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La moneta e la politica monetaria

economia politica



La moneta e la politica monetaria (cap. XIX°)


La moneta è l'insieme dei mezzi di pagamento a disposizione di una collettività. La politica monetaria è l'insieme degli interventi delle Autorità di politica economica tesi a incidere sulla 727j96h quantità di moneta.

La moneta svolge tre funzioni:

È unità di conto: i prezzi di tutti i beni vengono espressi in unità di moneta;

È un mezzo di pagamento: viene utilizzata per regolare i rapporti di debito e di credito sorti in seguito a scambi economici;

È riserva di valore: viene impiegata come possibile strumento di investimento e serve a trasferire potere di acquisto nel tempo.



Nei secoli passati si parlava di moneta-merce: il bene che fungeva da moneta aveva anche una sua utilità intrinseca in quanto merce.

Nelle moderne economie si parla, invece, di moneta-segno: la moneta perde il suo connotato di merce e non ha più utilità intrinseca. Il compito di fornire i mezzi di pagamento spetta non solo all'Autorità politica, ma anche agli intermediari finanziari, quest'ultimi sono quei soggetti che mettono in collegamento le unità in surplus, che esprimono un risparmio (ad esempio: le famiglie), con le unità in deficit (ad esempio: le imprese), le quali domandano crediti.

La Teoria dell'economia monetaria definisce Base Monetaria (BM): l'insieme delle banconote e delle monete metalliche stampate o coniate dagli istituti che, per legge, hanno questa potestà; la base monetaria viene indicata anche come moneta legale, in quanto la sua emissione è regolata dalla legge che rende obbligatoria per tutti i cittadini l'accettazione di questo strumento per regolare i pagamenti.

Nel mondo reale si configurano differenti aggregati monetari, in particolare:

M0 è l'insieme delle banconote e monete in circolazione, questa coincide con la base monetaria in mano al pubblico (BMP chiamata anche circolante o moneta ad alto potenziale): [M0 = BMP];

M1 è la somma tra M0 e l'insieme dei depositi bancari a vista (o in conto corrente): [M1 = BMP + c/cD];

M2 è la somma tra M1 e tutti gli altri depositi bancari a breve termine: [M2 = BMP + D≤ 2 anni];

M3 è la somma tra M2 e le quote e le partecipazioni in fondi comuni monetari e le operazioni pronti contro termine: [M3 = BMP + D].

I moltiplicatori della base monetaria.

Tra i diversi aggregati monetari sussistono delle relazioni che possono essere analizzati attraverso il modello di moltiplicazione della base monetaria, che consta di alcune equazioni:

o  Equazioni definitorie

BM = BMP + BMB (la Base Monetaria può essere detenuta dal Pubblico o dalle Banche);

M = BMP + D (la Moneta consiste nella somma tra Base Monetaria in mano al Pubblico e Depositi).

o  Equazioni comportamentali

BMP = hD , h>0 (questa equazione descrive il comportamento dei Privati, i quali scelgono di tenere come Base Monetaria presso di sé la frazione h dell'ammontare che detengono come Depositi. h può essere interpretato come un parametro comportamentale dei privati, ma è in realtà una funzione che varia al variare del tasso di interesse, quindi si avrà: h = h(r));

BMB = jD , j<1 (questa equazione descrive il comportamento delle Banche, circa l'ammontare di Base Monetaria che detengono presso di sé, in relazione ai depositi che ricevono. La legislazione bancaria impone alle banche di trattenere presso di sé una certa frazione dei depositi ricevuti dai risparmiatori (coefficiente di riserva obbligatoria), inoltre le banche detengono presso di sé le cosiddette riserve libere. j è data dalla somma del coefficiente di riserva obbligatoria più il coefficiente di riserva libera: j = cRO + cRL. Il coefficiente di riserva obbligatorio rappresenta uno strumento di politica monetaria facilmente controllabile, invece il coefficiente di riserva libero risponde a valutazioni di convenienza economica delle aziende di credito).

Sostituendo [BM=BMP+BMB] con [BM=hD+jD=(h+j)D] si avrà [D = 1/h+j BM] dove [1/(h+j)] è il moltiplicatore dei depositi.

Sostituendo [M=BMP+D] con [M=hD+D] si avrà [M=(1+h)D] e [M= h+1/h+j BM] dove [(h+1)/(h+j)] è il moltiplicatore della moneta. L'equazione esprime la relazione che sussiste tra Base Monetaria e Moneta e rende chiaro che la moneta è un multiplo della base monetaria.

Determinanti del moltiplicatore della moneta.

