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1 - PRINCIPALI NORMATIVE
Il decreto (integrato con il D.Lgs 242/96) contiene norme che, in linea coi dettami dell'art. 32 della Costituzione, prescrivono misure per la sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori, in relazione a tutti i settori di attività privati e pubblici.
MISURE GENERALI DI TUTELA (art. 3)
Sono imposte ai datori di lavoro:
Valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza
Eliminazione (o riduzione al minimo) dei rischi in base alle conoscenza acquisite e al progresso tecnico
Riduzione dei rischi alla fonte
Programmazione della prevenzione
Sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che lo è meno/non lo è
Rispetto dei principi ergonomici nella concezione dei posti di lavoro
Priorità delle misure di protezione collettiva
Limitazione al minimo dei lavoratori esposti al rischio
Utilizzo limitato di agenti chimici, fisici e biologici
Controllo sanitario in funzione dei rischi specifici
Allontanamento del lavoratore dall'esposizione a rischi per motivi sanitari
Le figure professionali interessate sono:
Datore di lavoro
Lavoratore
Medico competente
Responsabile del servizio prevenzione/protezione
Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
Designazione del responsabile del servizio prevenzione/protezione
Designazione del medico competente
Dai lavoratori:
Designazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
Le tre figure istituiscono il servizio di prevenzione e protezione, il nome del cui responsabile è comunicato alla ASL.
Nb: il datore di lavoro, se il personale è < 10 unità, può autonominarsi responsabile del servizio prevenzione/protezione previa corso di formazione.
Dev'essere effettuata una riunione periodica.
Il datore di lavoro deve inoltre organizzare la sicurezza e la gestione delle emergenze.
NB: il gruppo dei rappresentanti dei lavoratori è l'unico non sanzionabile.
Deve essere in possesso di:
Specializzazione o docenza in
Medicina del lavoro
Medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica
Tossicologia industriale
Igiene industriale
Fisologia e igiene del lavoro
Clinica del lavoro
Medicina legale (G.U 8/2002)
Attività > 4 anni nel campo specifico
Predisposizione delle misure di tutela (collaborazione col datore di lavoro)
Accertamenti sanitari preventivi
Istituzione e aggiornamento di una cartella sanitaria e di rischio, da custodire presso il datore di lavoro, fatto salvo il segreto professionale
Anamnesi lavorativa
Monitoraggio ambientale e biologico
Informazione, formazione e comunicazione coi lavoratori (art. 41)
Attività di controllo sugli ambienti almeno bimestrale (art. 41)
Giudizio finale d'idoneità
Inquinanti
Microclima
Verifica ambienti lavorativi
Attrezzatura di lavoro
Protezione della persona
Videoterminali
Pronto Soccorso (art. 15)
Cancerogeni
Agenti biologici
Prevenzione incendi (impianti elettrici)
Poi si portano le eventuali bonifiche e i lavoratori sono informati dei rischi. Il medico competente dà il giudizio finale di idoneità, senza il quale il lavoratore non può lavorare (se lavora scatta il penale).
NB: il datore di lavoro deve scegliere i cosiddetti dispositivi di protezione individuale (DPI), utili quando i sistemi di protezione collettiva non sono in grado di prevenire completamente il rischio.
Caschi
Occhiali, visiere, maschere
Autorespiratori
Guanti
Calzature protettive
Cuffie
Si considera agente cancerogeno una sostanza o un preparato al quale, ai sensi delle direttive CEE 67/548 o 88/379 è attribuito il rischio R45 (può provocare il cancro) o R49 (può provocare il cancro per inalazione).
Fusione, saldatura e taglio al plasma di acciai legati (cromo, nichel, cadmio)
Galvanica
Asfaltisti
Concerie
Tempera a olio
Ricostruzione pneumatici
Stampaggio plastica
Lavorazione gomma
Produzione di vernici
Settore sanitario
Industria del vetro
Industria chimica
Industria tessile
Agricoltura
Recentemente si sono aggiunti gli antiblastici (teratogeni).
Il datore di lavoro deve evitare o ridurr l'utilizzazione degli agenti cancerogeni sul posto di lavoro sostituendoli con altre sostanze meno nocive per la salute. Ove la sostituzione non sia possibile, si dovrà limitare il livello di esposizione al più basso valore tecnicamente possibile, e comunque all'interno di un sistema chiuso.
Def.: qualsiasi microrganismo, anche se geneticamente modificato, coltura cellulare o endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni.
Gruppi
1. Agenti a basso rischio
2. Rischio poco probabile e curabile efficacemente
3. Possono causare malattie gravi ma sono curabili efficacemente
4. Rischio grave e propagabile alla collettività
Industria alimentare
Agricoltura
Zootecnia
Macellazione carni
Pescicoltura
Dentisti
Veterinari
Laboratori diagnostici
Servizi mortuari
Manutenzione impianti fognari
Servizi sanitari
La postazione di lavoro dev'essere controllata: sedile con basamento a 5 razze, non rivestito di plastica o gomma, di dimensioni adatte, altezza e schienale (90°-110° ottimale) regolabili, supporto lombare con imbottitura rigida, i piedi devono essere appoggiati al suolo. Il tavolo dev'essere poco riflettente, chiaro, ben dimensionato; l'avambraccio deve avere un appoggio. Distanza visiva 50-70 cm, altezza 72 cm. Le luci devono essere soffuse e giungere di lato. Durante le pause è consigliato muoversi.
Condizioni di lavoro inadeguate
Posizioni di lavoro mentenute fisse troppo a lungo
Sintomatologia
Segue compressione di tendini, nervi e vasi.
Senso di peso
Senso di fastidio (collo, schiena, braccia, mani)
Dolore (ernia, tendiniti, epicondriti)
Intorpidimento
Preadibitorie (prima dell'assunzione)
Riadibitorie (in caso di cambiamento)
Per la valutazione del rischio
È prevista per i rischi tabellati stabiliti dalla legge 303.
Cogenti
La periodicità cogente di controllo si effettua per:
Radiazioni ionizzanti (230, poi modificato a 241): radioesposti A ogni 6 mesi, radioesposti B ogni anno
Amianto, piombo e rumore (277/91: previsto anche il monitoraggio ambientale)
Lavoro notturno (ogni 2 anni)
Videoterminalisti (ogni 2 anni se > 55 anni o se hanno disturbi visivi da videoterminale, ogni 5 anni gli altri)
Obbligo di valutare il rischio e di riportarlo in un documento scritto agile e aggiornato
Istituzione obbligatoria di un servizio di prevenzione e protezione affidato a personale di tipo ingegneristico
Nessuno è escluso dalla partecipazione alla prevenzione
Informazione e formazione
Principio dell'ergonomia (adattamento del lavoro all'uomo e non viceversa)
Sorveglianza obbligatoria su 4 fattori di rischio (biologico, cancerogeno, da videoterminali, da movimentazione manuale del carico)
DPR 305/96 |
Rischio presunto insindacabile della legge |
DPR 1124/65 |
Esposizione alla silice |
Circolare Min. Lav. 46/79 |
Amine aromatiche |
DPR 962/88 |
Cloruro di vinile monomero |
DPR 277/91 |
Rumore, piombo e amianto |
DPR 626/94 |
Novità : movimentazione manuale dei carichi, videoterminali, cancerogeni ed agenti biologici |
DPR 230/95 |
Personale sanitario esposto a radiazioni ionizzanti |
Mal di testa
Irritabilità
Ansia
Tensione nervosa
Disturbi digestivi
Disturbi del sonno
Rapporto conflittuale con la macchina
Contenuto e complessità del lavoro
Carico di lavoro inadeguato
Conflittualità col datore e/o mobbing
Non è misurabile in modo esatto, dipendendo dal giudizio soggettivo del gruppo omogeneo scelto e anche da fattori di natura psicofisica.
Attività fisica
Carichi di lavoro eccessivi
Lavoro a cottimo
Lavoro straordinario
Ritmi inadeguati
Lavoro a turni
Pendolarismo
Responsabilità
Rapporti interpersonali
Posture incongrue
Dequalificazione
Devono essere applicate su tutte le confezioni. Devono essere scritte in italiano e aggiornate. Sono costituite da:
Ultima data di aggiornamento
Identificazione del prodotto (ditta + sigla)
Tipo di prodotto
Impiego
Numero telefonico in caso di emergenza
Numero del centro antiveleni (facoltativo)
Composizione e informazione sugli ingredienti
Identificazione dei pericoli
Misure di primo soccorso
Misure antiincendio
Efficacia
Manipolazione e stoccaggio
Proprietà fisico-chimiche
Stabilità
Informazioni tossicologiche
NB: la scheda di sicurezza manca per due tipi di composti:
Cosmetici
Farmaci
che soggiaciono ad altre leggi.
NB2: gli estintori possono essere a polvere (rossi) o a CO2 (con corona grigia) (questi ultimi sono utili per salvare macchinari costosi).
