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Riflessologia e scuola storico-culturale
1. Premessa
Dopo la fondazione del primo laboratorio di psicologia sperimentale a Lipsia nel 1879, in molti
paesi erano nati numerosi altri laboratori basati sul modello wundtiano, spesso ad opera di
studiosi che avevano studiato e lavorato con Wundt stesso. Fu proprio in seguito alla grande
influenza dell'opera wundtiana che, anche in Russia, venne fondato nel 1886, ad opera di
Bechterev, il primo laboratorio di psicologia sperimentale all'Università di Kazan, mentre nel
1912 fu istituito a Mosca il primo Istituto di psicologia, aperto ufficialmente solo nel 1914 sotto la
direzione di elpanov. Ma non è solo l'influenza della psicologia sperimentale europea a
costituire la base della psicologia russa: la prospettiva di ricerca psicologica russa accoglie e
sintetizza le trasformazioni sociali e politiche prodotte dalle rivoluzione bolscevica del 1917.
È proprio la scelta filosofica di fondo che differenzia l'approccio teorico russo dagli altri: le teorie
marxiste e leniniste hanno determinato cambiamenti su tutta la produzione culturale e scientifica
russa dell'epoca, compresa, naturalmente, la psicologia. Tale orientamento teorico si caratterizza
per la necessità di legare saldamente la teoria ( ) alla prassi ( ) - la filosofia
non ha solo lo scopo di conoscere il mondo, ma soprattutto di trasformarlo. La filosofia
marxiana richiede che la scienza operi, pertanto, una «critica» delle teorie ritenute conservatrici,
una critica che non può esaurirsi in sé stessa, ma che deve realizzarsi attraverso la prassi,
operando una trasformazione della società, una concreta azione rivoluzionaria. Si impone anche
una riconsiderazione del concetto di psiche, che non può essere più intesa come "entità ideale":
«non è la coscienza che determina la vita, ma è la vita che determina la coscienza» come scrive
Marx nell'Ideologia tedesca e nell'opera Per la critica dell'economia politica
Se secondo Marx la coscienza è un prodotto storico e non un dato originario e a priori, ne
consegue che la psicologia deve confrontarsi con problemi collocati in un contesto storico e
sociale, che si "scontrano" con la praxis. Quindi, anche secondo Vygotskij, «l'urto con la pratica
obbliga la psicologia ad una ricostruzione dei suoi principi in modo che essi reggano alla prova
della pratica».
La psicologia sovietica viene spesso interpretata come esclusivamente marxista o comunista, tale
interpretazione non ha permesso di valutare in modo adeguato i reali contributi delle scuole russe
allo sviluppo teorico e metodologico della scienza psicologica.
Le scuole sovietiche più importanti sono:
- la scuola riflessologica, rappresentata dalle opere di Bechterev, Pavlov e dei membri della
scuola pavloviana.
- e la scuola storico-culturale fondata da Vygotskij, a metà degli anni '20 e sviluppata negli anni
'30 dallo stesso e dai suoi collaboratori e allievi, tra i quali Leont'ev
Negli anni '20 e '30 vari psicologi cercarono di individuare i punti di incontro tra la teoria freudiana e il marxismo,
con un orientamento noto come "freudo-marxismo". Il contributo più importante si deve a Wilhelm Reich,
originariamente di scuola psicoanalitica.
2. La riflessologia
Secondo la «riflessologia» i processi psichici sono riducibili a riflessi, cioè a processi puramente
fisiologici ed elementari. Per «riflessologia» si intende la scuola fondata da Bechterev, tuttavia la
prima formulazione della concezione riflessologica fu proposta da Ivan M. Se enov (1829-1905),
considerato il padre della fisiologia russa grazie alla diffusione che operò in Russia delle ricerche
contemporanee di fisiologia e della propria teoria materialistica dei processi psichici - esposta
nell'opera I riflessi del cervello del 1863, divenuta celebre nonostante la censura zarista ne avesse
occultato i contenuti antispiritualistici - e per aver avviato un gruppo di fisiologi di fama europea.
Se enov si era formato nei più importanti laboratori europei di fisiologia lavorando con Müller,
Du Bois-Reymond e von Helmholtz. La scienza psicologica, secondo Se enov , rientra nel
campo di ricerca della fisiologia: essa, infatti, consente di spiegare il comportamento secondo
un'unità di analisi, un meccanismo semplice rappresentato dal concetto di riflesso: ad uno
stimolo dell'ambiente (S) corrisponde una reazione motoria dell'animale (R).
