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L'amico ritrovato - Fred Uhlmann

letteratura




L'amico ritrovato

Autore:

Fred Uhlmann, nato a Stoccarda, capoluogo del Baden-Wurttemberg, nella Germania sud-occidentale, nel 1901. Non era uno scrittore di professione. Faceva l'avvocato ed era pittore. Ha lasciato pochi esperimenti letterari fra cui solo L'amico ritrovato era stato da lui destinato alla pubblicazione. Frequentò a Stoccarda un liceo classico di gloriose tradizioni e in seguito. Ma non poté esercitare a lungo in patria la professione d'avvocato che aveva intrapreso. A seguito della persecuzione contro l'etnia ebraica attuata dalla nascente politica Hitleriana del III Reich, dovette lasciare, sedicenne, la Germania rifugiandosi in Inghilterra. Qui, ospite di parenti, completò gli studi conseguendo la laurea in legge ed iniziando una fortunata e lucrosa carriera d'avvocato. Ebbe una vita avventurosa che lo portò a trasferirsi in Francia ed in Spagna. Spesso affermava: " E' più importante scrivere buoni libri o dipingere buoni quadri che non fare il giro del mondo in ottanta ore o accumulare grandi fortune economiche." Il suo sogno, in effetti, era scrivere delle belle poesie: non so se questo suo desiderio, avversato dal padre, uomo pratico più che sognatore, si sia mai realizzato. Nella sua vita Uhlmann dipinse dei buoni quadri e questa è sicuramente una maniera poetica di esprimere i propri sentimenti, le proprie sensazioni. Scrisse inoltre alcuni libri che ebbero un notevole successo, anche se solo dopo la sua morte, avvenuta a Londra all'età di 84 anni.




Riassunto del libro:

