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Carattere autoritario e sado-masochismo

politica



Carattere autoritario e sado-masochismo







Un elemento ricorrente nel modello organizzativo dello stato totalitario, nonché nel suo sistema ideologico, è il concetto di autorità, considerata come un rapporto interpersonale nel quale si attribuisce ad un individuo la superiorità rispetto ad un altro. L'attecchimento delle idee naziste sulla popolazione, è stato facilitato proprio da una predisposizione verso il tipo di struttura psicologica che Fromm definisce "carattere autoritario" , e che si configura come recettore delle tendenze sado-masochistiche (ma non necessariamente nevrotiche), tipiche di vasti strati della classe media inferiore



Il masochismo è un disturbo caratterizzato dalla presenza ossessiva di "sentimenti di inferiorità, impotenza e insignificanza personale" , i quali rendono la persona debole ed incapace di dominare o essere indipendente da forze esterne (persone, istituzioni, natura); nonostante la possibile esistenza a livello conscio di un desiderio di libertà da tali oppressioni, è sempre presente inconsciamente una spinta di senso contrario. Spesso la sottomissione dell'individuo è tale che egli è dominato dalla sua stessa vita e si strova nell'impossibilità di controllare gli eventi; il caso estremo è quello in cui è lui stesso a torturarsi e ad autoinfliggersi delle sofferenze sia fisiche che morali.

Esattamente all'opposto del fenomeno del masochismo, per quanto riguarda i caratteri esteriori, si delinea quello del sadismo, che generalmente può manifestarsi sotto tre forme: la strumentalizzazione e il dominio sugli altri, lo sfruttamento e l'incorporazione delle loro qualità, il piacere nel fare loro del male od umiliarli. Le tendenze sadiche rispetto a quelle masochistiche sono solitamente meno conscie, e spesso razionalizzate (malgrado la loro maggiore pericolosità sociale) da schemi mentali totalmente antitetici in confronto alle reali intenzioni, a volte nascoste dietro atteggiamenti positivi, come la sovrabontà o l'eccessiva sollecitudine

Sebbene le due tipologie di orientamento psicologico presentino dei cara 414j91e tteri diversi, esiste un fattore che le rende identiche: la dipendenza dall'oggetto. Per quanto riguarda il masochismo la dipendenza è una parte integrante della sfera comportamentale; tuttavia, anche nel caso del sadismo, benché la forza ed il potere, che ne costituiscono i presupposti, potrebbero fare pensare diversamente, la dipendenza ha un influenza preponderante sulla struttura della personalità, infatti il sadico ha costantemente bisogno di un oggetto su cui esercitare il suo dominio . Spesso questa necessità, quasi vitale, è mascherata da un dichiarato sentimento di amore nei confronti dell'oggetto (che in molti casi può essere il partner o il proprio figlio)

Il sadismo può essere giudicato come un orientamento naturale dell'uomo, che ha come obiettivo finale la conquista del potere, e per questo motivo esso sembrerebbe in un certo senso giustificato, mentre invece, ciò che è considerato assurdo ed incomprensibile è desiderare il proprio dolore e la propria sofferenza come succede nel masochismo; ciononostante, nel caso della perversione masochistica, il dolore e l'umiliazione costituiscono un mezzo per ottenere piacere ed eccitazione sessuale, e quindi paradossalmente essi diventano una forma di realizzazione dell'individuo

Il pensiero di Fromm si discosta dalla teoria freudiana, secondo la quale la tendenza al masochismo o al sadismo scaturisce dall'unione dell'istinto sessuale con quello di morte, attraverso la quale gli effetti distruttivi di quest'ultimo sono attenuati e diretti contro se stessi o contro gli altri; secondo Fromm le forme di perversione sado-masochistica sono le espressioni sessuali di quel tipo di carattere e non viceversa

Gli impulsi masochistici e sadici sono per Fromm dei meccanismi di fuga dalla solitudine e dall'impotenza, che derivano dallo scioglimento dei legami primari e dal conseguente tentativo di sostituirli con legami secondari . Il completamento del processo di individuazione, fa precipitare l'uomo nell'angoscia della libertà negativa (libertà da), lasciandolo con la responsabilità delle proprie azioni e con l'onere di raggiungere la sua libertà positiva (libertà di)