Analizzando l'equazione del moltiplicatore della moneta possiamo renderci conto che, a parità di base monetaria, la quantità di moneta è tanto maggiore:

o  Quanto minore è j. Infatti quanto maggiore è il coefficiente di riserva delle banche, tanto più il processo di moltiplicazione della moneta sarà attenuato dalla mancata concessione in credito di ciò che le banche hanno ricevuto in deposito, e quindi tanto più piccolo sarà il moltiplicatore. Nel caso limite in cui il coefficiente di riserva delle banche fosse massimo, cioè pari a 1, il moltiplicatore della moneta diventerebbe esso stesso pari a 1 e la moneta finirebbe col coincidere esattamente con la base monetaria.

o  Quanto minore è h. h esprime la propensione degli operatori a detenere base monetaria presso di sé, se gli operatori preferissero detenere sempre tutto in depositi (h=0) questi attivano la re-immissione della carta-moneta in circolazione, e quindi rendono massimo il valore del moltiplicatore. Se, invece, gli operatori detengono presso di sé i propri mezzi di pagamento soltanto come circolante e non depositano nulla presso le banche, non viene attivato per nulla il processo di moltiplicazione.

La creazione della base monetaria.

La base monetaria è emessa da banche centrali, su concessione dello Stato, come contropartita di specifiche operazioni che rappresentano canali o fonti di creazione della base monetaria, tra queste:

Finanziamenti al Tesoro: le banche centrali emettono carta moneta per coprire le spese dei rispettivi Governi (monetizzazione della spesa pubblica), ma, a seguito degli accordi di Maastricht e dell'avvio della moneta unica europea, è stato introdotto il divieto di monetizzazione delle spese pubbliche.

Finanziamenti alle banche: le banche centrali emettono base monetaria per rispondere alle richieste di finanziamento delle banche e delle aziende di credito. Le aziende di credito possono rivolgersi alle banche centrali per ottenere liquidità e, a tal fine, cedono eventuali titoli di credito che esse vantano verso terzi.

Finanziamenti al settore estero: le banche centrali emettono base monetaria come contropartita dell'acquisto di valute estere. La dinamica di questa fonte è legata all'esito della bilancia dei pagamenti e alle decisioni sulle scorte di valute straniere da detenere, infatti un attivo della bilancia dei pagamenti si traduce in una creazione di nuova base monetaria, mentre un deficit nei conti con l'estero porta a una distruzione di base monetaria.

Operazioni di mercato aperto: le banche centrali possono decidere di emettere base monetaria in contropartita all'acquisto di titoli finanziari preesistenti sui mercati finanziari.

È importante sottolineare che la quantità di moneta esistente in un'economia dipende non soltanto dalle Autorità monetarie, ma dipende anche dal comportamento degli operatori privati.

Perciò è scorretto pensare che la moneta possa essere un buono strumento di politica economica, dato che essa non risponde al requisito della controllabilità da parte delle Autorità di politica economica (il moltiplicatore della moneta).

Strumenti e obiettivi della politica monetaria: la teoria tradizionale del modus operandi della politica monetaria.

Nella teoria tradizionale del modus operandi della politica monetaria, le variabili possono essere:

Gli strumenti: la teoria economica individua come strumenti della politica monetaria:

La base monetaria, la cui controllabilità dipende dallo specifico canale di creazione e dal contesto istituzionale in cui ci si trova;

Il coefficiente di riserva obbligatorio nato per fini prudenziali;

Il massimale sugli impieghi, si tratta di una misura amministrativa con la quale le Autorità monetarie impongono alle aziende di credito un limite massimo alla concessione di crediti;

I vincoli di portafoglio per le aziende di credito

La posizione netta sull'estero, si tratta di una disposizione amministrativa con la quale si invitano le aziende di credito ad assumere una posizione (debitoria o creditoria) in valuta straniera presso banche straniere;

La fissazione di tassi di interesse di pertinenza delle Autorità monetarie, si tratta di fissare tassi d'interesse applicati dalla banca centrale a particolari operazioni (ad esempio: il Tasso Ufficiale di Sconto);

Gli indicatori: si tratta di variabili, facilmente osservabili, la cui dinamica informa le Autorità sull'effettiva direzione che stanno prendendo le variabili rilevanti (ad esempio: i tassi di interesse di mercato)

Obiettivi operativi: si tratta di variabili che sono endogene, direttamente influenzate dagli strumenti utilizzati. La loro dinamica consente di fare previsioni sugli obiettivi che si stanno perseguendo;

Obiettivi intermedi: si tratta di variabili influenzate dagli strumenti e che hanno un chiaro e diretto legame con gli obiettivi finali. La loro evoluzione consente di prevedere con immediatezza l'evoluzione delle variabili che rappresentano gli obiettivi finali;

Obiettivi finali: la politica monetaria deve condividere tutti gli obiettivi macroeconomici della politica economica (il livello di reddito e di occupazione, il livello dell'inflazione, il saldo dei conti con l'estero, la crescita).







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