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L'EQUILIBRIO DI MERCATO - L'EQUILIBRIO SUL MERCATO DEI BENI: LE CARATTERISTICHE DEI MERCATI CONCORRENZIALI.

economia



L'EQUILIBRIO DI MERCATO

Si ricorderà che il problema del consumatore consiste nel ripartire un dato reddito nell'acquisto di due beni, tenuto conto dei gusti dell'individuo e dati i prezzi di acquisto dei beni stessi. Il problema dell'imprenditore consiste nel determinare la quantità da impiegare dei fattori della produzione e la quantità da produrre del bene X, noto il procedimento tecnico, dati i prezzi di acquisto dei fattori e dato il prezzo di vendita del prodotto. Ora esamineremo come vengono determinati i prezzi di acquisto e di vendita dei beni e dei fattori.

Per definire i termini di questo problema va premesso:

  • Che i prezzi sono determinati dalle decisioni di acquisto e di vendita degli stessi individui che poi li percepiscono come dati nella soluzione dei loro problemi di scelta individuale.
  • Che tale interazione tra i comportamenti individuali ha luogo attraverso il mercato, laddove avviene lo scambio dei beni e dei fattori tra coloro che domandano e offrono lo stesso bene o lo stesso fattore produttivo.

Il coordinamento delle decisioni tra coloro che domandano e coloro che offrono lo stesso bene o fattore assicura che, nel periodo di tempo preso in esame, si formi sul mercato un unico prezzo del bene o fattore scambiato: tale prezzo, detto anche prezzo di equilibrio, è quello al quale hanno luogo gli scambi tra venditori e acquirenti ed è proprio quello che ciascun individuo assume come parametro nel risolvere il suo problema personale di scelta.




L'EQUILIBRIO SUL MERCATO DEI BENI: LE CARATTERISTICHE DEI MERCATI CONCORRENZIALI

Un mercato perfettamente concorrenziale deve soddisfare, congiuntamente, quattro importanti condizioni. Tutte e quattro insieme, le condizioni di cui diremo garantiscono l'esistenza di un mercato in cui le sole forze della domanda e dell'offerta consentono che sia raggiunta una situazione di equilibrio in cui:

  • Sono simultaneamente realizzate le posizioni di ottimo verso cui tendono i singoli individui: ciascun consumatore richiede, al prezzo di equilibrio, proprio la quantità che massimizza la sua soddisfazione e ciascuna impresa offre, allo stesso prezzo di equilibrio, la quantità che le consente di massimizzare il profitto.
  • Le scelte compiute, indipendentemente l'uno dall'altro, da ciascun consumatore e da ciascuna impresa risultano compatibili, al dato prezzo di equilibrio, con quelle perseguite e raggiunte da qualsiasi altro consumatore e qualsiasi altra impresa appartenente al lato della domanda e dell'offerta.

  La prima delle condizioni suddette richiede che siano presenti sia dal lato della domanda, sia da quello dell'offerta tantissimi soggetti economici che domandano e che offrono lo stesso bene: esiste concorrenza da ambo i lati del mercato che è detta, pertanto, concorrenza bilaterale. I soggetti economici, sia richiedenti che offerenti, sono così piccoli rispetto al mercato nel suo complesso da non poter esercitare, direttamente, la benché minima influenza sul livello del prezzo al quale avviene la compravendita del bene rispettivamente domandato e offerto. Per cui la quantità domandata da ciascun richiedente è trascurabile rispetto al totale della quantità domandata dall'insieme di tutti coloro che appartengono al lato della domanda di mercato. La quantità offerta da ciascun offerente, per quanto grande possa essere, sia trascurabile rispetto alla quantità complessivamente offerta dall'insieme di tutti coloro che appartengono al lato dell'offerta di mercato. In considerazione del fatto che l'ammontare delle vendite o degli acquisti da parte di ciascun individuo è estremamente esiguo rispetto al totale delle transazioni di mercato, il mercato di cui si parla viene definito di concorrenza atomistica. Se ora riflettiamo al fatto che ciascun richiedente formula le sue scelte in modo da rendere massima la propria soddisfazione e che ciascun offerente si comporta in modo da rendere massimo il proprio profitto, l'ipotesi di concorrenza bilaterale ed atomista implica che ciascun individuo, nel conseguire i propri personali interessi, accetti il prezzo come un dato e decida la quantità da acquistare o da vendere.

  La seconda condizione chiede: a) che le imprese offrano un bene omogeneo ossia che il prodotto offerto da un'impresa non sia distinguibile da quello offerto da una qualsiasi altra impresa; b) che i consumatori siano, dal punto di vista dei venditori, del tutto identici l'uno all'altro.

  occorre che l'informazione sia completa e simmetrica cosicché sia le imprese che i consumatori siano perfettamente informati sul prezzo al quale ciascuno di essi può acquistare o vendere il bene oggetto di scambio e conoscono l'ammontare delle transazioni correnti. Ciò significa che, non esistendo compratori che non siano informati sul livello del prezzo, gli offerenti non riusciranno ad ottenere da nessun compratore un prezzo superiore a quello prevalente sul mercato. Per ragioni analoghe, i compratori non troveranno alcun offerente disposto a vendere ad un prezzo inferiore a quello di mercato. La condizione di perfetta trasparenza del mercato assicura che in un mercato concorrenziale esiste un unico prezzo al quale viene scambiato lo stesso bene.

  L'ultima condizione è che vi sia completa libertà di entrata e di uscita del mercato cosicché ciascuno sia libero di acquistare o di vendere la quantità che desidera. Ciò implica che non esistano vincoli di nessun tipo che impediscano l'accesso al mercato di nuove imprese oltre a quelle già esistenti o che ne impediscano l'uscita. Tale condizione assicura, nel lungo periodo, la libera mobilità delle risorse tra i possibili impieghi alternativi. Si presuppone cioè che le risorse si spostino e si indirizzino verso gli impieghi da cui traggono il massimo vantaggio: le imprese entrano nei mercati in cui possono realizzare profitti ed abbandonano quelli in cui subiscono perdite.


