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Repressione

politica



Repressione







La repressione non è solamente la manifestazione esteriore più evidente del totalitarismo, ma, nella teoria di Reich, costituisce anche uno dei fattori che lo hanno originato , come, allo stesso modo, l'angoscia ne è stata insieme la 'materia prima' e il 'prodotto finito' ; è da questa duplice valenza della repressione e dell'angoscia che si evince la loro interconnessione. Da un punto di vista psicologico, la repressione è nei confronti de 151g67b ll'angoscia, contemporaneamente causa (quale soppressione degli istinti imposta dall'esterno) ed effetto (quale inibizione della struttura istintuale da parte dell'Io)



Prima di osservare direttamente il carattere repressivo del totalitarismo sarebbe opportuno fare un passo indietro, ed esporre alcune considerazioni sulla genesi della repressione, per mezzo delle quali è possibile mettere in luce un altro aspetto del contesto psichico che ha favorito l'ascesa del regime. Particolarmente interessante a riguardo, è l'analisi di Marcuse che riprende e sviluppa alcune teorie psico-sociologiche freudiane

In questa prospettiva, l'inizio della civiltà corrisponde con l'inizio della repressione degli istinti naturali dell'uomo; le priorità che la società impone (principio della realtà), comportano la rinuncia alla libertà e alla soddisfazione immediata degli istinti (principio del piacere), e in cambio promettono sicurezza e soddisfazione differita ; le energie istintuali che non trovano più lo sfogo naturale vengono incanalate in altre direzioni.

Con il principio della realtà l'uomo è messo nelle condizioni di svilupparsi e abbandonare la sua natura animale, non essendo più limitato dalle necessità dettate dagli istinti. Tuttavia, il principio del piacere non si estingue definitivamente dall'apparato psichico, bensì è trasformato e tenuto in sospeso nell'inconscio , pronto a riemergere in determinate circostanze; il suo unico collegamento con l'Io cosciente è costituito dalla fantasia, la quale non risulta condizionata dai mutamenti culturali esterni.

Allo scopo di evitare il sovraccarico psichico dovuto alla repressione, la libertà di cui si è privato l'uomo per dare vita alla civiltà, è sostituita dalla libertà illusoria data dalla capacità di alterazione dell'ambiente esterno che egli intanto ha sviluppato. L'equilibrio della nuova condizione che si viene a creare è decisamente instabile, pertanto la supremazia del principio della realtà sul principio del piacere deve essere ciclicamente riconfermata: questo è un punto fondamentale della teoria freudiana (il ritorno del represso) che sembra far confluire il pensiero di Marcuse e quello di Fromm nella stessa direzione, cioè verso il concetto di regressione (nel quale viene incluso il fenomeno del totalitarismo).

La repressione del principio del piacere si ripete, sia durante la storia (filogeneticamente), quando il padre primordiale della società patriarcale monopolizza il potere e il piacere sessuale; sia durante lo sviluppo di ogni individuo (ontogeneticamente), per effetto delle costrizioni relative all'educazione imposte dalla famiglia al bambino; questi episodi rimangono impressi nella memoria sociale e personale dell'uomo. Il fenomeno della regressione, in senso generale, non è altro che il tentativo di ricreare a livello conscio quello che è stato represso nel contesto sociale o in quello individuale, riesumando ricordi arcaici

La storia della civiltà è caratterizzata dal succedersi continuo di una fase di dominio, una fase di asservimento e una fase di ribellione , che antropologicamente sono descritte, rispettivamente dalla conquista del potere da parte del padre, dalla sottomissione dei figli al potere e dall'uccisione del padre da parte dei figli e il ripristino di un nuovo dominio. Un aspetto particolarmente importante per la comprensione della 'fuga dalla libertà' del totalitarismo, che viene messo in risalto da Marcuse, è la fase dell'asservimento, attraverso la quale alla repressione esterna si associa l'autorepressione interna dell'individuo a favore dell'autorità dominante (introiezione della repressione); questo si ricollega alla funzione filtrante e autopunitiva del Super-Io, tramite il quale vengono assorbiti i principi morali del mondo esterno

