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PARASSITI

medicina



PARASSITI. Agenti infettanti che si riconoscono in base alla loro forma diversa da genere a genere, dal loro aspetto. Le malattie da parassiti, "vecchie e nuove" (le vecchie in pratica erano state debellate, ma si stanno ripresentando negli ultimi anni, le nuove sono quelle scoperte negli ultimi anni) sono provocate da microrganismi eucarioti emergenti (nuove) e riemergenti (vecchie). I parassiti che un tempo erano ritenuti non patogeni tra l'altro, oggi rientrano nel gruppo dei patogeni emergenti in quanto sono responsabili di gravi patologie generalmente opportuniste nei soggetti immunodepressi e malati di AIDS. Il ritorno invece di parassiti, di provenienza esotica, un tempo debellate grazie al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie e circoscritti ad aeree geografiche diverse dalla nostra, stanno riemergendo a causa del flusso migratorio dai paesi del terzo mondo, ma anche a causa dei viaggi che noi stessi facciamo in zone tropicali; non sono quindi malattie autoctone, ma forme importate dall'estero (la malaria, la giardia...). Se non si diagnosti repentinamente, si rischia anche la morte. Ovviamente le infezioni parassitarie sono a prevalenza maggiore nei paesi sottosviluppati che non in quelli industrializzati specie Africa, India, Cina e America Latina, ma cmq anche noi li abbiamo. La stragrande maggioranza delle infezioni parassitarie qui da noi sono a carico dei vermi rotondi nel tratto intestinale, seguita dalla malaria, poi schistosomiasi (si prende in certe aree, è presente nelle acque contaminate); in Africa invece in primis abbiamo soprattutto la malaria.

I parassiti sono classificati in PROTOZOI unicellulari, ed ELMINTI, i classici vermi, detti anche metazoi, pluricellulari dalle dimensioni talvolta notevoli. Entrambi hanno localizzazione intestinale ed ematico-tissutali, per cui entrambi provocano patologie intestinali e/o sistemiche a tessuti o organi diversi dall'intestino.




PROTOZOI. Fu scoperto per la prima volta nel 1820 da Goldfuss, e al microscopio apparivano come dei piccoli animaletti, da qui il nome "protozoo", che significa "primo animale". Elemento di grosse dimensioni con aspetto particolare, che col tempo è stato evidenziato e classificati in tanti livelli, tant è che ad oggi si conoscono 2mila specie, largamente diffusi nell'ambiente, soprattutto nelle acque, ma anche nella vegetazione, negli animali e nell'uomo. In alcuni casi diventano responsabili di infezioni umane.

Per quanto riguarda le caratteristiche: sono cellule eucariote-animale (cioè ancora più simile alla cellula animale rispetto ai miceti), chemiosintetici, eterotrofi, mobili grazie a piccole appendici di cui sono muniti sulla loro superficie cellulare (e queste appendici, dal punto di vista diagnostico, sono una carat 636h71g teristica che aiuta a identificare un protozoo dall'altro), aerobi-anaerobi facoltativi, talvolta coltivabili in vitro (quindi con particolari terreni di coltura), un tipo di riproduzione asessuata per divisione binaria con una fase di tipo sessuata solo per un gruppo particolare di protozoi, gli Sporozoa (es. il Plasmodium della malaria).

Il ciclo vitale dei protozoi presenta due forme: la forma vegetativa, detta trofozoita e la forma cistica. Il TROFOZOITA è la forma che si riproduce, che metabolizza, mentre la forma CISTICA è la forma protettiva, di resistenza, è la forma che assume il protozoo per sopravvivere in condizioni sfavorevoli alla sua, soprattutto per proteggersi all'essiccamento. La forma cistica non è presente in tutti i protozoi, ma quando è presente ci troviamo di fronte alla forma infettante: di fatto il protozoi si incista in condizioni avverse, poi magari riesce ad entrare in un organismo ospite, e a quel punto, ritrovando un ambiente favorevole assume la forma vegetativa, si replica e infetta (è lo stesso principio delle spore batteriche: il batterio sporifica per proteggersi, ma una volta nell'ospite, trova l'ambiente favorevole per vivere e moltiplicarsi). Quando il protozoo si incista, la forma vegetativa in pratica viene racchiusa da una pellicola, abbasso o azzera il suo metabolismo, si riduce di dimensioni, accumula riserve nutrizionali in granuli particolari, in modo da poter sopravvivere anche in tempi molto lunghi.

