LE CARATTERISTICHE
PRINCIPALI DELL'ARTE UMORISTICA DI PIRANDELLO
La scomposizione, la disarmonia,
la divagazione, il grottesco.
Strutture aperte.
Rifiuto del Sublime e linguaggio
quotidiano
La "destituzione dell'io"
Estraneità e riflessione:
prevalenza del momento cerebrale 222h74c
Opposizione alla concezione
classica dell'arte, a quella romantica e a quella decadente
Il rifiuto del Simbolismo e la
scelta dell'allegoria.
Questi caratteri
teorizzati da Pirandello sono riscontrabili nella sua produzione narrativa e
teatrale fra il 1904 e il 1925.
- mentre l'arte tradizionale tende alla
coerenza e alla compostezza e, mirando a comunicare una presunta verità o
essenza delle cose, scarta gli elementi casuali e accessori, l'arte
umoristica di Pirandello ama la discordanza, la disarmonia, la
contraddizione, indugia in divagazioni e in particolari gratuiti,
distrugge le gerarchie e i sistemi di valore del passato, predilige il
difforme, il grottesco, l'incongruente, il ridicolo, il dissonante.
- nella consapevolezza che la vita "non
conclude" - non ha un ordine, un senso, un inizio o una fine -, anche
Pirandello nelle sue opere umoristiche punta a strutture aperte e in
concluse.
- l'arte umoristica respinge le leggi esteriori della retorica
classica e le "veneri (seduzioni) dello stile" per adeguarsi al movimento
libero e spontaneo della riflessione: mentre sia gli autori classici che
quelli romantici tendono al Sublime (aulico e solenne per i primi,
autentico e primitivo e naturale per i secondi), Pirandello sceglie il
linguaggio quotidiano, l'unico adatto a comunicare una concezione della
vita che non rivela nulla di essenziale ma solo le storture di
un'esistenza insensata.
- il soggetto perde la propria autorità e viene gettato giù dal suo trono tradizionale, perché
l'anima cessa d'essere il luogo dell'identità, dell'autenticità e
dell'integrità e si caratterizza invece per la compresenza di spinte
contrarie e contrastanti e addirittura di diverse personalità.
- poiché la realtà si presenta irta di contraddizioni e irriducibile
al significato, chi percepisce tale condizione di insignificanza è indotto
a vivere in una posizione di estraneità totale; l'unica arma a sua
disposizione è la riflessione amara, ironica, paradossale, con la
conseguente prevalenza, nell'arte umoristica, del momento ragionativi e
cerebrale;
- la poetica umoristica rifiuta la concezione sia classica, sia
romantica, sia, infine, decadente dell'arte: l'arte umoristica non nasce
dal rispetto di regole stabilite precedentemente ed estranee al momento
dell'elaborazione (come pensavano i classici), né è espressione immediata
dell'autenticità della passione o del sentimento o della natura (come
ritenevano i romantici), né è manifestazione di un significato ultimo e
misterioso delle cose, come volevano gli autori simbolisti e decadenti
(sull'estraneità di Pirandello e Svevo al Decadentismo)
- la prevalenza dell'elemento raziocinante, lo sviluppo ragionativi
e "a tesi" dei romanzi, l'avversione al Simbolismo, il rifiuto
dell'estetismo e del Bello, la coscienza dell'insignificanza della vita e
dell'impossibilità di approdare ad alcun significato, la consapevolezza
dell'estraneità che condanna a guardare da fuori l'esistenza e che esclude
qualsiasi forma di adesione irrazionalistica al Tutto, la denuncia della
fine delle "corrispondenze" fra uomo e natura, la concezione dell'arte
come artificio e costruzione e non come creazione naturale e spontanea
fanno dell'opera umoristica di Pirandello un esempio di letteratura
d'avanguardia, affine, per certi versi, a quella dell'Espressionismo e di Kafka.