«Questa reazione motoria è mediata dall'attività di un centro nervoso localizzato nel midollo
spinale. L'arco riflesso spinale poteva spiegare i processi comportamentali elementari,
involontari, automatici, come il ritrarre la zampa da uno stimolo doloroso. Se enov suppose
che per spiegare i processi comportamentali più complessi intervenisse l'attività di centri nervosi
superiori, localizzati nel cervello. Sia nei processi semplici che in quelli complessi, il meccanismo
di base era comunque lo stesso: stimolo-centro nervoso-reazione. In un caso il centro nervoso
era al livello del midollo spinale e si aveva il «riflesso spinale», nell'altro caso il livello era il
cervello e si aveva quindi il «riflesso cerebrale». Per Se enov i processi psichici erano riducibili a
riflessi cerebrali relativamente alla loro struttura di base».
Se molte azioni volontarie possono quindi essere trasformate in automatiche, è possibile spiegare,
su un piano concettuale, come anche le attività umane superiori possano essere ridotte ad attività
involontarie umane superiori analizzabili con il principio del riflesso.
Il ruolo della psicologia consiste, invece, nell'analisi dei contenuti dell'attività psichica.
«I contenuti vengono acquisiti, sempre secondo il meccanismo dei riflessi, durante lo sviluppo
ontogenetico e sono quindi legati all'ambiente in cui l'individuo cresce. La lingua che un uomo
parla, i ricordi, le emozioni sono tutti processi psichici derivati dal rapporto individuo-ambiente,
ma il meccanismo di interazione con l'ambiente e di acquisizione dei contenuti e delle
conoscenze è basato sui riflessi, oggetto di ricerca della fisiologia».
In questo modo Se enov spiega anche le attività mentali superiori: il soggetto può ritenere che i
propri pensieri siano causa delle proprie azioni, perché i primi precedono gli ultimi, ma è la
situazione sensoriale esterna che determina le reazioni cerebrali chiamate pensieri e che sospende
l'inibizione delle reazioni motorie. La scoperta del meccanismo dell'inibizione centrale dei riflessi
aspinali, portava Se enov ad aderire ad una visione meccanicistica e organicistica del
comportamento umano, senza approfondire nella propria indagine quei riflessi che lui stesso
chiamò acquisiti, che comportano quindi una considerazione delle influenze ambientali nella
condotta umana.
La scuola riflessologica vera e propria, fondata da Vladimir M. Bechterev (1857-1927), studioso di
anatomia e fisiologia del sistema nervoso, si diffuse in Russia tra il 1910 e gli ultimi anni '20.
Bechterev intendeva, dopo gli studi sul sistema nervoso, fondare una psicologia oggettiva e
sperimentale, priva di riferimenti spiritualistici e introspettivi (La psicologia oggettiva [1907-
1910]). L'oggetto di indagine erano i riflessi, alla base di tutta l'attività psichica, anche dei processi
complessi come quelli sociali.
«La riflessologia di Bechterev era una concezione generale unitaria di tutti i fenomeni fisiologici,
psicologici e sociali [Bechterev 1921; 1923]. Va notato che Bechterev nello studio del processo di
acquisizione dei riflessi (da lui denominati «riflessi associativi») aveva privilegiato i riflessi motori, a
differenza di Pavlov le cui ricerche sui riflessi condizionati concernevano essenzialmente l'attività
riflessa vegetativa. Secondo Bechterev, a ragione, lo studio dell'attività motoria durante il
comportamento avrebbe permesso una conoscenza più approfondita di questo non solo negli
animali, ma anche nell'uomo».
Gli allievi di Bechterev si dedicarono allo studio dello sviluppo dei riflessi associativi nella prima
infanzia («riflessologia genetica»), ma tale tipo di indagine fu criticato da altri psicologi, come ad
esempio Vygotskij, proprio per la riduzione di complessi processi evolutivi all'apprendimento di
successioni di riflessi elementari.