Il trofozoita è una cell eucariotica-animale (quindi manca parete), è quindi più fragile rispetto alla cell del micete, perchè ad avvolgerlo c'è solo una membrana citoplasmatica. Ed è anche per questo motivo che tende ad incistarsi frequentemente. Dimensioni notevoli che vanno dai 5 ai 180μm e questo spiega anche il perchè si vedano così bene al microscopio; la struttura è molto complessa, con una membrana cell ext formata da 2 o più strati, che rappresentano la pellicola protettiva; poi vi è il citoplasma fluido, con una particolarità, e cioè è presente si all'interno della membrana citoplasmatica e prende il nome di ENDOPLASMA, ma anche nello spazio tra gli strati della membrana stessa, e prende il nome di ECTOPLASMA; poi c'è il nucleo, ben organizzato, con il suo nucleolo e poi c'è un apparato digerente vero e proprio: ci sono i VACUOLI DIGESTIVI, i CORPI CROMATOIDI che rappresentano una riserva nutrizionale in quanto sintetizzano glicogeno e proteine, ci sono delle aperture specializzate rudimentali per introduzione di alimenti ed eliminazione degli scarti, il CITOSTOMA (la bocca) e il CITOPIGIO (l'apertura anale); infine vi sono gli organi locomotori (le appendici): essi possono essere diversi:

- gli PSEUDOPODI, che caratterizzano le Amebe, e sono delle estroflessioni cellulari dovuti ai movimenti dell'ectoplasma che danno al protozoo una sorta di movimento propulsivo, si contraggono, si allungano, si accorciano, si modificano conferendo all' Ameba aspetti diversi, aspetti visibili al microscopio, dove vediamo l'Ameba in movimento proprio, un movimento irregolare (movimento ameboide);

- i FLAGELLI, lunghe e grosse appendici, ad un'estremità del protozoo. In genere ce ne è uno, ma se ne possono trovare anche 8, e caratterizzano il gruppo dei Flagellati; il movimento che ne deriva è molto rapido, secco (detto "a colpo di frusta");

- infine le CILIA, che caratterizzano i Ciliati, sono numerosissime, corte, sottili, che rivestono completamente il protozoo e imprimono alla cellula un movimento molto dolce, ondulante, ritmico.

Sia ciglia che flagelli hanno un origine comune, ossia un corpuscolo basale che funge spina dorsale del protozoo, detto BLEFAROPLASTO, situato nei Flagellati all'origine del flagello, nei Ciliati invece su tutta la superficie.

La cisti racchiude in pratica il trofozoita all'interno di una sorta di parete cell, una cuticola spessa, rigida, che lo protegge; il nucleo unico iniziale della forma vegetativa, nella cisti non c'è più, perchè compaiono diversi nuclei, ci sono i corpi cromatoidi, c'è la parete cellulare, la membrana citoplasmatica e infine, all'esterno, la cuticola. A seconda del livello di maturazione di questa cisti il numero dei nuclei varia, più invecchia la cisti e più aumentano i nuclei (da 2 a 8) ed è proprio il numero di questi nuclei che spesso consente l'identificazione del tipo di protozoo (es. Entamoeba histolitica ha un max di 4 nuclei, mentre l'Entamoeba coli fino a 8 nuclei).

Per quanto riguarda la riproduzione, abbiamo detto che è asessuata per scissione binaria: per le amebe è la binaria semplice, per i flagellati è di tipo longitudinale, mentre nei ciliati è di tipo trasverso. Nei Plasmodium, o meglio, negli Sporozoita, vi è un'ulteriore riproduzione a quella asessuata, ossia quella sessuata: è una scissione multipla, cioè da un elemento unico se ne formano tanti; questi "figli" poi, per uscire, lisano la cellula.


