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Recensione del testo "I Malavoglia" - Giovanni Verga, I Malavoglia

letteratura




Recensione del testo "I Malavoglia"




Autore: Giovanni Verga


Titolo: I Malavoglia


Casa editrice: Tascabili economici Newton





Trama


Il romanzo narra la storia tragica della famiglia Malavoglia, gente di mare che vive ad Acitrezza, un villaggio di pescatori situato a poch 747i82h i chilometri da Catania. Patriarca della famiglia è padron 'Ntoni. Essi abitano nella casa del nespolo e vanno per mare con una grossa barca, la "Provvidenza".

Il figlio Bastianazzo, infaticabile lavoratore, che ha preso in moglie Maruzza, detta la Longa, sempre intenta a tessere, lavorare le acciughe e a far figli. Il gruppo famigliare è composto anche da diversi nipoti: il maggiore 'Ntoni, un fannullone di vent'anni; Luca, dal carattere mite e laborioso, sollecito a caricarsi pesi e sofferenze che non gli spettano; Mena, sempre intenta a lavorare al telaio, soffrendo in silenzio; Alessi, il fratello più piccolo, e Lia, l'ultima nata.



Nel dicembre del 1863, dopo che la Sicilia da pochi anni è entrata a far parte del nuovo Regno d'Italia, il giovane 'Ntoni viene chiamato alla leva di mare. Questa fatto reca al nonno un grande sgomento perché vede sottratta alla famiglia l'apporto del lavoratore più importante e valido.

A causa della scarsa annata i Malavoglia non riescono a sopravvivere con il solo ricavato della pesca. Il nonno pensa allora di tentare una speculazione acquistando a credito dall'usuraio Zio Crocifisso una certa quantità di lupini da trasportare con la "Provvidenza" e rivendere altrove. Ma una tempesta provoca il naufragio della barca, la perdita dei lupini e la morte di Bastianazzo.

Privi di Bastianazzo, con la barca danneggiata e il grosso debito dei lupini, i Malavoglia sono ridotti in rovina. Il nonno tenta eroicamente di resistere, ma inutilmente: non riesce a pagare il debito dei lupini, è costretto a lasciare la casa del nespolo, la "Provvidenza" subisce un nuovo naufragio. Luca muore nella battaglia di Lissa e muore la Longa di colera.

Il destino dei sopravvissuti è ancora più tragico. 'Ntoni, insofferente del duro mestiere di marinaio, si dà al contrabbando e viene condannato a cinque anni di galera. Lia si allontana da casa senza dare più notizie di se dopo che nel paese si parlava della sua presunta relazione con il brigadiere don Michele. Padron 'Ntoni muore all'ospedale. Solo Alessi, dopo tante sventure, riesce a riscattare la casa e, assieme a Nunziata, ricompone la famiglia.

Mena resta con loro e, sentendo il disonore di Lia sulla famiglia, rifiutato la proposta di matrimonio di compare Alfio. Dal carcere una sera sul tardi torna alla casa del nespolo anche 'Ntoni, ma se ne allontana disperato in quanto si accorge di non esserci li più spazio per lui, ormai così diverso dagli altri che sono rimasti.







Caratteristiche dell'opera (genere, stile, lingua) e Giudizio critico

Il romanzo fa parte di una raccolta di opere denominata "Il ciclo dei vinti". La narrazione è realistica, ed è basata sui fatti e sul dialogo.

I personaggi emergono e vengono presentati attraverso le loro azioni ed i loro interventi. Gli elementi che fungono da connessione tra le varie parti del romanzo sono state elaborate in modo tale da non far trasparire l'intervento dell'autore.

Verga utilizza un lessico formalmente italiano, una lingua aderente a quella che i personaggi avrebbero realmente usato, anche se tradotta dal dialetto.

Il registro linguistico è quindi informale, ciò viene confermato dalla presenza di proverbi ed espressioni colorite tratte dall'italiano popolare.

Nel romanzo è molto ridotto l'uso degli aggettivi, Verga infatti accetta quello che era l'ideale manzoniano di una lingua chiara e semplice.

L'unico spazio aperto descritto è il mare, il quale è spesso oggetto di proverbi ("con i suoi frutti dà la vita, ma può anche dare la morte se lo si sfida"), viene quasi umanizzato e paragonato ad una persona.

Il tempo ho un ordine isocronico, ovvero le azioni della fabula scorrono parallelamente a quelle dell'intreccio.

La storia viene ambientata tra il 1863 e il 1878, quindi l'intera vicenda si svolge nei primi anni dopo l'unificazione d'Italia. A questo periodo si risale in quanto l'autore afferma che uno dei protagonisti, Luca Malavoglia, cade vittima nella battaglia di Lissa del 1866. Gli altri elementi che ci aiutano a focalizzare con maggiore precisione il periodo storico sono le considerazioni in merito alle strutture ferroviarie e i riferimenti alla colera, malattia che causa la morte di Maruzza.

I Malavoglia sono un romanzo caratterizzato dal pessimismo, rappresentano un mondo rurale, chiuso e tradizionale in cui, con insistenza, avanza il progresso. Questo è ciò che porta a sconvolgere i sistemi sociali ormai collaudati e fa sorgere nuove figure come quella di Don Silvestro, che raggiungono il successo e la ricchezza con metodi moralmente inammissibili.

Di conseguenza le figure legate al duro lavoro, al sacrificio e all'onestà decadono.

In conclusione la lettura risulta poco scorrevole principalmente perché contiene molti richiami al dialetto siciliano, Verga si astiene per sua scelta dal fare ogni commento e non entra affatto nei personaggi, non fa inoltre nessun minimo sforzo per spiegare la mentalità delle sue creature.






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