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L'ONU, UN POSSIBILE GOVERNO DEL MONDO?
L'evoluzione degli equilibri internazionali richiede che si affrontino in modo nuovo i contrasti nel mondo e le violazioni dei diritti umani.
Tipologia B: articolo
Ambito: politica internazionale Destinazione: pubblicazione su periodico di attualità
Oggi, mentre si parla sempre più di "villaggio
globale" per la rapidità dell'informazione e per la
"globalizzazione" dell'economia, resta ancora aperto il problema di
garantire l'esercizio dei diritti umani e civili a tutti gli uomini e in ogni
parte della Terra. Questo perché in molti Stati i diritti umani e civili
vengono violati sistematicamente, nonostante solenni impegni vengano
ripetutamente assunti in sede internazionale da tutti i governi. A questo
proposito, dobbiamo ricordare che
Il problema è che bisogna andare oltre il puro e semplice riconoscimento teorico dei diritti dell'uomo, affinché questi vengano attuati e protetti, e l'organismo sovranazionale deputato a far questo è proprio l'ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite), il più importante organismo sovranazionaIe, che ha la possibilità di rimuovere quei gravi ostacoli di carattere sociale, politico ed economico che, in ogni parte della Terra, possono impedire il rispetto dei diritti.
L'ONU si è più volte rivelata utile rendendo di dominio pubblico atti d'ingiustizia e di violazione dei diritti umani. Questo ha un notevole valore per gli Stati meno forti nei rapporti internazionali e serve a moderare l'eventuale comportamento arrogante delle grandi Potenze.
L'ONU può rappresentare il luogo in cui ogni Stato, con pari dignità, può perorare la propria causa: essa è una Conferenza permanente di Stati dove si può cercare, in ogni momento, di trovare la soluzione pacifica di qualsiasi vertenza.
Per fare questo, però, si rende indispensabile una riforma degli organismi dirigenti dell'ONU stessa, che, a tanti osservatori, non appaiono più al passo con i tempi. La stessa istituzione, importantissima, del Consiglio di Sicurezza, dove cinque Paesi, Stati Uniti, Cina, Gran Bretagna, Francia e Russia (che ha ereditato il seggio dell'ex Unione Sovietica), hanno il privilegio di essere membri permanenti con diritto di veto, costituisce una contraddizione con l'affermazione che gli Stati membri partecipano su un piede di perfetta parità all'Organizzazione stessa. Pertanto si rende necessario allargare, se non proprio riformare completamente, il Consiglio di Sicurezza, aprendolo alla partecipazione di molti altri Paesi, magari a rotazione, ed in ogni modo abolendo l'anacronistico privilegio del diritto di veto riservato alle cinque Potenze. Nessun Paese, per quanto potente, è autonomo, né può disprezzare la collaborazione degli Stati più piccoli e deboli.
Si spera così che l'ONU possa rappresentare, in un futuro non lontano, un vero
proprio strumento di governo mondiale, ma, per fare questo, è necessario che una parte della sovranità dei singoli Stati sia rimessa all'organismo internazionale. Bisogna, più che mai, adeguare la funzione dell'ONU alla nuova situazione mondiale, caratterizzata dalla presenza ormai di una sola superpotenza, gli Stati Uniti d'America i quali, come la guerra in Iraq ha dimostrato, tendono ad agire nello scacchiere internazionale secondo criteri egemonici e scavalcando gli organismi sovranazionali dell'ONU.
Inoltre rimangono ancora aperti gravi problemi, come il terrorismo internazionale, la minaccia all'ambiente, la grande criminalità organizzata, lo sviluppo demografico senza controllo, la fame che attanaglia tante aree povere del Sud del modo, i grandi flussi migratori, il moltiplicarsi dei conflitti a base etnica e regionale. È necessario che l'ONU, affinché diventi un organismo di governo e di ricomposizione dei contrasti locali, abbia essa stessa gli strumenti che ne rendano facile ed agevole l'intervento nelle situazioni di rischio, innanzi tutto contando su una disponibilità finanziaria non più precaria e sul pronto risanamento dei debiti che con essa hanno gli USA e altri Stati.
È altrettanto indispensabile che l'ONU possa contare su una struttura diplomatica agile e composita, del tutto indipendente dagli Stati membri, e su un'analoga struttura militare, anch' essa stabile e indipendente dagli Stati che ne forniscono i contingenti, allo scopo di rendere del tutto autonomi sia l'azione diplomatica sia l'eventuale intervento militare risolutivo a sostegno della
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