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LA CLASSIFICAZIONE BIBLIOGRAFICA

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LA CLASSIFICAZIONE BIBLIOGRAFICA

La classificazione è un'operazione fondamentale nella corretta gestione del patrimonio di una biblioteca; l'efficienza di essa dipende infatti, in larga misura, dal sistema di classificazione usato per ordinare i suoi documenti. E' un argomento assai complesso, sia per la vastità che per la varietà del suo campo di azione.

Nell'introduzione alla diciassettesima edizione delle tavole Dewey, Benjamin A. Custer ne definisce in qualche modo la struttura generale: "Classificare una raccolta di oggetti o di concetti significa collocare insieme in 'classi' quegli oggetti e quei concetti che possiedono certe caratteristiche comuni e separarne gli oggetti o concetti che non possiedono t 919e46j ali caratteristiche. Per esempio possiamo classificare una collezione di francobolli secondo i paesi d'emissione, ognuno dei quali costituirà una classe separata: i francobolli emessi dal Canada, dall'Italia, dal Giappone, ecc. Oppure possiamo seguire altri principi come basi di suddivisione: il colore, il formato, la forma, il soggetto illustrato, o nel nostro caso, qualunque altra caratteristica che abbia rilevanza per l'utilizzazione e la valutazione di una specifica collezione. Se la suddivisione viene fatta secondo i paesi d'emissione, possiamo ulteriormente classificare i francobolli di ciascun paese secondo il valore facciale, per esempio francobolli emessi dal Canada da un cent, da due cents, da cinque cents, da un dollaro; ognuna di queste suddivisioni costituirà una sottoclasse che potrà venire ancora suddivisa: per esempio secondo le date di emissione".



Classificare significa quindi raggruppare insieme alcune cose o idee simili tra loro per certi aspetti, separandole dalle altre; le associazioni vengono operate in base alla presenza di certi elementi comuni che costituiscono la caratteristica di divisione. Applicare una classificazione corretta al materiale di una biblioteca significa organizzarlo in un ordine sistematico, in base al suo contenuto.

Il principale scopo della classificazione in biblioteca è quello di fornire un sistema per disporre i libri sugli scaffali, le schede in un catalogo o le voci bibliografiche in una bibliografia; un ordinamento sistematico permette infatti all'utente di orientarsi più facilmente all'interno di una biblioteca, di localizzare e correlare più esattamente e velocemente le informazioni di cui ha bisogno. Tuttavia, la classificazione è indispensabile anche per creare i thesauri, per stabilire legami tra descrittori sinonimi e per il coordinamento semantico dei termini.

La classificazione si articola mediante determinati schemi. Molti e vari sono gli esempi di schemi di classificazione, legati anche a tempi, luoghi e mentalità diverse, ma tutti quanti si compongono sostanzialmente di tre parti: gli elenchi di classificazione, che contengono le varie classi di termini disposte con un determinato criterio; le tavole, suddivisioni di ogni classe; l'indice di connessione, in cui tutti i termini contenuti negli elenchi e nelle tavole sono disposti in ordine alfabetico in linguaggio notazionale.

Caratteristica importante di ogni schema di classificazione è la notazione utilizzata. Per notazione si intende un insieme di simboli con valore ordinale che vengono sostituiti ai termini di una classificazione; il compito della notazione è quello di mostrare e mantenere in modo meccanico l'ordine prefissato della classificazione, senza per questo determinarla o influenzarla.

Gli schemi di classificazione si distinguono in schemi di classificazione speciale, riguardanti solo un campo del sapere, e schemi di classificazione generale, relativi invece a tutto lo scibile umano.

Il sistema di classificazione più usato al mondo, per una serie di motivi che analizzeremo più avanti, è la Classificazione Decimale Dewey, ideata nel 1873 da Melvil Dewey, bibliotecario ed uomo di cultura americano e giunta fino a noi con diverse revisioni per restare al passo con i tempi, ma ancora con lo stesso validissimo impianto concettuale.



MELVIL DEWEY


Melvil Dewey è conosciutissimo per l'invenzione della Classificazione Decimale Dewey, ma solo in pochi sanno che fu anche un grande bibliotecario e un eccellente riformatore del sistema educativo; fu tra i fondatori dell'American Library Association, fondò diverse riviste e giornali nonché la prima scuola per bibliotecari al mondo.

