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"La roba" di Giovanni Verga.

letteratura italiana




1) "La roba" di Giovanni Verga.

2) Brevi notizie sull'autore: vedi scheda.

3) Genere letterario: novella.

4) Riassunto: Mazzarò era un vecchio contadino proprietario di immensi pascoli e vigne, in cui un tempo lavorava al servizio del suo padrone al quale aveva tolto tutti quei possedimenti grazie alla sua intelligenza, ad un lavoro massacrante e accumulando denaro per comprare la terra. Grande risparmiatore e attento al lavoro dei suoi contadini, era molto severo con le loro famiglie quando queste gli chiedevano soldi e cibo. Di una 313d33d sola cosa gli dispiaceva: che cominciasse a farsi vecchio e dovesse lasciare la terra là dov'era. Per tutta la vita, quindi, era stato divorato da un'unica passione, l'attaccamento alla sua roba, alla sua proprietà. Di fronte alla morte però, la sua ricchezza non serviva a niente e non la poteva trasmettere a nessuno. Fu così che quando arrivò il momento di morire ammazzò le sue anitre e i suoi tacchini, strillando: "roba mia, vientene con me!".






I personaggi


5) La vera protagonista della storia è la roba che possiede Mazzarò.


       Mazzarò è un contadino che da povero diventa ricco e avaro con i suoi contadini e le loro famiglie grazie alla sua intelligenza e ad un lavoro massacrante. Da giovane infatti era vissuto in povertà, senza vestiti e aveva lavorato per il barone al quale poi avrebbe tolto tutto. Arricchitosi non era diventato superbo, si accontentava di due pezzi di pane e un pezzo di formaggio ingozzato in fretta e furia, in piedi, in un cantuccio del magazzino per controllare il lavoro dei contadini. Non ama il denaro perché dice che non è roba e appena mette insieme una certa somma, compra subito un pezzo di terra. Non beve vino, non fuma, non usa tabacco, non ha il vizio del gioco né quello delle donne. Per tutta la vita è divorato da un'unica passione, l'attaccamento alla sua roba, alla sua proprietà. Di fronte alla morte, però, la sua ricchezza non serve a niente, non si trasmette a nessuno. "Sembrava che Mazzarò fosse disteso su tutto grande per quanto era grande la terra e che gli si camminasse sulla pancia".




6) Non ci sono personaggi secondari.


7) Ambiente in cui si svolge la vicenda: la vicenda si svolge in campagna, più precisamente verso il sud della Sicilia.


       I possedimenti di Mazzarò sono costituiti dalle zone circostanti il Biviere di Lentini, dalle stoppie riarse della Piana di Catania e dagli aranci sempre verdi di Francofone, dai pascoli della Canziria, dai sugheri grigi di Resecane e dai pascoli deserti di Passaneto e di Passanitello.




8) L'episodio chiave è costituito dall'arricchimento di Mazzarò che toglie al suo padrone tutte le proprietà per cui lavorava.






9) Aspetto simbolico del racconto:


       Mazzarò rappresenta la furbizia, l'avarizia, il senso del sacrificio, la soddisfazione di aver prodotto tanto, la fatica del produrre, la speranza di aumentare i suoi possedimenti, la responsabilità, il dispiacere di lasciare la sua ricchezza sulla terra e la rabbia di morire perdenti.



10) Quando il Verga ha scritto questa novella i rapporti sociali tra gli uomini erano regalati dall'interesse materiale, dalla legge sulla proprietà e sul denaro. Così Verga, scrivendo "La roba", rappresenta la realtà di un mondo arcaico e statico, in cui nessuno si salva da un tragico destino di oppressione.


11) Lo stile usato è un po' antiquato e dalle espressioni utilizzate dallo scrittore si sente che questo è un testo della seconda metà dell'Ottocento.


12) Lo stile è un po' antiquato e dalle espressioni usate dallo scrittore si capisce che questo è un testo della seconda metà dell'Ottocento. I periodi sono lunghi, le frasi sono subordinate e c'è tanta punteggiatura. I nessi sintattici perdono rigidità e si articolano secondo un ritmo musicale. I discorsi conservano l'immediatezza del "parlato"; lingua e dialetto si fondono in un linguaggio che aderisce completamente ai luoghi ed alle persone. Il registro è informale. (Tecniche utilizzate: analessi, dialogo, iterazioni, modi di dire, iperbole).


Il racconto mi è sembrato molto interessante poiché Mazzarò è rappresentato molto bene sia da un punto di vista fisico sia emotivo. L'inizio della novella mi è risultato un po' complicato da leggere data la subordinazione delle frasi. Nel racconto sono usate diverse espressioni popolari che rendono bene l'idea di come si comporti Mazzarò nei confronti dei più poveri e di come viva: ad esempio "non mangiava altro che due soldi di pane" oppure " era ricco come un maiale" e ancora " a vederlo non gli avreste dato un baiocco". Penso che l'esempio di quest'uomo rappresenti al meglio il mondo contadino siciliano, costretto a faticare e a lottare contro un destino avverso a cui però mai si piega.





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