LA COSTRUZIONE DELLA CURVA DI DOMANDA AGGREGATA; GLI SPOSTAMENTI DELLA CURVA DI DOMANDA.

Il lato della doma 555j93f nda di mercato sarà espresso da tantissime curve di domanda individuali, tutte con andamento normalmente decrescente. Supponiamo poi di conoscere l'andamento delle curve di domanda individuali di tutti i soggetti economici che appartengono al lato della domanda di mercato.

Osserviamo che, se il prezzo di domanda del bene X fosse p1, il primo acquirente richiederebbe la quantità 1x1, il secondo 2x1 e il terzo 3x1.



Se il prezzo fosse invece p2, minore di p1,il primo acquirente richiederebbe 1x2 (maggiore di 1x1), il secondo 2x2 e il terzo acquisterebbe la quantità 3x2. E' inoltre implicito che ciascun acquirente si comporta in modo razionale e che le sue scelte non sono influenzate da quelle compiute da qualsiasi altro acquirente dello stesso mercato. Possiamo escludere che, al diminuire di px, la domanda di un qualsiasi altro acquirente aumenti non solo perché è diminuito il prezzo, ma in conseguenza dei maggiori acquisti effettuati da un qualsiasi altro acquirente del mercato (effetto-traino o imitazione) ; possiamo escludere anche l'opposto cioè che, al diminuire del prezzo, un qualsiasi acquirente richieda una minore quantità di X proprio perché ne è aumentata la richiesta da parte degli altri (effetto snob) o che il bene X venga acquistato da qualche individuo solo a fini ostentativi cioè per dimostrare ad altri la propria capacità di spesa (effetto Veblen).

Se nella domanda del secondo acquirente prevalesse l'effetto-traino la domanda aumenterebbe da 2x1 a 2x2' cosicché la sua curva di domanda individuale risulterebbe molto più elastica di quella iniziale.La curva di domanda del terzo acquirente si modificherebbe, per il fatto che i primi due compratori hanno aumentato la loro richiesta del bene X, egli considerasse il bene X meno desiderabile di prima e anziché richiederne la quantità 3x2 ne richiedesse, al prezzo p2, una quantità inferiore.

Considerando che gli individui si comportino in modo indipendente uno dall'altro possiamo calcolare la quantità di X che i compratori sono complessivamente disposti ad acquistare a quel livello di prezzo. Così, al livello di prezzo p1, la somma delle quantità domandate, allo stesso livello di prezzo, da tutti i soggetti economici che costituiscono il lato della domanda di mercato è la quantità x1=1x1+2x1+3x1+.;al livello di prezzo p2, la somma delle quantità domandate è la quantità x2=1x2+2x2+3x2+.. e così via.

In questo modo otterremo una successione di infiniti punti, ciascuno dei quali indica la quantità del bene X che i compratori sono complessivamente disposti ad acquistare in corrispondenza di ogni possibile livello di prezzo di mercato del bene stesso: chiameremo la linea cui dà luogo questa successione di punti "curva di domanda complessiva" o curva di domanda aggregata del bene X. E' evidente che l'andamento di tale curva dipende da quello delle singole curve di domanda individuali: poiché queste ultime assumono un andamento normalmente decrescente la curva di domanda complessiva presenterà anch'essa un andamento decrescente.

L'andamento di ciascuna curva di domanda individuale dipende da quello della corrispondente "curva prezzo-consumo" e che l'andamento di quest'ultima dipende dal sistema di preferenze dell'individuo, dal suo livello di reddito e del livello al quale è stato considerato costante il prezzo del bene Y. A seguito della modifica del sistema delle preferenze di tutti o di alcuni o anche uno solo dei compratori e/o del livello del reddito dei compratori stessi e/o del livello di prezzo del bene Y, la curva prezzo-consumo e la curva di domanda individuale di tutti o alcuni o almeno uno dei compratori risulterà diversa: sarà diversa anche la curva di domanda complessiva del bene X. In questo caso si parla di spostamento della curva di domanda complessiva. Lo spostamento sarà verso l'alto e/o verso destra se la nuova posizione della curva di domanda aggregata D2 indica, rispetto a quella iniziale D1, che, ad ogni livello di prezzo del bene X, corrisponde una maggiore quantità domandata del bene stesso (x2 anziché x1, con x2>x1). Lo spostamento sarà verso il basso e/o sinistra se la nuova posizione della curva di domanda D3 indica, rispetto a quella iniziale, che, ad ogni livello di prezzo corrisponde una minore quantità domandata del bene X.

In questo caso, la curva di domanda complessiva può risultare più in alto e/o destra della curva di domanda D1, per effetto di un aumento del livello di reddito di tutti o alcuni degli acquirenti del bene X. La curva di domanda complessiva avrebbe potuto spostarsi verso l'alto e/o destra per effetto o di una modifica dei gusti, o di una variazione del prezzo di Y le quali determinino un aumento della quantità complessivamente domandata del bene stesso. A parità di reddito, di gusti e di prezzo del bene Y, l'aumento del numero complessivo degli acquirenti sul mercato può provocare lo spostamento verso l'alto e/o destra della curva di domanda aggregata.


LA COSTRUZIONE DELLA CURVA DI OFFERTA AGGREGATA; GLI SPOSTAMENTI DELLA CURVA DI OFFERTA.

