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GLI ELEATI

filosofia



GLI   ELEATI


Gli Eleati, vivendo in un contesto diverso dalle colonie Joniche, sviluppano una ricerca che li porti alla comprensione di un Essere unico, eterno e immutabile di fronte a cui tutto ciò che percepiamo coi nostri sensi è puramente apparenza. 737j93h


SENOFANE

E' per tradizione ritenuto l'iniziatore dell'Eleatismo, ma molti lo pongono tra i pensatori Jonici. La sua filosofia era indirizzata soprattutto contro i poeti quali Omero ed Esiodo che ritenevano le divinità antropomorfe, mentre egli sosteneva che esiste una sola divinità che non somiglia per niente agli uomini, ed è un Dio-tutto, non nasce ne muore.


PARMENIDE

Fu il fondatore della scuola eleatica di Elea. Scrisse il suo pensiero in versi.



Secondo lui esistevano due vie davanti agli uomini; una basata sulla Ragione che porta alla conoscenza dell'Essere vero, ed una basata sui sensi che ci porta a conoscere l'Essere apparente. La sua tesi fondamentale era: "L'Essere è e non può non essere, mentre il non Essere non è e non può essere".

Da questa affermazione tramite dei percorsi logici giunge a dargli degli attributi:

Ingenerato,imperituro:(se nascesse o morisse implicherebbe in qualche modo il non Essere)

Eterno:(se fosse nel tempo implicherebbe il non Essere del passato)

Immutabile,immobile:(se si muovesse implicherebbe il non Essere in quanto si troverebbe in situazioni in cui prima non era)

Unico,omogeneo:(se fosse molteplice implicherebbe intervalli di non Essere)

Finito:(secondo la mentalità greca una cosa finita è simbolo di perfezione...Sfera)


L'Essere secondo gli studiosi degli attributi dati da Parmenide sarebbe l'Assoluto; sia inteso come Dio trascendentale, che come la natura stessa.

Parmenide poi cerca di spiegare il nostro mondo, quello dei sensi che noi percepiamo.

Per fare ciò si allaccia alle teorie dualistiche dei pitagorici, contrapponendo la Luce alle Tenebre. Parmenide considera la realtà il frutto tra la mescolanza di queste due forze.


ZENONE

Anch'egli di Elea fu scolaro e amichetto di Parmenide, era più giovane di lui di 25 anni e morì sotto tortura per cospirazione contro un tiranno.

Tutta la sua dottrina filosofica era indirizzata come rinforzo e a sostegno delle tesi di Parmenide.

Il metodo di cui si serve è quello della dialettica, che consiste nel prendere come buone le tesi contrarie e poi, tramite procedimente logici, confutarle.

Famosa è la risposta data a coloro che sostenendo l'unicità della realtà ci si ritrova imbrogliati in molte contraddizioni: "Se si ammette che la realtà è molteplice si incontrano contraddizioni anche peggiori".

Gli avversari erano principalmente i Pitagorici, Anassagora e tutti coloro che ammettevano la molteplicità delle cose.

I suoi argomenti erano indirizzati principalmente contro due cose: la pluralità e il movimento.

ARGOMENTI CONTRO LA PLURALITA':

Contro questa tesi ammette l'ipotesi avversaria e poi la confuta:

se le cose sono molte il loro numero è ad un tempo finito ed infinito. Finito perchè non sono ne più ne meno di quante sono , infinito perchè tra 2 elementi ce nè sempre un terzo e così all'infinito.

Con questa affermazione si va quindi in una contraddizione, come nella seguente:

si ammetta che ogni cosa è costituita da unità; se le unità non hanno grandezza le cose da esse composte non avranno grandezza, se le unità hanno una grandezza finita le cose da esse composte avranno una grandezza infinita.

ARGOMENTI CONTRO IL MOVIMENTO:

1) Lo stadio: Non si può mai arrivare all'estremità dello stadio perchè bisogna arrivare prima alla metà di quest'ultimo, poi alla metà della metà e via così all'infinito.

2) L'Achille: Se una tartaruga ha un passo di vantaggio su Achille, quest'ultimo non riuscirà mai a raggiungerla anche se avrà una velocità maggiore; infatti mentre Achille arriverà nel unto in cui si trova la tartaruga, quest'ultima avrà compiuto un'altro tratto di strada, e così via all'infinito.

3) La freccia: Se si osserva una freccia lanciata essa appare in movimento, ma prendendo singoli istanti la freccia è ferma, per cui sommando infiniti istanti(che danno il movimento) in cui non c'è movimento, la freccia è sempre ferma.

4) Masse nello stadio: In uno stadio se un corridore corre con velocità V in un senso ed un altro corridore corre con V nell'altro senso , il primo corridore ha una velocità che è anche al tempo stesso il doppio di essa rapportata all'altro corridore.

Questo ultimo argomento è molto importante perchè introdusse già al tempo la teoria della relatività di Einstein, ciò che per Zenone era un assurdo logico, per il matematico tedesco era invece realtà.


MELISSO

Anch'esso fu discepolo di Parmenide e ne difese le tesi.

Soprattutto sosteneva che le cose che mutano non sono reali; "infatti se l'Essere mutasse anche solo di un capello in diecimila anni andrebbe distrutto nella totalità del tempo".

A differenza di Parmenide Melisso ammetteva l'infinità dell'Essere e la sua pienezza nella spazialità, infatti il vuoto non c'è.

Rispetto al maestro accentua quindi il carattere spaziale dell'Essere e la sua incorporeità; infatti se avesse un corpo avrebbe parti e non sarebbe più uno.

































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