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Simbiosi incestuosa
Il processo di maturazione psicologica che porta all'individuazione[1], rappresenta un processo di liberazione dai legami primari e di presa di coscienza della propria identità e del mondo circostante; esso a livello individuale indica il passaggio da uno stadio di identificazione totale con la madre e l'ambiente esterno, a quello in cui si assume consapevolezza di essere un individuo diverso, distinto e indipendente rispetto agli altri. Ciononostante, l'uomo conserva permanentemente un vincolo affettivo, più o meno intenso, più o meno represso, alla sua origine biologica, molto spesso anche di carattere erotico, che può costituire la causa di disturbi nevrotici e portare alle estreme conseguenze della distruttività e dell'istinto di morte .
Secondo Fromm il mantenimento di una dipendenza affettiva morbosa verso la madre o la ricerca di legami che sostituiscano quelli primari non hanno effetti solamente sulla sfera della psicologia individuale, ma interferiscono anche a livello sociale; per Fromm fra i fattori all'origine dell'attrazione esercitata dallo stato totalitario e dal leader nei confronti delle masse vi è il fenomeno della simbiosi incestuosa[3].
Secondo le analisi di Fromm, l'attaccamento pre-edipico alla 131b16b madre, come da lui definito, costituisce un fenomeno basilare nello sviluppo psichico dell'individuo che, distinguendosi dall'attaccamento incestuoso della fase edipica[4], può essere riferito sia ai maschi che alle femmine; esso precede la fase genitale (ove, essendo l'attenzione degli impulsi libidici rivolta agli organi genitali, presenta un carattere prettamente sessuale) e si esplica attraverso un bisogno di protezione dal mondo esterno ("dai rischi della responsabilità, della libertà, della coscienza" ), e un desiderio di soddisfazione narcisistica (che l'amore incondizionato della madre è in grado di offrire).
L'aspirazione ad uno stato di benessere e di sicurezza, rappresentato dalla figura materna, non appartiene esclusivamente al bambino, ma anche all'individuo adulto, il quale è ancora più consapevole dei pericoli e delle sofferenze della vita. L'uomo "è diviso tra due tendenze sin dal momento della nascita: una, venire alla luce e l'altra regredire nel grembo; una per l'avventura e l'altra per la certezza; una per il rischio dell'indipendenza e l'altra per la protezione e la dipendenza"[7].
Per quanto riguarda il rapporto fra sessualità e attrazione nei confronti della madre, Fromm inverte le conclusioni a cui Freud era giunto[8], rilevando che i desideri sessuali del bambino che hanno come oggetto il genitore, e che sono dovuti all'"esistenza della spinta genitale in età precoce", "non sono la causa della fissazione alla madre, ma il risultato" ; una prova di questa affermazione è fornita dalla differenziazione del comportamento fra maschi e femmine. Mentre il bambino è attratto sessualmente dalla madre, la bambina lo è rispetto al padre, tuttavia entrambi sono interessati da una fissazione incestuosa (ma priva di stimoli sessuali) per la madre; se ne deduce che il legame incestuoso con la madre sorge indipendentemente dalla sfera sessuale, anche se per il maschio è connesso ad essa .
Il legame con la madre implica un senso di sicurezza ed insieme un sentimento di timore verso di lei, causato dalla mancanza di una propria forza ed indipendenza[11], ma anche dal desiderio di ritornare nel suo grembo ; se per un verso l'angoscia derivante da questo rapporto incestuoso spinge alla rottura del legame, dall'altro lo rafforza, in casi estremi l'ossessione per la madre conduce il figlio a temere di essere divorato o distrutto da lei stessa .
Anche all'interno del fenomeno del legame incestuoso esistono diversi livelli regressivi, prima di giungere ad un grado di fissazione talmente patologico da provocare conseguenze di carattere distruttivo (simbiosi incestuosa)[14], l'attrazione moderata per la madre in un certo qual senso può prospettarsi come un fatto positivo (benigno): è questo il caso in cui l'adulto cerca nel partner le stesse caratteristiche della madre, per sentirsi di nuovo protetto e amato.