Siano le curva a, b e c le curve di offerta del primo, del secondo e del terzo offerente di questo mercato; tali curve coincidono con il ramo crescente della curva del costo marginale di ciascun offerente al di sopra del punto di minimo della rispettiva curva del costo variabile medio di breve periodo.

Se il prezzo di mercato del bene X fosse p1, il primo venditore offrirebbe la quantità 1x1, il secondo venditore offrirebbe 2x1 e il terzo 3x1. Se il prezzo fosse p2 minore di p1, il primo venditore offrirebbe la quantità 1x2 (minore di 1x1), il secondo 2x2 e il terzo 3x2.

Va però tenuto presente:

  • Che mano a mano che il prezzo scende ci saranno sempre meno offerenti disposti a vendere;
  • Che mano a mano che il prezzo aumenta, aumenta contemporaneamente la quantità offerta da tutti i produttori: Può dunque verificarsi che, a seguito dell'aumentata richiesta dei fattori, le imprese non riescono a realizzare, se non in parte, i loro programmi di vendita: il più alto livello di prezzo al quale possono acquistare i fattori disponibili ha modificato le condizioni di convenienza di ciascun offerente spostando verso l'alto e/o sinistra le corrispondenti curve di offerta individuali cosicché, la prezzo p3, ciascun produttore è ora disposto ad offrire le quantità 1x3', 2x3' e 3x3'.

Se escludiamo ora che il comportamento di ciascun offerente venga influenzato da quello di un qualsiasi altro offerente del mercato possiamo descrivere la curva di offerta aggregata. Così al prezzo p1, la somma delle quantità offerte sarà x1=1x1+2x1+3x1+..; analogamente al prezzo p2 la quantità sarà x2=1x2+2x2+3x2+.., ecc.

In tal modo otterremo una successione di punti, ciascuno dei quali indica la quantità del bene X che gli offerenti sono complessivamente disposti a vendere in corrispondenza di ogni possibile prezzo di mercato del bene stesso: chiameremo la linea cui dà luogo questa successione di punti "curva di offerta complessiva" o curva di offerta aggregata del bene X.

L'andamento di tale curva dipende da quello delle curve di offerta individuali precedentemente considerate. Essa presenta un andamento crescente ma è più ripida di quella che avremmo costruito se, non tenuto conto del fatto che la crescere di px aumenta anche il prezzo di acquisto dei fattori, avessimo calcolato, in corrispondenza di livelli del prezzo di X sempre elevati, la semplice somma orizzontale delle quantità offerta da ciascun produttore ad ogni livello di prezzo.

Non possiamo escludere che, in corrispondenza di livelli di px molto elevati, la curva di offerta aggregati presenti addirittura un tratto decrescente: supponendo che l'aumento del prezzo dei fattori sia stato così elevato da indurre produttore a contrarre notevolmente la quantità offerta al prezzo p3 cosicchè la quantità x3' risulta addirittura inferiore alla quantità x1 che essi erano disposti ad offrire al livello di prezzo p1.

L'andamento delle curve di offerta individuale dipende, oltre che dal livello del prezzo di acquisto dei fattori, da molti altri parametri che ciascuna impresa ha assunto come dati nel risolvere il suo problema individuale di scelta. L'andamento di ciascuna curva di offerta individuale dipende da quello della corrispondente curva del costo variabile che dipende, a sua volta, da quello della corrispondente curva di dell'espansione dell'impresa: quest'ultimo dipende sia dal rapporto tra i prezzi di acquisto dei due fattori variabili, sia dalla forma del sistema di isoquanti e questi ultimi dipendono a loro volta del livello della quantità impiegata degli (n-2) fattori fissi ossia dalla dimensione dell'impianto prescelta.

Per una diversa forma del sistema di isoquanti di tutti o alcuni dei produttori e/o per un diverso rapporto tra i prezzi di acquisto dei due fattori variabili della produzione, la via dell'espansione di tutte o alcune delle imprese sarebbe diversa: sarebbero diverse la curva del costo variabile, quella del costo medio e marginale nonché la curva di offerta individuale di tutti o di alcuni dei produttori e sarebbe diversa anche la curva di offerta complessiva del bene X.

Si parla di spostamento della curva di offerta complessiva. Lo spostamento sarà verso il basso e/o verso destra se la nuova della posizione della curva di offerta aggregata S2 indica, rispetto a quella iniziale S1, che, ad ogni livello di prezzo del bene X, corrisponde una maggiore quantità offerta del bene stesso. Lo spostamento sarà verso l'alto e/o verso sinistra se la nuova posizione della curva di offerta S3 indica, che, ad ogni livello di prezzo corrisponde una minore quantità offerta del bene X. Quindi la curva S2 può apparire collocata più in basso e/o a destra della curva di offerta S1, per effetto, di un progresso tecnico della produzione di tutte o alcune o soltanto una delle imprese. La curva potrebbe essersi spostata verso destra e/o verso l'alto per effetto, a parità della tecnica di produzione, di una diminuzione del prezzo di acquisto di entrambi o anche uno solo dei fattori variabili utilizzati per produrre il bene X la quale determini un aumento della quantità complessivamente offerta del bene stesso.Va rilevato che, a parità di ogni altro dato del problema, l'aumento del numero complessivo degli offerenti sul mercato è in grado di provocare lo spostamento verso il basso e/o verso destra della curva di offerta aggregata.


LA DETERMINAZIONE DEL PREZZO DI EQUILIBRIO DI MERCATO NEL BREVE PERIODO: LA FUNZIONE DI ECCESSO DI DOMANDA.

Riprendiamo in esame la curva di domanda aggregata del bene X e consideriamo un qualsiasi punto di questa curva, ad esempio il punto A. L'ascissa di tale punto indica la quantità del bene X (x0) che i compratori sarebbero disposti ad acquistare in corrispondenza del prezzo p0 riportato in ordinata; alternativamente, si definisce prezzo di domanda del bene X il prezzo p0 che i consumatori sarebbero disposti a pagare per acquistare la quantità x0.