Hans Schwarz è un sedicenne di origini ebraiche che frequenta il liceo più prestigioso di Stoccarda.
Nel febbraio 1932 ha un incontro che non dimenticherà mai; nella sua classe, infatti, arriva un nuovo alunno: Konradin, conte di Hohenfels.
Quello degli Hohenfels è un nobile e famoso casato in Germania: i suoi ascendenti avevano conosciuto Barbarossa e combattuto al suo fianco, altri suoi membri erano morti in battaglia a Lipsia. Nessuno fra i suoi compagni di classe, intimiditi dalla storia delle gesta degli Hohenfels, osa rivolgergli la parola pur desiderando poter annoverare il nobile conte fra i propri amici.
Il giovane Hans, che pur appartenendo alla borghesia medio-alta soffre di qualche complesso d'inferiorità, è ben deciso a diventarne amico e fa di tutto per mettersi in mostra. Al contrario dei suoi compagni di classe, che più dell'amicizia cercano in Konradin il riflesso della grandezza del suo casato, Hans vede in lui un compagno dai molti tratti caratteriali in comune: la timidezza, l'impacciato modo di vivere i rapporti interpersonali, i sogni adolescenziali. Durante le lezioni alza la mano ed interviene prontamente, porta a scuola le sue collezioni, tra cui una di monete, finché Konradin, notandole, si avvicina ad Hans per osservarle. Nasce in questo modo un'amicizia fra i due ragazzi, spontanea, limpida, destinata a diventare un vero "cerchio magico" nel quale frequentarsi con l'entusiasmo un po' sognatore tipico della loro età, splendida e fuggevole. Hans invita l'amico a casa sua, una villa costruita in pietre e circondata da meli e ciliegi, gli mostra la propria stanza ed i suoi piccoli "cimeli". Konradin ne resta affascinato ma contraccambierà l'invito solo dopo molto tempo. Gli Hohenfels hanno infatti una profonda avversione contro gli ebrei ed il giovane Konradin, ben sapendolo, aspetta le occasioni nelle quali i genitori non sono in casa per invitare il compagno.
Una sera Hans assiste ad uno spettacolo orchestrale e vede, seduti nelle prime file, il suo amico e i suoi genitori. Durante l'intervallo Konradin, pur passandogli accanto, dà mostra di non conoscerlo. Il giorno dopo Hans gli chiede ragione di quello strano comportamento e l'amico, vincendo il grande imbarazzo, gli confessa la verità: sua madre teme gli ebrei, è convinta che siano al servizio del giudaismo e quindi del comunismo, non accetterebbe mai di conoscerlo. Questo episodio è destinato a pesare come un macigno sulla loro grande amicizia. Con la fine dell'anno scolastico arrivano le vacanze che ambedue trascorrono lontano dalla Germania.
Quando Hans ritorna in città tutto è cambiato: il nascente Nazionalsocialismo sta producendo i primi aberranti effetti: sui muri sono apparsi i manifesti contro gli ebrei, le svastiche. Una mattina, arrivato a scuola, sente alcuni suoi compagni che parlano dell'argomento più attuale: l'odio antisemita. Hans entra ed improvvisamente è al centro dell'attenzione: qualcuno gli urla contro di tornare in Palestina ed il ragazzo, furioso, colpisce un compagno. Quel giorno, al termine delle lezioni, uscendo spera di trovare Konradin, come al solito, per percorrere assieme la strada verso casa, ma lui non lo ha aspettato.
Verso dicembre i genitori di Hans, visto il clima sempre più pesante e l'intolleranza razziale che monta inarrestabile spinta dai farneticanti discorsi sulla purezza della razza che il nuovo "padrone" della Germania, vomita contro l'ebraismo, decidono di farlo andare in America, ospite di parenti, perché possa continuare serenamente i propri studi, rimandando il suo ritorno a tempi migliori. Prima di partire riceve una lettera di Konradin che gli parla del suo dispiacere per il suo allontanamento e gli spiega come abbia cominciato ad apprezzare Hitler e la sua inarrestabile eloquenza.
Tempo dopo Hans, trasferitosi, in America viene a sapere che suo padre, non potendo resistere al clima d'odio che ormai regna in tutto il paese, nottetempo, ha aperto i rubinetti del gas, ponendo così tragicamente fine alla propria vita ed a quella della moglie. Tutti questi episodi segnano profondamente l'animo di Hans il quale rimuove dalla sua mente ogni pensiero, ogni ricordo che lo riconduca al suo paese dal quale è stato così tragicamente respinto, al punto di non usare più la sua lingua madre, non leggere più alcuna pubblicazione in tedesco. Solo dopo molti anni, incontrando un uomo che viene dalla città dove ha trascorso gli anni dell'infanzia, gliene chiede notizie: tutto è stato distrutto dalla guerra e dalla follia degli uomini, anche la sua scuola, anche il palazzo degli Hohenfels, anche l'orgoglio della pura razza ariana.
Dopo qualche tempo gli giunge una lettera nella quale si fa richiesta di una donazione da parte del vecchio ginnasio di Stoccarda per l'erezione di un monumento funebre a ricordo degli allievi caduti nella Seconda Guerra Mondiale. Vincendo l'impulso di gettare nel cestino quel foglio dal quale emergono i fantasmi di un passato doloroso e sepolto, Hans riconosce i nomi dei suoi compagni di classe, senza riuscire a trovare il coraggio per guardare alla lettera H. Poi, dopo aver lungamente esitato, cerca il nome che aveva tentato di dimenticare: "VON HOHENFELS KONRADIN, implicato nel complotto per uccidere Hitler. Giustiziato".
Il cerchio magico si chiude nuovamente, l'amico di un tempo si è riscattato, è tornato nel cuore del vecchio Hans.


Commento personale:

Un libro che possiede l'immediatezza e la scorrevolezza di un diario e che, coinvolgente come pochi, ci fornisce uno spaccato della vita nella Stoccarda anteguerra, sullo sfondo dei primi tetri anni dell'ascesa al potere del dittatore nazista, del quale non si può disconoscere l'incredibile e travolgente capacità oratoria e la sottile abilità nello sfruttare ed esasperare le contraddizioni e le paure del tedesco medio, soprattutto nei confronti dell'ebraismo.
In un passo del libro abbiamo la conferma dell'ascendente che il caporale austriaco, salito alla guida del paese, ha nei confronti di Konradin, quando quest'ultimo, in una lettera scritta all'amico Hans che sta "partendo" per l'America, nota come, "esteriormente è un ometto insignificante", tuttavia ha un carisma per cui "quando lo si ascolta parlare, si viene travolti dalla forza della sua convinzione, dalla sua volontà di ferro, dalla perspicacia profetica di cui è dotato"
L'influenza del dittatore nazista non magnetizzerà solo Konradin ma l'intera nazione tedesca, scrivendo quel capitolo della storia del nostro secolo che getterà il mondo nel baratro di una guerra fra le più crudeli

che si ricordino.


