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Scheda di analisi del libro
Autore: Luigi Pirandello
Titolo: Il fu Mattia Pascal
Data di pubblicazione:
Narratore
Il narratore non coincide con l'autore e la narrazione avviene in prima persona.
("Una delle poche cose, anzi forse la sola ch'io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal")
Il narratore partecipa alla vicenda poiché ne è il protagonista ed esprime giudizi sui fatti non limitandosi a registrarli.
("Ma doveva essere la mia faccia placida e stizzosa e quei rossi occhiali rotondi che mi avevano imposto per raddrizzarmi un occhio, il quale, non so perché, tendeva a guardare per conto suo, altrove.")
Punto di vista
Il narratore adotta il punto di vista del personaggio principale, Mattia Pascal, ed interviene con intrusioni a commentare direttamente i fatti ogni qualvolta che desidera.
("Se, come sosteneva il Paleari, la forza misteriosa che aveva agito in quel momento, alla luce, sotto gli occhi miei, proveniva da uno spirito invisibile, evidentemente, questo spirito non era quello di Max.")
Struttura del testo
a personaggi
La descrizione dei personaggi è basata sulle caratteristiche psicologiche ("Don Eligio Pellegrinotto mi fa però osservare che, per quanti sforzi facciamo nel crudele intento di strappare, di distruggere le illusioni che la provvida natura ci aveva create a fin di bene, non ci riusciamo.") e fisiche ("Il mento piccolissimo, puntato e rientrato, ch'egli aveva nascosto per tanti e tanti anni sotto quel barbone, mi parve un tradimento, [.] e che naso mi aveva lasciato in eredità! E quell'occhio!")
I personaggi vengono presentati direttamente dal narratore per aggiunta progressiva di particolari.
Il protagonista del libro è Mattia Pascal/Adriano Meis, bibliotecario frustrato, decide di fuggire dalla sua vuota vita e di crearsene un'altra in piena libertà. Dopo la morte della madre e delle piccole figliolette, la famiglia di Mattia, oltre che dal fratello Roberto, è composta solo dalla moglie Romilda e dalla suocera, Marianna Dondi. Nella rinascita di Mattia, sotto le spoglie di Adriano Meis, compaiono diversi personaggi quali Anselmo e Adriana Paleari, padre e figlia, proprietari di una pensione familiare che ospitano oltre ad Adriano anche un'insegnante di piano, la signorina Caporale. Nella pensione veleggia la presenza di Terenzio Papiano, vedovo di un'altra figlia del signor Paleari, furfante, meschino e senza scrupoli, che ruba un'ingente somma di denaro ad Adriano.
b spazio e tempo
La vicenda è ambientata in luoghi reali sia in interni sia esterni (il podere nella Stia, la biblioteca, la casa della vedova Pescatore, la pensione dei Paleari, Roma, Torino, Miragno, Montecarlo.).
La descrizione degli ambienti è generica ed è effettuata direttamente dal narratore.
Nella storia compaiono quasi esclusivamente indicatori di tempo impliciti come per esempio la somma di denaro che vince Mattia: ottantaduemila lire, poco per i nostri tempi, ma al cambio di un secolo fa, tanti da far vivere di rendita per qualche anno. Nel periodo in cui è stata ambientata la storia esistevano il tram, il treno e le lampadine e si disputavano anche duelli per difendere il proprio onore.
Oltre agli indicatori di tempo impliciti ci sono anche date (.il 5 settembre 1860 il Re usciva.), si può quindi dedurre che la storia sia ambientata nella seconda metà dell'Ottocento, epoca contemporanea alla vita dell'autore.
c fabula e intreccio
La fabula non coincide con l'intreccio solo nell'inizio e nella fine. Infatti, l'intreccio inizia con la fine della fabula e finisce con l'inizio di quest'ultima.
Queste sono le sequenze narrative dell'intreccio:
1_Mattia decide di scrivere la sua biografia poiché crede che la sua storia sia molto particolare.
2_ Dopo aver vissuto per molti anni in agiatezza economica lui e la sua famiglia si ritrovano senza nessun avere.
3_A causa di una gravidanza indesiderata deve sposarsi con Romilda ed è costretto a vivere con la suocera
4_ Grazie al suo amico Pomino, trova un lavoro da bibliotecario
5_ Nascono due gemelline, poco dopo la nascita una muore
6_ L'anno successivo muoiono nello stesso giorno l'altra figlia e la madre
7_ Decide di suicidarsi ma viene fermato da Filippo, un vecchio mugnaio
8_Mattia Pascal è un peso per moglie e suocera
9_Decide di scappare, di andare a Marsiglia e poi in America
10_Col treno si ferma per caso a Montecarlo e inizia a giocare nel casinò
11_Vince una grossa somma di denaro e vuole continuare a giocare
12_Si ferma solo quando vede il cadavere di un giovane giocatore morto suicida
13_Pensa di tornare a Miragno e di pagare i suoi debiti ma legge sul giornale un necrologio su se stesso e pensa di cambiare identità
14_Si battezza col nome di Adriano Meis e per un anno vive girovago nelle città d'Italia
15_Scopre di essere condannato ad una vita solitaria poiché non può avere amici sinceri a cui raccontare la sua storia assurda
16_Adriano si stabilisce a Roma, nella pensione della famiglia Paleari
17_Si innamora di Adriana ma sa bene che non potrà mai sposarla né dirle la verità sulla sua vita
18_Capisce che conduce un'esistenza nell'assoluta impotenza poiché non può sposarsi, duellare e nemmeno denunciare un furto. Simula un suicidio e uccide Adriano Meis
19_Torna a Miragno per riacquistare la sua vera identità ma oramai Romilda si è risposata con Pomino ed ha un figlio
20_Mattia decide di vivere adesso fino alla fine dei suoi giorni col nome del Fu Mattia Pascal.
L'intreccio si articola attraverso il tempo interiore del narratore/protagonista.
d lingua e stile
Questo è un romanzo biografico; le tecniche narrative utilizzate sono molte: il discorso diretto e indiretto, il monologo interiore, la digressione ecc.
Il registro stilistico è medio, ironico e umoristico. Il lessico è abbastanza alto, a volte ricercato e non sempre comune, non sono presenti termini tecnici o dialettali. Compaiono inoltre alcune figure retoriche come similitudini.
4) Messaggio
Nella storia l'autore ci dimostra e comunica che noi non siamo padroni della nostra vita e che la libertà, benché sembri illimitata, in realtà ci rinchiude in una ferrea prigione in cui le nostre scelte vengono condizionate da molti fattori e non solo da noi stessi come vorremmo credere.
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