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FRANCESCO PETRARCA - LE OPERE

letteratura




FRANCESCO  PETRARCA


Francesco Petrarca nacque ad Arezzo il 20 luglio del 1304 da una famiglia fiorentina di condizione borghese.

Nel 1312 si trasferì con la famiglia ad Avignone e, dopo aver compiuto i primi studi sotto la guida di Convenevole da Prato, fu inviato prima a Montpellier poi a Bol 121e44b ogna per lo studio del diritto, ma abbandonò  presto gli studi giuridici per quelli letterari.

Nel 1326, per necessità economiche, fu costretto ad abbracciare gli ordini minori, non abbandonando però la sua vita mondana, e un anno dopo conobbe Laura, la donna che gli doveva ispirare tutte le sue liriche amorose.

Continuava intanto a dedicarsi attivamente allo studio dei classici, che aveva già intrapreso nell'adolescenza.

Nel 1341 fu incoronato poeta in Campidoglio e, famoso in tutta Europa, viaggiò moltissimo; percorse tutta la Francia settentrionale, le Fiandre e la Renania, nel '37 è a Roma, e resta fortemente suggestionato dalla maestosità delle rovine antiche, che accresce in lui la venerazione per il mondo classico.

A questa irrequietudine che lo spinge ad esplorare il mondo si contrappone il bisogno di chiudersi in se stesso. Nel 1336 il poeta con il fratello Gherardo sale sul monte Ventoso, lasciando spazio alla meditazione e alla ricerca di se stesso e della sua personalità.



Questa tendenza al raccoglimento interiore si concreta nel ritiro a Valchiusa, poco lontano da Avignone.

Nel '53 decide di stabilirsi definitivamente in Italia, presso Giovanni Visconti, signore di Milano, ma nel '61 lascia la città a causa di un'epidemia e si rifugia a Venezia; nel '67 poi passa a Padova.

Gran parte dei suoi ultimi anni li trascorre in una villa presso Arquà, confortato dalla presenza della figlia Francesca.

Muore nella notte fra il 18 e il 19 luglio del 1374.

Vediamo nella vita del Petrarca periodi di solitudine alternarsi a lunghi viaggi ed a intervalli di attività intensa. È il sinonimo tra un'ansia confusa di allontanarsi dalle cose terrene, per poi avvicinarsi a Dio, e la sua ambizione di onori, è il contrasto tra gli impulsi dei sensi, a cui non seppe mai ribellarsi, restandone sempre schiavo.


LE  OPERE


Il SECRETUM, concepito probabilmente tra il '42 - '43, è un esame profondo e completo dell'animo del Petrarca, ma più che uno sfogo, è un desiderio di confessione al fine di una purificazione.

L'opera, divisa in tre libri, è strutturata come un dialogo tra Francesco stesso e Agostino, santo e filosofo che il poeta considerava sua guida spirituale.

Il dialogo si svolge in tre giorni alla presenza di una donna, rappresentante la Verità, che non prende mai la parola.

Nel primo libro Agostino rimprovera Francesco per la debolezza di volontà.

Nel secondo passa in rassegna i sette peccati capitali, soffermandosi sull'accidia, quello che affliggeva di più il poeta.

Nel terzo si tratta il desiderio di gloria terrena, che distoglie il pensiero dalle cose eterne, e l'amore per Laura; per Francesco si tratta di inclinazioni innocenti mentre per Agostino sono le più basse passioni.

Il dialogo è tutto pervaso da un ansioso bisogno di raggiungere la pace interiore, ma Francesco non giunge ad un saldo proposito di cambiar vita, anche se vorrebbe farlo, riconoscendo così la sua natura.


Il DE VITA SOLITARIA, esalta la solitudine, ma per Petrarca deve essere qualcosa di diverso dalla rigida solitudine dei monaci e degli eremiti, deve essere accompagnata dalle bellezze della natura, dal dialogo con gli amici più cari, ma soprattutto dalla presenza dei libri; quindi la solitudine oltre che fonte di purificazione interiore, meditazione e preghiera, può essere elevazione dell'animo mediante lo studio dei classici  e l'esercizio della poesia.


Il DE OTIO RELIGIOSO nasce dopo una visita del poeta alla certosa di Montrieux, dove si era ritirato il fratello Gherardo.

Francesco, colpito dalla vita serena e gioiosa dei monaci, che gli appaiono come angeli, tesse un appassionato elogio alla vita monastica, contrapponendola alla vita di coloro che inseguono le ricchezze e gli onori.


L'AFRICA è un poema epico in esametri latini scritto a Valchiusa nel '38 o nel '39 e ripreso più volte negli anni senza mai essere portato a termine.

Argomento dell'opera è la seconda guerra punica e il proposito del Petrarca è esaltare la grandezza di Roma, in particolare le gesta di Scipione l'Africano, vincitore di Annibale.


Il DE VIRIS ILLUSTRIBUS è una raccolta di biografie di personaggi romani: Cesare, Scipione, Catone, Catullo, ecc.

Anche in quest'opera il fine era quello di celebrare la grandezza di Roma, sulle orme delle Storie di Livio e altri storici latini.

Il poeta proietta nei personaggi le sue inquietudini e i suoi dubbi, colorando il racconto di espressioni soggettive.


I RERUM MEMORANDARUM LIBRI è una raccolta di aneddoti raggruppati in categorie, con il fine di illustrare i vari tipi di virtù.


Il BUCOLICUM CARMEN è una raccolta di ecloghe che imitano le Bucoliche di Virgilio.

In quest'opera tornano la sostanza autobiografica, l'impulso di analizzarsi e confessarsi.

Molto indicativa è la prima ecloga in cui si contrappone la cultura classica e la vita ascetica.


Le EPISTULAE METRICAE trattano temi politici e morali.


Il CANZONIERE è costituito da 366 componimenti:

sonetti

canzoni

sestine

ballate

Madrigali

La raccolta si scinde in due parti: Rime in vita di Madonna Laura e Rime in morte.

La vicenda spirituale del Petrarca è la storia del suo amore per Laura; nella storia di un amore che è quasi privo di umane speranze, ma Laura non è la protagonista della raccolta, è solo il cuore del poeta, le sue malinconie e i suoi sogni.

È la storia di una passione amorosa che non è accolta in piena spontaneità neppure la cuore dell'innamorato; poiché il Petrarca si sente in colpa.

Nei versi in morte di Laura, quelli della seconda parte del Canzoniere, la figura di Laura è più completa e perfetta .

La donna è solo il sogno del poeta, che è libero di immaginarla pronta a consolarlo ed essergli vicino.

Ora che è morta Laura appare più viva e partecipe, meno astratta.

Laura nel Canzoniere non assume mai un significato allegorico ma è idealizzata dal poeta che le attribuisce ogni perfezione sia fisica sia spirituale diventando una creatura del sogno del poeta.

La materia dei TRIONFI è già tutta nel Canzoniere, però mentre in quest'ultimo vive in modo contraddittorio con continue perplessità e dubbi, nei Trionfi gli argomenti hanno un loro sviluppo armonico ed equilibrato. In questo poemetto il poeta immagina di assistere al trionfo dell'Amore, della Morte, della Fama, del Tempo, dell'Eternità.

La struttura dei Trionfi richiama le visioni della letteratura medioevale e l'argomento vuol ricordare il destino dell'uomo.










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