Il rischio R è dato dalla probabilità P che il danno di verifichi per il livello di danno ipotizzabile (magnitudo M o P): R = P x M
Cioè R = f(PM / Ki), dove Ki è un fattore correttivo.
Gravissimo: infortunio d'esposizione acuta con effetti letali o invalidità totale o d'esposizione cronica con effetti letali totalmente invalidanti
Grave: episodio d'intossicazione acuta con invalidità parziale ed effetti reversibili
Lieve
Lievissimo
Altamente probabile
Probabile
Poco probabile
Improbabile
Incrociando livello e probabilità, risulterebbero 16 possibilità; nella pratica esse sono solo 11.
ALTRE CONSIDERAZIONI
1)R61: può provocare gravi danni al prodotto del concepimento.
2)Le donne gravide devono essere esentate dal lavoro notturno (rischio di aborto).
3)Il saturnismo florido oggi è rarissimo. All'epoca no: i paracapezzoli di piombo facevano crescere i bambini con le ossa metalliche. Emettendo vapori a 450°C, i fumatori sono più a rischio se si imbrattano la mano. Gli immigrati portoricani, per imitare i ricchi bianchi che masticavano chewing-gum, staccavano lo stucco dai muri (pieno di piombo): è la pica (gazza ladra). Ipotesi sulla caduta dell'Impero Romano: il vino era addizionato di piombo per renderlo più brillante.
2 - VALUTAZIONE DEL RISCHIO LAVORATIVO
Monitoraggio: determinazione in continuo di un determinato parametro.
Monitoraggio biologico: misurazione e valutazione degli agenti chimici o dei loro metaboliti secreti, escreti, nell'aria inspirata e/o nei tessuti, (.) nonché di loro combinazioni al fine di valutare esposizione e rischio per la salute, attraverso un confronto con valori di riferimento (CEE 1980).
Sono misurati in ppm o mg/mL. Ci sono valori di riferimento (o di allarme) per soggetti esposti e non esposti.
Quantità di tossico assorbita in un lungo periodo di tempo
Reale quantità di tossico assorbita in virtù di
Fluttuazione dell'esposizione
Fattori diversi dall'entità dell'esposizione (clima, età, sesso, funzione emuntoria)
Assorbimento da tutte le vie
Esposizione globale (lavorativa ed extralavorativa)
Non utilizzabile per sostanze con effetti tossici rapidi
Non utilizzabile per sostanze di cui non si conosce bene la farmacocinetica e la farmacodinamica
Difficoltà a definire i MAC biologici per sostanze presenti anche in soggetti non esposti
Notevole variabilità interindividuale del metabolismo
Stima indiretta della dose assorbita
Assorbimento diverso per un tossico in rapporto a:
Fattori ambientali (microclima)
Fattori ergonomici (ventilazione maggiore per carico maggiore)
Diverse vie di penetrazione
Fattori individuali
Presenza del tossico anche in ambiente extralavorativo
Spostamenti nell'ambiente di lavoro
MAC |
Concentrazione massima non superabile neanche per periodi brevi |
TLV.VLP |
Concentrazione media valutata durante tutto il turno lavorativo |
TLV.TVA |
Concentrazione media ponderata nel tempo |
TLV.STEL |
Valore di soglia limite per brevi periodi di esposizione. Massima concentrazione cui un soggetto può essere esposto per un periodo di 15 minuti senza che insorgano: Irritazione Alterazione cronica irreversibile dei tessuti Narcosi capace di provocare infortuni sul lavoro |
TLV.CEILING |
Analogo al MAC |
NB: ove possibile, la valutazione integrata di monitoraggio ambientale e biologico fornisce la più attendibile informazione in tema di esposizione e quindi di valutazione del rischio.
L'evoluzione dei quadri clinici in medicina del lavoro è legata a fattori quali:
Frantumazione moltiplicativa delle noxae
Inversione del rapporto energia fisica / carico psichico
Osmosi tra ambiente lavorativo ed extralavorativo (diffusione dei rischi anche al di fuori dell'ambiente lavorativo, es. inquinanti)
Comuni patologie a insorgenza spontanea (es. diabete)
Comuni patologie a insorgenza spontanea e diffusibili (es. influenza)
Patologie cronico-degenerative a patogenesi multifattoriale (es. artrosi)
Patologie aspecifiche a patogenesi multifattoriale (es. bronchite cronica)
Patologie il cui lavoro è l'agente causale
a)Tecnopatie tradizionali
Quadri clinici (es. pneumoconiosi)
Quadri preclinici (es. neuropatie periferiche EMG+)
Alterazioni laboratoristiche (es. rialzo transaminasico)
Esposizione eccessiva (es. saturnismo)
Allontanamento dal fattore di rischio
Allontanamento dal lavoro
Segnalazione all'INAIL
Cure riabilitative
b)Tecnopatie sconosciute
Es. cancerogeni.
Individuazione
Caratterizzazione
Valutazione
Riguarda:
Rischi fisici
Rischi chimici
Rischi biologici
Ovvero:
Rischi per la sicurezza del lavoratore (infortuni)
Rischi per la salute del lavoratore (malattie professionali)
Rischi legati ad aspetti organizzativi e gestionali (organizzazione dei compiti, del lavoro, delle funzioni, delle responsabilità)
Una classificazione vecchia ma utile è:
Fattori presenti anche in luoghi extralavorativi
Fattori non presenti in luoghi extralavorativi
3 - AGENTI LESIVI PROFESSIONALI DI NATURA FISICA
Le caratteristiche fondamentali del rumore sono:
Intensità (pressione)
Livello sonoro (decibel): è la misura dell'intensità
Frequenza (Hz): < 1000 Hz bassa frequenza, > 1000 Hz alta frequenza
NB: al raddoppiare dell'intensità, c'è un aumento di 3 dB.
NB2: i limiti dell'orecchio umano sono 10-16000 Hz; la comprensione della voce di conversazione (socialmente importante) avviene a 500-4000 Hz.
Soglia uditiva |
10 dB |
|
Calma |
20 |
|
Sonno e concentrazione |
30 |
Camera silenziosa |
Inizio interferenza |
40 |
|
Disturbo sonno e concentrazione |
60-70 |
Finestra aperta su via animata |
Rischio per l'udito |
90 |
Aspirapolvere, camion in accelerazione |
Insopportabile |
110 |
Martello pneumatico |
Soglia del dolore |
120-130 |
Discoteca, bang aereo, maglio |
Dal punto di vista lavorativo il rumore si distingue in:
Continuo (se dura per tutto il turno di lavoro)
Discontinuo
O in:
Stabile (differenza < 3 dB)
Fluttuante
Variabile
Impulsivo (con picchi di intensità < 1 sec)
Il danno da rumore dipende da:
Livello sonoro
Durata dell'esposizione
L'esposizione, oggi, non è più espressa come livello equivalente, ma come livello di esposizione giornaliera o settimanale.
Il rumore può dare:
Danni uditivi
Acuti (infortunio)
Cronici (malattia professionale)
Danni extrauditivi
|
Acuto |
Cronico |
Sede lesione |
Timpano, ossicini, cellule ciliate |
Cellule ciliate, organo del Corti |
Causa lesione |
Rumore breve > 130 dB |
Rumore protratto > 70 dB |
Meccanismo |
Distruzione meccanica |
Esaurimento funzionale delle cellule |
Sintomi e decorso |
Dolore lancinante Stordimento Vertigini Deficit uditivo Acufeni fischianti |
I stadio (10-20 gg) Acufeni Cefalea lieve Udito normale II stadio (latenza) Rari acufeni Ipoacusia di I grado (sogg. non percepita) III stadio Insufficienza uditiva per suoni acuti Non perfetta comprensione del parlato Ipoacusia di II-III grado IV stadio Palese deficit uditivo per tutti i segnali Acufeni Ipoacusia di IV-V grado |
Audiologia |
Deficit di tipo percettivo o misto Monolaterale |
Deficit percettivo massimo per 3000-6000 Hz Bilaterale Recruitment |
Esiti |
Guarigione completa rara Deficit uditivo |
Danno irreversibile L'udito non diminuisce cessata l'esposizione |
NB: il deficit può essere monolaterale nei cacciatori.
NB2: le cellule ciliate sono le prime strutture interessate dal danno.
NB3: il danno uditivo comincia in genere sui 4000 Hz e si estende (3000-6000 Hz). Se si mantiene basso, due possono essere le cause:
Presbiacusia
Farmaci otolesivi (es. streptomicina)
dB A |
Livello sonoro misurato con fonometro utilizzando il filtro di pesatura A |
dB AS |
Livello sonoro misurato con fonometro utilizzando il filtro di pesatura A e la risposta slow |
dB Leq |
Livello sonoro espresso in termini di livello equivalente continuo di rumore (Leq) |
dB Lep |
Livello di esposizione personale |
Acufene |
Allucinazione sonora |
Fenomeno del recruitment |
Distorsione significativa del segnale acustico per cui viene percepito il suono della conversazione ma non viene discriminato il significato delle parole |
Fenomeno del cocktail party |
Rumore di fondo a bassa frequenza. Ha effetto mascherante sulle frequenze più elevate interessate nella voce di conversazione con conseguente difficoltà a percepire correttamente il messaggio verbale e gli altri segnali acustici. |
Interessano l'industria metalmeccanica, quella del legno, gli addetti alle discoteche ecc.