Con il masochismo l'individuo cerca di ridurre il conflitto insito in lui, fra il desiderio di indipendenza e forza e la consapevolezza della propria irrilevanza rispetto al mondo circostante, rendendosi sempre più insignificante e piccolo, e sottraendosi al dovere di decidere ("disfarsi dell'io individuale, perdersi; in altre parole disfarsi del peso della libertà" ). Naturalmente la soluzione masochistica non elimina il conflitto, ma lo confonde fra altre sofferenze: l'impulso di fuggire da una situazione insopportabile spinge al compimento di azioni irrazionali, che comportano risultati opposti a quelli che si vorrebbero realizzare

Provare dolore non migliora certamente lo stato di angoscia dell'individuo, ad eccezione però di una utilizzazione a livello erotico, la quale spiega il suo possibile collegamento indiretto con il piacere. La differenza fra masochismo morale e perversione masochistica, dunque, sta nel fatto che, mentre il primo non fa altro che incrementare lo stato angoscioso con ulteriori limitazioni e pesi che gravano sull'apparato psichico, la seconda, interessando quasi esclusivamente la sfera fisica, riesce ad ottenere una certa soddisfazione temporanea, grazie allo scarico sessuale della tensione accumulata

Anche nel sadismo, l'atteggiamento che lo caratterizza, cioé infliggere sofferenza, schiavizzare ed umiliare gli altri, non deve essere considerato un fine ultimo, ma solamente un mezzo per superare quella stessa frustrazione alla base delle tendenze masochistiche ("è la trasformazione dell'impotenza nell'esperienza dell'onnipotenza: è la religione di chi è psichicamente zoppo"

In entrambe le patologie si ha la perdita dell'integrità dell'Io individuale, il masochista si dissolve venendo assorbito da un potere esterno, mentre il sadico si espande includendo in sé un altro individuo: ci troviamo di fronte ad una vera e propria simbiosi, all'unione e alla totale dipendenza dell'uno nell'altro. Di solito nella persona le due tendenze sono coesistenti, ed è frequente che il soggetto simbioticamente dipendente oscilli continuamente da un atteggiamento passivo ad uno attivo

Il sadismo, sebbene sia comunemente associato alla distruttività, a differenza di questa non ambisce all'eliminazione dell'oggetto ma al suo dominio, dunque la sua essenza è costituita dalla brama di potere. A giudizio di Fromm il desiderio di dominio e di superiorità sugli altri individui e la concezione della 'sacralità' dell'esercizio del potere hanno raggiunto nuovamente livelli altissimi, dopo un periodo storico di progresso civile, proprio con il totalitarismo.

Tenendo in considerazione il contesto di crisi sociale che ha portato alla costituzione di movimenti nazionalistici, si ricava una contraddizione che accomuna tali vicende storiche al processo di formazione del carattere sadico nell'individuo, infatti "in senso psicologico la brama di potere non si fonda sulla forza, ma sulla debolezza. È l'espressione dell'incapacità dell'io individuale di reggersi da solo, e di vivere. È il disperato tentativo di acquistare una forza secondaria là dove manca la forza genuina"

Secondo Fromm, "l'impulso sadico a dominare" deve ritenersi il frutto dell'"impotenza", considerata in "tutte le sfere della potenzialità umana"; "nella misura in cui un individuo è capace, cioé in grado di realizzare le sue possibilità sulla base della libertà e dell'integrità del suo io, non ha bisogno di dominare, e non prova alcuna brama di potere. Il potere, nel senso del dominare, è la perversione della capacità, proprio come il sadismo sessuale è la perversione dell'amore sessuale"


Nel carattere autoritario la fonte di quel potere tanto desiderato è individuata nell'autorità, la quale ha una doppia valenza: dall'esterno, rappresenta l'oggetto dell'ammirazione e la forza alla quale sottomettersi, dall'interno (dunque identificandosi con essa) diventa lo strumento con il quale si vorrebbe sottomettere gli altri

Se l'autorità è di tipo razionale (gli interessi delle parti convergono), prevalgono sentimenti di amore e ammirazione, se invece l'autorità è di tipo inibitorio (gli interessi delle parti divergono), l'odio e l'ostilità sono predominanti, tuttavia, l'impossibilità di ribellarsi all'oppressore comporta talvolta la nascita nei suoi confronti di un irrazionale sentimento di ammirazione. L'autorità può essere rappresentata da un'entità esterna, ma anche provenire direttamente dall'interno dell'individuo (il senso del dovere, la coscienza, il Super-Io) , quest'ultima è la tendenza che prevale con lo sviluppo della civiltà e l'abbandono di modelli sociali repressivi primitivi (società patriarcale)



