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La scapigliatura
Gli anni intorno alla metà del secolo segnano la crisi del movimento romantico in Italia.
Nata in Lombardia, la scapigliatura va intesa non tanto come una corrente artistico-letteraria, quanto come un insieme piuttosto eterogeneo di tentativi operati da artisti appartenenti alla stessa generazione e accomunati dall'isofferenza per il modello di vita borghese 737j92h .
La data di nascita del movimento può essere considerata il 1862, anno in cui viene pubblicato il romanzo di Cletto Arrighi La Scapigliatura e il 6 Febbraio.
Pronti al bene quanto al male, irrequieti, travagliati, turbolenti; la definizione prospetta soprattutto una convergenza di giovani "spiriti liberi" in un modello di vita ribelle e anticonformista che a volta esprime attraverso la provocazione goliardica e ironica, a volte attraverso un più drammatico rifiuto di ogni convenzione sociale.
Il gruppo riconobbe come proprio antesignano Giuseppe Rovani, esponente del più radicale anticonformismo e antiradicalismo milanese, personaggio bizzarro noto per la sua vita dissipata e sregolata.
Il primo nucleo della scapigliatura si formò tra Milano e Torino, intorno a giovani intellettuali quali i milanesi Arrigo Boito ed Emilio Praga, ai piemontesi Giovanni Camerana e Iginio Ugo Tarchetti ed alcune riviste cui essi facevano capo: "Cronaca grigia", "Figaro", "Rivista minima".
Appartenenti quasi tutti a famiglie benestanti o addirittura aristocratiche, gli scapigliati della prima ora preferirono in genere rifiutare o dissipare i beni del proprio ceto, ispirandosi alla precarietà di vita della bohème parigina secondo una concezione per cui il culto dell'arte si accompagnava a un'esperienza di dissipazione, al godimento sensuale della vita in tutti i suoi eccessi, anche a costo sull'autodistruzione attraverso l'assunzione di alcol, assenzio, oppio, fino al suicidio, che taluni di loro consideravano la suprema affermazione di libertà.
Al di là delle notevole differenze tra autore e autore, tutto il gruppo si caratterizza, sul piano letterario, per il rifiuto dei modelli romantici e tardoromantici.
Alla tradizione ottocentesca italiana gli scapigliati contrappongono invece gli esempi stranieri: Baudeilaire e i poeti maledetti.
L'apertura ai modelli stranieri porta gli scapigliati ad adottare una singolare varietà di temi, tutti assunti in polemica con le vecchie convenzioni letterarie. In alcuni autori si riscontra un deciso orientamento verso il fantastico e il meraviglioso. In altri sembra invece delinearsi un intento realista, ma rivolto agli aspetti più abnormi o patologici del tessuto sociale. Si avverte in questo caso un influsso del naturalismo francese, ma negli scapigliati prevale l'intento di stupire e di scandalizzare il lettore.
Un altro aspetto rilevante delle opere scapigliate é la ricerca linguistica e stilistica, in direzione tendenzialmente antimanzoniana. Da qui derivano il massiccio recupero di voci e costrutti popolari e dialettali e l'uso frequente di termini arcaici o del parlato, di neologismi, di strutture sintattiche anomale, con risultati di livello artistico diseguale.
La bohème parigina
Il termine "Boèhme" indica in francese la Boemia, regione dell'Europa centrale ritenuta la patria d'origine degli zingari. Proprio per questo divenne ben presto sinonimo di vita libera e al di fuori degli schemi, con quel tanto di ribellione verso le convenzioni borghesi e di anticonformismo che poteva suscitar scandalo nella Francia di primo Ottocento.
Con "Boèhme" si designa il gruppo degli artisti che abbinava alla spregiudicatezza dei costumi un programma letterario nettamente antiromantico.
La ricerca stilistica e linguistica, che era al centro degli interessi della prima boèhme, faceva tutt'una con una violenta polemica antiborghese in nome della libertà di idee e di progresso nei diritti civili.
Giuseppe Rovani
Giuseppe Rovani è considerato il precursore della scapigliatura non tanto per la sua opera, quanto per il fascino che esercitò sui circoli culturali milanesi e per la sua figura di intellettuale brillante e anticonformista. Rovani morì alcolizzato. La sua opera più celebre é Cento anni.
Arrigo Boito
Arrigo Boito studiò violino, pianoforte e composizione al conservatorio di Milano e approfondì le sue conoscenze musicali con un lungo viaggio d'istruzione in Germania, Polonia e Francia.
Ma l'attività che Boito ritenne sempre la sua principale fu quella di musicista e librettista d'opera.
Giovanni Camerana
Giovanni Camerana fu avviato agli studi di legge per volontà del padre, magistrato a Torino. Qui entrò in contatto con gli ambienti scapigliati, divenendo molto amico di Emilio Praga e soprattutto di Arrigo Boito.
Camerana coltivò quasi clandestinamente la vocazione poetica per tutto il corso della sua vita. Le sue poesie uscirono solo in rivista - firmate raramente, più spesso siglate - in quanto egli, non ritenendo compatibile l'immagine del poeta con il ruolo sociale del giudice, si rifiutò sempre di pubblicarle in volume.
Forse anche tale forzata autocensura, insieme all'esercizio di una professione che non aveva mai amato, contribuì al progressivo sviluppo di una nevrosi depressiva contro la quale Camerana combattè a lungo.
Il poeta si uccise con un colpo di pistola, sopraffatto dalla malattia psichica.
Molto attento anche ai modelli francesi (Baudeilaire), fu anche pittore.
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