Apparato locomotore |
Danni muscolari e scheletrici |
Sistema vegetativo |
Alterazioni del ritmo cardiaco Vasocostrizione Ipertensione Variazioni dell'alvo Midriasi |
Sistema ipotalamo-ipofisario |
Ipertiroidismo Alterazioni della funzione corticosurrenale |
Effetti psicologici |
Ansia Diminuzione della prestazione psicofisica Senso di stanchezza, abulia Deficit di concentrazione Senso di isolamento Diminuzione dell'attenzione e della vigilanza |
NB: il problema legale è qui che il rumore è presente anche nell'ambiente, per cui ognuno di noi dovrebbe essere indennizzato!
Nell'ambiente di lavoro sono presenti tre tipi di rumore:
Diretto
Riflesso
Trasmesso per via solida
Sostituzione del macchinario
Modifica del macchinario
Allontanamento del macchinario
Copertura integrale
Copertura parziale
Barriere e schermi
Silenziatori: per il rumore diretto
Trattamenti fonoassorbenti (es. pannelli sul soffitto): per il rumore riflesso
Supporti antivibrazioni: per il rumore trasmesso per via solida
|
Attenuazione (dB) |
Controindicazioni |
Inserti multiuso |
15-20 |
Difficile trovare la misura giusta Difficile pulizia |
Inserti monouso |
10-20 |
Frammenti di lana piuma possono rimanere nel condotto uditivo |
Cuffie, caschi, interfoni |
20-40 |
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NB: lo scopo è portare il rumore < 80 dB, meglio < 70 dB.
Si dividono i lavoratori in 4 categorie:
dB Lep |
|
< 80 |
Non hanno diritto alla sorveglianza sanitaria |
80-85 |
La sorveglianza sanitaria è a richiesta del lavoratore. C'è obbligo di informazione. |
85-90 |
Obbligo di sorveglianza sanitaria biennale sempre preceduta dall'esame otoscopico (con eventuale rimozione di tappi di cerume) e dall'audiometria, eseguibile dopo almeno 16 h di riposo acustico. Obbligo per il datore di lavoro di fornire il protettore, che è però di uso facoltativo. |
> 90 o picco 130 |
Obbligatorio usare il protettore. Sorveglianza annuale |
Le vibrazioni sono prodotte dal movimento oscillatorio di un corpo attorno alla sua posizione di riferimento. Sono caratterizzate da:
Frequenza
Lunghezza d'onda
Ampiezza d'onda
Nel determinismo del danno il parametro più importante è però il valore efficace dell'accelerazione, espresso come media dell'intensità di vibrazione e corretto per un tempo prestabilito (4 ore).
Bassa frequenza (0-2 cps)
Mezzi di trasporto (motion sickness, mal di mare ecc.)
Media frequenza (2-20 cps)
Macchine industriali (mulini, frantoi, magli), autisti: whole body vibration
Alta frequenza (> 20 cps)
Strumenti vibranti (segmental vibration)
A basse frequenze il corpo risponde come una massa unica e omogenea, mentre ad alte frequenze si evidenzia una risposta complessa risultante nelle sue diverse componenti con singole reazioni specifiche dipendenti dalle proprie caratteristiche; in questo senso, il corpo umano è visto come un sistema di masse tra loro connesse da accoppiamenti elastici e viscosi.
CHINETOSI (MOTION SICKNESS)
Dovuta alla stimolazione vestibolare, si manifesta con reazioni neurovegetative:
Nausea e vomito
Pallore
Sudorazione fredda
WHOLE BODY VIBRATION
Risposte psicosomatiche
Sono strettamente correlate al comportamento biomeccanico.
Dolore addominale e toracico (sintomi pseudoanginosi ECG-)
Dispnea
Cefalea
Ansia
Sconforto senza causa
Modificazioni del tono muscolare
Variano a seconda del tipo di vibrazioni e del distretto interessato. Comuni:
Aumento del consumo di O2
Iperventilazione
Modificazioni neuroendocrine
Iperreflessia posturale
Attenuazione dei ROT
Altro
Artrosi vertebrale
Ernia discale
Epatopatia
Gastrite
Ipertensione
SEGMENTAL VIBRATION
È una patologia distrettuale da strumenti vibranti. Questi possono essere classificati secondo:
Movimento percussorio (pistone ad aria compressa): martelli, picconi, scalpelli automatici
Movimento rotativo: trapani, potatrici, frese
Movimento misto: martelli perforatori
NB: le frequenze più pericolose sono quelle di 50-150 Hz (max 100 Hz).
Cofattori
Affaticamento psicofisico
Rumore
Bassa temperatura
Fumo
Alcol
SINDROME DA VIBRAZIONI MANO-BRACCIO
Lesioni vascolari (angiopatia da vibrazioni)
Angioneurosi
Fenomeno di Raynaud
Sindrome del dito morto (o bianco)
Sono dovute a:
Vasocostrizione arteriolare
Microtraumi sulla parete vasale
Alterazione dell'equilibrio neurovascolare periferico
A lungo termine:
Ipertrofia della media
Ateromasia dell'intima
Quadro clinico:
Formicolio e torpore delle ultime falangi, soprattutto a carico della mano non dominante e con l'esclusione del pollice
Disturbi della motilità
Disturbi della sensibilità (tattile e termodolorifica)
Lesioni osteoartromuscolari
Solo per vibrazioni di tipo percussorio.
Cisti e vacuoli delle ossa carpali e metacarpali
Ossificazione tendinea, retrazione dell'aponeurosi palmare
Sindrome del tunnel carpale (paralisi del mediano)
Paralisi dell'ulnare (patogenesi sconosciuta)
Malattia di Dupuytren (ispessimento e retrazione dell'aponevrosi palmare)
Necrosi traumatica dell'osso semilunare (malattia di Keinboeck): osso appiattito e allungato
Lesioni neurologiche
Astenia, cefalea, ansia, depressione
Deficit sensoriali periferici
Diagnosi
Misura delle pressioni sistoliche digitali dopo cold-test (ischemizzazione e raffreddamento con due manicotti sul dito e misurazione fotopletismografica)
Termometria cutanea prima e dopo immersione di acqua a 10°C per 5-10 minuti. Risulta allungato il tempo di recupero (> 5-10 min, spesso > 30 min).
Estesiometria cutanea
Determinazione delle soglie vibrotattili
Elettroneuromiografia
Radiografia della mano
Prevenzione
È fondamentale, in quanto tali patologie non sono curabili. Riguarda il lavoratore, il mezzo meccanico, l'ambiente e l'organizzazione del lavoro.
Inidoneità all'uso per persone gracili o già malate
Modificazione dello strumento vibrante
Uso di ammortizzatori
Limitazione del tempo di esposizione
Allontanamento dal lavoro quando la malattia è manifesta
Il videoterminale (schermo alfanumerico o grafico provvisto di tubo catodico) emette nel visibile ma anche UV, infrarossi, radiofrequenze e RX a bassa energia.
Videoterminalista (art. 51 626/94): lavoratore che usa un'attrezzatura munita di videoterminale in modo sistematico e abituale per almeno 4 ore consecutive giornaliere, dedotte le interruzione di cui all'art. 54 (almeno 15 min ogni 2 h), per tutta la settimana lavorativa.
NB: in seguito ad alcuni escamotage sul "consecutive", si è passati alla dizione "per un periodo significativo del suo lavoro normale", quantificando ciò in 20 ore settimanali (concordato con la Società Italiana del Lavoro).
Bruciore
Lacrimazione
Secchezza
Senso di corpo estraneo
Ammiccamento frequente
Fastidio alla luce
Pesantezza palpebrale
Visione offuscata
Diplopia
Stanchezza alla lettura
Cefalea
È la sindrome da fatica visiva o astenopia, reversibile. La cause sono:
Illuminazione sfavorevole
Impegno visivo statico, ravvicinato e protratto
Difetti visivi mal o non corretti
Condizioni ambientali sfavorevoli (fumo di tabacco, aria secca ecc.)
Danni muscoloscheletrici
Dolore, rigidità, parestesie
Tremori, crampi, fatica
NB: sono stati esclusi danni da r.e.m. sulla fertilità, sulla gravidanza, sul feto e sull'insorgenza di cataratta.
PREVENZIONE
Illuminazione generale o specifica senza riflessi e abbagliature
Umidità, rumore e temperatura corretti
SORVEGLIANZA
Controllo oftalmologico
Biennale per ultra45enni e idonei con prescrizioni
Ogniqualvolta il lavoratore sospetti alterazioni del visus
Scopo è diminuire le lesioni dorso-lombari e prevenire il mal di schiena.