Nato il 10 dicembre 1851 a New York, era il più piccolo di cinque figli. Fanatico dell'efficienza e delle riforme fin da piccolo, nel 1870 iniziò a lavorare come studente assistente nella biblioteca dell'Amherst College nel Massachussets; essendo a contatto con i libri tutti i giorni, Dewey fu molto colpito dal potenziale educativo che una biblioteca poteva avere su una persona. Fu proprio durante questa esperienza lavorativa che Dewey escogitò il suo schema di classificazione, stanco del sistema di catalogazione della biblioteca, decisamente disorganizzato e continuamente da ridefinire ogni volta che venivano posti nuovi libri sugli scaffali. Una curiosa testimonianza dello stesso bibliotecario ci spiega la geniale intuizione che sta alla base del suo sistema: "Una domenica durante un lungo sermone del reverendo Mears -  che guardavo meccanicamente ma senza ascoltare una parola di quello che diceva - la mia mente era assorta nel problema vitale, e la soluzione mi si rivelò così all'improvviso che feci un balzo sulla mia sedia e poco mancò che urlassi "Eureka"! Bisognava ottenere la semplicità più assoluta, usando i più semplici simboli che esistessero: i numeri arabi come notazione per numerare la classificazione, quindi una classificazione decimale".

Nel 1876 uscì la prima edizione della DDC ("Dewey Decimal Classification"), e Dewey iniziò a diventare un personaggio di rilievo nella cultura americana. Nello stesso anno si trasferì a Boston, dove fondò l'American Library Association, della quale fu segretario ed autore del testo costituzionale. In questi anni curò anche il Library Journal e il Library Notes. Nel 1887 Dewey aprì (con grande sdegno ed opposizione dei suoi colleghi) la prima scuola per bibliotecari, la Scuola di Economia Libraria alla Columbia University, istituendo la disciplina della scienza libraria negli Stati Uniti d'America.

A causa di attriti creatisi al Columbia College, Dewey accettò l'offerta della Biblioteca dello Stato di New York per un posto di segretario e bibliotecario di stato.

Nel 1890 e 1892 fu nominato presidente dell'American Library Association, mentre nel 1905 diede le dimissioni dalla Biblioteca dello Stato di New York trasferendosi in Florida. Morì là nel dicembre 1931 per un'emorragia cerebrale.



STRUTTURA E CARATTERISTICHE DELLA DDC


La Classificazione Decimale Dewey, come abbiamo già detto, è il sistema di classificazione bibliografica più diffuso al mondo; tradotto in 30 lingue, utilizzato in oltre 135 nazioni, recenti sondaggi dimostrano che il 95% delle biblioteche pubbliche e scolastico-universitarie del mondo utilizza la DDC per organizzare il proprio patrimonio librario; e questo senza contare le sue applicazioni nel mondo dell'informatica e di Internet (diversi motori di ricerca classificano con il sistema Dewey le proprie informazioni).

La grande fortuna della Classificazione Decimale Dewey (e della sua variante, la CDU - Classificazione Decimale Universale) è data dal suo impianto concettuale, sintesi di grande semplicità ma allo stesso tempo di grande precisione. La suddivisione si basa sull'utilizzo di una notazione numerica decimale di tre cifre; la prima identifica la classe principale, ovvero la grande area del sapere in questione (ne sono previste 10, le cifre da 0 a 9); ogni classe viene poi divisa in altre dieci divisioni, identificate con lo stesso criterio dalla seconda cifra; ognuna di queste divisioni è poi a sua volta composta da 10 sezioni, identificate dalla terza cifra; eventuali specificazioni ulteriori possono essere fatte aggiungendo un punto dopo la terza cifra e facendolo seguire da altre cifre. Questa sequenza di numeri viene, in sostanza, considerata sempre come decimale; sfruttando le proprietà del sistema decimale, ogni indice può essere diviso in altri dieci teoricamente all'infinito.

Con la DDC, Dewey introduce due caratteristiche, la collocazione relativa e l'indice relativo. Nei precedenti sistemi di classificazione bibliografica, i libri nelle biblioteche erano numerati in relazione alla loro collocazione sugli scaffali, avendo quindi un posto ben definito; con la DDC invece i libri sono classificati in maniera sistematica sulla base di una divisione del sapere in dieci classi ed un ordinamento per materie, senza alcun riguardo per la loro collocazione fisica.

