>.

Inizialmente Pirro non volle in alcun modo oltraggiare il suo signore, rifiutando quindi, la donna ma alla fine, dopo che Lusca fu mandata una seconda volta, giacchè "per lo primo colpo non cade la quercia", Pirro si decise a cedere per non andare contro alla Fortuna. Per aver poi conferma della veridicità del suo amore, domandò "primieramente che in presenza di Nicostrato ella uccidesse il suo buono sparviere; appresso che gli mandasse una ciocchetta della barba di Nicostrato e ultimamente un dente di quegli di lui medesimo de' migliori". Tali cose le parvero gravissime ma pure Amore le fece diliberar di farlo. E allora, una sera, dopo che Nicostrato ebbe finito di desinare insieme ai suoi "gentili uomini", Lidia, in loro presenza, preso lo sparviero per la pastoia, lo colpì fino ad ucciderlo suscitando lo sgomento di tutti i presenti, ma ella spiegò loro che il marito trascorreva molto più tempo con lo sparviere che con lei. Essendo così riuscita a soddisfare la prima richiesta dell'amante, dopo non molti giorni riuscì anche nella seconda e, strappando al consorte, in un momento di intimità, alcuni ciuffi di barba li mandò al "caro amante". Per esaudire la terza richiesta, con un espediente convinse Nicostrato di avere un alito cattivo; persuase infatti i due fanciulli che lo riverivano durante il pranzo che la loro bocca emanava un cattivo odore esortandoli così a tenere il capo lontano da lui. Essa stessa allora gli propose di estrargli il dente responsabile altrimenti "questi maestri son sì crudeli a far questi servigi." che non baderebbero al dolore provocatogli. Face dunque distendere Nicostrato e con delle tenaglie gli cavò il dente. Tuttavia per potersi sollazzare in presenta del marito con Pirro, ormai certo del suo amore, d'accordo con lui si finse malata chiedendo di uscire in giardino sostenuta da entrambi gli uomini. Giunti fuori chiese all'amante di prenderle delle pere e salito sull'albero il giovane sbottò: <<eh, messere che è ciò che voi fate? E voi madonna, siete così tosto guarita che voi facciate tali cose? Le quali se pur far volete voi avete tante belle camere.>>. Per tali affermazioni i due coniugi si mostrarono stupiti sicchè non avendo fatto nulla accusarono Pirro di farneticare ma Nicostrato, incuriosito dalle affermazioni del servo, volle verificare personalmente salendo così sull'albero. I due amanti nel frattempo si sollazzavano e per questo Nicostrato si adirò ma, quando quest'ultimo scese dall'albero li trovò nel modo in cui li aveva lasciati concludendo allora che il pero fosse magico. Nicostrato si propose quindi di non dubitare mai più della loro onestà e così da quel momento in poi si consumò in quel palazzo la passione tra i due amanti sotto gli occhi del marito.





LIDIA moglie di Nicostrato. Donna molto bella e di giovane età. Fortemente insoddisfatta del marito, cerca conforto nello schiavo Pirro per il quale nutre un grande amore inteso come desiderio sessuale. Nonostante Panfilo nella premessa, affermi che la donna nelle sue vicissitudini, sia stata più che ragionevole fortunata, i fatti pongono sullo stesso piano entrambe le componenti. Si evince inoltre la sua condanna nei confronti della donna tant'è che non consiglia a nessun'altra di seguire il suo esempio. È infatti vero che è stata ingegnosa nell'ordire gli inganni ma è stata altrettanto fortunata nell'avere accanto un uomo troppo ingenuo da negare anche l'evidenza. Conosce bene l'amore in quanto sa che se lui la rifiutasse sarebbe pronta ad uccidersi e l'amore si trasformerebbe in odio. Tra le sue serve vi è Lusca nella quale ripone grande fiducia.


PIRRO giovane, bello e prestante servo di palazzo. Si dimostra dapprima dagli alti valori morali poiché rifiuta in ogni modo la donna per non oltraggiare la fiducia del signore, ma alla fine, facendo leva sulla bellezza e ricchezza della donna e sul beneficio della Fortuna di cui godeva in quel momento, viene persuaso da Lusca e così finisce per tradire Nicostrato essendo complice di Lidia e contro di lui.


LUSCA una delle cameriere del palazzo, dapprima sembra essere realmente amica della padrona ma è parlando con Pirro che emerge la sua vera personalità. Infatti secondo Lusca il rispetto deve esistere soltanto tra pari e non tra servi e signori che devono essere trattati come essi stessi trattano quelli a loro sottoposti.


NICOSTRATO nobile uomo vicino alla vecchiaia abitante nel palazzo in Argo insieme alla moglie Lidia. Amava la caccia ed è proprio questo punto che Lidia utilizza per ottenere la prima delle tre cose che Pirro le chiede. Molto ingenuo tanto da essere beffato dalla moglie, da Pirro e dai "gentili uomini", personaggi di contorno che sono presenti nella novella mentre desinano con lui. Si dimostra credulone fino all'ultimo tant'è che rinuncia alla razionalità per farsi sopraffare dalla magia.


LINGUAGGIO

Nonostante Boccaccio rifletta nelle sue opere la lingua parlata dai differenti ceti sociali, il registro linguistico utilizzato rimane unico in tutta la novella. Tuttavia il lessico è caratterizzato da allusioni e simboli, parole piene di sovrasenso con evidenti riferimenti erotici.


TEMI

Il tema della giornata è la beffa compiuta per amore o per il suo salvamento dalle donne ai loro mariti che in alcuni casi se ne avvedono, in altri no.

I temi della novella sono principalmente Fortuna,Intelligenza e Amore. Inizialmente Panfilo ritrae l'amore come un sentimento passionale tanto da affermare che chi ama ferventemente è disposto a fare qualunque cosa. In seguito l'amore di Lidia per Pirro viene presentato più che altro come un desiderio fisico perché i due non si conoscono realmente. Al contrario dello stereotipo moderno che osserva i maschi più suscettibili di desiderio sessuale che le femmine, nel medioevo succedeva il contrario. L'opinione generale ha sostenuto che gli uomini erano creature più razionali, più attive e più vicine al regno spirituale mentre le donne erano più materialistiche e nel Decamerone molti sono questi tipi di esempi presentati. Proprio perché l'amore, per Lidia, è incentrato sulla passione carnale quello per Nicostrato è da considerarsi nullo perché "di quello che le giovani donne prendono più piacere lei vive poco contenta" essendo lui orami vecchio. È proprio dall'amore che vien fuori un altro tema,quello dell'intelligenza vista come beffa messa in atto dai due amanti,Lidia e Pirro,esponenti di due ceti differenti.

Del tema della fortuna ne parla già Panfilo nella presentazione che fa della novella,tema fondante in quanto l' intelligenza non basta perché sulla sorte nessuno può intervenire. Nel Decameron la fortuna è intesa come vox media,ad esempio quando Lusca si rivolge a Pirro dicendogli che la Fortuna è in suo favore deve essere intesa in senso positivo invece quando Panfilo presenta Nicostrato afferma che a quello"la fortuna concedette per moglie una gran donna non meno ardita che bella".




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