Esistono oggi corsi di preparazione alla figura del mulettista.
Trasporti e facchinaggio
Lavori di raccolta agricola
Raccolta rifiuti
Magazzini e grande distribuzione
Edilizia
Assistenza a persone
4 - AGENTI LESIVI PROFESSIONALI DI NATURA CHIMICA
Gas e vapori
Aerosol (sospensione di particelle solide o liquide nell'aria)
Polveri (da polverizzazione, triturazione o esplosione)
Fumi (da combustione, sublimazione o condensazione)
Nebbie (da condensazione)
Smog (da particelle di combustione combinate con la nebbia)
Dipende da:
Concentrazione nell'aria inalata
Durata dell'esposizione
Attività fisica del soggetto
Solubilità
Intercettazione (incontro della traiettoria con la mucosa)
Impattazione (deviazione dalla traiettoria ideale sulla mucosa)
Sedimentazione gravitazionale
Diffusione (moti browniani)
Dimensioni |
Meccanismo |
> 5 mm |
Impattazione (naso e laringe) |
2 - 5 mm |
Impattazione (trachea e grossi bronchi) |
0,5 - 2 mm |
Sedimentazione gravitazionale nei bronchioli |
< 0,5 mm |
Diffusione negli alveoli |
NB: i processi sono ovviamente influenzati dallo sforzo, dal pattern respiratorio, da patologie broncopolmonari.
Clearance mucociliare (24 h)
Fagocitosi macrofagica (settimane)
Capelli e peli
Film idrolipidico
Epidermide
Derma (barriera idrofila)
Attraverso i cheratinociti
Attraverso gli spazi intercellulari
Attraverso i follicoli piliferi (grosse molecole)
Tempo di contatto
Scarsa igiene personale
Patologie dermatologiche
È una via importante per scopi suicidi od omicidi o in forma accidentale.
Gastrico (acidi deboli)
Intestinale (basi deboli)
Diffusione passiva
Trasporto attivo
Pinocitosi
Albumina
Fegato e rene
Tessuto adiposo
Ossa
BIOTRASFORMAZIONE
Reazioni di fase I (aggiunta o esposizione di composrti polari: -OH, -SH, NH2, - COOH)
Ossidazioni
Riduzioni
Idrolisi
Reazioni di fase II (coniugazioni)
Glucuronazione
Solfatazione
Acetilazione
Metilazione
NB: induzione enzimatica (idrocarburi aromatici, pesticidi) o inibizione (organofosforici, metalli).
NB2: bioattivazione (CCl4, paraquat ecc.).
Liquido incolore, dall'odore pungente, può dare gas nitrosi. È irritante e corrosivo (necrosi coagulativa).
Ulcere cutanee e mucose giallo-brune
Erosione dello smalto
Bronchite irritativa
Industria di insetticidi, carta, chimica, disinfettanti. Assorbimento respiratorio.
Può agire in forma grave, media o lieve.
VCS
Bradipnea
Bradicardia
Bruciore oculare
Faringe arrossata
Tosse con espettorato
Dolore retrosternale
Asfissia per ARDS
Possono reliquare:
Asma
Enfisema
Bronchiettasie
Alterazioni dell'alvo
Astenia e deperimento
Congiuntiviti
Acne clorica
Dermatite seborroica del volto, del collo e del cuoio capelluto
Caduta di denti
Gas incolore, molto caustico. Deriva dal fluoruro di cromo (tintorie) o dal fluoruro di calcio (vetrerie). È assorbito per via respiratoria e intestinale (forme solide).
Si deposita nelle ossa (NaF, CaF2) ed è eliminato per via renale.
Fluorosi localizzata (rossore, bruciore, poi piaghe gialle, dure)
Fluorosi acuta (tosse, emoftoe, dispnea, broncospasmo, EPA)
Convulsioni, spasmi, paresi, parestesie
Osteosclerosi ("scheletro di marmo"), fratture spontanee (atrofia), ipertrofia della testa del femore
Sono sostanze capaci di dissolvere i composti lipidici. Hanno come principale bersaglio il SN (ricco di grassi), il che ne spiega le proprietà narcotiche ed anestetiche (es. cloroformio). Sono infiammabili a basse temperature ed esplosivi.
Lavaggio a secco
Sgrassaggio
Impermeabilizzazione di tessuti
Calzaturifici
Inchiostri
Colle
Vernici ecc.
Via inalatoria
Via cutanea
Via digestiva
Eliminazione (dopo detossificazione epatica):
Respiratoria
Renale
Mastici, impermeabili, gomma. Il benzene è ora limitato alle sintesi organiche.
È eliminato per via respiratoria (45%), ma si fissa per il resto nel MO, nel grasso e nel fegato. Coniugato nel fegato, è escreto nelle urine.
Lede i tessuti in cariocinesi e inibisce i meccanismi antiossidanti (GSH).
Mielotossicità per ridotta produzione, difetti di maturazione e blocco del passaggio in circolo.
Ebbrezza
Cefalea, vertigini, vomito
Cute e mucose rosso ciliegia
In forma grave:
Perdita di coscienza
Dispnea
Collasso
Pancitopenia (sintomi di anemia normocromica, emorragie)
Stomatite
Guarigione lenta
Morte in poche settimane (atrofia mieloide acuta progressiva)
LMC in soggetti già affetti da emopatia benzenica)
Monitoraggio
Il momento ideale è 15-16 h alla fine del turno lavorativo (urine) e dopo 15-16 h (aria espirata e sangue).
Meno tossico, assunto per via respiratoria e metabolizzato ad acido ippurico ed eliminato con le urine.
Esposizione:
Industria della gomma
Industria chimica
Vernici
Vertigini
Sonnolenza
Disturbi della coscienza
Astenia
Cefalea
Nausea
Metabolizzato a metobenzoato o a metilippurato.
Irritazione delle mucose
Cefalea
Astenia
Ipotensione
Derivano dal petrolio. Quelli insaturi (olefine) quelli a catena corta (metano butano) hanno bassa tossicità; possono dare asfissia.
Assorbito per via inalatoria, viene biotrasformato a:
2,5-esandione
2-esanolo
2,5-esandiolo
composti escreti nelle urine.
Hanno neurotossicità periferica (assonopatia distale centro-periferica), con conseguenti polinevriti sensitivo-motorie ("polineuropatia dei calzaturieri").
Il 2,5-esandione urinario è utilizzato come indice biologico di esposizione (vr 0,6-1 mg/L).
Lavatura a secco, solventi, sgrassanti.
Penetra dai polmoni e si fissa (60-80%) nel SNC, nei surreni, nei reni, nella milza, nei polmoni, nelle gonadi; il resto è espirato o eliminato con le urine.
Il rilievo suo e dei suoi metaboliti (tricloroetanolo e tricloroacetico) nelle urine è indice di impregnazione dell'organismo.
Ebbrezza
Cefalea
Vertigini
Sudorazione
Sonnolenza
Aritmie
Disturbi gastrointestinali
Disturbi neurovegetativi
Disturbi visivi
Nevralgia trigeminale
Neurite degli arti inferiori
Sonnolenza a fine giornata lavorativa (tipica)
Molto usato nelle lavanderie a secco.
Viene esalato per il 98%; il restante 2% viene escreto nelle urine come ac. tricloroacetico. È cancerogeno per l'animale. Per esposizioni di lunga durata:
Irritazione delle mucose
Danno del SNC
Assorbito per via inalatoria o cutanea, è usato anche come parassiticida e come ignifugo (non è infiammabile). È convertito a:
Dicloroetano
Formaldeide
Acido formico
È eliminato parte come CO2, parte come metaboliti nelle urine. Si accumula nel grasso risultando tossico anche a distanza di tempo.
Atrofia gialla acuta del fegato
NTA
Disturbi gastrointestinali
Cefalea
Astenia
Neuriti
Le principali attività in causa sono:
Fusione
Preparazione di vernici e mastici
Materie plastiche
Saldature
Smaltatura delle ceramiche
Poligrafici (lineatura, cristalli, cromolitografia)
Assorbito per via respiratoria e digestiva, forma composti poco solubili ed è eliminato per via renale, biliare e intestinale.
Il piombo tossico è quello in forma ionica:
Inibizione di molte attività enzimatiche
Spasmo della muscolatura liscia
Emolisi
Neurotossicità (nervi periferici)
Impregnazione del tossico senza segni clinici
Sintomi acuti e subacuti (saturnismo florido)
Saturnismo cronico (o di stato), lentamente evolutivo
Orletto gengivale bluastro
Colica addominale saturnina
Ha inizio brusco e violento, con crisi accessionali estese a tutto l'addome o localizzate in regione periombelicale. Poi: chiusura dell'alvo alle feci, oliguria con emissione di urine scure, ipertensione parossistica.
