|
|
CREAZIONE DI VALORE ECONOMICO E GESTIONE D'IMPRESA
Tradizionalmente centrata sul profitto, la misurazione delle performance d'impresa (performance measurement) è oggi centrata su nuove e più sofisticate misure, capaci di cogliere più precisamente la reale creazione di valore realizzata dall'impresa.
Tra queste misure, la più nota è probabilmente l'EVA (Economic Value Added):
dove:
NOPAT (Net Operating Profit After Taxes) è il reddito operativo al netto delle imposte su tale reddito. 626e42g
Assets è il capitale investito nell'impresa.
WACC (Weighted Average Cost of Capital) è il costo medio ponderato del capitale, cioè la media ponderata (tenendo conto della struttura dei finanziamenti) del costo delle passività onerose e del costo opportunità del capitale proprio. Anche questa grandezza va considerata al netto delle imposte.
La massimizzazione del valore creato dall'impresa chiama dunque in causa 3 diverse leve:
massimizzazione del reddito operativo (prezzi, costi d'acquisto, costi del lavoro, costi fissi, volumi di vendita, ecc.);
minimizzazione del costo del capitale (attraverso la ottimizzazione delle fonti di finanziamento);
razionalizzazione del capitale investito (eliminando gli investimenti improduttivi e realizzando nuovi investimenti in attività generatrici di valore).
La razionalizzazione del capitale investito passa sovente per interventi di gestione del capitale circolante netto (CCN).
LA GESTIONE DEL CAPITALE CIRCOLANTE NETTO
Il capitale circolante netto (CCN) è costituito da:
scorte +
creditiverso clienti -
debiti verso fornitori
Assieme alle immobilizzazioni, rappresenta il capitale investito nelle attività d'impresa, e quindi concorre a determinare il complessivo fabbisogno di finanziamento.
Per la sua dimensione sovente rilevante, la gestione del capitale circolante netto rappresenta un'attività molto importante per ogni impresa. Tra i parametri di controllo più utilizzati figurano gli indici di rotazione e di durata media:
Tipologia di scorta |
Indice di rotazione |
Indice di durata media |
Materie prime |
|
Dmm = x 365 |
Semilavorati (W.I.P.) |
Trs = |
Dms = x 365 |
Prodotti finiti |
Trp = |
Dmp = x365 |
Scorte totali |
|
x 365 x 365 |
Legenda: C.P.V. è il costo della produzione venduta; C.P.A. è il costo della produzione allestita.
Voce di capitale circolante netto |
Indice di rotazione |
Indice di durata media |
Crediti verso clienti |
Trc = |
Dmc = x 365 |
Debiti di fornitura |
Trd = |
Dmd = x 365 |
Il ciclo del capitale circolante
L'analisi del capitale circolante netto e della sua dinamica è molto utile per cogliere i complessi legami tra gestione operativa e gestione finanziaria d'impresa, tra attività di acquisto, stoccaggio, produzione e vendita. Il ciclo temporale del CCN può essere suddiviso in:
un ciclo economico, che descrive e misura il tempo di trasformazione degli input negli output;
un ciclo monetario (o finanziario), che descrive e misura il tempo che intercorre tra il pagamento degli input e l'incasso dei ricavi di vendita degli output.
L'obiettivo di ogni impresa è, ovviamente, quello di accorciare il ciclo monetario del circolante. Per fare questo, essa può seguire due diverse strade:
agire sul ciclo economico, cioè ridurre i tempi di stoccaggio e di trasformazione (quello che tecnicamente viene chiamato il lead-time di produzione o tempo di attraversamento);
agire sul ciclo monetario, allungando le dilazioni di pagamento ai fornitori e accorciando quelle di incasso.
Nell'agire su queste leve, l'impresa deve tenere in considerazione numerosi trade-off:
la modificazione delle dilazioni di incasso e di pagamento, pur positiva sotto il profilo finanziario, può comportare un generale peggioramento della qualità delle relazioni con clienti e fornitori;
l'accorciamento dei tempi di produzione e la riduzione delle scorte comporta il passaggio a modelli di 'produzione tesa' che sono estremamente vulnerabili rispetto a fattori di incertezza quali i livelli di domanda e i tempi di rifornimento.
In generale, l'impresa deve trovare un giusto posizionamento nel continuum di politiche del circolante che si collocano tra i due estremi della minimizzazione dei costi e la massimizzazione del livello di servizio. L'ottica della eliminazione delle scorte (così come dei crediti alla clientela) per economizzare sui costi, si scontra cioè con la necessità di adempiere alle funzioni tipiche di questi (sopra sommariamente ricordate).
Sotto una prospettiva più sofisticata, l'analisi del capitale circolante può essere condotta non solamente sotto il profilo temporale (analisi orizzontale), ma anche dei volumi di investimento (analisi verticale).
Si consideri, ad esempio, un'impresa che ottiene dai propri fornitori dilazioni di pagamento di 120 giorni rispetto ad un ciclo economico (stoccaggio + trasformazione) di 60 giorni e a dilazioni di incasso di 60 giorni. Sebbene quest'impresa abbia un ciclo monetario pari a zero, non possiamo dire che l'investimento in capitale circolante sia nullo: infatti, il volume dell'investimento nei debiti di fornitura è inferiore a quello nei W.I.P., nelle scorte di prodotti finiti e nei crediti verso clienti.
Il grafico seguente costituisce un esempio di analisi orizzontale e verticale del CCN:
VOLUME DI INVESTIMENTI
CREAZIONE DI VALORE ECONOMICO E GESTIONE D'IMPRESA
Tradizionalmente centrata sul profitto, la misurazione delle performance d'impresa (performance measurement) è oggi centrata su nuove e più sofisticate misure, capaci di cogliere più precisamente la reale creazione di valore realizzata dall'impresa.