Il carattere autoritario percepisce l'umanità come se fosse divisa in due 'razze', potenti e impotenti , per i primi sviluppa venerazione e sottomissione, per i secondi disprezzo e profonda ostilità; questa distinzione trova una corrispondenza nel carattere necrofilo, con il quale sussiste un'analogia anche per quanto riguarda il culto del passato . Può accadere che nel carattere autoritario si manifestino comportamenti di opposizione alla stessa autorità, ma in generale essi nascondono dietro alla 'maschera del ribelle', sensi di inferiorità e desideri masochistici. Anche per chi si trova al vertice della scala gerarchica del potere, il desiderio di sottomissione non scompare, l'autorità a cui si fa riferimento diventerà il destino o le leggi della natura

La fede e l'abnegazione verso l'autorità si configurano come la compensazione dei dubbi e delle incertezze dell'individuo, perso nella sua solitudine e nel suo nichilismo


Seguendo il percorso tracciato dall'analisi di Fromm, per proseguire nel confronto fra totalitarismo e narcisismo, a questo punto è essenziale, anche per quanto riguarda la sua valenza storica, prendere in considerazione il personaggio che riassume in sé, non solo il carattere autoritario esaminato in questa parte, del quale egli ne rappresenta l'incarnazione, ma anche la distruttività fine a se stessa e i tre fattori regressivi principali (narcisismo maligno, simbiosi incestuosa, necrofilia) che conducono alla sindrome di decadimento: Hitler, "uno dei nemici dell'umanità e della vita"

Egli non solo è l'ideatore e la guida indiscussa della macchina distruttiva totalitaria nazista, ma anche il rappresentante tipico degli individui che si identificarono in essa, essendo la sua vita emblematica sia da un punto di vista psicologico, nella fase di formazione della struttura psichica e nella manifestazione dei disturbi della personalità in età adulta, sia per quanto riguarda il contesto sociale e culturale (essendo Hitler un esponente della piccola borghesia tedesca)

La situazione familiare in cui crebbe Hitler, che probabilmente era nella norma per quell'epoca, presenta dei caratteri che spiegano alcuni tratti della sua personalità futura; la madre era un'ignorante ragazza di campagna, interessata solamente alla cura dei figli e della casa e completamente sottomessa al marito (molto più vecchio e con una posizione sociale superiore), che fra l'altro era suo zio; il padre era un funzionario delle dogane, fortemente autoritario e amante della disciplina e del dovere.

Durante l'infanzia Hitler era il centro dell'interesse e dell'affetto della madre, che lo viziava e lo ammirava incondizionatamente, ma nonostante ciò spesso egli reagiva violentemente contro quelle eccessive attenzioni, che forse potevano essere percepite come intrusioni nella sua sfera personale, e progressivamente si chiuse in se stesso, assumento quasi "un atteggiamento semi-autistico" . L'esagerata premura ed indulgenza nei suoi confronti, era in parte dovuta al fatto che il padre era spesso assente per motivi di lavoro e che egli da piccolo ebbe una salute piuttosto delicata.

Il primo evento traumatico dell'infanzia di Hitler, fu causato dalle dimissioni dal lavoro del padre, andato in pensione, che comportarono la sua presenza costante in famiglia, e contemporaneamente dall'inizio del periodo scolastico, che lo costrinsero improvvisamente a conformarsi alla realtà

In questo periodo si verifica un altro evento che potrebbe aver influito sul suo rapporto con la madre, e cioé la nascita di un fratello. L'antagonismo con il padre e l'attaccamento alla madre della fase edipica non vengono superati e non viene rotto il "guscio narcisistico", ma invece di fissarsi in un legame incestuoso di tipo affettivo, Hilter rimane freddo nei confronti della figura materna come "persona reale", rivolgendo invece l'investimento libidico nella sua rappresentazione simbolica (la terra, il sangue, il destino e la morte) . Questo spiegherebbe il perché della sua "fissazione alla madre-Germania" e della sua aspirazione di salvarla (dalla sifilide e dagli Ebrei) , "ma, a livello più profondo, del suo desiderio, lungamente represso" di distruggerla

Già prima dell'adolescenza si manifestarono in Hitler alcuni aspetti caratteriali importanti: egocentrismo, scarso adattamento alla realtà, nessun interesse concreto, timore dell'autorità paterna e contemporanea indole ribelle, e con la crescita essi si accentuano notevolmente.