I personaggi:

Hans Schwarz: sedicenne, figlio di un medico ebreo, nipote e bisnipote di rabbini e discendente da una famiglia di piccoli commercianti e mercanti di bestiame, è un ragazzo timido e privo di sicurezza, suscettibile e timoroso di essere ferito, ma con un forte sentimento dell'amicizia.

Konradin: conte di Hohenfels, sedicenne, discendente dell'illustrissima stirpe degli Hohenfels, una grande famiglia dell'aristocrazia tedesca, è, al contrario di Hans, un ragazzo dal portamento pieno di sicurezza, dall'aria aristocratica, con molta eleganza nel vestire e, anch'egli, con un forte sentimento dell'amicizia.


Temi e contenuti:

"L'amico ritrovato" è un romanzo di formazione che narra gli avvenimenti esistenziali più importanti che portano due giovani ad una sofferta maturazione psicologica, affettiva ed intellettuale.
Il racconto è minuzioso e al tempo stesso di ampio respiro, ricco di dettagli realistici, ma anche di acute osservazioni, d'interessanti riflessioni, e di profonde analisi psicologiche. Si tratta di una struggente rievocazione, fatta in prima persona dal narratore protagonista, degli anni dell'adolescenza, delle emozioni, degli stati díanimo, propri di questa età, di due giovani di sedici anni: Hans, intelligente e sensibile, figlio di un medico ebreo, e il nobile e altezzoso Konradin.
La vicenda dei due adolescenti, la cui personalità viene descritta sia per mezzo di riferimenti diretti sia attraverso i loro comportamenti, si svolge a Stoccarda, in un liceo frequentato da giovani della borghesia e della piccola nobiltà. Sono i primi passi del Nazismo, però prima del 1933, anno in cui Hitler prende il potere, in una Germania su cui si addensavano le prime avvisaglie dell'odio, della ferocia, dell'oppressione che di lì a poco avrebbero sconvolto il mondo e le coscienze degli uomini.
Le tematiche del libro hanno affinità con gli interessi dell'età adolescenziale e invitano a riflettere sul bisogno prepotente di amicizia proprio di quest'età e su come nasce un'amicizia; sui guasti che produce un'ideologia totalizzante: il Nazismo. Segue la condanna del Nazismo, dell'olocausto e degli onori che a tutt'oggi produce il pregiudizio dell'omogeneità etnica. E ancora, le dinamiche della che, per alcuni aspetti, è sempre uguale a se stessa, anche se cambiano i soggetti.
La cultura quella classica di Hans la quale si fonda sui valori eterni dello spirito, ma anche da qualche docente fazioso e senza apertura mentale alla critica, come il professor Pompetzki del libro (oggi per fortuna se ne è persa la traccia) viene piegata ad altri fini con grave danno per le coscienze dei giovani studenti che sono indotti all'odio che genera comportamenti aggressivi e violenti.

Luogo ed epoca in cui é ambientata la vicenda:

Il romanzo è ambientato nel Wurttemberg, a Stoccarda. Della sua città natale com'era prima che la guerra la distruggesse per tre quarti, Uhlman conserva la nostalgia: la presenta nel racconto come tranquilla e tollerante, lontana dall'epicentro dei disordini sociali che agitavano la Germania 1932, ricca di cultura inserita in un paesaggio dolce e sereno. Infine tale Stato (Wurttemberg) si estende in Svevia dove borghi, castelli e città ricordano un passato storico prestigioso.

La breve stagione dell'amicizia fra Hans e Konradin descritta nel romanzo occupa l'anno 1932. Da pochi anni era terminata la 1° guerra mondiale con la seguente vittoria dell'Inghilterra, Francia, Italia e Stati Uniti ai danni della Germania e dell'Austria ma sempre in quegli anni prendeva piede nella nazione tedesca il regime nazista di Adolf Hitler che considerava gli ebrei un razza inferiore (antisemitismo) e ne fece uccidere circa sei milioni.

Tecniche di narrazione:

Il tipo di focalizzazione é interna perché la narrazione è condotta dal punto di vista di un personaggio (ovvero Hans) che assume il narratore. Il narratore è di secondo grado perché il compito di raccontare i fatti è affidato dal narratore di primo grado ad un personaggio che egli introduce nel racconto e tale narratore è presente nella storia come personaggio.




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