Tra queste misure, la più nota è probabilmente l'EVA (Economic Value Added):
dove:
NOPAT (Net Operating Profit After Taxes) è il reddito operativo al netto delle imposte su tale reddito. 626e42g
Assets è il capitale investito nell'impresa.
WACC (Weighted Average Cost of Capital) è il costo medio ponderato del capitale, cioè la media ponderata (tenendo conto della struttura dei finanziamenti) del costo delle passività onerose e del costo opportunità del capitale proprio. Anche questa grandezza va considerata al netto delle imposte.
La massimizzazione del valore creato dall'impresa chiama dunque in causa 3 diverse leve:
massimizzazione del reddito operativo (prezzi, costi d'acquisto, costi del lavoro, costi fissi, volumi di vendita, ecc.);
minimizzazione del costo del capitale (attraverso la ottimizzazione delle fonti di finanziamento);
razionalizzazione del capitale investito (eliminando gli investimenti improduttivi e realizzando nuovi investimenti in attività generatrici di valore).
La razionalizzazione del capitale investito passa sovente per interventi di gestione del capitale circolante netto (CCN).
LA GESTIONE DEL CAPITALE CIRCOLANTE NETTO
Il capitale circolante netto (CCN) è costituito da:
scorte +
creditiverso clienti -
debiti verso fornitori
Assieme alle immobilizzazioni, rappresenta il capitale investito nelle attività d'impresa, e quindi concorre a determinare il complessivo fabbisogno di finanziamento.
Per la sua dimensione sovente rilevante, la gestione del capitale circolante netto rappresenta un'attività molto importante per ogni impresa. Tra i parametri di controllo più utilizzati figurano gli indici di rotazione e di durata media:
Tipologia di scorta |
Indice di rotazione |
Indice di durata media |
Materie prime |
|
Dmm = x 365 |
Semilavorati (W.I.P.) |
Trs = |
Dms = x 365 |
Prodotti finiti |
Trp = |
Dmp = x365 |
Scorte totali |
|
x 365 x 365 |
Legenda: C.P.V. è il costo della produzione venduta; C.P.A. è il costo della produzione allestita.
Voce di capitale circolante netto |
Indice di rotazione |
Indice di durata media |
Crediti verso clienti |
Trc = |
Dmc = x 365 |
Debiti di fornitura |
Trd = |
Dmd = x 365 |
Il ciclo del capitale circolante
L'analisi del capitale circolante netto e della sua dinamica è molto utile per cogliere i complessi legami tra gestione operativa e gestione finanziaria d'impresa, tra attività di acquisto, stoccaggio, produzione e vendita. Il ciclo temporale del CCN può essere suddiviso in:
un ciclo economico, che descrive e misura il tempo di trasformazione degli input negli output;
un ciclo monetario (o finanziario), che descrive e misura il tempo che intercorre tra il pagamento degli input e l'incasso dei ricavi di vendita degli output.
L'obiettivo di ogni impresa è, ovviamente, quello di accorciare il ciclo monetario del circolante. Per fare questo, essa può seguire due diverse strade:
agire sul ciclo economico, cioè ridurre i tempi di stoccaggio e di trasformazione (quello che tecnicamente viene chiamato il lead-time di produzione o tempo di attraversamento);
agire sul ciclo monetario, allungando le dilazioni di pagamento ai fornitori e accorciando quelle di incasso.
Nell'agire su queste leve, l'impresa deve tenere in considerazione numerosi trade-off:
la modificazione delle dilazioni di incasso e di pagamento, pur positiva sotto il profilo finanziario, può comportare un generale peggioramento della qualità delle relazioni con clienti e fornitori;
l'accorciamento dei tempi di produzione e la riduzione delle scorte comporta il passaggio a modelli di 'produzione tesa' che sono estremamente vulnerabili rispetto a fattori di incertezza quali i livelli di domanda e i tempi di rifornimento.
In generale, l'impresa deve trovare un giusto posizionamento nel continuum di politiche del circolante che si collocano tra i due estremi della minimizzazione dei costi e la massimizzazione del livello di servizio. L'ottica della eliminazione delle scorte (così come dei crediti alla clientela) per economizzare sui costi, si scontra cioè con la necessità di adempiere alle funzioni tipiche di questi (sopra sommariamente ricordate).
Sotto una prospettiva più sofisticata, l'analisi del capitale circolante può essere condotta non solamente sotto il profilo temporale (analisi orizzontale), ma anche dei volumi di investimento (analisi verticale).
Si consideri, ad esempio, un'impresa che ottiene dai propri fornitori dilazioni di pagamento di 120 giorni rispetto ad un ciclo economico (stoccaggio + trasformazione) di 60 giorni e a dilazioni di incasso di 60 giorni. Sebbene quest'impresa abbia un ciclo monetario pari a zero, non possiamo dire che l'investimento in capitale circolante sia nullo: infatti, il volume dell'investimento nei debiti di fornitura è inferiore a quello nei W.I.P., nelle scorte di prodotti finiti e nei crediti verso clienti.
Il grafico seguente costituisce un esempio di analisi orizzontale e verticale del CCN:
VOLUME DI INVESTIMENTI
Privacy |
Articolo informazione
Commentare questo articolo:Non sei registratoDevi essere registrato per commentare ISCRIVITI |
Copiare il codice nella pagina web del tuo sito. |
Copyright InfTub.com 2024