- Amebe (Entamoeba). Diverse specie: l'E. histolitica, che è la patogena per eccellenza, l'E. coli, abbastanza diffuso... ce ne sono tante, riconoscibili anche con l'aiuto di atlanti e tabelle. Hanno tutte una forma cistica ad eccezione dell'E: fragilis. Le dimensioni e gli aspetti sono diversi da specie a specie, ma è importante saper riconoscere l'histolitica perchè è quella patogena per eccellenza. Tutte le altre teoricamente non sono patogene, però si trovano frequentemente e spesso sono legate all'histolitica (di fatto non troviamo mai un solo tipo di ameba, ma sempre due o più specie insieme), che tra l'altro non sempre si vede benissimo, e magari per es. vediamo una E.coli, che invece si vede benissimo perchè è molto grande, che fa da staffetta all'histolitica. In altre parole la patogena è l'histolitica, ma se in un pazienta osserviamo altre amebe, di norma non patogene, quelle amebe sono un campanellino d'allarme perchè probabilmente c'è nascosta l'histolitica, quindi bisognerà guardare il preparato molto attentamente. L'origine dopotutte di tute queste amebe è l'acqua e i cibi contaminati, ecco perchè è facile trovare più specie assieme. È quindi importante saperli riconoscere bene. Un aspetto molto importante quindi per riconoscere i parassiti è la loro dimensione; la visione è al microscopio a contrasto di fase e bisogna saper misurare bene con l'oculare la dimensione della cisti o del trofozoita che ci troviamo davanti, perchè magari due cisti di due specie diverse sono strutturalmente identiche, ma a dimensioni una è più piccola dell'altra. Idem per il numero dei nuclei. Le cisti sono molto tonde.

Le Amebe più frequenti che si possono trovare in laboratorio sono quindi l'histolitica e la coli, ma anche l'Endolimax nana, e la Iodamoeba , che ha una particolarità, ossia è molto piccola ma presenta un vacuolo molto grande.

- Flagellati. Nei materiali si vede e si differenzia grazie alla presenza dei flagelli appunto, e al microscopio si fa proprio una visione a fresco senza fissazione o colorazione per vedere il movimento di qst protozoi. Il Trichomonas hominis si trova normalmente a livello intestinale, il T. vaginalis invece è un agente patogeno e causa vaginiti e uretriti con trasmissione tramite rapporto sessuale, non crea cisti, quindi quando lo andiamo a cercare dobbiamo cercare la forma trofozoita che è piriforme (perchè ha un'estremità molto appuntita), munito del suo apparato neuromuscolare e la membranella ondulante, nell'insieme piuttosto mobile. Un protozoo che capita spesso di vedere è la Giardia lamblia (o Giardia intestinalis), dall'aspetto anch'esso piriforme, munita di due grossi nuclei, non è facile da vedere perchè si trova a livello duodenale e forma a mano a mano che progredisce nell'intestino delle cisti, quindi in pratica noi nelle feci vediamo le forme cistiche. La cisti della Giardia, o cmq dei flagellati in generale, è molto diversa da quella dell'Ameba, perchè è più ovale, con di solito 4 nuclei, laterali.

Ciliati. Si riconducono al Balantidium coli, l'unico che ha un interesse per la patologia umana e che si vede tra l'altro molto raramente. È tutto avvolto da una fine peluria con una cisti perfettamente tonda; le ciglia, quando il B.coli incista, rimangono bene all'interno della cisti, quindi se si osserva la forma cistica al microscopio, si vedono tutte le cilia che si muovono all'interno.

Fin'ora abbiamo visto i protozoi classici, quelli vecchi diciamo, attuali e/o riemergenti; abbiamo però detto all'inizio che oggi ci sono protozoi emergenti, "nuovi":

- Coccidia (protozoi emergenti). Sono presenti negli immunodepressi, sono l'Isospora belli, la Sarcocysti e il Cryptosporidium, quello più frequente in laboratorio e anche il protozoo più piccolo in assoluto, e infine la Blastocystis hominis, anche lei piuttosto frequente, caratterizzata da un grosso vacuolo che si proietta verso la periferia cellulare. Sia il Criptosporidium che la Blastocystis sono visibili, in laboratorio, solo sotto forma di trofozoita. 


Tutti questi protozoi nominati sono quelli più ritrovati indiagnostica, hanno localizzazione intestinale ma li possiamo trovare alcuni anche in altri distretti; per es. le Amebe le ritroviamo anche a livello del SNC nei soggetto soprattutto malati di HIV, andando a provocare forti encefaliti anche mortali, l'histolitica poi può andare al fegato e provocare degli ascessi.


