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Il Cavaliere inesistente - Italo Calvino

letteratura



Il Cavaliere inesistente


Autore: Italo Calvino


Titolo: Il cavaliere inesistente


Edizione: Oscar Mondadori



Tempo:


La vicenda è inserita dall'autore in un immaginario Medioevo, prec 353b14d isamente nell'epoca di Carlo Magno. La sua durata non è specificata ma si svolge nell'ambito di diversi mesi, con la presenza nel testo di numerose ellissi nella descrizione di viaggi e momenti poco importanti per lo svolgimento della vicenda.




Spazio:


nel testo del Calvino gli ambienti (sia quello sociale, sia quello naturale) assumono una particolare valenza simbolica sia per il loro fondersi con lo svolgimento della vicenda e per la loro partecipazione ad esse, sia per il loro essere un'allegoria di ambienti attuali (vedi l'ambiente dei Cavalieri del Graal, allegoria del potere bigotto e corrotto.


Personaggi:


Il protagonista della vicenda è Agilulfo, il cavaliere inesistente dell'esercito di Carlo Magno, il quale pur non avendo corpo, esiste grazie a una grande forza di volontà che riesce a far muovere una bellissima corazza bianca che all'apparenza sembrerebbe vuota. Egli è un cultore maniacale dell'ordine e del rispetto delle leggi, caratteristiche che lo rendono antipatico al resto dell'esercito, ma fondamentali a lui per continuare ad esistere (deve infatti organizzare la sua vita alla perfezione ed avere un pensiero per a testa per continuare a far muovere l'armatura).

Difatti, non appena il motivo della sua esistenza (l'essere un cavaliere di Carlo Magno) viene messo in dubbio il cavaliere invincibile è costretto ad arrendersi e a morire, o meglio scomparire.

Scudiero di Agilulfo è Gurdulù, altro personaggio della vicenda. Gurdulù è l'esatto contrario di Agilulfo : Agilulfo è pura volontà e sicurezza d'esserci quando invece non esiste mentre Gurdulù  "c'è ma non sa d'esserci". Può essere considerato l'aiutante del protagonista poiché segue il suo padrone in tutte le sue peripezie. Come il suo padrone anche lui non subisce sostanziali cambiamenti nel corso della vicenda, anche se spesso è la vicenda a "confonderlo" con i suoi mutamenti.

Cooprotagonista del libro è il giovane Rambaldo, appena promosso cavaliere per vendicare sul campo di battaglia l'uccisione del padre da parte degli infedeli. Dopo aver incontrato Agilulfo ne segue tutte le gesta per poter imparare e diventare un giorno un valoroso paladino al pari del fiero cavaliere dall'armatura bianca. Al pari dell'ammirazione nei confronti di Agilulfo, in Rambaldo nasce l'amore per la fiera amazzone Bradamante, unica paladina dell'esercito di Carlo Magno che è però profondamente attratta dal nostro cavaliere dall'armatura immacolata. Rambaldo riuscirà poi a conquistare l'amore di Bradamente, ma solo dopo aver subito un lungo processo di maturazione nel corso della vicenda che lo porterà  a diventare un vero cavaliere, quasi al pari di Agilulfo.

Ultimo dei personaggi importanti è proprio Bradamante, personaggio nonché narratrice della storia. E' proprio la fiera amazzone che ritiratasi in convento dopo la scomparsa dell'amato Agilulfo decide di accettare la proposta della madre superiora di mettere per iscritto la sua storia. Bradamante era innamorata davvero dell'inafferrabile Agilulfo, ma forse lo era solo perché dopo aver avuto ogni genere di uomo, l'impossibile era ciò che le mancava.. Col passare del tempo infatti cede alle richieste del giovane Rambaldo, il quale comunque ha deciso di seguire le orme del suo mito, Agilulfo, quasi fosse una sorta di eredità.

Altri personaggi importanti per lo svolgimento della vicenda sono il cupo Torrismondo, la placida Sofronia, la maliziosa Priscilla, gli invidiosi cavalieri franchi e i temuti cavalieri del Graal.


Sintesi della narrazione:


Il libro narra le avventure del cavaliere franco Agilulfo, cavaliere inesistente in realtà poiché vive solo di una grande forza di volontà che gli permette di sopperire alla mancanza di un corpo in carne e ossa. Egli è uno dei più valorosi paladini di Carlo Magno, forse il più valoroso, ma è suo destino essere antipatico all'intero esercito per via della sua grande scrupolosità. Proprio per questo quando un giovane cavaliere di nome Torrismondo rivela una macchia nel suo passato riguardante il salvataggio di una vergine, Agilulfo è costretto ad affrontare una serie di peripezie per dimostrare che le parole del giovane non sono altro che menzogne. In verità Agilulfo vuole e deve dimostrare a se stesso più che agli altri che Torrismondo è nel torto, altrimenti la sua volontà d'esistere verrebbe minata alle fondamenta: nei titoli e nella voglia di essere cavaliere. Purtroppo però il destino spesso è crudele, e all'ultimo momento il caso vuole che la gioia per aver riconquistato il credito degli altri, si tramuti in delusione per un avvenimento non preventivato. Agilulfo, perse le ultime certezze fugge nel bosco e di lui si perdono le tracce. Rambaldo, corso da lui per spiegare che si è trattato tutto di un grande equivoco trova solamente l'armatura di Agilulfo sparsa per terra, con un biglietto che ne sancisce il passaggio nelle sue mani firmato dallo stesso Agilulfo. La volontà nutrita dall'ordine e dalla perfezione della vita che Agilulfo conduceva, scompare con l'avvento del disordine e del caos e con lei scompare anche Agilulfo.

Parallelamente alla vicenda di Agilulfo ci sono quella di Torrismondo, alla ricerca dei cavalieri del Graal per conoscere la verità sulla sua nascita (scoprirà poi che la donna che ha sempre creduto sua madre in realtà non lo era e  la sposerà e che quindi le insinuazione mosse ad Agilulfo non erano altro che menzogne) e quella di Bradamante e Rambaldo, che alla fine coroneranno le loro fatiche con la nascita dell'amore.

Punto di vista:


il narratore è interno alla vicenda (si tratta della fiera amazzone Bradamante) e perciò onnisciente. Interviene spesso per parlare con il lettore (intervento metanarrativo).


Intenzioni dell'autore - considerazioni personali:


il testo sembrerebbe a prima vista una storia leggera destinata ad un pubblico di ragazzi più che alla lettura degli adulti. Tuttavia, leggendo più attentamente il testo, diviene chiara l'intenzione dell'autore di trasmettere precisi valori quali l'importanza della coscienza di classe, l'onnipresenza della prepotenza dei presenti, l'importanza di lottare per raggiungere i propri scopi e di non darsi mai per vinto anche quando la situazione appare disperata. Importante nel testo, oltre alla vicenda di Agilulfo, è anche quella degli abitanti della Curvaldia, che stanchi delle angherie subite da parte dei Cavalieri del Graal decidono di ribellarsi, riuscendo anche ad avere la meglio, grazie anche all'aiuto del cavaliere Torrismondo . Calvino usando la metafora del villaggio sottoposto alle angherie dei potenti pone qui una seria tematica politica dando però come soluzione alla vicenda una felice quando utopica convivenza alla pari, riflesso del sogno Marxista.


Bibliografia:


G.Gallegati, Testi e Strumenti, testi letterari Bulgarini materie letterarie





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