Passando dalla scuola elementare (dove senza sforzi ottenne buoni risultati) alla scuola superiore, egli si trovò in una situazione di grosso disagio causata dalla sua idiosincrasia per il maggior lavoro e la disciplina che gli erano richiesti, e dalla fine della superiorità rispetto agli altri ragazzi, che poteva far valere in una piccola scuola di campagna, ma non in un grande istituto di città. L'insuccesso e il disinteresse per gli studi aumenta il suo distacco dalla realtà, al quale corrisponde il mantenimento di comportamenti e fantasie infantili; in quegli anni l'unica sua passione erano i giochi di guerra, nei quali egli dominava gli altri e si sentiva veramente realizzato e libero; si allontana affettivamente da tutti i componenti della famiglia, mostrando indifferenza praticamente per qualsiasi persona o interesse reale

La frustrazione proveniente dalla scuola e dalle imposizioni del padre, che desiderava una carriera da funzionario statale per il figlio, spingono l'adolescente Hitler a incanalare i suoi sogni di grandezza nella vocazione artistica, ritenendo di avere talento per la pittura. Con la morte del padre e l'abbandono della scuola, mantenuto economicamente dalla madre, Hitler si potè dedicare completamente alla sua vera passione: fantasticare. La sua mancanza di impegno e di realismo è anche la causa del suo doppio fallimento all'esame per l'ammissione all'Accademia di Belle Arti, un'ennesima umiliazione ed un ennesimo ferimento del suo immenso narcisismo, che accrescono il risentimento verso la società e il mondo intero, in concomitanza con la formazione dei suoi orientamenti politici nazionalistici e reazionari

La sconfitta totale per Hitler arrivò con la fine della rendita lasciatagli dai genitori; per lui iniziarono gravi problemi economici, che gli fecero toccare il fondo della scala sociale rendendolo "un barbone, un escluso, appartenente alla feccia della società"

Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale costituì quasi un ancora di salvezza, infatti nella guerra, in cui combatté da eroe, Hitler ritrovava il mondo surreale dei suoi giochi, che aveva conservato dentro di sé. Nonostante ciò, anche questa volta tutto si risolse con un'ulteriore delusione: la sconfitta della Germania e la rivoluzione social-democratica (guidata da molti leaders di religione ebraica). Le ferite narcisistiche personali a questo punto si proiettarono sul ferimento dell'orgoglio nazionale, e l'unico modo per risorgere dalle tenebre della propria impotenza ed umiliazione diventò quello di fare risorgere la Germania e guidarla verso la supremazia sul mondo; per non essere inghiottito definitivamente da quella realtà che aveva sempre rifiutato, a Hitler rimase da sfruttare soltanto la sua capacità di demagogo politico



L'intuizione di Hitler (e la sua fortuna), secondo Fromm, sta nell'aver utilizzato a proprio favore le valenze sadiche ed insieme masochistiche del carattere autoritario, che costituisce un punto debole della base psicologica delle masse che appoggiarono il totalitarismo.

Il carattere autoritario della personalità di Hitler ha favorito l'instaurazione di un suo intenso e controverso rapporto con la massa, grazie proprio alle corrispondenti tendenze sado-masochistiche insite in essa (che lui stesso aveva individuato) . Il sadismo di Hitler si è manifestato praticamente in ogni forma di utilizzazione del potere a sua disposizione, mentre per quanto riguarda l'aspetto masochistico, esso si è esplicato nel modo più evidente nella sua sfera sessuale . Il carattere autoritario costituisce forse lo strato esterno della psicologia del Führer, facilmente osservabile nei primi anni della sua dittatura, ma che con il passare del tempo lascia il posto ad un nucleo necrofilo, votato puramente alla distruttività. Egli amava e si identificava nel popolo tedesco e allo stesso tempo lo odiava e lo disprezzava; si rendeva conto che la popolazione aveva bisogno di essere adulata ed esaltata, e contemporaneamente anche di essere sottomessa e di sentirsi dominata

L'anelito di rivincita e vendetta per i torti subiti che animava Hitler, corrispondeva a quello di tutta la classe medio bassa e di chiunque sentiva di aver perso il proprio posto nella società, ma sia da una parte che dall'altra si andava oltre, si cercava la soddisfazione di veri e propri istinti sadici, ottenibile solamente con l'aggressione sugli inermi e sui deboli.