Consideriamo ora un qualsiasi punto (B) della curva di offerta aggregata. L'ascissa di tale punto indica la quantità del bene X (x0) che gli offerenti sarebbero disposti a vendere in corrispondenza del prezzo po riportato in ordinata; ma il prezzo po è anche il prezzo di offerta, ossia il prezzo che i venditori sarebbero disposti ad accettare dalla vendita della quantità xo.

Se il prezzo fosse p1, i compratori sarebbero disposti ad acquistare la quantità x1D, mentre gli offerenti sarebbero disposti a vendere la quantità x1S. Essendo la quantità domandata maggiore della quantità offerta si crea, al prezzo p1, una situazione di eccesso positivo di domanda (o eccesso di domanda) in cui l'offerta è insufficiente a soddisfare le richieste di coloro che sarebbero disposti ad acquistare il bene X al prezzo p1.

Se il prezzo fosse p2, gli offerenti sarebbero disposti a vendere la quantità x2S, ma i compratori sarebbero disposti ad acquistare solo x2D. Essendo la quantità domandata minore della quantità offerta si ha, al prezzo p2, una situazione di eccesso negativo di domanda (o eccesso di offerta) in cui la domanda è insufficiente a soddisfare i programmi di vendita delle imprese al prezzo p2.

E' evidente che una situazione di eccesso positivo o negativo di domanda non può essere una posizione di quiete, nel senso che essa provocherà certamente una modifica dei comportamenti o dei compratori o dei venditori o di entrambi. Ad esempio, nel caso di eccesso negativo di domanda i venditori potrebbero dichiararsi disposti a vendere il bene X a prezzi inferiori o decidere di accumulare scorte per l'ammontare corrispondente alla quantità invenduta del bene X. A seconda dei comportamenti adottati, la situazione convergerà o tenderà ad allontanarsi ulteriormente da quella di equilibrio finale.

Al prezzo pe la quantità xeD che i compratori sono disposti ad acquistare coincide con la quantità xeS che gli offerenti sono disposti a vendere: al prezzo pe, i venditori ricevono il prezzo desiderato dalla vendita della quantità xeS e i consumatori ritirano dal mercato la quantità xeD=xeS pagando il prezzo al quale erano disposti ad acquistarla. La quantità xeD=xeS è indifferentemente la somma delle quantità acquistate da tutti i soggetti economici compratori e la somma delle quantità vendute, la prezzo pe, da tutti i soggetti economici venditore. Ciascun richiedente acquista al prezzo pe proprio la quantità che massimizza la sua soddisfazione e ciascun offerente vende al prezzo pe la quantità che massimizza il proprio profitto: non c'è dunque alcun motivo né per i compratori, né per i venditori di modificare il livello della quantità rispettivamente domandata ed offerta al prezzo pe il quale è un prezzo di equilibrio stabile.


L'ESISTENZA E LA STABILITA' DELL'EQUILIBRIO.


L'analisi della stabilità dell'equilibrio si occupa del comportamento degli individui quando essi si trovano fuori dall'equilibrio ossia in condizioni di disequilibrio. L'analisi che segue deve implicitamente rispondere alle seguenti domande:

Come reagisce il prezzo dopo che è stata raggiunta una situazione di eccesso positivo o negativo di domanda;

In che modo gli individui ottengono le informazioni sul livello di prezzo richiesto dagli offerenti e su quello che gli acquirenti sono disposti a pagare;

Quand'è che hanno luogo gli scambi tra venditori e acquirenti ovvero quand'è che le dichiarazioni di acquisto e di vendita diventano vincolanti per chi le ha sottoscritte.

L'aggiustamento walrasiano presuppone la conoscenza del cosiddetto processo di tàtonnement (ossia di ricerca ripetuta) che descrive il funzionamento del mercato in condizioni di disequilibrio.

Supponiamo che il mercato sia organizzato come un'asta e che le contrattazioni tra le parti avvengano per il tramite di un individuo (il banditore), il quale ha il compito di coordinare i comportamenti dei singoli individui che domandano e che offrono lo stesso bene. Non appena il banditore dichiara aperti gli scambi, i compratori e i venditori manifestano le loro intenzioni di acquisto e di vendita e il banditore annuncia il prezzo affinché il prezzo di mercato tutti siano contemporaneamente informati sul livello di prezzo prevalente (risposta 2). Ogni individuo percepisce il prezzo e lo utilizza per determinare la quantità che è disposto a vendere o ad acquistare a quel livello di prezzo. Ciascuno informa il banditore sulle proprie intenzioni di acquisto o di vendita e questi calcola la domanda netta al prezzo annunciato (1) che poi rivedrà utilizzando la seguente regola: aumenta il prezzo se l'eccesso è positivo e lo diminuisce se è negativo. Nessun scambio avviene finchè l'equilibrio non è stato raggiunto (3). Solo in quel momento le dichiarazioni di acquisto e di vendita diventano contratti a cui viene data esecuzione immediata: i vincitori consegnano l'offerta programmata e i compratori ricevono quanto avevano programmato di  acquistare.

Tutto ciò suggerisce che il processo di tàttonement conduce ad una condizione di equilibrio stabile se:

  • Il prezzo di mercato diminuisce in presenza di un eccesso negativo di domanda ed aumenta in presenza di un eccesso positivo di domanda;
  • Il prezzo di mercato è superiore a quello di equilibrio se l'offerta programmata eccede la domanda ed è inferiore a quello di equilibrio nel caso contrario.