La repressione degli istinti causata dal passaggio dal principio del piacere al principio della realtà, deve essere compensata trovando una nuova soddisfazione per le spinte libidiche legate al piacere sessuale che ora sono inibite; nella società questo avviene grazie al lavoro, con la sua capacità di sublimare gli impulsi libidici e aggressivi, e grazie all'intervento modificativo sulla natura da parte dell'uomo, che dovrebbe rivolgere all'esterno gli impulsi non sublimati con l'attività lavorativa

Per Marcuse, lo scopo che la società deve raggiungere è quello di evitare la cosiddetta desessualizzazione, e il conseguente indebolimento dell'istinto di vita (Eros), a vantaggio dell'istinto di morte (Thanatos) e della distruttività ad esso collegata. Purtroppo questo non avviene; da un lato perché il lavoro, a causa dell'alienazione che ne scaturisce e delle sue nuove connotazioni all'interno del sistema della società moderna, non solo perde la sua efficacia come mezzo per sanare le frustrazioni dell'individuo, ma diventa esso stesso fonte di ulteriore repressione. Dall'altro lato, perché la manipolazione dell'ambiente da parte dell'uomo (che ha come fulcro l'uso della tecnica) ed il suo impiego sempre più esasperato, col tempo porta alla distruzione fine a se stessa, la quale non garantisce un sostegno all'istinto di vita scaricando aggressività, ma anzi favorisce lo sviluppo dell'istinto di morte

La tecnica, come mezzo per incrementare la produttività e dominare la natura, invece di contribuire a ridurre il grado di dipendenza dell'uomo, è tramutata dalla società industriale in strumento per il mantenimento dell'ordine costituito e di conseguenza genera repressione aggiuntiva . La repressione che si viene a creare con la crescita del dominio sociale in aggiunta a quella 'fisiologicamente' necessaria ("repressione fondamentale" ), viene appunto chiamata da Marcuse "repressione addizionale" ., ed è indice del grado repressivo della società. Attraverso la tecnica, il sistema produce infiniti bisogni intermedi, la cui soddisfazione è ininfluente sull'effettivo benessere psichico della gente, avendo come obiettivo nascosto il raggiungimento di una standardizzazione dei comportamenti sociali, delle esigenze e degli orientamenti consumistici.

L'evoluzione della società e della sua struttura organizzativa, verso forme che garantiscono un maggior grado di efficienza e benessere, porta con sé anche un'evoluzione della repressione, che diventa sempre più razionalizzata, così come le relative spinte anti-repressive; la fase della ribellione contro il potere è condizionata, in tal modo, da un senso di colpa ogni volta maggiore, perchè il simbolo del dominio non è più rappresentato dal padre primordiale, ma dall'intera società, la cui eliminazione e sostituzione è oggettivamente irrealizzabile

Per quanto riguarda la sfera personale dell'individuo, la nuova forma repressiva, legata allo sviluppo della società, interviene nel momento della costruzione della struttura morale, alterando la normale fase edipica: con l'imposizione di un modello sociale basato sulla capacità di adattamento dell'uomo al sistema, viene scavalcata la normale funzione repressiva della famiglia che perde valore come istituzione, il processo di individualizzazione avviene di conseguenza all'esterno; il figlio si trova adesso in una situazione di superiorità rispetto al padre, il quale non può più essere idealizzato e identificare l'autorità alla quale opporre i propri impulsi aggressivi, questi ultimi (così come il Super-Io) si spersonalizzano, e sono introiettati nuovamente, non avendo un bersaglio su cui indirizzarsi se non il sistema sociale nella sua totalità


Altre interessanti considerazioni sui temi finora trattati, che approfondiscono l'analisi del legame psico-sociologico fra repressione e totalitarismo, ci pervengono dall'opera di Reich , che come Marcuse ha come punto di partenza la costruzione teorica freudiana, ma le cui conclusioni sono maggiormente influenzate dal pensiero marxiano e da un carattere marcatamente sessuale della repressione.