Paralisi motoria del radiale
Rara, è la manifestazione più grave. Segno delle corna, impossibilità di flessione dorsale e adduzione.
Encefalopatia saturnina
Può essere acuta (forma delirante-convulsiva) o lenta (alterazioni della personalità, emiparesi, emiplegia).
Anemia saturnina
Normocromica normocitica, presenta segni di evidente emolisi (subittero).
Intossicazione cronica
Gastroduodenite
Alvo irregolare
Ipertensione renale (arteriolosclerosi)
Saturninemia > 40 mg/dL (allontanamento dal lavoro quando è > 70 mg/dL)
Importante il dosaggio dopo somministrazione di versenato di calcio (mobilizzazione del piombo dalle cellule).
Saturninuria > 80 mg/die
Coproporfinuria (aumentata)
Dimostrazione di lesioni d'organo
NB: la terapia è sintomatica e con chelanti (EDTA, dimercaprolo, penicillamina).
Avviene nell'industria petrolchimica. Assorbito per via inalatoria, digestiva o cutanea, si accumula nei tessuti ricchi di grasso.
Forma acuta (encefalopatia di 4 tipi)
Delirium tremens
Maniacale
Confusionale
Schizofrenico
Insonnia progressiva
Sonno agitato con incubi
Anoressia, nausea
Diminuzione della memoria e della libido
Tremori grossolani generalizzati
Miniere di cinabro (solfuro di mercurio) sul Monte Amiata, strumenti di misura, oreficerie, esplosivi, odontotecnici, fabbriche di acetaldeide e calce soda (casi della baia di Minamata (pesci inquinati) e della fabbrica di Rosignano).
Il mercurio metallico è assorbito per via inalatoria, gli organomercuriali per lo più per via intestinale (metilmercurio, fenilmercurio ecc.). Il primo si lega alle proteine plasmatiche, i secondi si adsorbono alle emazie.
NTA
Colite ulcero-emorragica
"Febbre da fumi metallici"
Tosse, dispnea, dolore toracico urente, edema polmonare (inalazione di vapori)
Nausea, vomito, dolore addominale, ematemesi (ingestione)
Astenia, perdita di peso dispepsia (micromercurialismo)
Irritabilità, ansia
Tremore delle mani con esacerbazione intenzionale (tipico)
Gengivite mercuriale espulsiva
Dermatite allergica da contatto
Lens mercurialis (imbrunimento asintomatico del cristallino)
Sangue, urine e capelli
Lavanda gastrica + resine politioliche per os (in caso di ingestione)
Dimercaprolo im 24 mg/kg/die
N-acetil-penicillamina 30 mg/kg/die
Entra in leghe resistenti alla corrosione e alla sollecitazione (acciaio inossidabile) e nel processo di conciatura. È assorbito per via respiratoria; per via cutanea e digestiva solo l'esavalente (cromato).
Ed è eliminato per via renale e fecale. Si accumula in tutti gli organi, soprattutto nel fegato, nel rene e nel polmone. La forma più tossica è il Cr esavalente.
Gastroenterite
Nefro- ed epatotossicità
Arrossamento e infiltrazione della cute e delle mucose
Ulcera dura, dolente, a margini netti e rilevati che guarisce lentamente con una cicatrice, che può verificarsi agli arti, nel naso o nel tratto gastroenterico
Dermatite allergica da contatto (erosione eritemato-papulo-vescicolosa)
Crisi asmatiche
Carcinoma bronchiale (RR = 20)
Cromuria
Contamina vegetali e acque. Nell'aria deriva dagli inceneritori e dal fumo di sigaretta. Industrie: placcaggio di metalli, vernici, batterie, plastiche. Assorbito, si concentra nel fegato e nei reni. Ha una T ½ di 10-30 anni poiché lo ione si lega nei tessuti e nei globuli rossi alla metallotioneina, che ne mitiga l'effetto tossico; il complesso è però completamente riassorbito dal tubulo prossimale. La tossicità deriva da:
Legame a gruppi sulfidrilici
Competizione per l'inclusione nelle metalloproteine
Competizione per i siti di legame del calcio
Dispnea e cianosi
Dolore pleuritico
Febbre, tachicardia
ARDS
Intossicazione acuta per via digestiva
Nausea, vomito, scialorrea
Diarrea, crampi addominali
Anosmia
Denti gialli
Enfisema polmonare
Proteinuria tubulare
Osteomalacia
NB: cadmio > 10 mg/g creatinina (urine) e > 5 mg/dL (sangue) sono considerati la soglia tossica.
Estremamente tossico è il sale tetracarbosile, che penetra per via inalatoria (si formano vapori a temperatura ambiente), digestiva o cutanea. L'azione lesiva si esplica soprattutto sull'endotelio dei capillare (specialmente polmonari, epatici e cerebrali), con conseguente sintomatologia emorragica. In una prima fase si ipotizza un danno da CO.
Cefalea
Vertigini, acufeni
Sudorazione fredda
Nausea e vomito
Segue un periodo asintomatico. Dopo qualche giorno:
Dolore retrosternale, senso di oppressione toracica
Tosse produttiva
Dispnea, cianosi
Ipotensione
EPA nei campi medio-inferiori
Seguono esiti fibrotici.
Dermatite eczematosa o eritemato-papulosa, molto pruriginosa, localizzata a mani, avambracci, torace e volto
Carcinoma bronchiale indifferenziato (forse da arsenico presente come impurità) dopo 5 anni
Sono cobalto, cromo, ferro e tungsteno; il primo è il più pericoloso.
La clearance del cobalto ha due picchi, uno rapido (1-2 giorni) e uno lento (200-500 giorni). Legandosi in forma ionizzata con le proteine, agisce come aptene; inoltre, si accumula nei mitocondri inibendo i canali del Ca2+.
Acuto:
Polmonite
Per esposizione acuta a fumi e polveri.
Cronico:
Asma, BPCO
Alveolite fibrosante
Pneumoconiosi ad andamento benigno
Cuore polmonare cronico
NB: importante la predisposizione personale.
Dermatite
Cardiomiopatia congestizia
È una forma fulminante; descritta anche nei bevitori di birra (specie se alcolisti e defedati).
5 - PNEUMOLOGIA PROFESSIONALE
a)Pneumoconiosi da polveri inorganiche
Fibrogeniche (silice, asbesto, silicati)
Non fibrogeniche (ferro, stagno, bario)
b)Allergopatie respiratorie professionali
Asma
Alveolite allergica estrinseca
c)Broncopneumopatie da gas, vapori e fumi irritanti (cloro, fosfene, cadmio)
d)Pneumopatie professionali di incerta classificazione nosologica
Berilliosi
Alluminosi
Polmone da metalli duri
Granulomatosi polmonare da lacche per capelli
Granulomatosi polmonare da PVC
Lesioni polmonari da fibre di vetro
e)Carcinoma
Sostanze radioattive (radon 222)
Arsenico
Cromo
Nichel
Ematite
Asbesto
Silice
Idrocarburi aromatici policiclici
Iprite
Aloeteri
Polvere di legno (alberi a foglia caduca)
Turbinati e vibrisse nasali
Epitelio ciliato delle vie aeree superiori
Meccanismi riflessi (tosse, starnuto)
Clearance muco-ciliare
Calibro bronchiale terminale
Meccanismi immunologici (IgAs)
Macrofagi alveolari
Fibrosi polmonare diffusa causata dall'inalazione di polveri contenenti biossido di silicio allo stato libero.
La silicosi può insorgere a seguito a inalazione di biossido di silicio (SiO2). Le forme mineralogiche di silice sono:
Libera cristallina (quarzo, cristobalite ecc.)
Libera amorfa (pietra pomice)
Linbera amorfa idrato (terra di diatomee)
Interessa diverse categorie di esposizione professionale:
Industria estrattiva (minatori, tagliatori di pietre)
Industria siderurgica (fonderie)
Industria di laterizi (argilla, cotto, refrattari, ceramiche)
Industria del vetro
Industria di abrasivi
Il danno sembra mediato dai macrofagi alveolari che, attivati dalla silice, determinano rilascio di citochine fibrogeniche in un processo autoperpetuatosi. Almeno in parte, il danno è dovuto a liberazione di enzimi lisosomiali.
Il granuloma silicotico, costituito da una zona centrale acellulata jalina circondata da fasci collageni e da un vallo cellulare periferico (macrofagi, PMN, linfociti, fibroblasti) tende ad ingrandirsi e a confluire dando origine al nodulo. Le particelle silicee possono raggiungere anche i linfonodi dell'ilo, paratracheali e prescalenici.
La fibrosi polmonare progressiva è dose-dipendente e richiede anni a svilupparsi (fibrosi polmonare ingravescente). Se il quarzo a contatto contiene più del 15-25% di silice, si sviluppa una forma acuta che diviene clinicamente evidente in 10 mesi e porta alla morte in 2 anni a prescindere dall'interruzione dell'esposizione (silicosi acuta). L'aspetto radiografico mostra infiltrazione miliare profusa.