Si supponga che il banditore abbia annunciato il prezzo p2 (p2>pe) per il quale gli acquisti programmati sono inferiori alle vendite programmate: i venditori riusciranno a collocare solo una parte della loro offerta ma abbassando il prezzo si ha che l'eccesso di offerta gradualmente si riduce.

Se il prezzo fosse p1 (p1<pe) i compratori riuscirebbero a realizzare solo in parte i loro acquisti, ma essendo disposti ad acquistare ad un prezzo più elevato e poiché, ad un p superiore, i venditori sarebbero disposti a vendere una maggiore quantità di X, si ha che, mano a mano che il p aumenta, l'eccesso di domanda gradualmente si contrae.

In entrambi casi viene raggiunto il prezzo pe per il quale l'eccesso di domanda è nullo: il prezzo pe è un prezzo di equilibrio stabile.

Va aggiunto tuttavia che il procedimento walrasiano ammette una soluzione di equilibrio stabile anche nel caso in cui la curva di offerta sia negativamente inclinata: è sufficiente che l'eccesso di domanda sia negativo per ogni px>pe e sia positivo per ogni px<pe cosicché il prezzo converge verso la posizione di equilibrio.


Nel grafico a destra il processo walrasiano non ammette soluzioni di equilibrio stabile. Se il prezzo iniziale fosse > di pe, la presenza di un eccesso positivo di domanda indurrebbe il banditore ad aumentare il prezzo di mercato allontanandosi gradualmente dalla posizione di equilibrio finale; si otterrebbe lo stesso risultato se il prezzo fosse < di pe.

L'aggiustamento marshalliano verso l'equilibrio prevede che sia la quantità ad adeguarsi alle differenze tra il prezzo di domanda e il prezzo di offerta.

Essendo xo l'offerta programmata da parte delle imprese, la domanda sia superiore a quella che le imprese avevano inizialmente previsto.Il prezzo a cui i venditori sono disposti a mantenere invariata la loro offerta è il prezzo poS; poD è il prezzo che i compratori sono disposti a pagare per acquistare l'offerta disponibile sul mercato. Poiché xD è maggiore di xS, il prezzo aumenta da poS a poD per razionare l'offerta disponibile. Essendo il prezzo di domanda più elevato di quello dell'offerta, le imprese riterranno che sia molto conveniente espandere la produzione di X: ma mano a mano che la produzione si espande, il p domanda diminuisce e quello di offerta aumenta fintanto che l'equilibrio non viene raggiunto. Accadrebbe l'opposto se l'offerta fosse superiore a quello di domanda.

Nel grafico a sinistra l'equilibrio esiste ed è stabile: per xo<xe il prezzo di domanda eccede quello di offerta e la produzione aumenta fintanto che la differenza tra i due prezzi si annulla. Nel grafico a destra il mercato è instabile: in xo<xe il prezzo di offerta eccede quello di domanda e i venditori reagiscono contraendo la quantità offerta.

L'ipotesi marshalliana implica che, se il prezzo di domanda eccede oggi quello di offerta, si verificherà domani una espansione della quantità prodotta; si avrà una diminuzione nel caso opposto.

Se pD>pS le imprese formulano la previsione che il p di domanda di oggi prevalga anche domani ed espandono la produzione fino al punto in cui il prezzo di offerta eguaglia quello di domanda: l'ipotesi è quella di Cobweb ed è nota come ipotesi della ragnatela.



Offerta iniziale xo: p°d p domanda imprese espandono produzione a x1 dove prezzo offerta= prezzo domanda atteso. Ma x1 = p1D e per le imprese il prezzo ci sarà anche domani riducono a x2.

Il p di domanda sale a p2D accrescendo l'offerta del giorno successivo a x3. Con il trascorrere del tempo il mercato convergerà verso l'equilibrio: le differenze tra il prezzo atteso di domanda e quello effettivo diventeranno sempre più piccole e così pure quelle tra le quantità.


Grafici sopra sono instabili: nel primo parte x0 l'offerta diventa x1 cade prezzo da poD a p1D; l'offerta si riduce a x2 e così via differenza tra prezzi e quantità sempre più grandi e oscillano vicino alla quantità di equilibrio ma non ci arrivano. Nell'altro prezzi e quantità fluttuano intorno ai valori di equilibrio con oscillazioni di ampiezza costanti.

L'ipotesi del Cobweb conduce ad una condizione di equilibrio stabile se la curva di offerta è più ripida di quella di domanda; in caso contrario l'equilibrio è instabile e le oscillazioni intorno all'equilibrio sono crescenti se la pendenza della curva di offerta è inferiore, in valore assoluto, a quella della curva di domanda.

Ipotesi ingenua perché venditore espande produzione se il p di domanda eccede l'offerta.

LA RENDITA DEL CONSUMATORE E LA RENDITA DEL PRODUTTORE

In questo grafico abbiamo completato la curva di domanda aggregata fino a farle toccare l'asse delle ordinate: questo punto di contatto individua il livello di prezzo pD in corrispondenza del quale i compratori non acquistano alcuna unità del bene X, ossia il prezzo al quale nessun compratore è disposto ad acquistare il bene offerto sul mercato. Essendo pe il prezzo di equilibrio del mercato, la quantità xe che i compratori sono disposti ad acquistare coincide con la quantità xe che gli offerenti sono disposti a vendere: nella situazione di equilibrio, i venditori ricevono il prezzo pe dalla vendita di ogni unità della quantità xe e i consumatori ritirano dal mercato quella stessa quantità pagando il prezzo unitario pe al quale erano disposti ad acquistarla La quantità xe è indifferentemente la somma delle quantità acquistate, al prezzo pe, da tutti i soggetti economici venditori. Ciascun richiedente acquista al prezzo pe proprio la quantità che massimizza la sua soddisfazione e ciascun offerente vende al prezzo pe la quantità che massimizza il proprio profitto: non c'è dunque alcun motivo né per i compratori, né per i venditori di modificare il livello della quantità rispettivamente domandata ed offerta al prezzo pe.