All'aumentare dell'intensità del legame con la madre aumentano i disturbi della personalità dell'adulto. Essi possono presentarsi generalmente come bisogno della presenza continua di una figura materna, desiderio di sottomissione ad una personalità autoritaria[15] associato ad una 'paralizzante' paura nei suoi confronti (quando l'immagine della madre assume le sembianze di un 'carceriere' dal quale è impossibile fuggire); oppure all'opposto possono determinare forte narcisismo (quasi esclusivamente di tipo maligno), atteggiamenti seduttivi e di sopravvalutazione della propria persona, assoluta dipendenza dall'ammirazione altrui e contemporanea indifferenza e freddezza a livello sentimentale (quando la madre dimostra una preferenza per il figlio rispetto al padre, concentrando su di lui ogni attenzione e diventandone l'unico e grande amore) .
La tipologia più grave di fissazione alla madre si riscontra nella simbiosi incestuosa, caratterizzata da un rapporto affettivo di tipo morboso, nel quale "la persona simbioticamente attaccata è parte e appendice della persona ospite alla quale è attaccata, senza la quale non può vivere"[17], la dipendenza dall'altro può anche essere reciproca. Il legame diventa talmente stretto che le persone perdono la loro individualità e si fondono l'un l'altro in un'unica entità; in tal modo una eventuale minaccia all'integrità del legame rappresenta una minaccia all'integrità delle persone simbioticamente legate ; si viene a creare un mondo parallelo, che si sostituisce alla realtà, condiviso esclusivamente da chi fa parte di questo rapporto .
La simbiosi incestuosa si differenzia dal semplice legame edipico (che si contraddistingue da una contenuta forma di dipendenza e dalla tipica attrazione sessuale per il genitore) per un più massiccio e deleterio coinvolgimento emotivo, avendo come nucleo centrale della sua patologia un sentimento di costante angoscia originato dal timore inconscio nei confronti della madre, tale da interferire sul normale corso della vita di un individuo. L'idolatria della figura materna, derivante da questo attaccamento morboso, conferendo doti di onniscienza e onnipotenza al suo oggetto, altera l'obiettività del figlio; di conseguenza, mettere in dubbio la perfezione del 'dio-madre' significa contestare una verità assoluta.
Allargando la prospettiva di osservazione, dall'ambito del singolo a quello della collettività, emerge il fatto che, in ogni settore dell'organizzazione sociale, il ruolo della madre biologica (incarnazione di potere e protezione) viene assunto da nuove entità: la famiglia, il clan, il partito, la nazione, la razza, la religione, la natura. Questo meccanismo di traslazione del legame libidico in senso verticale, come avviene con il passaggio dal narcisismo individuale al narcisismo di gruppo[20], presenta dei vantaggi di ordine pratico; l'esistenza di una madre superiore, comune ed immortale, da un lato colma il vuoto provocato dall'eventuale scomparsa della madre biologica, dall'altro permette l'unione degli uomini accomunati dal culto per lo stesso idolo .
La psico-patologia simbiotica si ricollega e si integra con il disturbo narcisistico, e per quanto riguarda gli effetti negativi rivolti all'esterno, i due fenomeni risultano molto simili; sia nella sfera individuale che in quella relativa al gruppo, infatti, si riscontrano: la distorsione della capacità di giudizio, l'assenza di contatti relazionali con l'esterno e la reazione violenta alle critiche[22]. Il gruppo, trovandosi legato da una relazione simbiotica, che nel nostro caso potrebbe avere come fattore di unione il rapporto con un regime totalitario e con il suo leader, presenta un'alterata visione della realtà in cui le qualità dei suoi membri vengono esaltate ed in cui l'esistenza di altri gruppi genera un senso di oppressione; il gruppo simbiotico si pone in contrapposizione con il mondo degli altri gruppi pronto a reagire ad ogni 'altra' presenza, che si è percepita come minaccia.