Per quanto riguarda la forma cronica, nelle fasi avanzate possono svilupparsi pattern restrittivi e/od ostruttivi fino a un quadro di insufficienza respiratoria.
Tosse secca non produttiva
Dispnea da sforzo dispnea a riposo
Cuore polmonare cronico
DIAGNOSI
Anamnesi patologica e lavorativa
PFR (pattern restrittivo)
RX torace
HRCT
Test da sforzo
Scintigrafia al gallio
BAL (analisi della componente cellulare e minerale (cristalli birifrangenti)
Opacità rotondeggianti ai lobi superiori associati a pattern reticolare
Piccole opacità irregolari
Grandi opacità
Retrazione e adenopatia ilare con calcificazione "a guscio d'uovo"
NB: è stata recentemente introdotta la classificazione ILO-BIT, un sistema di 3 lettere per uniformare la diagnosi radiografica:
Piccole opacità rotondeggianti |
< 1,5 mm 1,5-3 mm 3-10 mm |
P Q R |
Piccole opacità irregolari |
< 1,5 mm 1,5-3 mm 3-10 mm |
S T U |
Grandi opacità |
1-5 cm opacità in < 1/3 dei campi polmonari opacità in > 1/3 dei campi polmonari |
A B C |
Bronchite cronica
Quasi costante, è favorita dalla flogosi cronica e dal fatto che i soggetti sono spesso forti fumatori.
Tubercolosi
Sono in gioco fattori ambientali, sociali e immunologici.
Sindrome di Caplan
Associazione con l'artrite reumatoide.
Carcinoma polmonare
Asbesto o amianto è un termine generico per indicare diverse fibre di silicato:
Serpentini (crisolite o amianto bianco), più importanti
Amfiboli (crocidolite o amianto blu, amosite o amianto bruno ecc.)
L'asbesto ha molte proprietà:
Altissima resistenza al calore (sostanza coibentante)
Altissima resistenza agli acidi
Altissima resistenza all'elettricità
In quanto fibra può essere filata in tessuti
È usato dal 1940 (massivamente dal 1960) per edilizia (cemento asbesto o eternit), materiali plastici, isolanti, materiali di frenamento ecc. Bandito nel 1991, oggi è per lo più sostituito da fibre di vetro; permangono grossi problemi di smaltimento (ospedali, treni, cisterne ecc.); gli operatori lavorano con il respiratore.
L'esposizione può essere:
Professionale
Paraprofessionale (familiari del lavoratore)
Non professionale (o ambientale)
Una volta inalate, le fibre sono fagocitate dai macrofagi polmonari, che però ne rimangono danneggiati e liberano enzimi lisosomiali responsabili del danno parenchimale (alveolite con eventi microemorragici e accumulo di siderociti). Si formano i corpuscoli dell'asbesto, di diametro 50-100 mm e forma a doppia bacchetta, circondati dalla flogosi (siderociti, necrosi e fibrosi).
L'asbestosi è una fibrosi interstiziale diffusa direttamente correlata alla durata dell' esposizione (almeno 10 anni). Il pattern è restrittivo, con volumi respiratori ridotti. Un segno precoce di gravità è la diminuzione della diffusione.
Il sintomo fondamentale è la dispnea ingravescente; si possono udire crepitii e rantoli basilari. Comune l'evoluzione a bronchite cronica, enfisema e CPC.
1)Anamnesi
2)RX torace
Opacità lineari (prima ai campi inferiori, poi diffuse)
Aspetto a vetro smerigliato
Aspetto "a nido d'ape" (fasi avanzate)
Placche pleuriche calcificate (soprattutto campi inferiori)
Versamento pleurico siero-ematico
3)TC
Linee curvilinee subpleuriche di 5-10 cm
4)BAL
Riscontro di fibre di amianto (la specificità è del 100%, ma indica solamente l'esposizione e non la malattia) e siderociti
Rappresenta l'1% dei carcinomi polmonari. È più frequente nei maschi (rapporto 3:1) nell'età medio-avanzata (45-65 anni). La sopravvivenza media non supera i 15 mesi.
Il fattore di rischio accertato è l'asbesto: il 6-7% degli esposti ne muore; importante è la precocità dell'esposizione. La latenza è in media 30 anni.
Istologicamente, si distinguono forme epiteliali, forme sarcomatose e forme miste.
È costante un versamento pleurico cronico, prima citrino e poi emorragico. Cotenne e nodularità biancastre sono evidenti sulla pleura parietale.
Dolore parietale persistente e ingravescente
Dispnea e tosse
Astenia, anoressia
Toracentesi ed esame citologico
RX torace (mammellonature multiple parietali) e TC
Toracoscopia o toracotomia con biopsia
Stadio |
|
I |
Pleura omolaterale, polmone e pericardio |
II |
Infiltrante la parete toracica e il mediastino |
III |
Superamento del diaframma e metastasi linfonodali |
IV |
Metastasi a distanza |
Pleurectomia radicale (I stadio) o palliativa
Radio- chemioterapia (adriblastina + cisplatino)
Immunostimolanti (interleuchine, interferoni)
NB: si calcola che il carcinoma polmonare abbia un'incidenza doppia rispetto al mesotelioma. L'asbesto è infatti un importante cofattore del fumo di sigaretta.
Colpisce il 12% dei minatori (50% dei minatori di antracite).
1. Pattern nodulare
2. Opacità nodulari di 1-5 mm
3. Opacità da 1 cm al coinvolgimento dell'intero lobo (generalmente superiore): CWP complicata (la capacità di diffusione è compromessa)
NB: frequente l'associazione AR FR+ - fibrosi polmonare massiva (sindrome di Caplan).
STANNOSI
BARITOSI (da solfato di bario)
NB: la pneumoconiosi da talco (talcosi) di per sé sarebbe non sclerotica, ma spesso il talco è contaminato da amianto o silice.
Malattia caratterizzata da ostruzione bronchiale variabile nel tempo e/o iperreattività bronchiale dovuta a cause e condizioni attribuibili ad un particolare ambiente di lavoro e non a stimoli presenti al di fuori di esso, che compare dopo un periodo di induzione.
Gli allergeni, per la gran parte aerogeni, devono rimanere a contatto delle vie aeree in discrete quantità per un certo periodo di tempo per evocare la risposta IgE. Uno stimolo successivo produce invece una risposta imponente e immediata.
I principali allergeni sono:
Ad alto p.m.
Sostanze vegetali (cedro rosso (4%), acacia, cereali (18%), chicchi di caffè ecc.)
Acari (es. Dermatophagoides farinae nei fornai: 4%)
Enzimi biologici (papaina, pepsina, pancreatina, tripsina) nei laboratori
A basso p.m.
Materie plastiche (isocianati (56%), acido ftalico, persolfati, p-fenilendiamina ecc.)
Vernici
Sali di metalli pesanti (cromo, nichel, zinco, platino) (3%)
Farmaci (penicillina, piperazina, cimetidina)
Antigeni animali
L'allergene può:
Legarsi a un'IgE specifica
Stimolare la broncocostrizione tramite la liberazione di mediatori
Stimolare direttamente la broncocostrizione
1)Sembra che l'evento scatenante sia il legame Ag-IgE di membrana del mastocita polmonare, con attivazione di questo.
2)I mediatori liberati (istamina, bradichinina, LTC, LTD, LTE, PAF, PGE2, PGF2a, PGD2) producono una intensa e immediata reazione infiammatoria con broncocostrizione, congestione vascolare, edema della mucosa, aumentata produzione di muco, alterata clearance muco-ciliare.
3)Molti fattori chemiotattici richiamano eosinofili e PMN, che si insediano nella parete. Gli eosinofili, con le proteine granulari (MBP, ECP), distruggono l'epitelio, che cade nel lume (corpi di Creola), con ulteriore stimolo all'infiammazione e flogosi neurogena a partire dai terminali sensitivi. I nervi possono anche espandere il processo per via riflessa. I linfociti Th1 producono citochine (IL-2, IFN-gamma) che stimolano la proliferazione B e l'attivazione macrofagica, mentre i Th2 stimolano tramite IL-4 e IL-5 i linfociti B a produrre IgE e tramite IL-5 la proliferazione, la differenziazione e l'attivazione degli eosinofili.
1)Anamnesi
Sostanze sul luogo di lavoro
Insorgenza dei sintomi sul luogo di lavoro (esistono tuttavia forme ritardate)
Correlazione sintomatologia - cambiamento delle condizioni di lavoro
Percentuale di colleghi sintomatici (se in alta percentuale si tratterà di sostanze irritanti e non allergizzanti)
Sintomatologia
Dispnea accessionale
Tosse (prima secca, poi produttiva con emissione di muco denso)
Senso di costrizione toracica
Fischi chiaramente udibili
Starnuti
Complicazioni
Respiro boccheggiante (segno di soffocamento imminente)
Pneumotorace spontaneo
Pneumomediastino
2)PFR (pattern ostruttivo)
Riserva di picco di flusso espiratorio (PEFR)
Strettamente dipendente dalla volontà del paziente, è misurabile anche a domicilio; alto alla sera e basso al mattino, negli asmatici è nettamente diminuito.