Sappiamo anche che ogni punto della curva di domanda aggregata individua la quantità del bene X che i compratori sarebbero disposti ad acquistare in corrispondenza di ogni possibile livello del prezzo di mercato: i compratori sarebbero disposti ad acquistare le singole unità che costituiscono la quantità xe anche a prezzi più elevati del prezzo pe, ovvero, sarebbero disposti ad acquistare ciascuna di queste unità al corrispondente prezzo di domanda.

La somma delle differenze fra ciascun prezzo di domanda al quale i compratori sarebbero disposti ad acquistare le singole unità che costituiscono la quantità xe e il prezzo al quale effettivamente essi le acquistano prende il nome di rendita del consumatore. Essa è rappresentata dalla somma delle differenze tra l'ordinata che esprime ciascun prezzo maggiore di pe e l'ordinata che esprime il prezzo pe, ossia rappresentata dall'area tratteggiata nel grafico.

Nel grafico sottostante pS rappresenta il livello di prezzo al di sotto del quale nessun offerente a vendere e xS è la quantità che gli offerenti sarebbero disposti a vendere a questo livello di prezzo: pe rappresenta invece il prezzo di equilibrio al quale sono vendute le singole unità del bene X che costituiscono la quantità xe.

Sappiamo già che ogni punto della curva di offerta aggregata del bene X individua la quantità che gli offerenti sarebbero disposti a vendere ad ogni possibile livello del prezzo di mercato. Gli offerenti sarebbero quindi disposti a vendere le singole unità che costituiscono la quantità xe anche a prezzi inferiori del prezzo pe: essi sarebbero disposti a vendere le singole unità che costituiscono la quantità (xe-xS) al corrispondente prezzo di offerta e sarebbero disposti a vendere al prezzo pS le singole unità che costituiscono la quantità xS.

La somma delle differenze fra il prezzo al quale gli offerenti vendono le singolo unità che costituiscono la quantità xe e il prezzo al quale essi sarebbero disposti a vendere ciascuna di queste unità prende il nome di rendita del produttore.







40- L'EQUILIBRIO DEL MERCATO NEL LUNGO PERIODO: GLI EFFETTI DELLA LIBERA ENTRATA DELLE IMPRESE.

Chiameremo imprese marginali le imprese che, vendendo al prezzo pe, conseguono un profitto nullo nel senso che il ricavo totale eguaglia il corrispondente costo totale di produzione. Per ciascuna di queste imprese, la linea prezzi-quantità vendute risulterà tangente alla rispettiva curva del costo totale medio nel punto di minimo di quest'ultima: la quantità offerta da ciascuna impresa al prezzo pe è dunque proprio la quantità alla quale corrisponde il costo totale medio minimo di ciascuna di esse. Chiameremo imprese inframarginali le imprese che, al livello pe, conseguono un profitto in eccesso rispetto a quello normale. Ciascuna di queste imprese si troverà in una situazione in cui la linea prezzi-quantità vendute, tracciata in corrispondenza di pe è al di sopra del punto di minimo della rispettiva curva del costo totale medio; ogni impresa conseguirà il massimo extraprofitto vendendo la quantità del bene X per la quale la linea del prezzo incontra la corrispondente curva del costo marginale nel ramo crescente di quest'ultima.

Essendo pe l'unico prezzo al quale viene scambiato il bene X e poiché ciascuna impresa produce e vende la quantità per la quale pe=Cmg, tutte le imprese che offrono il bene X in un mercato concorrenziale vendono il bene X allo stesso prezzo e sostengono lo stesso livello di costo marginale. Ciascuna di esse produce però una diversa quantità del bene X ed utilizza la dimensione d'impianto giudicata idonea sulla base di una precedente stima della quantità che sarebbe stata richiesta dal mercato al livello di prezzo ritenuto prevalente. Tra tutte le imprese che vendono a Pe ve ne saranno alcune che conseguono un extraprofitto ed altre che conseguono un profitto normale; le restanti imprese dovranno rinunciare a produrre. Ogni impresa valuterà l'opportunità di modificare la propria dimensione d'impianto e di produrre la quantità del bene X che consente di massimizzare i profitti di lungo periodo. Si assisterà ad una graduale espansione della quantità di X che tutti i produttori sarebbero disposti ad offrire al livello di p oggi prevalente: l'insorgere di un eccesso di offerta provocherà una discesa del p di mercato e un aggiustamento della dimensione di impianto situazione che massimizzano i profitti di lungo periodo producendo la q per la quale il p di mercato = Cmgl e Cmgb; con k3: p1=CmgB3=CmgL realizza un profitto unitario che è rappresentato nel grafico da AB. X1 è la somma delle quantità vendute a p1 da tutte le imprese che offrono X.


L'ipotesi che via sia completa libertà di entrata e uscita dal mercato assicura che, nel lungo periodo, le risorse si spostino e si indirizzino verso gli impieghi da cui traggono il maggior vantaggio: le imprese che conseguono in altri mercati un saggio di profitto sul capitale investito inferiore a quello ottenibile dalla produzione i X decideranno di abbandonare questi mercati e di entrare nel mercato in cui possono ottenere un profitto più elevato. maggior numero di offerenti la quantità offerta sarà più alta della domanda spostamento verso basso e/o destra della curva di offerta aggregata darà origine ad un eccesso negativo di domanda che causerà una caduta del prezzo.

A seguito della diminuzione di prezzo la quantità scambiata risulterà certamente più elevata della precedente: ad un p più basso i compratori acquisteranno più X (x2). Venditori diminuiranno la propria offerta ed essendo più numerosi offriranno x2 a p2.