La DDC si fonda sulla classificazione di Bacone dello scibile umano in The Advancement of Learning nel 1608; secondo Bacone il sapere umano dipende dalle tre facoltà fondamentali dell'uomo, memoria, immaginazione e ragione; le discipline che si ricollegano ad esse sono rispettivamente la storia, l'arte e la filosofia. Dewey, ispirandosi anche ad altre fonti più recenti, giunse all'adozione di uno schema baconiano invertito; alla ragione corrispondono le prime sei classi, all'immaginazione le classi 7 e 8 mentre alla "memoria" la nona classe. Le opere generali rientrano invece in una decima classe contrassegnata dallo 0.

Il sistema è strutturato in un ordine gerarchico secondo il quale discipline ed argomenti sono disposti nella sequenza che va dal più generale al più particolare, con il vantaggio di trovare raggruppati soggetti di contenuto affine in quanto appartenenti ad un'unica disciplina; il raggruppamento è evidente anche dalla notazione, in quanto le cifre identificano progressivamente campi del sapere sempre più ristretti. Tuttavia, poiché le parti della classificazione sono sistemate per disciplina e non per soggetto, è probabile che un dato soggetto non abbia un posto unico nel sistema ma sia rimandato in più punti; è necessario allora consultare l'indicie di connessione delle voci bibliografiche.

Nell'edizone esistono tre sommari di discipline: il primo contiene le dieci classi, il secondo le cento divisioni, il terzo le mille sezioni. Non tutti i numeri sono utilizzati; anche lo stesso Dewey aveva previsto di lasciare dei buchi per inserire eventuali discipline future, e tutt'ora sono previsti dei vuoti per tenere aggiornabile la struttura.

Come ogni sistema di classificazione, la DDC si compone di tre parti: le tavole, la classificazione propriamente detta e l'indice di collegamento tra le voci, oltre all'introduzione esplicativa della forma mentis che sta dietro la classificazione.






LE EDIZIONI DELLA CLASSIFICAZIONE DECIMALE DEWEY


La prima pubblicazione della DDC, uscita nel 1876, era un opuscolo di 44 pagine dal titolo A Classification and Subject Index for Cataloguing and Arranging Books and Pamphlets of a Library; sebbene pubblicata anonima, Dewey mantenne il copyright dell'opera. I numeri non erano ancora obbligatoriamente di tre cifre, né era previsto il punto dopo la terza cifra; le classi erano ancora nove, non esisteva la 000, e inoltre le tavole, che occupavano solo dodici pagine, erano decisamente limitate e con scarsissime suddivisioni al loro interno. Tuttavia, il lavoro di Dewey trovò una larga fascia di consensi, specialmente nel mondo delle biblioteche americane che avvertivano da tempo il bisogno di riorganizzare i procedimenti di catalogazione e collocazione dei documenti; già nel '76 il Bureau of Education indicò, tra i testi base per l'uniformità delle operazioni di catalogazione, lo schema di catalogazione di Melvil Dewey.

A grande richiesta e con molti accorgimenti, Dewey pubblicò la seconda edizione della DDC (per la prima volta chiamata Decimal Classification) nel 1885. Enormemente ampliata (ben 314 pagine), i cambiamenti furono molteplici e Dewey fu costretto in pratica a riscrivere l'introduzione; le tavole furono arricchite da note molto più dettagliate, e ora tutti gli indici dovevano essere costituiti da almeno tre cifre; furono ristrutturate le classi 000, 800 e 900, il punto dopo la terza virgola divenne obbligatorio e l'indice di connessione passò dalle 2000 voci della prime edizione a 10000 voci, un lavoro enorme che rappresentò la più grande novità della nuova edizione.. Tra le curiosità, fu inoltre riservata alla letteratura americana una trattazione favorita, assegnandole la notazione 810 e separandola dal resto della letteratura inglese.

Dal 1885 al 1951 vennero pubblicate, a cura di May Semour e Dorkos Fellow, altre tredici edizioni della DDC che conservavano sostanzialmente lo schema della della seconda, cercando soltanto di mantenersi aggiornate con la produzione editoriale; questa stabilità fu decisa dallo stesso Dewey, rendendosi perfettamente conto di quanto scombussolamento avessero portato i molteplici cambiamenti della seconda edizione. Tuttavia, già prima della sua morte (1931), Dewey aveva manifestato l'intenzione di pubblicare tre formati diversi della DDC: un'edizione abbreviata per le piccole biblioteche contraddistinta da uno sviluppo contenuto delle notazioni e da note di inclusione molto sviluppate, un'edizione standard per le biblioteche medie e grandi e un'edizione bibliografica per le biblioteche specializzate (quest'ultima non fu mai realizzata). L'edizione standard sarebbe dovuta essere la quindicesima (1951), ma a causa di vari difetti e mancanze la prima vera standard fu la sedicesima edizione, uscita nel 1958. Il comitato editoriale era ora in stretto contatto con l'American Library Association e la Library of Congress, e la DDC venne ora sviluppata in modo da poter mantenere i contatti con gli altri grandi sistemi di classificazione bibliografica, ed evolvendo lo schema tenendo conto sia della produzione editoriale, sia di contributi di specialisti delle varie discipline. Nelle successive edizioni (1965, 1971, 1979, 1988) furono attuati diversi espedienti per tenere aggiornata e valida la DDC, come il reimpiego della numerazione in modo diverso dall'originale, e soprattutto l'introduzione degli Elenchi rigenerati, che aiutavano il riutilizzo della numerazione senza sradicare le discipline "traslocate" dall'area originale di appartenenza.