La compensazione per la possibilità di realizzare finalmente le ambizioni di conquista e di potere, sarebbe stata (e fu) la disponibilità assoluta al sacrificio e all'autoannullamento di fronte ad un'autorità superiore: "Dio, il Destino, la Necessità, la Storia, la Natura" , secondo quella riconduzione ad una dimensione soltanto, che è l'elemento costitutivo del totalitarismo.




E. Fromm Fuga dalla libertà, cit., p. 145.

Cfr. Ibidem.

Ibidem, p. 128.

Cfr. E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.

Cfr. Ibidem.

Cfr. Ibidem.

Cfr. E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.

Cfr. Ibidem.

Cfr. Ibidem.

Cfr. R. Biancoli Controllo e creatività, in Incontro con Erich Fromm. Atti del simposio internazionale su Erich Fromm, cit.

E. Fromm Fuga dalla libertà, cit., p. 136.

Vi sono casi in cui il modello culturale del sistema appaga le tendenze masochistiche, assicurando loro un relativo 'successo' ("come la sottomissione al capo nell'ideologia fascista" e ogni identificazione in un potere superiore); E. Fromm Fuga dalla libertà, cit., p. 137.

Cfr. Ibidem.

E. Fromm Anatomia della distruttività umana, cit., p. 364.

Cfr. E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.

Ibidem, p. 144.

Ibidem, p. 144.

"L'autoritarismo supplisce alla carenza di potere interno, produttivo, di facoltà umane attivate, ripiegando sul dominio"; R. Biancoli Controllo e creatività, in Incontro con Erich Fromm. Atti del simposio internazionale su Erich Fromm, cit., p. 57.



Nell'analisi del pensiero di Fromm fatta da Eletti emerge una visione dell'autorità come elemento inscindibile dalla struttura psichica del Super-Io; l'autorità (rappresentata dal padre) viene introiettata durante l'infanzia, in seguito avviene il processo inverso, con la proiezione del Super-Io all'esterno "sui depositari dell'autorità sociale"; P. Eletti Psicoanalisi e autorità, in Saggi sull'opera di Erich Fromm, cit., p. 68.

Cfr. E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.; H. Marcuse Eros e civiltà, cit.

Cfr. E. Fromm Psicoanalisi dell'amore, cit.; E. Fromm Anatomia della distruttività umana, cit.

Cfr. Parte seconda cap. VII.

Questi erano degli elementi fondamentali alla base della filosofia hitleriana; cfr. E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.; H. Arendt Le origini del totalitarismo, cit.; E. Fromm Anatomia della distruttività umana, cit.

Cfr. E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.

Il fenomeno della distruttività e dell'autodistruttività sarà esaminato successivamente in questa parte; cfr. cap. XIV.

Cfr. Parte seconda.

E. Fromm Psicoanalisi dell'amore, cit., p. 108.

Dall'analisi psico-biografica di Hitler emergono tutte le fasi dello sviluppo del narcisismo individuale e parallelamente, prendendo in considerazione un contesto più ampio, del narcisismo sociale e la loro stretta relazione con la nascita e la crescita del movimento totalitario; cfr. E. Fromm Anatomia della distruttività umana, cit.; E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.; E. Fromm Psicoanalisi dell'amore, cit.

E. Fromm Anatomia della distruttività umana, cit., p. 468.

Cfr. E. Fromm Anatomia della distruttività umana, cit.

Ibidem, p. 470.

Ibidem, p. 471.

Le fissazioni ipocondriache personali di Hitler diventano fissazioni sulla salute della Germania: la cura contro l'infezione umana è lo sterminio; cfr. E. Fromm Anatomia della distruttività umana, cit.; H. Kohut Potere, coraggio e narcisismo, cit.

E. Fromm Anatomia della distruttività umana, cit., p. 471.

Cfr. E. Fromm Anatomia della distruttività umana, cit.

Cfr. Ibidem.

Ibidem, p. 487.

Cfr. E. Fromm Anatomia della distruttività umana, cit.

Cfr. E. Fromm Anatomia della distruttività umana, cit.; E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.

Cfr. E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.

Cfr. E. Fromm Anatomia della distruttività umana, cit.; E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.

Cfr. E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.

Ibidem, p. 203.






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