Finchè sarà possibile realizzare nella produzione di X un profitto in eccesso rispetto a quello normale, nuovi produttori entreranno nel mercato facendo spostare la curva a destra e/o basso e provocando l'ulteriore diminuzione del pe di X. Se l'entrata di nuove imprese fosse così consistente da far scendere il p al di sotto del costo medio minimo con cui ciascuna impresa può produrre X utilizzando impianto ottimo, le imprese che riterranno permanente la situazione usciranno dal mercato; la curva di offerta si sposterà v/o alto e/o sinistra consentendo al p di salire e ripristinare la convenienza. Il processo terminerà quando non esisterà il pur minimo incentivo ad entrare o uscire dal mercato da parte di un qualche produttore.Ciò accadrà in corrispondenza del p garantisce l'equilibrio sul mercato di X, l'extraprofitto sarà nullo e la remunerazione del capitale sarà identica a quella conseguita su qualsiasi altro mercato nel lungo periodo. In tale situazione ciascun offerente consegue solo un profitto normale: la q offerta da ciascuna impresa è proprio la quantità alla quale corrisponde il costo totale medio minimo sia di breve che di lungo periodo, ovvero pe=CmgB=CmgL=CmeB. L'equilibrio di lungo periodo in un mercato concorrenziale richiede che l'eccesso di domanda sia nullo e che al prezzo pe ciascuna impresa produca il bene X con la dimensione ottima d'impianto. Le forze della concorrenza determinano non soltanto il prezzo e l'ammontare della quantità scambiata, ma anche il numero delle imprese che offrono il bene X, quelle che cioè appartengono alla stessa industria o settore industriale.

41- LA CURVA DI OFFERTA AGGREGATA: IL SETTORE A COSTI CRESCENTI


Supponiamo che sia raggiunta la situazione di equilibrio di LP del mercato di X: al prezzo p1, la q complessivamente domandata e offerta è x1 e ciascun offerente consegue dalla produzione del bene X un extraprofitto nullo. aumento reddito e compratori sono disposti ad acquistare di più allo stesso prezzo curva di domanda aggregata spostamento alto e/o destra fino a D2.

Essendo disposti i compratori ad acquistare ad un prezzo più elevato e poiché i venditori hanno convenienza a vendere una quantità maggiore di X, si ha che, man mano che p aumenta, l'eccesso di domanda gradualmente si riduce e si annulla in corrispondenza del prezzo p2 per il quale i programmi di acquisto tornano uguali a quelli di vendita. Nel grafico a destra si vede chiaramente che ciascun offerente ha convenienza a vendere al prezzo p2 una maggiore quantità del bene X: ogni impresa, se ritiene temporanea la variazione di prezzo, si comporterà utilizzando più intensamente l'impianto di cui dispone e realizzando un profitto unitario di ammontare pari al segmento AB. Se ne deduce che, a seguito dell'espansione della domanda del bene X,

  • Le imprese esistenti aumentano l'offerta del bene X ed utilizzano una maggiore quantità dei fattori produttivi variabili;
  • Le stesse imprese realizzano, in corrispondenza di p2,un profitto superiore a quello normale e ciò crea la convenienza per altri produttori ad entrare nel mercato del bene X: ogni nuova impresa adotterà un impianto di dimensione uguale a quello utilizzato dalle imprese esistenti con la conseguenza che la richiesta dei fattori produttivi variabili aumenterà in maniera consistente.

Se supponiamo che, a fronte della maggiore richiesta dei fattori produttivi variabili, questi siano prontamente reperibili in modo tale che il loro prezzo unitario di acquisto resti invariato, le curve dei costi di breve e di lungo periodo delle imprese esistenti non subiranno alcuna modificazione anche le imprese entranti produrranno alle stesse condizioni di costo delle imprese già esistenti.

Non è possibile ignorare il fatto che l'entrata di nuove imprese dà origine ad uno spostamento v/o il basso e/o v/o destra della curva di offerta aggregata:la quantità di X che i produttori sono disposti a vendere a p2 risulterà > di x2 che i compratori sono disposti ad acquistare. L'entrata di nuove imprese dà luogo a un eccesso di offerta che causerà la discesa del pe di X e la contrazione della q offerta da ogni singola impresa nonché la riduzione dell'extraprofitto conseguito da ognuna di esse. L'entrata di nuove imprese risulterà conveniente fintanto che l'extraprofitto non sarà scomparso ossia quando le imprese utilizzeranno la dimensione ottima d'impianto per produrre X: ciò accadrà quando il p sarà ritornato al livello iniziale p1 ovvero quando il n° di imprese entranti farà spostare la curva in S2. Al livello p1 la q scambiata sarà > di quella iniziale e ciò sia a seguito del maggior numero di venditori ma anche di compratori.

Se il p dei fattori pro variabili resta immutato (ossia se il settore è a costi costanti) l'espansione della domanda di X influisce sul livello della q scambiata del bene stesso: il p di offerta di X, che dipende dalle condizioni di costo, resta costante ossia non è influenzato dalle condizioni di domanda. La curva di lungo periodo del bene X si ottiene congiungendo il punto (p1,x1) con quello (p1, x3); la curva SL assumerà un andamento parallelo all'asse delle ascisse per indicare che l'adeguamento dell'offerta all'accresciuta domanda del bene X non richiede alcun aumento del prezzo di vendita del bene stesso.



42- LA CURVA DI OFFERTA AGGREGATA: IL SETTORE A COSTI CRESCENTI.