Secondo Reich la repressione non è collegata direttamente alla nascita della civiltà, ma alla costituzione della società patriarcale, ed al formarsi di un'organizzazione sociale che sfrutta a suo vantaggio e a detrimento degli uomini la negazione della sessualità . I valori e gli interessi antisessuali della società sono da sempre intrecciati con quelli socio-economici, ed in tempi moderni la famiglia che riproduce lo stampo autoritario patriarcale repressivo ne rappresenta il primo stadio di applicazione; essa perciò è utilizzata dal totalitarismo come 'incubatrice ideologica' di quelli che saranno in futuro i suoi seguaci

La base dell'arrendevolezza delle masse nei confronti dell'autoritarismo del regime totalitario deve essere fatta risalire, dal punto di vista della psicologia individuale, all'inibizione degli impulsi sessuali naturali operata dalla famiglia sul bambino, nel quale viene minata la capacità di critica e di espressione (presupposto per l'inserimento nella comunità), e si favorisce l'insorgere di una debolezza psichica. L'aumento delle manifestazioni di aggressività, che spesso degenerano in sadismo, nonché la valenza erotico-sessuale del militarismo, possono essere considerate come compensazioni di queste frustrazioni  della libido.

Con l'analisi di Reich, per quanto riguarda il ruolo repressivo della famiglia , ci troviamo addirittura all'opposto della visione di Marcuse , tuttavia non ci interessa, in questa sede, mettere a confronto le divergenze o individuare quale sia il grado di attendibilità di ciascuna teoria, ma piuttosto evidenziare l'esistenza di alcune conclusioni comuni ad entrambe le tesi: la deformazione della funzione di socializzazione della famiglia; la rilevanza della repressione sessuale e il suo collegamento con l'organizzazione del sistema sociale; il contributo psicologico del complesso di Edipo, e il relativo senso di colpa, al mantenimento di un apparato coercitivo esterno; la mancanza di uno sbocco (che non sia distruttivo) per l'aggressività, accumulata all'interno dell'individuo dalla repressione degli istinti


Nel tessuto sociale della Germania dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, come osserva Fromm , si potevano riscontrare gran parte degli effetti caratteristici della repressione appena descritti, ed in maniera particolarmente accentuata, in quella che era la classe sulla quale si è appoggiato maggiormente il movimento nazista: la piccola borghesia . I ceti medio bassi, infatti, erano quelli che più risentivano di un'educazione moralista ed austera, strettamente legata ai valori del sistema, e profondamente intollerante nei confronti di tutto ciò che era diverso . Si aveva quindi la convergenza di un effetto repressivo proveniente dall'interno della famiglia, dovuto alla sua severità morale, e di un effetto repressivo proveniente dall'esterno, causato dalla necessità di adattamento al modello imposto dalla società (che la famiglia stessa forniva)

La forte crisi economica, morale e istituzionale, provocata dalla perdita della guerra, amplifica la diminuzione di prestigio e potere, sia dell'intera classe medio-bassa rispetto alle altre a livello sociale, sia dei padri nei confronti dei figli a livello familiare ; si viene a creare così un altro elemento capace di alterare il meccanismo psicologico in atto nella fase edipica, che contribuisce all'aumento del senso di colpa e all'assorbimento della repressione (auto-repressione), oltre a sbarrare la strada al libero sfogo dei naturali impulsi aggressivi

Questi fattori giustificano il comportamento apparentemente irrazionale e 'autolesionista' della popolazione nei confronti dell'apparizione sulle scene del movimento nazista prima, e dell'insediamento al potere del regime e del suo mantenimento poi. Da una parte, sussiste la completa sottomissione dei simpatizzanti esterni al movimento, attraverso il processo di introiezione della repressione, che paralizza ogni istinto di ribellione contro l'autorità; dall'altra, c'è la partecipazione attiva ed estremistica dei militanti, causata dall'esplosione degli impulsi aggressivi e distruttivi precedentemente repressi, che trovano una via d'uscita nella soddisfazione sado-masochistica concessa dal nazismo

Come si è potuto osservare dalle diverse teorie fino ad ora esposte, pur se la repressione generata dalla società moderna ha un'influenza notevole sulla nascita del totalitarismo, essa però non costituisce solamente una delle basi psico-sociologiche di questo fenomeno, ma ne è anche l'espressione più evidente e conosciuta.