FEV1 o VEMS (volume espiratorio forzato in 1 secondo)
È più affidabile e ripetibile. Nell'asmatico è ridotto.
Curva flusso-volume
In espirazione, la curva dell'asmatico è abbassata (Flusso = Pressione elastica/Resistenza delle vie aeree: la prima è diminuita, la seconda è aumentata).
Riserva di flusso
Nell'asma lieve: aumento del volume residuo + diminuzione della capacità vitale
Nell'asma moderato: iperinsufflazione + aumento della CFR.
Sono molto sensibili ma poco specifici (s. di Sjoegren, COPD, fibrosi cistica, bronchiectasie ecc.). Consistono nel valutare la responsività delle vie aeree a vari tipi di stimolo, utilizzando il FEV1 come parametro (positività se < 20% del valore iniziale):
Aerosol di metacolina o istamina
Esercizio fisico
Soluzioni ipertoniche
Ostruzione severa (FEV1 < 1 L)
Anamnesi + per angioedema o reazioni a farmaci
Ischemia recente (< 3 mesi)
Gravidanza
Epilessia
Fase di riacutizzazione asmatica
4)Test immunologici (diagnosi eziologica)
Dosaggio IgE sieriche (RAST, ELISA)
Eosinofili ematici (ed ECP)
Test epicutanei (prick test)
Test di stimolazione bronchiale specifica (es. isocianato di toluene)
NB: esistono forme di asma ritardato, con esordio della sintomatologia dopo 3-4 ore che perdurano per molte ore.
NB2: anche togliendo l'allergene, nel 50% dei casi permane la flogosi cronica e la sintomatologia per un certo periodo di tempo. Fattori decisivi in questo senso sono la diagnosi tardiva a la gravità del quadro a quel punto.
È una flogosi immunologicamente indotta del parenchima polmonare, coinvolgente le pareti alveolari e le vie aeree terminali, secondaria a inalazione ripetuta di vari agenti organici da parte di un soggetto suscettibile.
Gli agenti implicati sono numerosissimi e spesso colpiscono per esposizione professionale.
L'ipersensibilità è di tipo III (da immunocomplessi); è generalmente necessaria una forte carica antigenica ("complessi Ag-Ab in eccesso di Ag"): le precipitine sono IgG, IgA e IgM.
Segue l'intervento cellulo-mediato:
Infiltrato precoce di PMN
Granuloma linfociti T-mediato
Actinomiceti (polmone del contadino (farmer's lung), polmone del fungaiolo): Microspolyspora, Thermoactinomyces vulgaris
Aspergillo
Legni (corteccia d'acero, sughero)
Proteine animali (pellicce, uccelli, siero di ratto, latte)
Umidificatori, condizionatori d'aria
Bacillus subtilis (malattia del pulitore)
Isocianati (industria chimica)
Parassiti
Enzimi
Temperatura ambientale elevata
Umidità > 30%
pH > 7
È quello proprio delle polmoniti interstiziali, apparendo correlato alla quantità e al tempo di esposizione all'antigene.
Forma acuta (6-8 h dopo l'esposizione; dura 12-24 h)
Tosse
Tachipnea, dispnea
Rantoli e crepitii
Febbre con brivido
Malessere
Si sviluppa al permanere dell'antigene.
Tosse
Dispnea
Cianosi (richiede ospedalizzazione)
Deriva da esposizione a piccole quantità di Ag per tempi lunghi.
Tosse
Dispnea da sforzo
1)Anamnesi dell'esposizione
2)Laboratorio
Neutrofilia con linfopenia
Aumento degli indici di flogosi e del fattore reumatoide
Ricerca degli Ab contro i comuni Ag nel siero (precipitine)
3)RX torace
Non specifico (forme acuta-subacuta), aspetto "a vetro smerigliato"
Infiltrato reticolo-nodulare diffuso (forma cronica): "a tempesta di sabbia"
4)Spirometria
Pattern restrittivo
In circostanze selezionate:
5)BAL
6)Test di esposizione specifica
7)Biopsia polmonare
Identificazione e rimozione dell'antigene
Prednisone 1 mg/kg/die per 1-2 settimane (forme acute gravi) o per 2-4 settimane (croniche)
6 - POLINEUROPATIE PROFESSIONALI
Neuropatie periferiche: affezioni persistenti del motoneuroni del tronco cerebrale e del midollo spinale e/o neuroni sensitivi primari e/o vegetativi periferici con manifestazioni cliniche e/o elettrografiche e/o morfologiche che indicano coinvolgimento dei relativi assoni periferici e/o delle strutture di sostegno.
Assonopatie
Mielinopatie (con mielinofagia)
a)Assonopatie
1. Di origine genetica
2. Acquisite
Disturbi metabolici (diabete)
Stati carenziali (tiamina, folati, B12)
Tossine esogene e farmaci
Metalli (As, Hg, Al, Sn)
Solventi (N-esano, metilbutilchetone, solfuro di carbonio, tetracloruro di carbonio)
Farmaci (isoniazide, nitrofurantoina, amitriptilina)
Alimenti (alcol)
Veleni di aracnidi
Varie (acrilamide, organofosforici)
Altre (mieloma, parafisiologiche geriatriche)
b)Mielinopatie
1. Di origine genetica
2. Acquisite
Idiopatiche infettive o post-infettive (sindrome di Guillain-Barré)
Tossiche (Pb, esaclorofene)
Metaboliche (diabete)
c)Altre
Infettive
Ischemiche
Meccaniche
CLASSIFICAZIONE CLINICA
Acute (no forme professionali)
Subacute
Croniche
Non esistono quadri acuti, essendo necessaria l'esposizione di una certa durata al tossico.
Si distingue:
Degenerazione walleriana (degenerazione della porzione distale)
Degenerazione tipo dying back (la necrosi parte dalla periferia e prosegue in senso centripeto sebbene il danno risieda nel soma, essendoci un difetto nel trasporto assonale di sostanze trofiche): 90% dei casi
In senso cronologico sono interessati:
Arti inferiori
Arti superiori
Bulbo (esito letale se sono interessati i centri respiratori): rarissimo
Sono in genere neuropatie bilaterali, simmetriche e simultanee, a interessamento sia della branca motoria che sensitiva. Sono più spesso colpite le giovani donne.
I sintomi iniziali sono sfumati:
Astenia generalizzata
Cefalea
Nausea e vomito
Anoressia
In seguito compare il deficit sensomotorio:
Parestesie
Analgesia
Dolori muscolari mal definiti
Crampi
Paresi flaccida
Caduta del piede a steppage
Ipo/areflessia
DIAGNOSI
Innanzitutto esclusione ed eventuale identificazione di concause:
Assunzione di farmaci, glicemia, dosaggio delle vitamine, abuso alcolico, patologia ortopedica
Poi:
Anamnesi lavorativa
Sintomi
Elettroneuromiografia (sciatico, popliteo esterno e mediano)
Ricerca di metaboliti urinari
Allontanamento dal lavoro
Fisioterapia riabilitativa
Triortocresilfosfato
Calzaturifici. È un plastificante incolore, inodore, poco volatile, assorbito per via cutanea o gastroenterica.
N-esano
Calzaturifici. Usato nelle colle, nelle vernici, negli inchiostri, nei mastici, è assorbito per via inalatoria, per cui oggi sono obbligatori gli aspiratori dal basso.
Possibile il monitoraggio biologico del suo metabolita urinario 2,5-esandione.
Cicloesano
Calzaturifici. Usato nei collanti, potenzia l'azione dell'N-esano.
Metilbutilchetone
Neurotossico sugli animali, il metabolita urinario è pure il 2,5-esandione.
Acrilamide
Cemento sintetico impermeabilizzante. L'assorbimento è cutaneo; tipica la dermatosi palmare associata.
Solfuro di carbonio e tetracloruro di carbonio
Solventi in disuso, davano anche interessamento del SNC.
Arsenico
Concia del pellame, vulcanizzazione della gomma.
Mercurio
Dà un precoce interessamento sensitivo. Tipico il tremore cerebellare associato
Organofosforici
Il complesso molecola-enzima, se irreversibile, può precipitare dando una neuropatia ritardata (3 settimane).
Trielina (tricloroetilene)
Solvente o sgrassante nell'industria tessile. Può colpire anche il II, il V e il VII.
Piombo
Comune la cosiddetta "neuropatia delle corna" da interessamento dell'ulnare.
Strumenti vibranti
L'esistenza stessa della neuropatia è in dubbio. I sintomi sono modesti (formicolii, parestesie, dolori crampiformi).