Nell'ambito sociale la simbiosi incestuosa ha la possibilità di manifestarsi esteriormente per mezzo delle ideologie religiose e politiche (o di qualsiasi altro tipo di convinzione radicale ed omologatoria legata all'oggetto della fissazione)[23]. Lo spostamento della figura materna alla famiglia, alla nazione o alla razza, rende meno evidente l'elemento patologico, in quanto maggiormente razionalizzato (attraverso i doveri civili e morali), ma non toglie le conseguenze catastrofiche di una violazione della sacralità dell'idolo, al pari di quelle derivanti da un ferimento del narcisismo individuale .
Un importante fattore della simbiosi è rappresentato dalla "mancanza di esperienza nei confronti di un altro essere, inteso come pienamente umano"[25], ciò significa che la persona si muove in un contesto psicologico in cui dominano rapporti basati sull'omogeneità e sulla consanguineità, ove l'estraneo, l'altro è considerato un'imperfezione, con la conseguente riduzione dei confini dell'umanità percepibile e della capacità di amare a quelli tracciati dalla relazione simbiotica .
L'individuo si trova in una sorta di prigione le cui sbarre sono costituite dalle fissazioni incestuose di identificazione, le quali pur nella molteplicità e mutevolezza dei contenuti, hanno come conseguenza inevitabile l'impossibilità di aprirsi all'alterità e quindi la fissazione in un sé chiuso, sia esso un individuo o un gruppo. La tendenza dell'uomo a ricostituire i legami primari, che la sua evoluzione, sia psicologica che sociale, dissolve, nella visione di Fromm rappresenta una risposta regressiva alla crescita, allo sviluppo e in generale alla conservazione della vita[27].
Fromm rielabora le teorie freudiane sulla fissazione incestuosa alla madre, anche in questo caso ampliando l'analisi oltre la valenza sessuale della libido; cfr. E. Fromm Psicoanalisi dell'amore, cit.
In questa fase il bambino desidera sessualmente la madre e vede il padre come un rivale, ma al tempo stesso si identifica in lui e nelle sue proibizioni: questo permette la formazione del Super-Io; cfr. Ibidem.
Fromm utilizza i termini freudiani di fase orale, fase anale e fase genitale che identificano le principali tappe dello sviluppo psico-fisiologico infantile, riferite proprio alle zone corporee che rivestono una particolare importanza in quel determinato periodo; cfr. E. Fromm Psicoanalisi dell'amore, cit.; E. Fromm Anatomia della distruttività umana, cit.
Fromm osserva, inoltre, che i desideri sessuali incestuosi nei sogni dell'adulto rivelano la trasformazione, a livello dell'inconscio, dell'impulso di regressione nel ventre materno in impulso sessuale maturo (genitale); Ibidem, p. 99.
Per Fromm il termine incestuoso deve essere inteso in senso patologico ma non deve essere limitato da una valenza prettamente sessuale; cfr. Ibidem.
La madre è dipinta come una "persona cannibalica, vampiresca e necrofila"; E. Fromm Psicoanalisi dell'amore, cit., p. 100.
Fromm vede l'autoritarismo come un meccanismo di fuga dall'angoscia della libertà, e quale carattere collegato alle tendenze sadiche e masochistiche (è presente anche qui una forma di simbiosi); cfr. E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.
Il rapporto che si instaura non ha come presupposto la vicinanza fisica degli individui, ma si fonda su un contesto mentale di fantasie e sentimenti; cfr. E. Fromm Psicoanalisi dell'amore, cit.
Un esempio di totale simbiosi è quello del feto con la madre; nelle situazioni più estreme di attrazione nei confronti della figura materna, l'istinto di ritornare nel ventre, che ha l'individuo, corrisponde al desiderio di tornare ad essere una cosa sola con la natura, e questo è in netto conflitto con l'istinto di vita; cfr. Ibidem.
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