Ora osserviamo i protozoi più importanti da un punto di vista clinico che hanno localizzazione INTESTINALE:

- E. Histolitica, a livello intestinale, è il patogeno più classico che ha come ospite esclusivamente l'uomo: questo fatto limita la circolazione dei microrganismi e degli agenti, nel senso che il contagio è circoscritto da uomo a uomo, quindi ci vuole l'uomo ammalato che elimina le amebe, che contaminano poi acqua e alimenti introdotti poi da un'altro soggetto, che solo così si ammala. Qst protozoo entra come cisti, arriva all'intestino, si trasforma in trofozoita e infetta, provocando dissenteria amebica, una gravissima forma di diarrea, ma può avere una localizzazione anche extraintestinale, andando così a provocare amebiasi extraintestinale, come per es. arrivare al fegato dando ascessi epatici, dove vedremo forme vegetative, oppure arrivare al SNC e dare un ascesso cerebrale. L'infezione cmq generalmente è a livello del colon, per questo infatti si parla di colite amebica, con formazione di ulcerazioni e lesioni. A mano a mano che percorre l'intestino poi, siccome diminuisce la presenza d'acqua si incista di nuovo, quindi nelle feci è eliminata come cisti, cisti delle dimensioni di un globulo bianco. In passato qst parassita era assai presente nelle nostra zone, attualmente sembra scomparso, o cmq tutti i casi di amebiasi che si presentano sono tutti importati dall'estero.

- Giardia lamblia, assai diffuso nelle nostre zone, ed è ospitata sia dall'uomo che dagli animali. È l'agente eziologico della giardiasi, che da una forma di diarrea acquosa; se contratta soprattutto dai bambini piccoli, può provocare un malassorbimento proprio perchè qst protozoo ha localizzazione nel duodeno (i pediatri infatti, se gli si presenta un bambino che si nutre correttamente ma è sottopeso, richiede proprio la ricerca della Giardia), dove da cisti diventa trofozoita e infetta, per poi tornare cisti a mano a mano che procede nell'intestino. Può contaminare vie idriche e alimenti, e la forma infettante è la cisti. Può infettare sia immunodepressi che immunocompetenti. Sono mobillissime nella forma di trofozoita.

- Criptosporidium parvum, il protozoo emergente, che da la diarrea acquosa negli immunodepressi. Ha come ospite l'uomo quindi, ma anche gli animali, ed è presente anche nelle acque superficiali. È stato "scoperto" agli inizi della storia dell'AIDS, in quanto questi soggetti avevano diarree mostruose che non si riconducevano però alla Giardia; inoltre sempre negli affetti da HIV soprattutto vi è una possibile diffusione ai polmoni dando polmonite. Cmq predilige i villi intestinali a livello della mucosa duodenale, dove si replicano. Sono a rischio anche i bambini e i lavoratori agricoli, in quanto il serbatoio animale è soprattutto nei grossi animali da fattoria, e come patologia da la criptosporidiosi. Sono i più piccoli fra i protozoi, e sono così piccoli che non si vedono bene a fresco, quindi per vederli si ricorre a due tipi di tecniche: o colorandoli con la colorazione di Ziehl Neelsen, perchè sono debolmente alcool-acido resistenti (come i micobatteri), ma leggermente modificato, ossia quando si mette la fucsina, non si scalda con la fiamma del bunsen come normalmente si fa per questa colorazione, ma si prepara una soluzione di acido per decolorare, per poi proseguire normalmente col classico procedimento e ottenere il criptosporidium rosso su fondo blu; oppure con l' IFA diretta (usata anche per la Giardia), migliore della colorazione, con Ac marcati con fluorocromo, il materiale fecale è messo sul vetrino, si aggiunge l'Ac marcato e si osserva la fluorescenza.