Forse il significato più immediato di repressione che scaturisce dall'opera svolta dal totalitarismo, è quello politico-sociale della eliminazione degli ostacoli frapposti al raggiungimento degli obiettivi di dominio assoluto e della omogeneizzazione culturale ed ideologica della popolazione; ma, dal contributo fornito dall'analisi di Arendt, è l'idea stessa di totalità che rappresenta la forma più esacerbante di repressione, la soppressione completa della libertà sotto ogni aspetto . L'unione totale con il mondo, cercata e parzialmente attuata dal regime (della quale il primo passo era la formazione di una massa il più possibile uniforme e l'ultimo sarebbe stato l'implosione su se stessa), presuppone l'abolizione di ogni diversità psichica e biologica e quindi la realizzazione di una repressione sempre più profonda e capillare, tale da cancellare tutto quello che è libero e spontaneo.

La repressione avviene tramite il terrore, l'indottrinamento, e persino con la propaganda; la costrizione, la violenza e l'uccisione fisica sono le tipiche azioni rivolte contro la libertà dell'uomo, ma ancora peggiori sono la costrizione, la violenza e l'uccisione psicologica. L'annullamento della personalità, la distruzione dell'identità stessa di un individuo è il massimo successo raggiungibile dal potere nazista nei confronti dell'essere umano, ed anche in questo caso lo strumento più emblematico e tragico per la sua realizzazione è il campo di concentramento

Nei Lager gli uomini vengono spogliati della loro esistenza giuridica, della loro moralità, della loro intimità e della loro individualità, al punto da assumere il comportamento (e le sembianze) di "sinistre marionette" senza anima, indistinguibili l'uno dall'altro, la cui eliminazione materiale diviene niente più che una formalità e alla quale essi, ormai, non hanno la volontà di opporsi.

La meta da raggiungere fissata dal totalitarismo non è limitata alla fusione completa fra stato e società, bensì si spinge oltre, prevedendo la creazione di una nuova entità costituita dall'incorporazione del mondo intero nel movimento totalitario ; potremmo definire questo 'essere ideale', come una sorta di organismo vivente talmente grande e onnicomprensivo da non icontrare più ostacoli alla sua espansione verso l'infinito. È evidente in questo caso l'esistenza una corrispondenza diretta con quello che rappresenta la meta utopistica del fenomeno narcisistico, cioé inglobare nel proprio Sé l'ambiente circostante, ricreando il mondo ideale del pre-conscio (sicuro, ordinato ed obbediente)

A livello sociale, e più concretamente, l'obiettivo dell'unione totale implica l'azzeramento dello spazio fra individuo e individuo ("la possibilità di movimento" ) e con esso la libertà che si esplica proprio al suo interno; implica inoltre l'inibizione della spontanea capacità relazionale, sostituita dai legami artificiali imposti dal regime. Alla repressione emozionale, si aggiunge una repressione 'sensoriale' che provoca l'alterazione della percezione della realtà, filtrata attraverso le convenzioni sociali che sono state impresse nelle menti. L'individuo sottoposto ad una tale omologazione, non viene solo paradossalmente isolato dagli altri, ma persino estraniato da se stesso, dal suo spirito creativo, dalle sue azioni, dalla sua natura: perde il suo Io




Cfr. W. Reich Psicologia di massa del fascismo, cit.

