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Storia dell'arte - La basilica di Paestum

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Storia dell'arte - La basilica di Paestum


La città di Poseidonia, chiamata poi Paestum dai Romani, fu colonia di Sibari, a sua volta fiorente colonia achea nel golfo di Taranto.

La sua fondazione si dovette al bisogno che i Sibariti ebbero di aprirsi una via commerciale fra lo Ionio e il Tirreno.

Paestum sopravvive nel mondo della cultura e dell'arte soprattutto per la meraviglia dei suoi tre templi, che si ergono ancora solitari, nella pianura del Sele, poco lontani dal mare.



Essi valgono a rappresentare tre periodi dello sviluppo dell'architettura dorica in Italia, dall'età del pieno arcaismo (la cosiddetta Basilica) alla piena maturità dello stile dorico (Tempio di Poseidone), attraverso una fase intermedia (Tempio di Cerere).

Il Tempio di Poseidone è il più armonico e imponente e concordemente viene considerato come l'esempio più perfetto dell'architettura dorica templare in Italia. Esso è della metà del V secolo.

Quello di Cerere, così denominato dalla scoperta di statuette in terracotta che si ritiene rappresentino questa dea, risale agli ultimi decenni del VI secolo. È un piccolo ed elegante periptero esastilo che, a differenza della Basilica, conserva, sui lati corti, parte della trabeazione e dei frontoni con spioventi.

Più antica, risale infatti alla metà del VI secolo, è la Basilica, così impropriamente denominata dai primi studiosi e disegnatori del sec. XVIII per la quasi totale sparizione dei muri della cella, del frontone e della trabeazione e per l'aspetto basso e uniforme del colonnato. È un periptero, con nove colonne sul fronte e 18 sui lati lunghi mentre nell'interno la cella è bipartita da un colonnato centrale, in parte conservato e destinato a sostenere il culmine del tetto. La cella ha anche ben conservato il proneo, con tre colonne.

Il processo di perfezionamento dell'architettura del tempio, la sottile opera di correzione dei rapporti che condurrà, nella metà del V secolo, alla formulazione perfetta, non interessa la Magna Grecia, che rimane legata alle gravi, solenni forme della stilistica dorica primitiva.

Le colonne della basilica di Paestum hanno accentuata entasi, sono piuttosto tozze, divise in rocchi, poco più alte di 3,50 metri.

Il capitello ha un aggetto forte con echino dal profilo molto rigonfio.

Le linee austere, le masse severi ed imponenti, il colore rosso cupo della pietra, l'assenza completa di decorazioni, danno a queste architetture di Paestum una solennità grave e quasi religiosa, un carattere incorruttibile ed eterno.




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