La diagnosi di laboratorio viene fatta sulle feci, campione fresco oppure fissato in 2-3 cc di formalina. La diagnosi va fatta velocemente, perchè essendo i protozoi forme molto labili, c'è il rischio che si autolisino, dando così falsi negativi. Il problema di questo fissativo è che cmq si perde il movimento, cioè non si perde il protozoo, ma non si vede più il movimento, diventano immobili. Alla fine è meglio avere un protozoo fissato e immobile (quindi feci in formalina) piuttosto che un falso negativo, quando tutto manca se proprio si vuole osservare la motilità del protozoo si richiede un altro campione. Inoltre cmq bisogna tenere conto che la motilità dei trofozoiti cmq è visibile SOLO nelle feci molto liquide, come le feci iniziano a compattare un po, le forme vegetative già non si vedono più, quindi se ci si presenta un campione di feci molto liquido vedremmo le forme vegetative, ma se abbiamo un campione di feci normale, compatto, dobbiamo già partire dal presupposto che potremmo cercare solo delle cisti.

Oltre alle feci possiamo analizzare anche altri liquidi biologici, per es il succo duodenale se si sospetta presenza di Giardia, o si fa un prelievo dalle ulcere intestinali per la ricerca dell' histolitica, cioè sono prelievi rari, di fatto si fanno sempre sulle feci, però per ricerche più mirate si può andare direttamente su questi liquidi.

L'esame è al microscopico a contrasto di fase (ad eccezione dell' histolitica, su cui in alcuni casi si possono fare ricerche dirette su Ag), quindi diretto: si fa striscio su vetrino di feci e si osserva come detto a fresco. Il sistema che cmq va sempre fatto oltre a questo diretto è la filtrazione, fissazione con formalina e anche etere (per rimuovere i grassi e pulire in generale il campione) e centrifugazione del materiale fecale; il sedimento che si ottiene è quello che poi andremo ad analizzare al microscopio, e ci da una sicurezza in più di osservare qualche cosa al microscopio, in quanto se c'era qualche cosa sarà tutta sedimentata. Su questo sedimento si possono fare delle colorazioni, per evidenziare meglio i protozoi.


Ora invece osserviamo i protozoi più importanti da un punto di vista clinico che hanno localizzazione EMATICO-TISSUTALE. Sono tanti, e provocano malattie infettive diffuse in diverse aree geografiche, ma sempre trasmesse da un artropode, ossia da un insetto vettore; di fatto quindi la frequenza di una malattia di questo tipo in una determinata area geografica dipende anche dalla presenza di quell' insetto vettore per quel microrganismo.

- Plasmodium, agente eziologico della malaria, una delle principali cause di morte nei paesi sottosviluppati, trasmessa dalla zanzara Anopheles femmina, e solo da questa zanzara, perchè è solo in essa che il plasmodium compie il suo ciclo vitale. Prima c'era anche in Italia, soprattutto nelle zone dell'Agropontino o presso il delta del Po, poi dalla 2°guerra mondiale si è pian piano debellata fino a sparire e oggi i casi di malaria registrati in Italia non sono autoctoni, ma di provenienza estera. Le specie sono diverse: falciparum, vivax, ovale e malariae, tutte responsabili di malaria, ma con aspetti diversi tra loro. Il più pericoloso è il falciparum, che attacca anche il cervello dando gravi encefaliti (evoluzione in forma perniciosa o malaria cerebrale) e quindi deve esser subito identificato, in max 48 ore compie tutto il suo ciclo, perchè richiede un trattamento terapeutico diverso; il vivax e l'ovale hanno ciclo di 48 ore, invece il malariae ci mette 72 ore. La malaria data dalle tre specie che hanno il ciclo completo in 48 ore è detta "terzana", perchè è al terzo gg che avviene lo scoppio dei gl.rossi, ed è maligna solo per il falciparum; invece per la malariae si parla di quartana, ossia scoppio al quarto gg. Sono gli UNICI protozoi che ENTRANO nei globuli rossi, quindi se si vede qualche cosa nel gl.rosso si deve sospettare la malaria.