Cfr. E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.; F. Neumann Lo stato democratico e lo stato autoritario, cit.

Cfr. H. Marcuse Eros e civiltà, cit.

Cfr. F. Neumann Lo stato democratico e lo stato autoritario, cit.

Cfr. H. Marcuse Eros e civiltà, cit.

Cfr. S. Freud Mosé e il monoteismo, cit.

H. Marcuse Eros e civiltà, cit., p. 60.

La struttura istintuale si colloca, secondo l'impostazione teorica freudiana, nella sfera psichica più profonda, ed è latente rispetto all'attività conscia del soggetto pur influenzandola; cfr. Ibidem.

Cfr. H. Marcuse Eros e civiltà, cit.

Cfr. E. Fromm Psicoanalisi dell'amore, cit.

Cfr. H. Marcuse Eros e civiltà, cit.

Ibidem, p. 124

Nel bambino avviene la stessa cosa nella fase edipica, cioè nel momento in cui viene repressa l'attrazione esercitata dalla figura materna e il contemporaneo conflitto con la figura paterna; cfr. H. Marcuse Eros e civiltà, cit.; H. Kohut Potere, coraggio e narcisismo, cit.

Cfr. H. Marcuse Eros e civiltà, cit.

Cfr. Ibidem.

Il totalitarismo è proprio il frutto di questa concezione della tecnica e della produttività "rivolta contro l'individuo"; H. Marcuse Eros e civiltà, cit., p. 128.

Ibidem, p. 79.

Ibidem, p. 79.

Cfr. Ibidem.

Cfr. H. Marcuse Eros e civiltà, cit.

Cfr. W. Reich Psicologia di massa del fascismo, cit.; W. Reich La rivoluzione sessuale, cit.

Reich conia a proposito il termine sessuo-economia, che riguarda l'utilizzo delle energie biologiche dell'individuo, e il termine sessuo-politica, riferito all'organizzazione a livello sociale dei principi sessuo-economici; cfr.  W. Reich Psicologia di massa del fascismo, cit.

Cfr. W. Reich Psicologia di massa del fascismo, cit.

Cfr. Ibidem.

In questo caso la concezione di Marcuse corrisponde a quella di Fromm; cfr. H. Marcuse Eros e civiltà, cit.; E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.

Cfr. H. Marcuse Eros e civiltà, cit.; W. Reich Psicologia di massa del fascismo, cit.

Cfr. E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.

Osserveremo in seguito, a proposito del carattere autoritario, che un rappresentante tipico di questa classe è proprio Hitler; cfr. E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.; E. Fromm Anatomia della distruttività umana, cit.

Cfr. E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.

Fromm attribuisce al concetto di repressione non solo contenuti sessuali, ma anche quelli sado-masochistici derivanti da un processo di deumanizzazione a livello sociale; cfr. P. Eletti Psicoanalisi e autorità, in Saggi sull'opera di Erich Fromm, cit.

Cfr. E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.

Cfr. H. Marcuse Eros e civiltà, cit.

Cfr. E. Marcuse Fuga dalla libertà, cit.

Cfr. H. Arendt Le origini del totalitarismo, cit.

Cfr. H. Arendt Le origini del totalitarismo, cit.

Ibidem, p. 623.

Cfr. Ibidem.

Cfr. E. Fromm Psicoanalisi dell'amore, cit.; E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.; H. Kohut Potere, coraggio e narcisismo, cit.

H. Arendt Le origini del totalitarismo, cit., p.638.

A proposito della repressione delle percezioni sensoriali da parte della società, Marcuse distingue fra i sensi di prossimità (olfatto, gusto e tatto) e gli altri sensi; mentre questi ultimi possono essere controllati attraverso convenzioni socio-culturali, i primi sono associati normalmente a rigidi tabù, che soffocano la spontaneità dei rapporti e contribuiscono all'isolamento degli individui; cfr. H. Marcuse Eros e civiltà, cit.

Cfr. H. Arendt Le origini del totalitarismo, cit.




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