Ivan Petrovich Pavlov (1849-1936)
La concezione più importante delle basi fisiologiche del comportamento è stata elaborata da Ivan
Petrovich Pavlov. Pavlov, fisiologo e medico sovietico, è nato nel 1849 a Rjazan. Si laurea a
Pietroburgo prima in scienze naturali (nel 1875) e poi in medicina (nel 1879). Pavlov ebbe la
cattedra di fisiologia all'Università di Pietroburgo e dal 1891 al 1936, l'anno della sua morte, fu
direttore dell'Istituto di medicina sperimentale.
Le ricerche condotte fino al 1900 circa, riguardarono la fisiologia del sistema cardiovascolare e del
sistema digerente. Per i risultati conseguiti nello studio della fisiologia della digestione vinse il
premio Nobel nel 1904. Ma dall'inizio del secolo al 1936, Pavlov si dedicò allo studio dei riflessi
condizionati e alla fondazione della cosiddetta teoria dell'attività nervosa superiore . Con la
scoperta dei riflessi condizionati Pavlov individua uno dei meccanismi essenziali della psicologia
del comportamento.
Figura 1. Ivan P. Pavlov
Mettere del cibo nella bocca di un cane provocava un aumento immediato del
flusso salivare. Pavlov riteneva che questa reazione stimolo-risposta fosse dovuta
ad un riflesso, una sequenza automatica innata del sistema nervoso del cane.
Dopo qualche settimana, tuttavia, fu possibile osservare che i cani cominciavano
a produrre saliva anche quando udivano o vedevano ciò che abitualmente
precedeva il cibo. Pavlov cominciò a studiare sistematicamente tale riflesso
condizionato o appreso, la relazione stimolo-risposta acquisita con l'esperienza.
«Pavlov era partito dall'osservazione della «secrezione psichica», cioè dal
fenomeno per cui il cane salivava non solo quando il cibo veniva a
diretto contatto dei recettori gustativi, ma anche in assenza di questo,
quando per adoperare una terminologia impiegata in questi casi ma
appunto criticata da Pavlov, il cane «si aspettava» che il cibo arrivasse.
Questa reazione dell'animale in assenza dello stimolo relativo venne denominata riflesso condizionato
Il comportamento è l'insieme dei processi riflessi che regolano l'interazione individuoambiente
e il riflesso condizionato ne costituisce parte integrante e fondamentale.
In un primo stadio i processi sono elementari, sono riflessi incondizionati, risposte innate agli
stimoli, le quali se sono organizzate tra di loro rappresentano gli istinti. In un secondo stadio,
proprio degli animali superiori e dell'uomo, i processi sono più complessi, sono riflessi
condizionati, risposte acquisite. Sono i riflessi condizionati che consentono all'animale di reagire in
modo più plastico e adattativo all'ambiente. L'animale non compie solo le reazioni riflesse in
presenza diretta degli stimoli, ma può apprendere a reagire, in modo anticipato, ad altri stimoli che
segnalano gli stimoli a cui l'animale dovrebbe reagire successivamente».
Pavlov stabilì che mettere del cibo nella bocca del cane provocava
l'aumento della saliva. Il cibo è lo stimolo incondizionato (SI) e la
salivazione è la risposta incondizionata (RI). Se alla presentazione
del cibo si fa precedere il suono di una campanella, gradualmente il
flusso di saliva del cane comincia a presentarsi al suono della
campanella e in seguito anche prima della presentazione del cibo. La
campanella rappresenta per Pavlov uno stimolo condizionato o
appreso (SC) e l'aumento di salivazione al suono della campanella
una risposta condizionata (RC)
In questo modo, il condizionamento pavloviano, o classico,
comporta tipicamente l'accoppiamento ripetuto di uno stimolo
condizionato (SC) e di uno stimolo incondizionato (SI),
condiziona lo stimolo condizionato (SC) ed evoca una risposta
condizionata (RC) simile alla risposta incondizionata (RI).
Figura 2. L'esperimento di
Pavlov
Ecco un altro esempio classico di riflesso condizionato, descritto da Pavlov stesso:
«Versiamo nella bocca di un cane una debole soluzione di un acido qualunque. Questa provoca di
norma una reazione di difesa: la soluzione viene espulsa con energici movimenti della testa, mentre
nella cavità orale (e poi fuori di essa), fluisce un'abbondante quantità di saliva che diluisce l'acido
introdotto e libera la mucosa da tracce residue di acido [Pavlov 1935; trad. it. 1968, 125].In questa
prima fase si è costituito un riflesso incondizionato. Lo stimolo incondizionato (acido) produce una
reazione incondizionata (salivazione). Nella seconda fase avviene la formazione del riflesso
condizionato. Poco prima di
introdurre la soluzione acida
nella bocca del cane,
sottoponiamo ripetutamente
l'animale all'azione di un
qualunque stimolo esterno, per
esempio di un determinato
suono. Che cosa osserviamo?