La malaria ha una mortalità elevatissima, quasi 2milioni di morti all'anno, e i paesi più interessati sono quelli della fascia tropicale e sub-tropicale; inoltre il plasmodium è diventato resistente alla clorochina, ossia il farmaco dato da sempre contro la malaria. Inoltre non vi è ancora un vaccino. Può essere trasmessa al feto in gravidanza (questo vale per tutte queste infezioni ematico-tissutali. L'inoculazione per puntura comporta il passaggio nel sangue del plasmodium, che arriva al fegato; qui inizia la fase di incubazione piuttosto lungo, con maturazione del protozoo negli epatociti, dopodichè vengono liberati nel sangue; entrano così negli eritrociti, dove avviene un'ulteriore maturazione; a questo punto vengono liberati per lisi dell'eritrocita per andare ad invadere gli altri eritrociti. Nel ciclo di replicazione ad un certo punto interviene un processo di tipo sessuato (abbiam detto che il plasmodium appartiene al gruppo degli sporozoiti): si creano gameti maschili e femminili alla fine del ciclo replicativo negli eritrociti e quando la zanzara punge un soggetto già malato con questi gameti, aspirando il sangue, consente il completamento del ciclo dei plasmodium nel suo corpo. Quindi in sintesi la zanzara punge l'uomo e lo contagia, nell'uomo si formano dei gameti e se una zanzara punge l'uomo infetto, aspira questi gameti; ora il parassita compie il suo ciclo replicativo asessuato nell'uomo, in quanto si moltiplica come abbiam detto negli eritrociti, ma completa la sua replicazione, di tipo sessuato, solo nella zanzara. Pertanto la zanzara che ci punge porta in se un plasmodium già COMPLETO, che in pratica nelle nostre cell inizia poi un nuovo ciclo che può portare a termine solo se l'uomo è nuovamente punto. Alla fine del ciclo asessuato negli eritrociti carichi di parassiti (e detti quindi SCHIZONTI) avviene lo scoppio per liberare questi parassiti, e allo scoppio viene liberato in circolo un pigmento degli eritrociti, la emozoina, pirogena, che quindi determina puntate febbrili molto alte (è da qui che si conta terzana o quartana: vi ha un'alternanza di febbre e non febbre, e se la febbre sale ogni due gg si parla di terzana, se ogni tre gg si parla di quartana. In realtà cmq questo ragionamento non si può fare perchè sono tante le punture di zanzara subite, quindi non è mai un unico ciclo a compiersi, ma più, quindi bene o male c'è sempre febbre). La febbre è quindi intermittente, con sintomi quali brividi, sudorazione, cefalea, vomito, diarrea...

- Leishmania, agente eziologico della leishmaniosi, trasmessa dalla mosca Phlebotomus, diffusa anche da noi. Diverse specie, ma quelle presenti anche da noi sono la donovani e la infantum, che provocano epatosplenomegalia e anche forme cutanee o muco-cutanee (sembrano delle neoformazioni tumorali), quindi sono forme viscerali sistemiche nel primo caso, localizzate nel secondo caso. Serbatoio di questi parassiti sono gli animali, soprattutto i cani e le volpi: quindi la mosca attacca l'animale, che si ammala e a sua volta morde l'uomo, trasmettendogli la malattia. È molto difficile da vedere perchè è molto piccola come dimensioni.

- Tripanosoma, agente eziologico della tripanosomiasi; esiste in due forme: quella africana (detta "malattia del sonno") trasmessa dalla mosca tse-tse che ospita il T. brucei, e quella detta morbo di Chagas, diffusa in sud-america, trasmessa dalle cimici che ospitano il T. cruzy. Sono casi gravissimi e non rari, talvolta mortali; sono flagellati (1 flagello), allungati.

Per quanto riguarda la T.brucei: una volta in circolo, qst parassiti vengono portati in circolo dai fagociti e raggiungono fegato e milza, che si ingrossano; raggiungono però anche il cervello dove provocano lesioni. Due sono i cicli, una prima fase nella mosca, una seconda fase nell'uomo, entrambe di tipo asessuato.

Per quanto riguarda la T.cruzy: l'infezione è localizzata nei tessuti infetti, non raggiunge quindi il cervello, e la duplicazione è come per la T. brucei. 