Ora esaminiamo quali effetti produce l'espansione della domanda aggregata nel caso in cui i prezzi unitari di acquisto dei fattori variabili aumentino anch'essi mano a mano che ne aumenta la richiesta da parte delle imprese esistenti e di quelle entranti. Supponiamo dunque che la curva di domanda aggregata si sposti gradualmente nella posizione D2: a seguito dell'aumento del prezzo da p1 a p2, le imprese esistenti accrescono la quantità offerta e, realizzando extra-profitti, attraggono nuove imprese nel mercato. Aumenta la richiesta dei fattori variabili, ma cresce anche il loro prezzo unitario di acquisto. Le imprese che avevano programmato di vendere al prezzo p2 la quantità x2 non riescono quindi a realizzare i loro programmi di vendita:

  • Da un lato, il nuovo livello di prezzo al quale possono acquistare i fattori disponibili modifica le condizioni di convenienza di ciascun offerente spostando verso l'alto e/o a sinistra le corrispondenti curve dei costi medi e marginali cosicché al prezzo p2 ciascun produttore è ora disposto ad offrire una minore quantità del bene X e consegue un profitto inferiore.
  • Dall'altro, per effetto dell'entrata di nuove imprese, il prezzo di equilibrio del mercato del bene X si riduce gradualmente spostando verso il basso la linea prezzi-quantità vendute di ogni singola impresa la quale contrae ulteriormente la propria offerta e consegue un sempre minore profitto.

L'entrata sul mercato di nuove imprese diventerà assai meno attraente di prima, ma continuerà fino a quando l'extra-profitto non sarà scomparso del tutto: ciò accadrà quando il numero delle imprese entranti sarà stato sufficiente a spostare la curva di offerta aggregata nelle posizione S2. Lo spostamento verso il basso e/o verso destra della curva di offerta non sarà riuscito a riportare il prezzo di mercato al livello di equilibrio iniziale p1: in conseguenza del contemporaneo aumento del prezzo dei fattori, la curva di offerta aggregata avrà subito uno spostamento verso l'alto e/o verso sinistra e se la prima tendenza avrà prevalso su quest'ultima, il prezzo di mercato si sarà collocato nel lungo periodo al livello p3 che è maggiore di p1, ma naturalmente inferiore a p2. Al prezzo p3, che assicura l'equilibrio tra domanda e offerta aggregata, ciascuna impresa produce il bene X con la nuova dimensione ottima d'impianto, quella che tiene conto cioè dell'aumentato livello del prezzo dei fattori. Inoltre, nonostante che ciascuna impresa produca una minore quantità del bene X, la quantità complessivamente scambiata al livello di prezzo p3 è certamente maggiore di quella iniziale (x3 anziché x1) e ciò a seguito del maggior numero dei venditori nonché di quello dei compratori.

Confrontando la posizione di equilibrio finale del mercato del bene X con quella iniziale, possiamo concludere che se il prezzo unitario di acquisto dei fattori produttivi variabili aumenta (ossia se, per effetto di diseconomie esterne al settore considerato, il settore è a costi crescenti), il prezzo di offerta del bene X aumenta e aumenta naturalmente anche il livello della quantità scambiata del bene stesso. La curva di offerta di lungo periodo del bene X, ottenuta congiungendo il punto di coordinate (p1,x1) con quello di coordinate (p3,x3) assume un andamento crescente per indicare che l'adeguamento dell'offerta all'accresciuta domanda del bene X richiede l'aumento del prezzo di vendita del bene  stesso.

LA CURVA DI OFFERTA AGGREGATA: IL SETTORE A COSTI DECRESCENTI.

Resta ora da esaminare l'andamento della curva di offerta di lungo periodo del bene X nel caso in cui, per effetto di economie esterne al settore considerato, i prezzi unitari di acquisto dei fattori diminuiscono all'aumentare della richiesta dei fattori stessi da parte delle imprese esistenti e di quelle entranti. E' facile constatare che, se il settore è a costi decrescenti, la curva di offerta di lungo periodo assumerà un andamento decrescente per indicare che, essendo diminuito il costo di produzione del bene X, viene scambiata, nella situazione di equilibrio finale, una maggiore quantità di X ad un prezzo di offerta inferiore. Per giungere a questa conclusione va osservato che l'aumento iniziale della domanda aggregata fa aumentare il prezzo di equilibrio da p1 a p2 cosicchè le imprese esistenti accrescono la propria offerta e, realizzando extra-profitti, attraggono nuove imprese nel mercato. Aumenta la richiesta dei fattori variabili, ma se contemporaneamente diminuisce il loro prezzo unitario di acquisto, le curve dei costi delle imprese subiscono uno spostamento verso il basso e/o verso destra: la prospettiva di maggiori profitti attrae sul mercato un numero crescente di imprese ciascuna delle quali sarà disposta ad offrire un'elevata quantità del bene X. Tale comportamento crea una situazione di eccesso di offerta che causerà, da un lato, la discesa del prezzo di equilibrio del mercato del bene X e, dall'altro, la riduzione dell'extra-profitto conseguito da ogni singola impresa.


L'entrata di nuove imprese risulterà conveniente fintanto che l'extra-profitto non sarà scomparso del tutto, ossia quando il numero delle imprese entranti sarà stato sufficiente a spostare la curva di offerta aggregata nella posizione S2. In questo caso, dato che il bene X viene prodotto a costi decrescenti, lo spostamento verso il basso e/o verso destra della curva di offerta aggregata avrà fatto scendere il prezzo di mercato al di sotto del livello di equilibrio iniziale p1: il prezzo di equilibrio di lungo periodo raggiunge il livello p3 che è minore di p1 ed è inferiore a p2. Al prezzo p3 che assicura l'equilibrio tra domanda e offerta, ciascuna impresa produce il bene X con la nuova dimensione ottima d'impianto, quella che tiene conto cioè del minor livello del prezzo di acquisto dei fattori.





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