Basterà ripetere questo suono da
solo affinché si produca nel cane
la stessa reazione con gli stessi
movimenti della bocca e la stessa
secrezione salivare (ibidem
Si è verificato che uno stimolo
nuovo, il cosiddetto stimolo
condizionato (suono), segnala
l'applicazione successiva dello stimolo incondizionato; allora la reazione si produce subito dopo lo
stimolo condizionato e prima dello stimolo incondizionato».
Figura 3. Una tipica situazione sperimentale pavloviana.
Figura 4. Acquisizione ed estinzione
Nella figura 4 è illustrato l'andamento di un esperimento pavloviano. Nella prima fase, detta di
acquisizione, il cane non addestrato aumenta gradualmente la risposta salivare (RC) con ripetuti
accoppiamenti della campana e del cibo (SC+SI). La RI evocata dallo SC spariva gradualmente:
questa sparizione viene chiamata da Pavlov estinzione. Nella seconda fase, l'animale veniva fatto
uscire dal laboratorio e seguiva un breve periodo di riposo. La terza fase consiste in un ulteriore
addestramento di estinzione in cui lo SC veniva presentato da solo. Invece della RC debole
osservata alla fine della seconda fase, con la ripresa dello SC nella terza fase si notavano anche
delle RC molto forti. Questo effetto viene definito recupero spontaneo, un parziale
ristabilimento dell'apprendimento dell'apprendimento dopo un periodo di riposo, caratteristico
delle risposte condizionate che hanno subito un processo di estinzione. Se viene presentato
nuovamente un rinforzo (SC+SI) l'animale solitamente riapprende rapidamente
riacquisizione). Pavlov scoprì che era possibile variare la velocità di apprendimento
manipolando alcuni fattori (ad esempio la quantità di cibo presentato e l'intensità del suono).
La variabile più importante era però la relazione temporale tra SC e SI:
- quando lo SC precede leggermente lo SI il condizionamento si instaura più rapidamente
(condizionamento in avanti);
- quando la presentazione è simultanea il condizionamento peggiora (condizionamento
simultaneo);
- e infine quando lo SC segue lo SI si verifica la condizione peggiore di condizionamento
(condizionamento all'indietro).
Se secondo la prospettiva comportamentistica, il cervello è una «scatola nera», un meccanismo di
cui non si indagano i processi, ma si descrivono le leggi di relazione tra stimoli e risposte, per
Pavlov è possibile descrivere i processi della «scatola nera» basandosi su deduzioni più che su
osservazioni dirette dei processi cerebrali. Infatti, da un lato basandosi sull'osservazione dei
meccanismi osservati sperimentalmente, Pavlov tenta di postulare gli eventi del sistema nervoso e
dall'altro lato estende i risultati degli esperimenti condotti sugli animali, allo studio del
comportamento umano.
Proprio per questo motivo Skinner definisce il sistema nervoso descritto da Pavlov un «sistema
nervoso concettuale» [Skinner, 1938].
A partire dalla fine degli anni '50, la scuola pavloviana ha avuto una graduale trasformazione che le ha fatto
perdere le connotazioni di dogmatismo e stretta osservanza alle posizioni teoriche originarie di Pavlov.
L'adozione sempre più stretta delle tecniche neurofisiologiche per lo studio dei processi cerebrali che
intervengono nella formazione dei riflessi condizionati, hanno fatto abbandonare in parte l'impostazione
concettualistica di Pavlov. L'esponente principale di questo nuovo indirizzo è stato Pëtr K. Anochin (1898-1974)
che nell'opera Biologia e neurofisiologia del riflesso condizionato (1978) ha rivisto la concezione pavloviana e
le ricerche sui riflessi condizionati alla luce della neurofisiologia moderna e di nuovi concetti teorici derivati
soprattutto dalla cibernetica.
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