- Toxoplasma gondii, definito come il protozoo più diffuso al mondo, ed è l'agente eziologico della toxoplasmosi; in questo caso la trasmissione non è a carico di un insetto, ma semplicemente per introduzione delle cisti del protozoo per contatto o per ingestione di alimenti contaminati. Di fatto il serbatoio è l'intestino del gatto, nei quali il T. gondii compie il suo ciclo vitale; l'uomo è solo un ospite intermedio. Il gatto rilascia nei suo escrementi delle cisti particolari, dette oocisti, la forma infettante; è facile quindi la contaminazione. Ma vi è un'altra modalità di infezione, ossia l'ingestione di carne, in quanto gli animali quali bovini, ovini, suini sono, come l'uomo, un ospite intermedio al toxoplasma: il parassita entra e si localizza a livello di organi e tessuti, ad es la muscolatura, quindi la carne.  Normalmente non da problemi negli immunocompetenti, al massimo provoca una forma linfoghiandolare; va invece controllato negli immunodepressi, in quanto può dare meningoencefalite, ma soprattutto in gravidanza (si parla di infezione IN gravidanza, badate bene, intesa come 1°infezione), in quanto può passare dalla madre al feto per via ematica provocando lesioni in utero. Se l'infezione avviene nel primo trimestre si va in aborto spontaneo, se avviene dopo, a seconda del periodo, il bambino alla nascita magari non presenta alcun sintomo, crescendo però può presentare calcificazioni cerebrali, o disturbi alla vista a causa della formazioni di cisti.

Altri problemi che può dare sono a carico dell'occhio, in quanto facilmente si localizza li, o altre zone del corpo, dando quadri patologici più o meno gravi. Una particolarità di questo parassita negli immunocompetenti è che permette una diagnosi differenziale: dando lei linfonodi ingrossati permette di differenziare la toxoplasmosi da malattie quali la leucemia e tutte quelle che interessano l'ingrossamento ghiandolare, magari c'è un sospetto di queste brutte patologie, e invece in realtà si ha solo un'infezione da toxoplasma.


La diagnosi è totalmente diversa, si lavora sul sangue; nella malaria, è importante fare l'esame microscopico sullo striscio di sangue periferico (dal dito in genere) oppure sulla goccia spessa (ossia si deposita una goccia di sangue sul vetrino e la si lascia seccare, anche per un gg, e viene poi defribinata, si asciuga e si colora) per poi colorarlo con colorazione May Grunwald-Giemsa, colorazione ematologica che permette di vedere bene tutti gli elementi del sangue e anche la presenza del Plasmodium. Attualmente si fa la ricerca degli Ag della malaria, specie del falciparum. È molto importante fare il prelievo AL MOMENTO DELLA PUNTATA FEBBRILE, perchè è solo in questa condizione che si possono vedere delle stranezze nei gl. rossi. Quello che capita di più di vedere è il vivax, che è particolare perchè a differenza delle altre specie determina un ingrandimento del gl.rosso con una forma tipo emaboide; l'ovale invece è detto così per la capacità di ovalizzare i gl.rossi; il malariae si riconosce perchè sembra che crea una banda all'interno del gl.rosso; il falciparum rende i gl.rossi a falce, ma soprattutto c'è un'elevata parassitemia (che non c'è negli altri plasmodium) con eritrociti pluriparassitati. Tutti cmq, a mano a mano che maturano, danno un caratteristico anello attorno al nucleo, diverso da specie a specie.

Stessa cosa per quanto riguarda lo striscio e la colorazione vale per il Tripanosoma: si riconoscono al di fuori dei gl. rossi una sorta di bisce flagellate, e si può quindi già fare il riconoscimento della malattia. C'è anche la possibilità di fare la PCR su sangue o biopsia (dopotutto qst protozoi, tutti, danno infezioni sistemiche, con ingrossamento del fegato e della milza - epatosplenomegalia - di conseguenza è possibile fare la biopsia su questi organi).

Discorso un po' diverso è per la Leishmania, in quanto l'esame microscopico si fa sullo striscio di sangue midollare, poi si colora sempre con Giemsa: questo perchè questo protozoo si localizza nel midollo e moltiplica, per poi entrare nel citoplasma dei macrofagi, formando amastigoti, che sono molto difficili da vedere, è davvero difficile vedere qst parassiti. Si può anche localizzare nella milza, quindi ve ne si può fare la biopsia (apposizione della milza) e colorazione. Anche per la Leishmania si può fare PCR.

Infine per quanto riguarda il Toxoplasma ci si basa sull'esame sierologico in IFA indiretta, con ricerca di IgG e IgM e dosaggio nel caso ci troviamo di fronte all'infezione; raramente si fa PCR su sangue, liquor (specie negli immunodepressi), liquido amniotico o biopsia.









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