7 - TUMORI PROFESSIONALI
Tumore che si contrae per esposizione a sostanze cancerogene presenti nell'ambiente di lavoro. Rappresentano il 2% delle neoplasie femminili e il 6% delle neoplasie maschili.
Vedi direttive CEE 67/548 e 88/379; 626/94.
Esiste un registro degli esposti, i quali devono essere seguiti anche dopo il termine dell'esposizione.
1775, Percival Pott (cancro dello scroto negli spazzacamini)
1820, Paris (cancro dello scroto nei fonditori di stagno causa arsenico)
1879, associazione cancro del polmone e minatori dell'uranio
1935, associazione cancro del polmone e asbestosi
1974, associazione angiosarcoma epatico e cloruro di vinile monomero
1. Latenza
2. Induzione
3. Promozione
4. Progressione
Radiazioni non ionizzanti (UV: agricoltori, pescatori, sciatori)
Radiazioni ionizzanti
Sostanze sicuramente cancerogene:
Asbesto
Arsenico
Benzene
Cromo
2-naftilamina
Nichel
Radon
Cloruro di vinile
Sostanze probabilmente cancerogene:
Acrilonitrile
Benzopirene
Berillio
Cadmio
Formaldeide
Sostanze possibilmente cancerogene:
Acetaldeide
Cloroformio
DDT
Tetracloruro di carbonio
Uretano
Stirene
Acrilamide
Toluene
Diisocianato
NB: nei gruppi 2 e 3 rientrano anche sostanze sicuramente cancerogene sugli animali. L'elenco è continuamente aggiornato dalla IARC (agenzia internazionale per la ricerca sul cancro).
I più importanti sono tre: polmone, vescica e cute.
Polmone |
Arsenico (fonderie, pesticidi) Asbesto (cantieri navali, eternit, freni, tute) Cromo (concerie) Oli minerali Iprite (gas bellici) Nichel Sostanze radioattive (radon, radium, uranio) |
Vescica |
Derivati dell'anilina (industrie di coloranti e di gomma) Auramina Oli minerali Catrame, fuliggine |
Cute |
Arsenico e composti Oli minerali Catrame, fuliggine Raggi UV, radiazioni ionizzanti |
SNC |
Cloruro di vinile monomero |
Naso e seni paranasali |
Nichel Polveri di legno |
Leucemie |
Benzolo |
Angiosarcoma epatico |
Cloruro di vinile monomero |
Osso |
Sostanze radioattive |
Laringe |
Asbesto |
Faringe |
Iprite |
Apparato gastroenterico |
Asbesto Oli minerali Catrame, fuliggine |
Pleura |
Asbesto |
Studi epidemiologici
Studi caso-controllo (tumori rari)
Esposizione di cavie
Studi di laboratorio (ceppi batterici, colture cellulari)
8 - RISCHI, PATOLOGIE E PREVENZIONE IN ALCUNI SETTORI LAVORATIVI
Malattia sistemica dovuta all'introduzione di sali di berillio per via inalatoria, cutanea o gastrointestinale.
Il berillio è un metallo usato in lega con:
Rame (bronzo molto resistente)
Alluminio (lega leggerissima): aeronautica, industria aerospaziale
Alluminio e magnesio (lega resistente all'acqua salata): costruzioni navali
Estrazione
Produzione
Manifattura (leghe, ceramiche, tubi Roentgen, lampade da illuminazione, tubi fluorescenti)
Agisce sul SRE:
Proliferazione a basse dosi
Necrosi ad alte dosi
La lesione tipica è il granuloma (polmonare o cutaneo).
Dermatite da contatto
Granuloma
Ulcera
Forma polmonare acuta
Tosse stizzosa
Dispnea
Espettorato ematico
Dolore retrosternale
Grave compromissione dello stato generale
Morte asfittica o guarigione lenta
NB: ipergammaglobulinemia, RX torace simile alla silicosi.
Forma polmonare cronica (quadro simil-sarcoidosi)
Tosse, dispnea
Tachicardia
Cianosi, edemi declivi
Cuore polmonare cronico
NB: patch test +, RX torace (fibrosi reticolonodulare).
Polveri silicie (pneumoconiosi)
Parametro fondamentale è la % di silice nelle polveri miste. Esse richiamano macrofagi e ostacolano il deflusso linfatico.
Polveri non silicotiche (in fonderia)
Bentonite
Nero minerale
Dolomite
Possono dare pneumoconiosi se la % di SiO4 è elevata.
Acuta
Cronica
Alogeni (Cl-, F-): caustici
Composti solforati (H2SO4)
Composti organici (tricloroetilene ecc.)
Gas nitrosi (NO, NO2)
Ozono
NH3
I loro effetti dipendono da:
Struttura chimica
Concentrazione ambientale
Durata dell'esposizione
Solubilità (effetti minori se è alta)
Lacrimazione, blefarospasmo
Dolore alle fauci
Dolore retrosternale
Tosse, bronchite
Inibizione vagale
EPA
Forma cronica
Bronchite cronica, enfisema
Cuore polmonare cronico
Colpo di calore con ev. edema polmonare, meningismo
Cataratta corticale posteriore (da raggi infrarossi, temperatura elevata): viene dopo almeno dopo 10 anni, soprattutto nei soggetti > 50 anni
Ferro, rame, cadmio, alluminio, nichel, mercurio, cromo, manganese possono indurre l'attivazione del pirogeno endogeno. Dopo qualche accesso febbrile si instaura tolleranza.
Astenia
Febbre (> 40°C, sale e crolla rapidamente in 24 h)
Cefalea
Tosse secca e stizzosa
Scialorrea, sapore metallico
Nausea
I rischi lavorativi sono legati alla manipolazione di additivi a sostanze plastiche di base, ovvero legati ai monomeri contenuti nelle resine. Si tratta di piombo e cloruro di vinile.
I monomeri dànno:
Sensibilizzazione cutanea
Asma bronchiale allergico
NB: anche broncopneumopatia da isocianati.
Ha un'elevata tossicità. Determina:
Osteolisi delle falangi distali con decalcificazione dell'osso circostante
Degenerazione del derma delle mani e degli avambracci
Fenomeno di Raynaud
Dolore reumatico acuto
Angiosarcoma epatico
Febbre del lunedì (che poi si estende anche ad altri giorni)
Tosse
Dispnea
Sindrome vascolare-encefalica (danno dei vasa vasorum e dei vasa nervorum)
Dislipidemia
Sintomi:
Sintomi psicotici
Confusione mentale
Paralisi vasomotoria
Prurito e formazione di una vescicola che lascia un'escara con fondo nero
Edema maligno
Febbre
Splenomegalia
Leucocitosi
11 - APPARATO CARDIOVASCOLARE E LAVORO
Agenti fisici
Agenti termici (freddo scatena l'angina)
Radiazioni ionizzanti (vasculopatie distrettuali)
Radiofrequenze (danno ipotalamico e possibile ipertensione)
Elettricità (angiospasmo, coagulazione intravasale, aritmie)
Rumore (accelerazione dell'aterogenesi: iperlipidemia, ipertensione)
Vibrazioni
Agenti chimici
Piombo (proaterogeno, sclerosi arteriolare renale)
Cadmio (miocardiopatia)
Antimonio, arsenico (vasculolesività)
Solfuro di carbonio (diminuzione fibrinolisi, interferenza con metabolismo delle catecolamine, iperlipidemia)
Cobalto (proaterosclerotico)
Litio (proaterogeno sui distretti splancnico e cerebrale; angiospasmo da astinenza)
Variabili psicosociali
Condizioni ergonomiche e ambientali
Turni
Carico di lavoro
Compiti lavorativi
Livello di permalosità
Sedentarietà
Prospettive di carriera
Livello retributivo
Organizzazione
Si deve valutare:
Criterio epidemiologico
Riproducibilità sperimentale
Specificità e peculiarità del quadro clinico
Aumento del rischio di disabilità improvvisa
Un malore può esporre, se chi ne è colpito ricopre un ruolo di responsabilità, a pericolo numerose altre persone
È difficile il reinserimento al lavoro
Utili:
Prova da sforzo
Determinazione del consumo di O2 durante l'esecuzione del lavoro
Capitolo |
|
Pagina |
1 |
PRINCIPALI NORMATIVE |
1 |
2 |
VALUTAZIONE DEL RISCHIO LAVORATIVO |
7 |
3 |
AGENTI LESIVI PROFESSIONALI DI NATURA FISICA |
10 |
4 |
AGENTI LESIVI PROFESSIONALI DI NATURA CHIMICA |
18 |
5 |
PNEUMOLOGIA PROFESSIONALE |
28 |
6 |
POLINEUROPATIE PROFESSIONALI |
37 |
7 |
TUMORI PROFESSIONALI |
40 |
8 |
RISCHI, PATOLOGIE E PREVENZIONE IN ALCUNI SETTORI LAVORATIVI |
42 |
9 |
APPARATO CARDIOVASCOLARE E LAVORO |
46 |
|
INDICE |
47 |
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