In Italia la Classificazione Decimale Dewey si è diffusa nell'uso generale in particolare a partire dal 1958, anno in cui la Bibliografia Nazionale Italiana ha adottato proprio la DDC per ordinare le schede che, all'interno dei fascicoli mensili, descrivono le pubblicazioni.

Il 1988 è stato un anno particolarmente importante per la DDC, perché la Forest Press, pubblicatrice storica della classificazione Dewey, è divenuta parte dell'OCLC (On line Computer Library Center), organizzazione informatica americana senza scopo di lucro che fornisce servizi e prodotti di elaborazione, con una rete che si estende all'Europa e all'Asia, a più di 20.000 biblioteche. L'integrazione della DDC con le capacità e le risorse dell'OCLC ha permesso di sviluppare prodotti e servizi che hanno espanso le possibilità e la diffusione della DDC in maniera esponenziale; la DDC ora viene anche pubblicata in software nella versione CD-ROM (Dewey for Windows) e come programma funzionante in rete (WebDewey). I vantaggi ovviamente  si riscontrano, oltre che nella velocità e nelle quantità di informazioni che un elaboratore possiede, anche nella maggiore facilità di aggiornamento della DDC rispetto ad una cultura continuamente arricchita proprio dagli stessi mezzi (Internet e l'informatica applicata); Dewey for Windows esce tutti gli anni a gennaio (nel 2000 è arrivato alla versione 2.00), mentre WebDewey è aggiornato ogni trimestre; ulteriori novità, a ritmo addirittura quindicinale, vengono pubblicate sul sito internet dell'OCLC.

L'ultima edizione, la ventunesima, uscita nel 1996, è in quattro volumi. Il primo contiene l'introduzione, il glossario e sette tavole numerate e molto dettagliate; il secondo e il terzo elencano i sommari con la classificazione; infine, il quarto volume è occupato dell'indice relativo e un manuale con le regole di classificazione.




LA DDC, 21a EDIZIONE: SOMMARIO 1


Computer, informazione ed opere generali

Filosofia e psicologia

Religione

Scienze sociali

Linguaggio

Scienza

Tecnologia

Arti

Letteratura

Storia e geografia




IL FUTURO DELLA DDC


E' facile ipotizzare che il futuro della Classificazione Decimale Dewey sia quasi completamente da vedere in ambito informatico, per tutti gli infiniti vantaggi che questo supporto offre rispetto alla carta.

L'OCLC afferma che la ventiduesima edizione standard sarà pubblicata nel 2003 mentre l'edizione ridotta n.13 vedrà la luce nel 2004; i maggiori cambiamenti riguarderanno le divisioni 540 (Chimica) e 610 (Medicina), e i settori 004, 005 e 006 (Computer), ma è prevista anche una revisione della tavola 7 (Raggruppamenti umani).

Verrà comunque dato un maggiore rilievo alle produzioni di aggiornamenti dei prodotti software; c'è in cantiere la costruzione della versione ridotta di WebDewey, ora disponibile solo in formato standard. Anche il pubblico interessato ha mostrato di gradire i supporti elettronici.

Dewey sopravvive, insomma, anche se con vesti più consone ai tempi moderni. E' straordinario pensare a come un sistema vecchio di oltre cent'anni possa rivelarsi ancora all'avanguardia, pur con tutti gli accorgimenti e le revisioni del caso. E' stata premiata, in ogni caso, la genialità e lo spirito pignolo e testardo di Melvil Dewey, fulcro fondamentale nell'organizzazione del sapere, e i cui risultati danno un ordine ancora oggi al sostrato culturale che diciamo di possedere.


FRANCESCO SERAFINI




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